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Malicidio

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Malicidio (malicidium, in latino) è un termine introdotto daBernardo di Chiaravalle per indicare l'omicidio di un noncristiano inguerra, quando non vi sia altro mezzo per impedire ilmale che commette[1].

La teoria

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Bernardo, riprendendo il concetto di «guerra giusta» introdotto daAgostino d'Ippona, teorizza che l'uccisione di un infedele, di un eretico o di unpagano - giudicati come nemici della fede - non deve essere considerata come unomicidio (vietato dal VComandamento), ma come un «malicidio», ovvero come l'estirpazione di un male. Il pagano da sopprimere doveva essere eliminato in quanto portatore di un Male assoluto e irredimibile, ma restava degno di amore per la sua umanità.

Uccidere un infedele diventava dunque, nella concezione di Bernardo, un servizio meritevole reso alla causa divina. Citando lo stesso Bernardo:

«Il Cavaliere di Cristo uccide in piena coscienza e muore tranquillo: morendo si salva, uccidendo lavora per il Cristo».[2]

E ancora: «Egli» [il soldato di Cristo,ndr] «è strumento diDio per la punizione dei malfattori e per la difesa dei giusti. Invero, quando egli uccide un malfattore, non commette omicidi, ma malicidio, e può essere considerato il carnefice autorizzato di Cristo contro i malvagi».[2]

Tuttavia, secondo Bernardo, non è lecito uccidere il male nell'infedele (e l'infedele stesso) se prima non si è «ucciso» il male in sé stesso. In questo modo, lacrociata diviene nella concezione cattolica medievale un momento ascetico e penitenziale del guerriero stesso. Bernardo si dichiara in ogni caso contrario alla coercizione per forzare la conversione gli infedeli, e giustifica la violenza come mezzo di difesa della fede, dichiarando che «Non si dovrebbero uccidere neppure i pagani qualora ci fosse una maniera diversa per impedir loro di opprimere i fedeli.»[3].

Questa teoria fu elaborata da Bernardo in base ad una specifica questione postagli daiCavalieri Templari per dare una qualche risposta alla difficoltà per un cristiano di conciliare la guerra non difensiva con la parola di Dio. Bernardo riprende e sviluppa in diverse altre occasioni gli argomenti alla base della nozione di malicidio. Nel1146, nella lettera 363 il santo esorta il clero ed i fedeli dellaFrancia orientale a prendere le armi per difendere la Chiesa d'Oriente contro il pericolo degli infedeli, ed afferma che «La morte inflitta o ricevuta nel nome di Cristo da un canto non ha nulla di criminale, dall'altro merita una gran gloria».

I fondamenti della teoria

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Tale teoria poteva trovare una base nell'interpretazione di diversi scritti dell'Antico Testamento ed in alcune lettere paoline delNuovo Testamento.

NelDeuteronomio,Dio comunica aMosè iDieci Comandamenti. Fra essi, il quinto (Deut. 5, 17) comanda «Tu non ucciderai». Nello stesso testo, (Deut. 7, 1-2) tale comando appare tuttavia inteso come limitato al popolo eletto, quandoDio ordina di sterminare tutte le popolazioni straniere che occupano la terra promessa.

La lettura dell'Antico Testamento mostra in diverse altre occasioni la rilevanza degli aspetti militari dell'alleanza traJahvé e gliEbrei. In diversi libri dell'Antico Testamento (Deuteronomio,Numeri,Giosuè,Geremia) compare anche il concetto diherem, di «sterminio" del nemico, ovvero di votare aDio tutte le prede di guerra»[4].

Un ruolo importante nella teologia cristiana ricopresant'Agostino nella giustificazione dell'uccisione degli infedeli, ossia della guerra santa. A questo proposito, scrive lo studioso francese Minois: «Per Agostino l'uso della violenza per il bene altrui si giustifica con l'attitudine naturale del padre che castiga il figlio per educarlo.»

Note

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  1. ^Bernardo.De laude novae militiae ad Milites Templi III, 4.
  2. ^abLIBER AD MILITES TEMPLI DE LAUDE NOVAE MILITIAE, III, 4
  3. ^La vera storia dei templari di Claudio Meschini, pubblicato sulGiornale, 2 settembre 2005.
  4. ^«Sterminarono tutto quanto era nella città, uomini e donne, giovani e vecchi, anche buoi, pecore e asini passarono a fil di spada» [Giosuè 6, 21])

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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