Lamafia russa (inrusso: русская мафия), denominata ancheOrganizacija, è il complesso diorganizzazioni criminali di stampomafioso originarie dellaFederazione Russa.
La storia di queste organizzazioni può essere schematicamente divisa in due momenti: ossia prima e dopo ladissoluzione dell'Unione Sovietica.
La mafia russa consisteva in piccoli gruppi con un basso livello e un basso grado di organizzazione, che avevano come obiettivo primario quello di soddisfare la domanda di beni resi irreperibili dall'economia pianificatacomunista delblocco sovietico ed ottenuti con la complicità di pubblici funzionaricorrotti.Stalin cercò di combattere la criminalità organizzata deportando migliaia di malavitosi neigulag.
Questi, però, spesso riuscivano a tenere in pugno i loro secondini minacciandone le famiglie. In questo modo i loro capi, i cosiddettivory v zakone ("ladri nella legge", inrusso) potevano dirigere le loro attività criminali dalle prigioni. Come ogni altra organizzazione criminale in giro per il mondo, ambito di azione principale della mafia erano e sono i lucrosiracket del traffico di alcool,droga,prostituzione e, più in generale, delmercato nero.
Con il passaggio all'economia di mercato la mafia russa fa il salto di qualità e può occuparsi di tutte le attività remunerative (legali o meno) anche alla luce del sole, poiché il controllo statale pressoché scompare. Durante questo periodo la mafia russa si sposta anche all'estero e organizza delle filiali negliUSA,Israele,Regno Unito,Svizzera,Austria,Repubblica Ceca,Slovacchia,Slovenia,Romania,Germania,Irlanda del Nord,Finlandia,Francia eItalia.
Quando, alla fine deglianni ottanta, con le istituzioni statali al collasso, ifunzionari pubblici potevano giustificare la loro esistenza solo imponendo unaburocrazia complessa ed estenuante che bloccava il normale funzionamento civile, economico ed industriale del paese e l'unico modo per facilitare l'approvazione di una pratica era corrompere i funzionari mentre per procurarsi un pezzo di ricambio o un medicinale bisognava rivolgersi almercato nero, le organizzazioni mafiose cominciarono a dedicarsi anche a questo tipo di affari. Ad esempio nel1987 la burocrazia sovietica era guidata da trentotto comitati federali, trentatré ministri centrali ed oltre trecento ministeri regionali ed autorità con competenze su tutto lo Stato. Con le aziende e industrie di stato direttamente sotto il suo controllo, la burocrazia impiegava circa venti milioni di lavoratori equivalente al 20% di tutta la forza lavoro.
Così, a partire dal1991, la mafia non fece altro che uscire allo scoperto espandendo le proprie attività da quelle deiracket tradizionali ad ogni aspetto della vita civile (edilizia, industria, banche, ecc.). Neglianni novanta, scoppiarono diversi conflitti di mafia per il controllo delracket e il controllo di diverse industrie; ilpiù violento rimane quello avvenuto aTogliatti tra circa 15 gruppi criminali per il controllo dell'industriaAvtoVAZ.
In sintesi i motivi del fulmineo successo in quegli anni della criminalità organizzata sono riconducibili a tre fattori principali tra loro correlati:
Occorre infatti considerare che, durante il regime sovietico, il tasso di cambio era mantenuto artificialmente stabile a 2rubli per 1dollaro statunitense. Il cambio era enormemente favorevole al rublo, ma l'economia interna riusciva a funzionare non perché vi fosse penuria di liquidità ma per mancanza di beni di consumo da acquistare derivante dall'isolamento.
A prezzi politici, inoltre, erano disponibili anche le risorse naturali del ricco sottosuolo del paese: oro, diamanti, gas, petrolio. Queste venivano comprate in rubli (o semplicemente trafugate) e rivendute all'estero (spesso illegalmente) a prezzi di mercato e nelle divise forti. Una piccola frazione di quanto incassato era reimportato per acquistare nuove forniture e pagare le necessarie bustarelle che mantenevano in funzione il meccanismo. Il rimanente costituiva i proventi del traffico che facilmente generavano profitti enormi, importi che erano investiti in nuove imprese criminali o legittime, in patria come all'estero. Grazie a questo denaro sono riusciti a costruire degli enormi imperi finanziari dove hanno riciclato i loro capitali investendo somme enormi.
La successiva sostanzialeliberalizzazione dell'economia e dei traffici commerciali portò con sé l'inflazione che erose il potere di acquisto dei dipendenti a reddito fisso, riducendoli letteralmente in miseria. Inoltre, l'impreparazione della gente al nuovo modello di vita rese facile anche dar vita a truffe colossali: con il regime sovietico esisteva un'unicabanca, immediatamente dopo ne sorsero come funghi circa 8000. Molte, però, erano istituite da truffatori o, nel migliore dei casi, incapaci che poi scappavano con i soldi raccolti o fallivano o semplicemente non reggevano la pressione della criminalità (negli anni novanta 400 banchieri caddero vittima di atti criminali), facendo sfumare risparmi e speranze di tanti. Di tutte quelle banche solo circa 400 hanno visto il terzo millennio e di queste appena qualche decina hanno le capacità professionali per avere rapporti con imprenditori ed istituti di credito stranieri.
Così molti impiegati a reddito fisso avevano stipendi che non assicuravano loro neppure la sopravvivenza. Così la mafija cominciò ad infiltrarsi sempre più in ogni aspetto della vita economica e sociale del paese in un periodo cruciale per il suo futuro economico: laprivatizzazione di industrie e servizi oltre che l'alienazione di beni mobiliari ed immobiliari, prima tutti di proprietà statale.
Questo spiega un'altra peculiarità dimostrata dalla mafija che ha impressionato gli osservatori stranieri: la facilità e velocità con cui ha aggiunto alla gestione dei racket tradizionali quella di attività legali.
In base ad un'inchiesta denominata "Troika"[1] effettuata da due giudici spagnoli e portata all'attenzione della Corte centrale spagnola, sono emerse informazioni rilevanti sul fenomeno mafioso inRussia, secondo cui vi sarebbero dei collegamenti tra alte cariche dello stato e membri dellabanda di Tambov, il clan mafioso preponderante nellaSan Pietroburgo deglianni novanta, quando il PresidentePutin era vicesindaco della città.[2]
Nel2010 il sitoWikiLeaks arrivò a definire laRussia "unostato mafioso virtuale", nel quale è impossibile riconoscere le attività proprie del governo da quelle illecite di stampo mafioso, essendo forte il collegamento tra le due.[3]
La scarsa conoscenza dovuta alla chiusura del mondo sovietico prima della sua caduta ha indotto alcuni a ritenerlo un fenomeno del tutto nuovo, nato dal caos indotto dalla dissoluzione delle vecchie istituzioni. In realtà in Russia è sempre esistita una rete di organizzazioni illegali che, diversamente daCosa nostra, non hanno mai avuto una struttura verticistica che ne coordinasse le attività. Non sono dirette, cioè, da unacupola mafiosa ma sono divise in bande più o meno potenti su base locale (anche molto estese, abbracciando facilmente intere province o Repubbliche) e i cui riti di iniziazione possono prevedere anchetatuaggi per distinguere gli affiliati.
Si può senza troppi problemi dividere l'organizzazione in 3 livelli:
Molti dei mafiosi russi conducono una doppia vita: una pubblica di uomini di affari di successo con interessi nei campi più disparati e una nascosta di capi di organizzazioni criminali ben più redditizie delle prime. Molti sono industriali, ma molto più spesso immobiliaristi e costruttori. Infatti, uno degli ambiti di investimento legittimi più convenienti e redditizi individuati e sfruttati dalla mafija negli ultimi anni di vita dell'Unione Sovietica è stato quelloimmobiliare: con la complicità di burocrati compiacenti (o indotti a collaborare con la violenza), in quegli anni la mafija si è accaparrata a prezzi irrisori oltre ad industrie, concessioni minerarie, ecc. vasti terreni edificabili intorno a tutte le maggiori città del vasto paese. Su queste hanno poi costruito con partner occidentali, preoccupandosi di fornire maestranze che non scioperavano, di proteggere i cantieri, di assicurare la fornitura di materiali, ecc.
Costruiti gli edifici, cominciarono poi a partecipare alla loro gestione e quindi ai profitti derivanti dalla loro vendita o affitto, assicurandosi anche una facciata di rispettabilità oltre che un modo perriciclare il denaro sporco. Il sistema per riciclare il denaro di provenienza illecita è tipico dei criminali ed è un sistema di società, alcune fittizie, collegate tra loro a rete, una dentro l'altra. La rete consiste di società a statuto e ragione sociale generica (in ItaliaTemirtrans service,Business Italia Tourist service,Big Tour, Prima) in modo da comprendere qualsiasi tipo di attività commerciale, in modo da giustificare qualsivoglia rapporto contrattuale. Bonifici o acquisto di beni hanno consentito la sostituzione e il "lavaggio" del denaro proveniente da reati.
Altre attività includono iltraffico di droga, attività principale all'esterno delCSI, dal traffico di armi (trafugate dagli arsenali dell'ex Unione Sovietica) a quello diorgani. La violenza per forzare il sistema usata nei primi anni è andata via via scemando in quanto col tempo le sole minacce, insieme al ricordo delle punizioni inflitte nel passato, erano sufficienti per avere dalla propria parte funzionari pubblici o imprenditori privati. Ma la violenza del passato insieme alle minacce del presente ha indotto una grande richiesta di sicurezza da parte delle aziende nazionali o straniere per proteggere beni e persone. Per soddisfare questa richiesta sono nate numerose società specializzate in sicurezza un po' in tutta la Russia ed in special modo aSan Pietroburgo e soprattuttoMosca. Esse impiegavano spesso ex-militari provenienti dai tanti corpi speciali dell'ex-URSS, senza lavoro dopo la caduta del regime e la riduzione delle spese militari con conseguente ridimensionamento degli organici. La stessa criminalità organizzata ha utilizzato come copertura per i propri uomini le società di sicurezza così da giustificare, di fronte alla legge, la loro necessità del porto d'armi. In teoria lamilizia, la polizia russa, avrebbe dovuto verificare l'adeguatezza dei soggetti (fedina penale, capacità, equilibrio psicologico), ma attraverso la corruzione questo ostacolo era facilmente superato.
In Europa sono presenti inItalia,Spagna,Paesi Bassi,Lituania,Estonia,Lettonia,Gran Bretagna,Romania,Germania,Austria,Svizzera,Francia,Libano eIsraele. Le attività criminali riguardano i precursori dell'eroina,droghe sintetiche,traffico d'armi,traffico di esseri umani,prostituzione,estorsione,riciclaggio di denaro.[4]
Nel2008 Guenadis Petrov e Leonid Christoforov della mafia russa si vantavano di aver truccato molte partite della coppa UEFA, per rubare le scommesse legate al calcio[5]. Al vaglio dei dirigenti 26 partite truccate. Petrov e qualcuno dei suoi uomini sono in prigione dal giugno scorso.
Nel2013 il rapporto diTranscrime sugli investimenti delle mafie inEuropa evidenzia la presenza russa/georgiana inItalia nei trasporti, nell'agricoltura e altre attività commerciali, inSpagna nel settore energetico, inFrancia nel settore alberghiero, inGermania nella gestione di locali notturni e nell'acquisto di immobili, nelRegno Unito in attività estrattive, finanziarie e commerciali e neiPaesi Bassi nella ristorazione e nel settore alberghiero[6].
I primi dati riguardo alla presenza di tali organizzazioni si hanno neglianni novanta delXX secolo, nella regione dell'Emilia-Romagna, in particolare nella città diRimini e sulla costa romagnola. I mafiosi russi girano in riviera e riciclano il denaro sporco, comprando attività commerciali e gestendo il mercato nero. Vendono l'ecstasy, prodotta nei loro laboratori clandestini, ai giovani che frequentano le discoteche e gestiscono il narcotraffico di coca dalla Colombia in Europa. L'organizzazione si allarga presto nelle regioni del Centro e del Nord-Est, traEmilia,Marche,Toscana eVeneto. Yuri Ivanovich Essine, detto “Samosval”, è stato uno dei nuovi, potentissimi capi che hanno scelto l'Italia come quartier generale: aveva trovato degli agganci nel mondo politico e imprenditoriale. Era socio al 30% della “Globus Trading”, nella cui compagine societaria figurava anche l'ex-forlanianoAlberto Grotti, già in carcere per la maxitangente Enimont.[7] Verso il 1998, laSolncevskaja bratva di Mosca, può contare su un proprio capo a Roma che coordina gli investimenti della mafia russa in Italia. Dall'indagine risulta che rispettabili banchieri occidentali danno al boss russo consigli molto utili su come riciclare il denaro sporco dalla Russia in Europa, in maniera legale[8].
Nel2000, aPrato inToscana, la polizia di stato scopre un traffico di sordomuti costretti dalla mafia russa all'accattonaggio. È stata chiamata la "tratta degli storpi", assieme alla tratta delle baby-sitter, delle badanti e delle prostitute. I criminali controllano agenzie interinali e turistiche per reclutare lavoratori di ogni genere (soprattutto edili) e fornire loro documenti falsi. I ROS con l'operazione "Girasole", nel2002, arrestano 75 criminali nell'ambito della tratta di corpi umani. Nel2006 la Fondazione Caponnetto definisce la mafia russa l'organizzazione criminale più sottovalutata d'Italia[senza fonte]. Nel2002, sulla riviera romagnola, viene avviata un'inchiesta sulle estorsioni compiute ai danni dei commercianti russi nel1998 che ha portato a numerosi arresti[9]. Si è a conoscenza anche di riunioni (skhodka) che si svolgono in Italia per la coordinazione delle operazioni sul territorio; le indagini ne hanno accertata una il 1º dicembre2011 in Corso Italia aMilano e una in programma il 18 settembre2012 aRoma mai avvenuta per un rischio di intercettazione da parte delleforze di polizia italiane.[10][4]
Al2013 rappresentata dai gruppiSolncevskaja bratva,Izmajlovskaja, daiLupi di Tambov e dal clanKutaisi.[senza fonte] Il 19 giugno2013 in un'operazione internazionale vengono arrestate 28 persone riconducibili alle due organizzazioni criminali georgiane di Kutaisi e Rustavi (che comandano nella regione russa di Sochi) che operavano in tutta Europa, in Italia risiedevano aBari,Napoli,Empoli,Venezia,Roma eMilano, di cui ben 13 col grado divory v zakone, tutte appartenenti al clan Kutaisi, queste ultime sono state arrestate inRepubblica Ceca,Lituania, Russia,Portogallo eUngheria[11][10]. L'indagine scaturì un anno prima dell'omicidio a Bari di Tchuradze Rezav, detto “Rezo".
NegliUSA dalla loro zona principaleBrighton Beach aBrooklyn gestiscono dalla metà deglianni novanta il traffico di droga e di armi ed anche la prostituzione, nel tentativo di espandersi si sono scontrati con successo anche conCosa Nostra americana e letriadi, tradizionali controllori di questi traffici.
Alcuni criminali della mafia russa sono (in ordine alfabetico):
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