Tale scuola tende a considerare fondamentale nelle indicazioni dei criteri interpretativi il rispetto dei modelli religiosi, sociali e giuridici emersi aMedina, sui quali esisteva un consenso unanime (ijmāʿ) dei colti della città stessa.
Inoltre, pur accettando che le fonti principali del diritto islamico siano ilCorano innanzi tutto e laSunna poi (con il Corano costituenti laShari'a), il malikismo accetta l′ijmāʿ e, come criterio accessorio, l′istiḥsān (in araboالاستحسان?, "il sembrar buono").[1]
L'importanza tutt'altro che marginale attribuita dalla scuola giuridica al retto giudizio del giurisperito (faqīh) diventa quindi un'opinione personale (raʾī) di notevole peso per la sua vasta adattabilità alle numerose fattispecie giuridiche che non risultavano normate convenientemente dalle prime tre fonti del diritto, vista la complessa trasformazione della societàislamica nei secoli.
La scuola giuridica malikita, un tempo diffusa anche inSicilia e inal-Andalus, è quella decisamente prevalente oggi in tutto ilNordafrica.
Movimento teologico molto seguito in ambito malikita è l'Asharismo (assunto anche dalloSciafeismo).
Nelle zone del sunnismo oggi malikite vi sono alcune enclave di altri madhab o di filosofie specifiche islamiche. Per esempio in Marocco, Tunisia, Mali, Niger, Ciad, Sudan e Nigeria vi sono zonesunniteNondenominazionali e in Senegal, Mali, Niger, Ciad e Nigeria vi sono molte piccolissime zone della setta para-islamicaAhmadiyya.