Le probabili etimologia del territorio di Lapio sono due.
Secondo alcuni studiosi deriva, dal latinoLapideum (roccioso; sassoso), termine poi dissimulato in Lapio.
Altri affermano che il suo nome derivi dal Fiano, prodotto in questa terra, ovvero nell'area agricola ''Apia'' (odierna Lapio), da cui risale il termine''Apiano'' e''Apiana'', uva già conosciuta dai poeti latini.
Le origini del borgo sono antichissime. Fu prima possesso deiLongobardi, poi divenne feudo appartenuto alla nobile famiglia deiFilangieri di Napoli, i cui segni è possibile ritrovare nel Palazzo baronale dei Filangieri, la cui costruzione risale al periodi tra il 1200 e il 1300.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 ottobre 2002.[4]
«Stemmainquartato dalla croce in filetto d'oro: il primo, di verde, alle treapi d'oro, bene ordinate; il secondo, di azzurro, alle cinquespighe di grano, impugnate d'oro, legate di verde; il terzo, di azzurro, alla montagna di verde, fondata in punta, con l'albero di verde, fustato al naturale, nodrito nel fianco sinistro della montagna; il quarto, di rosso, algrappolo d'uva d'oro, pampinoso di due di verde; il tutto sotto ilcapo di rosso, caricato dalle lettere maiuscole L e P, d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.[5]»
(D.P.R. del 9 ottobre 2002)
Il gonfalone è un drappo di giallo con la bordatura di verde.
Conserva resti del castello e il Palazzo baronale dei Filangieri, nei cui saloni sono conservati pregevoli affreschi. Ha subito qualche danno durante ilterremoto del 1980. Diverse chiese sono presenti nel borgo, tra cui la chiesa matrice diSanta Caterina d'Alessandria, ricca di opere d'arte, contenente, tra l'altro, la monumentale tomba del cardinale Giuseppe Caprio. In locali adiacenti sono custodite i pregiati gruppi statuari dei "Misteri", dette le "Tavolate", che escono durante la celebre processione del venerdì santo. Nella chiesa di San Giuseppe e in quella di Maria Santissima del Monte Carmelo sono, invece, custoditi pastori settecenteschi, napoletani, le confraternite naturalmente allestiscono presepi, che vengono modificati ogni 4/5 anni. Il paese vanta, oltre le già citate chiesa Madre e quella del Carmelo e di San Giuseppe, le chiese più antiche, quella del Loreto, dedicata a Sant'Antonio e quella della Madonna della Neve, In tutto vi sono nel paese 4 Confraternite, che svolgono un ruolo determinante nella vita ecclesiastica locale. Tra le altre chiese che si possono visitare, quella dedicata a Maria Santissima di Montevergine, sita in territorio di Arianiello e la cappellina in contrada boschi. Esistono alcuni ruderi del vecchio convento monastico, che nei secoli scorsi era abitato da monaci, ma ora è abbandonato e in disuso, Varie sono le leggende che accompagnano la storia dei monaci a Lapio, con tradizioni che si accompagnano secolo dopo secolo.
Il ponte, sospeso sulle sponde delfiume Calore, venne realizzato nel 1893 all'epoca della costruzione della linea dalla Società Industriale Italiana Costruzioni Metalliche. Fu considerata un'opera eccezionale che costituiva il trionfo del progresso. In effetti tutto il viadotto è lungo circa 300 metri e la travatura poggia su due arcate così che ogni luce è di circa 98 metri. La vallata sottostante è a circa 35 metri. Proprio per la sua magnificenza venne chiamato "Ponte Principe". Il collaudo del ponte avvenne il 20 settembre 1893 fra il generale entusiasmo della popolazione di Lapio e dei paesi vicini, accorsi in massa per l'occasione. Il 27 ottobre dello stesso anno il ponte venne inaugurato in coincidenza con l'apertura del primo tratto della ferrovia fra Avellino ePaternopoli.
Il ponte subì alcuni danni durante laseconda guerra mondiale e per questo la prima campata che si incontra venendo da Lapio venne modificata, costruendo una pila intermedia in muratura sulla quale fu montata una nuova travata metallica di circa 17 metri.
Una delle tradizioni più sentite che si riscontrano nel piccolo borgo irpino è quella dei Misteri, 22 tavolate di cartapesta che raffigurano la Passione e la morte diGesù. Fatte commissionare nella seconda metà del 1700 dal principe Gaetano Filangieri, i Misteri sono tutt'oggi senza autore. Infatti, il padre di queste opere d'arte è ignoto ma secondo studi, si tratterebbe di un artista napoletano convocato da Gaetano Filangieri a Lapio per raffigurare le ultime ore di vita di Gesù Cristo. Si va infatti dalla vendita e il tradimento di Giuda alla morte sulla croce del Cristo. Da allora, le 22 tavolate accompagnano la Via Crucis dei lapiani da oltre 3 secoli. Esse vengono esposte nella Chiesa Madre del paese il sabato antecedente la Domenica delle Palme, per poi venire esposte lungo le vie del paesino il giorno del Venerdì Santo, accompagnando la solenne processione di Gesù morto e la Madonna Addolorata. Nel corso dei secoli le statue sono state sottoposte a diversi restauri, in modo particolare dopo ilterremoto del 1980 che provocò diversi danni.
Da statuto, il comune di Lapio comprende i seguentinuclei abitati: Arianiello, Ferrume, Monticelle, S. Lucia, Crete, Casale Monaci, Campolapierto, Toppole, Campomarino, Austelle, Carpignano, Fratte, Patierno, Vignedogniche, Camposanto, S. Nicola Matarola, S. Martino.[7]
L'economia di Lapio è prevalentemente agricola. Si producono: olive, cereali, ciliegie, noci, nocciole, ma il prodotto principale è l'uva, dalla quale si ricavano i vini DOCG.
La cultivarRavece, che fornisce una resa in olio piuttosto bassa (14-16%) a fronte di una produzione olearia di elevata qualità, costituisce la base dell'olioD.O.P. extravergine di olivaIrpinia - Colline dell'Ufita.