Il liceo classico è improntato all'insegnamento dellediscipline umanistiche, anche attraverso lo studio delle lingue e delle culture classiche, a cui sono comunque accostate anche materie scientifiche ed altre materie il cui insegnamento è comune a tutte le altre scuole secondarie, tra cui ad esempiomatematica,lingua inglese,scienze motorie e sportive oltre chereligione cattolica eeducazione civica (Come materia trasversale nella maggior parte delle scuole).
In base all'ordinamento del 2010 previsto dallariforma Gelmini, la maggioranza del monte ore è appunto assegnata alle materie umanistiche che prevedono l'insegnamento di lingua e letteratura italiana, lingua e cultura latina, lingua e cultura greca, filosofia, geografia e storia a cui si aggiunge a partire dal terzo anno anche storia dell'arte mentre la rimanente parte è assegnata all'insegnamento di: lingua e cultura inglese, matematica, scienze naturali, scienze motorie e sportive oltre che religione cattolica o attività ad esso alternative a cui si aggiunge fisica a partire dal terzo anno. Geografia e storia vengono trattate unitariamente nel biennio per poi lasciare spazio, a partire dal terzo anno, al solo insegnamento della storia mentre l'insegnamento delle scienze naturali tratta, nel corso dei cinque anni, di biologia, chimica e scienze della Terra.
Il biennio del liceo classico, in base all'ordinamento del 2010, mantiene la denominazione diginnasio, tipica nella tradizione europea delle scuole propedeutiche agli studi classici superiori.
Il liceo classico trova le sue radici nel "ginnasio-liceo" istituito nel 1859 dallalegge Casati[1] come scuola successiva alleelementari, che venivano rese obbligatorie; la legge, inizialmente vigente nel soloRegno di Sardegna, fu poi estesa a tutta Italia dopo l'unificazione. I licei, peraltro, già esistevano, essendo stati istituiti in epoca napoleonica per assicurare un'istruzione di alto livello anche da parte di istituzioni laiche. Con la legge Casati si voleva, come nel resto d'Europa, mettere ordine nel settore, precisando quali erano le prerogative dello Stato in materia di istruzione.
Sul modello della tradizione scolastica umanistica preunitaria, la legge Casati prevedeva un unico indirizzo liceale in cui le materie letterarie e umanistiche erano prevalenti. Il piano di studi originario prevedeva un corso di otto anni (non esistendo all'epoca la scuola media), diviso in un quinquennio ginnasiale e in un triennio liceale; lo studio del latino iniziava nella prima classe del ginnasio, quello del greco nella terza.
Il ginnasio-liceo era una scuola secondaria della durata di otto anni. Vi si accedeva dopo la scuola elementare (inizialmente di durata quadriennale) e dava accesso a qualsiasi facoltà universitaria; il ginnasio-liceo era l'unico corso di studi secondario di tipo liceale, ovvero non finalizzato a una formazione tecnico-professionale, ma al proseguimento degli studi in ambito universitario.
Il piano di studi si rifaceva direttamente alla tradizione scolastica deltrivio ed erano quindi prevalenti le materie umanistiche, tanto che, ai primi anni del ginnasio, le sole italiano e latino coprivano tre quinti del totale delle ore di lezione. Va però considerato che, all'epoca, la scuola elementare (quadriennale e comunale) era molto diversa da quella moderna e che, di fatto, la prima vera scolarizzazione avveniva al ginnasio.
Il ginnasio-liceo era quindi pensato per formare le future classi dirigenti: chi lo frequentava avrebbe proseguito gli studi, perciò i programmi non contemplavano alcuno scopo utilitaristico né riferimenti al mondo del lavoro.
Fin dal suo inizio, la scuola fu criticata per il suo approccio umanistico-filosofico, che relegava ad un ruolo di secondo piano l'istruzione tecnica.[2]
Il ginnasio liceo delineato dalla legge Casati rimase sostanzialmente invariato fino al 1923, anche se i programmi e i quadri orari vennero rinnovati più volte (nel 1867, 1881, 1884, 1888, 1892).[3] Il quadro orario del 1892 introdusse lo studio del francese dalla terza ginnasio alla quinta ginnasio, colmando la mancanza di una lingua straniera.
All'inizio del Novecento, essendo emerso il problema della carente istruzione matematico/scientifica, fu concesso ai singoli licei di attivare sezioni sperimentali in cui, al posto del greco, potevano essere impartiti insegnamenti di matematica o di una lingua moderna. Nel 1911 fu istituito illiceo moderno, che si affiancò al corso tradizionale; per distinguerlo da quest'ultimo, il tradizionale ginnasio liceo iniziò a essere chiamato informalmente "liceo classico", anche se, ufficialmente, il nome restava "ginnasio-liceo".
Il liceo moderno fu abolito nel 1923 con lariforma Gentile, che contestualmente istituì il liceo scientifico.
Lariforma Gentile del 1923 riprese l'impianto complessivo del ginnasio/liceo, accentuandone l'aspetto umanistico-classicista.[4] Questo era in sintonia con i principi dellafilosofia neoidealista, di cui Gentile era, conBenedetto Croce, il massimo esponente. Infatti i filosofi neoidealisti consideravano le discipline letterarie, storiche e filosofiche le uniche in grado di fornire vera e propria conoscenza. Veniva valorizzata soprattutto la filosofia, costituendo essa la fondazione ultima delle scienze astratte e naturali, e proprio per questo indispensabile per renderle comprensibili.
Nella logica gentiliana la scuola d'élite doveva coincidere con il liceo "classico", destinato alla formazione delle future classi dirigenti e per questo posto in una posizione privilegiata nei confronti degli altri indirizzi secondari superiori: solo ai diplomati in possesso di maturità classica era infatti concessa la libera iscrizione in qualsiasi facoltà universitaria, mentre ad esempio chi proveniva dalliceo scientifico non poteva iscriversi né alettere, né agiurisprudenza. Questa ultima preclusione era particolarmente grave, in quanto giurisprudenza era la laurea di elezione per i politici e i parlamentari.
I profondi mutamenti apportati all'intero sistema scolastico si risentiranno anche sul liceo classico: la nuova scuola elementare, quinquennale e statale, garantiva una preparazione adeguata; per accedere al ginnasio bisognava superare un nuovo impegnativo esame di ammissione; erano previsti esami altrettanto impegnativi tra la III e la IV ginnasio, tra la V ginnasio e la I liceo, e, a fine corso, il nuovoesame di maturità, un esame di stato estremamente rigoroso.I nuovi programmi ministeriali esaltavano la componente estetico-letteraria: lo studio dell'italiano e della filosofia fu strutturato in chiave storica, come studio della storia della letteratura e del pensiero filosofico.
Il nome ufficiale rimase "ginnasio liceo", benché l'ultimo triennio venisse correntemente chiamato "liceo classico", per poterlo distinguere dalliceo scientifico.
Prima dellaRiforma Bottai l'istruzione dopo le elementari era divisa in diverse scuole, ognuna delle quali era propedeutica a un certo indirizzo (liceale o tecnico). Nel 1940 Bottai istituì lascuola media "unica" triennale,[5] che assorbì i primi tre anni di ginnasio: da allora il liceo classico è strutturato come una scuola quinquennale, ma mantenne la numerazione delle classi previgente (quindi i primi due anni sono le classi quarta e quinta del ginnasio, gli ultimi tre sono le classi prima, seconda e terza del liceo: la numerazione è peculiare, poiché le altre scuole secondarie prevedono le classi dalla prima alla quinta in corrispondenza degli anni di corso).
A parte qualche necessario ritocco agli orari, come la divisione distoria egeografia in due singole materie per il IV e V ginnasio, il nuovo corso rimaneva sostanzialmente identico al precedente.
In questa occasione il nome ufficiale fu cambiato in "liceo classico"; la denominazione degli anni di corso, però, rimase quella tradizionale, non più in vigore dal 2010: dopo la III media c'erano la IV e la V ginnasio e poi la I, la II e la III liceo classico.
Permanevano l'impostazione gentiliana con l'accesso in esclusiva a tutti i corsi universitari e la lingua straniera limitata al primo biennio. Quest'ultimo aspetto cominciò a essere percepito come una lacuna, sempre più grave col passare degli anni, che sarà superata solo neglianni novanta con il meccanismo delle sperimentazioni.
A causa deglieventi bellici, dopo Bottai 1940-1944 l'orario e il quadro delle materie fu più volte rimaneggiato (vedi Biggini 1944/45 e Arangio Ruitz 1945-1952) nell'età della Repubblica. L'orario definitivo si avrà solo nel1952/53 ad opera del min.Segni.[6]
La quota degli studenti del liceo classico iniziò a diminuire in favore delliceo scientifico, l'accesso al quale era stato facilitato con l'istituzione della scuola media. Dopo il 1969, con la liberalizzazione dell'accesso all'università, questa quota si ridusse ulteriormente; al momento dellariforma Gelmini (varata nel 2010), fra gli iscritti all'ultimo anno di corso, il liceo classico avrebbe contato 51.000 studenti a fronte dei 103.000 del liceo scientifico.[7]
Nel 1969 l'accesso all'università venne liberalizzato, ponendo un termine alla preminenza del liceo classico nei confronti degli altri indirizzi di studi secondari: l'iscrizione a ogni facoltà fu concessa a tutti i diplomati degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale.[8]
Come tutte le altre scuole superiori, anche i licei classici a partire dal '70 godettero di una certa autonomia che consentì di attivare corsi sperimentali insieme al corso d'ordinamento ufficiale previsto dal Ministero, o anche in sostituzione di questo. I corsi sperimentali, una volta approvati concircolare ministeriale, potevano essere liberamente adottati dai singoli licei.
La sperimentazione più diffusa andava a colmare quella che era avvertita come la maggiore lacuna di questa scuola, ossia la mancanza della lingua straniera negli ultimi tre anni; e in effetti, questa sperimentazione sostituì di fatto il corso d'ordinamento e fu essa stessa la base di ulteriori sperimentazioni, come la sperimentazione storia dell'arte e la sperimentazioneP.N.I. Al momento dellariforma Gelmini (2010), la stragrande maggioranza degli studenti frequentava uno di questi corsi:
Sperimentazione liceo classico della Comunicazione: prevedeva lo studio della materia aggiuntiva "Scienze della Comunicazione", inoltre venivano inserite nel programma un'ora di diritto ed economia sin dalla quartaginnasio, due ore in più di matematica e due ore di scienze della terra e biologia. Il Linguaggio della Comunicazione può variare da informatica, cinema, teatro e danza.
Sperimentazione liceo classico PNI linguistico: prevedeva il consueto potenziamento della matematica (4 ore al ginnasio, 3 ore al liceo) e l'insegnamento non curricolare di una seconda lingua straniera (francese, tedesco, spagnolo, prevalentemente la prima) per due ore settimanali per i primi quattro anni. L'apprendimento dell'area linguistica, così potenziata, viene fondato sullo studio comparato delle radici classiche comuni grammaticali e semantico-lessicali. L'indirizzo coniuga, dunque, la formazione classica, integrata con ampliamenti in aree matematico-informatiche, con le esigenze della cittadinanza europea, ampliando il curriculum con l'insegnamento di una seconda lingua comunitaria.
IlLiceo classico europeo prese le mosse dai principi deltrattato di Maastricht. L'apprendimento dellelingue degli Stati membri viene abbinata alla conoscenza della cultura e della storia dei popoli europei e questo istituto nasce per favorire la formazione di una coscienza europea, per ottenere un rafforzamento sempre maggiore dell'Unione europea.
Il liceo classico europeo è stato pensato a partire dai programmi del liceo classico tradizionale ai quali sono stati aggiunti interessi specifici o innovative. In particolare lo studio quinquennale di due lingue straniere (lalingua inglese e una seconda lingua comunitaria tra ilfrancese, iltedesco e lospagnolo), deldiritto e dell'economia politica, di due materie curriculari non linguistiche insegnate in lingua straniera trastoria,storia dell'arte, scienze,geografia (chiamata anchegeostoria), diritto ed economia politica, l'accorpamento delgreco e dellatino in un'unica materia (lingue e letterature classiche) con approccio comparatista; inoltre le ore di matematica vengono aumentate fino a raggiungere un totale uguale a quello del liceo scientifico.
Nel 2008 gli iscritti al liceo classico erano circa 280 000 (il 70% ragazze), ponendo questo indirizzo scolastico al quarto posto dopo i licei scientifici e gli istituti tecnici e professionali.[9]
Secondo i dati forniti daLa Repubblica, dal 2010 al 2023 il numero di matricole del liceo classico si è dimezzato.[10]
Nell'anno scolastico 2024/2025 gli iscritti sono stati il 5,34% in calo dello 0,34% rispetto all'anno scolastico 2023/2024[11]
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Secondo dati del consorzioAlmalaurea, al 2016 i diplomati del liceo classico conseguivano il punteggio di laurea più alto (105/110) in quindici settori differenti, e pari merito col liceo scientifico nelle facoltà di ingegneria (con una media di 102,1). I diplomati del classico risultavano regolari negli studi al pari di quelli dello scientifico. Inoltre, ne usciva superata l'immagineclassista di questa scuola: il 33,8% degli iscritti proveniva infatti dallaclasse mediaimpiegatizia, mentre il 13,7% dallaclasse del lavoro esecutivo. Secondo i dati diAlmadiploma, il 74% degli ex allievi ha dichiarato che sceglierebbe di nuovo lo stesso percorso di studi.[12]
Sull'utilità dello studio del latino è stato osservato che il 75% delle parole inglesi sono prestiti dal francese (lingua neolatina) o da questa lingua classica.[13]
Secondo alcuni autori sarebbe la scuola che prepara meglio ad affrontare gli studi universitari[14] ma le opinioni in merito non sono concordi.[15] Numerosi scienziati italiani hanno un solido background umanistico.[16] Il classico è stato considerato a lungo "scuola formativa per eccellenza", e la sua organizzazione fu impostata a tal fine.[17] Nel tempo ha fatto registrare una riduzione di iscritti.[18][19]
Il dibattito sulla necessità o meno di abolire lo studio dellatino e delgreco antico non è recente. Già nel 1782,Thomas Jefferson affermava che in Europa l'insegnamento del greco e del latino era in disuso. Nella relazioneSulle condizioni della pubblica istruzione nel Regno d'Italia del 1865, si affermava che «Le lettere latine non sono studiate né amate dai giovani e, in quanto a cognizioni di latino, si ha un notevole regresso da venticinque anni a questa parte» e, per il greco, «il frutto dello studio del greco nelle nostre scuole è così scarso, e che i giovani appena uscitine, dimenticano così profondamente quel poco che ne hanno appreso, che è impossibile non considerare come perduto il tempo e la fatica che discepoli e maestri vi hanno consacrato»[20]. All'inizio delXXI secolo, Federico Condello e il quotidianoIl Sole 24 Ore si sono occupati della questione.[21]
Nel 1906,Ernesto Cesare Longobardi scrisse che "l'Italia ha più bisogno di uomini che producono che di uomini che parlino e scrivano, più di commercianti e di tecnici che di commentatori di classici"; ma affermò anche che abbandonare completamente lo studio del latino sarebbe altrettanto dannoso.[21]
SecondoFrançoise Waquet, la rivoluzione sociale che ha portato all'informazione di massa è stata generata anche dal rifiuto del privilegio sul piano della comunicazione da parte di una élite. Il latino era stato non tanto una lingua morta, quanto piuttosto una linea guida per affrontare la vita.[22]
Dai sostenitori del modello educativo che il liceo classico incarna, la comprensione del testo è vista come fondamentale per poter tradurre correttamente latino e greco antico; tale traduzione è stata assimilata a "ricerca scientifica" come tipo di esercizio mentre, secondo altre opinioni, quanto si fa coi testi di letteratura greca e latina si potrebbe realizzare con pari risultati dedicandosi alle lingue moderne. Inoltre l'insegnamento delle lingue antiche non migliorerebbe la preparazione degli studenti, confrontandola con quella ottenuta dalle altre scuole superiori, ma soltanto le loro competenze nell'ambito delle discipline umanistiche, quindi sarebbe più idonea solo per studenti con questi specifici interessi.[23]
Per alcuni gli insegnamenti sono rimasti legati ai secoli passati, quando la formazione era destinata all'élite. Se i dati statistici sembrano premiare il liceo classico,[24] questo non risulterebbe sufficiente per sancire una superiorità del liceo classico rispetto alle altre scuole superiori.[25][26] Avendo ancora oggi il liceo classico la fama di essere una scuola elitaria, gli studenti che si iscrivono al liceo classico sarebbero in partenza già un po' più preparati e motivati dalle famiglie rispetto a quelli che si iscrivono in altre scuole superiori e avrebbero raggiunto risultati migliori già dallascuola media inferiore.[27] Un altro fattore potrebbe essere la presenza molto ridotta di studenti extracomunitari, partendo da analisi che mettono in relazione il numero di studenti stranieri col rendimento collettivo.[28]
Il liceo classico non sarebbe al passo con la modernità[29] e, diversamente da quanto avviene nei Paesi più sviluppati, solo in Italia una "scuola elitaria" rende obbligatorio l'insegnamento del latino e del greco antico. L'istruzione in Paesi come laFinlandia, considerata tra le migliori al mondo, oppure quella degli Stati Uniti d'America (i cui contenuti e modello, come il SAT o l'APT delThe College Board, sono stati imitati anche da molte scuole superiori cinesi), non prevedono l'insegnamento delle lingue antiche se non marginalmente.[30]
Secondo alcuni, il liceo classico sarebbe la "scuola che tutti ci invidiano",[31][32] e questo è stato ripetuto da più fonti;[33][34] tuttavia la scuola italiana (e il liceo classico in particolare) non sembrerebbe essere ai vertici dell'istruzione europea o mondiale. Le classifiche pubblicate da organismi come l'OCSE spiegano che gli studenti italiani studiano per un numero di ore (in media 50 ore a settimana) sensibilmente maggiore rispetto a studenti di altri Paesi, come ad esempio Germania (36 ore a settimana) o Svizzera (38 ore a settimana) e, nonostante ciò, la preparazione degli studenti italiani sarebbe nettamente inferiore.[35]
In occasione delle elezioni politiche del 2018,Emma Bonino ha affermato che in Italia sarebbero necessari più ingegneri e operai specializzati che latinisti, e che i laureati in Italia sono di per sé pochi e spesso preferiscono corsi di laurea umanistici, con scarsi e malpagati sbocchi lavorativi.[29][36] Il periodicoiO Donna ha pubblicato un'analisi comparata condotta separatamente dai giornalistiTommaso Labate ePaolo Conti dalla quale emerge il terrore di formare "legioni di coltissimi disoccupati intellettuali".[36]
Il 21 aprile2016, presso il Liceo Classico-Scientifico "Gulli e Pennisi" diAcireale (CT), è stato sottoscritto e depositato l'atto istitutivo dellaRete Nazionale dei Licei Classici (RLNC),[37] soggetto pubblico al quale, a maggio 2016, già aderivano oltre ottanta istituti presenti in sedici regioni di tutto il Paese. Fra gli obiettivi istituzionali della rete, sono citati la promozione di "iniziative finalizzate alla valorizzazione e alla diffusione della cultura e degli studi umanistici" e la "diffusione di testi in formato digitale e materiali per la didattica prodotti dalle singole istituzioni scolastiche",[37] aprendo alla possibilità di un loro rilascio acontenuto aperto, liberamente consultabile anche da utilizzatori diversi da studenti e docenti di istituti superiori o università.
Le competenze della RLNC riguardano:
aspetti organizzativi: tecnologie multimediali, ambienti di lavoro e di apprendimento, processi, progetti, competenze
aspetti didattici: materiale didattico, buone pratiche ed esperienze, seminari e incontri a livello territoriale, attività o laboratori di ricerca e formazione, alternanza scuola-lavoro.
Il 17 maggio2018 è stato presentato alMIUR ilportale della Rete Nazionale dei Licei Classici[38], strumento comunicativo e collaborativo utile per condividere la programmazione degli obiettivi strategici e l'adeguamento "metodologico-didattico delle discipline d'indirizzo di curricolo"qualificanti il percorso di studi.
Le risorse economico-finanziarie della Rete sono attinte dal MIUR, dagli Uffici Scolastici Regionali, da enti e soggetti privati. La loro gestione amministrativa e contabile è a carico dell'istituto capofila.[37]
Secondo dati delMIUR, al 2017 sarebbero presenti in Italia 707 licei classici, di cui 565 statali e 162 paritari. Le regioni che ne vantano il numero maggiore sono laCampania (97), ilLazio (90) e laSicilia (88, a fronte di 5 milioni di abitanti).
LaLombardia ne ha 75 per 10 milioni di abitanti, ilPiemonte ne ha 37 per 4.3 mln di residenti, laPuglia 58 per poco più di 4, l'Emilia-Romagna 26 per 4.4 milioni.[39]
Convitto nazionale Agostino Nifo, fondato tra il XIV e il XVII secolo come convento per i monaci agostiniani. L'11 luglio 1868 un certo Giambattista Solari di Napoli venne nominato Direttore del Ginnasio, a seguito del rifiuto di Stanislao Trabucco. Con deliberazione del 21 agosto l'istituto venne ufficialmente nominato "Agostino Nifo", dal filosofo sessano che aveva anche alloggiato nel convento secoli prima; pochi mesi dopo il Ginnasio nacque anche il Liceo classico.
Liceo classico Paolo Sarpi, fondato aBergamo nel 1506 come scuola della "Misericordia", prima scuola pubblica di grammatica, scienze umane e retorica della città, divenuta "Accademia della Misericordia" nel 1566, regio Liceo con decretonapoleonico nel 1803 infine, dal 1865 liceo ginnasioPaolo Sarpi
Liceo classico Decio Celeri, fondato aLovere nel settembre 1531 come "Scuola di grammatica, pubblica e gratuita, a cura della comunità civile e affidata all'umanista Maffeo Marchesi da Esmate", trasformata nel 1630 in "Accademia Brighenti, istituto di retorica, filosofia e teologia", trasformata in seminario nel 1763 dal Vescovo di Brescia Mons. Domenico Bollani; dichiarato Regio ginnasio nel settembre 1887; dedicato a Decio Celeri nel settembre 1928; dichiarato autonomo nel settembre 1962 quale "Liceo ginnasio Decio Celeri"[41]
Liceo classico Tommaso Campanella, fondato aReggio Calabria nel 1564 come collegio gesuitico. Nel 1667 fu soppresso e due anni dopo venne istituita una scuola di umanità. Un terremoto e altre vicende costrinsero a nuove chiusure e riaperture di istituti e collegi. Nel 1814 fu istituito il liceo di Reggio Calabria con decreto diGioacchino Murat e nel 1865 divenne liceoTommaso Campanella.[42]
Liceo classico Cavour, fondato aTorino nel 1568 come "Collegio dei Nobili" delDucato di Savoia, dal 1805 liceo napoleonico del Piemonte francese poi reale collegio maggiore delRegno di Sardegna. Dal 1848 divenne il primo liceo statizzato del regno con le leggiBoncompagni, dal 1859 regio liceo e regio ginnasio e dal 1865 liceoCavour.
Liceo Giuseppe Palmieri, fondato aLecce nel 1583 come collegio Lupiense dai gesuiti guidati daBernardino Realino. Dopo il 1770 questa istituzione subì varie traversie, venne soppressa per essere poi riaperta nel 1807 come collegio-convitto dedicato a San Giuseppe e nel 1832 fu riaffidata ai gesuiti. Dal 1861 fu liceo ginnasio e pochi anni più tardi liceoGiuseppe Palmieri.[43]
Liceo classico Virgilio, fondato aMantova nel 1584 come collegio dei gesuiti, dal 1807 divenne regio liceo delMincio con decreto napoleonico e dal 1867 liceo ginnasio Virgilio. Ha sede nelpalazzo degli Studi di Mantova.[44]
Liceo classico Michele Morelli, fondato aVibo Valentia nel 1612 come collegio dei gesuiti per interessamento dellafamiglia Pignatelli, dal 1767 divenne regia scuola, dal 1797 collegio di S. Spirito e dal 1812 real collegio Vibonese. Dal 1939 liceo ginnasio stataleMichele Morelli.[49]
Liceo classico Ugo Foscolo, fondato aPavia nel 1647 come istituto superiore dai gesuiti con corsi di grammatica, umanità e retorica, dal 1773 regio ginnasio austriaco e dal 1865 liceoUgo Foscolo.[53]
Liceo Francesco Petrarca, fondato adArezzo nel 1687 come collegio dei gesuiti. Nel 1857 nasce come liceo, anche musicale, dedicato aFrancesco Petrarca.[54]
Liceo ginnasio statale Bartolomeo Zucchi, fondato aMonza nel 1728 come collegio dei gesuiti grazie a un lascito diBartolomeo Zucchi. Divenne in seguito regio imperial collegio poi, nel 1822, venne chiuso per difficoltà economiche e riaperto nel 1826. Dal 1928 liceo parificato e dal 1939 unificato al ginnasio presente nella stessa sede.[56]
Liceo classico Niccolò Machiavelli, fondato aLucca nel 1785. Nel palazzo Lucchesini, nel 1369, la città ottenne daCarlo IV di Lussemburgo il permesso di ospitare un'università ma il progetto non fu realizzato. Nel 1785 venne istituito un liceo-università dotato di gabinetto di fisica, teatro anatomico, orto botanico e osservatorio astronomico. Nel 1861, guando ilGranducato di Toscana entrò a far parte delRegno d'Italia, l'istituto divenne liceo classicoNiccolò Machiavelli.
Liceo classico, fondato aSan Demetrio Corone nel 1794 come collegio universitario per gli italo-albanesi calabresi. Dal 1833 divenne scuola pubblica e dal 1923 istituto statale, staccato dal collegio.[61]
Liceo classico Marco Polo risale al 1812, nell'ambito delle politiche scolastiche attuate daNapoleone nei territori sotto il suo controllo, sotto forma diginnasio erariale con un corso di studi che prevedeva soltanto le prime quattro classi di Grammatica. Con il passaggio di Venezia alRegno d'Italia, la scuola assunse la denominazione definitiva di "Ginnasio-Liceo Marco Polo".
Liceo classico Tito Livio, fondato aPadova nel 1811 come liceo dipartimentale del Brenta. Dal 1819 divenne ginnasio comunale S. Stefano e dal 1872 liceo classicoTito Livio.[63]
Educandato statale "Agli Angeli", fondatoVerona nel 1812 daNapoleone Bonaparte negli spazi precedentemente occupati da due conventi cittadini. l'istituto comprende un liceo classico.[65]
Liceo classico Carmine Sylos, fondato aBitonto nel 1818 come attività educativa di alto livello intellettuale e civile. Con decreto regio del 31 ottobre 1865, firmato da Vittorio Emanuele II, la sede del Liceo classico fu fissata nell'ex convento di Santa Teresa, e venne affidata ad un Consiglio di Amministrazione di giurisdizione comunale.[69]
Liceo classico Vincenzo Gioberti, fondato aTorino nel 1822 come collegio di San Francesco da Paola. Dal 1848 comprende anche il collegio di Porta Nuova e dal 1865 diviene liceo classicoVincenzo Gioberti, con agli altri 67 licei del regno.
Liceo classico Luca de Samuele Cagnazzi, fondato adAltamura nel 1857 come seminario vescovile aperto, come istituto di istruzione, anche a chi non intendeva seguire una vocazione religiosa. Divenne istituto tecnico ginnasiale di Altamura nel 1861. Nel 1880 divenne collegio pareggiato intitolato aLuca Cagnazzi de Samuele e dal 1908 fu liceo ginnasio. Raccoglie antichi strumenti scientifici di cui alcuni risalirebbero all'Università degli Studi di Altamura, attiva a cavallo tra XVIII e XIX secolo.
Liceo classico statale Vincenzo Lanza, fondato aFoggia nel 1858.[71]
Liceo Quinto Ennio, fondato aGallipoli nel 1860 nel convento domenicano del centro storico. Nei primi decenni delXX secolo la sua sede fu trasferita.
Liceo classico Ruggero Settimo, fondatoCaltanissetta nel 1860 come liceo comunale provvisorio. Nel 1863 diventò liceo ginnasiale governativo. Sino alla sua fondazione a Caltanissetta esisteva, dal 1809, un liceo gesuitico.
Liceo classico Vittorio Emanuele II, fondato aLanciano nel 1865.[77]
Liceo Ginnasio Statale Daniele Manin, fondato a Cremona nel 1865.
Liceo Classico Edoardo Amaldi-sede A. Doria, fondato aNovi Ligure dai Padri Somaschi a metà del XIX secolo, divenuto Regio Liceo Ginnasio nel 1866 con la soppressione degli ordini religiosi. Dal 1994 fa parte del Liceo Amaldi di Novi Ligure come sede distaccata.
Liceo classico “Tiziano”, fondato a Belluno il 25 novembre 1866[78]
Liceo classico "Mariano Buratti", fondato aViterbo nel 1870.[80]
Liceo classico "San Nilo", fondato a Rossano nel 1871 come ginnasio comunale, divenuto nel 1874 regio ginnasio e liceo classico comunale nel 1915https://anticabibliotecacoriglianorossano.it/
Liceo classico “Archita”, fondato aTaranto nel 1872.[81]
Liceo classico G. e Q. Sella, fondato aBiella nel 1875.[82]
Liceo Classico Matteo Tondi, fondato aSan Severo nel 1876. Dal 1889 diventa regio ginnasio e dal 1935 regio liceo ginnasio. Dal 2000, con il liceo scientifico Giuseppe Checchia Rispoli, costituisce l'istituto statale di istruzione secondaria superiore “G.C. Rispoli – M.Tondi”.[83]
Liceo classico Antonio Calamo, fondato aOstuni nel 1881 come ginnasio pareggiato ma già esistente in città come seminario vescovile sino alla fine delXVIII secolo. Dal 1894 venne rifondato come liceo privato sino a quando, nel 1933, divenne liceo comunale San Carlo Borromeo”.[84]
Liceo classico statale "G.Govone", fondato adAlba nel 1882.[85]
^ Ministero della Pubblica Istruzione - Dipartimento per la Programmazione Ministeriale, per la Gestione del Bilancio e per le Risorse umane e dell’Informazione,I numeri della scuola (PDF), suEduscuola.URL consultato il 30 agosto 2019.
^La democrazia politica e l'informazione di massa sono nate anche dalla lotta contro il latino come lingua della comunicazione d'élite e come segno del privilegio sociale.Françoise Waquet, quarta di copertina.
^Istituzione dei Collegi Gesuitici, suexalunnisantomasocuneo.org, Associazione "Ex Alunni San Tomaso - Cuneo".URL consultato il 18 settembre 2019.
^La storia, suliceoclassiconovara.it, Liceo classico Carlo Alberto.URL consultato il 18 settembre 2019.
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«I Gesuiti arrivano a Pavia nel 1601 e nel 1647 stipulano con il Comune di Pavia una convenzione per l'istituzione di scuole gratuite e aperte a tutti gli studenti. Nasce così il primo embrione di quello che diventerà l'attuale Liceo classico»
Gianfranco Tortorelli e Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation,Educare la nobiltà,atti del convegno nazionale di studi, Perugia, Palazzo Sorbello, Bologna, Pendragon, 18-19 giugno 2004, pp. 27-29,ISBN978-88-8342-350-5,OCLC260093554.URL consultato il 18 settembre 2019.
Françoise Waquet,Latino L'impero di un segno (XVI-XX secolo), traduzione di Alessandro Serra, Milano, Feltrinelli, 2004,ISBN88-07-10370-2,OCLC860392371.
Ugo Cardinale (a cura di),A scuola d'italiano a 150 anni dall'unità Più lingua, più letteratura, più lessico: tre obiettivi per l'italiano d'oggi nella scuola secondaria superiore, Bologna, Il mulino, 2011,ISBN978-88-15-15021-9,OCLC752061900.
Miska Ruggeri,Giù le mani dal Liceo Classico. Un manifesto reazionario, prefazione di Massimo Fini, Milano, Book Time, 2017,ISBN 978-88-6218-296-6.