Fin dall'alto medioevo, come tutta laVal Canale appartenne, con il nome diBuonborghetto, aivescovi di Bamberga, e in questo periodo divenne importante centro commerciale. Pare che abbia mutato nome inMalborghetto in seguito alle continue contese conVenezia. Vi fiorirono l'industria del ferro e dellegno, che contribuirono allo sviluppo economico del paese e ancora oggi sono praticate.
Venne assegnato all'Italia nel 1919, alla fine dellaprima guerra mondiale, sebbene fosse abitato prevalentemente da genti tedesche e slovene. Nel 2003 il comune è stato colpito dall'alluvione della Val Canale, che ha causato due morti e danni rilevanti. Con le frazioni di Valbruna e Ugovizza costituisce attualmente una località di villeggiatura e di sport invernali. I paesi sono basi di partenza per escursioni nelleAlpi Giulie. Fino alla realizzazione della nuova ferrovia pontebbana era servito da varie stazioni, delle quali rimane in uso solo quella di Ugovizza-Valbruna.
Lo stemma comunale è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 28 gennaio 1935.
«Troncato da una fascia ristretta d'argento: nel primo, d'oro, alleone di nero, nascente dalla partizione; nel secondo, di rosso, allatorre d'argento, tra due monti, mattonata, aperta e finestrata di nero, fondata sul terrazzo erboso, al corso d'acqua uscente dal portone della torre e scorrente in palo. Ornamenti esteriori da Comune.»
La torre allude a forte Hensel e, rappresentata tra due montagne, fa riferimento alla posizione del paese nella Val Canale.
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 7 maggio 1942, è un drappo di azzurro.
Rifugio fratelli Nordio e Riccardo Deffar (1.211 m) Demolito nell'estate 2008 poiché inagibile a causa dell'alluvione 2003.Ora ricostruito e con una nuova gestione, aperto.
Come le limitrofePontebba eTarvisio, anche a Malborghetto-Valbruna coesistono, accanto all'italiano, altre tre lingue:losloveno, tutelato dalla legge regionale 26/2007, iltedesco, tutelato dalla legge regionale 20/2009 e ilfriulano[8]. Le prime due sono presenti nella zona sin dal medioevo (lo sloveno addirittura dalVII secolo)[9][10]. Anche il friulano ha fatto la sua comparsa in epoca antica, ma ha subito una forte espansione in tempi recenti, con l'annessione del comune al Regno d'Italia e la conseguente immigrazione di famiglie provenienti dall'esterno[11]. Ai sensi della Deliberazione n. 86 del 26 novembre 2003 del Consiglio della Provincia di Udine, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[12].
Questi idiomi sono distribuiti assai irregolarmente e nessun centro abitato può dirsi unicamente slovenofono, germanofono o friulanofono; inoltre, spesso gli abitanti parlano o, perlomeno, comprendono lingue diverse[13].
Eccezion fatta per Ugovizza, dove una consistente minoranza degli abitanti è slovenofona, nelle restanti parti del comune i madrelingua tedesca e slovena sono pochi.[14][15]
Censimenti etnici nel comune di Malborghetto Valbruna[16]
Si compone dei due nuclei abitati che danno il nome al comune, Malborghetto (721ms.l.m.) che è sede del municipio, Valbruna e le 4 frazioni.
Valbruna (Ovčja vas in sloveno,Wolfsbach in tedesco,Valbrune oCjalavai in friulano) si trova a 807ms.l.m. allo sbocco dellaVal Saisera, con lo sfondo dell'imponente massiccio delJôf Fuart (2.666 m). Centro di villeggiatura estiva e di sport invernali, è base di partenza per escursioni ed ascensioni nelle Alpi Giulie.
Presso Valbruna c'è un cimitero militare austroungarico.
Santa Caterina (Šenkatríja in sloveno,Sankt Kathrein in tedesco,Sante Catarine in friulano) si trova a 660ms.l.m.
Ugovizza (Ukve in sloveno,Uggowitz in tedesco,Ugovize in friulano) è una località turistica estiva ed invernale, situata a 775ms.l.m. Vi si trova la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, poco distante dallaSella di Camporosso.
la località Cucco (Kuk in sloveno,Kúk in tedesco eCuc in friulano) è una borgata che si trova poco distante da Malborghetto.