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Legio IIII Flavia Felix

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Legio IIII Flavia Felix
Antoniniano diGallieno (253-268). La moneta reca la legenda LEG IIII FL VI P VI F e attesta il conferimento del titoloVI Pia VI Fidelis ("sei volte pia, sei volte leale") alla IIIIFlavia.
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LaLegio IIIIFlavia Felix («[legione] Flavia fortunata») fu unalegione romana assoldata dall'imperatore romanoVespasiano[1] nel70 e ancora attiva inMesia Superiore agli inizi delV secolo. Il simbolo della legione era illeone.

Storia

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Antoniniano coniato daCarausio (imperatore in Britannia e Gallia dal 286 al 293) e recante al rovescio un leone, simbolo dellaFlavia Felix e la legenda LEG IIII FL. All'epoca della rivolta di Carausio la IIII si trovava aSingidunum (Belgrado), cosicché questa moneta dovrebbe fare riferimento a qualchevessillazione che si trovava all'epoca in Gallia.

La IIIIFlavia fu organizzata da Vespasiano[1] con i componenti dellaIIIIMacedonica. LaMacedonica aveva combattuto dalla parte diVitellio e contro Vespasiano durante l'Anno dei quattro imperatori (69); forse l'imperatore non si fidava di quegli uomini, e sciolse laMacedonica, organizzando una nuova IIII legione e dandole il proprio nome,Flavia. Esiste la possibilità che la legione sia stata organizzata tra luglio e agosto, avendo il leone come simbolo.

La IIIIFlavia fu mandata aBurnum (modernaChistagne,Dalmazia) a rimpiazzare laXIClaudia; fu probabilmente in questo periodo che ricevette il titoloFelix, «serena». Dopo l'invasione deiDaci dell'86,Domiziano, in occasione dellesue campagne daciche, spostò la legione in Mesia Superiore, aSingidunum, sebbene alcune suevessillazioni rimanessero aViminacium, la base dellaVIIClaudia. Nell'88 laFlavia Felix partecipò all'invasione punitiva dellaDacia, partecipando alla vittoriosabattaglia di Tape; dieci anni dopo fece parte dell'esercito che, guidato daTraiano, determinò la definitivaconquista della Dacia occupando lafortezza legionaria diBerzobis. Per ordine diAdriano laFlavia Felix andò aBelgrado, ma vessillazioni sono attestate in varie parti del confine, adApulum, aNaissus, aUlpiana e adAquincum (Budapest). La IIII si recò in oriente nel165, per partecipare allacampagna contro i Parti dell'imperatore Lucio Vero.

Dopo la morte diPertinace, diversi pretendenti al trono emersero tra i comandanti militari: la IIII sostenneSettimio Severo controPescennio Nigro eClodio Albino, e quando questi completò la propria campagna orientale, laFlavia Felix rimpiazzò laIIAdiutrix adAquincum. Di questa legione sono stati rinvenute sue tracce durante la campagna germanica diMassimino Trace del235. In questa circostanza Massimino, riteneva che fosse una priorità dell'Impero la guerra "antigermanica",[2] continuò a combattere gliAlemanni, riuscendo non solo a respingere le loro incursioni lungo illimes germanico-retico, ma anche a penetrare profondamente inGermania[3] per circa 30-40miglia romane (45-60 chilometri) e a battere sul loro terreno le armate alemanne, nella regione delWürttemberg eBaden.[4] Da recenti scoperte però la valutazione di 30-40 chilometri appare riduttiva, e si rivela realistica l'informazione dell'Historia Augusta secondo cui i romani sarebbero penetrati per circa 300-400 miglia romane, che era ritenuta inattendibile ed era stata considerata quindi un errore di trascrizione. Campagne archeologiche di scavo, condotte dal 2008 al 2011, hanno rivelato, infatti, tracce di unoscontro militare tra learmate romane ed i Germani presso l'Harzhorn, nell'area boschiva nei pressi diKalefeld (inBassa Sassonia), a centinaia di chilometri dalla base diMogontiacum.[5]

Venne quindi impiegata dall'imperatoreDecio (249-251) contro iGepidi. Combatté probabilmente nelle diverse campagne lanciate contro iSasanidi in oriente, ma il campo-base è attestato ancora in Mesia ancora nella prima metà delIV secolo, e poi fino allaNotitia Dignitatum.[6]

Note

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  1. ^abCassio Dione Cocceiano,Storia romana, LV, 24.
  2. ^Santo Mazzarino,L'Impero romano, p. 492.
  3. ^Aurelio Vittore,De Caesaribus, 26.1.
  4. ^Michael Grant,Gli imperatori romani, storia e segreti, p. 186; al termine delle operazioni militari di Massimino, furono ricostruiti numerosiforti ausiliari come quelli diEchzell,Butzbach,Kapersburg,Saalburg eKleiner Feldberg (cfr. H.Shonberger,The Roman Frontier in Germany: an Archaeological Survey, p. 175).
  5. ^Michael Geschwinde & Petra Lönne, «La spedizione dimenticata», in rivistaArcheo, attualità dal passato, n. 332, ottobre 2012, pp. 30-37.
  6. ^Notitia Dignitatum,in partibus Orientibus, XLI.

Bibliografia

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