Questa voce o sezione sull'argomento riviste non è ancoraformattata secondo glistandard.
Commento:Esposizione cronologica deprecata, sezione di dati di vendita in cifre assolute priva di valore, sezione inchieste sofferente di POV (celebri)
L'Espresso è unarivistaitaliana fondata aRoma nel1955. Il primo numero è andato in edicola il 2 ottobre 1955.[2] Si definisce nella testata «settimanale dipolitica,cultura edeconomia». È, conPanorama, uno dei due settimanali italiani più importanti. Dal 2023 è edito dalla Ludoil Energy di Donato Ammaturo.
Dal 15 settembre 2023 esce in edicola il venerdì, riprendendo lo storico giorno di uscita (dal 7 agosto 2016 al 10 settembre 2023 è uscito la domenica in abbinamento obbligatorio con il quotidianola Repubblica).
Nel 1955 venne fondata la «Nuove Edizioni Romane» (NER)”, società editrice del settimanale L'Espresso, e furono realizzate le prime pubblicazioni della rivista sotto la direzione di Arrigo Benedetti. La prima edizione fu pubblicata il 2 ottobre 1955, 16 pagine di grande formato. Nel 1963 Eugenio Scalfari fu nominato nuovo direttore. Dopo che la rivista divenne più colorata a partire dal 1965 grazie alle immagini colorate e alla pubblicità colorata, la diffusione aumentò rapidamente e nel 1967 fu superato per la prima volta il limite di 100.000 riviste vendute per edizione.[3][4][5]
Nel 1975 la società venne rinominata “Editoriale L'Espresso” e nell'autunno del 1986 venne scorporata la sezioneAffari & Finanza (Affari & Finanza) distribuita insieme al quotidiano La Repubblica.
Viene costituita lasocietà editrice «Nuove Edizioni Romane» (NER).[8] Proprietario è Adriano Olivetti; socio di minoranza (col 20% delle quote) è lo stampatore Roberto Tumminelli, già editore di «Cronache»;[9] direttore amministrativo è Eugenio Scalfari. Con la direzione di Arrigo Benedetti, il primo numero deL'Espresso esce aRoma il 2 ottobre1955 con una foliazione di 16 pagine informato lenzuolo. Viene stampato nella tipografia di Tumminelli.
Nel1957 Adriano Olivetti, a causa delle difficoltà che la linea politica aggressiva del settimanale crea al suo gruppo industriale, cede la proprietà;[10] dona l'ottanta percento delle proprie azioni aCarlo Caracciolo, che aveva già acquistato le azioni di Tumminelli e, il 10% ciascuno, a Benedetti e a Scalfari. Caracciolo diventa così azionista di maggioranza.
Nel1963 la direzione passa adEugenio Scalfari,[11] già direttore amministrativo. L'anno successivo la tiratura supera le 100 000 copie a numero.
Nel1965 le fotografie redazionali e le inserzioni pubblicitarie diventano a colori.
Nel1967 il settimanale si arricchisce di un inserto a colori di 32 pagine, formato 26 x 34 cm: «L'Espresso colore». Dedicato a un tema monografico, comprende di solito un ampioreportage, riccamente corredato di foto, e varierubriche di costume.
Nel1970 subentra alla direzioneLivio Zanetti.[10] Nasce un nuovo inserto: «L'Espresso economia e finanza».
Nel giugno1971 viene pubblicata unalettera aperta in cui si denunciano le responsabilità della questura (e diLuigi Calabresi) nella morte dell'anarchicoGiuseppe Pinelli. Il comunicato, che contiene gravi accuse ha grande risonanza grazie al lungo elenco dei firmatari.
Il 10 marzo1974 la rivista abbandona il formato lenzuolo ed esce il primo numero in formatotabloid.[13] Il titolo di copertina riguarda i fondi neri dellaMontedison.
Nel1975 la società editrice cambia denominazione in «Editoriale L'Espresso».[14]
Nell'autunno del1986 la rubricaAffari & Finanza viene scorporata dalla rivista e distribuita insieme alquotidianola Repubblica.[15]
Da gennaio 2019 il sito deL'Espresso inserisce su gran parte dei testi ilpaywall con il quale anticipa i servizi esclusivi del giornale.
Il 21 febbraio 2019 il settimanale rinnova la sua grafica e la suddivisione delle rubriche.[21]
Il 4 marzo 2022Lirio Abbate viene nominato direttore in seguito alle dimissioni di Damilano,[22][23] confermato pochi giorni dopo dal nuovo proprietario BFC Media.
L'11 dicembre 2023 il gruppo BFC Media vende il 51% de L'Espresso al Gruppo Ludoil Energy della famiglia Ammaturo.[27]
Il 23 gennaio 2024 Rossi si dimette dalla carica di direttore, venendo sostituito dal suo viceEnrico Bellavia.[28]
Il 31 maggio 2024Emilio Carelli viene nominato nuovo direttore, sostituendo Enrico Bellavia. Prima della nomina, Carelli era amministratore delegato della società editrice dell'Espresso stesso.[29]
1955-1956:Capitale corrotta = Nazione infetta è la prima celebre iniziativa, un'inchiesta (1956) sullaspeculazione edilizia aRoma. Il primo articolo uscì l'11 dicembre 1955 a firma diManlio Cancogni. Per questa inchiesta, Cancogni e il direttore Arrigo Benedetti vennero denunciati dalla Società generale immobiliare. I due giornalisti furono assolti in primo grado. Ma al processo d'appello furono condannati a otto mesi di reclusione e 70 000 lire di multa (23 dicembre 1957).[30][31]
1957:I pirati della salute, inchiesta sulle industrie farmaceutiche e sul mercato dei medicinali rimborsati dalle mutue.[32]
1958:Rapporto sul vizio, indagine sullaprostituzione alla vigilia della chiusura delle case di tolleranza.Mafia e potere, i legami fra le cosche mafiose e gli uomini politici.[32]
1961:La mappa del potere: chi conta davvero in Italia tra i politici, gli imprenditori, i dirigenti e gli uomini di cultura.[32]
1980:I verbaliMoro, pubblicazione delle testimonianze rese dai personaggi politici alla Commissione parlamentare d'inchiesta che indaga sulla vicenda Moro.[32]
2009:Tra mafia e Stato, inchiesta esclusiva di copertina che documenta come andò la trattativa tra Cosa nostra e i politici, molti anni prima che iniziassero le indagini giudiziarie.[32][35]
2012:I quattro re di Roma, inchiesta sul campo che svela due anni prima dell'azione giudiziaria, la presenza a Roma di intrecci che sarebbero stati oggetto dell'indagine giudiziaria detta "Mafia Capitale", denunciando per primo il potere del clan diMassimo Carminati che per questo motivo inizia a minacciare l'autore dell'inchiestaLirio Abbate come emerge dalle intercettazioni effettuate dai carabinieri del Ros.[32][36]
2012:Carceri d'oro, inchiesta che racconta come non ci sono soldi per nuove prigioni visto il sovraffollamento di detenuti mentre ministri ed ex dirigenti della Giustizia siedono in auto blu, case di lusso, superconsulenze.[32][37]
2013:I segreti dei paradisi fiscali, inchiesta offshore leaks su duecento italiani presenti in due paradisi fiscali. Tra loro un commercialista dello studio Tremonti, l'hacker di Telecom, una dinastia di gioiellieri milanesi e due professionisti di Piazza Affari.[32][38]
2014:I fasciomafiosi alla conquista di Roma, inchiesta diLirio Abbate su ex terroristi e colletti bianchi uniti dall’ideologia e dal denaro. E ormai più forti dei tradizionali clan. Ecco l’inedita rete di potere che controlla la Capitale prima degli arresti del mondo di Mezzo.[32][39]
2014:Violentate nel silenzio dei campi a Ragusa: il nuovo orrore delle schiave romene, un'inchiesta sui fatti registrati nella campagna siciliana, e su cui l'Espresso è tornato più volte con una lunga serie di articoli.[32][40]
2015:La verità sul libro che fa tremare il Vaticano. Gli incontri con le fonti nei ristoranti e nei parchi di Roma. Le carte segrete. Le verifiche incrociate.Emiliano Fittipaldi racconta i retroscena dell'inchiesta che ha terremotato la Santa Sede, servizio di copertina che porta allo scandaloVatileaks 2, che coinvolgePapa Francesco, il quale, dopo aver denunciato il furto di documenti nel tradizionaleAngelus domenicale, fa aprire un processo da parte della Magistratura vaticana. Tale processo è attualmente in corso e vede su banco degli imputati, per la prima volta nella storia, due giornalisti italiani: lo stesso Fittipaldi eGianluigi Nuzzi, quest'ultimo per aver pubblicato sullo stesso argomento il suo terzo bestseller internazionaleVia Crucis.[32]
2016:Caso Regeni, buio di Stato, inchiesta esclusiva che racconta i retroscena sulla tortura aGiulio Regeni per scuotere l'Egitto e arrivare ad avere verità e giustizia.[32][41] L'Espresso crea una piattaforma protetta Eleaks per raccogliere testimonianze di whistleblower sulle torture e le violazioni dei diritti umani.[42] Per chiedere giustizia per Giulio e per tutti i Regeni d'Egitto.
2016:Panama Papers, inchiesta esclusiva per l'Italia de L'Espresso che, sotto la direzione diLuigi Vicinanza, svela nell'aprile2016, i movimenti di denaro transitato o depositato nei paradisi fiscali di vip di tutto il mondo compresi 800 italiani. Per questa inchiesta, nell'aprile2017, L'International Consortium of Investigative Journalists, di cui fa parte anche L'Espresso, si aggiudica ilpremio Pulitzer nella categoriaGiornalismo divulgativo.[32][43]
2019: Concorso presidi, uno scandalo tutto italiano. Commissari ubiqui, preveggenza, risultati anticipati sui social, software impazziti. E parlamentari candidati.[44]
2020: Inchiesta sulcardinaleAngelo Becciu, che avrebbe dirottato denaro delle elemosine verso fondi speculativi e favori alla famiglia. E il Papa ordina chiarezza e punizioni per i responsabili.[32][45]
L'Espresso è stato storicamente vicino alle posizioni dicentro-sinistra, anche se non ha mai lesinato critiche a tale schieramento.[46] In questo sensoL'Espresso si è fatto portavoce di diverse battaglie civili, quali quella per l'approvazione in Italia della legge suldivorzio e per il "no" al successivoreferendum abrogativo del 1974 promosso dalle forze cattoliche; quella a favore dellalegge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza, con una copertina scandalo dove si vedeva una donna nuda e incinta in croce; la campagna contro ilpresidente della Repubblica ItalianaGiovanni Leone, che sfociò nelle suedimissioni,[47] quella contro il monopolioRAI e quella sulla moralizzazione della vita pubblica a proposito della cosiddettaTangentopoli.
Verso l'inizio deglianni novanta ha avuto risonanza neimass media una polemica riferita alla presenza sistematica sulle copertine della rivista del corpo femminile nudo che, ad opinione di molti detrattori, aveva come unico scopo quello di attirare l'attenzione del pubblico. Si invoglia all'acquisto, ma tali immagini hanno all'interno ben poca o nessuna attinenza con gli argomenti trattati dalla rivista. L'uso del nudo femminile in copertina è stato abbandonato a partire dal 2002.
Nata nel 1955 con il nome "Società Editrice L'Espresso", nel 1975 cambia denominazione in "Editoriale L'Espresso".Nel 2016 divieneGEDI Gruppo EditorialeS.p.A., società quotata inborsa.Dal 23 aprile 2020 il maggior azionista del gruppo editoriale divieneGiano Holding, società interamente posseduta dallaExor, controllata dalla famiglia Agnelli, che acquisisce il 60,9% del capitale sociale di GEDI.[48]
Il 7 marzo 2022 la rivista è stata venduta dal gruppo Gedi Spa a una nuova società, L'Espresso Media srl, del gruppoBFC Media. Il passaggio di proprietà è diventato operativo il 1º luglio.[49][50]
Nel dicembre 2023 la rivista viene ceduta alla società petroliferaLudoil Energy SpA, di proprietà di Donato Ammaturo.[51]
Dal2001 al2016 l'ultima pagina del giornale ha ospitato in alternanza quindicinale due rubriche:La bustina di minerva (nata nel 1985), una rubrica di divagazioni, firmata daUmberto Eco, eIl vetro soffiato, una rubrica di ragionamenti, diEugenio Scalfari. Dopo la morte di Eco, l'alternanza è tra Scalfari eBernardo Valli, la cui rubrica si intitolaDentro e fuori.[53]
Tra le rubriche fisse nel corso degli anni vi sono state la vignetta diAltan in apertura dello sfoglio del giornale, le tavole diMakkox, la striscia diMauro Biani intitolataTaglio alto, la pagina diMichele Serra intitolataSatira preventiva, quella diBernardo ValliDentro e fuori e quella diMichela Murgia,L'Antitaliana, che riprende quella storica diGiorgio Bocca, a cui era succeduto nel 2011Roberto Saviano.[54]
Dal 2001, per alcuni anni, sulsito web della testata è stata presente la sezioneSlangopedia, unvocabolario on-line di espressionigergali e giovanili dellalingua italiana, curato daMaria Simonetti e aggiornato con nuove segnalazioni ogni due settimane. Sempre sul sito è presente la sezioneChiesa.it, curata daSandro Magister,[55] che ha raggiunto fama internazionale con la recensione che le ha dedicato la rivista statunitenseForeign Policy.
«1955 - Viene costituita la società editrice de "L'espresso", N.E.R. (Nuove Edizioni Romane). Principale azionista Adriano Olivetti. Ad inizio ottobre prendono il via le pubblicazioni de l'Espresso sotto la direzione di Arrigo Benedetti.»
D. Corbi, Umberto Eco, A. Gambino e Eugenio Scalfari,L'Espresso 1955-1980, Pomezia, Editoriale L'Espresso, 1981.
Massimo Veneziani,Il caso de "L'Espresso", inControinformazione. Stampa alternativa e giornalismo d'inchiesta dagli anni sessanta a oggi, Roma, Castelvecchi, 2006, pp. 177-183,ISBN978-88-7615-144-6.