| la Repubblica | |
|---|---|
| Stato | |
| Lingua | italiano |
| Periodicità | quotidiano |
| Genere | stampa nazionale |
| Formato | Berlinesea 6 colonne |
| Fondatore | Eugenio Scalfari |
| Fondazione | 14 gennaio1976 |
| Inserti e allegati |
|
| Sede | Via Cristoforo Colombo, 90 -Roma |
| Editore | GEDI Gruppo Editoriale |
| Tiratura | 210 427[2] (2020) |
| Diffusione cartacea | 127 829[2] (2020) |
| Diffusione digitale | 51 335[2] (2020) |
| Direttore | Mario Orfeo |
| Vicedirettore | Stefania Aloia,Stefano Cappellini,Emanuele Farneti,Carlo Bonini, Angelo Rinaldi[3] e Walter Galbiati[4] |
| Redattore capo | Giancarlo Mola |
| ISSN | 0390-1076 (WC ·ACNP) |
| Distribuzione | |
| cartacea | |
| Edizione cartacea | singola copia/ abbonamento |
| multimediale | |
| Edizione digitale | su abbonamento |
| Canale TV | http://video.repubblica.it/ |
| Tablet PC | su abbonamento |
| Smartphone | http://m.repubblica.it/ |
| Sito web | www.repubblica.it,www.repubblica.it/video/ equotidiano.repubblica.it |
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la Repubblica è unquotidianoitaliano, con sede aRoma, appartenente aGEDI Gruppo Editoriale, a sua volta parte del gruppoExor, controllato dalla famigliaAgnelli.
È il secondo quotidiano generalista d'Italia perdiffusione totale (cartacea più digitale)[2] e per quantità di lettori, dopo ilCorriere della Sera[5], con una diffusione media di 151.309 copie a maggio 2023.[6]
Il quotidiano nasce dall'iniziativa diEugenio Scalfari, già direttore delsettimanaleL'Espresso[7]. Il nome viene scelto in omaggio al piccolo giornaleportoghese che nel 1974 aveva dato voce alla "rivoluzione dei garofani". Scalfari chiama con sé alcuni colleghi fidati:Gianni Rocca,caporedattore centrale, poiAmedeo Massari direttore amministrativo,Giorgio Bocca,Sandro Viola,Mario Pirani,Rosellina Balbi,Miriam Mafai,Barbara Spinelli,Natalia Aspesi,Corrado Augias,Enzo Golino, Edgardo Bartoli,Fausto De Luca, Paolo Filo della Torre,Enzo Forcella,Orazio Gavioli,Giuseppe Turani[8].
Del gruppo iniziale doveva far parte ancheAndrea Barbato con il ruolo di vicedirettore, ma il giornalista lascia alla vigilia del primo numero, essendo stato chiamato alla direzione delTG2 post-riforma. Le vignette satiriche sono affidate alla matita diGiorgio Forattini. La redazione occupa appena quattro stanze, in via Po 12 aRoma, sede anche dell'Espresso. L'atto di costituzione della società editrice venne firmato nella villa Bocca Trezza di Giorgio Mondadori, detta "Mille e una rosa", aSommacampagna (VR) un sabato del luglio 1975.[senza fonte]

Giorgio Bocca,Sandro Viola eBernardo Valli, tre storiche firme dellaRepubblica, alla festa per il decennale della testata romana.
Nel 1986la Repubblica compie i suoi primi dieci anni. Per festeggiare l'anniversario esce l'operaDieci anni 1976/1985: 10 fascicoli in carta patinata, uno per ogni anno, con la riproduzione di molti articoli originali. Il lancio dell'iniziativa editoriale avviene con unospot pubblicitario che riscuote un buon successo: all'inizio si vede un giovane universitario che acquista il quotidiano in un'edicola. Lo stesso giovane, dieci anni dopo, è diventato un uomo. Stringe in mano lo stesso giornale, ma nel frattempo ha fatto carriera ed è diventato ilmanager di una grande azienda.

Il 16 marzo 1978 il presidenteDCAldo Moro viene rapito dalleBrigate Rosse. Dopo un mese di prigionia, il 19 aprile i brigatisti fotografano lostatista mentre regge la copia di un quotidiano, come prova che illeader democristiano è ancora in vita[9]; il giornale in questione è propriola Repubblica, il cui ancora acerbo marchio riceve inaspettatamente un'immediata notorietà[10].
La nuova testata di Eugenio Scalfari sceglie di collocarsi nell'area dellasinistralaica eriformista. Alla sua sinistra, i quotidiani più letti nell'Italia di metàanni 1970 sonol'Unità ePaese Sera[11]. Inizialmentela Repubblica non intende scontrarsi frontalmente con essi, ma differenziarsi. Vuole infatti essere visto come un "secondo giornale": un quotidiano di approfondimento, per un pubblico che ha già letto altrove i fatti del giorno. A differenza dei quotidiani generalisti,la Repubblica non tratta la cronaca e lo sport.
la Repubblica debutta in edicola mercoledì 14 gennaio 1976. Si presenta al pubblico con un formatoberlinese, più piccolo di quelli usualmente adottati all'epoca dagli altri giornali nazionali: sei colonne invece delle tradizionali nove; è composto di 20 pagine ed esce dal martedì alla domenica. Al posto dellaterza pagina tradizionale, la cultura è collocata nel paginone centrale.
Quando il giornale nasce, la messa in pagina non è ancora definita compiutamente; dopo numerosi assestamenti, la griglia raggiunge un'impostazione standard. La pagina, che inizialmente conteneva soltanto testi e titolazioni, inizia a essere movimentata con l'aggiunta di illustrazioni, fotografie e disegni. Il grafico,Franco Bevilacqua, inventa i blocchi prefigurati: l'articolo dellaRepubblica si compone di testo e fotografie insieme[12].
Durante i primi due anni di vita il quotidiano crea il proprio pubblico, ondeggiando tra lasinistra extraparlamentare e quella riformista[13]. Scalfari coglie la novità rappresentata dalmovimento del Settantasette;la Repubblica lo aggancia e lo segue da vicino. Il punto di forza del quotidiano sono i commenti, sempre incisivi e schierati: anche le cronache hanno un taglio politico. Alla schiera dei collaboratori si aggiungeGiampaolo Pansa, proveniente dalCorriere della Sera, nel ruolo diinviato speciale a Milano. La sede diRepubblica occupa un piano, il quarto, di un palazzo in piazza Indipendenza di proprietà della famiglia Amodei, editore delCorriere dello Sport - Stadio, che ha sede e redazione nello stesso edificio.
Il 1978 è l'anno della svolta. All'inizio, la vendita media è di 114 000 copie. In marzo l'Italia è sconvolta dal rapimento diAldo Moro, presidente dellaDemocrazia Cristiana, a opera delleBrigate Rosse: durante i cinquantacinquegiorni del sequestro la testata di Scalfari appoggia incondizionatamente la linea della fermezza contro le richieste dei brigatisti, mentre segue con attenzione nettamente critica la scelta "trattativista" delPSI diBettino Craxi[13]. La linea di opposizione al segretario socialista, che sarà illeitmotiv del quotidiano per i successivi dieci anni, è già tracciata. Nello stesso anno appare l'insertoSatyricon: è il primo inserto di un quotidiano italiano dedicato interamente allasatira[14]. Sul finire del 1978la Repubblica arriva a toccare le 140 000 copie, avvicinandosi alle 150 mila che Scalfari si era prefisso come traguardo alla fondazione del quotidiano.
Nel 1979, con una tiratura media di 180 000 copie, il quotidiano raggiunge ilpareggio di bilancio. La foliazione aumenta da 20 pagine a 24. Il giornale decide, per la prima volta, di coprire glieventi sportivi; a fondare l'apposita redazione viene chiamatoMario Sconcerti. Tra il 1979 e il 1980 appare poi la rubrica a disegniTutti da Fulvia sabato sera, di Pericoli e Pirella. Sempre nel 1980 ilterrorismo colpisce da vicinola Repubblica: il 7 maggio il cronista Guido Passalacqua viene gambizzato dallo stesso gruppo che il 28 uccideràWalter Tobagi.
Nel 1981 uno scandalo travolge il quotidiano nazionale più venduto, ilCorriere della Sera, che si scopre esserede facto controllato, sia finanziariamente sia editorialmente, dalla loggiaP2. Ciò consente allaRepubblica di aumentare il numero dei lettori e di strappare al giornale concorrente alcune firme prestigiose, tra cui quelle diEnzo Biagi eAlberto Ronchey. Scalfari intravede l'opportunità di portare il suo giornale ai primi posti e lancia nuove iniziative per allargarne il bacino d'interesse; tra gli altri, porta la foliazione a 40 pagine, per dare più spazio alla cronaca varia, agli spettacoli e allo sport. La sua testata diventa un "giornale omnibus", ovvero un quotidiano per tutti i tipi di lettori. Nel 1983 viene nominato caporedattore centrale Franco Magagnini[15].
Per quanto riguarda la linea politica, il giornale continua ad appoggiare la sinistra riformista; cambiano invece i termini del confronto con i partiti al governo: da una parte permane l'opposizione a Craxi, mentre si registra una maggiore apertura versoCiriaco De Mita, principale esponente della sinistra democristiana[16]. I risultati non si fanno attendere: nel 1985la Repubblica vende in media 372 940 copie, circa 150 000 in più della media del 1981[16]. Il quotidiano di Scalfari superaLa Stampa divenendo così il secondo quotidiano italiano.
Nel 1986, data del suo decimo compleanno, il giornale romano decide il varo di un settimanalefinanziario, un dorso che esce come supplemento tutti i lunedì:Affari & Finanza, diretto daGiuseppe Turani. IlCorriere è sempre più vicino; finalmente, nel dicembre 1986la Repubblica riesce per la prima volta a superare la testata milanese: 515 000 copie contro le 487 000 del concorrente[17].

Nel gennaio1987 il quotidiano lancia un gioco a premi: si chiamaPortfolio, ed è in pratica una lotteria che si basa sullaBorsa. I lettori sono quindi invogliati a comprare il giornale tutti i giorni per controllare i valori delle azioni. Il gioco si rivela molto più redditizio dei supplementi (che aumentano le vendite solo per uno o due giorni alla settimana): il quotidiano romano guadagna in tre mesi quasi 200 000 copie, sfiorando le 700 000 di vendita media[18].la Repubblica consolida la sua posizione come primo giornale d'Italia.
IlCorriere della Sera non sta a guardare e risponde colpo su colpo, offrendo unrotocalco in omaggio al sabato (Sette). La replica dela Repubblica èIl Venerdì, il cui primo numero esce il 16 ottobre, nello stesso giorno in cui già offreAffari & Finanza. Anche nel 1988la Repubblica rimane saldamente il primo quotidiano italiano, con una vendita media di 730 000 copie, duecentomila in più delCorriere, fermo a 520 000.[19] La testata di via Solferino riprenderà il primato solo nel 1989 conReplay, un altro gioco a premi.
Con glianni 1990, nuove iniziative editoriali arricchiscono l'offerta informativa del quotidiano di Scalfari, che inaugura il numero del lunedì acquisendo per 50 milioni di lire il marchioLunedì di Repubblica, rivista satirica, primo giornale vero/falso edito daVincenzo Sparagna, già autore diFrigidaire[20]. Il lancio avviene il 10 gennaio 1994: in questo periodo il quotidiano si attesta su una tiratura media di 660 000 copie. Il 1995, oltre a essere l'anno dell'introduzione dei due supplementiMusica! rock & altro eSalute, è anche quello della rivoluzione grafica: viene infatti introdotto il colore per laprima pagina e leinserzioni pubblicitarie.

Il 2 ottobre 1994, durante la fase di passaggio dall'MSI adAN (iniziata nel gennaio di quell'anno e conclusasi con lasvolta di Fiuggi del gennaio 1995), il direttore Eugenio Scalfari pubblicò unarticolo di fondo intitolatoLo sdoganamento della destra. Sempre Scalfari schiera il proprio quotidiano su posizioni antitetiche a quelle diSilvio Berlusconi, magnate deimedia che entra in politica nello stesso 1994; il quotidiano critica in special modo il suoconflitto d'interessi come imprenditore e politico.
Nell'aprile 1996, dopo le elezioni politiche, la direzione della testata passa di mano: Eugenio Scalfari dopo vent'anni lascia il timone aEzio Mauro (che firmala Repubblica dal 6 maggio), pur continuando a collaborare al giornale comeeditorialista. Il quotidiano mantiene una linea vicina allo schieramento politico delcentro-sinistra, anche se non risparmia critiche ai suoi rappresentanti politici e ai partiti che lo compongono (con riguardo sia alla "questione morale" che alla frammentazione delle forze politiche). Con la direzione di Mauro il quotidiano si trasferisce nella nuova sede di via Cristoforo Colombo, all'EUR. Tra le prime novità editoriali vi è l'inserto settimanale femminileD - la Repubblica delle donne (21 maggio). Sempre in maggio, il quotidiano incappa in un infortunio giornalistico: il 30 maggio 1996 viene infatti annunciata e commentata la vittoria diShimon Peres alle elezioni israeliane, quando ancora lo spoglio non era terminato; alla fine risulterà vincitoreBenjamin Netanyahu[21].
Il 1996 è un anno elettorale. Il 5 aprile viene aperta la versione sperimentale del quotidiano sulweb[22], in occasione delle consultazioni politiche del 21 aprile. Il sito conta 16-17 000 contatti al giorno. Lanotte delle elezioni più di 500 000 persone cercano di collegarsi (quando gli utentiInternet in Italia erano tra i 3 e i 4 milioni[senza fonte]). In agosto iniziano i lavori per la realizzazione dell'edizioneon-line definitiva. Il 14 gennaio 1997 viene lanciato ilsito web del quotidiano (repubblica.it), il progetto è ideato daErnesto Assante,Gualtiero Peirce eVittorio Zambardino[23], i quali lo propongono a Eugenio Scalfari che lo approva concedendogli l'uso dello scantinato della sede dell'epoca del giornale e alcuni computer[24]. Negli anni successivi si affermerà come principale sito d'informazione italiano con oltre 10 milioni e 600 000 utenti unici[25]: il sito contiene tutti gli articoli a partire dal 1984.[26] Sempre nel 1997 nasce l'edizione cartacea locale diPalermo, seguita, tre anni dopo, da quella diBari.

Nel 2004, attraverso un processo graduale, il quotidiano inserisce il colore in ogni sua pagina[27]. La decisione smuove tutto il mercato dei quotidiani italiani, spingendo la concorrenza ad adottare delle contromosse; in breve, anche gli altri maggiori quotidiani passano al colore. L'edizione della domenica è arricchita da un'ampia sezione culturale (La Domenica di Repubblica, dal 28 novembre 2004). Nel settembre 2005 viene lanciato il supplemento mensileXL (dedicato al pubblico giovane); nel dicembre 2006 nasce poiVelvet (indirizzato a chi segue la moda).
Nel 2007 accade un fatto insolito nella vita del giornale: la redazione proclama uno sciopero. Insoddisfatti per le condizioni contrattuali e per le relazioni con l'editore, i giornalisti bloccano l'uscita del quotidiano per sette giorni.La Repubblica non può raccontare ai propri lettori il congresso deiDemocratici di Sinistra che approva la fondazione delPartito Democratico (19-21 aprile 2007).[28]
Il 19 settembre 2007 il quotidiano si rinnova profondamente, nella grafica e nell'impaginazione. Di fatto,Repubblica si sdoppia in due giornali: uno dedicato alle notizie e un altro (denominatoR2) contenente approfondimenti, inchieste ereportage sui principali temi dell'attualità. Il quotidiano, che è sempre stato uno dei maggiori critici di Berlusconi, illeader dello schieramento delcentro-destra, accentua la sua avversione nel 2008, anno dellasconfitta elettorale del centro-sinistra a opera della coalizione avversaria.
A partire dall'aprile 2008, il sito online viene arricchito da un nuovomotore di ricerca, tramite il quale è possibile ricercare e consultare gli articoli cartacei pubblicati dal 1984 in poi.[29] Sono disponibili anche gli articoli usciti in rete, la cui consultazione è gratuita.[30] Per i testi pubblicati anche in formato cartaceo è invece richiesto un pagamento prima che essi diventino di pubblico dominio (solitamente nei giorni immediatamente successivi all'uscita dell'articolo).[31]

Nella primavera 2009la Repubblica ospita una lettera aperta diVeronica Lario al marito Silvio Berlusconi. Nella missiva la Lario accusava l'allorapremier italiano di frequentare ragazze minorenni. Per il quotidiano è un clamorososcoop, cui segue una campagna, durata tutta la primavera, sulle frequentazioni segrete di Berlusconi. I risultati sono lusinghieri: aumento delle vendite di 30 000 copie e aumento della pubblicità. Il 2009 è anche l'anno delle «10 domande che non si possono fare a Berlusconi»:Giuseppe D'Avanzo raccoglie un elenco di 10 quesiti, cui il premier evita di rispondere; a fine agosto il premier fa causa alla testata[32], tuttavia il quotidiano continua a pubblicare l'elenco per i successivi sei mesi.
A inizio 2010 il quotidiano si riavvicina nelle vendite allo "storico" concorrente, ilCorriere della Sera: dalle 80 000 copie del marzo 2009 il divario è sceso a 30 000 nel marzo 2010[33]. Nel 2011la Repubblica diventa il primo quotidiano per lettorato, con una quota stimata di 3 milioni e 523 000 lettori, superando il rivale lombardo (3 milioni e 430 000 lettori).
Nel 2015 il giornale è tra i fondatori, assieme ai tedeschi diDie Welt, agli spagnoli diEl País, ai francesi diLe Figaro, ai belgi diLe Soir, aTages-Anzeiger e aTribune de Genève, della Leading European Newspaper Alliance (LENA), un accordo di collaborazione tra testate europee.[34]
Mario Calabresi subentra a Ezio Mauro come direttore il 15 gennaio2016, il giorno dopo il 40º anniversario della fondazione quotidiano[35].
Il 22 novembre2017 viene avviata una ristrutturazione del giornale: la veste grafica viene ampiamente rinnovata. Inoltre viene adottato un nuovocarattere, denominato "Eugenio" (basato sulBodoni), il cui nome si rifà a quello del fondatore del giornale,Eugenio Scalfari. Viene modificata anche l'organizzazione dei contenuti del giornale cartaceo. Ogni giorno i due argomenti più importanti vengono trattati inprima pagina, seguono la politica e lacronaca.
Il 5 febbraio 2019 Mario Calabresi annuncia la fine della sua direzione per scelta degli editori.[36]
Il 19 febbraio 2019 si insedia come nuovo direttoreCarlo Verdelli, il quale ottiene la fiducia della redazione il giorno seguente con 296 sì, 13 no, 6 schede bianche e 1 nulla.[37]
L'11 aprile 2019 muore il vice-direttore Angelo Aquaro.[38] Il 25 maggio 2019 muore il celebre editorialistaVittorio Zucconi.[39]
Il 21 marzo 2020 muore il celebre giornalista sportivoGianni Mura.[40]
Il 23 aprile 2020 «Giano Holding», società partecipata dallaExor,holding finanziaria olandese controllata dalla famigliaAgnelli, diviene proprietaria del 60,9% delGruppo editoriale GEDI e il consiglio d'amministrazione nominaMaurizio Molinari nuovo direttore del quotidiano al posto di Carlo Verdelli.[41] Il giorno successivola Repubblica non esce in edicola a seguito di uno sciopero, indetto come protesta contro la decisione del CdA.[42]
Il 29 aprile Molinari ottiene la fiducia della redazione con 220 favorevoli, 36 contrari, e 44 astenuti[43].Gad Lerner ePino Corrias interrompono la loro collaborazione con il quotidiano, mentreEnrico Deaglio interrompe la sua collaborazione conIl Venerdì di Repubblica.[44]
Sotto la direzione di Molinari iniziano a collaborare conla RepubblicaOscar Giannino (ex giornalista deLa Voce Repubblicana,Cronache di Liberal,Libero,Radio 24 eRadio Capital ed ex leader diFare per Fermare il Declino),Giancarlo Mazzuca (ex giornalista deil Giornale eIl Giorno ed ex deputato deIl Popolo della Libertà),Domenico Siniscalco (exministro dell'economia e delle finanze nelgoverno Berlusconi II), Sharon Nizza (ex assistente parlamentare della deputata delPdLFiamma Nirenstein e, a sua volta, candidata non eletta dello stesso PdL) ePaolo Condò (che lasciaLa Gazzetta dello Sport eSportWeek)[45][46]
Il 20 agosto 2020la Repubblica si schiera ufficialmente per il NO alreferendum costituzionale del 2020.[47] Nei mesi successivi continuano le uscite di firme eccellenti: lascianoBernardo Valli,[48]Attilio Bolzoni (che passa aDomani),[49]Luca Bottura (che rimane aL'Espresso),[50]Irene Bignardi[51],Roberto Saviano (che passa alCorriere della Sera),[52] eStefano Balassone (che passa aDomani).[53] Nel 2021 l'esodo di firme eccellenti continua: il 27 ottobreFederico Rampini abbandona il quotidiano diretto da Molinari per passare alCorriere della Sera;[54] il 29 ottobre lasciaCurzio Maltese, annunciando nella sua longeva rubrica suIl Venerdì il suo congedo dai lettori.[55] L'11 novembre lascia il giornale il vicedirettoreSergio Rizzo, dichiarando di essere stato costretto ad andare in pensione insieme ad altri 53 giornalisti della testata[56]. Negli stessi giorniLuca Ricolfi inizia a collaborare al quotidiano mentre daLa Stampa arriva Paolo Mastrolilli, come corrispondente daNew York. Molinari porta in redazione numerose nuove firme comeBernard-Henri Levy,Gianni Vernetti,Alberto Angela, Santolo Meo,Marta Dassù,Marco Minniti,Linda Laura Sabbadini,Luca Ricolfi. E ci sono anche dei ritorni comeTahar Ben Jelloun, Carlo Pizzati eAntonio Monda, che avevano abbandonato il quotidiano per disaccordi con i precedenti direttori.[senza fonte]
Nel luglio del2023 sorge una controversia riguardo ad un articolo scritto dal padre di Elkann,Alain Elkann, che paragonava il comportamento dei giovani a quello deiLanzichenecchi. Ulteriore polemica suscitò l'articolo del giovane Elkann perLa Stampa.[57] Molinari si è rifiutato di pubblicare una lettera in cui i redattori del giornale prendevano le distanze dall'anziano Elkann; contestualmente affermava di aver compreso le loro ragioni.[58]
Nell'aprile2024 il direttore viene sfiduciato da un voto dal comitato di redazione, con sciopero delle firme per 24 ore. L'assemblea ha denunciato «la gravità della censura del servizio di apertura di Affari& Finanza nel numero dell'8 aprile 2024»[59].
Il 3 ottobre 2024,Mario Orfeo viene nominato nuovo direttore del giornale a partire dal successivo 7 ottobre; termina così la direzione di Molinari, che continua però a collaborare come commentatore ed editorialista.[senza fonte]
Il 28 novembre del 2025, la redazione del quotidiano ha aderito allo sciopero generale indetto dallaFNSI in seguito al mancato accordo con laFIEG per il rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti,[60] scaduto nel 2016.[61]

I padri dela Repubblica sono quattro:Eugenio Scalfari,Carlo Caracciolo, editore deL'Espresso,Mario Formenton eGiorgio Mondadori, rispettivamenteamministratore delegato e presidente dell'Arnoldo Mondadori Editore[62]. Per fondare il quotidiano, Caracciolo e laMondadori investono 2 miliardi e 300 milioni di lire (metà per ciascuno): il patto è firmato il 30 luglio 1975, il punto di pareggio è calcolato a 150 000 copie[63]. Ilconsiglio d'amministrazione della società editrice del quotidiano (Gruppo Editoriale L'Espresso) è inizialmente composto da dieci membri: cinque in quota Mondadori e cinque espressi da Caracciolo.
Durante i primi anni la gestione del quotidiano e del settimanale sono unificate. Il 1976 si chiude perla Repubblica con una vendita media di 70 000 copie. Il risultato deludente è compensato dalla tiratura dell'Espresso, che si avvicina a quota 400 000[64]. Nel 1979 si aggiunge ai quattro soci originari laCompagnie Industriali Riunite (CIR) diCarlo De Benedetti, che investe cinque miliardi dilire, corrispondenti a una quota di poco inferiore al 10% delcapitale sociale[65].
Durante glianni 1980, la CIR di De Benedetti incrementa sempre più la sua quota nel capitale della società editrice dellaRepubblica, fino a raggiungere il 50%.[66] Nel 1989, convinti che per la crescita del gruppo occorra ampliare il sostegno finanziario, Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari (principaliazionisti del Gruppo Editoriale L'Espresso) vendono tutte le loro quote a Carlo De Benedetti. Questi, già importante azionista della Mondadori, porta il Gruppo L'Espresso in dote alla casa editrice milanese, di cui punta a diventare azionista di maggioranza acquistando i pacchetti in mano agli eredi diArnoldo Mondadori. Gli sbarra la stradaSilvio Berlusconi, aprendo quella che passerà alla storia come la "guerra di Segrate" (dall'omonimo comune alle porte diMilano dove ha sede la Mondadori).
Tra Berlusconi, nuovo patron della Mondadori, e De Benedetti nasce un contenzioso giudiziario che si conclude, dopo oltre due anni di battaglie finanziarie e legali, nel 1991 con la separazione fra il settorelibri eperiodici (che va allaFininvest di Berlusconi), e quello dellaRepubblica, dell'Espresso e dei quotidiani locali (che va invece al Gruppo Editoriale L'Espresso, di cui la CIR di De Benedetti è azionista di maggioranza).
Negli anni successivi tale controversa operazione finisce al centro di una causa giudiziaria che vede come protagonista Berlusconi, accusato dicorruzione in atti giudiziari con riferimento al giudizio sull'impugnazione del c.d.lodo Mondadori, col quale gli arbitri nominati dai gruppi Fininvest e CIR avevano deciso la controversia in primo grado. Con sentenza del Tribunale civile di Milano del 3 ottobre 2009 viene statuito che la Fininvest deve risarcire alla CIR la complessiva somma di circa 750 milioni dieuro per il «danno patrimoniale da perdita di opportunità di un giudizio imparziale» connesso al succitato lodo[67]; il pagamento del risarcimento viene in seguito sospeso fino alla fine del processo d'appello, venendo comunque garantito da unafideiussione bancaria[68]. Il 9 luglio 2011 laCorte civile d'appello di Milano, che aveva ordinato un'ulteriore perizia al fine di stabilire l'importo del risarcimento, condanna la Fininvest al pagamento della sanzione in favore della CIR, che in base alla nuova perizia ammonta a 560 milioni dieuro[69].
Nel1998 avviene la fusione per incorporazione della Società Editoriale «la Repubblica S.p.A.» nel gruppo editoriale l'Espresso, che nel2016 si fonde conItaliana Editrice divenendoGEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
Il 2 dicembre2019 la CIR vende le sue azioni del Gruppo GEDI (pari al 60,9% del capitale) a Giano Holding, società partecipata dallaExor,holding finanziaria olandese controllata dalla famigliaAgnelli.
La proprietà diventa effettiva il 23 aprile2020, con la nomina del nuovo Cda, presidenteJohn Elkann eMaurizio Scanavino amministratore delegato e direttore generale. Successivamente «Giano Holding» porta a termine un'offerta pubblica di acquisto sulle restanti azioni del Gruppo, divenendo proprietaria del 100% delle azioni e procedendo all'uscita di GEDI dal listino dellaBorsa Italiana.[70]

La Repubblica realizza in nove diverse città italiane un'edizione locale: aBari,Bologna,Firenze,Genova,Milano,Napoli,Palermo,Roma eTorino.
Inoltre l'inserto locale ligure è lo storico quotidianosocialista genoveseIl Lavoro.
Dal 2016 al 2023, il quotidiano è uscito la domenica in abbinamento col settimanaleL'Espresso, fino alla sua cessione allaBFC Media e alla conseguente separazione.
Oltre al sito web, alla versione digitale del giornale e alla web tv, il quotidiano compare con un proprio account automatico suWhatsApp dal 9 gennaio 2015, ma ha raggiunto il limite delle utenze a cui può inviare gli aggiornamenti[72]. La Repubblica ha pure creato il canale suTelegram il 12 marzo 2016; ha poi reso pubblico il canale sul sito il 16 marzo 2016[73].
La Repubblica ha aperto un sito web per le scuole, Repubblica@Scuola, dedicato allo sviluppo del giornalismo giovanile.[74]
Il 27 luglio2018 viene lanciata una nuovaapplicazione mobile persmartphone che raggruppa:Repubblica.it (le cui pagine sono aggiornate continuamente);Rep.video (i video della redazione);Rep: (il nuovo servizio di approfondimento);Repubblica+ (il servizio su abbonamento per leggere il giornale online).
Scelti dal Gruppo Editoriale L'Espresso della Cir
Scelti dalla GEDI di Exor
| Anno | Finanziamento |
|---|---|
| 2003 | 1 351 640,76 €[77] |
| 2004 | 1 325 982,39 €[78] |

Ladiffusione di un quotidiano si ottiene, secondo i criteri diAccertamenti Diffusione Stampa (ADS), dalla somma di: Totale Pagata[79] + Totale Gratuita + Diffusione estero + Vendite in blocco.
Dal 2021 ADS ha abbandonato la distinzione tra copia cartacea e copia digitale, che è stata sostituita dalla distinzione tra «vendite individuali» (copie pagate dall’acquirente) e «vendite multiple» (copie pagate da terzi).Con il nuovo metodo di calcolo la diffusione supera sempre la tiratura.
| Anno | Diffusione |
|---|---|
| 2023 | 146 125 |
| 2022 | 136 759 |
| 2021 | 162 781 |
| Anno | Diffusione digitale | Diffusione cartacea | Totale diffusione (cartacea + digitale) | Tiratura |
|---|---|---|---|---|
| 2020 | 51 335 | 127 829 | 179 164 | 210 427 |
| 2019 | 47 707 | 149 201 | 196 908 | 241 115 |
| 2018 | 44 820 | 165 748 | 210 568 | 257 641 |
| 2017 | 30 159 | 190 261 | 220 420 | 292 365 |
| 2016 | 40 273 | 231 137 | 271 410 | 337 799 |
| 2015 | 56 986 | 274 460 | 331 446 | 396 691 |
| 2014 | 62 715 | 306 158 | 368 873 | 433 892 |
| 2013 | 50 165 | 352 152 | 402 317 | 480 489 |
| Anno | Diffusione |
|---|---|
| 2012 | 396 588 |
| 2011 | 438 514 |
| 2010 | 449 150 |
| 2009 | 485 149 |
| 2008 | 556 325 |
| 2007 | 621 665 |
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