IMaestri comacini (Magistri cumacini,commacini ocomaceni inlatino[1]) erano dei costruttori,muratori,stuccatori e artisti, raggruppati in unacorporazione di imprese edili itineranti composte da professionisti specializzati, attive fin dalVII-VIII secolo nella zona tra ilComasco, ilCanton Ticino e in generale laLombardia, contribuendo allo sviluppo dello stile romanico.
L'etimologia è incerta: probabilmente il nome dicomacini deriva daComo, terra d'origine di questi maestri.[2] Tuttavia già all'inizio del XX secoloUgo Monneret de Villard ha contestato questa etimologia sostenendo che l'aggettivo che deriva da Como ècomasco ocomense e preferendo l'origine dacum machinis ocum macinis riferendosi alle impalcature e argani che questi artigiani utilizzavano nella costruzione delle loro opere.[senza fonte]
Altri lo fanno derivare da una radice germanicamak-, dal significato generico di "costruire", analogamente alfrancesemaçon; solo successivamente venne collegato alla regione di Como perparetimologia concomàcino.[3]
Il dibattito è tuttora aperto: alcuni autori preferiscono l'etimologia geografica[4] mentre altri stanno rivalutando la teoria diUgo Monneret de Villard.[5]
Il primo documento che cita deiMagister Commacinus è l'Editto di Rotari del643, negli articoli 144 e 145. Successivamente viene redatto unMemoratorium de mercedibus commacinorum, un tariffario tecnico che stabilisce i prezzi delle opere prestate, probabilmente in epocaliutprandea, o forse sotto il regno diGrimoaldo.[3] Queste maestranze altamente specializzate in campo artistico dunque compaiono già in età longobarda.[6]
Gli anonimi appartenenti alla corporazione erano anche decoratori e scultori, e furono tra i primi maestri delromanico lombardo. Questi scultori si spostavano molto e la loro opera è documentata sin agli inizi delIX secolo su tutte lePrealpi, nellaPianura Padana, nelCanton Ticino, nelLazio, nelleMarche e inUmbria. Alcuni di loro si spinsero a lavorare fino inGermania,Danimarca eSvezia.[senza fonte]
Tra le migliori opere di questa scuola ci sono la decorazione esterna dellabasilica di Sant'Abbondio aComo, oppure il coro dellabasilica di San Fedele, sempre a Como, con figure zoomorfe, mostri,grifoni, ecc. In queste rappresentazioni, le figure umane sono rare e caratterizzate da un aspetto tozzo e poco realistico. Maggiore è la loro maestria nel raffigurare figure animali e complessi intrecci vegetali: ciò è forse dovuto al fatto che questi manovali poterono contare su modelli di stoffe e altri oggetti orientali. Il rilievo è piatto e stilizzato, e ampio è il ricorso al trapano per creare un netto distacco con lo sfondo, di profondità fissa, e per dare effetti di chiaroscuro.
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