Lidija Korneevna Čukovskaja (inrusso Лидия Корнеевна Чуковская;Helsinki,24 marzo1907 –Mosca,7 febbraio1996) è stata unascrittrice epoetessarussa.
Figlia dello scrittore estorico della letteraturaKornej Ivanovič Čukovskij, Lidija Korneevna Čukovskaja nacque nel 1907 ad Helsinki, inFinlandia, alloraGranducato autonomo dell'Impero russo, ma visse poi aLeningrado ove lavorò presso unacasa editrice per l'infanzia. Nell'agosto del1937, durante legrandi purghestaliniane, soffrì la dura esperienza dell'arresto del suo secondo marito, il giovanefisicoMatvej Petrovič Bronštejn (1906-1938), condannato a dieci anni direclusione "senza diritto di corrispondenza". Informata dellasentenza, Lidija Korneevna riuscì, fuggendo a Mosca, ad evitare la deportazione che spesso colpiva anche le mogli dei condannati. Tornata a Leningrado cercò in ogni modo di ottenere informazioni sulla sorte di Matvej.
In questo periodo, alla fine del 1938, conobbe lapoetessa[1]Anna Achmatova che, come Lidija, viveva un'analoga esperienza dolorosa: il figlio, Lev Gumilëv, era stato arrestato e Anna cercava, recandosi al carcere, dopo file estenuanti insieme con tante altre donne, di avere qualche sua notizia. La comunanza del dolore rese le due donne intime e confidenti.
L'angoscia dei tentativi infruttuosi di avere notizie del marito, la sensazione crescente, sia pure priva di conferme, che Matvej fosse stato già giustiziato, il dolore della sua amica Anna, si riversarono nel raccontoSof'ja Petrovna che Lidija Korneevna, con notevole coraggio e obbedendo ad una esigenza interiore incoercibile[2], riuscì a scrivere in brevissimo tempo: dal novembre1939 al febbraio del1940. Incoraggiata dalla stessa Achmatova, alla quale lo lesse, decise di affidare ilmanoscritto ad amici sicuri perché lo custodissero celato. Uno scritto del genere, rara testimonianza dei sentimenti e della vita quotidiana della società sovietica nei duri anni dell'ežovščina[3], se scoperto dalla polizia politica dellaNKVD[4], avrebbe portato alla morte.
Solo nel1957, quando Matvej Petrovič furiabilitato, Lidija Korneevna ebbe la conferma ufficiale dell'esecuzione del marito: era stato “processato”, condannato efucilato nello stesso giorno, il 18 febbraio 1938[5]. Dopo un primo tentativo infruttuoso di pubblicazione nel1962 all'epoca delladestalinizzazione diChruščёv,Sof'ja Petrovna poté esserelegalmente letto inUnione Sovietica solo nel febbraio1988, con l'avvento diGorbačëv[6], sul periodico leningradeseNeva.
Un altro incontro particolarmente significativo per la Čukovskaja, dopo quello con Anna Achmatova, è descritto nella sua operaPrima della morte: ritratto di Marina Cvetaeva, ove Lidija ricorda con affetto i suoi colloqui, avvenuti nel1941, con la poetessa e scrittrice russaCvetaeva[7]. Anche Marina era stata duramente colpita negli affetti dalle purghe staliniane: erano scomparsi in quel periodo il marito, ex ufficiale dell'Armata Bianca, e il figlio. L'affetto e le parole di Lidija non riuscirono ad evitare, dopo poco, in quello stesso anno, il suicidio di Marina[8]. Lidija Korneevna morì, a ottantotto anni, nel 1996 aPeredelkino, unvillaggio didacie, a sud-ovest di Mosca, residenza di molti noti scrittori sovietici.
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