| Lago Gerundo | |
|---|---|
| Stato | |
| Regione | |
| Provincia | |
| Coordinate | 45°24′39.54″N 9°35′47.61″E45°24′39.54″N,9°35′47.61″E |
| Altitudine | ca. 100 m s.l.m. |
| Dimensioni | |
| Superficie | ca. 200 km² |
| Profondità massima | ca. 10 m |
| Idrografia | |
| Immissari principali | Adda,Serio,Brembo,Molgora,Tormo |
| Emissari principali | Adda |
| Modifica dati su Wikidata ·Manuale | |
Illago omare Gerundo (oGerondo) si suppone fosse un vasto specchio d'acqua stagnante, a regime instabile, situato inLombardia a cavallo dei letti dei fiumiAdda eSerio.
Le fonti storiche fanno riferimento a Plinio il Vecchio, che, citando Stabone, riferisce che gran parte del territorio della Cispadana era occupato da una grande palude. Per trovare altre citazioni bisogna andare al medioevo quando, prima Paolo Diacono, poi il monaco Sabbio, riferiscono di un grande lago formatasi a seguito di incessanti alluvioni.[1] Secondo i dati geologici esso sembrerebbe essere esistito in età preistorica[2]. Storicamente la zona è stata sì soggetta ad alluvioni dei fiumi, ma, piuttosto che paludosa, sembra essere sempre stata sostanzialmente poco fertile, costituita essenzialmente dagerali, cioè da strati di ghiaia, ricoperti, in media, solo da 45 cm di torba[2].
Al lago Gerundo è strettamente legato il promontorio dell'Insula Fulcheria (forse dapulchra, "bella"), l'unica zona fertile nel centro dell'arida distesa ghiaiosa.
È probabile che il toponimo "Gerundo" derivi dallagéra o "ghiaia" (oppuregérola, "sasso"), e infatti i gerali la fanno da padrone (vedi la toponomastica locale, come inGera d'Adda).
Valerio Ferrari, conoscitore del territorio cremasco, ha suggerito[3] al contrario che il termine possa derivare dal grecogyrus (spira,curva), con riferimento ai meandri fluviali che abbondano nell'area.
Un'ipotesi più fantasiosa farebbe invece derivare il termine Gerundo dal grecoĂchĕrōn, ossiaAcheronte, un fiume infernale nella mitologia greca, poiché il lago avrebbe dovuto essere paludoso, e quindi inospitale e malsano[4].
Un'ulteriore ipotesi collega le denominazioni di Lago Gerundo e di Isola Fulcheria alla presenza, in età altomedievale, di uno stanziamento longobardo ("lakar" + "gaira", ossia "accampamento della lancia regale") contrapposto in quei luoghi a una sacca di resistenza imperiale ("nisus" + "ϕυλακτήριον", ossia "guarnigione di resistenza"). La successiva risemantizzazione di questi termini avrebbe originato dunque i nomi attuali di "Lago Gerundo" e "Isola Fulcheria", e avrebbe ispirato la leggenda del drago, simbolo del paganesimo dei Longobardi e della loro ferocia[5]. Si supererebbe, in tal modo, l'ostacolo dato dall'assenza di alcun lago e di alcuna isola in quell'area.
La fantasia popolare narra che un tempo nelle acque del lago Gerundo vivesse undrago di nomeTarantasio che, avvicinandosi alle rive, faceva strage di uomini e soprattutto di bambini e che ammorbava l'aria circostante col fetore del suo alito. Le sgradevoli esalazioni, in effetti, erano dovute all'acido solfidrico e altri composti solforati affioranti dal fondo melmoso insieme almetano. Fenomeno misterioso per la popolazione che perciò ne incolpava un animale fantastico e terribile.
Il mostro, secondo la leggenda, fu ucciso e il lago prosciugato da uno sconosciuto eroe il quale altri non era se non il capostipite deiVisconti di Milano che, dopo tale prodezza, adottò come suo stemma l'immagine delbiscione divoratore di uomini. Alcune fonti popolari attribuiscono il prosciugamento e la bonifica del lago asan Cristoforo, che avrebbe sconfitto il drago, altre asan Colombano (famoso uccisore di draghi come per il drago dell'eremo di San Colombano) o aFederico Barbarossa.
La leggenda è documentata da una tavola fatta apporre nel 1563 dai monaci olivetani, amministratori della chiesa di S. Cristoforo in Lodi. La tavola commemora il miracolo del prosciugamento del lago operato dal santo per liberare il territorio da un drago che ne infestava le acque. La chiesa conteneva anche le ossa del drago. Entrambe queste testimonianze non sono pervenute a noi ma sono citate in diverse opere tra cui le Mediolanenses antiquitates di Giovanni Antonio Castiglione del 1625[2].
Labonifica del territorio fu in realtà fatta dai monaci delle abbazie vicine. Si ritiene comunemente che le acque scomparvero in seguito a progressive opere di bonifica in atto già da tempo, in particolare il potenziamento del canale dellaMuzza da parte dei lodigiani, oltre a fattori naturali di drenaggio e assestamento idrogeologico, testimoniati dagli ampi depositi di materiale alluvionale nei pressi della confluenza dell'Adda nelPo.
Il lago occupava un ampio tratto di territorio traAdda eSerio, ma anche, secondo alcuni,Brembo eOglio. Tale localizzazione comprende quindi le province diBergamo,Lodi,Cremona eMilano.
Una probabile concausa nella formazione del lago deve essere stata la presenza delle risorgive del fiumeTormo nella piana alluvionale dell'Adda, situate oggi nel comune diArzago d'Adda. Nel passato le acque del fiume non erano canalizzate, ciò dava origine a vaste zona paludose.[6]
La costa est del lago, secondo alcuni autori, raggiungevaFara Olivana e proseguiva, passando a est diCrema, sino aGrumello Cremonese; continuando poi a occupare parte delle valli del Chiese e dell'Oglio sin quasi alla sua immissione nel Po. In particolare, si può osservare una vasta zona delimitata da unascarpata che indica l'anticoalveo del lago, o meglio la zona più profonda; tale demarcazione è oggi chiaramente visibile nei pressi della sponda occidentale dell'Adda, daCassano aCastiglione. L'ampiezza massima del lago, comprendente le zone paludose, è andata comunque oltre, a causa dell'abbandono delle opere di bonifica durante ilMedioevo.Al centro del lago si ergeva una lunga e stretta striscia di terra che iniziava pressoCaravaggio, raggiungevaCrema e proseguiva sin oltreCastelleone.
Il suolo declina verso il letto attuale dei fiumi alle volte con suggestive pendenze, come nel territorio diTruccazzano, sulla strada provinciale 14 "Rivoltana", aFormigara, e aChieve.
Numerosi sono i comuni che dedicano una via al lago scomparso, mentre nella parte bergamasca del comune diCassano d'Adda, esiste la localitàTaranta, probabilmente derivata dalla leggenda del drago.
Datazioni geologiche permettono di stabilire che la valle dell'Adda era formata già 5000 anni fa, e si presentava così come è oggi. Il fiume ha comunque mostrato ampliamento di meandri e modificazioni del corso in misura maggiore che non l'Oglio, per esempio. La zona era inoltre abitata, essendo state trovate tracce di insediamentigallici (III eII secolo a.C.) eromani, nonché unastrada romana daMilano aCremona, in pieno "lago Gerundo"[2].
Appare invece evidente che la zona fosse caratterizzata da terreni umidi, creati dai numerosi meandri del fiume Adda, e da terreno ghiaioso, derivato dallo spostamento del letto del fiume, e quindi poco fertile. Il terminemare, non attestato nella letteratura medievale in riferimento a laghi, potrebbe quindi riferirsi a un territorio infecondo, morto nel senso di poco fertile[2].
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