
Lamaglia azzurra è l'uniforme adottata da quasi tutte le compaginisportive che rappresentano l'Italia in ambito internazionale.
La prima disciplina sportiva ad adottare la maglia azzurra quale simbolo di appartenenza all'Italia fu ilcalcio. All'esordio dellanazionale italiana di calcio, avvenuto nel 1910, fu utilizzata una divisa di colorebianco con polsini e collo inamidati e nastrotricolore appuntato sopra.[1] Una leggenda vuole che, nel momento di decidere la prima tenuta di gioco, si fosse voluto far indossare alla selezione nazionale la maglia bianca in onore del club italiano più forte del momento, laPro Vercelli; in realtà, le fonti storiche riportano che in vista dell'esordio assoluto della nazionale non si fosse ancora raggiunto l'accordo sulla divisa ufficiale, e dunque si decise di non colorarla, lasciandola di un colore neutro, il bianco.[2]
La tenuta bianca è stata sostituita da quella azzurra il 6 gennaio 1911 quando, all'Arena Civica di Milano, fu disputato un incontro calcistico tra la nazionale italiana e quellaungherese, vinto poi per 1-0 da quest'ultima.[1][3] La maglia bianca non venne accantonata completamente, ma rimase come seconda divisa.

Sulla scelta del coloreazzurro sono state fatte varie ipotesi; la prima che fosse ripreso dai colori dellanazionale francese (anche se questa indossa in realtà il blu e non l'azzurro); la seconda che venisse dal colore dei mari (e del cielo) italiani e la terza che si fosse casualmente scelto un colore alternativo al bianco a causa della forte nevicata avvenuta in mattinata e del clima nebbioso esistente in città in occasione della partita contro gli ungheresi (il bianco avrebbe infatti confuso i giocatori italiani con l'ambiente circostante).[1]
In realtà, le fonti storiche spiegano come l'azzurro sia stato scelto in onore diCasa Savoia, dinastia regnante all'epoca in Italia, in quanto rappresentava il colore del loro casato fin dal 1360: ilblu Savoia, un azzurro molto intenso. Questo, a sua volta, era stato desunto dalla tinta del manto dellaMaria Vergine,[4] tradizionalmente di colore azzurro, a cui la casata era devota:[5][6] a riprova delle loro origini monarchiche, sul lato sinistro delle neonate maglie azzurre venne cucita la croce sabauda, ovvero unacroce bianca in campo rosso.[7][8]
Il nuovo colore impiegò qualche anno ad affermarsi anche nelle altre compagini sportive nazionali; infatti neiGiochi della V Olimpiade (1912) il colore più usato fu ancora il bianco, impiego che persisterà anche negli anni successivi nonostante ilCONI (nato nel 1914) avesse fin dall'inizio raccomandato l'adozione della nuova maglia.[9] Solo a partire daiGiochi della X Olimpiade (1932) tutti gli atleti adotteranno l'azzurro. Nel frattempo, dal 1927, sulla maglia azzurra comparve anche ilfascio littorio, simbolo delregime fascista che dal 1922 governava l'Italia, e che andò ad affiancarsi allo stemma sabaudo.
Nelsecondo dopoguerra, dopo lanascita della Repubblica Italiana, a dispetto delle sue origini monarchiche, il colore azzurro fu mantenuto nelle divise sportive nazionali, ma venne eliminata la croce sabauda al cui posto, nel 1947, arrivò unoscudettotricolore, che da allora accompagna le maglie azzurre.[10]

La nazionale di calcio ha avuto anche una brevissima parentesi con una maglia completamentenera, voluta negli anni 1930 daBenito Mussolini:[11] questa casacca, che debuttò nell'amichevole con la Francia del 17 febbraio 1935,[12] venne poi utilizzata altorneo calcistico degliXI Giochi olimpici diBerlino dell'anno seguente[13] nonché nella seconda gara deiMondiali del 1938, in questo caso ancora contro i francesi padroni di casa di quell'edizione.[14][15]
Nonostante l'azzurro sia ormai il colore predominante nello sport italiano, si riscontrano ai giorni nostri alcune eccezioni degne di nota:
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