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Lingua messapica

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Messapico
Parlato inMessapia (Iapigia)
PeriodoVI-II secolo a.C.
Parlanti
Classificaestinta
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Messapico
Codici di classificazione
ISO 639-3cms (EN)
Glottologmess1244 (EN)
Manuale

Lalingua messapica era unalingua (o un insieme di idiomi più o meno affini tra loro) parlata in epoca preromana nel territorio corrispondente all'attualePuglia, principalmente nella parte meridionale della regione e in particolare nellapenisola salentina[1]. È stata così denominata con riferimento aiMessapi, un'antica tribù stanziata fin dall'età del ferro in tutto il settore meridionale dellaIapigia.

Nome

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Il termine "messapico" è tradizionalmente usato per riferirsi a un insieme di lingue parlate da una comunità linguistica relativamente omogenea di tribù (Messapi,Peucezi eDauni) le quali, antecedentemente alla conquista romana, parlavano lingue presumibilmente nonitaliche nelle regioni che in epoca romana divennero note comeApulia eCalabria (odiernoSalento).[2]

Alcuni studiosi sostengono però che, per riferirsi a tutto l'insieme di lingue parlate dagliIapigi, il termine "iapigio" andrebbe preferito al termine "messapico", mentre quest'ultimo andrebbe invece riservato alle sole iscrizioni rinvenute nella penisola salentina, ove già in epocamagno-greca era stanziata la tribù specifica dei Messapi.[2]

Del resto non vi è certezza che in tutto il territorio iapigio si parlasse, in epoca remota, un'unica lingua, anche perché le iscrizioni provenienti dal settore settentrionale della regione sono assai esigue e tardive (non anteriori al IV secolo a.C.). È certo comunque che l'alfabeto in uso nell'area delTavoliere fosse in parte differente rispetto a quello in uso nel Salento.[1]

Origini

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La lingua messapica era di origineindoeuropea. Dell'idioma rimangono poco più di cinquecento iscrizioni (la maggior parte nomi di località o di persona) databili dalVI alII secolo a.C.[3]

Il messapico è da considerarsi una lingua indoeuropea a sé stante[4], benché sia stata anche ipotizzata un'appartenenza allelingue illiriche, attestate sulla sponda opposta delMar Adriatico[5].L'ipotesi del legame tra messapico ed illirico era basata principalmente su nomi di persone trovati su iscrizioni tombali o su riferimenti di scrittori classici.[senza fonte] In alternativa era stato inoltre prospettato un possibile collegamento con lalingua eteocretese.[6]

La lingua messapica decadde sino ad estinguersi dopo che ilSalento fu conquistato daiRomani, che vi introdussero illatino. La vitalità del messapico risultava però già in precedenza compromessa a causa della larga e rapida diffusione dellalingua osca tra le varie popolazioni italiche in epoca preromana;[7] a tal riguardo è significativo che il poetaQuinto Ennio, nato nel 239 a.C. aRudiae (nelTavoliere di Lecce) affermava di parlare, oltre al latino e al greco, la lingua osca, mentre mancava qualsiasi riferimento al messapico.[8] Viceversa, poiché unsostrato (o comunque un influsso) messapico è ben riconoscibile in talune varietà dialettali osche parlate in regioni finitime (ad esempio, nellaTabula Bantina),[9] è plausibile che in epoca remota l'area di diffusione della lingua messapica fosse assai più vasta.

Alfabeto

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I Messapi utilizzavano per le loro iscrizioni unalfabeto greco, più propriamente laconico, certamente importato dai vicini greci diTaras (Taranto).Tra le caratteristiche di tale alfabeto si registrano l'assenza di un segno per la vocale /u/ e la presenza di un segno a forma di tridente che "indica il suono di passaggio (nonfonema) fricativo tra la vocale e lojod successivo"[10].

Alcune caratteristiche fonetiche

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Talune caratteristiche fonetiche del messapico possono essere considerate quasi certe:

  • il passaggio daPIE*o ada (come nell'ultima sillaba del genitivokalatoras)
  • di -m finale in -n (come inaran)
  • di-ni- in-nn- (come nelnome messapicoDazohonnes verso l'illiricoDazonius; il genitivo messapicoDazohonnihi verso il genitivo illiricoDasonii, ecc.)
  • di-ti- in-tth- (come nel prenome messapicoDazetthes verso l'illiricoDazetius; il genitivo messapicoDazetthihi verso il genitivo illiricoDazetii; da una radice comuneDazet- sia in illirico che in messapico)
  • di-si- in-ss- (come nel messapicoVallasso invece diVallasio, derivato dal nome breveValla)
  • la perdita della -d finale (come intepise), e probabilmente di -t finale (come in-des, che forse significa "mettere", dal PIE*dhe-, "mettere")
  • il mutamento delle occlusive sonore aspirate PIE in occlusive sonore semplici: PIE*dh- o*-dh- ind- o-d- (messapicoanda < PIE*en-dha-; confronta il grecoentha) e PIE*bh- o*-bh- inb- o-b- (messapicoberan < PIE*bher- "tenere")
  • il monottongamento del dittongo-au- in-ā- prima (di alcune) consonanti:Bāsta, daBausta
  • la formapenkaheh < PIE*penkwe "cinque".

Iscrizioni

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Pochissime iscrizioni messapiche sono state decifrate. In particolare l'epigrafe nº 149 delCorpus Inscriptionum Messapicarum è stata trovata aVaste e ha avuto la seguente interpretazione da parte di Ciro Santoro[11]:

(messapico)
«Klohi Zis Thotoria Marta pido vastei Basta veinan aran
  • in daranthoa vasti Staboos Xohedonas Daxtassi Vaanetos
  • inthi trigonoxoa Staboos Xohetthihi Dazimaihi beiliihi
  • inthi rexxorixoa Kazareihi Xohetthihi Toeihithi Dazohonnihi
  • inthi vastima Daxtas Kratheheihi
  • inthi ardannoa Poxxonnihi Aimarnaihi»
(italiano)
«Ascolta Zeus! Io, Thotoria Marta cedo alla città di Vaste il mio terreno con garanzia (data)
  • nel Senato della città da Stabuas Xonedon (e) Dazet Vaanet
  • nel collegio dei mercanti da Stabuas Xonetves figlio di Dazimas
  • nel governo da Kazares Xonetves (e) Otves Dazohonnes
  • nell'assemblea cittadina da Dastas Kravehenes
  • ed in quella dei contadini da Poxxonnes Aimarnas»

(Corpus Inscriptionum Messapicarum 149)

Di un'altra iscrizione Messapica ritrovata nellagrotta della Poesia, pressoMelendugno, una traduzione è stata tentata presso laCornell University:

(messapico)
«Klauhi Zis
  • Dekias Artahias
  • Thautouri andirahho
  • daus apistathi vinaihi»
(italiano)
«Ascolta Zeus,
  • Dekias Artahias
  • che va al dio degli inferi Thaotor
  • ... ...»

(Iscrizione della Grotta della Poesia)

InfattiKlauhi, comeKlohi in altre iscrizioni simili, significherebbe "ascolta"! (da *kleu- ascoltare) eZis è l'equivalente messapico di Zeus.Dekias è il nome (come il latinoDecio), mentreArtahias è ungenitivo patronimico con il suffisso –as.Thautori è ildio degliinferi con l'aggettivo andirahho (da *ndher- sotto).

Una dedica in lingua messapica daCeglie Messapica[12].

(messapico)
«Ana Aprodita Lahona Theoto-
  • ridda Hipaka Theotoridda Th
  • aotoras Keosorrihi biliva»
(italiano)
«Alla dea Afrodite Lahona da parte di
  • Theotoridda e di Hipaka. Theotoridda
  • figlia di Thaotor Keosorres.»

(Iscrizione votiva da Ceglie M.)

Note

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  1. ^abAntiche scritture del Mediterraneo, suMnamon.URL consultato il 22 aprile 2020.
  2. ^abDe Simone 2017, p. 1839.
  3. ^S. Marchesini.
  4. ^(EN)Messapic, suMnamon - Ancient writing systems in the Mediterranean.
  5. ^(EN) Philip Baldi,The Foundations of Latin, Walter de Gruyter GmbH & Co KG, 2018, p. 150,ISBN 9783110892604.
  6. ^(EN) G. Glotz,The Aegean Civilization - History of Civilization, Routledge, 2013, p. 221,ISBN 9781136195303.
  7. ^ Giuseppe Micali,XVI – Iapigi, Dauni, Peucezi e Messapi, inStoria degli antichi popoli italiani, Milano, 1836.
  8. ^Quintus Ennius tria corda habere sese dicebat, quod loqui Graece et Osce et Latine sciret ("Quinto Ennio diceva di avere tre anime in quanto parlava greco, osco e latino") - Aulus Gellius, Noctes Atticae 17.17.
  9. ^ Edward Togo Salmon,Samnium and the Samnites, Cambridge University Press, p. 112.
  10. ^De Simone 1964
  11. ^Vittorio Zacchino,Lecce e Terra d'Otranto - De situ Iapigiae
  12. ^C. De Simone,Gli studi recenti sulla lingua messapica, inItalia omnium terrarum parens, Milano 1989, p. 657.

Bibliografia

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  • (EN) Carlo De Simone,Messapic, in Jared Klein, Brian Joseph e Matthias Fritz (a cura di),Handbook of Comparative and Historical Indo-European Linguistics, vol. 3, Walter de Gruyter, 2017,ISBN 978-3-11-054243-1.
  • Francesco Ribezzo,La lingua degli antichi Messapii, A. Tessitore e C., Napoli 1907; (rist. anastatica a cura di Maria Teresa Laporta con prefazione di Ciro Santoro, Congedo, Galatina 1994.ISBN 88-8086-069-0)
  • Francesco Ribezzo,Nuove ricerche per il Corpus inscriptionum Messapicarum, Reale Accademia d'Italia, Roma 1944
  • Vittore Pisani,Le lingue dell'Italia antica oltre il Latino (=Manuale storico della lingua latina, 4), Rosenberg & Sellier, Torino 1953
  • Oronzo Parlangeli,Studi messapici: iscrizioni, lessico, glosse e indici, Milano 1960
  • Oronzo Parlangeli,Le iscrizioni messapiche, Messina 1960
  • Otto Haas,Messapische Studien: Inschriften mit Kommentar, Skizze einer Laut- und Formenlehre, Carl Winter Universitatsverlag, Heidelberg 1962
  • Hans Krahe,Die Sprache der Illyrier, vol.1: Die Quellen, vol.2: Die messapischen Inscriften (con Carlo De Simone e Jürgen Untermann), Wiesbaden 1964.
  • Francesco Ribezzo,Corpus Inscriptionum Messapicarum, a cura e con introduzione di Ciro Santoro; premessa diMauro Spagnoletti, Bari 1978
  • Roberto Giacomelli,I grecismi del messapico, Brescia 1979
  • Ciro Santoro,Nuovi studi messapici. 2 voll.: 1. Epigrafi; 2. Lessico, Congedo, Galatina 1982-1983
  • Carlo De Simone,Iscrizioni messapiche della Grotta della Poesia (Melendugno, Lecce), in «Annali della Scuola Normale Sup. di Pisa», serie III, vol. XVIII, 2, 1988, pp. 325-414.
  • Carlo De Simone,La lingua messapica, inSalento Porta d'Italia, Atti del Convegno Internazionale (Lecce 27-30 novembre 1986), Galatina 1989.
  • Carlo De Simone,Gli studi recenti sulla lingua messapica, inItalia omnium terrarum parens, Milano 1989, pp. 650-660
  • Carlo De Simone,Simona Marchesini,Monumenta linguae Messapicae, 2 voll., Wiesbaden 2002.
  • Sinona Marchesini,Le lingue frammentarie dell'Italia antica: manuale per lo studio delle lingue preromane, U. Hoepli, 2009, pp. 80-141,ISBN 978-88-203-4166-4.

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