Ludovico Alvise Zorzi (Venezia,2 agosto1928 –Firenze,15 marzo1983) è stato uncritico teatrale esaggistaitaliano.

Ludovico Zorzi fu in Italia il promotore degli studi sugli eventi spettacolari non più soltanto legati alla letteratura teatrale ma all'indagine sulle testimonianze coeve e descrizioni di spettacoli.
Insegnò all'Università degli Studi di Firenze dove fu istituita per lui un'apposita cattedra, la prima inItalia, di Storia dello Spettacolo. Sono basilari i suoi studi sul teatro rinascimentale fiorentino, dalla ricostruzione di certe macchine per le scenografia dellesacre rappresentazioni diBrunelleschi alla nascita della scenografia di corte dei palazzi medicei diVasari eBuontalenti.
Negli anni cinquanta Zorzi lavorò, insieme aGeno Pampaloni,Paolo Volponi e altri intellettuali del secondo dopoguerra, presso l'Olivetti aIvrea dove curava il settore culturale e la biblioteca aziendale dal1963. L'Olivetti, data la politica illuminata diAdriano Olivetti, era in quel momento storico uno dei centri culturali più ferventi di iniziative per i giovani studiosi del secondo dopoguerra. In questo periodo, e in questo ambiente Zorzi mostrò le sue simpatie politiche verso la sinistra (nonostante fosse membro di un'importante famiglia dell'aristocrazia veneziana).
Nel1969 affiancò, insieme aTullio Kezich,Giorgio Strehler per l'allestimento di uno sceneggiato televisivo tratto daiMèmoires diCarlo Goldoni, ma il progetto, finanziato dallaRAI, rimase soltanto sulla carta anche se, in seguito, la sceneggiatura di questo lavoro è stata pubblicata dalPiccolo Teatro di Milano.
Curò mostre importanti come quella sulLuogo teatrale a Firenze del1975, quella suiMedici del1981 (dove si occupò della sezione teatrale intitolataLa scena del Principe) ambedue svoltesi a Firenze e quella sui teatri di Venezia del Cinquecento-Seicento per laBiennale di Venezia del1971. Una parte preponderante dei suoi studi fu dedicata all'iconografia dei luoghi scenici tratti prevalentemente dai quadri dei pittori delRinascimento come quelli diVittore Carpaccio per la rappresentazione delleStorie di sant'Orsola e i tre grandi ferraresi,Cosmè Tura,Francesco del Cossa eErcole de' Roberti per ilSalone dei Mesi di Palazzo Schifanoia aFerrara.
La sua traduzione dell'opera diRuzante del1967 dalla linguapavana, che era parlata dai villani di Ruzante dei dintorni diPadova, alla lingua italiana per l'editoreEinaudi è ancora oggi il principale testo di riferimento degli studi su questo grande autore-attore e regista padovano del XVI secolo.
Nel1977 Zorzi pubblicò il suo saggio più importante, punto d'arrivo degli studi sull'arte dello spettacolo,Il teatro e la città (Premio internazionale Viareggio 1978 per la saggistica)[1] dove convergono le ricerche più importanti sulla nascita del teatro umanistico del Quattrocento aFerrara, gli eventi spettacolari aFirenze nel periodo del Rinascimento e il manierismo e sulla nascita e la diffusione dei teatri pubblici aVenezia tra il XVI e il XVIII secolo.
Collaborò con registi teatrali comeGianfranco De Bosio eGiorgio Strehler per la rappresentazione di opere inlingua veneta. In particolare con De Bosio, suo amico fin dai tempi dell'Università, ebbe un sodalizio artistico che proveniva dal loro allestimento dellaMoscheta di Ruzante nel1950 al teatro dell'Università di Padova e si concluse nel 1983 con la morte di Zorzi. Nel1983 gli venne assegnato ilPremio Pirandello alla memoria.
Quando morì, nel 1983, stava finendo di raccogliere tutti i canovacci dellacommedia dell'arte per una grande opera sulla drammaturgia delSeicento.
Nel1988 è stato creato, presso l'ufficio cultura dellaProvincia di Firenze, l'Istituto Ludovico Zorzi per le Arti dello Spettacolo (all'atto della fondazione lo presiedette lo storico Franco Cardini; ne fecero parte, tra gli altri, i professori Sara Mamone, Lia Lapini e Siro Ferrone, il critico teatrale Sandro Damiani, l'attriceMarcellina Ruocco) che organizza seminari di studio, convegni e mostre sull'arte teatrale ispirati dalla figura e gli studi di questo storico dello spettacolo.
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