Allo stato attuale si ritiene che "un ragionevole punto di partenza possa essere individuato nelle prime, embrionali forme medievali, non a caso da tempo immemore simboleggiate dal momento topico della stesura della Magna Charta, la quale formalizza in termini abbastanza nitidi le prime ‘libertà negative’ di stampoanglosassone. Altro è il discorso da fare per le più moderne ‘libertà attive’, allora ancora a venire ma già possibili da intravedere man mano che si procede più avanti nel tempo"[4].
SecondoPasquale Villari "così è nata quella costituzione la quale, se non ha, come le istituzioni latine, un principio generale che la informi e la domini; è però un sistema di poteri e di diritti, talmente bilanciati e concordi fra loro, che si tengono stretti ed uniti, come se fossero venuti d’un getto solo, e fanno veramente un sol corpo. La vita sociale e politica cammina insieme colla più ampialibertà individuale; e così l’Inghilterra s’è trovata lungamente alla testa della civiltà, ed è la più ferma e costante sostenitrice di quelle libertà moderne, che furono in gran parte sua conquista, e saranno in eterno sua gloria"[5].
Rapporto tra costituzionalismo e liberaldemocrazia
Come reazione "alla tendenza a risolverein chiave monistica il problema della sovranità"[6], il filo conduttore del pensiero costituzionale di ispirazione democratico-liberale fra le due guerre - che accomuna idealmente le numerose varianti del parlamentarismo razionalizzato, i tentativi di regolazione legislativa dei partiti politici, la elaborazione kelseniana della democrazia procedurale, e soprattutto la fondazione teoretica, sempre ad opera diHans Kelsen - tradusse l’attenzione per le trasformazioni della politica novecentesca e per le poderose espressioni organizzative di essa nella ricerca di congegni di razionalizzazione del potere politico, con l’obiettivo di calare principi ed istanze basilari del costituzionalismo nella cornice della democrazia di massa.
Leelezioni debbono svolgersi in modo libero e ad esse, in virtù del principio dipluralismo, possono partecipare più partiti o candidati in competizione tra loro. La Costituzione è intesa come il limite all'autorità delgoverno e come garanzia delloStato di diritto. L'autorità di governo è legittimamente esercitata solo se ciò avviene nel rispetto di leggi scritte, approvate e pubblicate in conformità alla Costituzione.[9] Molte democrazie adottano forme difederalismo in modo da attuare una "separazione verticale dei poteri" volta a evitare gli abusi del governo, distribuendo le competenze tra i vari livelli di governo.
La democrazia liberale inoltre garantirebbe un equilibrio tra volontà della maggioranza e volontà dell'individuo.Alexis de Tocqueville propose infatti, come contrappeso ai mali intrinseci di una democrazia assoluta, una pluralità di idee, tramite l'associazionismo e icorpi intermedi, che garantisca un controllo della maggioranza da parte delle minoranze politiche e le opposizioni, come nel modello di democrazia liberale degliStati Uniti, in cui "pesi e contrappesi" bilanciano i vari poteri.[10]
«liberaldemocrazìa Regime politico basato sulla combinazione del principio liberale dei diritti individuali con il principio democratico della sovranità popolare. Spesso viene usata, come sinonimo, l'espressione 'democrazia liberale'. In entrambi i casi si intende sottolineare che il riconoscimento della sovranità del popolo va di pari passo con l'intangibilità di una serie di libertà individuali (pensiero, religione, stampa, impresa economica).»
«liberaldemocrazias. f. Governo democratico di orientamento liberale»
^J.G.A. Pocock,The Ancient Constitution and the Feudal Law. English Historical Thought in the 17th Century. A Reissue with a Retrospect, 1987, Cambridge, Cambridge University Press.
^Paolo Colombo,On the road again: osservazioni propositive intorno alla storia costituzionale, Giornale di storia costituzionale n. 19 / I semestre 2010, p. 60.
^P. Villari,L’Italia, la civiltà latina e la civiltà germanica, 1861, Firenze, Felice Le Monnier, pp. 46-47.
^P. Ridola,Profilo storico del costituzionalismo, p. 23 (PDF).: per esso, dal teorico della sovranità di tipo monista in ItaliaGioacchino Volpe si delineò «una traiettoria che congiunge l’idea della costituzione come “decisione politica fondamentale” (C. Schmitt) e la teoria della “costituzione materiale” (C. Mortati), ma comprende anche approcci più consapevoli dell’essenza delle democrazie, come la definizione dello “stato di partiti” (Parteienstaat) come “forma razionalizzata di democrazia plebiscitaria” (G. Leibholz), il risalto al tema della “selezione” della leadership come carattere delle democrazie (M. Weber), ed infine il tentativo di applicare le leggi della competizione economica alle dinamiche del processo politico (J.Schumpeter)».
(EN) April Carter, Geoffrey Stokes,Liberal democracy and its critics. Perspectives in contemporary political thought, Polity Press, Cambridge (UK) 1998
Luigi Compagna,Dal costituzionalismo liberale alla democrazia politica, Giuffrè, Milano 1988
Dino Cofrancesco,La democrazia liberale (e le altre), Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2003
Patrick Dunleavy, Brendan O'Leary,Theories of the state. The politics of liberal democracy, New Amsterdam, New York 1989
Crawford Macpherson,La vita e i tempi della democrazia liberale, Il Saggiatore, Milano 1977