Loreto e Porto Recanati viste dalla stazione spaziale internazionale (estate 2007)
La città sorge sulla sommità del Monte Prodo, una modesta altura circondata da un'ampia campagna caratterizzata dallacoltura dell'olivo. Svetta per altezza la sagoma della cupola e del campanile dellaBasilica sulla cui cima si trova la figura dellaMadonna. Il panorama spazia dalmare Adriatico alMonte Conero, fino all'Appennino umbro-marchigiano.
La città si è sviluppata dall'incrocio di vie di passaggio intorno alla notaBasilica che ospita la celebre reliquia della "Santa Casa" diNazareth dove, secondo la tradizione, laVergine Maria nacque e visse e dove ricevette l'annuncio della nascita miracolosa diGesù.
Fin dai primi secoli dell'era cristiana, la tradizione affermava che aNazareth si trovasse la piccola dimora dellaVergine, dove ella nacque, crebbe, dove ebbe luogo l'annuncio dell'Arcangelo Gabriele e dove visse fino alle nozze conGiuseppe. Dopo la Risurrezione, gliApostoli si sarebbero riuniti in questa casa e avrebbero celebrato l'Eucaristia conformemente all'insegnamento di Gesù[5].
Agli inizi di maggio del1291, Nazareth e tutta laPalestina erano dominio deiMamelucchi d'Egitto. Secondo la tradizione alcuniangeli prelevarono la Santa Casa e la portarono via in volo. Il 10 maggio1291 gli angeli lasciarono la casa aTersatto, nei pressi della città diFiume; furono dei boscaioli, stupiti, a trovare la piccola dimora. In quel luogo, però, i pellegrini erano spesso preda di ladri e malfattori; così, tre anni e sette mesi dopo, gli angeli ripresero la Santa Casa e con essa si alzarono in volo attraversando l'Adriatico e fermandosi nelle Marche. Essi la posarono nei pressi diAncona, sul colle su cui oggi sorge lachiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora, località (oggi pienamente inserita nel contesto urbano anconetano) il cui nome la tradizione fa derivare proprio da questo evento:posa-et-ora (fermati e prega). La Santa Casa restò in quel luogo nove mesi, poi gli angeli la sollevarono nuovamente (secondo i detrattori di Ancona perché la città dorica, per la presenza del suo porto cosmopolita, era piena di ebrei e miscredenti) e la posarono più a sud, nei pressi diPorto Recanati, in localitàBanderuola.
Questa volta furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa[5]. Il luogo era però troppo vicino al mare e dunque esposto ai pericoli delle incursioni turche; inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli che giungevano in pellegrinaggio. Otto mesi più tardi la Casa sarebbe stata nuovamente spostata dagli angeli, questa volta sul Monte Prodo (ove poi nacque la cittadina di Loreto), su un terreno di proprietà dei conti Stefano e Simone Rinaldi di Antici, due fratelli che presto iniziarono a trarre profitto dai continui pellegrinaggi di fedeli al punto da fare una petizione alpapa Bonifacio VIII per divenirne proprietari[5]. Di nuovo gli angeli sollevarono in volo la Santa Casa e la posarono, alla fine del1296, al centro della strada che daRecanati va al suo porto, e dunque in un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare. Il luogo scelto si trovava sulla cima di una collina coperta dilauri. Dal termine latinolaurus il luogo si chiamòLauretum, e quindiLoreto.
Il viaggio della casa di Nazareth verso Loreto è detto "traslazione della Santa Casa" e con tale nome è rappresentato nelle opere degli artisti dei secoli passati[6]. Nelle Marche e in Umbria è viva la tradizione di accendere grandi fuochi (ifocaracci ofogaró della Venuta) nella notte tra il 9 e il 10 dicembre per "rischiarare il cammino alla Santa Casa"; si tratta dei fuochi dellafesta della Venuta, intendendo per "venuta" l'arrivo della Santa Casa. Nel1617, grazie all'iniziativa del frate cappuccino anconitano fra' Tommaso, l'usanza si diffuse capillarmente in tutte le Marche[7]. Per questo motivo nel calendario cattolico la festa della Madonna di Loreto cade il 10 dicembre, giorno in cui si celebra anche la giornata delle Marche. Il 12 settembre1920 ebbe luogo a Loreto la festa per la proclamazione della Madonna di Loreto quale "Patrona degli Aeronauti", decretata conbreve apostolico dipapa Benedetto XV del 24 marzo dello stesso anno.
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La controversia scientifica sull'origine palestinese dell'edificio
Molteplici analisi scientifiche[senza fonte], frutto di studi iniziati con metodo empirico pochi anni dopo l'evento, e successivamente continuati conmetodo galileiano, sembrano attestare l'originalità costruttiva dell'edificio e la verosimile provenienza della Casa dall'Oriente e segnatamente dalla regione storica dellaPalestina, sia in base allo stile architettonico, sia in funzione dei materiali costruttivi, avulsi dal territorio italico (in particolare delleMarche), mentre tipici all'epoca inTerrasanta. Tuttavia, secondo uno studio del geologo Antonio Veggiani, tutti i tipi litologici presenti nei muri della Santa Casa si trovano anche nell'Appennino umbro-marchigiano.
Altre evidenze della terra di origine provengono dai dipinti e dai graffiti tuttora visibili sulle pareti della Casa, che ritraggono santi della chiesa orientale e riportano il passaggio dei pellegrini che sin dall'era dell'imperatoreCostantino visitavano l'edificio. Inoltre, le dimensioni dell'abitazione coincidono con quelle del "buco" rimasto a Nazareth nel punto dove prima si trovava la Casa[8].
Gli studiosi sarebbero inoltre concordi sul fatto che, come accennato precedentemente, la Casa partì da Nazaret nel1291 e, dopo essere transitata per laDalmazia, ossia dopo essere rimasta per circa tre anni aTersatto (ora un quartiere della città diFiume inCroazia), giunse a Loreto nel dicembre del1294.
L'ipotesi della "Traslazione" ad opera della famiglia Angeli Comneno
Una teoria afferma che il trasferimento della Santa Casa fu operato dai principiAngeliComneno, un ramo della famiglia imperiale diCostantinopoli.
Questa teoria è comunque tuttora oggetto di discussione, principalmente per il fatto che tutti i mattoni della Casa sono ancora saldati dallamalta che si usava in Palestina, ovvero un misto di solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna, secondo una tecnica nota in Palestina duemila anni fa, ma mai impiegata in Italia, e questo rende evidente che icrociati avrebbero dovuto fisicamente staccarla e trasportarla come un unico blocco. Tale obiezione è stata formulata dal Prof. Emanuele Mor, docente di Elettrochimica all’Università di Genova, che sostiene l'ipotesi sovrannaturale della traslazione[5].
Un diretto collegamento con la famiglia Angeli dell'Epiro è rappresentato da due monete rinvenute nel sottosuolo della Santa Casa, le uniche riconducibili alla data della traslazione tra le centinaia ritrovate nel sito mariano. Sono inerenti aGuido II de la Roche, duca delfeudo francese diAtene dal1287 al1308, figlio di Elena Angelina Comnena, detta Elena Angeli, nipote diNiceforo Angeli e cugina di Margherita Angeli.Infatti, nei secoli passati era sovente sotterrare monete nelle fondamenta di edifici importanti, soprattutto sacri, per indicare l'epoca e i protagonisti della loro costruzione.[senza fonte]
Un riferimento alla versione della Traslazione della Santa Casa effettuata non dagli angeli divini, ma da esponenti della famiglia AngeliComneno, è contenuto in un quadro, dipinto alla maniera degliex-voto, nel quale è rappresentato il viaggio per mare della Santa Casa, con una scritta che cita appunto la famiglia Angeli: il dipinto è esposto al pubblico in una delle sale del Museo-Pinacoteca "Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto", al secondo piano delPalazzo Apostolico.
L'incertezza circa la tesi della traslazione ad opera della famiglia Angeli è legittimata anche dal fatto che essa sarebbe supportata dal ritrovamento di documenti posteriori al1294, la cui autenticità è molto dubbia.
Nel maggio del1900 al futurovescovo di Digione mons. Landrieux venne confidata da Giuseppe Lapponi (archiatra pontificio) la scoperta di certi documenti negli archivi vaticani. Essi testimoniavano come una nobile famiglia bizantina di nomeAngeli oDe Angelis, discendente dagli imperatori diCostantinopoli, asportò nelXIII secolo le mura della Casa della Madonna da Nazaret e le portò in Italia, salvandole dalle devastazioni musulmane. Questi documenti, però, non furono mai trovati né visti da alcuno, nonostante le numerose ricerche. La notizia sarebbe comunque confermata dalla copia di un presunto antico codice diplomatico, ora conservata presso la Biblioteca Pubblica Statale dell'Abbazia di Montevergine.
IlChartularium Culisanense[9] è un codice diplomatico dell'Ordine Costantiniano Angelico originario di Santa Sofia, istituito dal despota dell'EpiroNiceforo I Angelo-Comneno. Il codice è conosciuto anche con il nome di "culisanense" in quanto conservato nel palazzo dei principi Angelo-Comneno (conosciuti come De Angelo o De Angelis) diCollesano, nellaprovincia di Palermo, città che dall'831 al 1072 fu un importante avamposto islamico in Occidente per poi divenire, con la cacciata degli Arabi, capitale dell'impero creato daFederico II di Svevia.
Il codice parla anche della vicenda dellaSanta Sindone. Il foglio 181, uno dei tre fogli sopravvissuti in copia e recentemente pubblicato (1985), attesta che leSante pietre prese dalla Casa dellaVergine Maria di Nazaret e un'icona raffigurante la "Madonna col Bambino in grembo" (esistente già agli inizi delXIV secolo nelsacello e poi sostituita con una statua lignea), tutti elementi costitutivi del Santuario Lauretano, furono donate daNiceforo I Angelo-Comneno, detto Niceforo Angeli, nel settembre-ottobre1294 come dote di matrimonio alla figlia Ithamar Angelo Comneno Ducas - detta Tamara o Margherita Angeli - conFilippo I d'Angiò, principe diTaranto e figlio delre di NapoliCarlo II. La corrispondenza cronologica fra il matrimonio e la data d'arrivo della Santa Casa nelle Marche, il 10 dicembre1294, è evidente. Il problema è però che taleChartularium, di cui non esiste alcun originale, ma soltanto la sedicente copia ottocentesca di tre fogli, proviene da una famiglia le cui millantate origini principesche e bizantine sono fasulle, come falso è il suddetto Ordine Costantiniano e falsi sono gli altri documenti del medesimo cartulario che sono stati presi in esame: ciò spinge a dubitare fortemente dell'attendibilità di tale documento[10].
La traslazione a Loreto sarebbe avvenuta durante il breve papato diCelestino V. Questi, incoronato aL'Aquila il 29 agosto1294 per volontà del re diNapoliCarlo II d'Angiò e trasferitosi poi nella città partenopea il 13 dicembre successivo, rinunciò al pontificato. Non mise mai piede aRoma dove lo sostituiva, in qualità diVicarius Urbis (Vicario del papa), Salvo, vescovo diRecanati. Salvo era stato nominato dall'ascolanopapa Niccolò IV nel1291 e svolse l'incarico fino al1296. Il "Vicarius Urbis", durante le assenze dei pontefici da Roma, esercitava un potere giuridico inspiritualibus (indulgenze, reliquie, ecc.). Probabilmente fu allora che il vescovo Salvo, dovendo destinare - a nome del papa - le "Sante pietre" di una reliquia così insigne, pensò al territorio della suaDiocesi di Recanati, facendole approdare al suoporto, attivo fin dal1229 per concessione dell'imperatoreFederico II di Svevia.
Nel testo “Storia della Santa Casa di Loreto esposta in dieci brevi ragionamenti fra un sacerdote custode di S. Casa ed un divoto pellegrino” del rev.mo Don Antonio Gaudenti, patrizio di Osimo e arcidiacono della Basilica Loretana[11], è possibile trovare altre versioni relative alla Traslazione della Santa Casa.
Nel "breve" pontificio "Felix Nazarethana"[12], ilpapa Leone XIII elogiava quanti si adoperavano per restituire alla Basilica il suo antico splendore, e concedeva indulgenza e remissione dei peccati, in forma di Giubileo, a quei fedeli che entro un periodo determinato avrebbero eseguito le prescritte opere di pietà.
L'arrivo dell'importantereliquia contribuì immediatamente a fare dell'anticaSilva magna de laureto una delle mete più ambite di pellegrinaggio del mondo cattolico. Ben presto le mura originarie vennero sopraelevate inlaterizio e coperte da unavolta. La prima citazione riguardante Loreto risale al1315, dove si accenna a un rusticoSacello visitato da devoti fedeli. Il piccolo borgo che crebbe tutt'attorno fu chiamatoVilla Loreti. Dopo solo una ventina d'anni dall'arrivo della Santa Casa si ha già la orazione di un vero e proprio borgo abitato. L'afflusso di pellegrini portava generose offerte, tanto che insieme ai devoti arrivarono anche i malfattori che assaltavano i pellegrini lungo il cammino. I rischi riguardavano anche gli ex voto di materiali preziosi e le donazioni che i Papi cominciarono a inviare a Loreto già dalXIV secolo. Si iniziò così la costruzione di mura di protezione. Per circa un secolo si protrasse la costruzione di un quadrilatero fortificato con quattro torri angolari sorvegliato giorno e notte da guardie. NellaDescriptio Marchiae Anconitanae del1360 ad opera del cardinalEgidio Albornoz laVilla Sanctae Mariae de Laureto è elencata tra i "Castra" (fortificazioni) appartenenti al comune diRecanati. Quest'ultimo, già grosso centro dellaMarca anconitana, organizzava ogni anno una fiera di notevole richiamo sia per l'Italia del centro-nord, sia per l'Europa. Commercio, curiosità e devozione mariana finirono per intrecciarsi.
La pietà popolare e il numero dei visitatori crebbero a tal punto che nel1437Recanati inviò dapprima unsindaco e quindi un capitano della villa.
Dal1468, per volere del vescovo di RecanatiNicolò de Astis, si diedero inizio ai grandi lavori della Basilica, ben protetta da imponenti muraglioni che le danno ancora oggi l'aspetto di una fortezza. L'anno seguentePapa Paolo II diede forte impulso al cantiere. Infatti da qualche tempo gravava la grande minaccia deiTurchi, atti a continue scorribande nell'Adriatico e a violente razzie, distruzioni e uccisioni una volta approdati a terra.
Veduta di Loreto nel 1614 - (Laureta) incisione su legno di Sebastian Münster Cosmographia
Notizie di tentativi di sbarchi si hanno nel1456 aPorto Recanati, col pieno proposito di assaltare il Santuario, ma lo sbarco fu coraggiosamente respinto dagli abitanti; un altro vi fu nel1479 aGrottammare con gravi conseguenze e un altro ancora l'anno seguente con stragi inPuglia.
Il 5 giugno1518 il sultano turcoSelim I, detto Il Crudele, assaltòPorto Recanati riuscendo a penetrare nel castello e a depredarlo. Il terrore scaturito da questo gesto spinsePapa Leone X ad ordinare la costruzione di una nuova e forte cinta muraria in brevissimo tempo. Furono impiegati tre grandi architetti del tempo: Cristoforo Resse daImola,Andrea Sansovino eAntonio da Sangallo il Giovane. Al contempo furono messi al lavoro ben 400 operai.
Nel1582 Loreto viene elevata a parrocchia dal sempre più crescente numero dei residenti e da quanti operavano nel paese; aumentavano, così, tutti quei servizi che facevano accrescere sia il benessere, sia il lavoro e tutti quegli uffici che attiravano popolazioni da altre zone. Venne costruito un ospedale e dimore per i pellegrini che arrivavano da ogni parte del mondo. L'indulgenza plenaria[13] chePapa Gregorio XIII concesse ai fedeli che avessero visitato il luogo sacro nelle "Feste principali del Signore e della Madonna" contribuì a far lievitare il flusso dei pellegrini.
Papa Sisto V diede un forte impulso allo sviluppo urbanistico di Loreto. Istituì icavalieri lauretani, un ordine cavalleresco specifico a tutela della Santa Casa. Con la sua bolla del1586 elevò il borgo a città e così Loreto vide notevolmente aumentare la sua popolazione e crebbe il numero di pellegrini, tanto che si dovette pensare a un nuovo acquedotto atto a condurre l'acqua delle vigne diRecanati alla piazza del Santuario, completato il 2 dicembre1606. Nell'ultimo quarto del sec. XVI, Papa Sisto V assegnò a Pompeo Floriani, ingegnere militare, l'esecuzione di un nuovo progetto urbanistico e della Porta Romana.
Natività della Vergine, opera diAnnibale Carracci dipinta nel 1598-99 per la Basilica di Loreto e oggi conservata nelLouvre
Mentre le principali città delleMarche settentrionali spingevano per la proclamazione dellaRepubblica Anconitana al fine di non tornare sotto loStato Pontificio, Loreto, da sempre papalina, trepidava per il saccheggio al tesoro del Santuario.
Il 9 febbraio1797, alle sette di sera, Napoleone - diretto aTolentino - giunse a Loreto fermandosi a Porta Romana.
Incisione che recensisce le sante Reliquie e la statua della Santa Casa mandati a Parigi durante la campagna napoleonica del 1796-97
Qualche notabile lo accolse offrendogli anche le chiavi della città, ma su un bastione vicino era appostato un uomo che armato di fucile aprì il fuoco. La carica fece cilecca e l'attentatore fu preso e fucilato in Piazza dei Galli.
Il giorno seguente i soldati francesi portarono via tutto quanto trovarono. Nonostante il tesoro fosse già stato stipato in tante grosse botti da vino e trasportato aRoma, dove fu nascosto aCastel Sant'Angelo per ordine dipapa Pio VI, sembra che i francesi requisirono 94 chili d'oro e 17 quintali d'argento, quadri e cristalli di Boemia dagli armadi. Napoleone entrò anche nella Santa Casa e pose il suo sigillo sulla statua della Madonna ordinando di spedirla aParigi insieme al tesoro.
Durante il periodo di esilio il culto dellaVergine Lauretana nella Santa Casa di Loreto fu affidato al simulacro in legno di pioppo (identico all'originale), oggi conservato aCannara (Perugia) e che attualmente rimane l'unico esemplare del periodo napoleonico, dopo l'incendio della statua originale del1921, ad essere stato venerato nella Santa Casa[14]. Con iltrattato di Tolentino la statua originale finì a Roma per poi tornare, con un viaggio da "Madonna pellegrina" di otto giorni, a Loreto, dove giunse il 9 dicembre1801.
Le razzie di cui fu fatta oggetto la città sono rievocate daAgostino Rivarola in una lettera del marzo 1797. In questo scritto, monsignor Rivarola in particolare chiama in causa le responsabilità di Ludovico Sensi, prelato schieratosi con l'invasore e da questi nominato governatore generale. Stando alla testimonianza, Sensi dopo aver preso parte al ladrocinio si sarebbe persino recato «in Chiesa coi muratori» per «demolire la Santa Casa», ma tale fu lo sdegno della popolazione di fronte a questo proposito che lo «scelerato» fu costretto a desistere[15].
Nell'Ottocento il santuario mariano continua ad essere meta di numerosi pellegrinaggi, il culto coinvolge i modesti contadini locali che viaggiano a piedi e dimorano in ricoveri di fortuna, ma anche i facoltosi turisti stranieri, per i quali Loreto è una delle tappe del "Gran Tour" dell'Italia.
Stendhal, nel suo giornale di viaggio in Italia e Svizzera nel 1828 parla di quadri presenti nella basilica di Loreto che sono del Scidone, delCorreggio et diAndrea del Sarto... Qui non sono stato le vicende Napoleoniche che hanno fatto sparire tesori della Santa Casa... Oggi ancora, si cerca dove sono questi quadri...[senza fonte]
Il 15 settembre1934papa Pio XI con labollaLauretanae Basilicae soppresse la cattedra vescovile di Loreto, ponendo ilSantuario sotto la diretta autorità dellaSanta Sede.
L'11 ottobre1935 venne estesa la giurisdizione dell'Amministratore Pontificio al territorio della città di Loreto.
Nella notte tra il 5 e il 6 luglio1944, la cupola del Bramante fu vittima di un bombardamento inglese.[16] Gli affreschi diCesare Maccari all'interno della cupola andarono distrutti.
Nel palazzo apostolico di Loreto si conserva la stanza da letto dove dormì il papa.
Infine, il 24 giugno1965,papa Paolo VI con labollaLauretanae Almae Domus soppresse l'Amministrazione Pontificia e creò la Delegazione Pontificia per il Santuario di Loreto e la Prelatura della Santa Casa, istituendo nello stesso tempo la cattedra vescovile nella Basilica.
Nel 2004Giovanni Paolo II, al suo ultimo viaggio pastorale da pontefice, visitò Loreto in occasione del raduno "Sei tu la dimora di Dio", mentre nel 2007, in occasione dell'"Agorà dei giovani italiani", e il 4 ottobre del 2012, a cinquant'anni esatti dall'arrivo nella città mariana dipapa Giovanni XXIII, il comune fu visitato dapapa Benedetto XVI.
Lo stemma è stato riconosciuto con DCG dell'8 dicembre 1927[18] e si presenta nella forma discudo perale in una corniceaccartocciata.
«D'azzurro, alla Madonna con in braccio il Bambino seduta sopra il tetto della Santa Casa, la quale è posata sulla vetta centrale di un monte all'italiana di tre cime, cariche di tre lettere maiuscole FCL (Felix Civitas Lauretana) ed accostata la Santa Casa lateralmente da due ramoscelli di pero fogliati e fruttati nascenti dai fianchi del monte; il tutto al naturale e sormontato da corona turrita comunale.»
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 12 maggio 1927[18], è un drappo rettangolare di stoffa azzurra con al centro Io stemma sormontato dalla scritta COMUNE DI LORETO, in basso è ornato di frange e termina con due fanoni arrotondati e di forma asimmetrica.[19]
Lapiazza della Madonna si apre al termine dell'asse principale del borgo come un vero e proprio spazio monumentale attorno al quale si dispongono i massimi capolavori architettonici di Loreto.
A sinistra la fontana Maggiore, in piazza della Madonna; a destra particolare della fontana con alcune delle statue bronzee dei fratelli Jacometti.
Al centro della piazza si staglia lafontana Maggiore, operabarocca diCarlo Maderno e dello zioGiovanni Fontana. Realizzata fra il1604 e il1614, la fontana è ornata da alcune sculture in bronzo, realizzate daTarquinio ePier Paolo Jacometti nel1622. Il Maderno e il Fontana, attraverso una galleria di quasi cinque chilometri, vi condussero acque scaturienti in territorio recanatese per soddisfare le esigenze, anche igieniche, dei pellegrini.
Lavisitazione è un complesso scultoreo monumentale realizzato e donato alla città di Loreto dallo scultore contemporaneo Floriano Ippoliti[20] nel2015. L'opera rappresenta il secondo mistero gaudioso delrosario, che ricorda appunto la visitazione diMaria aSanta Elisabetta, ed è composta da tre figure femminili in bronzo dorato, alte 2 metri (3 metri da terra considerando il basamento). Le tre donne sono Elisabetta, Maria e, personaggio inedito in questo episodio,Sant'Anna, la madre di Maria. La raffigurazione si ispira infatti alla visitazione dipinta dalPontormo, nella quale compaiono tre figure di donna.
Il gruppo scultoreo della Visitazione è collocato nello slargo di piazza Papa Giovanni XXIII, situato all'imbocco della piazza del santuario, dunque in posizione assolutamente centrale nella città, posizione determinata dalla volontà di rendereLa visitazione un simbolo dell'accoglienza a tutti i pellegrini della città, in quanto la stessa Maria fu a sua volta pellegrina nell'andare a trovare la cugina Elisabetta.
Il monumento è inoltre un inno alla maternità, in quanto le tre sante raffigurate sono tutte e tre madri per antonomasia: Maria ed Elisabetta sono entrambe incinte per miracolo divino, mentre sant'Anna è la madre della Madonna.
La raffigurazione di Ippoliti si caratterizza inoltre per l'impatto scenico. Scrive in proposito lo storico dell'arte Claudio Strinati: "Sembra che Ippoliti abbia avuto, davanti a sé, il ricordo della grande pittura monumentale fiorentina del primoCinquecento, daAndrea del Sarto al Pontormo e, insieme, abbia fissato nella mente la rimembranza di quei grandi scultori quattrocenteschi, specie di area bolognese, comeNiccolò dell'Arca, potente evocatore della forza drammatica dell'immagine femminile nell'arte sacra. Certo, Ippoliti è uno scultore dei nostri tempi e la sua forma è scabra e, appunto, essenziale, priva di ogni retorica o sentimentalismo, ma, anzi, in qualche modo energica e perentoria. Dunque, l'opera che, d'ora in avanti, sarà vista da tutti i pellegrini giunti a Loreto, si accamperà come un monito e un richiamo solenne".
Costruito inlaterizio alla fine del XVI secolo. Latorre civica, leggermente inclinata, venne eretta nel XVII secolo per volere del protettore della santa casa, A. Barberini, daGiovanni Branca. Lamerlatura venne aggiunta nel1887.
Piazza e fontana dei Galli
LaFontana dei Galli.
Piazza Leopardi, meglio conosciuta come piazza dei Galli si apre davanti la cinquecentesca Porta Romana. Deve l'aspetto odierno all'impianto di urbanizzazione settecentesco, all'epoca della costruzione del campanile delVanvitelli, tanto che venne sistemata inizialmente col materiale ricavato dalla demolizione del vecchio campanile. Al lato della piazza si apre unloggiato, detto portico delle transenne, eretto nella seconda metà delXVIII secolo come riparo ai pellegrini che arrivavano di notte al santuario e che trovavano chiuse le porte della città. In seguito vi si aprirono delle botteghe, divenne luogo di posta e di partenza dellediligenze con relativo riposo dei cavalli. Tra il verde dei giardini del lato opposto al portico si trova la fontana dei Galli, fatta costruire nel1614-16 daAntonio Maria Gallo e decorata con stemmi e vivaci figure di galli, opera dei fratelliTarquinio ePier Paolo Jacometti.
Acquedotto degli Archi
Fu voluto dapapa Paolo V, in seguito al vertiginoso sviluppo di Loreto e dal sempre crescente flusso di pellegrini. Venne iniziato con ilcapitolato d'appalto del 2 dicembre1606 e terminato nel1620. Il progetto di condurre le "acque delle Vigne" diRecanati alla piazza del Santuario, venne affidato a Giovanni Fontana eCarlo Maderno. Una derivazione, attraverso Porta Romana, forniva acqua anche alla fontana di piazza dei Galli.
La città è circondata da una cinta muraria eretta a partire già dalXIV secolo come difesa, soprattutto dalle incursioniturche nell'Adriatico. Dopo l'assalto aPorto Recanati del 5 giugno1518 da parte del sultanoSelim I il Crudele,papa Leone X avviò rapidamente la ricostruzione completa delle mura. Dal1518 al1522 ci lavorarono tre architetti: furono ideate daAntonio da Sangallo il Giovane, realizzate da Cristoforo Resse daImola e perfezionate daAndrea Sansovino. Il cantiere doveva compiersi in fretta, come da precisi ordini papali, così venne impiegato il materiale da costruzione preparato per il porto di Recanati, e furono messi al lavoro 400 operai, anche di domenica. Le mura vennero dotate dimerli arcuati binati e dibastioni, e munite di 26 pezzi d'artiglieria. Sul lato meridionale si apre la porta Romana, edificata su disegno dell'architettomaceratese Pompeo Floriani, padre diPietro Paolo Floriani verso il1590 e decorata con due statue di profeti scolpite daSimone Cioli nel1538-41, destinate in un primo momento al rivestimento marmoreo della Santa Casa. Sul lato settentrionale, dietro le absidi della basilica, si apre la cosiddetta porta Marina, aperta al tempo dipapa Clemente VII (1523-1534), ma costruita daGiovanni Branca nelXVII secolo con l'ornamento delle caratteristiche apibarberiniane dipapa Urbano VIII (1623-1644). Il bastione Sangallo, dal nome dell'architetto che lo progettò, conserva al suo interno le antichecasematte da cui si difendeva la città, nonché unapiazza d'armi. Oggi ospita una sala-teatro polifunzionale.
Di fronte alla porta Marina si scende il crinale della collina percorrendo la cosiddetta scala santa e si raggiunge il cimitero militare polacco, luogo di sepoltura di 1 080 soldatipolacchi caduti nellaseconda guerra mondiale.
L'Aeronautica Militare è profondamente legata alla città: attualmente Loreto è sede del Centro di Formazione Aviation English (CENFORAVEN o CenForAvEn)[22] il cui scopo è migliorare la conoscenza delle lingue estere di tutto il personale dell'Aeronautica e delle altre Forze Armate destinato ad operare in contesti internazionali. Compito primario del CENFORAVEN risulta essere quello di erogare "Inglese Tecnico" di interesse per il mondo aeronautico ("aviation English").
Dal1930 al1984 ha ospitato l'O.N.F.A. (Opera Nazionale Figli degli Aviatori), mentre dal1988 al2010 laScuola Perfezionamento Sottufficiali.
Il 10 dicembre è la "festa della Venuta", che cade nell'anniversario dell'arrivo delle pietre della Santa Casa. Nella notte che la precede, nelle campagne del paese (ma anche di molte località delle Marche) c'è la tradizione di accendere dei falò (i "fogaró") per indicare idealmente la via agli angeli che, secondo la leggenda, portarono la Santa Casa in volo in cima al colle lauretano. Data l'importanza religiosa e popolare della festa per tutta la regione, il 10 dicembre è anche la Giornata delle Marche.
In realtà, la "vera" giornata di festa per Loreto è l'8 settembre, giornata in cui si festeggia laNatività della Beata Vergine Maria, patrona della città.Da secoli l'inizio di settembre vede eventi e manifestazioni religiosi e civili. In particolare, a partire dal XVII sec. in cima a Montereale si tenne una fiera del bestiame che comprendeva anche i cavalli; per saggiarne le qualità, venivano condotti ai piedi della salita e poi lanciati al galoppo fino a tornare sulla sommità. Ciò diede origine a una corsa che divenne poi ilpalio di Loreto (anche detto Corsa del Drappo), che si è tenuto per moltissimo tempo il pomeriggio del 7 settembre, ad apertura delle festività. La data è divenuta variabile a partire dal 2007. I rioni del paese (sei fino al 1994, nove dal 1995) competono ognuno col suo cavallo fino a decretare chi porterà a casa il drappo raffigurante la Madonna di Loreto. Il luogo della corsa è rimasto la salita di Montereale (oggi Via Fratelli Brancondi). La gara vede la partecipazione di fantini e scuderie di rilievo nel circuito delle competizioni ippiche del Centro Italia.
Questi due eventi si inseriscono in quelle che i loretani chiamano "Feste di settembre", che sono appunto i giorni di festa che culminano con la giornata dell'8.
Il C.S. Loreto, la squadra calcistica principale della città milita nel campionato diSeconda Categoria regionale, l'altra è il Villa Musone (squadra dell'omonima frazione) che gioca inPrima Categoria.Altre due squadre minori, che militano rispettivamente in Terza e Seconda Categoria, sono l'Acli Villa Musone e l'Europa Costabianca.
L'Usd Acli Villa Musone Calcio a 5 nasce nel 1995 milita nella serie D provinciale, dopo esperienze in serie C1, C2 regionale . Nel 2010 oltre alla Prima squadra la società inizia anche con il settore giovanile.Attualmente è presente nelle categorie:Serie DUnder 21JunioresAllieviGiovanissimi.
La squadra maschile dellaPallavolo Loreto ha militato per lungo tempo inSerie A2. Inoltre ha disputato quattro stagioni nellamassima serie (dal 1978 al 1981 e nella stagione2009-2010).
^ Anna Battaglia e Andrea Nicolotti,Il Chartularium Culisanense, suBiblioteca Pubblica Statale con annesso Archivio del Monumento Nazionale di Mantevergine (Avellino).URL consultato il 22 marzo 2022(archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).