| Lelio Basso | |
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| Deputato dell'Assemblea Costituente | |
| Durata mandato | 25 giugno1946 – 31 gennaio1948 |
| Gruppo parlamentare | Socialista |
| Collegio | Como |
| Incarichi parlamentari | |
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| Sito istituzionale | |
| Deputato della Repubblica Italiana | |
| Durata mandato | 8 maggio1948 – 24 maggio1972 |
| Legislatura | I,II,III,IV,V |
| Gruppo parlamentare | Partito Socialista Italiano (I, II, III e IV legislatura),Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (V legislatura), Misto (V legislatura) |
| Collegio | Milano |
| Incarichi parlamentari | |
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| Sito istituzionale | |
| Senatore della Repubblica Italiana | |
| Durata mandato | 25 maggio1972 – 16 dicembre1978 |
| Legislatura | VI,VII |
| Gruppo parlamentare | Sinistra Indipendente |
| Circoscrizione | Milano VI |
| Sito istituzionale | |
| Segretario del Partito Socialista Italiano | |
| Durata mandato | 14 gennaio1947 – 5 luglio1948 |
| Predecessore | Ivan Matteo Lombardo |
| Successore | Alberto Jacometti |
| Dati generali | |
| Partito politico | MUP(1943) PSI[1](1943-1962) PSIUP(1964-1972) SI(1972-1978) |
| Titolo di studio | Laurea inGiurisprudenza e inFilosofia |
| Professione | Avvocatopenalista;Scrittore |
Lelio Basso (Varazze,25 dicembre1903 –Roma,16 dicembre1978) è stato unavvocato,giornalista,antifascista,politico epolitologoitaliano.

Lelio Basso nacque aVarazze, all'epoca inprovincia di Genova (confluito poi, nel1927, nella neo-costituitaprovincia di Savona), da una famiglia della media borghesia liberale.
Nel 1916 i Basso si trasferirono aMilano, dove il giovane Lelio frequentò illiceo classico Giovanni Berchet. Nel 1921 s'iscrisse alla Facoltà di Legge dell'Università di Pavia e aderì alPartito Socialista Italiano. Studiò le elaborazionimarxiste e di altre personalità del panorama socialista; fu al fianco diPiero Gobetti durante il breve periodo di pubblicazione della rivista politicaLa Rivoluzione liberale.
Lavorò per diversi giornali e riviste, tra cuiCritica Sociale,Il Caffè,Avanti!,Coscientia,Il Quarto Stato ePietre, che diresse nel 1928, inizialmente daGenova e poi da Milano. Nel 1925 si laureò in legge con una tesi sul concetto dilibertà nel pensiero marxista.
Nell'aprile1928 fu arrestato aMilano econfinato sull'isola di Ponza, dove studiò per la sua laurea infilosofia.
Quando si presentò, da internato e scortato dagli agenti dellaPolizia di Stato, all'esame di filosofia morale,Piero Martinetti cominciò a interrogarlo, ma presto lo interruppe più o meno con queste parole: «Io non ho alcun diritto d'interrogarla sull'eticakantiana: resistendo a un regime oppressivo Lei ha dimostrato di conoscerla molto bene. Qui il maestro è Lei. Vada, trenta e lode»[2].
Tornò a Milano nel1931 e mentre faceva pratica da avvocato si laureò all'Università degli Studi con una tesi suRudolf Otto. Nel1934 tornò a fare politica in qualità di direttore del "Centro interno socialista", insieme aRodolfo Morandi,Lucio Luzzatto edEugenio Colorni. Questo impegno fu però interrotto da un ulteriore arresto e la successiva reclusione nelcampo di concentramento diColfiorito (frazione diFoligno in provincia diPerugia) dal1939 al1940, insieme ad altri intellettuali antifascisti comeCarlo Venegoni eGilberto Gilioli.
Dopo lunghi, segreti preparativi, fu presente a Milano alla fondazione delMovimento di Unità Proletaria (MUP) il 10 gennaio1943[3]. Il gruppo dirigente del movimento era formato da Basso,Lucio Luzzatto,Roberto Veratti eUmberto Recalcati.
Alla luce dell'esperienza maturata in quegli anni, a livello storiografico avrebbe poi proposto "una definizione dellaResistenza italiana mirante a sottolineare il momento di diretta assunzione della responsabilità storica da parte delle masse popolari nel "volontariato di massa" che la Resistenza per la prima volta realizza nella storia italiana. Questo rilievo rimanda per un verso alla valutazione dei rapporti fra la Resistenza e la precedente storia italiana, in particolare ilRisorgimento, per un altro alla correlazione fra la Resistenza italiana e le forze operanti nella coalizione antihitleriana durante la seconda guerra mondiale"[4].

Dopo il25 luglio il movimento si unì alPartito Socialista Italiano (PSI) per formare ilPartito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP), in cui Basso rappresentava una delle figure dirigenti[5]. Nel1943 Basso rifiutò la politica partitica per fondare il giornale clandestinoBandiera rossa e nel1944 avanzò, tra l'altro, la proposta di una Camera dei consigli che affiancasse la Camera dei deputati[6].
Nel periodo precedente laLiberazione Basso fu membro attivo dellaResistenza, e insieme aSandro Pertini eRodolfo Morandi fondòAlta Italia, il corpo esecutivo segreto dello PSIUP, che egli aveva la responsabilità di dirigere.
Dopo la Liberazione Lelio Basso fu eletto vicesegretario dello PSIUP e, nel1946, divenne deputato dell'Assemblea Costituente.[7] Fece parte della Commissione, formata da 75 membri, che dovevano scrivere il testo della Costituzione e contribuì in particolar modo[8] alla formulazione degli articoli 3 e 49[9]: "il costituente socialista appare profondamente convinto che la Carta costituzionale democratica debba riconoscere aipartiti politici, che «nelle votazioni pubbliche avessero raccolto non meno di cinquecentomila voti», attribuzioni di carattere costituzionale.[10].
In sede diAssemblea costituente si oppose alla tesi della continuità dell'ordinamentogiuridico e della continuità in democrazia degli apparati burocraticialimentati dal fascismo[11], esprimendo una posizione minoritaria alla quale sarebbe rimasto fedele anche in seguito[12], in difesa delle potenzialità dellaCostituzione come fonte didiritti sociali[13].
Dal1946 al1968 fu costantemente eletto alla Camera dei deputati. Fu eletto quindi senatore nel1972 e nel1976.
Nel1946 fondò la rivistaIl Quarto Stato, che si pubblicherà fino al1950. Dal1949 aveva cominciato a collaborare alla rivista diGianni BosioMovimento operaio.
Al momento della scissione diSaragat e del suoPartito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI) (1947), Basso divenne Segretario del PSI, un ruolo che occupò fino al Congresso di Genova nel1948. Egli "era stato l'unico tra i principali dirigenti del partito a dedicarsi con impegno alle questioni organizzative. Sin dagli anni Trenta aveva sviluppato in merito una specifica concezione: il partito come strumento di diffusione della democrazia, fondato sulla partecipazione attiva e volto a vincere la passività che il fascismo aveva indotto. A tale scopo aveva proposto un modello strutturato intorno a due perni: un'organizzazione rigorosa ed efficace da un lato, una attenta preparazione ideologica dei militanti dall'altro. Solo in questo modo riteneva possibile raggiungere il proprio duplice obiettivo: sconfiggere il progetto socialdemocratico di un partito diceti medi (orientato verso l'attività parlamentare) e contemporaneamente superare il modellocomunista (incline alla gestione burocratica). Un partito di classe, dunque, formato da quadri ideologicamente preparati, consapevoli del proprio ruolo e capaci di diffondere nelle masse i valori della partecipazione e del socialismo"[14].
In quella veste, unitamente aPietro Nenni, rispedì "sdegnosamente al mittente"[15] l'appello diRiccardo Lombardi, assieme aIgnazio Silone eGiuseppe Romita, per una riunificazione traPSI,PSLI ePartito d'Azione.

Nel1950 non fu rieletto a livelli dirigenziali, per via delle sue visioni contrarie all'inclinazionestalinista del partito a quel tempo. Al Congresso di Milano del1953 non fu incluso nel comitato centrale e vi fu riammesso solo nel1955[16], riassumendo incarichi direttivi solo dopo il congresso diVenezia del1957. L'anno seguente avviòProblemi del socialismo (tuttora in stampa con il nuovo titoloParolechiave).
Basso fu membro attivo della sinistra del PSI dal 1959. Il 17 dicembre 1963 egli fece una dichiarazione di voto alla Camera, sottoscritta da altri 24 membri della minoranza di sinistra del gruppo parlamentare socialista, contro il primo governo delcentro-sinistra "organico", ilgoverno Moro I[17]. Questo gesto gli fece guadagnare la sospensione dal partito e nel gennaio 1964 partecipò all'assemblea costituente delPSIUP, una formazione che riprendeva il nome assunto dal PSI negli anni 1943-1947.
Basso fu uno dei leader del nuovo partito e ne fu presidente dal 1965 fino al 1968, quando, a seguito dellaPrimavera di Praga, le truppe delPatto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia. Basso non approvò la decisione dello PSIUP di non condannare l'invasione, ed abbandonò pertanto il partito: anni dopo definirà un errore aver partecipato alla scissione del 1964 e i "bassiani" finiranno per rientrare nel PSI dopo lo scioglimento dello PSIUP[18].
Il permanere di un sottofondo di ostilità nei suoi confronti, all'interno del partito, si percepì nell'episodio della sua fallita candidatura allaCorte costituzionale, in cui il suo nome fu proposto dal segretario delPSI del tempo,Giacomo Mancini[19]. Nel 1971, alla scadenza del mandato alla Corte Costituzionale diGiuseppe Branca, della quale era stato eletto presidente, il parlamento in seduta comune fu convocato per eleggere un nuovo giudice che lo sostituisse, e alla luce di accordi interpartitici questi come il suo predecessore doveva essere designato dal PSI. Ma dopo tre scrutini andati a vuoto a causa delle schede bianche depositate nell'urna dai parlamentari dellaDemocrazia Cristiana, Basso fu costretto a ritirarsi[20].
Lelio Basso fondò e scrisse per numerose pubblicazioni internazionali. Era famoso in tutta Europa in qualità di avvocato penalista.
Sedette nelTribunale Russell, il tribunale internazionale creato e presieduto daBertrand Russell per giudicare icrimini di guerra statunitensi commessi nellaguerra del Vietnam.
Nel 1964, dopo aver seguito i lavori del congresso della AIJD (Association Internationale Juristes Dèmocrates) aBudapest, decide di fondarne lasezione italiana assumendone la presidenza nel 1969 insieme aEnzo Enriques Agnoletti,Mario Berruti,Carlo Galante Garrone,Francesco Saverio Gentile,Fausto Gullo,Lucio Luzzatto,Guglielmo Nocera eUmberto Terracini[21].
Fece parte del consiglio di amministrazione dell'Istituto lombardo di studi economici e sociali.[22]
Nel 1973 lavorò per costituire un secondo Tribunale Russell per esaminare larepressione portata avanti inAmerica Latina: i suoi contatti con il partito diSalvador Allende datavano da molti anni e, proprio agli inizi di quell'anno, era stato inCile alla testa di una delegazione di giuristi composta, tra l'altro, daSalvatore Senese,Guido Calvi eGino Giugni[23].
Lavorò inoltre per fondare ilTribunale Permanente dei Popoli (costituito dopo la sua morte, nel 1979)[24]. Nel 1973 fondò inoltre la "Fondazione Lelio e Lisli Basso" a Roma[25] e, nel 1976, la "Fondazione Internazionale" e la "Lega Internazionale per i Diritti e la Liberazione dei Popoli".
Morì aRoma il 16 dicembre1978.Cremato, le sue ceneri si trovano alcimitero monumentale di Milano[26].
Basso era uno dei fascinatori del Psi. Aveva scritto un libro di successo,Il principe senza scettro, e si atteggiava aLenin italiano (cui un poco somigliava) ricalcandone le mosse. Era un oratore formidabile, capace di battute e d'ironia a non finire: unavoce morbida, flessuosa, un po' femminile che persuadeva e incantava. Le donne lo adoravano e lui adorava le donne"[27].
La vita di Lelio Basso fu una miscela di attività e ricerca intellettuale, unita alla ricerca di uno strumento politico efficiente, il tutto su scala internazionale.
In qualità di esperto e interprete del lavoro diMarx, egli adottò un approccio originale nella sua rielaborazione della visione del socialismo e attinse a diverse linee di pensiero che venivano dalla sfera del pensiero democratico, nel significato più ampio possibile del termine (la tradizione democratica francese, il "socialismo accademico" tedesco, il pensiero socialista italiano e gliaustromarxisti).
Durante il suo internamento egli lesse le opere diRosa Luxemburg e lavorò poi instancabilmente, per promuovere una consapevolezza critica del suo pensiero in Italia[28].
Una approfondita ricostruzione del suo itinerario politico è stata fornita dallo storico Giancarlo Monina, anche grazie alle testimonianze dei parenti e alla documentazione disponibile presso laFondazione Basso.[29]
Basso ha scritto un gran numero di saggi per periodici e raccolte. Tra i suoi libri più importanti ci sono:
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