
LaLei Áurea (initalianoLegge d'oro, chiamata ancheLei Imperial n. 3.353), promulgata il 13 maggio del1888, è la legge che ha abolito laschiavitù inBrasile.
Fu preceduta dalla legge n. 2.040 (Legge del ventre libero) del 28 settembre1871, che ha reso liberi da quella data tutti i neonati figli di schiavi, e dalla legge n. 3.270 (Legge Saraiva-Cotejipe) del 28 settembre1885, che regolamentava «l'estinzione graduale della servitù».
Il processo di abolizione della schiavitù in Brasile era stato graduale; cominciò già dal1850 con laLei Eusébio de Queirós, seguita dallaLei do Ventre Livre del1871, dallaLei dos Sexagenários del1885 e, quindi, dalla Lei Áurea.[1]
La legge fu firmata il 13 maggio1888 dalla reggenteDona Isabel, principessa imperiale delBrasile e dal ministro dell'Agricoltura dell'epoca,Rodrigo Augusto da Silva. Dona Isabel promulgò la Lei Áurea durante un viaggio all'estero dell'imperatoreDom Pedro. Così era avvenuto anche per la legge del 1871.
Il progetto di legge fu presentato in Parlamento, l'alloraCâmara Geral, da Rodrigo Augusto da Silva l'8 maggio1888 e fu votato e approvato nei due giorni successivi.[2] Venne firmato da Dona Isabel e dal ministro da Silva alle ore 15:00 del 13 maggio1888.[3]

Subito dopo la firma della legge,João Maurício Wanderley, barone di Cotegipe, unicosenatore a votare contro questa legge, stringendo la mano di Dona Isabel, esclamò sarcasticamente:
(Barão de Cotejipe)
Il Brasile fu l'ultimo paese delcontinente americano ad abolire completamente laschiavitù (nel mondo l'ultimo fu laMauritania, nel1981, con il decreto n. 81.234.)[4]
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