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Isola (Milano)

Coordinate:45°29′16″N 9°11′20″E45°29′16″N,9°11′20″E
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(Reindirizzamento daLa Fontana)
Isola
Isola
Veduta di piazzale Lagosta
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
Provincia  Milano
CittàMilano
CircoscrizioneMunicipio 9
AltriquartieriPorta Garibaldi ·Porta Nuova ·Centro Direzionale ·Isola ·La Fontana ·Montalbino ·Segnano ·Bicocca ·Quartiere Fulvio Testi ·Prato Centenaro ·Niguarda ·Dergano ·Bovisa ·Affori ·Bruzzano ·Comasina ·Bovisasca
Mappa di localizzazione: Milano
Isola
Isola
Isola (Milano)
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L'Isola (l'Isola indialetto milanese,AFI:[ˈiːzula]) è un quartiere[1] diMilano. Fa parte delMunicipio 9, di cui costituisce il NIL n. 11, denominato ufficialmente "Isola" .[2]

Geografia fisica

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L'Isola è situata a nord diPorta Garibaldi (fino al 1860 chiamata Porta Comasina). Ha origine dal borgo lineare[3] che dal primo Ottocento si era sviluppato “fuori porta” nelComune dei Corpi Santi, ai lati dell'antica strada Comasina, a spese della preesistente campagna.

Dal 1878 la strada Comasina ha preso i nomi attuali dicorso Como fino a quella che oggi è lastazione Garibaldi, e oltre la stazione, più a nord, di via Borsieri e in seguito di via Thaon di Revel, poiché da metà Ottocento la continuità della strada e del suo borgo è stata interrotta dalla costruzione trasversale degli impianti ferroviari facenti capo alla stazione. Così il quartiere è composto di due parti, la sud più vicina al centro cittadino e la nord oltre le ferrovie.

Originariamente, il nomeIsola veniva attribuito dai milanesi a tutta la zona immediatamente a nord di porta Garibaldi, delponte delle Gabelle e diporta Nuova, a sud dellaFontana, a sud-ovest delle Abbadesse, ad ovest delcentro direzionale, ad est della zona Farini; limiti indicativi e fluttuanti, poiché i cosiddetti “quartieri” di Milano[4] un tempo non avevano confini ufficialmente stabiliti. Ma recentemente il Comune ha introdotto, all'interno dei Municipi, un'ulteriore ripartizione in 88 NIL (Nuclei di Identità Locale) ufficialmente perimetrati, riservando il nome "Isola", n. 11, alla sola parte del vecchio borgo situata a nord della stazione Garibaldi.

La corrispondente parte del vecchio borgo situata a sud della stazione Garibaldi, completamente snaturata dalle costruzioni ferroviarie e dalprogetto Porta Nuova, è stata unita alla zona dove un tempo era situato il ramo ovest dellaprima Stazione Centrale di Milano (1864); all'insieme così accorpato è stato attribuito il nome complessivo di "Porta Garibaldi Porta Nuova", NIL n. 9.

INSOLA de Porta Comasina, esistente nel 1720-23 all'inizio della strada per Como, oggi corso Como.

Origine del nome

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IltoponimoIsola riferito a questa zona è documentato da almeno tre secoli. Nella mappa di primo rilievo delCatasto Teresiano degli anni 1720-23, conservata nell’Archivio di Stato di Milano, di cui qui viene riprodotto un particolare,[5] sul lato sinistro della strada uscente dalla Porta Comasina (dal 1860 chiamata Porta Garibaldi), a partire da dove oggi c’è il numero civico 1 dicorso Como, è disegnata una costruzione a pianta rettangolare, lunga e stretta, isolata nella campagna, estesa per circa 60-70 metri verso nord, su cui è scritto: "INSOLA de Porta Comasina", in termini moderni: "Isolato di Porta Comasina". La costruzione era (allora) l'unica esistente in quel tratto della strada Comasina.[6]

Sulla mappa, attorno alla costruzione e lungo la strada, risultano solo orti, prati, terreno a viti (allora si faceva il vino anche a Milano, come nellavigna di Leonardo vicino aSanta Maria delle Grazie). Più avanti sulla Comasina, che si allontana da Milano in direzione nord, sono disegnate la cascina Magna subito ad est e ancor più innanzi ad ovest laChiesa di Santa Maria alla Fontana, il confine nord del quartiere.

La Comasina costituiva (come oggi) una delle più importanti strade commerciali tra Milano, laBrianza, i laghi e la vicinaSvizzera, tramite di scambio di merci e persone. Lemura spagnole, per secoli e fino agli inizi del Novecento, fungevano anche da cintura daziaria di Milano. All'esterno della cintura daziaria, in prossimità delle porte cittadine, nel tempo erano sorti depositi in cui i commercianti all'ingrosso immagazzinavano le merci (vino, sale, ecc.) destinate ad essere introdotte in Milano, che i negozianti della città venivano poi a ritirare, pagando (anche) il dazio nel momento in cui le immettevano entro la cinta daziaria.

L'Isola di Porta Comasina era probabilmente uno di questi depositi sorvegliati, formato da più recinti protetti da muri robusti, almeno in parte coperto e comprendente gli alloggi dei custodi, guardie daziarie, ecc. e stallaggi per animali e carri; analoghi per funzione agli attuali magazzini doganali della zona Farini. All'estremità del complesso più vicina a Milano, sulla mappa si leggeBolino della cita, cioè: "Bollino della Città". Una delle tante osterie/depositi di vino di Milano situate appena all'esterno della cintura daziaria, dove chi voleva introdurlo in città pagava (l'odiato) dazio sul vino.[7] Le botti e gli altri contenitori di vino potevano entrare in città solo se muniti dell'apposito "bollo".[8]

Nell'Ottocento, la costruzione indicata nelle mappe catastali del Settecento comeIsola di Porta Comasina non era più “isolata”. Accanto e intorno, ai due lati della Comasina sono disegnati altri edifici e la zona era ormai urbanizzata. Il termine "Isola" rimase però nell'uso comune per indicare tutto il nuovo quartiere che si andava sviluppando a nord della Porta. Sulle mappe “turistiche” ottocentesche,[9] all’estremità della costruzione più vicina alla porta cittadina, prima indicata come: "Isola di Porta Comasina" appare la scritta:Mezza lingua, dall'Osteria della Mezza Lingua[10]. L'esercizio, poi anche albergo, era succeduto alBollino del secolo precedente nella medesima favorevole posizione commerciale e durò fino agli inizi del Novecento. Noto ai milanesi per il vino (non gravato dal dazio, se bevuto sul posto) e come luogo di arrivo/smistamento di stampati patriottici/clandestini provenienti dall'estero, come dallatipografia di Capolago sullago di Lugano.

Tuttavia il toponimoIsola in questa zona rimane presente anche nelle successive mappe di Milano, come quella di Clarke del 1832, in cui appena dopo l’uscita dalla città dalPonte delle Gabelle, sulla sponda est delNaviglio della Martesana, in posizione distante circa 300 metri dall'Isola di Porta Comasina disegnata sulla mappa del Settecento, si legge la denominazione"Isola Bella", relativa ad un’altra osteria[11] (in seguito divenuta albergo, in esercizio fino al 1975, come da registro della Camera di Commercio di Milano) che fungeva anche da prima fermata delle diligenze sulla strada postale Milano–Monza.

L’osteria/albergo"Isola Bella" era anche meta di gite fuori porta,[12] come risulta da documentazione iconografica di metà Ottocento,[13] al pari della successivaCassina de' Pomm, situata più avanti, sempre sul Naviglio Martesana. L’edificio originario dell'albergoIsola Bella esiste ancora, in stato di rudere; dal 2021 è oggetto di un progetto di ricupero, per utilità sociale, al pari del vicino e più recente bell’edificio delleCucine Economiche (Arch. Broggi, 1883) in via Monte Grappa. Di fianco all'albergo, sull'attuale via Monte Grappa, c'era laGabella del sale,[14], un deposito di questa merce dove si pagava l'omonima gabella.

Si tratta quindi di unaleggenda metropolitana, pur diffusa su moltissimi siti internet, quella che erroneamente afferma che l'Isola sarebbe stata così chiamata perché zona "isolata" dal resto di Milano dalle costruzioni ferroviarie. In realtà, le ferrovie sono state inventate e costruite quando il nomeIsola era già in uso da circa 120 anni; nella zona, la prima è stata laferrovia Milano-Monza, costruita nel 1840 a nord del Ponte delle Gabelle, seguita poi dallaprima stazione Centrale di Milano (1864) e oggi dallastazione Garibaldi, del 1961.

Verosimilmente, essendosi nel tempo perduto il ricordo dell'antico "Isolato", che tale non era più da oltre un secolo, tra gli "Isolani" e chi scriveva del quartiere ebbe fortuna la spiegazione del nome dall'"isolamento" causato dalle costruzioni ferroviarie. È vero, comunque, che le ferrovie, per più di un secolo costruite e cresciute disordinatamente, senza alcun riguardo per gli abitanti del quartiere, e le vicissitudini urbanistiche successive hanno causato enormi danni alla viabilità della zona, che persistono tuttora specie nelle aree prossime agli impianti ferroviari. Se ne scrive in seguito nella sezione "Storia".

Il toponimoIsola non era registrato in alcun documento ufficiale, salvo le mappe del Catasto Teresiano, fino al 2014, quando è stato attribuito allastazione della M5, situata all’angolo tra via Volturno e via Sebenico. Paradossalmente, il toponimoIsola si è spostato a circa 750 metri a nord-est dalla prima costruzione del 1720 di cui si è detto. La zona che vi aveva dato origine, oggi, diversamente configurata, fa parte del "NIL Porta Garibaldi Porta Nuova", n 9 e (per lo meno dal punto di vista della burocrazia comunale) non può più fregiarsi del suo antico nome.

Storia

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La passerella che da via Borsieri portava inCorso Como.
La drogheria di via Carmagnola 8, angolo via Pastrengo, nel 1925.
La passerella vista da sopra.

Storicamente l'Isola si sviluppa come un borgo lineare lungo l'antica strada che daMilano, uscita daPorta Comasina, portava fino aComo. Fino a metà Ottocento, in quest'area fuori dalle porte di Milano, dove iniziava ilComune dei Corpi Santi, tranne poche eccezioni, non esistevano case d'abitazione o edifici.

L'antico tracciato della strada che portava a Como, lungo il quale si è sviluppata l'Isola, è costituito attualmente da corso Como e dalla vecchia via Borsieri che un tempo comprendeva anche l'attuale via Thaon di Revel. Tale percorso venne completamente interrotto nel 1865 quando traversalmente alla strada Comasina si costruì la ferrovia, dividendo in due il borgo che gradualmente si stava sviluppando lungo la strada stessa.

Per ripristinare il percorso per Como, nel 1880 fu aperta più a ovest nelle mura spagnole la nuovaporta Volta, da cui partiva in direzione di Como l'attuale via Farini. La via Farini si incrociava con la ferrovia passando sotto il Ponte (ferroviario) della Sorgente, che prese il nome dallerisorgive che caratterizzavano la zona.[15]

A garantire una parziale continuità fra corso Como e la via Borsieri venne invece realizzata solo unapasserella pedonale. L'Isola andò a caratterizzarsi nel corso degli anni per una forte componente di abitazioni destinate ad operai, molti dei quali lavoravano nelle vicine fabbriche, come per esempio ilTecnomasio Italiano Brown Boveri, lo stabilimento dellaPirelli (inPonte Seveso) e l'Elvetica (invia Melchiorre Gioia), oltre che ovviamente nei vicini impianti ferroviari.

Scampati i bombardamenti, pur rimanendone ferita, nell'immediato dopoguerra sull'Isola cala lo spettro di un grosso "asse attrezzato" che la avrebbe dovuta attraversare, tagliandola, e collegare l'Arco della Pace con il piazzale Lagosta. Il progetto trova la sua ufficialità nel Piano del 1953, a seguito del quale negli anni successivi cominciano gli espropri e le relative demolizioni da parte del Comune.[16] La ferrovia viene arretrata, con la realizzazione della nuovastazione di testa di Porta Garibaldi. Anche attorno alla ferrovia si procede a colpi di esproprio sia per la realizzazione della nuova stazione sia per la realizzazione del centro direzionale previsto dal piano. Lo stessocorso Como viene dimezzato nella sua estensione.[17] Tuttavia la forte opposizione degli abitanti dell'Isola, gli eccessivi costi degli espropri e la mutata convinzione sulla necessità di una simile autostrada urbana portarono il Comune a fare un passo indietro. Residuo del progetto incompiuto "asse attrezzato" è, sopra i binari di Porta Garibaldi, un enorme spezzone stradale largo sei corsie che avrebbe consentito lo scavalco della ferrovia; ultimo fra i collegamenti fra il quartiere e la città (visto che la passerella era stata demolita nel1958 in favore del successivo sottopasso provvisorio dicorso Como, che durò fino al1960). Verrà dedicato adon Eugenio Bussa, storico prete dell'oratorio delSacro Volto all'Isola, in prima fila egli stesso contro l'attuazione del piano. Dopo diversi anni dalla sua posa venne dotato di due rampe, che consentono tuttora il passaggio (pedonale e, in un solo senso di marcia, veicolare) da Milano all'Isola.

Negli ultimi anni il quartiere ha subito una progressivarivalutazione, protagonista in parte anche di una più lenta ma progressiva sostituzione del caratteristico ceto popolare e operaio che la contraddistingueva. Proprio nel quartiere, infatti, si ergono le due torri delBosco verticale, edificate all'interno del più generaleProgetto Porta Nuova.

Ubicazione delCimitero della Mojazza.

La Mojazza

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Lo stesso argomento in dettaglio:Cimitero della Mojazza.

IlCimitero della Mojazza era un cimitero storico dell'Isola, aperto nel 1685, che derivava il suo nome dalle caratteristiche del terreno su cui sorgeva, fortemente imbevuto d'acqua e quindi estremamente fangoso; il verbomojà, in dialetto milanese, significa infattiinzuppare,ammollare ointingere in un liquido, da cui il sostantivomojàscia che sta perpoltiglia,melma,fanghiglia.[18] Nel cimitero avevano trovato sepoltura, nel corso dei secoli, personaggi illustri qualiCesare Beccaria,Giuseppe Parini eMelchiorre Gioia. L'intera area cimiteriale faceva capo alla vicinaChiesa di Santa Maria alla Fontana, mentre l'ingresso era sulla via Perasto, allora conosciuta comestrada della Magna, da cui prese il suo nome l'ampia area incolta a est dell'Isola.

Il cimitero venne soppresso il 22 ottobre1895 in concomitanza con l'apertura del nuovoMonumentale, in cui vennero trasferiti i resti dei personaggi più famosi sepolti alla Mojazza. A causa dell'estrema approssimazione delle operazioni e dell'impossibilità, in molti casi, di individuare con precisione la loro esatta sepoltura, nella maggior parte dei casi i resti andarono perduti con la soppressione del cimitero.

La Magna

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Passata ormai alla storia ma ancora viva nei ricordi, la cosiddettaMagna era un largo spazio situato in fondo a via Sebenico, che prendeva il nome da una storica cascina che qui vi sorgeva[19] Nella mappa catastale del 1720-23 qui allegata, la cascina situata sul lato est della strada Comasina (ora via Borsieri angolo via Sebenico) è indicata come “cassina de Magni”.
L'area era quella adiacente al Bivio della Magna,[20] sulvecchio tracciato perMonza dismesso dalleFerrovie a seguito dell'attivazione del nuovo nodo ferroviario nel1931 e della nuovaStazione Centrale.[21]

Successivamente, cresciuta a pratone incolto, era diventata luogo di ritrovo per i giovani dell'Isola, unico spazio all'aria aperta, lontano dai malconci cortili delle abitazioni popolari del quartiere. Nell'agosto del'43, quando i bombardamenti anglo-americani distrussero diversi stabili anche dell'Isola, vennero accumulate nellaMagna (così come in piazzale Archinto) le macerie degli edifici distrutti. L'area a prato si ridusse drasticamente, rimanendo solo un passaggio che collegava via Sebenico con via Pola, mentre ciò che restava libero venne in seguito trasformato in orto. La situazione si è mantenuta sostanzialmente immutata per molti anni prima che la costruzione di nuovi edifici (attualmente fronteggianti ilPalazzo della Regione) occupassero l'area.

Curiosamente, per la generazione successivala Magna era riconosciuta come l'area analogamente dismessa e incolta più prossima allavia Melchiorre Gioia.

Monumenti e luoghi d'interesse

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L'Isola, forte della propria tradizione popolare e operaia, visse intensamente laResistenza partigiana. A perpetuarne la memoria venne posto il 25 aprile1972, in via Sassetti, all'altezza dello sbocco convia Melchiorre Gioia, un monumento ai caduti del quartiere,[22] che verrà poi, nel dicembre del 2009, trasferito nel più centralepiazzale Segrino, a seguito delle richieste degli abitanti. Una grande attenzione è stata posta anche alle lapidi per i singoli caduti.

Geografia antropica

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Una casa a corte in via Jacopo Dal Verme.

Urbanistica

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Gli isolati, conformemente alPiano Beruto, misurano tutti all'incirca 120 x 100 m; erano suddivisi in lotti che potevano variare dai 500 ai 2000 m² ed erano caratterizzati da ripartizioni ortogonali. Il piano terreno era occupato da negozi o botteghe artigiane sul fronte strada e magazzini o attività produttive di maggiori dimensioni verso le corti interne, mentre i piani superiori destinati alle abitazioni erano del tipo a pianerottolo o, più spesso, a ballatoio. Il tipo di distribuzione differenziava le abitazioni in base alle destinazioni: il ballatoio era riservato alleabitazioni operaie e distribuiva piccoli locali, generalmente ad altissima densità abitativa; il pianerottolo connotava spazi studiati per il ceto medio, spesso dotati di servizi igienici privati e con dimensioni dai due ai quattro locali.

Il quartiere presenta numerose abitazioni in stileLiberty e altre tipiche delrazionalismo milanese, come le case diPietro Lingeri eGiuseppe Terragni, il quartiere diEnrico Agostino Griffini eManfredo Manfredi per conto dellaSocietà Edificatrice Case Operaie, Bagni e Lavatoi Pubblici e destinato ai lavoratori dell'Ospedale Maggiore, lo stabilimento della Italclima diGio Ponti eLuciano Baldessari. Tra questi edifici, particolarmente interessanti sono laCasa Ghiringhelli del1933,[23] laCasa Toninello del1934[24] e laCasa Comolli-Rustici del1935[25], tutte di Terragni e Lingeri.

Altre località

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La Fontana è il quartiere, a nord dell'Isola, posizionato lungo l'antica strada che collegava Milano con Como, che ha preso il nome dallaChiesa di Santa Maria alla Fontana.

Infrastrutture e trasporti

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Banchina del binario 1 della stazione Isola.

L'Isola è servita dall'omonima stazione dellametropolitana5, situata sotto Via Volturno.
L'area è divisa a sud dal tracciato ferroviario, sul quale sorge dal1963 lastazione di Porta Garibaldi, accessibile attraverso i sottopassaggi di Via Pepe, dai quali si può raggiungere anche lastazione della metropolitana, interscambio tra le linee M2 ed M5. Questa stazione, gestita daCentostazioni/RFI, è servita da trenisuburbani (linee S1, S2, S5, S6, S7, S8, S11 e S13), regionali e ilMalpensa Express, gestiti daTrenord, e nazionali e internazionali.

Inoltre, poco distante dal confine con il quartiere, si trova, all'interno dell'attiguoCentro Direzionale, la stazionedi Via Gioia dellalinea M2.

Varie linee di autobus etram, gestite daATM, collegano l'Isola ai quartieri limitrofi e agli altri quartieri del centro di Milano.

Note

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  1. ^ Nel Comune di Milano, a differenza di quanto avviene per altre grandi città, (ad esempio Roma) il termine “quartiere” non ha attualmente un preciso significato amministrativo. Nel Medioevo e fino all’Ottocento, Milano, che ha una pianta circolare, prima delimitata dalla cerchia dei Navigli, poi dalle Mura spagnole, era ufficialmente divisa in Sestieri, ciascuno a forma di spicchio, corrispondenti alla sei antiche porte che si aprivano nelle mura. Oggi, invece, a Milano il termine “quartiere” viene usato nel linguaggio comune per indicare - approssimativamente - una zona cittadina che di solito ha confini non perimetrati ufficialmente e quindi mutevoli, anche nel tempo.Nel secondo dopoguerra il Comune ha suddiviso la città in venti zone, poi ridotte a nove, ciascuna denominata “Municipio”.Dal 2017 (Delibera di Consiglio comunale n. 35 del 13/03/2017) all'interno dei 9 Municipi, il Comune ha definito un’ulteriore suddivisione in 88 zone più piccole, perimetrate, dette “NIL” (Nuclei di Identità Locale), anche al fine di definire/perimetrare/denominare/numerare le zone cittadine finora dette “quartieri”
  2. ^ I NIL (Nuclei di Identità Locale) corrispondono alle “unità minime di programmazione” previste all'interno del PGT (Piano Governo del Territorio) del Comune di Milano. Vedi mappa e altre informazioni sui NIL in:https://geoportale.comune.milano.it/portal/apps/webappviewer/index.html?id=e52d990fec5f4fe38b2a4f7d2385962a
  3. ^Altri esempi di borghi lineari, sorti a Milano ai lati di strade uscenti da porte cittadine: Borgo degli Ortolani, "el borgh di scigulatt”, sviluppatosi fuori porta Tenaglia ai lati della antica strada per Varese, ora chiamata via Canonica; Borgo San Gottardo, "el borgh di furmagiàtt", fuori porta Ticinese, ai lati della strada per Pavia.
  4. ^ Vedi nota 1
  5. ^Fotografia di un particolare della mappa: "Corpi Santi delle Porte Vercellina, Comasina, Nuova (porzione) - Comune Censuario - Segnatura attuale 1178/2"https://www.archiviodigitale.icar.beniculturali.it/it/185/ricerca/detail/655303#viewer
  6. ^ Il termine “insula/insulae" risale addirittura ai Romani, usato per edifici isolati, cioè non contigui ad altri, situati in città e anche in campagna. In particolare, negli stessi Corpi Santi di Milano, al di fuori dell’Arco della Pace, in posizione analoga per distanza dalle mura spagnole, esisteva in passato (almeno) un’altra "isola", chiamata appunto: "Isola Botta”. Vedi mappa di Milano di Giovanni Brenna del 1860, editore Vallardi, consultabile per es. nella raccolta di mappe dell'Università di Harward:https://curiosity.lib.harvard.edu/city-maps-and-urban-environments/catalog/67-990115012180203941
  7. ^“Bollino della città” era un termine di uso comune che, da metà del Seicento e ancora nel Settecento, indicava un’imposta applicata sulle merci che entravano in città. A Milano in particolare sul vino, come risulta in Giovanni Gregorini: “Il frutto della gabella – La ferma generale a Milano nel cuore del Settecento economico lombardo”, Milano, Vita a Pensiero, 2003, pag. 170: dal ... Bilancio dello Stato di Milano del 1754: “Bollino o dazio del vino che si vende nelle osterie”. Anche in Pietro Verri: "Scritti vari ordinati da Giulio Carcano, Firenze, Le Monnier 1834" (Google Books) Vol. 1 ... Dello Stato di Milano, pag. 439: ... “gabella sulla vendita del vino al minuto detta Il Bollino”.
  8. ^ Dalla mappa catastale del 1720-23 citata, risulta che a Milano, in altre posizioni situate nel solo quadrante nord-ovest della città c’erano almeno altre due osterie/stazioni daziarie simili, aPorta Tenaglia e alla cascina Portello, situata nel luogo dell'attuale piazzale Türr.
  9. ^vedi ad es. mappa di Milano del 1832 di William Barnard Clarke (leggibile inMura di Milano)
  10. ^Il curioso termine “mezza lingua”, verosimilmente, in origine era il soprannome o il cognome del titolare o di un addetto all’esercizio; in seguito ufficializzato come insegna, anche perché facilmente ricordabile. Il cognome “Mezzalingua” è presente nel Molise, per es. in San Martino in Pensilis (CB) e in altri luoghi d’Italia e di paesi esteri, portato da italiani emigrati. E' termine della parlata comune in alcune regioni dell'Italia del sud per indicare un individuo balbuziente.
  11. ^Esistente già da decenni prima del 1832. Reperita prima segnalazione nel 1816, alla pag. 242 di: "Repertorio alfabetico dei paesi del Regno Lombardo-Veneto posti sotto l'amministrazione dell'I. R. Governo di Milano classificato per Province, Distretti, Comuni e frazioni di Comuni". Milano 1816. Nella tipografia di Giovanni Bernardoni, corsia San Marcellino, n. 1799. Google Books
  12. ^Frequentata anche per la buona cucina. Vedi, per es. "Giuseppe Gioachino Belli": Journal du voyage de 1827, 1928, 1829. Editore Colombo, Roma 2006,ISBN 978-88-86359-59-7. L'autore dei "Sonetti" in romanesco così annota nel diario, relativamente ad un suo soggiorno a Milano nel 1827: “Dom.ca 23 Sett.e” … “A 9 e 1/2 prendemmo la moglie di Moraglia [l’architetto progettista della porta Comasina, amico del Belli] e andammo a far colazione all’osteria dell’Isola Bella fuori Porta Nuova. Niuna trattoria di Roma è montata con tanta pulizia ed eleganza. Mangiammo la buzeca [trippa] milanese.” .
  13. ^vedi: Milano - Bastioni di Porta Nuova - Ponte delle Gabelle sul Naviglio della Martesana - veduta animata del ristorante "Isola Bella" // tratta da litografia. SIRBeC scheda AFRLIMM - IMM-3a130-0005687. R03/ Civico Archivio Fotografico - Milano.
  14. ^anche questa segnalata nel Repertorio di cui alla nota precedente.
  15. ^Neglianni sessanta in concomitanza con la realizzazione della nuovastazione il cavalcavia ferroviario venne sostituito dall'attuale ponte stradale, che passa invece sopra la ferrovia.
  16. ^I segni delle demolizioni e degli espropri sono ancor oggi ben visibili all'interno del tessuto edilizio che si affaccia fra le vie Pepe e Borsieri.
  17. ^Lo storicocorso Como arrivava quasi a congiungersi con la via Borsieri, separato solo dai binari della ferrovia. L'attualecorso Como si interrompe a metà dell'originale, perdendosi nello slargo di piazza Freud.
  18. ^ Francesco Cherubini,Vocabolario Milanese-Italiano, vol. 3, Dall'Imp. Regia Stamperia, 1841, p. 122.
  19. ^Carta di Milano di Giovanni Brenna, 1865 (dettaglio).
  20. ^Ricordi di Rotaie, nodo di Milano.
  21. ^Ricordi di Rotaie.
  22. ^Monumento dello scultoreCarlo Ramous
  23. ^Casa Ghiringhelli, Milano – Architetture – Lombardia Beni Culturali.
  24. ^Casa Toninello, Milano – Architetture – Lombardia Beni Culturali.
  25. ^Casa Comolli Rustici, Milano (MI) – Architetture – Lombardia Beni Culturali

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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V · D · M
Quartieri emunicipi di Milano
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