

ILomellini (oLomellino) furono una delle principali famiglie aristocratiche genovesi. Guadagnarono grandi ricchezze grazie all'attività commerciale e marinara ed in particolare grazie alla pesca del corallo nell'isola diTabarca.
Capostipite della famiglia fu un certo Vassallo di Lumello (o Lumelio), forse di origine lombarda o tedesca[1], che nel 1197 (o nel 1137[2] o nel 1192 secondo altre fonti[3]) fu console diGenova.[4]
I figli di Vassallo mutarono il cognome da Lumello a Lomellini[4] e ben presto la famiglia acquisì importanza sia sul piano politico che su quello economico e nel XIV secolo il banco dei Lomellini gestiva affari con le maggiori città europee.
Nel 1543 Francesco Lomellini e Francesco Grimaldi ottennero dal re di Spagna la concessione per la pesca del corallo nell'isola diTabarca, di fronte alla costatunisina. L'isola venne colonizzata in particolare da abitanti del quartiere genovese diPegli, dove i Lomellini avevano diverse proprietà. In seguito i Grimaldi si ritirarono dalla società e i Lomellini mantennero l'esclusiva dello sfruttamento, che conservarono fino al XVIII secolo e che fruttò loro grandi ricchezze. Oltre alla pesca del corallo erano acquistate e rivendute a Genova merci provenienti dall'Africa mediterranea quali cereali, olio, miele, cera, lana, cuoio e legumi.[2][5]
Nel 1741 l'isola divenne possesso delbey di Tunisi e i suoi abitanti si trasferirono in Spagna, nell'isola diNuova Tabarca, e in Sardegna, fondando l'abitato diCarloforte e il paese diCalasetta nell'isola di Sant'Antioco, che ancora oggi rappresentano un'isola linguistica dove si parla una variante del dialetto genovese chiamatotabarchino.
Alla famiglia Lomellini è dedicata, probabilmente già dal XVII secolo, l'omonima via nel centro storico di Genova che collega Via Bensa e Piazza Fossatello.[5] A loro si deve anche l'ingrandimento alla fine del XVI secolo dellaBasilica della Santissima Annunziata del Vastato a GenovaPrè.[2]
Nel 1528, in seguito alla riforma voluta da Andrea Doria, formarono uno dei 28alberghi. Ad esso si aggregarono le famiglie Albizia, Allegro, Bonvassalli, Bianchi, Campanari, Campi, de Candia, Chiavari, Costaguta, alcuni rami della famiglia Correggia o Corregio, Fazio, Ferdinandi, Garibaldo, Montenegro, Narice, Nepitelli, da Passano e Delfino da Passano (rami della famiglia dei signorida Passano), Pedralbes, Porro, Romero, Scrigna, Sorba, Sesterii, Tolot, Veneroso.Nel 1530 si unirono all'albergo anche i Solari di Zoagli e nel 1562 le famiglie Assereto, Castagna e Corso.[3][6]
L'arma della famiglia era "spaccato diporpora e d'oro".[3]
Alla famiglia Lomellini appartennero ben settedogi:
Leonello Lomellini fu uno dei membri principali dellamaona incaricata nel 1378 dalla Repubblica di Genova del governo dellaCorsica e fondò la fortezza diBastia per difendere la zona dagli attacchi diArrigo della Rocca.[7]Battista Lomellini, fratello di Leonello, oltre a ricoprire diversi incarichi pubblici era uno dei banchieri più importanti della città e faceva affari con le piazze inglesi e fiamminghe.[8]
Angelo Giovanni Lomellini (Genova fine XIV secolo - Marsiglia 1457),podestà di Pera (oGalata) durante l'assedio di Costantinopoli (iniziato il 6 aprile 1453). A causa del mancato arrivo del suo successoreFranco Giustiniani rimase in carica anche oltre i tredici mesi del suo mandato, così gli toccò fronteggiare l'assedio da parte dei musulmani guidati daMaometto II[9][10][11][12].
Tra i religiosi si ricordano il cardinaleBenedetto Lomellini, il cardinaleGiovanni Girolamo Lomellini e monsignor Goffredo Lomellini, ambasciatore genovese a Roma tra il 1559 e il 1599.[2]
La suora Viscontina Lomellini fu tra le fondatrici, insieme aMaria Vittoria De Fornari Strata, dell'ordine religioso delleAnnunziate turchine; Sofia Lomellini è ricordata per aver perso la vita assistendo i malati di peste durante l'epidemia scoppiata a Genova nel 1657 e nella sua città le è stata dedicata una via vicino aPiazza De Ferrari.[13]
Il MarcheseLuigi Lomellini Tolot fu un patriota che si distinse durante il Risorgimento. Marito della Marchesa Nobildonna Giuseppina Tolot, la quale grazie all’ingente lascito della maggior parte della sua eredità paterna, del 1881, fu fondato l’Asilo infantile Tolot, tuttora esistente, destinato ai bambini bisognosi e organizzato con criteri moderni, anche sotto l’aspetto architettonico. A memoria dell’importante donazione, a Palazzo Tursi, in via Garibaldi, sede del Municipio genovese, aGiuseppina Tolot (o Tollot) fu intitolata una sala, ove si conserva un suo ritratto bronzeo, opera di Giovanni Scanzi.[2]
NelloStato Pontificio, nell'anno 1647, risultava una famiglia ricca Lomellino diViterbo, in cui erano riunite altre due ragguardevoli famiglieAragona eZazzara (o Zazzera). Il capo della famiglia era Alfonso Lomellino, uomo di merito, con diversi figli[14].




La famiglia Lomellini possedeva diversi palazzi nel centro di Genova, molti dei quali facevano parte deiRolli degli alloggiamenti pubblici. I più importanti furono:
[...]24. Lomellino - a. 1647 - Famiglia ricca. Sono in essa riunire 2 altre ragguardevoli famiglie Aragona e Zazzara. Capo ne è Alfonso padre di molti figiuoli uomo di merito, e di corrispondente credito e di tratta nobilmente.
25. Conte Magnoni - a. 1804 - Famiglia comoda. È da qualche tempo che non è in Viterbo, vive nobilmente in Ferrara.
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