I Trichechidi differiscono daiDugongidi principalmente per la mancanza della terza vertebra cervicale[3], caratteristica che li rende gli unici mammiferi, assieme aibradipi didattili, ad avere solo sei vertebre cervicali. Altri caratteri distintivi sono la posizione più avanzata delle narici, l'assenza di incisivi funzionali e la forma tondeggiante della pinna caudale. Le code dei lamantini sono a forma di racchetta, mentre quelle dei dugonghi sono biforcute. La loro alimentazione è di tipoerbivoro e trascorrono la maggior parte del loro tempo pascolando nelle acque paludose.
Un esemplare di lamantino all'acquario di Genova
Una caratteristica unica dei lamantini (tra i mammiferi) è la continua sostituzione dei denti molari. Gli esemplari adulti non hanno incisivi né canini, ma solo una particolare serie di denti non chiaramente differenziati in molari e premolari. Unici tra tutte le specie mammifere, essi sono di sostituzione continua, lungo tutto l'arco della vita: i denti in crescita nella parte posteriore della cavità orale fanno muovere verso la parte mediale della dentatura i denti più vecchi, fino a che cadono. In genere in un lamantino non si contano più di sei denti in un determinato momento.
In media il peso del lamantino è di 400-500 kg, la lunghezza di 2,8-3,0 m, con massimi di 3,6 metri e 1775 kg, considerando che gli esemplari femmina tendono ad avere maggiori dimensioni. Alla nascita, un lamantino pesa all'incirca 30 kg.[senza fonte]
Come i cavalli, i lamantini sono provvisti di uno stomaco semplice; in compenso hanno un grandecieco, attraverso il quale riescono a digerire i vegetali più complessi. L'intestino del lamantino risulta di dimensioni insolitamente grandi per un animale della sua stazza.
I dati a disposizione sui lamantini derivano da ricerche effettuate unicamente negliStati Uniti d'America, inFlorida, per cui non possono ritenersi allo stesso modo validi per le altre varietà di lamantini presenti sulpianeta. La velocità di un lamantino va dai 5 agli 8 km/h.
I lamantini hanno un'alimentazione principalmenteerbivora, trascorrono la maggior parte del loro tempo a pascolo in acque di profondità di uno o due metri.Si cibano di oltre 60 differenti specie di piante dimangrovia[senza fonte] come foglie, erbe acquatiche e alcune tipologie di alghe, facendo uso delle loro labbra superiori.Un lamantino adulto mangia quotidianamente fino al 9% del suopeso corporeo, equivalente a circa 50 kg.[senza fonte]
Una delle specie (Trichechus senegalensis) popola la costa africana occidentale, un'altra (Trichechus inunguis) si trova sulla costa orientale del Sud America, e una terza (Trichechus manatus) nelleIndie occidentali, cioè nelMare Caraibico. Il lamantino dellaFlorida è considerato da alcuni una specie distinta, maITIS lo considera come una sottospecie delT. manatus, e questa è oggi la posizione prevalente. Può raggiungere i 4,5 metri o più di lunghezza, e vive sia in acqua dolce che salata. Un tempo veniva cacciato per ricavarne olio o per le carni, ma oggi viene protetto.
Il lamantino delle Indie Occidentali è unaspecie a rischio di estinzione. Sebbene non abbia nessun predatore naturale, l'espansione delle attività umane ha ridotto il suo habitat naturale alle sole zone paludose costiere, e molti lamantini rimangono feriti dai motori dei fuoribordo. Spesso capita che i lamantini ingeriscano materiale da pesca (ganci, pesi, etc.) mentre si cibano. Questi corpi estranei non sembrano arrecargli disturbi, a eccezione dei fili di nylon e delle stringhe. Questi ultimi possono rimanere incastrati nell'apparato digestivo dell'animale, provocandone lentamente la morte.
Nel 2008 lo zoologo brasilianoMarc van Roosmalen ha comunicato la scoperta, nelle acque del fiumeAripuanã, affluente delRio delle Amazzoni, di una nuova specie, da lui battezzataTrichecus pigmaeus[4], di dimensioni minori rispetto aT. inunguis. Analisi sul DNA di tale presunta nuova specie hanno dimostrato trattarsi di forme immature diT. inunguis[5].
^ab(EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder,Trichechus, inMammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005,ISBN0-8018-8221-4.
^ Alberto Nocentini,L'etimologico, con la collaborazione di Alessandro Parenti, Milano, Le Monnier-Mondadori Education, 2010, p. 1264,ISBN978-88-00-20781-2.
^(EN) Henry C. Chapman,Observations on the Structure of the Manatee, inProceedings of the Academy of Natural Sciences of Philadelphia, p. 453.