Traslitterazione Sarvē mānavāḥ svatantratāḥ samutpannāḥ vartantē api ca, gauravadr̥śā adhikāradr̥śā ca samānāḥ ēva vartantē. Ētē sarvē cētanā-tarka-śaktibhyāṁ susampannāḥ santi. Api ca, sarvē'pi bandhutva-bhāvanayā parasparaṁ vyavaharantu.
La presenza storica della lingua sanscrita tra il 300 e il 1800 d.C.
Lalingua sanscrita (anchesanscrito, dasaṃskṛtam,संस्कृतम् indevanagari) è unalingua ufficiale dell'India ed è una delle lingue più antiche che appartengono allafamiglia dellelingue indoeuropee. Il terminesams-kr-ta significa "perfezionato" e può essere reso con il latinocon-fec-tus (la radice sanscrita: "kṛ" corrisponde alla radice latina: "fac", per esempio difacio). Da essa derivano molte lingue moderne del Paese (la prima e più diffusa tra tutte è l'hindi). Ne esistono due varianti poco divergenti: ilsanscrito vedico e ilsanscrito classico, più tardo.
Il ruolo di questa lingua in India è simile a quello che hanno lelinguelatina egreca antica inEuropa. Il sanscrito è la lingua in cui furono concepiti molti testi classici, tra cui iVeda. È una delle ventidue lingue ufficialmente riconosciute dall'allegato VIII dellaCostituzione dell'India.[1]
La primagrammatica sanscrita stampata in Europa fu compilata alla fine del XVIII secolo per opera delmissionarioPaolino da San Bartolomeo[2]. Tuttavia già nel XVI secoloFilippo Sassetti, in alcune lettere dall'India indirizzate agli amici e alla famiglia, indicò una certa somiglianza di alcune parole sanscrite con l'italiano, ma l'affinità tra il sanscrito e le lingue europee più diffuse risultò evidente nel 1786, quandoWilliam Jones dellaEast India Company presentò nella sede diCalcutta dellaRoyal Asiatic Society un saggio in cui dimostrava come la lingua sanscrita fosse riconducibile al ceppo linguistico delle lingue germaniche e delle lingue classiche più conosciute. Di qui l'interesse del sanscrito da parte degli studiosi europei nel XVIII secolo aprì la strada alla linguistica storica e comparata: in particolare furono comparati il sistema delle radici e il sistema delle declinazioni del sanscrito con quelli delle lingue europee classiche e moderne (per esempio sanscritopitàr, grecopatèr, latinopater, tedescoVater, italianopadre). La declinazione del sanscrito comprendeva otto casi, tra i quali lo strumentale e il locativo (cfr. le lingue baltiche e slave).
Il sanscrito è con ogni probabilità la lingua indoeuropea più conservatrice: mantiene tutte le forme originali e ne presenta poche innovative. Il nome ha una declinazione complessa: i casi sono otto (con ogni probabilità, gli stessi dell'indoeuropeo):nominativo,genitivo,dativo,accusativo,vocativo,strumentale,ablativo elocativo; uno in più rispetto al latino arcaico e al gallico, nei quali strumentale e ablativo non sono mai stati distinti; due in più rispetto al latino classico, dove è praticamente perso anche il locativo; tre in più rispetto al greco antico, che assimila strumentale, ablativo e locativo nel dativo e nel genitivo.I numeri sono tre, come in greco antico: singolare, duale e plurale; anche i generi sono tre: maschile, femminile e neutro.Il verbo, assai complesso e arcaizzante, ha quattro modi finiti: indicativo, ottativo, imperativo, condizionale; cinque sono i tempi: presente, imperfetto,aoristo, perfetto e futuro (quest'ultimo non esisteva in indoeuropeo); a differenza di latino e greco, non ha un piuccheperfetto né un futuro perfetto. Accanto all'attivo e al passivo, il sanscrito sviluppa la forma media (unica tra le lingue indoeuropee, insieme al greco antico e ad alcuni relitti in latino assimilati al passivo); le forme sono sintetiche e non perifrastiche, a differenza di quanto accade nella maggior parte delle lingue moderne.
^(LA) Paulinus a S. Bartholomaeo,Sidharubam seu Grammatica Samscrdamica. Siddarupam. Cui accedit Dissertatio historico-critica in linguam Samscrdamicam vulgo Samscret dictam, in qua huius linguae exsistentia, origo, praestantia, antiquitas, extensio, maternitas ostenditur, libri aliqui ea exarati critice recensentur, & simul aliquae antiquissimae gentilium orationes liturgicae paucis attinguntur, & explicantur auctore Fr. Paulino a S. Bartholomaeo, Romae, ex typographia Sacrae Congregationis de Propaganda Fide, 1790.