Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1 Todos los seres humanos nacen libres e iguales en dignidad y derechos y, dotados como están de razón y conciencia, deben comportarse fraternalmente los unos con los otros.
La lingua spagnola come lingua principale e ufficiale del paese
La lingua spagnola come lingua co-ufficiale del paese
Parlato con fluidità da oltre il 20% della popolazione del paese
Lospagnolo (nome nativo:español), anche dettocastigliano (castellano), è unalingua appartenente al gruppo dellelingue romanze della famiglia dellelingue indoeuropee.
Lo spagnolo si è sviluppato a partire dallatino volgare, arrichendosi anche con gli apporti di altre lingue del territorio romanizzato dellapenisola iberica (basco,celtico,iberico, ecc.), dell'arabo, degli altri idiomi neolatini (occitano,catalano,italiano,portoghese, ecc.) e, più recentemente, dell'inglese. Caratteristiche tipiche dellafonologia diacronica spagnola sono lalenizione (latinovita, spagnolovida), lapalatalizzazione (latinoannum, spagnoloaño), la trasformazione indittonghi delle vocali latine brevie/o (latinoterra, spagnolotierra; latinonovus, spagnolonuevo). Fenomeni simili si possono trovare anche nelle altrelingue romanze. Con lareconquista, il dialetto del centro della penisola iberica si è diffuso anche nelle regioni meridionali.
Il primo libro di grammatica spagnola (e anche la prima grammatica di una lingua moderna)Gramática de la Lengua Castellana fu stampato aSalamanca nel1492 daElio Antonio de Nebrija. Quando tale lavoro fu presentato aIsabella I di Castiglia, la regina domandò:¿Para qué quiero una obra como ésta si ya conozco el idioma? ("Per quale motivo dovrei volere un'opera come questa, se già conosco la lingua?"). L'autore rispose:Señora, la lengua siempre fue compañera del Imperio ("Signora, la lingua fu sempre compagna dell'Impero").
Gli spagnoli sono soliti chiamare la loro linguaespañol quando questa viene citata insieme a lingue di altri stati (per esempio in un elenco dove figurino anche ilfrancese o l'inglese). Si usa il termine "castigliano" (castellano) soprattutto per mettere in evidenza che si tratta della lingua originaria dellaCastiglia e non di altre regioni della Spagna, di cui sono autoctone altre lingue politicamente riconosciute (Catalogna,Comunità Valenciana,Isole Baleari,Paesi Baschi,Navarra eGalizia), quindi soprattutto in rapporto ad altre lingue politicamente riconosciute della Spagna. Pure, il termine "castigliano" è diffuso anche in alcuni contesti estranei alla Spagna. Per esempio, inArgentinacastellano è, nell'uso comune, il termine utilizzato per indicare la lingua nazionale. Il termine genericoespañol viene esteso anche alle zone dell'America Latina, pur senza avere connotazioni politiche e di sovranità.
LaCostituzione della Spagna (1978) riconosce una lingua ufficiale, indicata comecastellano e tre lingue co-ufficiali: ilgallego, ilbasco (euskera) ed ilcatalano, quest'ultimo sia nella variante propria delPrincipat e delleBaleari (català) sia nella variantevalenciana (valencià). La R.A.E. (Real Academia de la Lengua) ritiene sinonimi i termini spagnolo e castigliano.
Per quanto riguarda le varietà linguistiche, ogni Paese ha un suo modo particolare di parlare lo spagnolo. Ad esempio, inMessico, il paese ispanofono più popoloso del mondo, vi sono diverse differenze lessicali (parole specifiche e d'uso quotidiano) che rendono quella parlata anche abbastanza diversa da quella corrente in Spagna o di quella studiata nei corsi di lingua inEuropa. InAmerica centrale (Guatemala,Honduras,El Salvador,Nicaragua,Costa Rica ePanama) la situazione è abbastanza uniforme e lo spagnolo è compreso benissimo da tutti, anche se in questi Paesi sono tuttora parlate diverselingue native americane. NeiCaraibi è possibile distinguere lo spagnolo diCuba, quellodominicano e quelloportoricano, varianti che differiscono sia per la pronuncia sia per il significato attribuito a determinate parole. Lo spagnolo delVenezuela è vicino a quello deiCaraibi. In America del Sud si parla correntemente spagnolo, tranne inBrasile (portoghese),Guyana (inglese),Suriname (olandese) eGuyana francese (francese), ma con molte differenze tra una nazione e l'altra e addirittura all'interno dei paesi più grandi.
Ad ogni modo, molte costituzioni dei paesi ispanofoni americani, a differenza della Costituzione delRegno di Spagna, indicano nellospagnolo il nome della lingua ufficiale della nazione.
L'importanza dello spagnolo è cresciuta notevolmente a causa dello sviluppo economico dell'America Latina (e in particolare di paesi come ilMessico e l'Argentina insieme alBrasile, in cui però si parla ilportoghese brasiliano) e alla crescita della nutrita comunità ispanofona negli Stati Uniti.[4]
inMedio Oriente, dalle comunitàsefardite, che hanno conservato varietà linguistiche molto arcaizzanti.
sull'Isola di Pasqua, un'isola dell'Oceano Pacifico meridionale appartenente al Cile.
Il Messico è attualmente lo Stato ispanofono più popoloso al mondo, seguito dagliStati Uniti, che ospitano la seconda comunità ispanofona del mondo.[4]Tra le città ispanofone, la maggiore èCittà del Messico, seguita daBogotà e daCaracas.[5]
È interessante notare che ci sono più ispanofoni negli Stati Uniti che in Spagna.
Il numero di parlanti delle maggiori comunità ispanofone:
Con circa 106 milioni di parlanti (sia come prima che come seconda lingua), il Messico è il paese con la più numerosa popolazione ispanofona del mondo. Lo spagnolo messicano si è arricchito delle lingue indie messicane ed è la versione più diffusa della lingua negli Stati Uniti grazie alla grande popolazione immigrante messicana.
Seguono, e da lontano, la Colombia (47 milioni), la Spagna (46 milioni), l'Argentina (43 milioni) e gli Stati Uniti (30 milioni, paese dove lo spagnolo è la lingua domestica per più del 10% dei cittadini[6]).
Nazioni con una significativa popolazione di lingua spagnola
Nel territorio britannico di Gibilterra, rivendicato dalla Spagna, l'inglese rimane l'unica lingua ufficiale. Lo spagnolo, tuttavia, rappresenta la lingua madre di quasi tutti i residenti. Inoltre, nella zona si parla lollanito, misto di inglese e spagnolo.
Negli Stati Uniti lo spagnolo è parlato da circa tre quarti della popolazioneispanica. Attualmente, ci sono circa 41 milioni di ispanici, che rappresentano il 13,5% della popolazione totale; di questi, quasi 3 milioni non parlano una parola d'inglese. Gli ispanici al momento sono la più grande minoranza degli Stati Uniti e vivono soprattutto in Florida (1,5 milioni), New York (1,8 milioni), Texas (3,4 milioni) e California (5,5 milioni). La stragrande maggioranza di essi proviene dal Messico e dai Caraibi (Cuba, Porto Rico). Inoltre, lo spagnolo sta diventando un'importante lingua di studio, con un numero sempre più grande di non-ispanici che lo apprendono per ragioni commerciali, politiche o turistiche. Il castigliano è la lingua ufficiale delNuovo Messico (insieme all'inglese) e del territorio americano diPorto Rico.
InBrasile, dove ilportoghese è lingua ufficiale, lo spagnolo sta diventando sempre più lingua di studio. Ciò è dovuto a diversi fattori: innanzitutto, il fatto che il Brasile negli ultimi anni ha visto diminuire i suoi scambi commerciali con Stati Uniti ed Europa e aumentare, invece, quelli con i vicini Paesi ispanofoni (in particolar modo, con quelli delMercosur). A ciò si aggiungono i continui scambi culturali con molti Paesi dove il castigliano è lingua ufficiale e la forte somiglianza tra i due idiomi (cosa che, ovviamente, facilita l'apprendimento).Per tutta questa serie di ragioni, il Congresso Nazionale del Brasile, il 17 luglio2005, ha approvato un provvedimento con cui lo spagnolo diventa la seconda lingua delle scuole primarie sia pubbliche che private. Inoltre, in Brasile esiste una piccola comunità di madrelingua spagnola: si tratta diebrei sefarditi (parlanti sia il castigliano standard che il ladino) sia di immigrati da altri Paesi sudamericani.Infine, in molti centri lungo i confini (soprattutto con l'Uruguay) si parla un misto di spagnolo e portoghese noto comeportognolo.
In Asia l'uso della lingua spagnola ha avuto un costante declino a partire dalNovecento. Dal1973, lo spagnolo non è più lingua ufficiale nelle Filippine e dal1987 non è più lingua curricolare negli studi superiori. Ormai, è usato quotidianamente solo dallo 0,01% della popolazione (2 658 persone, stando al censimento del1990). Lo 0,4% dei filippini usa un creolo basato sullo spagnolo, noto comechabacano (292 630 persone nel 1990); a ciò si aggiungono i numerosi prestiti presenti nelle varie lingue filippine e l'importanza storica del castigliano: basti pensare che gran parte della letteratura e dei documenti storici del paese fino agli inizi del Novecento furono redatti in questa lingua. Tuttavia, negli ultimi anni, nell'arcipelago filippino, c'è un rinnovato interesse culturale per lo spagnolo.
Esistono, poi, piccolissime comunità di "ex emigrati" in vari Paesi asiatici che possono vantare una certa conoscenza della lingua: si tratta di cinesi nati inMessico e poi deportati inCina e di giapponesi di terza o quarta generazioni nati inPerù e ritornati inGiappone.
Anche inOceania lo spagnolo non riveste grande importanza. È parlato da circa 3 000 persone nell'Isola di Pasqua (un possedimento territoriale cileno) ed è la settima lingua più diffusa inAustralia (97 000 parlanti stando al censimento del2001). AGuam,Palau, nelleMarianne, nelleIsole Marshall e negliStati Federati di Micronesia, un tempo possedimenti spagnoli, il castigliano è ormai estinto e la sua influenza si limita ad alcuni pidgin e prestiti nelle lingue locali. InAntartide lo spagnolo è usato nelle stazioni scientifiche di Argentina, Cile, Perù e Spagna.
AlleCanarie e in buona parte dell'America Latina si parla lo spagnolo, ma con inflessioni linguistiche particolari. Queste inflessioni non sono comuni a tutti i Paesi latinoamericani, in cui si trovano grandi differenze tra un Paese e l'altro (variazioni che del resto non mancano nemmeno tra le diverse isole dell'arcipelago canario). Non c'è niente che si possa definire uno "spagnolo americano", giacché le varietà americane sono molto diverse e hanno subito trasformazioni importanti negli ultimi secoli, oltre a innestarsi su uno dei substrati linguistici più frammentati e variegati al mondo (oltre 123 famiglie linguistiche indigene, suddivise in ulteriori lingue e dialetti). La stessa classificazione dei dialetti ispano-americani non è univoca fra i linguisti.[7]Comunque, ci sono alcune differenze caratteristiche comuni rispetto allo spagnolo iberico (della Spagna settentrionale e centrale):
Di fatto, non esiste la seconda persona plurale: ilvosotros è sostituito dall'ustedes,[8] e i verbi si pongono alla terza persona plurale
Ilpretérito perfecto (passato prossimo) è spesso sostituito dalpretérito indefinido (passato remoto) anche per le azioni avvenute in un passato recente o non ancora concluse.
A livellofonetico si riscontrano varie caratteristiche che si incontrano anche nelsud della Spagna (Andalusia):
Non esiste il suono interdentale (c seguita dae oi, ez), che diventa sempre il suonos aspro.
Ugualmente in quasi tutte le zone si presenta il fenomeno delyeísmo, per il quale il suono dellall palatale si confonde con quello dellay.[7]
Si mantengono arcaismi rispetto allo spagnolo di Spagna e si accettano più neologismi rispetto alle varietà iberiche (più conservative).
Il vocabolario ispano-americano si differenzia da quello iberico per i seguenti aspetti:
Marinerismos en tierra
I termini che in Spagna erano circoscritti al campo marittimo, vennero ampliati e usati anche nella terraferma, ad esempio venne impiegata una parola comechicote che indicava inizialmente l'estremità di una corda e successivamente venne estesa e usata in alcuni Paesi americani con il significato di 'frusta' (invece in Spagna si preferisce usareazote olátigo).
Arcaismi
Alcune forme tradizionali non più usate nella penisola iberica e percepite come desuete o letterarie sono ancora vive in America come, ad esempio, la parolalindo vigente nello spagnolo peninsulare delXVII secolo e successivamente sostituita dabonito ohermoso. Altri esempi sonoplaticar (hablar, parlare),demorar (tardar, far ritardo),anteojos (gafas, occhiali),valija (maleta, valigia).[7] Comunque, è importante ricordare che i parlanti latinoamericani, molto più numerosi degli spagnoli, considerano arcaismi anche parole che sono ancora in uso inSpagna ma non nei territori americani, come sarebbe lo stessovosotros (voi).
Neologismi
In America sono vigenti dei neologismi ottenuti ad esempio dalla derivazione con preferenza per determinati affissi come ad esempio il suffisso -ada che forma delle parole comeatropellada<atropello, sconosciuta in Spagna.
Cambi semantici
Fin dai tempi della colonizzazione in America Latina molte parole subirono un cambio semantico dovuto al fatto che molte voci vennero usate in America per riferirsi a cose, entità e fenomeni simili ma distinti a quelli spagnoli. La parolachula ad esempio ha un diverso significato nei due continenti:una mujer chula in Spagna può significare una donna simpatica oppure presuntuosa, mentre in alcune zone americane come Messico, Guatemala, ecc., l'aggettivochula è sinonimo di una donna bella e attraente.
Prestiti linguistici
In America Latina vengono adoperati molti prestiti linguistici ovvero termini di un'altra lingua che non sono stati incorporati alla norma peninsulare.Nel lessico di alcuni paesi (Argentina e Uruguay in particolare), che hanno conosciuto nell'Ottocento eNovecento un forte movimento immigratorio sono stati incorporati vari termini di origine italiana e, in minor misura, tedesca, polacca, russa e francese. Il secolare contatto dello spagnolo con le lingue indigene locali, alcune delle quali (quechua,aymara,guaraní, ecc.) sono tuttora parlate da ampi strati della popolazione latinoamericana, ha determinato l'introduzione di vari termini e modismi nel castigliano d'America, particolarmente rilevanti nei paesiandini e nella zona delGran Chaco.
Un esempio della diversità delle versioni della lingua in America lo costituiscono le variantiargentina e uruguaya in cui, pur essendo presenti caratteristiche proprie di ciascuno dei due Paesi, ritroviamo alcune forme comuni:
in entrambi gli Stati, valgono alcune delle caratteristiche di cui sopra per gli altri paesi latinoamericani anche se l'accento e l'intonazione sono peculiari dell'Argentina e dell'Uruguay e diversi da quelli di tutti gli altri Paesi.
si utilizza la formavos al posto deltú, applicando generalmente le conseguenti forme verbali della seconda persona singolare, che nel presente indicativo e congiuntivo e nell'imperativo derivano da quelle della seconda persona plurale, con la scomparsa deldittongo e l'elisione della D:vos pensás (e nontú piensas),que vos pensés/pienses (nel congiuntivo sono presenti entrambe le forme),pensá (e nonpensad); nel castigliano di Spagna lo troviamo inCervantes. A questa regola fanno eccezione le zone corrispondenti all'attuale provincia argentina diSantiago del Estero, in cui il "vos" è seguito dalla seconda persona singolare (vos piensas,vos pensaste, ecc.) e alcuni territori andini in cui non viene persa la dittongazione della seconda persona plurale (vos pensáis). Il "vos" non è usato soltanto in Argentina, Paraguay e Uruguay, ma anche (insieme altuteo cioè altu tradizionale) in ampie zone dell'America centrale. Infatti, in Guatemala, alcuni anni fa, il "tu" era usato soltanto fra un uomo e una donna. Usare "tu" fra due uomini non era visto bene.
i suoni dill ey si interconfondono e suonano come la j francese dije,janvier, o quella portoghese dijaneiro, tranne che nelle zone dellaProvincia di Corrientes.
LoSpanglish è una modalità di espressione linguistica orale e scritta. Si ottiene quando, in una frase con una struttura lessicale spagnola, sostituiamo alcuni termini con quelli della lingua inglese o viceversa.
Nella forma scritta comprende anche la ispanizzazione di parole inglesi ad es.write =rait,night =nait,teenager =tineyer; comprende l'adozione nella lingua inglese di termini cometaco,tapas,enchilada; l'adozione nella lingua spagnola die-mail percorreo electronico elink perenlace; il coniare neologismi attraverso una sommaria traduzione dall'inglese cometypear ocliquear invece dipulsar,emailear invece diescribir correo electronico,reportear invece diinformar,remover invece disacar,educacion invece dipedagogia ocomputadora invece diordenador.
Il fenomeno consiste quindi di due aspetti: quello dell'inglese, soprattutto negli Stati Uniti, contaminato dagli ispanismi portati dal flusso di latinoamericani provenienti dalla frontiera col Messico e quello dello spagnolo in Spagna e America Latina contaminato da anglicismi entrati soprattutto attraverso l'uso delle nuove tecnologie informatiche o la fruizione dei mass-media o dovuto alle questioni diGibilterra e delcanale di Panama.
Il fenomeno è in espansione, soprattutto negli Stati Uniti. Durante le prime ondate migratorie gli Ispanici, soprattutto portoricani e messicani, avevano alcune difficoltà nell'apprendimento della nuova lingua e sopperivano alle lacune completando le frasi con parole spagnole. Ciò era causato dal contrasto tra una educazione familiare avvenuta in un contesto ispanico ed il contatto con una nuova realtà che richiedeva l'adeguamento ad un nuovo linguaggio.
Oggi le cose sono cambiate. Le tv e radio passano le frontiere attraverso i satelliti e arrivano nelle case di tutti. I corsi di lingua sono alla portata di moltissimi utenti. Lacontaminazione linguistica è reciproca e continua. L'educazione dei figli di ispanici di prima e seconda generazione avviene in un contesto bilingue, eppure le statistiche dicono che questi nuovi alunni hanno difficoltà con l'Inglese più di quante ne avessero i loro genitori. Sono nati negli U.S.A. ma si sentono parte della cultura e della popolazione posta a sud del confine col Messico. Allora ecco come il linguaggio diviene rappresentante di questa duplice appartenenza.
Esistono diversi motivi per parlare Spanglish e diversi sono i gruppi sociali che lo utilizzano. Alcuni, in verità pochi, lo fanno ancora oggi per sopperire alle lacune di conoscenza di termini corrispettivi inglesi; altri sono anglofoni che vogliono semplicemente farsi capire meglio dalla comunità latina; altri lo parlano per rivendicare il loro orgoglio di essere ispanici e con la voglia di resistere all'omologazione in una cultura che non li rappresenta e nella quale non si riconoscono; altri ancora hanno voglia di distinguersi.
In particolare, a Puerto Rico esiste una mentalità molto legata al concetto di Nazione portoricana portata avanti soprattutto dagli indipendentisti. L'idioma nazionale è ufficialmente l'Inglese ma in famiglia e per le strade quasi tutti parlano Portoricano (diverso dal Castigliano). Poiché nelle scuole e negli uffici pubblici è obbligatorio l'uso dell'Inglese mentre nelle strade c'è il dominio del Portoricano, ecco che questo tipo di bilinguismo fa nascere con molta spontaneità lo Spanglish.
Lungo i secoli (grosso modo dalMedioevo fino alXVI secolo) il castigliano ha subito delle trasformazioni nella resa dei diversifonemi. Si tenga presente, d'altronde, che la differenziazione della resa di vocali e consonanti era già all'opera fin dalla formazione delle diverselingue neolatine e aveva giocato un ruolo determinante nella differenziazione rispetto aportoghese,gallego,asturiano,aragonese ecatalano. Per esempio la /f/ a inizio di molte parole, probabilmente per effetto di unsubstrato linguistico, è finita per diventare muta, lasciando una traccia etimologica nell'uso del morfemah. La lingua portoghese è ortograficamente e grammaticalmente simile in molti aspetti alla lingua spagnola ma è differente nella fonologia. In alcuni luoghi, specie in Sudamerica, il portoghese e lo spagnolo vengono parlati contemporaneamente: i parlanti portoghese leggono e capiscono lo spagnolo con molta facilità, mentre gli ispanofoni sono capaci di leggere quasi tutto in portoghese ma capiscono la lingua parlata solo con qualche sforzo. Ciò spiega perché alcuni stranieri in Portogallo, Angola e Brasile tendano a comunicare con la popolazione locale utilizzando lo spagnolo.
Lo spagnolo, come tutte lelingue romanze, utilizza, per scrivere, l'alfabeto latino. Si noti, tuttavia, che alcune lettere vengono pronunciate in maniera differente dall'italiano:
Lettera o
digrafo
Trascriz.
IPA
Spiegazione e segnalazione di varietà
a
/a/
È come la "a" diaereo
e
/e/
È come la "e" dieterno
i
/i/
È come la "i" di piccolo
o
/o/
È come la "o" diocchio, vocale arrotondata chiusa. Una vocale si dice arrotondata/procheila se si pronuncia con le labbra arrotondate, formando un cerchiolino.
u
/u/
È come la "u" diunico, vocale arrotondata chiusa.
b-; -b-
/b/-; -/β/-
A inizio parola, è una "b" dibalena; se intervocalica, è la stessa consonante bilabiale ma pronunciata senza contatto totale tra le labbra a causa di una lenizione. È una consonante sonora.
ca, co, cu
/k/-
Con davanti -a, -o, -u, è una "c" dicane, "ch" dichela e "k" dikoala.
ce, ci
(cc)
/s/~/θ/
(ks/~/kθ/)
Davanti a <e> e <i>, due vocali anteriori, la consonante <c> è diventatafricativa, esattamente come succede in molte altre lingue romanze (italiano, portoghese, francese, romeno, catalano, etc.). Anticamente, questa consonante veniva pronunciataaffricata (/t͡s/). Oggi, invece, nel centro-nord della Penisola Iberica diventa unafricativa dentale sorda (/θ/), in cui la punta della lingua si mette in mezzo alle due arcate dentarie, mentre nei centri urbani dell'Andalusia e in quasi tutta l'Ispanoamerica diventa una /s/ simile alla consonante iniziale dell'italianosenza; il fenomeno che descrive questa seconda variante di pronuncia si chiama "seseo". A margine, si aggiunge che il raddoppio "cc" in -cce- e -cci- si pronuncia /kθ/ o /ks/ a causa della variante locale, per esempio inreacción oinaccesible. <cc> seguite da vocali diverse dae oi è un fenomeno raro e si trova in prestiti.
ocho (otto), noche (notte), leche (latte), cucaracha (scarafaggio), macho (maschio), muchacho (ragazzo), chico (ragazzo), mucho, tache (croce, e.g. per crocettare risposte errate), tachar (crocettare), gaucho (cowboy), luchar (lottare), chaqueta (giacca), chaleco (gilet; cappotto senza maniche), chanclas (flip flop/pantofole a infradito), hongo/champiñón (fungo;la seconda parola è un francesismo), cheque (assegno), chapa (serratura), Chile, chileno, Chiapas (uno stato in Messico), chihuahua, conductor/chofer (autista/conducente;la seconda parola è un francesismo), chuleta (costata), chulo (pimp/pappone/protettore), machete, ducha (doccia), China, chino (cinese), chocolate (si pronuncia così come si scrive), Quechua, chiringuito (chiosco, tipicamente col tetto di paglia o foglie secche di palma), chupar (succhiare/ciucciare), rancho (ranch), poncho (una specie di mantellino che si mette sulle spalle, copre la schiena e le braccia), marchar (marciare), derecho (diritto), cuchillo (coltello), revanchismo, ultraderechismo, machismo, fetichismo, dieciocho (diciotto/18), ochenta (ottanta/80), ochocientos (ottocento/800), ocho mil (ottomila/8000), churrasco (grigliata mista argentina e brasiliana), Cochabamba (comune in Bolivia), Apache (si legge così come si scrive), Cheyenne (si legge all'inglese), escuchar (ascoltare).
d-; -d-
/d/-; -/ð/-
A inizio parola è una "d" didado, consonante sonora. Se intervocalica, si lenisce siccome il suono diventa sonoro interdentale. Si può immaginare come la controparte sonora di /θ/. Sia /θ/ che /ð/ sono due suoni presenti in inglese: si pensi a "think" e "that".
f
/f/
È una "f" difarfalla, consonante sorda.
ga, go, gu,
ge, gi; -g-
/g/-; -/x/-
A inizio parola, è una "g" digallo, consonante sonora; se intervocalica, è lo stesso suono ma reso sordo/desonorizzato e senza contatto tra organi. In questo caso, non si palatalizza mai a priori. La pronuncia /x/ lo rende identico alla pronuncia di "je, ji" (vedi avanti), ma il suono/lettera "j" può comparire anche davanti alle altre vocali.
h
(muta)
È muta, come in italiano e francese. Solo pochissimi prestiti hanno un'aspirazione pronunciata come /x/, cioè una "c" dicane sorda e senza contatto tra organi: degli esempi sono "hámster, hobby, hawaiano, harakiri, Yokohama".
- - -
haber ("avere" come verbo ausiliare), hola (ciao), hoy (oggi), hay (c'è/ci sono), hasta (fino a...), hasta mañana (a domani), hongo (fungo), humo (fumo), humar (fumare), hijo (figlio), hotel, hermano (fratello), hermosa (bella/formosa), hechar (fare), hacer (fare), hilo (filo), hielo (ghiaccio), huevo (uovo), humilde (umile), hablar (parlare;in portoghese si dice invece "falar"), ahora (ora/adesso), hada (fata), halcón (falco), hallar (trovare), hambre (fame), hamaca (amaca), harina (farina), hato (mandria), hebilla (cinghia della cintura), hebreo, hedor (fetore), hedonismo, hegemonía, helicóptero, helado (gelato), hemorragia, hemorroides, hepatitis, heterogeneous, heterosexual, heurístico, hibiscus, hibrido, hydration, hidalgo (gentleman), hierro (ferro), hierba (erba), higiene, himno (inno), hipócrita, hipopótamo, historia, hito (pietra miliare), hocico (grugno), hogar (casa propria), hoja (foglia; foglio), hombro (spalla), hombre (uomo), honestamente, Honduras, horario, hora, horno (forno), hospital, hoz (ascia), hoguera (piccolo falò), heroico, héroe, heroína (eroina; droga), huir (fuggire), hervir (bollire), hache (accetta), huracán, huérfano, habitar, habitantes, horóscopo, hamburguesa, chihuahua, exhibición, exhausto, exhaustivo, inhalar, cacahuate/maní (nocciolina), zanahoria (carota), almohada (cuscino), hache (è il nome della lettera H)
j
/x/
È una "c" dicane ma senza contatto tra organi (come in "ge, gi"). Questa consonante sorda anticamente era pronunciata */ʒ/, cioè una "gi" digioco ma senza contatto tra organi. In portoghese, questa lettera ritiene questo suono.
k
/k/
È una "k" dikoala, reperibile in qualche prestito.
l
/l/
È una "l" dileva.
ll
/ʎ/; /ʝ/~/ʒ/
È una "gli" di aglio, mentre nella zona di Rio de la Plata (tipicamente in Argentina e/o in altre zone dell'America Latina in base al parlante) si sente come una "gi" digioco ma senza contatto tra organi, consonante sonora. Anche in Uruguay si può sentire /ʒ/.
Una terza pronuncia simile è /ʝ/, cioè una "ghi" dighirlanda sonora ma senza contatto tra organi. Può trovarsi a inizio parola, solitamente in corrispondenza di antichi cluster a inizio parola, che in delle varianti (e.g. colombiano) sono ritenuti.Il fenomeno che descrive queste due macro-varietà di pronuncia si chiama "yeismo".
- - -
pollo, gallina, calle, valle, villa (città), villano (villano/infame) ella, bella, mascarilla, llave/clave, llamar/clamar (chiamare), llvia/pluvia, llevar (portare), llegar (raggiungere), llorar (piovere), llover/plover (piovere), lluvoso/pluvoso (piovoso), toalla (tovaglia), amarillo (giallo), cuchillo (coltello), tortilla (è un tipo di piadina messicano), brillo (brillante), cedilla (diacritico sotto la ç, ancora usata in francese), Sevilla (Siviglia), allí/allá (lì).
m
/m/
È una "m" dimano, consonante sonora. Non avvengono nasalizzazioni, come in francese e portoghese.
n
/n/;
/ŋ/-; /ɱ/-
È una "n" dinove, consonante sonora. Non avvengono nasalizzazioni, come in francese e portoghese. Esattamente come in italiano e altre lingue, avvengono dei fenomeni di assimilazione consonantica in base alla consonante che la segue: se è velare (/k/ e /g/) la "n" si pronuncia come nell'inglese "king" e nell'italiano "panca" e "fango". Se seguita da una consonante labiodentale (/f/ e /v/) invece diventa anch'essa labiodentale, cioè una sorta di "m" di mano pronunciata con gli incisivi dell'arcata dentaria superiore a contatto con il labbro inferiore, come in "tramviere" e "anfora". Infine, il cluster "nv" si pronuncia /mb/ (e.g. invierno), come in samba.
ñ
/ɲ/
È una "gni" di bagni, consonante sonora. Storicamente, deriva da un'antica /n/ geminata/raddoppiata/tensificata, come in "tonno". Il tildo deriva infatti da una piccola "n" stilizzata e si usa ampiamente in portoghese per segnalare alcune nasalizzazioni.
- - -
año (anno), niño (bambino), viña, toño (tono), tiña, raña (rana), piña (ananas; da qui deriva “piña colada”), maño (mano), daño (danno), araña (ragno), guiño (occhiolino), mañana (domani), montaña (montagna), caña (bottiglia di vetro e sottile, per esempio di birra, e.g. caña de cerveza; canna da pesca in “caña de pescar” e da zucchero in “caña de azucar”), sueño (sogno), señal, puñal, bañar, ordeñar, tacaño, puñado (un pugno di...), España, español, enseñar, pequeño, engañar, engaño, campaña (campagna), champaña/champán (champagne), compañero (compagno/collega), jalapeño (un tipo di peperoncino), estaño (stagno, come elemento chimico), ñoqui (gnocchi), Doña (Donna, come titolo onorifico, simile a señora), otoño (autunno), cañón (cannone).
gn
/gn/
In spagnolo è una "g" digallo seguita da una "n" dinave ed è un cluster a 2 membri sonoro distinto dalla consonante unica "ñ".
È una "che" dichela e "chi" dichilo: salta via la semivocale chiusa arrotondata (e dunque non si forma il dittongo).
- - -
que, aquel (quello), ¿por qué?, porque, cheque (assegno), quemar (bruciare), querer, pequeño, Velázquez, cacique (cacicco, il capo di una tribù indigena in Sudamerica); Guayaquil, quiz, aquí (qui/qua), quince, quinto, quinta (casa), equipo (equipaggiamento), equipar, equino, equinoccio, réquiem, quien (chi), quienes (chi, al plurale), líquido, inquieto, conquistar, conquista, Conquistadores, Pakistán/ Paquistán, masoquismo, sadomasoquismo, maquiavélico, franquismo, franquista, equívoco, tranquilo, tranquilizar, anarquia, anarquico, autarquía, equivalencia, equivalente, equivalencia, izquierda, inquisición, alquimia, monarquía, monarquico, liquidación, arquitecto, equilibrio, equidistante, tequila.
qüe, qüi
/kw/-
È una "que" diquestione e "qui" di aquila: l'umlaut sopra la "u" disambigua che si ritiene la semivocale /w/ e dunque si sente il dittongo. Non esistono parole diffuse con "qüi", mentre con "qüe" esistono "freqüente, freqüentemente" (Forme moderne: "frecuente, frecuentemente").
Non è utilizzato nella lingua moderna (sono utilizzati "cue" e "cui").
gua, guo
/gw/-; -/ɣw/-
È una "gua" diguardare e "guo" di languorino.
gue, gui
/g/-; -/ɣ/-
È una "ghe" di maghe e "ghi" di laghi: anche qui cade la semivocale, tale per cui non si forma il dittongo.
- - -
hoguera (focolare, falò), Miguel, guerra, guerrero, posguerra (il Dopoguerra), dengue (nome di una malattia febbrile), Cheguevara; chiringuito, guiño (occhiolino), guitarra, águila, seguir, Guinea-Bisseau, Papúa Nueva Guinea, Golfo de Guinea, Guinea Ecuatorial, guineano, anguila (anguilla), alguien (qualcuno, nessuno), lánguido, narguile (narghilè: è una sorta di bong alto e stretto usato dagli arabi per fumare tabacco o essenze profumate), inguinal, aguileña (acquilegna/il fiore di colombina), extinguir, siguiente, guitarrero (fabbricante di chitarre), guitarrista, guillotina, conseguir, sanguinario, perseguir (perseguitare), distinguir.
güe, güi
/gw/-; -/ɣw/-
È una "gue" diguerra e "gui" diguidare: l'umlaut sopra la "u" disambigua che si ritiene la semivocale /w/ e dunque si sente il dittongo.
- - -
güey (idiota), güero/a (persona pallida e bionda ma non statunitense, con cui si usa “gringo”), güelfo, Igüeña (un comune in Spagna, a Castiglia e León), pingüe, cigüeña, desagües (fogne), Camagüey (grande città e capoluogo dell’omonima provincia a Cuba), bilingüe, trilingüe, ungüento, Mayagüez (città di Puerto Rico, affacciata alla costa occidentale), zarigüeya (opossum), antigüedad, ambigüedad, Hortigüela (comune spagnolo a Castiglia e León), monolingüe, multilingüe, plurilingüe, nicaragüeño/nicaragüense, vergüenza (vergogna), güiro (guiro, il nome di uno strumento zigrinato a percussione), argüir, güisqui/whisk(e)y (whiskey, con la “e” se statunitense), pingüino, exigüidad, lingüista, piragüismo (canottaggio; da “canoa/piroga”), piragüista (canoista/”piroghista”), bilingüismo, trilingüismo, multilingüismo, plurilingüismo, lingüística, sociolingüística, sociolingüista.
r; -r-
/r/-; -/ɾ/-
A inizio parola, è una "r" sonora polivibrante, mentre se intervocalica si riduce in una "r" sonora monovibrante. Il comportamento è identico all'italiano, e.g. "ruota" e "arare".
-rr-
-/r/-
È una "rr" di carro, sonora polivibrante come in italiano. Compare sempre in posizione intervocalica.
-r
/r/;muta
A fine parola (e.g. negli infiniti dei verbi) può essere ritenuta o, in base al parlante e al registro usato (e.g. colloquiale VS parlata curata) può cadere.
s; -s
/s/ e /z/;
~muta
È una "s" disenza; si sonorizza (come "z" dizebra sonora ma senza contatto tra organi) prima di una consonante sonora. Le combinazioni sono "sn, sm, sb, sv, sd, sg, sl, sr". Nel cluster/gruppetto consonantico "sl", in base al parlante o zona geografica (e.g. Ecuador), si sente /xl/ invece di /zl/ per un fenomeno vagamente simile a una depalatalizzazione. Sempre in base al registro e al parlante o zona geografica (e.g. Isole Canarie), la -s a fine parola può cadere.
t
/t/
È una "t" ditavolo, consonante sorda.
v
/b/-; -/β/-
Corrisponde alla "b" in spagnolo, spiegata in precedenza. Anticamente, i due suoni erano distinti.
w
/v/; /w/-
È una "v" divela o semivocale "u" di questo, in base al prestito (siccome si reperisce in prestiti).
x; x-
(tl)
/ks/; /s/-
(/tl/ < */ t͡ɬ/)
È una "cs" di clacson e, in dei nomi propri di luogo/toponimi sporadici (e.g. México, Oaxaca, Xalapa, Xaltocan, Tlaxcala de Xicohténcatl, Texas; include il nome proprio Jerjes/Xerxes e il nome di una varietà di uva bianca in Spagna, "pedro ximénez"), una "c" dicane senza contatto tra organi (/x/) siccome ritengono l'ortografia arcaica. La pronuncia antica era una "sci" di scienza, */ʃ/, a stento riconoscibile proprio nei toponimi. Infine, la terza pronuncia è la riduzione in "s" disenza se a inizio parola.
Alcune parole di quest'ultimo tipo, comprendente anch'esso un numero contenuto di vocaboli, è "xerox, xenón, Ximena(nome proprio femminile), xilema(tessuto vegetale che trasporta la linfa grezza dalle radici alle foglie), Xiamen (厦门,città cinese anticamente detta Amoy, in cui si parla un dialetto hokkien conservativo), Shanghai/Xanghai (上海), Xiongnu (匈奴,nome in cinese di un'antica popolazione barbarica, forse gli Unni), Xinjiang (新疆,una provincia cinese) xilófono, xenófobo, xenofobia, xerografía, xilografía, xerografiar".A margine, si aggiunge che il suono "tl" deriva dall'azteco e oggi si pronuncia /tl/, così come è scritto, ma originariamente era una consonante laterale (come la L in italiano e spagnolo e altre lingue ancora) sorda che si pronunciava come una "ci" diciao ma non con la punta della lingua contro il palato, ma con un lato della lingua contro i denti in fondo all'arcata superiore. Si trova anche nel nome nativo della lingua azteca, "Nahuatl", e in nomi di divinità azteche, e.g. Quetzalcoatl (il Serpente Piumato), Huitzilopochtli (il Dio Sole). Oggi il Nahuatl è ancora parlato ma nella variante moderna e non classica.
y
/j/-; /ʒ/-; /ʝ/-
È una "i" semivocalica come iniena e si usa per formare dittonghi. In base al parlante e/o zona geografica (e.g. Ecuador), si può sentire come una "gi" digiocare sonora e senza contatto tra organi (e.g. "ayudar", aiutare). Come terza alternativa, è una "ghi" dighirlanda sonora ma senza contatto tra organi. I suoni che danno origine allo yeismo non si applicano solo al digrafo "ll", ma pure alla "y". Si possono formare dittonghi con tutte e cinque le vocali, sia in parole spagnole che in prestiti. Cinque esempi sono: Guayaquil (città in Ecuador, capoluogo di Guayas), inyectar, Yihad (Jihad), apoyo, ayudar.
z
/s/; /θ/
Corrisponde a "ce, ci", seseo incluso.
A margine, si aggiunge come oggi non esista il suono /t͡s/, che invece esisteva in passato in corrispondenza delle palatalizzazioni di "c" ma anche come lettera a sé, cioè la "c" con la cedilla, la lettera ç. Oggi è caduta in disuso ma ancora in uso in portoghese e reperibile in francese (ma oggi si pronuncia /s/ in entrambe le lingue). Infine, come curiosità, la parola "cedilla" significa "piccola zeta" dal vecchio nome di Z, zeta <ceta (> cedilla).
In generale, molte parole dello spagnolo sono abbastanza comprensibili al parlante di lingua italiana (tra le due lingue c'è, in alcuni casi, unamutua intelligibilità). Ve ne sono, però, molte che assomigliano a parole italiane, ma che hanno tutt'altro significato (alcune hanno un doppio significato) o comunque sfumature diverse. Si tratta dei cosiddetti "falsi amici", di cui diamo alcuni esempi:
aceite = “olio” (da tavola) (“aceto” si dicevinagre)
afamado/a = "famoso/a" ("affamato/a" si dicehambriento/a)
amo = “signore”, “padrone” (“amo” - sostantivo - si diceanzuelo)
arroz = “riso” (“arrosto” si diceasado)
barato = “a buon mercato” (“baratto” si dicetrueque)
bigote = “baffi” (“bigotto” si dicesanturrón,mojigato,chupacirios)
bodega = “cantina” (anche nel sensoenologico), o “deposito” (“bottega” si dicetienda)
bollo = “brioche” (“bollo” si dicetimbro,sello)
bronca = “rabbia" (“bronco” si dicebronquio)
bruja = “strega”, “maga”/brujo = “stregone” (“bruco” si dicegusano,larva)
buche = “gozzo”, “sorsata”, “gargarismo” (“buccia” si dicecáscara,vaina)
buque = “nave” (“buco” si diceagujero,hueco)
burro = “asino” (“burro” si dicemanteca omantequilla)
buscar = “cercare” (“buscare” si dicealcanzar,coger)
caldo = “brodo” (“caldo” si dicecaliente ocálido [agg.] ecalor [sost.])
cama = “letto” (“camera” si dicehabitación,cuarto)
cana = “capello/pelo bianco” (cfr. it. “canuto”) (“canna” si dicecaña,bastón)
cara = “faccia” (significa “cara” nel senso di prezzo, altrimenti si dicequerida)
carta = “lettera” [posta] (“carta” si dicepapel)
cartera = “portafoglio”, “cartella” (“cartiera” si dicepapelera)
cazo = “mestolo” (“cazzo” si dicepolla)
cero = “zero” (“cero” si dicevela ocirio)
clavo = “chiodo” (“clava” si diceclava,chachiporra)
cola = oltre a “colla” significa anche “coda" o familiarmente “sedere”
codo = “gomito” (“coda” si dicerabo,cola)
cortar = “tagliare”; “interrompere” (“accorciare” si diceacortar,abreviar)
cuarto = oltre a “quarto” significa anche “camera”, “stanza”
chica = “ragazza” (“cicca” si dicecolilla nel senso di “mozzicone di sigaretta” echicle nel senso di “gomma americana”)
chiste = “barzelletta”, “scherzo” (“ciste” si dicequiste)
chichón = “bernoccolo”, “ematoma” (“ciccione” si dicegordinflón)
cura = oltre che “cura” (in medicina) significa anche “prete” (cfr. italianocurato; “cura” nel senso di “attenzione” si dice invececuidado)
demandar = “denunciare” (“domandare” si dicepreguntar opedir a seconda della situazione)
demora = “ritardo”, “dilazione”, “esitazione” (“dimora” si dicecasa,vivienda,domicilio)
demorar = "ritardare", "esitare" ("dimorare" si dicehabitar,residir,domiciliarse)
embarazada = “incinta” ("imbarazzata" si diceavergonzada)
equipaje = “bagaglio” (“equipaggio” si dicetripulación)
esposar = “ammanettare” (“sposare” si dicecasar)
estafa = “truffa” (“staffa” si diceestribo,abrazadera)
estanco = “tabaccheria” (“stanco” si dicecansado)
estela = “scia”/“stele” (“stella” si diceestrella)
estival = “estivo” (“stivale” si dicebota)
éxito = “successo” (“esito” si diceresultado)
fecha = “data”, “ora” (“feccia” si diceescoria,morralla; “feci” si diceheces; “faccia” si dicecara)
figón = “osteria”, “bettola” (“figo”, variante di “fico” nel senso di “bello”, “carino” si diceguapo)
gordo = “grasso” (“ingordo” si diceglotón,voraz)
grifo = oltre a "grifone", significa anche "rubinetto"
guadaña = “falce” (“guadagno” si diceganancia,provecho,lucro)
guadañar = “falciare” (“guadagnare” si diceganar(se),granjear(se))
habitación = “camera”, “stanza” (“abitazione” si dicecasa,vivienda,domicilio)
jornal = “salario” (“giornale” si diceperiódico,diario)
jornalero = “lavoratore”, “bracciante” (“giornaliero” si dicecotidiano,diario; "giornalaio" si dicegacetero ovendedor de periódicos)
judía = oltre a “giudea” (masc.:judío), significa “fagiolo”
largo = “lungo” (“largo” si diceancho,amplio)
lobo = “lupo” (“lobo” si dicelóbulo)
luego = “dopo”/"dunque" (“luogo” si dicelugar)
mantel = “tovaglia” (cfr. napoletanomappa; “mantello” si dicecapa)
mesa = “tavolo” (“messa” si dicemisa)
naturaleza = “natura” (“naturalezza” si dicenaturalidad oespontaneidad)
nariz = può significare anche “narice” (specie al plurale), ma significa soprattutto “naso”
oso = “orso” (“osso” si dicehueso)
padres = “genitori” (dal latinopater, patris)
paperas = “orecchioni” (“papere” si dicegansos e, nel senso di "gaffes",gallos)
pavo = “tacchino” (“pavone” si dicepavón,pavo real)
peca = “lentiggine”, “neo” (“pecca” si dicefalta, defecto,imperfección)
plátano = oltre a “platano”, significa anche “banana” (ma in Sudamerica:banana)
presa = “diga”, “artiglio” (“pressa” si diceprensa)
prima = premio (“prima” [avv.] si diceantes de)
primo/a = “cugino/a” (“primo/a” si diceprimero/a)
prisa = “fretta” (“pressa” si diceprensa)
pronto = “presto” (“pronto” si dicelisto)
rapaz = oltre a “rapace”, significa anche “ragazzino”
rata = è il “ratto” (“rata” si dice “cuota” o “plazo”)
rato = “momento”, “periodo” (“ratto” si dicerata)
ratón = è il “topo” e informalmente il “mouse” (“ratto” si dice invecerata)
sábana = “lenzuolo” (“savana” si dicesabana)
salir = “uscire” (“salire” si dicesubir)
sellar = “affrancare”, “sigillare” ("sellare" si diceensillar)
sembrar = “seminare” (“sembrare” si diceparecer)
serrar = “segare” (“serrare” si dicecerrar,atrancar,estrechar)
seso = “cervello” nel senso di “giudizio” (“sesso” si dicesexo)
seta = “fungo” (“seta” si diceseda)
siega = "mietitura" ("sega" si dicesierra)
sierra = 1)"sega"; 2)"montagna"/"catena montuosa" ("serra" si diceinvernadero)
subir = “salire” (“subire” si dicesufrir,soportar)
suceso = “fatto”, “avvenimento” (cfr. italianosuccedere e il suo participio passatosuccesso; “successo” (sost.) si dice normalmenteéxito)
sueldo = “stipendio” (“soldo/i” si dicedinero)
tachar = "cancellare" ("tacere" si dicecallarse)
tienda = oltre a “tenda (da campeggio)”, significa anche “negozio” (“tenda” per finestre si dicecortina)
toalla = “asciugamano” o “salvietta” (“tovaglia” si dicemantel)
tocar = oltre a “toccare” (anche in senso figurato), significa “suonare”
todavía = "(non) ancora" ("tuttavia" si dicesin embargo)
topo = “talpa” (“topo” si diceratón)
trabajo = “lavoro” (“travaglio” si dicetribulación odolores in senso medico)
traición = "tradimento" ("tradizione si dicetradicion)
trufa = “tartufo” (“truffa” si diceestafa,fraude)
tufo = “puzza”/"ricciolo" (“tuffo” si dicezambullida)
vaso = “bicchiere” (significa “vaso” solo nel senso di “vaso sanguigno”; negli altri significati, “vaso” si dice:florero,jarrón,tiesto,tarro, ecc.)
vela = oltre a “vela”, significa anche “candela”, “cero”
La lunga dominazionearaba inSpagna ha avuto i suoi effetti anche sul lessico. Le parole di originearaba possono contraddistinguersi per la presenza dell'articolo determinativoaraboal- (non sempre conservato initaliano efrancese). Ci sono anche parecchie parole di origine araba che non presentano tale prefisso. Ecco alcuni esempi:
^In realtà, l'etimologia dialcázar è a sua voltalatina. La parola araba deriva infatti dacastrum, arabizzato inqasr a cui poi va aggiunto l'articoloal-. Quindi l'etimologia precisa vorrebbe castrum (lat.) -> al-qasr (ar.)-> alcazar (spa.). FonteArticolo del Corriere.
Dizionario europeo interattivo di terminologia: un'enorme risorsa linguistica con glossari e traduzioni di parole di ogni genere da e verso tutte le lingue europee, con spiegazioni, fonti e classificazione dell'attendibilità delle diverse traduzioni; particolarmente prezioso per la terminologia tecnica e specialistica (è la risorsa dei traduttori di documenti ufficiali dell'Unione europea)