Lola Racing Cars | |
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Sede | ![]() Huntingdon |
Categorie | |
Formula 1 | |
Campionato CanAm | |
Sport Prototipo | |
Dati generali | |
Anni di attività | dal1958 al1993 |
Fondatore | ![]() |
Formula 1 | |
Anni partecipazione | Dal1962 al1963, dal1967 al1968, dal1974 al1975, dal1985 al1991 e1993 |
Miglior risultato | 4º posto (1962) |
Gare disputate | 149 |
Vittorie | 0 |
Campionato CanAm | |
Anni partecipazione | Dal1966 al1974 e dal1977 al1986 |
Miglior risultato | 6Campionati CanAm (1966,1977,1978,1979,1980,1981) |
Gare disputate | 155 (Massima categoria), 61 (sotto i due litri) |
Vittorie | 38 (Massima categoria), 8 (sotto i due litri) |
Aggiornamento: definitivo | |
Piloti nel1981 | |
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Vettura nel 1981 | Lola T530 |
Note | |
Nel campionato CanAm la Lola corse come costruttore ma mai come team, i risultati tengono conto delle vetture Lola iscritte da tutte le scuderie |
Lola Cars | |
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Stato | ![]() |
Fondazione | 1958 |
Fondata da | Eric Broadley |
Chiusura | 2012 per fallimento |
Sede principale | Huntingdon |
Settore | Automobilistico |
Prodotti | vetture da corsa |
Sito web | www.lola-group.com |
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LaLola Racing Cars (ancheLola Cars International) è una casa di automobili da corsa fondata negli anni cinquanta daEric Broadley a Bromley, South London, nelRegno Unito (successivamente, nel 1970, la sede venne spostata aHuntingdon[1]). Essa è stata una delle principali case costruttrici di vetture per competizioni sportive. Dipendente da questa casa è anche laLola Aylings, costruttrice di barche a remi.
La casa ha attraversato problemi finanziari[2] e chiuse nel 2012. Molti dei beni di Lola furono successivamente acquistati da un partenariato composto da Multimatic e dallaCarl Haas Automotive Company[3]. L'imprenditoreTill Bechtolsheimer ha acquistato la Lola nel 2022 riportandola tre anni più tardi di nuovo a gareggiare
Nel 2025 entrerà inFormula E come costruttore, collaborando con laYamaha[4] e con l'Abt Sportsline come cliente.
La prima vettura disegnata dal fondatore Eric Broadley fu laBroadley Special del1957, una piccola auto spinta da un motore Ford da 1172 cm³ pilotata dallo stesso progettista; ma, avendo capito che da pilota non avrebbe avuto successo, Broadley fondò nel 1958 la sua azienda e realizzò la prima vettura, laMark 1 (Modello 1), una piccolavettura sport a telaio tubolare spinta da un motoreCoventry Climax da 1098 cm³, sebbene la vettura fosse completamente personalizzabile in quanto a motore, cambio e componentistica[1].
Dopo un paio di anni la Lola si cimentò con leFormula Junior, realizzando nel 1960 la Mk.2 a motore anteriore e nel 1961 la successiva Mk.3 a motore centrale, entrambe vetture che risultarono essere non molto competitive, a differenza della successiva Mk.5 del 1962 (e della sua evoluzione Mk.5a), che ottenne numerose vittorie[1]. Intanto dalla Mk.3 era stata derivata laMk.4 che portò l'azienda in Formula 1 e sempre nel 1962 venne concepita la primaGran Turismo della Casa, laMk.6 GT, che partecipò alla24 Ore di Le Mans 1963 nello speciale raggruppamento delleGran Turismo Sperimentali (in pratica tra levetture prototipo, in quanto al momento ne erano stati realizzati solo tre esemplari, gli unici) e fu scelta dallaFord come base per la suaFord GT40[1].
La Lola fece il suo ingresso inFormula 1 nel1962, fornendo il telaioLola Mk4, motorizzatoCoventry Climax, allaBowmaker Yeoman Racing Team diReg Parnell, conJohn Surtees eRoy Salvadori come piloti. L'affidare proprie vetture ateam esterni sarà una costante del costruttore britannico in F1.
L'esordio avvenne nelGran Premio d'Olanda: il successo fu immediato con Surtees inpole position. Lapole alla prima gara è stata registrata solo da altre sette case in F1.
I primi punti li ottenne Salvadori nel successivoGp di Monaco, giunto quarto. La stagione fu positiva:John Surtees conquistò due secondi posti, nelGran Premio di Germania e nelGran Premio di Gran Bretagna, e la Lola chiuse con 19 punti, quarta nel campionato costruttori.
Nella stagioneseguente la Lola fu meno competitiva. La Mk4, con la sua variante Mk4A, sempre affidata a Reg Parnell, non riuscì a conquistare punti.
Nel1967 la Lola costruì la monopostoRA300 per conto dellaHonda; la vettura fu ribattezzataHondola. Con questa vettura Surtees conquistò la vittoria nelGran Premio di Monza, ultima per la casa nipponica fino al ritorno in F1 nel2006. Sempre nel 1967 laBMW fece correre unaLola T100, con un proprio motore, alGran Premio di Germania, con al volanteHubert Hahne, che si ritirò per un guasto alle sospensioni.
L'anno successivo la Lola diede telai allaReg Parnell Racing a cui si aggiunsero laTim Parnell e laDW Racing Enterprises. Tuttavia non c'era affidabilità, per cui i tre team chiusero a 0 punti e la Lola decise di abbandonare la Formula 1. Nell'anno vi fu una nuova apparizione nelGran Premio di Germania, con laLola T102 motorizzata BMW e guidata daHahne, ma di nuovo zero punti.
La Lola si ripresentò nel1974. Il pluricampione del mondoGraham Hill, grazie alla sponsorizzazione del marchio di sigarette Embassy, decise di intraprendere la strada di costruttore, fondando una scuderia che portava il suo nome, l'Embassy Hill, e chiedendo supporto tecnico alla casa britannica. Nacque laLola T370, con la tradizionale motorizzazioneFord-Cosworth. Hill conquistò l'unico punto della T370 inSvezia.
Nellastagione 1975 il modello T370 venne utilizzato nei primi Gran Premi, per poi essere sostituito dallaLola T371 (solo nelGran Premio del Sudafrica) e dallaHill GH1, che di fatto era la Lola ribattezzata col nome della scuderia britannica di proprietà di Graham Hill. DalGran Premio di Spagna corseroFrançois Migault (anche se con una vettura ufficialmente considerata Lola) eRolf Stommelen. Proprio quando il pilota tedesco era in testa la perdita dell'alettone provocò la sua uscita di pista con l'uccisione di quattro spettatori. NelGran Premio di Montecarlo lo stesso Hill tentò di qualificarsi, nell'ultima sua apparizione in Formula 1, ma senza fortuna.
L'incidente aereo in cui perìGraham Hill, assieme col pilotaTony Brise, determinò la chiusura della scuderia, e della terza avventura Lola in F1.
Nel 1985 vi fu il ritorno colteam statunitenseBeatrice Haas, anche se in realtà l'azienda Lola non aveva nulla a che fare con il progetto dal punto di vista tecnico. Carl Haas decise di partecipare al campionato di Formula 1 su richiesta dello sponsor Beatrice e creò la FORCE (Formula One Racing Cars Engineering) che progettava e produceva le monoposto. Dal momento in cui Haas era pure l'importatore esclusivo dei telai Lola negli Stati Uniti, decise di applicare il marchio Lola alle vetture semplicemente per promozionare la marca.
Nel1985 si schierò alGran Premio d'Italia con unaLola THL1 motorizzataHart e guidata dall'ex campione del mondo, l'australianoAlan Jones. Tre Gran Premi, tre ritiri.
Nel1986 il team Haas affiancò a Jones il pilota francesePatrick Tambay. Dopo i primi Gran Premi, in cui venne utilizzata ancora la THL1, venne introdotta laLola THL2 a motorizzazioneFordCosworth, con cui vennero ottenuti solo 6 punti nella stagione. NelGran Premio d'Austria Jones chiuse 4°, seguito dal compagno di scuderia Tambay, mentre l'ultimo punto venne acquisito sempre da Jones, nella gara successiva, aMonza.
Nei successivi 5 anni vi fu il connubio con laLarrousse a cui la Lola fornì i telai. Nel1987 laLola LC87, motorizzataFordCosworth, conquistò 3 punti, frutto di altrettanti sesti posti diPhilippe Alliot. Il quinto diYannick Dalmas nellagara d'Australia non porterà punti, visto che nel campionato era stata iscritta una sola vettura.
Nel1988 è il turno dellaLola LC88, sempre a motoreFordCosworth. I piloti sono confermati (tranne Dalmas sostituito nei primi due gp daPierre-Henri Raphanel e daAguri Suzuki), ma non colgono punti iridati.
L'anno seguente la Lola affronta le gare spesso con una sola vettura, tranne che nella parte centrale della stagione. La novità della stagione è la motorizzazioneLamborghini. Dopo i primi Gran Premi corsi con la Lola LC88B, fa il suo esordio laLola LC89. Alliot conquista un solo punto, nelGran Premio di Spagna.
Il 1990 fu finalmente più positivo. Dal terzo Gran Premio stagionale, aImola, fece il suo esordio laLola LC90, sempre motorizzata Lamborghini.Aguri Suzuki ottenne un 3º posto, nelGran Premio di Suzuka, primo podio per la Lola dopo 28 anni. L'altro pilota, il transalpinoÉric Bernard chiuse con 5 punti la sua stagione. La Lola chiuse al sesto posto la classifica costruttori, miglior risultato dal 1962.
L'anno seguente fu il turno dellaLola LC91 con motorizzazioneFordCosworth, ma i risultati non furono eccelsi, solo due punti: due sesti posti, uno nella primagara stagionale con Suzuki, l'altro con Bernard inMessico. Al termine della stagione fu un nuovo abbandono delcircus da parte della Lola.
Nel1993 la Lola fece ritorno con l'appoggio dellaScuderia Italia. Il telaio,Lola T93/30, era motorizzato dallaFerrari. Ingaggiati come pilotiMichele Alboreto eLuca Badoer, la stagione viene chiusa a 0 punti.
Nel1996 la Lola (che aveva frattanto siglato un accordo di sponsorizzazione conMasterCard) iniziò a lavorare al progetto di unapropria monoposto che corresse inFormula 1 sotto le insegne delMasterCard Lola Formula One Racing Team. Il progetto prevedeva un anno ulteriore di sviluppo, onde giungere all'esordio nel1998; tuttavia alcuni sponsor fecero pressione sulla Lola onde anticipare il debutto di un anno.
Fu così che ai nastri di partenza del mondiale1997 venne schierata laLola T97/30 motorizzataFord e gommataBridgestone. L'esperienza fu tuttavia molto breve e, per giunta, tra le più fallimentari nella storia della categoria: alla prova dell'appuntamento inaugurale della stagione, la monoposto britannica siglò tempi più alti finanche delle vetture diFormula 3000, non riuscendo a qualificarsi per la gara.
A fronte della disastrosa situazione tecnica palesatasi, gli sponsor ritirarono immediatamente il loro appoggio sicché la Lola fu costretta all'immediato ritiro dalla Formula 1: l'ammanco di liquidità era tuttavia tale che la casa automobilisticha dovette essere posta in liquidazione, dalla quale venne poi salvata grazie all'intervento di un gruppo di investitori britannici.
I materiali residui furono acquistati dall'imprenditore serbo Zoran Stefanović, chel'anno dopo tentò di entrare in Formula 1 con una propria scuderia denominataStefan Grand Prix, senza tuttavia andare a buon fine.
Nel maggio2009 la Lola ha inviato richiesta d'iscrizione al campionato del mondo di Formula 1 del 2010, in forza delle nuove norme che limitano ilbudget necessario per correre nella massima serie[5][6]. Il 12 giugno2009 la Lola non viene inserita nella lista emanata dalla FIA in merito alle scuderie ammesse al campionato 2010[7]. Il giorno prima della pubblicazione della lista definitiva, pubblicazione prevista per il 19 giugno, la Lola annuncia il ritiro della propria candidatura al campionato 2010[8].La Lola ha comunque inviato un ricorso presso la Corte d'Appello di Parigi in merito alle procedure seguite dalla FIA nella definizione delle nuove iscrizioni al campionato 2010.[9]La Lola non riuscendo a completare i lavori entro il 2011 ha comunicato ufficialmente che non prenderà parte al circus della Formula 1.[10]
Dopo i risultati ottenuti nella formula regina negli anni sessanta, la Lola indirizzò la sua attenzione verso altre categorie motoristiche, come laFormula 2. Dopo i primi anni con vetture motorizzate Ford (nel1968 vennero vinti due Gran Premi), venne stretta una collaborazione con laBMW. La Lola però non fu capace di conquistare il titolo europeo, pur sfiorandolo conHubert Hahne nel1969, anno in cui la sua vettura di F2 s'impose per due volte.
Negli anni seguenti l'impegno in F2 fu di fatto abbandonato. Nei primi anni ottanta venne prodotta un'ultima Lola di F2, che derivava da unaRalt: la Ralt RT2 divenutaToleman TG280, della quale Toleman attribuì alla Lola la possibilità di costruirla col nome di T850. ConStefan Johansson vennero conquistate due vittorie nel1981.
L'esperienza maturata da Broadley nel 1963 a Le Mans con laLola Mk VI GT, spinta dal grosso motore Ford Fairlane V8 e il successivo coinvolgimento nel progetto dellaFord GT 40 diedero alla Casa le basi per poter produrre vetture prototipo di grossa cilindrata. Nel 1965 Broadley rivolse lo sguardo alle gare nordamericane: ilCampionato CanAm si disputava con automobili delGruppo 7, un raggruppamento che imponeva alle vettura concorrenti la sola regola della carrozzeriabarchetta e che con l'arrivo della tecnologia del motore centrale apriva un grosso mercato per i costruttori, in quanto le piccole officine artigiane non avevano la necessaria esperienza con questa innovazione tecnica. Realizzò e immise sul mercato la suaT70, dopo che già laMcLaren aveva proposto ai team la suaM1 prodotta localmente su licenza.
La vettura, pilotata e sviluppata daJohn Surtees (campione diFormula 1 del 1964), ottenne subito dei successi. Per la stagione successiva, il Campionato CanAm 1966, la vettura fu evoluta nel telaio e fu mantenuto il motoreChevrolet che era già cresciuto nella cilindrata da 5 a 5,9 litri ed erogava 550 CV: denominataT70 Mk II, grazie alle sue accresciute doti di stabilità e facilità di guida[11] permise a Surtees di vincere tre delle sei gare del campionato e di fare suo il titolo[12], permettendo così al costruttore di ottenere anche un buon successo di vendite, con una quarantina di vetture vendute entro la fine dell'anno[12].
Negli anni seguenti, la Lola impiegò le vetture T-160, T-163 e T-260, ma soffrì della concorrenza di McLaren e Porsche, che misero in pista vetture più competitive e non le permisero di vincere più nessun titolo fino alla chiusura del campionato per leGruppo 7, avvenuta nel 1974
Alla fine degli anni sessanta la Formula A dellaSCCA si tramutò nellaFormula 5000 attraendo l'attenzione di molti costruttori e piloti. Era intesa come una serie a ruote scoperte poco costosa, che utilizzava motori V8. La Lola entrò in questa categoria, comeMcLaren,Surtees eChevron. Le gare si disputavano in molte parti del mondo e la Lola ottenne buoni risultati.
La Lola si aggiudicò la F5000 britannica nel 1971, 1974 e 1975, laFormula Tasman nel 1975 e le edizioni 1973, 1974, 1975 e 1976 della Formula 5000 americana. Nel 1973Jody Scheckter vinse il titolo utilizzando anche una vetturaTrojan.
Costi crescenti e il dominio Lola fece perdere di interesse il campionato statunitense di F5000. Le vecchie vetture furono quindi utilizzate nel campionato nazionale SCCA, mentre le vetture più competitive furono riconvertite in vetture sport dotandole di specifiche carrozzerie integrali per partecipare al risortoCampionato CanAm nel 1977, che iniziò così a sfruttare le vetture di Formula 5000 come base per suoi prototipi. La Lola vinse altri cinque campionati consecutivi tra il 1977 e il 1981 (portando a 10 i campionati di fila vinti negliUSA con queste vetture), conPatrick Tambay,Jacky Ickx eAlan Jones. La Lola si era già aggiudicata, tra l'altro, conJohn Surtees, la prima edizione di questo campionato, disputata nel 1966. Nel 1979 il costruttore britannico si aggiudicò anche il campionato per vetture con motore di cilindrata inferiore a 2000 cm³.
Con la nascita dellaFormula 3000 nel1986, la Lola fece una "falsa partenza" a causa dell'impiego di un telaio di Formula Indy; dopo questo insuccesso la Lola produsse una F3000 molto più convenzionale e competitiva.
Nel 1996 laFormula 3000 divenne una serie monomarca e la Lola si aggiudicò il contratto con la FIA per la fornitura della vettura: laLola T96/50. Il contratto fu rinnovato nel1999 (Lola B99/50) e 2002 (Lola B02/50) prima della nascita del campionato diGP2, nel2005.
Non riuscendo a vincere l'appalto per la fornitura delle GP2 la Lola si focalizzò nella fornitura di vetture per laFormula Nippon, tanto da acquisire l'esclusiva dal2003 al2008.
InFormula 3, la Lola diviene partner dellaDome, costruttore giapponese, con cui produce monoposto di questo tipo dal2003. Devono vedersela con l'italianaDallara, tradizionale produttore per la categoria. Lapartnership fu terminata nel2005, quando la Lola decise di costruire in proprio le monoposto di F3. Vinse la gara d'esordio nellaF3 britannica, dovendo però successivamente cedere il passo alla più competitivaDallara, e uscire dalla categoria nel 2006.
La Lola ha annunciato di voler rientrare nella categoria dal 2013.[13]
La Lola, nel2005, vinse il contratto per la fornitura di vetture per laA1 Grand Prix. La Lola costruì 50 monoposto motorizzate dallaZytek.
Il costruttore britannico si occupò della costruzione dei telai per l'A1 GP fino al 2008, mentre dal 2009 la nuova A1 GP viene costruita dallaFerrari.Dal2009 queste vetture sono impiegate nell'Euroseries 3000[14], diventando dal2010 l'unico telaio ammesso nella neonataAuto GP.[15]
La Lola ha costruito varie vetture per partecipare alla500 Miglia di Indianapolis a partire dagli anni sessanta.Graham Hill vinse la500 Miglia di Indianapolis 1966 con una Lola, eJackie Stewart corse con una vettura a quattro ruote motrici.Al Unser, Sr. vinse l'edizione del1978 con un telaio Lola modificato. Tuttavia l'interesse per le corse nordamericane non fu particolarmente sviluppato fino agli anni ottanta.
La chiusura definitiva della CanAm nel 1986 spinse il costruttore inglese già dal 1985 a concentrarsi sullaCART e sulla500 Miglia di Indianapolis. La presenza della Lola spinse laMarch a uscire dal campionato come team nel 1990 e come costruttore l'anno seguente. Sei anni dopo il ritorno sulle scene USA, la Lola festeggiò un'altra vittoria alla500 Miglia di Indianapolis 1990, conArie Luyendyk.
Il campionato, nelle stagioni seguenti, fu caratterizzato da una rivalità con laReynard, esattamente come avveniva nel campionato europeo diF3000. La Reynard entrò nella CART nel 1994 riducendo sempre più lo spazio per la Lola. Nel 1998 ormai solo laDavis Racing utilizzava telai Lola, mentre laPenske Racing utilizzava telai propri, laNewman/Haas Racing quelli prodotti dallaSwift mentre gli altri erano clienti della Reynard. Tuttavia nel 1999 la Penske decise di abbandonare la produzione in proprio, affidandosi ai telai Lola. Anche i team Newman/Haas eChip Ganassi Racing passarono ai Lola dall'anno seguente. Nel 2001 l'intero campo dei partecipanti era suddiviso fra Lola e Reynard.
I problemi finanziari di quest'ultima e il fatto che molti team clienti della Reynard avessero deciso di passare all'Indy Racing League, fecero sì che lo sviluppo dei telai Reynard venisse fermato e nel 2003 Lola rimase l'unico costruttore in attività, ancora interessato allaChamp Car. Dal 2007 però la Champ Car divenne una formula monomarca con telaio fornito dallaPanoz, ilDP01.
La Lola ha inoltre prodotto specifici telai per laIndy Lights tra il 1993 e il 2001, rimpiazzando così le vetture usate in precedenza,March 85B diFormula 3000.
Nel febbraio 2010 la Lola ha presentato il proprio progetto per la fornitura della nuova vettura unica alla IRL a partire dal 2012.[16] Accanto al progetto inglese vennero presentate proposte da parte di Dallara,Swift Engineering e DeltaWing. La scelta è caduta sulla casa emiliana.[17]
Oltre alla già citata esperienza di Eric Broadley con laMk.6 GT e il suo coinvolgimento nel progetto della Ford GT40, per la stagione 1967 dallaLola T70 Mk.II a carrozzeriabarchetta vittoriosa nella CanAm fu derivata una vettura con carrozzeria coupé, denominataMk.III e destinata alle gare di durata[12]: vinse al24 Ore di Daytona del 1969.
All'inizio degli anni settanta l'azienda produsse i modelli T210 e T212 per la categoria2 Litri delGruppo 6, seguiti dallaserie T290 per la medesima categoria e, passando per laserie T280 da 3 litri e la T380 spinta ancora dal 3 litriCosworth DFV, arrivò alleT600 e T610 di classe "IMSA GTP" / "FIAGruppo C"[18] che sfruttavano l'aerodinamica ad effetto suolo.
Sul finire deglianni ottanta la Lola siglò un accordo con laNissan in base al quale progettò e realizzò dei prototipi diGruppo C marchiati Nissan. Dal1989 al 1992 furono realizzate 5 differenti vetture.
Nel1992 partecipò alCampionato mondiale sportprototipi con un proprio telaio, realizzando laLola T92/10, prototipo chiuso spinto da unmotore V10Judd per la classe Sport 3,5 litri, ma questa serie fu soppressa poco dopo.
La casa inglese si ripresentò nella categoria prototipi nel1998, realizzando laB98/10, una sport aperta venduta a scuderie private. Predisposta per essere equipaggiata con diverse motorizzazioni, colse vari successi. Si trattò della capostipite di una serie di prototipi realizzati nel corso degli anni fino ai giorni nostri.
Nel2001 collaborò con laMG realizzando un telaio per la classe LMP-675 (attuale LMP2) adeguato alle esigenze del motore 4 cilindri in linea turbocompresso. La vettura fu ribattezzataMG-Lola EX257. Si rivelò molto veloce ma soffrì sempre di problemi di affidabilità.
Nel2008 presentò due nuovi telai laB08/60 di classe LMP1 e laB08/80 di classe LMP2, due coupé chiusi, a distanza di 16 anni dai primi.Il team Charouz acquistasse un telaio B08/60, sul quale collocava ilmotore V12 dellaAston Martin DBR9 fornito direttamente dallacasa madre, intenzionata ad una terza presa di contatto nei prototipi.
Nel2009 l'Aston Martin entrò ufficialmente tra i prototipi LMP1 acquistando dalla Lola alcuni telaiB09/60, che venivano poi rivisti livello aerodinamico, con una carrozzeria differente sviluppata dell'Aston Martin. Con questi prototipi, ribattezzatiLola-Aston Martin LMP1 e spinti dalmotore V12 di 6.0 litri, il costruttore inglese vinse il campionatoLe Mans Series.
La Lola ha costruito vetture che hanno partecipato a molte categorie inferiori, anche come mezzo per affinare le capacità dei propri tecnici. Le vetture di queste categorie inferiori veniva costruite d'estate, mentre quelle per le categorie maggiori d'inverno, anche per mantenere occupata lafactory.
Le vetture diFormula Atlantic derivavano da quelle pensate per la F2 e la F3, e altre vetture vennero pensate per laFormula Ford, laSports 2000, laFormula Super Vee.
Patrick Head, ingegnere capo storico dellaWilliams, iniziò a disegnare vetture proprio con Broadley.
Al tempo della sua creazione, la Lola segue per le sue vetture sportive un preciso sistema di denominazione. I modelli sono indicati per ordine di costruzione, preceduto dal termineMark.
Dal1964 le denominazioni accolgono la parolaType (indicata con unaT), con il primo, o primi due numeri indicanti il tipo di vettura, e gli altri due la variante.
Questo schema venne seguito fino al1986; laT rimase ma i primi due numeri indicano l'anno di ideazione del modello, e le ultime due il tipo di vettura. Gli ultimi due numeri indicano anche eventuali varianti del modello. Un'altra variazione venne introdotta nel1998, con laT rimpiazzata da unaB, in onore del neoproprietario,Martin Birrane[19].
Dal1986 gli ultimi due numeri indicano la tipologia di vettura secondo questo schema:
Così una T92/10 è una vettura per il gruppo C ideata nel 1992, e la B03/00 una vettura diChamp Car del 2003.
Al di fuori di questo schema le vetture costruite dalla Lola per l'A1GP che vennero indicate comeLola A1GP o anche Lola B05/52.
Dopo essere stato acquistato daMartin Birrane nel1998 in seguito all'insuccesso della scuderiaMasterCard Lola inFormula 1, il 23 maggio 2012 il gruppo Lola Cars Automotive entra in amministrazione controllata, il 5 ottobre successivo, con la società oberata da 32 milioni disterline di debiti, gli amministratori hanno comunicato la cessazione delle trattative per la cessione dell'azienda, l'assenza di prospettive e l'esubero di tutto il personale rimasto[2]. Successivamente la casa viene messa in liquidazione il 5 novembre 2012 quando Martin Birrane, proprietario del Lola Group, acquista la Lola Cars dai curatori fallimentari e in seguito l'azienda viene rilevata nel novembre del 2012 dalla Multimatic Sport che curerà la prosecuzione e lo sviluppo di tutti i progetti del gruppo.[20][21]
Nel 2022, l’imprenditore britannicoTill Bechtolsheimer ha acquistato il marchio e le attività rimanenti. Nel marzo del 2024 viene annunciata l'entrata della Lola Cars inFormula E come costruttore con il supporto dellaYamaha Motor[22]. L'undici aprile viene annunciato che il teamAbt Sportsline monterà il motore sviluppato dalla Lola nel 2025[23].
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