Lacerba | |
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Stato | ![]() |
Lingua | italiano |
Periodicità | Quindicinale (nel 1915):Settimanale |
Genere | Rivista letteraria |
Formato | 36 cm |
Fondatore | Giovanni Papini eArdengo Soffici |
Fondazione | 1º gennaio 1913 |
Chiusura | 22 maggio 1915 |
Sede | Firenze |
Editore | Vallecchi |
Direttore | Giovanni Papini eArdengo Soffici(dal 1915 solo Papini) |
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Lacerba è stata unarivista letterariaitaliana fondata aFirenze il 1º gennaio1913 daGiovanni Papini eArdengo Soffici. Il periodico si avvalse della collaborazione diAldo Palazzeschi eItalo Tavolato ponendosi su posizioni simili a quelle delLeonardo e aderendo alFuturismo.
L'origine del nome è da ricercarsi nellastoria fiorentina. InVia de' Cerretani, lungo il muro di un antico convento si può scorgere, in alto, una testa marmorea che si sporge a guardare sulla strada. Secondo una leggenda, sarebbe la testa di una persona che, vedendoCecco d'Ascoli andare verso il patibolo, lo prese in giro. Il mago, adirato, gli scagliò contro la sua maledizione e la pietrificò. È la testa di “Non morirà mai”[1]. Il quindicinale, stampato in caratteri rosso mattone ed in seguito neri, riprendeva il titolo dalpoema trecentesco di Cecco d'Ascoli -L'Acerba - inserendone nella testata un verso: «Qui non si canta al modo delle rane».
Nel primo numero la rivista dichiara il suo programma rivendicando la piena libertà e autonomia dell'arte, l'esaltazione anarchica del "genio" e del "superuomo" e un rilancio dellaletteratura frammentaria. Papini scrive articoli provocatori (comeFreghiamoci della politica); Soffici scrive delcubismo e tiene la rubrica fissaGiornale di bordo; Palazzeschi è presente con numerose liriche (comeUna casina di cristallo,Postille,Pizzicheria); Tavolato scrive articoli scandalistici (comeElogio della prostituzione,Bestemmia contro la democrazia).
La rivista, vista la sua natura e il suo programma anti-passatista, accoglie ben presto il contributo (che presto diventerà invadenza tematica) deifuturisti che, dal 15 marzo1913, iniziano ad occupare posti di primo piano. Compaiono così frequentemente i nomi diFilippo Tommaso Marinetti,Luciano Folgore,Umberto Boccioni,Carlo Carrà eCorrado Govoni.
Chi non riconosce agli uomini di ingegno, agli inseguitori, agli artisti il pieno diritto di contraddirsi da un giorno all'altro non è degno di guardarti.
Tutto è nulla, nel mondo, tranne il genio.
Le nazioni vadano in sfacelo ma crepino di dolore i popoli se ciò è necessario perché un uomo creatore viva e vinca.
Le religioni, le morali, le leggi hanno la sola scusa nella fiacchezza e canaglieria degli uomini e nel loro desiderio di star più tranquilli e di conservare alla meglio i loro aggruppamenti. Ma c'è un piano superiore - dell'uomo solo, intelligente e spregiudicato - in cui tutto è permesso e tutto è legittimo. Che lo spirito almeno sia libero!
Di serietà e di buon senso si fa oggi un tal spreco nel mondo, che noi siamo costretti a farne una rigorosa economia. In una società di pinzoncheri anche il cinico è necessario.
Noi siamo inclini a stimare il bozzetto più della composizione, il frammento più della statua, l'aforisma più del trattato, il genio mancato e disgraziato ai grand'uomini olimpici e perfetti venerati dai professori.
Queste pagine non hanno affatto lo scopo né di far piacere, né d'istruire, né di risolvere con ponderanza le più gravi questioni del mondo.
Sarà questo un foglio stonato, urtante, spiacevole e personale.
Sarà uno sfogo per nostro beneficio e per quelli che non sono del tutto rimbecilliti dagli odierni idealismi, riformismi, umanitarismi, cristianismi e moralismi"
Nel n. 18 (15 settembre1913), un "manifesto-sintesi" del poeta franceseGuillaume Apollinaire riassume "L'antitradizione futurista", applicando la tecnica delleparole in libertà, mentre Boccioni, Carrà, Severini e Balla confermano a Marinetti, con le loro opere, l'idea dellasimultaneità.
Nel n. 19 del 1º ottobre ifuturisti pubblicano il manifesto del "Teatro di varietà"[2].
Nel n. 20 del 15 ottobre1913,Lacerba pubblica ilProgramma politico futurista, seguito da unaPostilla del neofita futurista Papini. Il manifesto politico si rivolge agli elettori futuristi in vista delle elezioni del 26 ottobre1913, le prime asuffragio universale maschile, invitandoli a votare contro le liste clerico-liberali-moderate diGiovanni Giolitti e del cattolicoVincenzo Ottorino Gentiloni e contro il programma democratico-repubblicano-socialista.
Sempre come rivista d'arte e di pensiero che intende portare il pubblico a conoscenza delle forme più avanzate dell'arte moderna,Lacerba pubblica, nel n. 15 del 1º agosto1914, ilManifesto dell'architettura futurista. Peraltro, il 15 febbraio precedente,Giovanni Papini aveva pubblicato sulla rivista il noto articolo "Il cerchio si chiude", polemico con il cosiddetto "marinettismo", considerato intriso di modernolatria e del culto per la macchina.Alla fine del 1914 avviene la rottura definitiva con il movimento futurista. Il legame era durato un anno (marzo 1913 - marzo 1914) per un totale di 24 numeri.
Quando scoppia laprima guerra mondiale e l'Italia dichiara la sua neutralità,Lacerba, dal n. 16 (15 agosto 1914), passa dal disimpegno politico precedentemente espresso ad un forte entusiasmo politico interventista e afferma che la rivista, da quel numero in poi, sarà solamente politica per riprendere l'«attività teoretica e artistica a cose finite». Appaiono così violenti articoli attivistici contro il governo "vile" e verso i "piagnoni" neutralisti e socialisti.
Nel1915 Giovanni Papini assume la direzione unica della rivista (prima condivisa con Soffici, che peraltro continua a collaborare). Con il ritorno diAldo Palazzeschi, a cui è affidata una rubrica fissa (Spazzatura), letteratura ed arte rientrano sulle pagine diLacerba, accanto agli articoli politici. In febbraio un articolo firmato da Palazzeschi, Papini e Soffici (Futurismo e marinettismo) sancisce il divorzio tra i tre fiorentini (che si proclamano i soli autentici futuristi) e i futuristi milanesi, chiamati con dispregio "marinettisti"[3]. Con questo episodio si conclude la prima stagione del futurismo fiorentino.
La rivista cessa le pubblicazioni il 22 maggio1915, due giorni prima dell'entrata in guerra dell'Italia: l'ultimo editoriale di Papini reca il titoloAbbiamo vinto!.
Parallelamente alla rivista nacque la casa editrice. Pubblicò opere di:
"Italia sovrana assoluta. - La parolaITALIA deve dominare sulla parolaLIBERTÀ. Tutte le libertà, tranne quella di essere vigliacchi, pacifisti, anti-italiani.
Una più grande flotta e un più grande esercito; un popolo orgoglioso di essere italiano, per la guerra sola igiene del mondo e per la grandezza di un'Italia intensamente agricola, industriale e commerciale.
Difesa economica ed educazione patriottica delproletariato.
Politica estera cinica, astuta e aggressiva. - Espansionismo coloniale. - Liberismo. - Irredentismo. - Panitalianismo. - Primato dell'Italia.
Anticlericalismo eantisocialismo.
Culto del progresso e della velocità, dello sport, della forza fisica, del coraggio temerario, dell'eroismo e del pericolo, contro l'ossessione della cultura, l'insegnamento classico, il museo, la biblioteca e i ruderi. - Soppressione delle accademie e dei conservatori.
Molte scuole pratiche di commercio, industria e agricoltura. - Molti istituti di educazione fisica,- ginnastica quotidiana nelle scuole. - Predominio della ginnastica sul libro.
Un minimo di professori, pochissimi avvocati, moltissimi agricoltori, ingegneri, chimici, meccanici e produttori di affari.
Esautorazione dei morti, dei vecchi e degli opportunisti, in favore dei giovani audaci.
Contro la monumentonomia e l'ingerenza del Governo in materia d'arte.
Modernizzazione violenta delle città passatiste (Roma, Venezia, Firenze, ecc.)
Abolizione dell'industria del forestiero, umiliante ed aleatoria".
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