Durante il suo regno in Aquitania, Ludovico fu incaricato della difesa sulla frontiera sud-occidentale dell'impero. Egliconquistò Barcellona dall'Emirato di Cordova nell'801 e affermò l'autorità franca suPamplona e suiBaschi a sud deiPirenei nell'812. Come imperatore incluse i suoi figli adulti,Lotario,Pipino eLudovico II per stabilire un'adeguata divisione del regno tra di loro. Il primo decennio del suo regno fu caratterizzato da tragedie e imbarazzi, in particolare il trattamento brutale di suo nipoteBernardo d'Italia, per il quale Ludovico espiò in un atto pubblico di autoumiliazione.
Negli anni '30 delIX secolo il suo impero fu lacerato dalla guerra civile tra i suoi figli, esacerbata solo dai tentativi di Ludovico di includere il figlioCarlo il Calvo, avuto dalla seconda moglie, nei piani di successione. Sebbene il suo regno si sia concluso con una nota positiva, con l'ordine in gran parte ripristinato nel suo impero, fu seguito da tre anni di guerra civile. Ludovico il Pio è generalmente paragonato sfavorevolmente a suo padre, sebbene i problemi che dovette affrontare fossero di un tipo nettamente diverso.[3]
Ludovico nacque aCasseuil-sur-Garonne, nell'attualeGironda, inFrancia, quarto figlio legittimo diCarlo Magno e diIldegarda. Fin dall'infanzia, raccontano i biografi, fu molto religioso[4]. Ludovico fu incoronatore diAquitania ancora bambino, nel 781, e là inviato con unreggente e una corte per governare la regione, reprimere le ribellioni delle popolazioni sottomesse e cercare altresì di estendere il regno oltre iPirenei.Nel 793, fu inviato in Italia in appoggio del fratelloPipino in lotta contro ilduca di Benevento. Tornato in Aquitania, sposòErmengarda, figlia del conte Ingram, che gli darà sei figli.
Attaccò la Spagna nel 799 distruggendoLérida: «Dopo questo e dopo che le restanti città furono saccheggiate e incendiate, Ludovico avanzò fino aHuesca. Il territorio della città, ricco di frutteti, fu falciato dalle soldatesche, devastato e bruciato».[5] Accompagnò il padre nell'800 in una delle sue numerose spedizioni contro iSassoni.[6] Gli attacchi militari nella Spagna dei Mori si susseguirono negli anni successivi: nell'804 fu la volta diBarcellona a essere cinta d'assedio e presa per fame: Ludovico festeggiò con unTe Deum di ringraziamento nella città conquistata.[7] Nell'806Tortosa e laprovincia di Valencia sono devastate in una incursione[8] e la spedizione viene ripetuta l'anno dopo con successo e grande gioia per il bottino guadagnato.[9] D'altra parte, Ludovico non era in grado di controllare il territorio e quelle imprese si risolvevano in pure scorrerie.
Ludovico il Pio (chiamato così su istigazione del pontefice) era un sovrano molto debole e insicuro di sé anche con i propri familiari. Il nuovo imperatore non ebbe vita facile anche perché dovette combattere contro i suoi tre figli più grandi:Lotario,Pipino eLudovico il Germanico. I tre figli maggiori si ribellarono al padre, perché non ritenevano giusto dividere l'impero con l'ultimo natoCarlo il Calvo. Scoppiò così una lunga guerra tra fratelli e figli, che durò fin dopo la morte di Ludovico il Pio e uno dei figli: Pipino.
Solo nell'843, con ilTrattato di Verdun, terminò il conflitto tra iCarolingi, come sono chiamati i discendenti diCarlo Magno. L'impero fu diviso in tre parti fra i figli superstiti di Ludovico il Pio:Carlo il Calvo ebbe il regno dei Franchi occidentali, cioè all'incirca la Francia di oggi; aLudovico il Germanico andò il regno dei Franchi orientali, cioè la Germania attuale;Lotario diventò imperatore e re d'Italia, ed inoltre ebbe una lunga porzione di territorio europeo compreso tra il Mare del Nord ed il Lazio a sud, il cosiddetto "regno centrale".
Come nella consuetudine dei Franchi, si pensava che Ludovico avrebbe dovuto ripartire la sua eredità con i suoi fratelli,Carlo il Giovane ePipino re d'Italia. Il figlio primogenito di Carlo Magno,Pipino il Gobbo, era stato considerato illegittimo secondo le abitudini dell'epoca e, dopo la scoperta, nel 792, di un infruttuoso tentativo di rivolta contro il padre, fu rinchiuso a vita in unmonastero.
Ludovico, probabilmente influenzato dalle pratiche religiose della vecchiaia di suo padre Carlo e daBenedetto di Aniane, vide come soluzione alla debolezza del potere centrale, che faticava a imporre la sua autorità nel vastissimo impero, la riforma innanzitutto spirituale, con la promulgazione di un impero cristiano ordinato e sereno, coeso non tanto dall'aderenza giuridica a determinate leggi ma da una profonda consapevolezza religiosa.
Una delle riforme primarie fu accertarsi che tutte le case religiose nel regno di Ludovico aderissero allaRegola di San Benedetto.
Durante un concilio adAquisgrana stabilì una prima riforma ecclesiastica, che aveva come principio la separazione tra potere spirituale e potere temporale. Nella pratica il principio era impossibile da applicare, poiché lo stesso Carlo Magno si era servito dell'organizzazione ecclesiastica come base per quella amministrativa e lostatus quo, con vescovi e abati spesso appartenenti alla migliore aristocrazia franca, non poteva essere ribaltato facilmente. Esisteva inoltre il fenomeno delle cosiddetteChiese private, con luoghi di culto tenuti in proprietà privata sia da ecclesiastici che da laici, che li gestivano liberamente sfruttandone le rendite (diremmo oggi una Chiesa "imprenditoriale").
Ludovico il Pio che fa ammenda ad Attigny nell'822
Subito dopo la sua ascesa, Ludovico aveva assicurato la sua posizione come imperatore con una "purga morale", con la quale aveva mandato tutti i suoi fratellastri illegittimi nei monasteri e aveva costretto tutte le sue sorelle nubili a farsi suore: questa paura di perdere il potere era figlia dell'atmosfera di intrigo e di violenza che dominava la corte di Aquisgrana, alla quale nemmeno il "Pio" era estraneo.
La sua politica aggressiva raggiunse il culmine con la lotta contro suo nipoteBernardo, re d'Italia, figlio del defunto fratello Pipino. Nell'817 Bernardo si ribellò contro Ludovico per essere stato esautorato dalla sua legittima carica di re d'Italia.
Nell'818, dopo la repressione della rivolta, Ludovico fece imprigionare ed accecare Bernardo, che morì dopo tre giorni di atroci sofferenze. Fu poi costretto dai grandi ecclesiastici dell'impero a fare penitenza per aver causato la morte di Bernardo, e così fece ammenda adAttigny nell'822, davanti ai nobili del regno. Nonostante questo il delitto gravò la sua coscienza per tutta la vita e la pubblica ammenda lo screditò agli occhi dell'aristocrazia, riducendo notevolmente il suo prestigio come governante.
Queste figure però erano interessate soprattutto al futuro della Chiesa ed all'aspetto spirituale piuttosto che a quello temporale, per questo il paese era soggetto sempre più liberamente all'aristocrazia locale che ormai spadroneggiava[11].
Nell'anno 817, Ludovico emise laOrdinatio imperii, un decreto che esponeva i programmi per una ordinata successione, secondo la tradizione franca, assegnando ai tre figli avuti daErmengarda di Hesbaye il governo di alcuni territori dell'Impero:Lotario, associato al trono imperiale, venne incoronatore d'Italia, mentre aPipino venne assegnata l'Aquitania e aLudovico laBaviera. In conseguenza di ciò, il titolo direx Francorum et Langobardorum divenne parte integrante del titolo imperiale.Fu in questo momento che ilRegnum Italicum, che fino ad allora aveva indicato genericamente i territori sottratti aiLongobardi, acquisì una consistenza effettiva.[senza fonte]
Dopo la morte di Ermengarda, si risposò conGiuditta di Baviera e nell'823 ebbe un quarto figlio,Carlo, che aggravò con la sua presenza il meccanismo di successione: sua madre era infatti una tempra forte ed agguerrita e cercò in tutti i modi di inserire suo figlio nella successione imperiale, incontrando la rigida resistenza degli altri figli.
L'ultimo decennio del regno di Ludovico fu così contrassegnato dalla guerra civile. Nell'829 Ludovico I decise di assegnare alcuni territori a Carlo, scatenando una guerra civile che scemò poi solo perché l'aristocrazia non aveva nessun interesse a portarla avanti. Nell'830, i tre fratelli invasero le terre del padre, forzandolo ad abdicare a favore di Lotario, e fu così che Ludovico e Giuditta vennero confinati in un monastero.
Ma Ludovico riprese il potere l'anno successivo e Lotario fu privato non soltanto del titolo imperiale, ma anche del regno d'Italia, che fu destinato a Carlo. Pipino si rivoltò, seguito da Ludovico il Germanico nell'832. Lotario, con il sostegno dipapa Gregorio IV, si unì alla sommossa nell'833 e lo fece destituire nell'assemblea diCompiègne da parte dell'arcivescovo di ReimsEbbone. I fratelli sconfissero il padre e lo imprigionarono con Carlo. Giuditta fu inviata in un convento, mentre Pipino e Ludovico il Germanico si annetterono terre in precedenza imperiali. Nell'834, tuttavia, Lotario venne obbligato a fuggire in Italia e l'anno successivo la famiglia fece la pace, ristabilendo Ludovico il Pio sul trono imperiale.
Il 28 febbraio 835 Ludovico venne riconsacrato con una solenne cerimonia nellacattedrale di Metz[12] dal fratellastro, il vescovoDrogone di Metz. Quando Pipino morì nell'838, Ludovico il Pio dichiarò Carlo nuovo re di Aquitania. I nobili, tuttavia, elessero il figlio di PipinoPipino II. Ludovico il Pio regnò sempre più formalmente, privo di una vera autorità, fino alla sua morte nell'840.
I dissapori tra i fratelli sfociarono in una guerra civile che ebbe termine soltanto nell'843 con iltrattato di Verdun, che divise il regno Franco in tre parti, ovvero i nuclei che in seguito divenneroFrancia eGermania edItalia. La disputa per il regno di Aquitania non fu risolta completamente fino all'860.
^Cardini e Montesano, p. 155. «Dato il suo temperamento esitante, Ludovico aveva bisogno di forti consiglieri. Benedetto d'Aniane lo sorresse fino alla morte, nell'821; il suo posto fu poi preso da un congiunto, Adalardo, e da un dotto ed energico vescovo, Agobardo di Lione. Ma entrambi pensavano più allo spirito e al futuro della Chiesa che non al governo temporale.»
^(FR)Histoire des Évêques de l'Église de Metz, Metz, Meurisse, 1634.
Incorsivo i regnanti titolaride iure ma nonde facto, oppure i pretendenti al trono, quindi senza effettiva sovranità sui territori italiani
Note:
^non è chiaro con quale titolo Odoacre regnò in Italia ma gli storici concordano sull'attribuirgli quello diRe d'Italia, assegnatogli dal contemporaneoVittore Vitense.
^non da Imperatore, contese il trono ad Enrico II il Santo