La Liguria è una nota destinazione turistica, con le frequentateRiviera dei Fiori,Portofino, leCinque Terre ePortovenere. Registra annualmente circa 15 milioni di presenze turistiche alberghiere su 80 milioni di presenze turistiche annue complessive.[12][13][14]
Secondo un luogo comune, la Liguria sarebbe stretta tra il mare e le catene montuose delleAlpi e dell'Appennino: di conseguenza la regione potrebbe essere ridotta a due fasce costiere, a est e a ovest diGenova: laRiviera di Ponente e laRiviera di Levante. In realtà, la Liguria comprende anche grandi porzioni di territorio tributarie del bacino delPo a nord del crinalealpino-appenninico (circa il 28% della superficie regionale appartiene al bacino padano) e quasi tutto il retroterra marittimo, il lungo tratto di litorale compreso tra gli storici confini con la Francia (Rio San Luigi pressoGrimaldi diVentimiglia) e la bassavalle del Magra nei dintorni diSarzana eAulla (MS): questo confine orientale appare tuttavia meno definito, poiché coincide solo in parte con il basso corso delfiume Magra e include parte della piana litoranea diLuni.
A un criterio amministrativo (secondo cui sarebbe da considerare amministrativamente ligure almeno tutto ciò che è posto a sud del crinale alpino-appenninico nel trattoGrimaldi-Mortola/Passo del Bracco) si sottraggono alcune aree marginali del territorio della Liguria "fisica", che per ragioni storico-politiche appartengono ad altre amministrazioni regionali o statali; è il caso della media e altaVal Roia (a lungo contesa tra Repubblica di Genova, Ducato di Provenza eDucato di Savoia e ora amministrativamente francese, dopo essere stata ligure[16] e piemontese) e delle alte valli deitorrenti Pennavaira e Neva (con i borghi diAlto,Caprauna e Cerisola che, pur rimanendo nella sfera di influenza economico-commerciale della città diAlbenga, sono stati lungamente controllati dal Ducato di Savoia e poi inclusi nellaProvincia di Cuneo).
Sull'origine del termine "Liguria" ci sono due principali ipotesi:
I Greci chiamavano iLigurilígyes ("Λίγυες"), da cui il latinoLigures, derivato dalígys ("Λίγυς") dal significato di "stridolo", "risonante", probabilmente in riferimento alle grida che i Liguri erano soliti emettere prima di combattere oppure al forte rumore delle onde che sbattevano sugli scogli durante le tempeste.[19]
Secondo un'altra ipotesi il nome "Liguri" deriva dalla radice mediterranea *liga- dal significato di "melma", "fango", "palude". Secondo questa ipotesi, in origine i Liguri, stanziati nei pressi dell'attuale città diMarsiglia, a causa delle invasioni dei Celti dovettero migrare più a est, nei territori protetti dalle Alpi. Proprio qui avrebbero fondato una città, che durante il Medioevo verrà chiamataPrata Liguriae e poiLiviera, in stretto contatto con la cultura greca, dalla quale permeò il nome.[20]
L'utilizzo del termine "Liguria" per indicare l'attualeRegione è comunque un'invenzione recente. Il suo primo utilizzo era per designare genericamente il territorio che in età preromana si estendeva dalla Provenza al Veneto. In etàaugustea qualificava laRegio IX Liguria, comprendente anche parte delPiemonte e la parte più occidentale della attualeEmilia-Romagna. Sino a tutto ilXVIII secolo, e poi ancora per buona parte dell'Ottocento, in suo luogo si utilizzava il termineGenovesato. Gli abitanti delle riviere, quando andavano in paesi stranieri, si autodefinivano genovesi; e la parola ligure, paradossalmente, nei dialetti di Liguria neppure esiste. Tutto questo è comprensibile se si considera che la storia della Liguria si identifica in certo senso con la lotta condotta da Genova per affermare la propria egemonia su quel territorio: egemonia apparentemente realizzata nel 1528 allorché, sottomesse le più agguerrite città rivali, fu proclamata laRepubblica di Genova. Essa durò sino al 1797, anno in cui - con il contributo determinante delgenerale Bonaparte e della suaArmata d'Italia - il regime aristocratico cadde e fu sostituito da uno Stato democratico il quale, volendo esser nuovo anche nel nome, si chiamòRepubblica Ligure. Allora per la prima volta questo nome di Liguria venne di moda per designare il Genovesato. In parte dipese dal generale risveglio del lessico greco-romano che accompagnò laRivoluzione francese e la sua espansione in Europa. In parte rispose alla volontà di annunciare un'epoca in cui i privilegi delle antiche «città dominanti» dovevano cedere il posto a una politica di eguaglianza. Era la stessa logica in base alla quale laFrancia rivoluzionaria aveva riorganizzato le proprie circoscrizioni amministrative dando ai dipartimenti nomi tratti unicamente dalla geografica fisica (della Senna, delle Alpi Marittime, ecc.) per distruggere il ricordo delle antiche province e per abolire ogni discriminazione fra città e campagne. Nella Repubblica genovese, che fino all’ultimo aveva mantenuto caratteristiche diStato cittadino dove molte comunità sentivano come prevaricatrice la supremazia della capitale (o, come allora appunto si diceva, dellaDominante), quelle parole "Ligure" e "Liguria" suonarono davvero rivoluzionarie e parvero a molti un presagio di progresso per l’intera regione[21].Dal punto di vista amministrativo i confini della Liguria sono infine stati delineati solo alla vigilia dell'unificazione nazionale, quando le due province diPorto Maurizio e diGenova giunsero ad abbracciare un territorio quasi identico a quello della Liguria odierna.
Con i suoi 5 416,21 km² la Liguria è una delle regioni più piccole d'Italia, dopoValle d'Aosta eMolise, ma è una delle più densamente popolate in quanto ospita 1 552 545[2] abitanti per una densità di 287 ab/km², molto al di sopra della media nazionale, collocandosi al quarto posto, dopoCampania,Lombardia eLazio, nel rapporto tra numero di abitanti e superficie territoriale. Considerando l'orografia del territorio e il fatto che le foreste ne ricoprono il 62,6%[22], appare tuttavia evidente come vi siano notevoli differenze fra la densità di abitanti dell'entroterra (in cui peraltro si sono verificati fenomeni di spopolamento e di migrazione verso le città costiere) e quella del litorale, che sfiora i 1 000 ab/km².
La regione è compresa tra leAlpi Liguri e l'Appennino Ligure a nord e ilMar Ligure a sud, con una catena ininterrotta che costituisce una vera e propria dorsale che si presenta continua nel suo sviluppo (orientato secondo due assi: SW/NE e NW/SE che si incontrano alcuni chilometri a ovest del centro diGenova), ma discontinua nella sua morfologia, con tratti in cui la dorsale alpino/appenninica si presenta estremamente compatta ed elevata allineando gruppi montuosi molto elevati (alle spalle diVentimiglia, una serie di massicci, che dopo laseconda guerra mondiale sono diventati amministrativamente francesi, si innalza fino a quote altimetriche di 2 700–3 000 m) mentre in altri tratti (ad esempio nell'entroterra diSavona e di Genova) la barriera montuosa è poco elevata e profondamente incisa da brevi valli trasversali e da valichi che non arrivano ai 500 m di altitudine sul livello del mare (Colle di Cadibona,Passo dei Giovi,Crocetta d'Orero).
Le coste sono in genere alte, rocciose, frastagliate, soprattutto nellaRiviera di levante, mentre aponente si nota una quasi perfetta alternanza tra rocce a picco sul mare e spiagge sabbiose.Le coste sono talvolta interrotte da estuari di piccoli fiumi, spesso a carattere torrentizio, i quali solcano il territorio perpendicolarmente alla costa sul fondo di profonde vallate.
Panorama innevato del borgo di Bajardo, nell'imperiese
La Liguria gode di un clima mediterraneo, ma non uniformemente: essa risente infatti della morfologia accidentata del suo territorio per gran parte montuoso, aperto su un mare decisamente caldo in rapporto alla sua latitudine relativamente elevata.I fattori morfologici principali sono infatti due: la forma ad arco aperto verso mezzogiorno della regione e la dorsale montuosa che si sviluppa tra il confine francese e quello toscano e costituisce la displuviale tra il versante tributario delMar Ligure e quello padano-adriatico.
Quando d'inverno si forma un'area di bassa pressione sulgolfo di Genova, la zona intorno al capoluogo genovese viene investita dalla tramontana, apportatrice di pioggia e neve a quote basse, che a volte può scendere fino al livello del mare, specialmente in alcune aree ricomprese tra la costa genovese occidentale e il savonese orientale.
L'estate è moderatamente calda ma piuttosto afosa (aGenova Sestri Ponente le medie del mese di luglio sono comprese tra i +20,8 °C della minima e i +27,2 °C della massima). Normalmente le temperature diurne superano i 30 °C solo 3-4 volte nell'arco dell'intero mese di luglio, ma spesso l'umidità relativa atmosferica si mantiene alta anche nel pomeriggio, amplificando la sensazione di calura, che è mitigata solo dalle brezze marittime.
Nell'entroterra il clima èsemi-continentale e più rigido, con valori medi invernali decisamente bassi, specie in alcune conche del versante padano della regione (media giornaliera di gennaio di 0 °C aCalizzano, +1,8 °C aCairo Montenotte, +1,4 °C aSassello, +1,5 aMasone, +2,2 °C aBusalla). Le minime medie di queste località sono comprese tra -2 e -5 °C, mentre i valori minimi stagionali attesi sono attorno ai -10 °C, anche se le temperature notturne possono scendere ben al di sotto di questo valore durante i periodi di gelo più intenso, in particolar modo inval Bormida eval d'Aveto: ad esempio Calizzano nell'ondata di gelo del 1985 sfiorò i -25 °C.[23] Viceversa le giornate estive sono calde, ma le medie giornaliere durante il trimestre estivo sono condizionate dalla forte escursione termica giornaliera e dalle temperature notturne piuttosto fresche (a Cairo Montenotte, 338 ms.l.m., gli estremi minimi e massimi del mese di luglio sono compresi tra +15,0 °C della minima notturna e i +27,7 °C della massima diurna). Salendo di altitudine, in molte valli del genovese, come laval Trebbia, le estati si presentano invece fresche, secche e ventose, con inverni decisamente rigidi e nevosi, e gelate che possono protrarsi sino a metà aprile. Il 1º giugno 2014, per esempio, si registrarono 4 °C nella val Trebbia genovese. Non è raro registrare minime di 5-6 °C nelle vallate interne anche in pieno luglio, specie nella piana diRezzoaglio, dove possono anche verificarsi lievi brinate.
Il resto delle località della costa presenta temperature nel complesso similari, comunque molto miti per la loro latitudine.
Caratteristico è il fenomeno dellamacaia, che si origina soprattutto tra il tardo autunno, l'inverno e la prima parte della primavera in presenza dell'anticiclone subtropicale africano e di venti al suolo dai quadranti meridionali che fanno condensare l'umidità apportata sui vicini rilievi montuosi fino a formare un compatto strato di nuvolosità medio-bassa che può interessare senza soluzioni di continuità gran parte della riviera e dei versanti costieri della regione.
La Liguria è una terra ricca di bellezze naturali in cui il connubio tra terra e mare rende particolarmente eterogenea la varietà di ecosistemi del suo territorio. Infatti si contano unparco nazionale[24], noveparchi regionali, treriserve naturali e una nazionale con cui la Liguria protegge pertanto il 12% del suo territorio[25], per una superficie complessiva di circa sessantamila ettari[26]. Al 2007, con legge regionale n. 34 del 15 novembre, risale l'istituzione del più recente parco naturale della Liguria: ilParco naturale regionale delle Alpi Liguri, avente una superficie di oltre 6 000 ettari e compreso tra laprovincia di Imperia e il confine con laFrancia. Inserito tra le aree da proteggere dal 1995, ma ancora non istituito ufficialmente dalla Regione Liguria, si trova nel territorio provinciale savonese il Parco naturale regionale del Finalese.
LaRiserva naturale regionale di Rio Torsero, composta da 4 ettari, è un deposito fossilifero risalente alPliocene inferiore. Nelle sue rocce si trovano resti di antichimolluschi. Una collezione difossili provenienti dalla Riserva è conservata presso ilmuseo paleontologico Silvio Lai a Peagna, frazione diCeriale. Il territorio si presenta tipicamente roccioso e calcareo coperto a tratti da macchia mediterranea.
L'Area marina protetta Cinque Terre[29], costituita da complessivi 4 591 ettari di estensione, si articola tra Punta Mesco eRiomaggiore. La costa è suddivisa in tre zone (A, B, C) diverse per grado di protezione e tutela. Caratteristiche dell'area sono le pareti di roccia a strapiombo sul mare e fondali rocciosi alternati a zone sabbiose. I fondali sono popolati da diverse praterie digorgonie, anemoni e coralli, invece le aree più sabbiose ospitano laposidonia oceanica;
La Liguria ha una superficie boschiva pari al 69% del proprio territorio, la più alta tra tutte le regioni italiane in percentuale e al tredicesimo posto in termini assoluti, la cui media è del 35%[31].
L'alta percentuale causa però che questa regione subisca incendi boschivi frequentemente, appiccati con dolo nel 71% dei casi.
I più grandi patrimoni forestali sono ubicati nell'entroterra ligure. Imponenti sono le faggete che coprono i versanti appenninici più umidi, a partire dallaval di Vara, con le pregiate foreste delmonte Gottero. Le foreste demaniali delmonte Penna e delle Agoraie, ubicate nelParco naturale regionale dell'Aveto, presentano l'associazione tra ilfaggio e l'abete bianco, tipica delle antiche foreste dell'Appennino ligure.
La faggeta delColle del Melogno, vicino aSavona, è stata da alcuni anni riconvertita all'alto fusto così come l'abetina di Gouta aImperia. Le foreste alpine nell'alta valTanarello, nella zona dell'imperiese, vede associare nelle quote inferiori ilpino silvestre con il faggio e illarice alle pendici delmonte Saccarello.
Laflora ligure è di tipomediterraneo, ma specie nel ponente ha accolto diverse associazione alpine alle quote più elevate simili ai territoriprovenzali o deiPirenei. Molte specie sono state introdotte nei secoli dall'uomo come l'olivo, ilcastagno e ilpino domestico; nella zona collinare prospiciente il mare le colture comprendonovite,olivo e alberi dafrutta; nella fascia litoranea sono sporadicamente coltivati anche gliagrumi, soprattutto illimone. NellaRiviera dei Fiori sono celebri e conosciute le coltivazionifloricole all'aperto o in serra, attività che alimenta l'economia della zona.
Lungo la costa, lamacchia mediterranea comprende specie quali laginestra, l'alaterno, illentisco, ilmirto, ilcorbezzolo e illeccio, albero che in passato formava estese foreste, in gran parte della regione, ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 600–700 m, associazioni vegetali più rare e limitate alle zone più calde e aride delle due riviere sono quelle formate dall'olivastro, dalcarrubo, cui talvolta si associa l'euforbia arborea; tra gli arbusti aromatici vi sono iltimo, l'alloro e ilrosmarino. Nelle zone più ventose, su suoli poco evoluti compare lagariga formata da arbusti bassi e legnosi. Nella fascia marittima e in quella collinare sono prevalenti pinete dipino marittimo e, più raramente, dipino d'Aleppo.
Dalla media collina sublitoranea fino a quote montane si trovano vasti boschi diconifere, in gran parte di origine silvicolturale; si tratta di alberi come il pino nero (Pinus nigra) e l'abete rosso (Picea abies) che non appartengono alla flora ligure ma che sono stati introdotti in virtù della buona resa colturale e del pregio del legname e che ora, seppur naturalizzati, presentano problemi di adattamento al clima dei rilievi liguri (in genere troppo umido e soggetto a veloci e improvvisi sbalzi termici).
In altri casi, come avvenuto per il pinastro (Pinus pinaster) nelle aree collinari di tutta la regione e per il larice (Larix decidua) nelle zone alpine, si tratta certamente di specie appartenenti al dominio floristico ligure, ma che, favorite con tagli selettivi e forzate ben oltre il loro "climax vegetativo", crescono anche in zone che, per caratteristichepedologiche e microclimatiche appaiono molto lontane dai loro contesti di diffusione originaria, che sarebbero la fascia collinare submediterranea delle due riviere, su substrati acidi (rari in regione) per il pinastro e il piano subalpino dei rilievi elevati delle Alpi liguri, in genere in esposizione settentrionale, nel caso del larice. Da ciò deriva quindi la marcata fragilità di molti ecosistemi forestali tipici dell'interno montuoso della regione.
Nelle località turistiche della costa - a partire dalXIX secolo - furono piantati alberi decorativi, per lo più originarie delNordafrica e delle regioni subtropicali dell'America del Nord, dell'Asia orientale e dell'Oceania, come molte specie dipalme, diventate poi il "simbolo" della Riviera specie nel ponente ligure (Riviera delle Palme). Dallaregione asiatica provengono invece le piante dimagnolia, diffuse nei giardini della fascia costiera.
Il clima ligure ha favorito l'acclimatazione di tali specie, sostituendo a volte le piante mediterranee autoctone. Uno dei luoghi più esemplificativi sono igiardini di Villa Hanbury vicino aVentimiglia, creati da una famiglia originaria dell'Inghilterra nell'Ottocento. Furono introdotte originariamente quasi 5 800 specie, ridotte negli anni a circa 2 000. Tra le palme che ornano molte passeggiate a mare, la specie più comune è laPhoenix canariensis (dal fusto grande e tozzo), seguita dallaPhoenix dactylifera oPalma dei datteri dal fusto alto e sottile.
Lafauna della regione è particolarmente interessante per la presenza di rari endemiti, specie adattate sul territorio o rimaste isolate per la frammentazione della loro area di distribuzione. Nel complesso le specie faunistiche sono quelle tipiche dell'area mediterranea risentendo molto la vicinanza con la regione francese dellaProvenza o dellaToscana; annovera anche specie di più lontana origine, che dimostrano gli antichi e storici collegamenti con aree distanti e separate dal mare, come ilMarocco, laSardegna e laCorsica.
Nell'estremaRiviera di Ponente sono presenti alcuni endemiti quali ilcolubro lacertino, il più grande serpente europeo, diffuso nell'Imperiese e nelNizzardo, e dellalucertola ocellata, unsauro dalla caratteristica livrea verde picchiettata a strie nere e con macchie rotonde azzurre sui fianchi dettiocelli. Nell'entroterra vi è la presenza delgallo forcello e vi sono popolazioni dicamosci. Sulmonte Saccarello - tra Liguria eFrancia - è ritornata lamarmotta, in seguito a un intervento dei cacciatori negli anni settanta del Novecento (nonostante la specie non sia cacciabile).
Anticamente vi era presso i boschi dell'Appennino ligure una massiccia presenza dellupo appenninico, sottospecie che ha subito nel corso degli ultimi secoli una quasi scomparsa ed è sopravvissuta in alcune aree isolate dell'Appennino, fino a una nuova espansione del proprio areale, grazie alla sua tutela, a partire dagli anni '90 in poi. Numerose sono invece le famiglie dicinghiali che talvolta si spingono, per la ricerca di cibo, nei centri abitati: nella stessaGenova più volte i media televisivi o i quotidiani locali ne hanno testimoniato con foto e video la loro presenza lungo i greti dei principali torrenti o a ridosso delle abitazioni.Una situazione di sovrappopolazione[senza fonte] che ha pure scatenato polemiche e proteste in alcune zone della regione, con mirate richieste d'intervento ai principali enti regionali e provinciali, per i danni che questi animali sconfinando dal bosco alle proprietà private causano alle recinzioni e alle coltivazioni ortofrutticole.
Mappa dell'Italia e delle sue lingue. Il gruppo ligure è N4. Il ligure è sempre più riconosciuto come lingua non indoeuropea.Liguria nell'Italia romanaCarta del territorio ligure al tempo dei Romani. È molto probabile che il confine occidentale fu il fiume Siagne per unificare tutta la LiguriaAntica carta del territorio ligure. Nel Medioevo la provincia diCanoa-Grassa è annessa alla Francia e al nord il confine non è più ilPo ma gliAppennini
Gli antichiLiguri si sistemarono sul litorale mediterraneo dalRodano all'Arno, ma successivamente le migrazioniceltiche,[senza fonte] come pure le colonizzazioni diFenici,Greci eCartaginesi, rimpiazzarono in alcune aree i Liguri a partire dal IV secolo a.C.
Le testimonianze della presenza dell'uomo in Liguria sono da ricercarsi fin dallapreistoria. Presso il porto diNizza, a Terra Amata, sono state ritrovate le tracce delle più antiche capanne costruite da cacciatori nomadi, circa 300.000 anni fa. Lastratigrafia ha mostrato diversi periodi insediativi, con resti di capanne ovali a focolare centrale, ciottoli scheggiati,raschiatoi e animali catturati qualicinghiali, tartarughe,rinoceronti di Merk, elefanti meridionali, uri, uccelli vari. Vicino aLoano sono state trovate tracce dell'Uomo di Neandertal. Nellegrotte di Toirano sono visibili segni di frequentazioni riconducibili alla fine delPaleolitico Superiore. Nellagrotta dei Balzi Rossi di Ventimiglia sono apparsi resti che ricordano l'Uomo di Cro-Magnon. AlleArene Candide si trovano testimonianze delNeolitico e strati epigravettiani databili tra i 20.000 e i 18.700 anni fa, mentre nelle grotte lungo il torrente Pennavaira, nella valle omonima in territorio ingauno, sono stati ritrovati reperti umani risalenti fino al 7.000 a.C.
La Liguria costiera è sottomessa ufficialmente daiRomani soltanto durante il II secolo a.C., con varie sacche autonome che, date le caratteristiche del territorio, resisteranno al diretto controllo centrale ancora per qualche decennio. La Liguria corrispondeva allaIX regio Italiae come riportaPlinio (III, 5, 49):patet ora Liguriae inter amnes Varum et Macram XXXI Milia passuum. Haec regio ex descriptione Augusti nona est.
La parolaLigure /Liguria fu assegnata a questo popolo prima dai Greci, poi dai Romani e ha il significato di luogo paludoso o acquitrino.[senza fonte] In età classica centri importanti sonoGenua,Savo,Vada Sabatia,Albium Intemelium,Albium Ingaunum eLunae; quest'ultima, ubicata nell'estremo levante ligure e nota ai giorni nostri con il nome diLuni, perderà via via d'importanza sino al definitivo abbandono nel XIII secolo.
Successivamente saràGenova e il suo Comune ad affermarsi e via via a formare la futuraRepubblica di Genova dall'XI secolo.
Il periodo storico più importante per la regione è ilBasso Medioevo, con apice dalla metà del XIII secolo alla metà del XIV secolo (è possibile individuare l'inizio di una lunga decadenza al 1340, inquadrandola in ambito internazionale, con gli avvenimenti anatolici e la crisi delle vie commerciali asiatiche per via della fine dellapax mongolica e anche dell'arrivo deiMing nelCatai).
La storia ligure in età medioevale va ricercata però anche al di fuori della cosiddetta "terraferma", piuttosto marginale per una comprensione e uno studio d'insieme. In sintesi, la storia medioevale dei Liguri andrebbe ricercata pure al di fuori degli odierni confini amministrativi della Liguria.
Essa si sviluppa, a partire dallaprima crociata, attorno alle attività - esplorative prima e commerciali poi - delle famiglie e deglialberghi per lo più genovesi, interessando comunque la vita delle persone di tutto il territorio regionale.
La forza economica dellaRepubblica marinara si manifesta con unimpero colonialeante litteram in senso fortemente e strettamente economico, con basi politiche fatte da una fitta rete di accordi politico-commerciali in tutto ilMar Mediterraneo e ilMar Nero; dense sono le presenze mercantili liguri daGibilterra sino all'Asia centrale, con testimonianze documentate in una miriade di porti e crocevia commerciali.
Sulla terraferma Genova e la sua Repubblica prendono gradualmente il controllo della maggior parte della Liguria, da Levante a Ponente e sconfinando anche in quei territori delBasso Piemonte più vicini al capoluogo genovese, e fino alla caduta dell'ultima città rimasta formalmente libera,Savona, che dopo la distruzione dellaCittadella e l'insabbiamento del locale porto definitivamente capitolò nel 1528. Con la fine del mondo coloniale concomitante all'avanzataottomana (caduta diBisanzio nel 1453 e diCaffa nel 1475), iniziò per la Liguria una nuova era. Il periodo che vide protagonisti le figure diCarlo V e dell'ammiraglio oneglieseAndrea Doria - quest'ultimo promotore dell'istituzione di una nuova repubblica (la cosiddetta Quinta repubblica) più indipendente rispetto alle due maggiori potenze europee dominanti (Francia e Spagna) - e che coinvolse il territorio ligure sino agli inizi del XVII secolo fu denominato comeEl siglo de los Genoveses(il secolo dei Genovesi), caratterizzato dal potere finanziario deibanchieri genovesi e dai prestiti alla Corona di Spagna. A Seicento inoltrato iniziò una nuova e diversa lunga decadenza che si protrarrà per tutto ilSettecento, sino al periodo napoleonico e allarivoluzione industriale, momento della rinascita.
Con l'avvio dellecampagne d'Italia napoleoniche di fine XVIII secolo, e il conseguente sconfinamento delle truppe d'oltralpe nelle terre liguri, la Repubblica di Genova cadde dal 1797 all'interno dell'orbita francese con l'istituzione dellaRepubblica Ligure, fino alla successiva annessione dell'intera regione nelPrimo Impero francese (1805). La caduta diNapoleone Bonaparte coincise con la fine dell'indipendenza della regione: dopo l'effimera e breve ricostituzione della repubblica genovese, nel 1814, ilCongresso di Vienna decretò, malgrado i disperati tentativi diplomatici del ricostituito Senato genovese di salvare l'indipendenza e malgrado la ferma contrarietà popolare, l'annessione alRegno di Sardegna, da sempre in battaglia con il potere dogale.
Contea di Nizza, parte occidentale della Liguria annessa alla Francia nel 1860
Prima di lasciarePalazzo Ducale, i governanti genovesi emanarono il seguente Proclama:
«Informati che il Congresso di Vienna ha disposto della nostra Patria riunendola agli Stati di S.M. il Re di Sardegna, risoluti dall'una parte a non lederne i diritti imprescindibili, dall'altra a non usar mezzi inutili e funesti, Noi deponiamo una Autorità che la confidenza della Nazione e l'acquiescenza delle principali Potenze avevano comprovata.
Ciò che può fare per i diritti e la restaurazione de' suoi popoli un Governo non d'altro fornito che di giustizia e ragione, tutto, e la nostra coscienza lo attesta e le Corti più remote lo sanno, tutto fu tentato da noi senza riserva e senza esitazione. Nulla più dunque ci avanza se non raccomandare alle Autorità Municipali, Amministrative e Giudiziarie l'interino esercizio delle loro funzioni, al successivo Governo la cura delle truppe che avevamo cominciato a formare, e degl'impiegati che han lealmente servito: a tutti i Popoli del Genovesato la tranquillità, della quale non è alcun bene più necessario alle Nazioni.Riportiamo nel nostro ritiro un dolce sentimento di riconoscenza verso l'Illustre Generale che conobbe i confini della vittoria, e una intatta fiducia nella provvidenza Divina che non abbandonerà mai i Genovesi.
Dal Palazzo del Governo, li 26 dicembre 1814
Firmatari:Gerolamo Serra, Presidente del Governo e i senatori Francesco Antonio Dagnino, Ippolito Durazzo, Carlo Pico, Paolo Girolamo Pallavicini, Agostino Fieschi, Giuseppe Negrotto, Giovanni Quartara, Domenico Demarini, Luca Solari, Andrea Deferrari, Agostino Pareto, Grimaldo Oldoini.»
Con il regno sardo la Liguria fu inquadrata amministrativamente sotto la VII Divisione di Genova comprendente le province di Genova, Albenga, Bobbio, Chiavari, di Levante, di Novi e di Savona. Fondamentali e decisive alla causa di unificazione d'Italia furono inepoca risorgimentale diverse personalità genovesi e liguri: tra i più celebriGiuseppe Garibaldi,Giuseppe Mazzini eGoffredo Mameli. L'annessione della regione ligure alRegno d'Italia portò a un nuovo inquadramento amministrativo del suo territorio; alle storicheprovince di Genova e di Porto Maurizio (quest'ultima assumerà, nel 1923, l'attuale denominazione "di Imperia" dopo la creazione dell'omonimo capoluogo imperiese) seguì l'istituzione dellaProvincia della Spezia (1923) nella zona più levantina della regione e nel corso del 1927 dell'ente provinciale savonese.
«Lo stemma della Regione, è costituito da una caravella stilizzata, marginata in nero e colorata in argento, con vela bianca inquartata da croce rossa con stelle d'argento nei riquadri»
«Il gonfalone della Regione, raffigurato nel bozzetto allegato sub B) che forma parte integrante della presente legge, è costituito da un drappo a bande verticali di eguale larghezza colorate, da sinistra verso destra, di verde, di rosso e di azzurro mare. Nel centro del gonfalone figura lo stemma della Regione con larghezza pari ai tre quinti della larghezza complessiva del drappo. All'innesto del puntale sull'asta del gonfalone è annodato un nastro con i colori della bandiera nazionale»
A partire dal 1º gennaio 2015 - ottemperando quanto previsto dalla legge del 7 aprile 2014, n. 56 recante "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni"[37] - la Provincia di Genova ha cessato di esistere in favore dell'istituzione dellaCittà metropolitana di Genova che raggruppa i comuni della precedente istituzione provinciale.
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza» — Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010[38]
Vista delBiscione, quartiere di Genova, uno dei simboli dell'espansione edilizia cittadina
La popolazione ligure è concentrata principalmente nei medi e grandi centri costieri, distribuiti su entrambe le riviere.[39]
Una buona parte della popolazione, però, vive in medi e piccoli comuni dell'entroterra. Questa regione si caratterizza per la presenza di rilievi e l'assenza di vaste vallate che favoriscano l'insediamento. I centri si arroccano su colline e montagne e mediamente hanno poche centinaia di abitanti. Densità maggiori si hanno invece nell'alta valle Scrivia e nellaval Bormida (in quest'ultima si trovaCairo Montenotte, il centro più popolato dell'interno). Per quanto riguarda i servizi, i comuni di queste regioni fanno riferimento ai grandi centri costieri, ma talvolta anche alle città piemontesi.[39]
Da diversi anni la Liguria ha il primato nazionale dell'indice di invecchiamento. I decessi superano nettamente le nascite, causando gravi conseguenze sul piano sociale. Il flusso migratorio degli ultimi decenni (comunque più limitato rispetto alle altre regioni del nord) è riuscito a compensare solo in parte questa situazione.[39]
Nel 2019 i nati sono stati 8 747 (5,7‰), i morti 21 354 (14,0‰), con un incremento naturale di −12 607 unità rispetto all'anno precedente (-8,3‰)[40]. Alla fine dello stesso anno si contavano 139 509 stranieri (9,1%).[40]
Andamento demografico per provincia (ISTAT, 31-12-2019)
La Liguria in passato fu una regione depressa dal punto di vista economico e nelXIX e nelXX secolo migliaia di persone si spostarono verso leAmeriche dove ancora si trovano consistenti comunità liguri (inCile eArgentina soprattutto). Probabilmente il fenomeno fu favorito dalla presenza del porto di Genova, punto d'imbarco per gli emigranti del Nord Italia.[39]
Con ilboom delsecondo dopoguerra (Genova è divenuta uno dei vertici deltriangolo industriale) la situaizione si è invertita e la regione è divenuta terra diimmigrazione, prima dall'Italia meridionale, oggi dall'estero. Ne è conseguita un'impennata dello sviluppo edilizio, con gravi deturpazioni dell'ambiente e il paesaggio. La città che forse meglio rappresenta questo grave problema èRapallo, nelTigullio, dove la grande espansione edilizia ha stravolto molte zone periferiche della cittadina, non prevedendo, tra l'altro, i problemi legati al traffico. Il caso porterà i media a coniare il verborapallizzare, ossia costruire in modo anomalo e senza controllo.[senza fonte] Anche la stessa Genova fu coinvolta nel fenomeno neglianni sessanta esettanta. Alcuni studiosi hanno affermato che il diminuire della popolazione può essere addirittura vantaggioso per risolvere la forte pressione antropica sul territorio.
Se in passato la tendenza era quella di abbandonare il piccolo comune natio per recarsi, sempre per il problema lavorativo, a un centro maggiore come i comuni costieri, oggi si sta verificando l'effetto contrario, cosa per altro tipica delle grandi aree metropolitane di tutto il mondo occidentale. Sono sempre più le famiglie che lasciano le grandi città, talvolta congestionate per l'intensa urbanizzazione, per trasferirsi nei comuni del circondario.[39]
Nella regione esistono vari comprensori geografici che suddividono l'intero territorio.[41]Diversi tra questi hanno al loro interno, o si identificano con, una principale area urbanizzata.Tranne la Val di Magra, la Val di Vara, la Val Bormida, le altre dodici aree si trovano tutte lungo la costa e coprono quasi tutto il litorale ligure, da ovest a est. Secondo le pubblicazioni ufficiali di Cityrailways che diffonde i dati relativi all'ultimo aggiornamento diUrbanismi, Cluster urbani e aree metropolitane – volume primo, Italia, sulla distribuzione urbana della popolazione in Italia, l'urbanizzazione incontrollata ha contribuito a far parlare dell'Area metropolitana della Liguria centrale, che ha come perno l'agglomerato urbano di Genova e comprende gran parte della provincia di Savona, la porzione orientale della Provincia della Spezia e, in una visione ancor più allargata verso un unico grande territorio con forti integrazioni logistiche-produttive, anche quella parte delBasso Piemonte che un tempo costituiva l'Oltregiogo dellaRepubblica di Genova, per una popolazione complessiva che conta 1 510 781 abitanti in una superficie di 4 164,60 km².
Secondo i datiIstat al 1º gennaio 2023[60] i cittadini stranieri residenti in Liguria sono 150 541, pari all' 9,98% della popolazione regionale.
Le etnie più rappresentate sul totale della popolazione residente erano:Albania 21 036 1,39%-Romania 20 928 1,38%-Marocco 15 024 0,99%.
I numeri più alti di stranieri residenti si sono registrati nei quattro capoluoghi provinciali[60] e nei comuni diSanremo (7 110) eRapallo (3 517)[60], rispettivamente la quarta e la sesta città della Liguria per numero di abitanti.
Il comune diAirole si conferma l'ente comunale dove la percentuale di residenti stranieri, rispetto alla popolazione italiana, è più alta in tutta la regione con il dato del 31,42%[60].
Secondo le elaborazioni ISMU su dati ISTAT e ORIM del 1º gennaio 2016, la affiliazione religiosa degli stranieri residenti in Liguria è la seguente:
32,72% Cattolici
32,50% Altre religioni non cristiane
29,12% Altri cristiani
5,66% Senza affiliazione religiosa
Considerando che gli stranieri residenti in Liguria corrispondono all‘8,8% della popolazione, si può affermare che l‘affiliazione religiosa in Liguria, sul totale della popolazione residente nel2016 sia la seguente:
76,52% Cattolici
6,44% Altri cristiani
2,86% Altre religioni
14,18% Senza affiliazione religiosa
Per quanto riguarda la pratica religiosa, nel 2015, il 18,6% dei liguri frequentava il proprio luogo di culto almeno una volta a settimana.
Divisione per Provincia (2016):
Imperia
90% Cristiani (87% Cattolici, 3% Altri cristiani)
2% Altre religioni
8% Senza affiliazione religiosa (6% Senza denominazione/agnostici/indifferenti, 2% atei)
Savona
86% Cristiani (81% Cattolici, 5% Altri cristiani)
3% Altre religioni
11% Senza affiliazione religiosa (7% Senza denominazione/agnostici,/indifferenti, 4% atei)
Genova
80% Cristiani (73% Cattolici, 7% Altri cristiani)
4% Altre religioni
16% Senza affiliazione religiosa (9% Senza denominazione/agnostici/indifferenti, 7% atei)
La Spezia
79% Cristiani (74% Cattolici, 5% Altri cristiani)
2% Altre religioni
19% Senza affiliazione religiosa (10% Senza denominazione/agnostici/indifferenti, 9% atei)
Totale Liguria
83% Cristiani (77% Cattolici, 6% Altri cristiani)
3% Altre religioni
14% Senza affiliazione religiosa (8% Senza denominazione/agnostici/indifferenti, 6% atei)
L'economia della Liguria è basata su aspetti particolari dei tre settori produttivi, generalmente correlati tra loro.Ilsettore primario si basa sostanzialmente su un'agricoltura di qualità, con produzioni specifiche e con garanzie di controllo particolari, ma anche su attività diallevamento (nell'entroterra) e dipesca lungo le coste.
L'industria ligure è generalmente associata ai grandi poli produttivi che sorgono nelle periferie dei maggiori centri urbani come i capoluoghi di provincia. Questo aspetto ha senz'altro contribuito allo sviluppo dall'attività degli importantiporti diGenova,La Spezia eSavona, che hanno dato impulso al commercio marittimo, all'attività cantieristica navale e anche alturismo.L'importazione di materie prime attraverso i porti ha sviluppato quindi l'industria siderurgica,petrolchimica,chimica emetalmeccanica.
Di seguito la tabella che riporta ilPIL ed il PIL procapite[61], prodotto nella Liguria dal 2000 al 2006:
Di seguito la tabella che riporta ilPIL[61], prodotto in Liguria ai prezzi correnti di mercato nel2006, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività economiche:
Macro-attività economica
PIL prodotto
% settore su PIL regionale
% settore su PIL italiano
Agricoltura, silvicoltura, pesca
€ 611,9
1,49%
1,84%
Industria in senso stretto
€ 4.030,7
9,83%
18,30%
Costruzioni
€ 2.261,8
5,52%
5,41%
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni
€ 10.285,0
25,08%
20,54%
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali
€ 10.898,9
26,58%
24,17%
Altre attività di servizi
€ 8.512,1
20,76%
18,97%
Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni
Iltasso di disoccupazione tra persone dai 15 ai 64 anni risulta al 6,3% nel 2023, ed è più basso di quello nazionale corrispondente al 7,8%.Di seguito il dato sul tasso di disoccupazione diviso per province della Liguria[62]:
Anno
2019
2020
2021
2022
2023
Liguria
9,8%
8,6%
8,5%
7,1%
6,3%
Imperia
13,9%
10,2%
11,2%
9,5%
8,7%
Savona
5,8%
6,5%
7,7%
5,1%
6,3%
Genova
10,2%
8,4%
7,7%
6,9%
6%
La Spezia
9%
10,2%
10,1%
8,2%
5,1%
Per quanto riguarda iltasso di occupazione, questo si aggira a livello regionale attorno al 67,4% ed è più alto del corrispondente dato nazionale (61,5%). Di seguito il dato sul tasso di occupazione diviso per province[63]:
La morfologia territoriale ligure condiziona pesantemente la natura delle produzioni agricole e quindi l'utilizzo stesso della terra, limitato alla costa e poche regioni dell'entroterra.
Un caso tipico è quello delleCinque Terre, dove si è sviluppata l'arte di costruzione dei muri a secco, grazie ai quali si è costituito il tipicoterrazzamento ligure, base delle coltivazioni rivierasche.
Si produconofrutta,olive, e soprattuttofiori. La coltivazione floreale (più sviluppata nella Riviera di Ponente) corrisponde a circa metà dell'intera produzione nazionale; a questo si deve il fatto che l'A10 sia stata battezzata "Autostrada dei fiori".
Significativo è l'esempio che fornisce il distretto dellaVal di Vara, in cui si è potenziata la pratica di agricoltura biologica, fino a divenire la quasi totalità della produzione locale, tanto da conferire l'appellativo di "Valle del Biologico". Qui è molto fiorente lazootecnia, allevamento bovino al pascolo sia da carne che da latte.
In Liguria hanno sede alcuni tra i più importanti centri produttivi industriali nazionali soprattutto nel settore della meccanica e della cantieristica. Tra i principali vi sono:
Naturalmente alla presenza di tali centri produttivi consegue una miriade di attività imprenditoriali ed artigianali dell'indotto cantieristico e meccanico.
Tuttavia le criticità economiche liguri sono da addebitarsi principalmente al fatto che il comparto industriale, tradizionalmente a partecipazione pubblica, che aveva dominato l'economia ligure fino agli anni settanta, è entrato in crisi, lasciando al contempo una significativa eredità negativa in termini diimpatto ambientale.Gli spazi ristretti rendono inoltre difficile l'espansione dei porti. La scarsità numerica della popolazione contribuisce alle difficoltà legate alla ripresa.
I settori industriali adalta tecnologia sono una delle poche realtà emergenti dell'economia della regione. In tal senso è stato costituito alla Spezia il distretto nautico, una realtà settoriale in espansione, che ha visto la necessità di aggregare in un unico distretto le realtà produttive in materia di nautica da diporto. Un altro esempio di High tech in regione è costituito dall'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova Bolzaneto.
Nei comuni montani, maggiormente inVal Fontanabuona, è molto fiorente e redditizia l'estrazione e la lavorazione dell'ardesia, chiamatala pietra nera, esportando prodotti (tra i più richiesti ibiliardi) in tuttaItalia ed inEuropa conquistando quasi interamente il settore ardesiaco. Altre attività presenti nelle vallate genovesi sono dedite alle lavorazioni dellaplastica, dellegno e dellacarta. AdAlbissola Marina eAlbisola Superiore, caratteristica e tipica è la lavorazione dellaceramica, dove piccole e medie attività locali adempiono alla produzione e alla vendita diretta di tali oggetti della pregiata e antica materia.
Tra le regioni la Liguria è al 19º posto in Italia per produzione lorda di energia idroelettrica (187,2 GWh), all'11º posto per la produzione di energia termoelettrica (11.227,5 GWh), al 9º per l'energia eolica (8,4 GWh) ed al 17º posto da biomasse (45,4 GWh).[64]
Le centrali termoelettriche del territorio sono:
A Genova sorge un impianto di produzione termoelettrica[65], situato all'interno del porto della città, tra il molo San Giorgio ed il molo ex Idroscalo, in concessione all'Enel, capace di produrre circa 300MegaWatt di potenza con combustione ad olio/carbone[66].
Alla Spezia si trova lacentrale termoelettrica ENEL "Eugenio Montale"[67], un impianto con in esercizio un solo gruppo termoelettrico tradizionale policombustibile, per una potenza complessiva di circa 1300 MegaWatt.
AVado Ligure c'è una centrale termoelettricaTirreno Power S.p.a. in cui sono operative due unità con combustione ad olio/carbone per una produzione di circa 660 MegaWatt.[68]
Il rigassificatore di Panigaglia
In Liguria c'è una continua ricerca di produzione di energia attraverso fonti rinnovabili[69]:
ABergeggi (SV) sono state realizzate alcune centrali fotovoltaiche connesse con un parco mezzi (auto, moto, pulmini e biciclette) a propulsione elettrica;
AMendatica (IM) c'è una centrale idroelettrica comunale;
ASesta Godano (SP) è attiva la centrale idroelettrica in località Ponte Margherita;
AdArmo (Im) ci sono alcune pale eoliche in località San Bernardo;
AVentimiglia, in frazione Varase, si trova una centrale idroelettrica;[71]
AVentimiglia, in frazione Bevera, è attiva una centrale a biomasse.
La proprietà, nel giugno 2007, ha presentato un progetto di rammodernamento dell'impianto che prevede, tra l'altro, di aumentare la capacità produttiva dell'impianto stesso più del doppio della capacità attuale, sollevando enormi polemiche sul territorio e manifestazioni degli abitanti. Al settembre 2007, tutti i comuni del golfo spezzino (Lerici,La Spezia ePortovenere) si sono dichiarati contrari a qualsiasi ipotesi di ampliamento dell'impianto.
Principali aziende e attività economiche in regione
Ilturismo è una delle attività economicamente più rilevanti per la Liguria[72]. Il clima mite, i paesaggi rinomati comePortofino, leCinque Terre oPortovenere, la diversificazione delle offerte e la qualità dei servizi attirano turisti sia dall'Italia che dall'estero. Gli arrivi turistici nel 2007 sono stati di 2.412.238 italiani e 1.203.730 stranieri[73].
La maggior parte dei flussi turistici avvengono nella stagione estiva, in cui è possibile usufruire e godere degli innumerevoli chilometri di spiagge e di servizi balneari[74].
Il turismo di massa (che fa sì che in estate la regione arrivi a triplicare la propria popolazione) ha causato notevoli danni ambientali, come la cementificazione delle coste (fenomeno noto in Liguria comerapallizzazione, daRapallo, uno dei luoghi turistici tradizionali).
Tuttavia in Liguria è possibile trovare, oltre al classico turismo stagionale, proposte tra le più disparate, come ilpescaturismo o l'agriturismo, ovvero forme di soggiorno in cui è possibile contribuire all'attività di pesca o agricola insieme a gente del mestiere.Il turismo in Liguria offre molte possibilità culturali, sia estemporanee (mostre, convegni, festival e feste), sia la visita dei borghi e dei luoghi storici della regione.
Per quanto riguarda il turismo invernale sull'Appennino Ligure, nonostante la vicinanza di altre stazioni climatiche montane piemontesi (es.Limone Piemonte) è possibile sciare sulle piste diMonesi e di Santo Stefano d'Aveto; fino agli anni 2000 era possibile sciare anche ad Alberola, frazione del comune di Sassello.
La Liguria registra annualmente circa 15 milioni di presenze turistiche[75] Nella stagione estiva, con picchi nel mese di agosto, si registrano oltre 3 milioni di presenze alberghiere[76] ed un numero quadruplicato di presenze turistiche alloggiate in seconde case .
Le arterie autostradali che attraversano, o collegano la Liguria ai territori limitrofi, sono:
l'Autostrada A6, anche conosciuta comeVerdeMare (più popolarmente chiamata autostrada della morte per l'estrema pericolosità delle curve di certi tratti fraCeva eSavona), collegaSavona aTorino;
Esse sono collegate alle tangenziali e alle circonvallazioni dei principali centri urbani della regione, costituite da delimitate tratte autostradali, da superstrade, o da alcuni segmenti di strade statali o provinciali.
La rete infrastrutturale ferroviari ligure è indubbiamente condizionata dalla morfologia territoriale della regione; infatti le linee ferroviarie si adattano all'asperità del terreno, formando una dorsale che percorre tutta la costa (ad eccezione delle connessioni con le regioni limitrofe).Le linee ferroviarie liguri sono:
laferrovia Genova-Ventimiglia (comprendente il collegamento regionaleGenova -Savona), che corre lungo tutta la costa del ponente ligure, dal capoluogo genovese fino al confine con laFrancia (parzialmente a binario unico);
la lineaAV/AC Tortona/Novi Ligure-Genova, meglio conosciuta come "Terzo Valico", che consentirà un trasporto più veloce delle merci dal porto di Genova alla retrostantePianura Padana e stimolerà la crescita del porto stesso;
l'ampliamento del nodo ferroviario di Genova col quadruplicamento dei binari tra le stazioni diGenova Voltri eGenova Brignole, consentendo di separare tra le stazioni sopra citate i percorsi dei treni a lunga percorrenza da quelli regionali.
La Liguria presenta nelle due riviere di ponente e levante numerosi porti turistici. Alcuni di questi presentano un buon livello di posti barca e ormeggi, premiati ogni anno con laBandiera Blu.
Il porto turistico di Lavagna, il maggiore della Liguria
Il più importante d'Italia e uno dei maggiori inEuropa è quello diGenova, forte motore dell'attivitàeconomica ecommerciale del capoluogo ligure. Il porto è situato in un'ansa protetta delmar Ligure, occupando all'incirca cinquecento ettari di superficie a terra e altrettanti nello specchio mare antistante.
Si estende per un totale di oltre venticinque chilometri lungo una fascia costiera che partendo dalla delegazione genovese diPra', arriva nel cuore delPorto Antico.
Due sono i fari principali: oltre a quello conosciuto universalmente come laLanterna, che sorge sulla collina di San Benigno, nella zona diSampierdarena, vi è quello, minore e dedicato alle superpetroliere, ubicato a Punta Vagno, nella zona residenziale di corso Italia.
Lo scalo portuale permette di ospitare oltre duecento navi, favorendo i traffici e gli scambi commerciali, tanto da essere classificato come uno dei maggiori scali marittimi delmar Mediterraneo e al vertice per volumi di traffico merci. Poco oltre il bacino petrolifero diPegli è ubicato sul mare il modernoaeroporto Cristoforo Colombo.
Ai terminal destinati esclusivamente al trasporto delle merci, bisogna aggiungere l'immensa area portuale il rinnovato terminal crociere - presso lo storico e celebrePonte dei Mille - e il terminal traghetti di recente costruzione.
Il porto comprende nel complesso due bacini, uno aSavona e l'altro nella vicinaVado Ligure distanziati tra loro circa quattro chilometri. Insieme formano un punto di snodo per i mercati delSud Europa, al 2011 occupano, per volume di traffico, la tredicesima posizione fra gli scali portuali italiani (Porti d'Italia per flusso di merci).
In passato fu un importante scalo marittimo per ilPiemonte e per ilDucato di Savoia, alleanza che porterà laRepubblica di Genova ad interrarne il porto più volte, ha una lunga tradizione nel settore dell'acciaio e dei prodotti forestali - molte infatti nel territorio provinciale le industrie e le vaste aree boschive - nonché un importante scalo per i traffici diautovetture.
L'inaugurazione nel 2003 del nuovoPalacrociere ha permesso di aumentare il numero di passeggeri in transito, dai 200 000 del 2003 fino ai circa 750 000 del 2008 (di cui circa 500 000 tra partenze e arrivi)[79]. L'effetto di questo aumento di traffico a Savona è stato principalmente avvertito a Genova, che ha registrato un aumento di prenotazioni per la visita guidata[79]. A Savona, invece, rimangono i problemi ambientali e di viabilità connessi all'avere un porto passeggeri a poche centinaia di metri dai "carruggi" del centro storico.Il vicino porto di Vado Ligure, oramai inglobato assieme a quello savonese, è un punto di riferimento nelmar Mediterraneo per i traffici ortofrutticoli. Situato nell'angolo nord-est del golfo, il porto mercantile ha una superficie acque complessiva di circa 400.000 metri quadrati.
Grazie alla sua particolare posizione, all'estremità di un profondo golfo, ricco di insenature minori e orientato a nord-ovest/sud-est, il capoluogo provinciale dellaSpezia ha un vero e proprio porto naturale.
Al centro dell'arco costiero che va daGenova aLivorno, il porto è protetto da una catena di monti e riparato dai venti dilibeccio grazie al promontorio diPortovenere e alle isolePalmaria eTino.
Ladiga foranea di circa 2.200 metri rende tranquilla la rada, facilitando pertanto le manovre di ancoraggio, di accosto alle banchine, di ormeggio della navi praticamente in tutte le stagioni.
un porto turistico aPorto Maurizio che, specie nella stagione estiva, agisce da fulcro per il turismo marino, importante risorsa economica della città
quello diOneglia invece ospita principalmente pescherecci e navi mercantili[80]
Il porto commerciale di Imperia (Oneglia) è un grande patrimonio storico e risorsa imperiese e, specie in passato, ferveva di traffici mercantili (commercio dell'olio e della pasta, del legname e, per un certo periodo, persino componenti per laFIAT). Esso fu per diversi anni l'unico sbocco sul Mediterraneo della casataSavoia (ilPrincipato di Oneglia faceva parte degli stati dei duchi di Savoia) e, per questo, luogo strategico più volte insidiato e cannoneggiato dai nemici dei Savoia del momento (Regno di Francia, Spagnoli ecc.).Antico e caratteristico con i suoi portici tinti di un bel rosa, ospita una famosa asta del pesce e una flotta locale di pescherecci medio-piccoli. Per il futuro è previsto il potenziamento della filiera del pesce onegliese e inoltre anche dell'area commerciale, grazie ai lavori di una nuova banchina mercantile in via di ultimazione, a supplemento e supporto della banchina oceanica esistente e attrezzata con bighi di forza e gru, del settore mercantile con traffici compatibili con gli spazi a disposizione. La Compagnia Lavoratori Portuali "Lodovico Maresca" gestisce dal 1933 le operazioni di sbarco e imbarco del Porto commerciale di Imperia.
Alla città è stata conferita nel 2006 laBandiera Blu per la qualità dei servizi del porto turistico (Imperia Mare).Ha acquistato rilevanza internazionale per i raduni biennali di Vele d'epoca, che vedono centinaia di yacht, grandi e piccoli, riunirsi nel porto. Sempre nell'ambito dei raduni navali a Imperia è degno di nota e conosciuto a livello internazionale il raduno di motoryacht d'epoca, che si tiene ogni due anni (alternandosi alle Vele d'epoca) in calata Cuneo, nel porto di Oneglia.
Il porto di Imperia
Si stanno effettuando i lavori di ampliamento portuale, che prevedono la realizzazione di 1400 posti barca e un'ampia serie di servizi ed esercizi commerciali a terra. I lavori per il nuovo porto hanno preso il via con la posa della prima pietra a marzo del 2006, e nel 2009 sono state completate le prime opere, mentre per vederlo terminato totalmente bisognerà probabilmente aspettare ancora molto tempo. I lavori consistono sia nella riqualificazione di aree che precedentemente ospitavano insediamenti industriali, sia nella costruzione di nuovi moli in aree precedentemente occupate dal mare e che sono state interrate nel secondo dopoguerra.[81]
L'aeroporto principale della regione è indubbiamente l'internazionale "Cristoforo Colombo" diSestri Ponente. Si tratta di uno scalo situato a circa 9 km ad ovest dal centro diGenova (a cui è collegato con l'autostrada dei Fiori), e sviluppato su unapenisola artificiale realizzata con il riempimento di un tratto di mare.
Inaugurato nel 1962, inizialmente era dotato di una pista di 2285 metri (adesso lunga 3065 metri) e di un'aerostazione provvisoria costituita da alcuni prefabbricati. Invece di essere temporanei, i prefabbricati sopravvissero a lungo e la nuova, definitiva aerostazione vide la luce solamente nel 1986.
Lo scalo viene talvolta utilizzato come scalo di supporto per gli aeroporti delnord Italia quando questi sono chiusi pernebbia. L'aeroporto genovese riveste un ruolo importante per il supporto fornito alle strutture e al personale del porto mercantile, che costituisce il principale bacino d'utenza, insieme alle industrie manifatturiere e alle strutture fieristiche.
Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) della Liguria, classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE e definite dal Decreto 25 marzo 2005 (pubblicato sullaGazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 168 del 21 luglio 2005)[83].
Nel capoluogo esistono diversi istituti di studi superiori (sia pubblici che privati), tra i quali spiccano per eccellenza l'Università di Genova e l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). Oltre all'Università che raccoglie undici facoltà, gli altri istituti sono perlopiù monofacoltà, e rispettivamente sono: gastronomico, architettonico, astronomico, tecnologico, idrografico, linguistico, medico, della Marina Mercantile, artistico, musicale, danza accademica. A questi si affiancano numerose accademie, sparse in tutta la regione.
L'Università di Genova, con sedi didattiche anche aImperia,Pietra Ligure,Savona,Chiavari eLa Spezia, conta undici facoltà, per un totale di 125 corsi di studi di primo livello e oltre 90 di laurea specialistica. Nell'anno accademico 2002/2003 vi risultavano quarantamila iscritti.
I tradizionaliCristi nella festa di santa Caterina diVarazze
La Liguria ha mantenuto nei secoli molte manifestazioni folcloristiche della cultura locale[94], dalle ricorrenze religiose - talvolta ereditate da antiche tradizioni pagane - alle feste profane.
La vigilia diNatale nei comuni diGenova,Savona ePietra Ligure si celebra la tradizionale cerimonia medievale delConfuoco - detto in lingua ligureO Confeugo - nel corso della quale le autorità locali vengono omaggiate con un tronco d'alloro, bruciato nella pubblica piazza per trarre, come vuole la leggenda locale, gli auspici per il nuovo anno. Nello Spezzino, alla veglia delceppo natalizio segue la conservazione dei resti del pasto, quale rimedio per le malattie degli animali durante il periodo invernale.
La notte di Natale nei borghi storici diPigna,Carpasio eMontalto Ligure sopravvive la tradizionale offerta dell'agnello da parte dei pastori locali. Tipici e famosi sono ipresepi (celebre ilPresepe genovese) con i classici costumi liguri allestiti a Genova, Bargone (Casarza Ligure),Lavagna,Rapallo eZoagli. La domenica più vicina al 20 gennaio - ricorrenza disan Sebastiano - aDolceacqua e aCamporosso in valNervia, la processione viene aperta da un grande albero di alloro - dove secondo la tradizione il santo fu legato - decorato conostie colorate, i cui rami vengono in seguiti tagliati e distribuiti ai presenti.
ATaggia la notte precedente la festa disan Benedetto - prima metà di febbraio - viene celebrata con un gran falò derivante il lancio di piccoli razzi, dettii fùrgari; in tale ricorrenza si celebra inoltre il ricordo dello scampato pericolo nel 1625 durante la guerra tra laRepubblica di Genova e ilDucato di Savoia.
Il periodopasquale, specie ilVenerdì santo, viene ricordato solennemente con le tradizionali processioni delleconfraternite - dette ancheCasacce - dai ricchi abiti e dagli enormicrocifissi ricoperti di finissime decorazioni floreali inargento. I crocifissi, ricordanti appunto laCrocifissione di Gesù, possono arrivare ad un peso complessivo fino a 150 chilogrammi e vengono portati in processioneda un uomo solo (esiste un'apposita tecnica per sopportare meglio il peso) con la figura diGesù rivolta all'indietro verso il corteo. Secondo alcune fonti storiche codesta tradizione è risalente dopo labattaglia di Lepanto del 1571, quando i crocifissi furono rivolti a poppa nella navi dei Genovesi, evitando così l'oltraggio degli infedeli.
Curioso il venerdì santo che si celebra aCeriana dove le quattro confraternite locali animano con le loro processioni la notte e il giorno seguente, cantando durante la lunga cerimonia antichimiserere. ASavona, invece, tale ricorrenza pasquale si tiene durante gli anni pari nella quale le confraternite, in abiti caratteristici, portano in processione preziose casse di legno scolpite dal celebre scultoreAnton Maria Maragliano e conservate nelle chiese cittadine, oltre alla reliquia della croce diGesù.
ABajardo nel giorno diPentecoste si celebra la storicaFesta della Barca, per ricordare la tragica fine della figlia del conte locale, mandata a morte dal padre insieme all'amato, un capitano della flotta navale diPisa giunto nel comune per tagliare un albero per la propria nave. Ogni anno nella piazza principale viene innalzato un grande albero, attorno al quale la popolazione danza in circolo tenendosi per mano e cantando una celebre ballata rievocando così la storia della giovane.
ASassello nelle manifestazione de ilCantu de ove alcuneuova dal guscio dipinto vengono scambiate con un ramoscello fiorito dipesco o dimandorlo; stessa tradizione si svolge nell'altaval Bormida dove la ricorrenza prevede una schermaglia fra il gruppo dei cantori locali e gli ospiti.
AVarazze il 30 aprile si festeggiaSanta Caterina da Siena, in onore dell'omonima Santa che si fermò a Varazze e la guarì dalla peste. Durante la festa è possibile ammirare la processione di Cristi tra le più famose in Italia. Assieme alla processione viene figurato un corteo storico che ripercorre la vita della Santa (il corteo negli ultimi viene fatto la domenica precedente alla festa).
Nel borgo marinaro diCamogli la seconda domenica di maggio si festeggia san Fortunato, patrono dei pescatori. La processione avviene il sabato sera dove la cassa con la statua del santo, pesante circa quattro quintali, viene portata a braccia da otto volontari lungo le vie cittadine. Al rientro del santo nellaBasilica di Santa Maria Assunta inizia lo spettacolo pirotecnico culminate con l'incendio del campanile. Il giorno seguente viene allestita la celebreSagra del pesce dove un grosso padellone permette la cottura nell'olio di quintali di pesce, serviti poi ai partecipanti alla sagra.
IlCorpus Domini viene celebrato aDiano Marina,Civezza,Sassello e aBrugnato con spettacolariinfiorate, ossia grandi decorazioni delle principali strade cittadine con petali di fiori che raffigurano personaggi e scene sacre.
Nella notte del 24 giugno, solennità disan Giovanni Battista, aTriora si accendono falò sulle alture per segnalare la salita all'alpeggio delle greggi transumanti. Il 22 luglio si svolge aTaggia laFesta della Maddalena, festività culminante con l'originaleDanza della morte, eseguita da due uomini travestiti accompagnati dalla banda musicale cittadina che alterna una tarantella a una danza funebre.
ADolceacqua, durante laFesta della Michetta, la mattina del 15 agosto un semplice dolce locale viene offerto dai giovani alle ragazze del borgo; la ricorrenza trae ricordo dalla ribellione popolare del 1364 contro iljus primae noctis. In luglio e agosto si svolgono palii e rievocazioni storiche. AGiustenice, in luglio, si assiste alla rievocazione dell'assalto al castello, episodio che fa riferimento ad un fatto realmente accaduto tra il1448 e il1452 tra ilMarchesato di Finale e laRepubblica di Genova; la domenica successiva ricorre ilPalio dei Carri.
A Camogli, la prima domenica d'agosto, si svolge la processione di barche dellaStella Maris; aVentimiglia, la domenica precedente ilFerragosto, si organizza un corteo storico in costume e una gara di tiro allabalestra. ALavagna, il 14 agosto, vi si celebra laTorta deiFieschi, una festa in costume che rievoca il fastoso matrimonio del conteOpizzo Fieschi conBianca dei Bianchi nel 1230; per l'occasione viene preparata una gigantesca torta. Verso settembre celebre è laSagra del Fuoco diRecco, festa patronale della cittadina recchese in onore alla sua santa patrona.
La cucina ligure prende spunto per la maggior parte delle sue ricette dalladieta mediterranea, unione culinaria tra i piatti di mare con i prodotti della terra, tuttavia piatti apparentemente semplici sono esaltati nei loro sapori dall'uso delle numerose erbe aromatiche comerosmarino,timo, ecc., che crescono spontaneamente su tutto il territorio, tipiche dellamacchia mediterranea.
Tra i prodotti locali di grande pregio c'è sicuramente l'olio di oliva, base e condimento dei principali piatti della gastronomia ligure. Nella tabella successiva sono elencati alcuni tra i piatti tipici:
Nello spezzino le principali produzioni vinicole della provincia sono ilCinque Terre (DOC), loSciachetrà, eccellente e famoso vino liquoroso prodotto anch'esso nelleCinque Terre, ilLevanto e laVernaccia, provenienti dalla Riviera dei Promontori e ilVermentino delle colline diLuni e diArcola.
Caratteristica di questa regione è lalingua ligure, parlata anche nelle regioni confinanti (Piemonte,Emilia-Romagna), nell'Isola di San Pietro (Carloforte eCalasetta) inSardegna, inCorsica (Bonifacio,Ajaccio eCalvi), nel confinanteDipartimento delle Alpi Marittime (Mentone,Tenda,Briga, e nellaVal Roia) inFrancia e nelPrincipato di Monaco (nella variante dialettalemonegasca che è lingua nazionale del paese).La lingua ligure, seppur sia parlata sempre meno a causa di diversi fattori socio-culturali, è ancora utilizzata, sia per le opere letterarie di cui è stata protagonista, sia per la "ridiffusione" degli ultimi anni, attuata ad esempio daGilberto Govi o da gruppi musicali come iBuio Pesto, oltre che, come è noto, daFabrizio De André. Interessante notare come, il termineligure (così come la parolaLiguria) non compaiono inlingua ligure, in quanto termine relativamente recente. Infatti, fino a tempi recenti, si è sempre parlato dilingua genovese, anche nelle aree più distanti dalcapoluogo ligure, non tanto a causa della forte influenza dell'ex-Repubblica di Genova quanto per il significato più lato del termine "genovese" (non in quanto "della città di Genova" quanto "appartenente alla cultura del Dominio genovese"; per comprendere meglio questo concetto, si può fare un paragone con il termine "Romano", che in epoca classica non indica tanto un abitante, o un concetto, relativo alla città di Roma quanto qualcosa di correlato alla cultura della Roma classica; il medesimo concetto è applicabile, per comprendere, alla cultura genovese del Medioevo, più nello specifico dal secolo XII a tutto il secolo XVI).
Il patrimonio complessivo delle biblioteche liguri è stimato in circa 8 milioni di pezzi, non tutti accessibili perché non tutte le biblioteche sono regolarmente funzionanti. Nel PoloSBN Ligure, a gestione regionale, sono stati collocati circa 1,2 milioni pezzi e nel Catalogo delle Biblioteche Liguri[96] si contano oltre 1,1 milioni di titoli (dati 2017); è disponibile una biblioteca digitale regionale.[97] Nei cataloghi informatizzati esistenti in Liguria si stima siano registrati circa 3,5 milioni di pezzi.[98]
La Liguria vanta inoltre una forte tradizione in due deglisport di squadra più popolari in Italia: ilcalcio e lapallanuoto. Le compagini liguri hanno infatti ottenuto diverse affermazioni nei tornei nazionali ed europei.
Nel 2024ACES Europe ha conferito alla Liguria il titolo di Regione europea dello sport per l'anno2025.[99]
Sono sette le squadre pallanuotistiche liguri che hanno vinto almeno unoscudetto: laPro Recco vanta trentatré affermazioni, l'Andrea Doria otto, ilCamogli sei, ilGenoa quattro, ilSavona tre, ilBogliasco e loSturla una. La Pro Recco e il Savona, che hanno ottenuto la vittoria di trofei anche in ambitoeuropeo, militano in Serie A1 assieme alQuinto.
Al 2024, il 75% del bilancio regionale è assorbito dalla sanità che chiude il 2023 con un disavanzo di 230 milioni di euro (di cui 140 per a.Li.Sa.).[100][101]
Nella regione con più anziani in Italia, la sanità ha un prevalente carattere privatistico, con più di mille ambulatori e cliniche convenzionati (e non) e il 5% della popolazione che rinuncia a curarsi.[102] La Liguria è la terza regione in Italia per la percentuale di medici e infermieri in rapporto alla popolazione: 2.3 medici e 6.65 infermieri ogni mille abitanti.[103]
^F. Toso,Profilo di storia linguistica di Genova e della Liguria, inStoria della cultura ligure a c. di D. Puncuh, vol. IV. «Atti della Società Ligure di Storia Patria», N.s., XLV (2005), pp. 191-230
«Foreste, terreni agricoli e praterie rappresentano rispettivamente il 64,9%, il 12,4% e il 2,1% del totale territorio della Regione Liguria (relazione annuale di attuazione PSR 2016)
(...)Le foreste liguri continuano a crescere: dal 2005 al 2013, l'area forestale regionale è passata da circa 22 700 ettari a quasi 400 000 ettari.
Questo fenomeno è di solito a scapito di collina e pascoli montani e aree agricole, anch'essi in contrazione a causa del continuo abbandono di attività rurali (Rapporto sullo stato delle foreste in Liguria nel periodo 2011-2013).»
Ingrassetto sono indicate le province il cuicapoluogo è anche capoluogo di regione; incorsivo sono indicate le città metropolitane. Per quanto riguarda leregioni a statuto speciale, in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione; in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis; il Friuli-Venezia Giulia è diviso inenti di decentramento regionale e la Sicilia inliberi consorzi comunali