Proclamò unilateralmente l'indipendenza dallaSerbia il 17 febbraio 2008[19]; quest'ultima dichiarò immediatamente di non riconoscerne l'indipendenza[19], che fu accolta, invece, da numerosi Stati, tra cui l'Italia.[20] Al 2025 l'indipendenza èriconosciuta da 108 Stati membri dell'ONU su 193. Secondo laCorte internazionale di giustizia, appositamente investita dall'Assemblea Generale dell'ONU (parere consultivo del 22 luglio 2010), la dichiarazione d'indipendenza del Kosovo non ha violato né ildiritto internazionale generale né larisoluzione 1244 del consiglio di sicurezza ONU. Il parere non include una presa di posizione sugli effetti della dichiarazione e cioè sull'acquisto, o no, della qualità di Stato a tutti gli effetti (paragrafo 51)[21].
Abitata da popolazioniilliriche fin dall'antichità, fu parte dell'Impero romano. Invaso a più riprese da popolazionislave venute da nord-est dall'VIII secolo, rimase abitato da una popolazione mista di origine illirica e slava. Divenuto prima parte dell'Impero bizantino e poi parte dell'impero serbo, dopo labattaglia della piana dei Merli (1389), che vide le forze militari cristiane serbe fronteggiare gli ottomani, il territorio passò sotto il controlloottomano, rimanendo temporaneamente diviso in alcuni principati semi-autonomi (perlopiù serbi e, nella parte più occidentale, albanesi) che infine caddero completamente sotto il dominio turco. Con una seconda battaglia, nel 1445, il condottiero albaneseGiorgio Castriota “Scanderbeg” riuscì a sottrarre temporaneamente parte della regione al giogo degli ottomani, che tuttavia riacquisirono il pieno dominio del Kosovo in seguito alla sua morte. NelXIX secolo si accentuarono rivolte popolari per l'indipendenza e lalega di Prizren (1878) promosse l'idea di uno Stato nazionale albanese, anche in difesa dei confini dalle pressioni serbe e montenegrine da Nord e greche da Sud, e stabilì il moderno alfabeto albanese. Pur non rientrando nei confini decisi nellaconferenza di Londra nell'autodichiarataindipendente Albania (1912), l'idea di unione nazionale fu sempre caratteristica delle popolazioni locali. Durante laseconda guerra mondiale, con l'occupazione italiana dell'Albania (1939-1943), buona parte dell'attuale Kosovo si unì allo Stato albanese. Con la conclusione della seconda guerra mondiale divenne parte dellaRepubblica Socialista Federale di Jugoslavia, mantenendo una certa autonomia amministrativa e culturale a causa della sua diversa identità in parte non slava. Dopo i gravi fatti e laguerra che ne scaturì il Kosovo ha dichiarato la sua indipendenza ed è unarepubblica parlamentare.
La capitale èPristina. La maggioranza degli abitanti è dilingua albanese e si riconosce albanese. Il secondo gruppo etnico più numeroso sono iserbi. Pur non appartenendo all'Unione europea, utilizza unilateralmente l'euro dal 2002.
Il nome "Kosovo" ha origine dalla località dellapiana dei merli (Fushë Kosovë inalbanese,Kosovo polje inserbo), 8 km a Sud-Ovest diPriština, teatro dellabattaglia omonima del1389. InserboKosovo polje (Косово поље) significa "campo/piana dei merli", poichékosovo è l'aggettivo possessivo derivato dalla parolakos (кос), "merlo", ossia "dei merli". Iltoponimo, diffuso in ambito slavo sino allaBielorussia, è di origine serba e non ha alcun significato in albanese, che ne ha fatto un prestito, limitandosi a tradurre "campo" (fushë; "merlo" in albanese èçavë) e a mutare la vocale finale in "ë"[23][24][25].
Un toponimo più antico della regione (più estesa rispetto all'attuale Kosovo) è "Dardania", dal proto-albanesedardhë (pera), dove abitava la tribùillirica deiDardani, da cui prese il nome. Esso è ancora utilizzato, seppure informalmente, da alcuni albanesi dello Stato kosovaro[26].
Il Kosovo ha una superficie di 10.888 km² ed è in gran parte occupato da rilievi, i principali dei quali sono ilKopaonik a Nord, i monti Sharr a Sud e Sud-Est e laGjeravica a Sud-Ovest (con la cima più elevata, 2.656 m). Le pianure principali sono il bacino dellaMetochia (Metohija inserbo) ad Ovest e la piana del Kosovo ad Est, separate da una zona di colline (Golak).
I laghi principali sono artificiali: a Nord-Ovest il lago Ujmani/Gazivoda, sull'Ibar, ad Ovest il lago Radoniq/Radonjić e ad Est il lago Batllava/Batlava.
Ilclima del Kosovo è prevalentemente continentale, con estati calde e inverni freddi, essendo la regione limitata a sud dalle catene montuose delle Alpi albanesi settentrionali, e a ovest dal monte Mokra gora. Pertanto la presenza di queste due catene limita il transito sull'area dei sistemi meteorologici (perturbazioni) mediterranei, mantenendo il contenuto in umidità relativa piuttosto basso. Il Kosovo ha estati calde, con temperature massime oscillanti da 25 °C a 35 °C, e inverni freddi, da −15 °C a +5 °C.
Nelle principali città del Kosovo le temperature medie giornaliere oscillano tra −3 °C e +3 °C d'inverno. La temperatura più bassa mai registrata è stata di −25 °C. In estate, la temperatura media massima è di 27 °C, mentre la media minima è di 16 °C. La temperatura più alta registrata è stata di 43 °C.
Il vento non assume quasi mai valori di intensità notevole: la zona è caratterizzata da venti deboli di direzione variabile.
Le precipitazioni medie annuali variano tra 920 mm all'anno nell'area più occidentale e 610 mm all'anno in quella più orientale. I mesi più piovosi sono ottobre e dicembre, entrambi con circa 110 mm di precipitazione; invece i mesi meno piovosi sono luglio e agosto con circa 45 mm. I giorni di precipitazioni nevose sono mediamente cinque per ogni mese tra dicembre e marzo.
L'area, nota come parte dellaDardania, abitata dai dardani[27][28][29] e caratterizzata in epoca antica da un livello sempre molto scarso di urbanizzazione e di penetrazione della civiltà classica, fu occupata daAlessandro Magno nelIV secolo a.C..[30][31][32] Conquistata da Roma nel 160 a.C. e incorporata prima nellaprovincia romana dell'Illirico e poi nellaMesia superiore, dal IV secolo l'area del Kosovo, ormai in gran parte romanizzata, venne integrata nella provincia bizantina della Dardania.
Con l'allentarsi dell'autorità e del controllo di Bisanzio sull'entroterra balcanico la regione rimase esposta allemigrazioni slave del VI e VII secolo dall'Europa orientale. Archeologicamente il primo medioevo rappresenta uno iato nei reperti[33] e qualunque cosa fosse rimasta delle popolazioni native della regione si fuse con le nuove popolazioni slave.[34]
La successiva storia politica e demografica del Kosovo non è conosciuta con assoluta certezza fino al XIII secolo. La regione venne assorbita nelPrimo Impero bulgaro attorno all'anno 850, con il consolidamento delcristianesimo e della cultura slavo-bizantina. Venne riconquistata dai bizantini dopo il1018 e divenne parte del nuovothema di Bulgaria. In quanto centro di resistenza slava a Costantinopoli nella penisola, la regione cambiò spesso di mano traserbi ebulgari da una parte eBisanzio dall'altra, fino a che il principe serboStefan Nemanja se ne assicurò il controllo verso l'anno1180.[35] Il suo successore,Stefano Prvovenčani assunse il controllo del resto del Kosovo dal1216, creando in tal modo uno Stato che incorporò la maggior parte dell'area che costituisce oggi Serbia e Montenegro, regolato in base alCanone di San Sava (Zakonopravilo).[senza fonte]Nel XIII e XIV secolo, il Kosovo divenne centro politico e spirituale del regno serbo, con la sede dell'arcivescovato serbo a Pec e la corte dei Nemanjić tra Prizren e Skopje.[36] Nello stesso periodo, centinaia dichiese,monasteri (quali quelli diGračanica eVisoki Dečani) e roccaforti feudali vennero costruite.[37]
L'apice del potere serbo nella regione venne raggiunto nel 1346 con la formazione dell'Impero serbo e l'incoronazione diStefano Dušan. Tuttavia, alla sua morte nel 1355 e ancor più a partire dal 1371 l'impero serbo si frammentò in una serie di principati feudali. Il Kosovo divenne terra ereditaria dei casatiMrnjavčević[senza fonte] eBranković. Nel tardo XIV e XV secolo parti del Kosovo, spingendosi a est fino a Pristina, fecero parte delPrincipato di Dukagjini, in seguito incorporato nella federazione albanese contenente iprincipati albanesi dei Balcani, laLega di Lezhë.[38]
Labattaglia della Piana dei Merli avvenne sul campoomonimo il 15 giugno[39]1389, quando loknez (principe) di Serbia,Lazar Hrebeljanović, radunò una coalizione di soldaticristiani, composta da slavi (serbo-bosniaci),albanesi,magiari emaltesi, e di un contingente di mercenarisassoni. IlsultanoottomanoMurad I riunì anch'egli una coalizione di soldati e volontari dei vicini Paesi diRumelia eAnatolia. L'esercito serbo fu sgominato e Lazar trucidato, mentre Murad I fu ucciso (secondo racconti leggendari di epoca posteriore) daMiloš Obilić.[40][41]In seguito a ciò il figlio di Lazar e altri principati serbi accettarono un vassallaggio nominale al Sultano ottomano, cui venne offerta in sposa la figlia di Lazar per suggellare la pace. Ma già nel1459 i turchi avevano conquistato la nuova capitale serba, Smederevo.[42]
Laseconda battaglia del Kosovo fu combattuta da Giorgio Castriota Scanderbeg, che liberò Kosovo e Albania dall'invasione degliottomani nellabattaglia di Prizren il 10 ottobre 1445. L'esercito ottomano con 15.000 cavalieri guidato daFiruz Pascià aveva l'ordine di distruggere Scanderbeg e gli albanesi. Castriota lo attese alle gole di Prizren il 10 ottobre 1445 e ne uscì vincitore.Giorgio Castriota Scanderbeg fu l'unico condottiero a liberare il Kosovo dall'invasione degli ottomani. Il Kosovo mantenne la propria autonomia insieme all'Albania fino alla morte di Scanderbeg nel 1468. In seguito la regione fu conquistata di nuovo dai Turchi.[43]
Laterza battaglia fu combattuta lungo l'arco di due giorni nell'ottobre del1448, fra una forzaungherese comandata daGiovanni Hunyadi e un esercito ottomano guidato da Murad II. Significativamente più imponente della prima battaglia, l'esercito ungherese fu tuttavia sconfitto e messo in fuga. Scanderbeg non riuscì a partecipare a questa battaglia, perché gli fu impedito dal re serboĐurađ Branković, il quale si era alleato con il sultanoMurad II.[44][45][46][47] A causa di ciò Scanderbeg si vendicò, distruggendo villaggi serbi lungo il suo cammino, per essergli stato impedito di unirsi alla causa cristiana.[44][48] Purtroppo, quando Scanderbeg riuscì a raggiungere Hunyad, questo era stato già sconfitto dai turchi.[49]
Vilayet del Kosovo, 1875-1878Vilayet del Kosovo, 1881-1912
Per cinquecento anni gran parte dei Balcani furono governati dai turchi ottomani. Il Kosovo fu prima parte dell'eyalet di Rumelia, quindi fu elevato ad autonomia comesandjak di Prizren. Gli ottomani mantennero un atteggiamento di tolleranza religiosa, nonostante le più alte tasse per i sudditi non-musulmani. Ciò favorì un lento processo diislamizzazione, soprattutto nei centri cittadini, anche tra gli slavofoni (oggi consideratibosgnacchi). La vita religiosa cristiana nondimeno continuò.La popolazione albanofona iniziò a crescere a partire dalXVII secolo, anche a seguito di migrazioni dalla regione albanese diMalësia.
Nel1689 il Kosovo fu coinvolto nellaguerra austro-turca (1683-1699). Una piccola forza austriaca sotto ilmargravioLudovico I di Baden conquistòBelgrado e si spinse fino in Kosovo, dove molti serbi e albanesi giurarono lealtà all'Impero asburgico. Una massiccia contro-offensiva ottomana l'estate seguente, appoggiata da numerosi altri serbi e albanesi obbligò gli austriaci a ripiegare.
Il 10 giugno1878 diciotto delegati, la cui maggior parte capi religiosi, capitribù e personalità influenti deivilajet ottomani di Cossovo, Monastir e Janina, si incontrarono nella città di Prizren. Circa trecento musulmani presero parte all'assemblea, includendo delegati dalla Bosnia e mutessarif (amministratori delle suddivisioni del sangiaccato) di Prizren e rappresentanti della autorità centrali, ma nessun delegato delvilajet diScutari.[50] I delegati crearono un'organizzazione, laLega di Prizren, sotto la direzione di un comitato centrale che aveva potere di imporre tasse e creare un esercito. La lega di Prizren era composta di due fazioni, il ramo di Prizren ed il ramo meridionale. Il ramo di Prizren era guidato daIljas Dibra ed includeva rappresentanti dalle aree Kırçova (Kičevo), Kalkandelen (Tetovo), Priştine (Priština), Mitroviça (Kosovska Mitrovica), Vıçıtırın (Vučitrn), Üsküp (Skopje), Gilan (Gnjilane), Manastır (Bitola), Debar (Debar) eGostivar. Il ramo meridionale, guidato daAbdyl Frashëri, consisteva di sedici rappresentanti delle aree diKolonjë,Coriza,Arta,Berat,Parga,Argirocastro,Përmet,Paramythia,Filiates,Margariti,Valona,Tepelenë eDelvino.[51]
In un primo momento le autorità ottomane appoggiarono la Lega di Prizren, ma con il tempo l'impero ottomano fece sempre più pressione sui delegati perché si dichiarassero innanzitutto ottomani e poi albanesi. Alcuni delegati, guidati dallo sceiccoMustafa Ruhi Efendi[52] daKalkandelen, accettarono questa posizione e richiesero l'enfatizzazione della solidarietà tra musulmani, all'insegna della difesa delle terre islamiche, tra cui l'attualeBosnia ed Erzegovina. Questa iniziale posizione della Lega, basata sulla solidarietà religiosa dei terrieri locali e delle personalità connesse all'amministrazione ottomana e le autorità religiose, fu la ragione della concessione alla lega del nome di "Comitato dei veri musulmani" (in albanese:Komiteti i Myslimanëve të Vërtetë).[53] Altri rappresentanti, sotto la guida di Frashëri, parteciparono alla Lega con il fine di costruire un'identità nazionale albanese che sorpassasse le linee religiose e tribali, per potere poi conquistare all'Albania una propria autonomia.
IlCongresso di Berlino ignorò il memorandum della Lega, cedendo al Montenegro le città diAntivari ePodgorica ed alcune aree attorno ai villaggi di montagna diGusinje ePlav, che i capi albanesi consideravano a tutti gli effetti facenti parte della loro nazione. La Serbia inoltre ottenne alcuni territori inabitati da albanesi, molti dei quali fedeli ancora all'impero ottomano. Gli albanesi inoltre temevano la perdita dell'Epiro a favore dellaGrecia. La Lega di Prizren organizzò la resistenza armata a Gusinje, Plav,Scutari,Prizren,Preveza eJanina.In opposizione a ciò si formò la Lega di Prizren, al fine di lottare contro la frantumazione dell'unità politica degli albanesi nei nuovi stati cristiani dei Balcani. La Lega era inizialmente sostenuta dal sultano, ma questi iniziò a contrastarla dal 1881su pressione delle potenze europee.[senza fonte]
Nel1910, in risposta al crescente nazionalismo e centralismo turco, scoppiò aPristina un'insurrezione albanese, che presto si allargò all'interovilayet del Kosovo, resistendo per un periodo di vari mesi. Il Sultano ottomano visitò il Kosovo nel giugno1911 durante i colloqui di pace che riguardavano tutti gli abitanti delle regioni albanesi.
In giallo più scuro i territori acquisiti dalla Serbia nel 1913
All'inizio del 1912 le forze serbe iniziarono dei massacri violenti ai danni del popolo albanese nella regione diLuma e nel villaggio diTopojan, con l'intento di assicurarsi l'accesso al mare. Dopo una lunga resistenza (battaglia di Kolosian, a Luma) da parte dei guerrieri albanesi, per diversi mesi l'esercito serbo comandato dal generale serboBožo Janković tornò di nuovo rinforzato, massacrando donne e bambini e lasciando dietro di sé più di 500 morti solo nel villaggio di Luma. Questi massacri saranno riportati in diversi media internazionali come ilNew York Times, l'Hrvatska Novosti (Croazia), il Corriere delle Puglie del 21 dicembre 1913 e il Radnick Novine (Serbia). Anche diversi soldati e politici serbi comeDimitrije Tucović denunciarono i massacri compiuti dal generale Janković.[54][55][56]
Tra il 1912 e il 1913 laprima e seconda guerra balcanica condussero all'espulsione degli ottomani dalla maggior parte dei territori della penisola, fatta salva laTracia orientale. La Conferenza di pace di Londra, a seguito delle specifiche e pressanti richieste in tal senso dell'Austria-Ungheria, negò allaSerbia l'accesso al mare, concedendo in cambio (grazie al sostegno diFrancia eRussia) il controllo dell'altaMacedonia e del Kosovo, mentre la regione diPeć (Metohija/Dukagjin), compresa tradizionalmente nel Kosovo, fu affidata alMontenegro. Con lo stesso trattato venne anche riconosciuta l'indipendenza dell'Albania.
Scoppiata nell'agosto1914 laprima guerra mondiale, l'esercito serbo fu logorato, sconfitto e costretto alla ritirata verso l'Adriatico attraverso il Kosovo che, a partire dall'inverno1915-1916, fu occupato da truppe dell'Austria-Ungheria e dellaBulgaria,con il sostegno della popolazione albanese[senza fonte]. L'esercito serbo vi rientrò nel 1918.
Nel primo dopoguerra la Serbia venne unita agli altri territori già asburgici nel nuovoRegno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, in seguito ridenominatoRegno di Jugoslavia. Il controllo del Kosovo e della Metohija, ora riuniti, passava alla Serbia, il cui monarcaAlessandro I avviò contatti con laTurchia al fine di avere mano libera nella campagna di repressione che intraprese contro la resistenza alle annessioni opposta daiKaçaks albanesi del Kosovo e daiKomitadjis in Macedonia.
Occupazione italiana, tedesca e bulgara del Kosovo (1941)
A seguito dell'invasione dellaJugoslavia condotta nell'aprile1941 dagli esercititedesco eitaliano, le rispettive forze d'occupazione si divisero il controllo della provincia del Kosovo. Il ricco nord minerario rimase incluso, come in precedenza, nella Serbia occupata dalla Germania, mentre il sud fu incorporato all'Albania, sotto occupazione italiana (Provincia di Pristina).Nel 1943 la caduta delfascismo in Italia portò all'occupazionenazista. Il gerarcaHeinrich Himmler, capo delleSS, si adoperò per costituire, impiegando essenzialmente personale albanese, la21.ma Divisione Waffen SS da montagna Skanderbeg, la quale ebbe come primo obiettivo il controllo del territorio da parte delle forze tedesche. Le azioni della divisione SS Skanderbeg condussero al massacro di diverse migliaia di cittadini albanesi come risposta alle forze ribelli partigiane albanesi che si nascondevano nelle montagne.[57][58][59][60]Dopo numerose sollevazioni dei partigiani albanesi guidati daFadil Hoxha in Kosovo eEnver Hoxha in Albania, alla fine del1944 il Kosovo fu liberatoda parte dei comunisti albanesi con l'aiuto degli jugoslavi[senza fonte] e divenne una provincia serba nella nuova federazione socialista jugoslava.
Lo status costituzionale del Kosovo nella Jugoslavia titina era quello diprovincia autonoma della Serbia (come laVoivodina), uno status di grande autonomia (dal1963 e soprattutto dal1974) ma non paritario alle sei repubbliche costituenti (Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Montenegro, Macedonia) le quali avevano il diritto costituzionale di secessione.Il periodo socialista vide la crescita della popolazione albanese, che triplicò passando dal 75% a oltre il 90% del totale. Quella serba invece ristagnava, calando dal 15% all'8%. Le condizioni economiche depresse della provincia, nonostante i tentativi del governo di favorire l'industrializzazione e la crescita del capitale umano (con l'apertura dell'università di Pristina), portavano i serbi del Kosovo a spostarsi verso altre regioni della federazione.
Dal canto suo l'etnia albanese aveva manifestato chiedendo invano per il Kosovo lo status di repubblica nel 1968 (ottenendolode facto ma nonde jure nel 1974) e di nuovo nel marzo 1981, quando ebbero luogo le primavere di Pristina (1981-82) segnate da un'escalation di violenza e di attentati contro le istituzioni federali per le precarie condizioni in cui versava la regione e spingeva per una maggiore autonomia, a pochi mesi dalla morte di Tito.
L'ascesa al potere in Serbia diSlobodan Milošević, che si era accreditato come leader nazionalista, coincise con la revoca dell'autonomia costituzionale del Kosovo, del bilinguismo serbo/albanese, e con l'avvio di una politica diriassimilazione forzata della provincia, con la conseguente chiusura delle scuole autonome di lingua albanese e la sostituzione di funzionari amministrativi e insegnanti con serbi o persone ritenute fedeli.
Inizialmente l'etnia albanese reagì alla perdita dei suoi diritti costituzionali con laresistenza nonviolenta, guidata dallaLega Democratica del Kosovo (LDK) diIbrahim Rugova. Gli albanesi boicottarono le istituzioni ed elezioni ufficiali e ne stabilirono di parallele, dichiararono l'indipendenza dellaRepubblica di Kosova (2 luglio 1990), riconosciuta solo dall'Albania, adottarono una costituzione (settembre 1990) e tennero un referendum sull'indipendenza (1992), che registrò l'80% dei votanti con un 98% di sì, pur senza riconoscimento internazionale.
Mappa dei massacri serbi di civili albanesi in Kosovo, 1998-1999
Dal 1995, dopo la fine dellaguerra di Bosnia-Erzegovina, il governo serbo iniziò una guerra dipulizia etnica, e una parte degli albanesi kosovari scelse la lotta armata indipendentista[61], guidata dallaUshtria Çlirimtare e Kosovës (UCK), anche a seguito all'afflusso di armi dall'Albania caduta nell'anarchia nel 1997-98. Alla spirale di violenza il governo di Belgrado rispose con il pugno di ferro,[62] sentendosi legittimato dalla mancanza di ogni riferimento al Kosovo nel quadro degliaccordi di Dayton per la fine dellaguerra in Bosnia[63].
La repressione portò a vari massacri e alla morte di almeno 11.000 civili[64], con distruzione di molte abitazioni private, scuole e altri edifici, incluse moschee[65]. Una parte della popolazione albanese appoggiò la guerriglia, mentre circa 800.000 civili cercarono rifugio attraversando il confine con l'Albania[66] e la Macedonia. I paesi NATO intervennero con l'operazione Allied Force in protezione della popolazione albanese ma contravvenendo alla Carta dell'Onu con la violazione della sovranità serba effettuata tramite bombardamenti sul paese serbo. La pulizia etnica fu arrestata e con l'accordo di Kumanovo la Serbia accettò di ritirare ogni forza armata dal Kosovo.
Composizione etnica del Kosovo nel2005 secondo l'OSCE.
In base alle Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite numero 1244 del1999 il Kosovo fu provvisto di ungoverno e unparlamento provvisori, e posto sotto il protettorato internazionaleUNMIK eNATO. Nonostante la normalizzazione, l'irrisolta questione dello status portò a tensioni come quelle scoppiate nel marzo 2004 in una rivolta in cui vennero attaccate oltre trenta chiese e monasteri cristiani in Kosovo, con l'uccisione di almeno venti persone e l'incendio di decine di abitazioni di serbi, nell'arco di cinque giorni (oltre sessanta tra chiese e monasteri erano stati distrutti nei cinque anni precedenti a questi disordini[67][68][69]). Tali moti, e la morte del presidenteIbrahim Rugova nel gennaio del 2006, spinsero ad avviare negoziati sullo status finale, sotto la guida del mediatoreONUMartti Ahtisaari per la definizione dello status futuro della provincia serba. Ilpiano Ahtisaari per un'indipendenza guidata tuttavia fu rifiutato da entrambe le parti.
Le elezioni del 2007, boicottate daiserbi del Kosovo, portarono a un governo di grande coalizione guidato dall'ex capo paramilitare dell'UCK,Hashim Thaçi che, scaduti a dicembre 2007 il termine dei negoziati, iniziò a preparare il passaggio unilaterale all'indipendenza. Allo stesso tempo, l'Unione europea lanciò una missione civile per l'ordine pubblico e lo Stato di diritto ("EULEX"), in affiancamento alla missioneKFOR sotto egida NATO. Ladichiarazione unilaterale d'indipendenza dellaRepubblica del Kosovo venne adottata il 17 febbraio 2008 dal parlamento di Pristina.[19][70]
Il discorso pronunciato dal premier[71] parla di una Repubblica democratica, secolare e multietnica, guidata da principi di non discriminazione e uguale protezione da parte della legge. Il governo serbo si è affrettato a dichiarare illegittima e illegale tale affermazione e che mai riconoscerà l'ex provincia come indipendente. Il Kosovo è stato poi riconosciuto dalla maggior parte degli Stati occidentali e dei paesi membri dell'Unione europea, nonostante la mancanza di una linea unica tra questi e il mancato riconoscimento da parte di cinque di essi, preoccupati per propri movimenti secessionisti interni:
L'Italia ha riconosciuto il Kosovo il 21 febbraio 2008 e il 27 febbraio 2008 è stato riconosciuto dalla Svizzera. Attualmente il Kosovo è riconosciuto come indipendente da 101 su 193 Stati membri ONU; all'interno del Consiglio di Sicurezza, vi si oppongonoRussia eCina. A livello di diritto internazionale, resta dunque in vigore la risoluzione 1244/1999[72].
Per quanto riguarda l'effettività le istituzioni di Pristina controllano la maggior parte del territorio del Kosovo, a eccezione dei quattro comuni a maggioranza serba a nord del fiumeIbar (Kosovo del Nord), in cui Belgrado continua a finanziare e sostenere le istituzioni serbe.
Una nuovaCostituzione del Kosovo è stata approvata il 9 aprile ed è entrata in vigore il 15 giugno 2008, controfirmata da EULEX. Con la Costituzione alcuni poteri esecutivi tenuti dall'UNMIK passano al governo kosovaro. Nella Costituzione si sancisce che il Kosovo sarà uno Stato laico e rispetterà la libertà di culto, garantendo i diritti di tutte le comunità etniche. Le forze internazionali, tuttavia, continueranno a mantenere le proprie truppe sul territorio. Nella stessa data è avvenuto anche il passaggio di consegne definitivo dalla missione UNMIK alla missioneEULEX.
Il 22 luglio 2010, in un parere, laCorte internazionale di giustizia ha affermato che la dichiarazione d'indipendenza del Kosovo non infrange di per sé ildiritto internazionale né la risoluzione 1244 dell'ONU. Il parere è criticato perché la risoluzione subordina la soluzione della crisi kosovara al rispetto della sovranità serba.[73]Il 9 settembre 2010 è stata approvata alleNazioni Unite una risoluzione preparata dallaSerbia e dall'Unione europea che ha aperto la strada ai negoziati traBelgrado ePristina. Il 19 aprile2013 è stato firmato un accordo per la normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Pristina, promosso dall'Unione europea. Con tale accordo Belgrado riconosce l'estensione dell'autorità di Pristina anche sul Kosovo del Nord e ne smantella le istituzioni parallele, in cambio di una autonomia non-territoriale per i comuni a maggioranza serba.[74]
NelKosovo del Nord tra il 2021 e 2022 vi è stata una crisi sia diplomatica sia militare aiconfini tra la Serbia ed il Kosovo a causa delle proteste deiserbi kosovari per letarghe automobilistiche dopo che le autorità kosovare hanno reso fuori legge le auto circolanti con targa serba e minacciato multe salate a chi non si fosse attenuto alle disposizioni.[78][79] La prima crisi avvenne a settembre del 2021 dopo aver concluso l'accordo a Bruxelles.[80][81] Altre fonti di tensione riguardano le problematiche burocratiche tra i due Paesi.[82] Ci sono state degli episodi di scontri armati tra lacomunità serba e lapolizia kosovara.[83]
Distribuzione della popolazione del Kosovo per etnia nel censimento del 2011.
Agli inizi del XX secolo, quando il Kosovo era ancora parte dell'impero ottomano, gli albanesi costituivano ormai i due terzi della popolazione. Alla fine dellaprima guerra mondiale, con la nascita delRegno di Jugoslavia, la popolazione albanese calò al 65,8%, mentre quella serba raggiunse il 26%. Agli albori dellaseconda guerra mondiale la politica serba di ripopolazione della provincia fece alzare la percentuale della popolazione serba al 34,4% a fronte di una popolazione albanese pari al 62,2%. Durante la repubblica federale socialista jugoslava la popolazione albanese ha sempre continuato ad aumentare con una media di + 0,34% all'anno, sulla popolazione kosovara totale, sino a raggiungere agli inizi degli anni novanta l'81,6% della popolazione. Di contro la popolazione serba è diminuita sempre più, con un tasso annuo del -0,42%, raggiungendo, al momento della disgregazione dell'ex Jugoslavia, succedutasi all'epocatitina, una percentuale dell'11,1%. Secondo i dati del censimento2011 la popolazione è per il 92,9% albanese[84], l'1,6 bosgnacca, l'1,5% serba e per il 4% di altre etnie (gorani,rom,turca, ecc).
Ikosovari albanesi hanno il più alto tasso di crescita della popolazione d'Europa, tanto che in 82 anni, dal 1921 al 2003, la popolazione è cresciuta di 4,3 volte e, considerando costante questo tasso di crescita, si può prevedere che crescerà ancora sino a raggiungere i 4 milioni e mezzo di persone nel 2050.
Distribuzione della popolazione del Kosovo per lingua nel censimento del 2011.
Le lingue ufficiali sonoalbanese eserbo. L'albanese è diffuso in quasi tutto il territorio, mentre il serbo è parlato principalmente dalla minoranza serba nei distretti settentrionali, in alcuni luoghi aPriština e nelle enclavi serbe.
Nella parte meridionale del paese esiste la minoranzagorani, che parla ilNašinski, un dialettotorlacco appartenente alla famiglia dei dialetti bulgari parlati anche nella parte settentrionale dellaMacedonia del Nord. Tra le altre lingue parlate dalle minoranze si ricordano ilturco, ilbosniaco e ilcroato.
La principalereligione diffusa in Kosovo è quella islamica di ritosunnita, abbracciata dalla quasi totalità degli albanesi, dabosgnacchi,gorani,turchi e alcune comunità dirom. La popolazioneserba, stimata tra le 100 e le 120 000 persone, è per la quasi totalitàortodossa (la chiesa ortodossa del Kosovo è parte dell'Eparchia di Ras e Prizren della Chiesa serbo-ortodossa, con sede a Prizren). Esistono comunitàcattoliche aPrizren,Klina,Gjakova e ci sono molti paesi che sono completamente cattolici, con la propria chiesa e comunità come Letnica e Stublla ed Eperme. Iprotestanti costituiscono meno dell'1% della popolazione ma sono presenti, in piccole comunità, principalmente a Pristina.
Edificio della televisione pubblica del Kosovo, Kohavision e Radio Kosova
I media del Kosovo comprendono diversi tipi di media come radio, televisione, giornali e siti internet.La maggior parte dei media sopravvive grazie a pubblicità e abbonamenti[senza fonte].
La Costituzione e le leggi del Kosovo prevedono libertà di espressione e libertà di stampa. Tuttavia, questi sono spesso in gioco a causa di interferenze politiche ed economiche alimentate dalla concentrazione della proprietà dei media.[87]Circa il 63% della popolazione ha accesso a internet da casa nel 2012[senza fonte].
Distretti del Kosovo fino al 1999I nuovi distretti del Kosovo istituiti dall'ONU
Fino al1999 il Kosovo era diviso in cinque distretti rilevanti a fini amministrativi:
Distretto di Pejë/Peć
Distretto di Prizren
Distretto di Kosovo
Distretto di Kosovo-Pomoravlje
Distretto di Kosovska Mitrovica
Nel1999, in ottemperanza alla risoluzione numero 1244 dell'ONU, il Kosovo è passato sotto amministrazione diretta dell'ONU che ha istituito sette nuovi distretti, tuttora validi. Essi sono:
Nel periodo tra il1989 e il1999 l'istruzione di base è stata garantita solo per i kosovari di etnia albanese. Durante la guerra circa la metà degli edifici scolastici sono andati distrutti. Al termine del conflitto diverse scuole sono state ricostruite e sono tuttora gestite dall'UNMIK. Il loro numero non è comunque ancora sufficiente e in diverse strutture si svolgono anche quattro turni di lezioni al giorno. Dal2002 sono stati introdotti nuovi programmi scolastici.Fino a oggi le scuole serbe in Kosovo hanno sofferto e continuano a soffrire della scarsità dei finanziamenti, anche se, grazie ai contributi provenienti da Belgrado e dall'UNMIK, sono riusciti a creare programmi aggiornati. Nei territori a maggioranza serba del nord si segue il sistema scolastico serbo e la scuola dell'obbligo inizia a sette anni, come in Serbia.Recentemente in Kosovo l'educazione è diventata obbligatoria dai 6 ai 15 anni e il ministro dell'educazione serbo si è impegnato a fare sì che ciò avvenga anche nelle scuole kosovare-serbe.Le scuole dell'infanzia esistono solo nei maggiori centri abitati e sono molto affollate. La maggioranza della popolazione scolastica comunque non frequenta la scuola materna.
Il 97% della popolazione scolastica frequenta regolarmente la scuola. La percentuale si abbassa però tra le minoranze etniche, sino al 77%. Per quanto riguarda la scuola secondaria, è frequentata solo dal 56% delle ragazze di etnia albanese, cifra che si abbassa al 40% per le ragazze di etnia serba.[88]
L'unica università del Kosovo è l'Università di Pristina, fondata nel 1969, che attualmente si divide in due unità completamente distinte, una in lingua albanese, con sede a Pristina e diciassette facoltà attive, e l'altra, in lingua serba ed affiliata all'Unione delle Università Serbe, con sede principale aKosovska Mitrovica, con dieci facoltà.
Il 21 gennaio 2009 è nata laKosovo Security Force (KSF), grazie all'aiuto e all'addestramento degli esperti NATO con 2500 soldati e 800 riservisti.Il 14 dicembre 2018 il parlamento ha approvato, all'unanimità, la proposta della creazione delleForze armate del Kosovo;[75] avrà cinquemila soldati e tremila riservisti.
Il Kosovo è per la quasi totalità governato dall'amministrazione indipendentista, che segue le linee guida imposte dall'ONU.La Repubblica del Kosovo è una nazione democratica, con unpresidente della repubblica e unprimo ministro, capo del governo. Organo legislativo è l'Assemblea del Kosovo, un parlamento unicamerale costituito da 120 membri dei quali 100 eletti direttamente e altri venti riservati alle minoranze etniche (dieci ai serbi).
Il Kosovo ha una tra le economie meno sviluppate d'Europa, con un reddito pro capite stimato di€1.565 (2004)[89].
Era la provincia più povera dellaJugoslavia[90]. A questo si è aggiunto negli anni novanta, una povera politica economica, sanzioni internazionali, limitate esportazioni e soprattutto, un violento conflitto etnico[91].Attualmente l'economia kosovara rimane debole, dopo un picco nel 2000 e 2001, scese in negativo nel 2002 e 2003. Il Kosovo ha un enorme debito pubblico internazionale. Le rimesse dei kosovari residenti all'estero costituiscono un'importante fonte economica.
I maggiori sviluppi economici, dalla fine del conflitto, nel 1991, si ebbero nel commercio e nell'edilizia. I settori industriali rimangono deboli.
L'UNMIK ha di fatto imposto un sistema di commerci con dogane internazionali. Principale partner economico del Paese è la Macedonia del Nord, seguita dalla Serbia, dalla Germania e dalla Turchia.
L'euro è la moneta ufficiale del Paese, utilizzata anche dalle forze di Stato. Nel nord della regione, a maggioranza serba, e negli altri centri serbi, tra cui Gracanica e Strpce, viene utilizzato ancora il dinaro serbo. Dopo l'indipendenza del Kosovo fu utilizzato ilmarco tedesco, fino a venire sostituito dall'Euro negli anni 2000.Secondo le stime dellaBanca Mondiale il Kosovo ha registrato una crescita delPIL nel 2018 del 4,5%. Secondo le previsioni registrerà una crescita del 4,7% per il2019[92].
Il settore primario in Kosovo riveste un ruolo fondamentale nell'economia della nazione e occupa la maggior parte della mano d'opera disponibile. Grazie anche al suolo molto fertile e al clima favorevole, il paese coltiva cereali, frutti e ortaggi di ogni tipo.
Oltre all'agricoltura, anche l'allevamento ricopre una buona fetta e il paese alleva principalmente bovini, ovini, caprini e infine polli per soddisfare il fabbisogno alimentare del paese.
Il Kosovo sta facendo passi avanti adottando politiche agricole efficienti e sostenibili, un accesso al credito per gli agricoltori, investimenti in infrastrutture migliori e tecnologicamente avanzate e infine un miglioramento dei sistemi di commercializzazioni anch'essi più efficienti.
Il settore secondario in Kosovo è in crescita e la nazione sta piano piano industrializzandosi.
Tra i diversi tipi di industrie portanti abbiamo:
L'industria mineraria: il Kosovo è molto ricco di minerali come lalignite, utilizzata per la produzione di energia elettrica nelle centrali termoelettriche; in seguito abbiamo lacalcite utilizzata in campo edilizio.
L'industria energetica, fortemente collegata alla produzione di energia elettrica che si basa sui combustibili fossili, ma il governo sta promovendo l'energia elettrica prodotta anche da fonti rinnovabili.
L'industria manifatturiera, che comprende industrie come quella tessile, mobile, dei materiali e anche di altri, fondamentali per il paese.
Il sistema energetico del Kosovo si basa principalmente sulle centrali termoelettriche, quindi sulla combustione della lignite, un tipo di carbone di bassa qualità, altamente presente sul sottosuolo nazionale.
Il Kosovo, però, non riesce ad arrivare all'autosufficienza e quindi dipende molto dalle importazioni di energia elettrica dalla Serbia e da altri paesi confinanti.
Il Kosovo è servito dall'Aeroporto Internazionale di Pristina (IATA: PRN,ICAO: BKPR / LYPR) (in albaneseAeroporti Ndërkombëtar i Prishtinës; in serboМеђународни аеродром Приштина?,Međunarodni aerodrom Priština), unico scalo civile del Paese, collegato con voli diretti a diverse città europee tra cui Milano, Verona, Olbia e Cagliari.In Kosovo esistono altri tre scali aeroportuali: l'Aeroporto di Giacovizza (Ðakovica Airfield), ora chiuso, ilBatlava-Donja Penduha Airfield e laSlatina Air Base.
Kosovo Railways J.S.C.[93] (albanese:Hekurudhat e Kosovës Sh.A,serbo:Kosovske Železnice D.D.) è la compagnia ferroviaria del Kosovo, nata comeUNMIK Railways.[94] Il Kosovo attualmente ha 333 km di ferrovie.[95]
Il Kosovo è attraversato da due importanti strade che fanno parte delle Strade Europee, laE65 che collega la Svezia alla Grecia, e laE851 che collegaCastellastua, inMontenegro, a Pristina, passando per Prizren. Dal 2009 Pristina è collegata alla costa adriatica dell'Albania attraverso l'autostrada R7, mentre l'autostrada R6 collega Pristina allaMacedonia del Nord.
Nell'attuale panorama economico del Kosovo ilturismo è una voce quasi inesistente. Nonostante le grandi ricchezze naturali e artistiche, sono poche se non del tutto mancanti le infrastrutture dedicate al turista.
Il Paese è sostanzialmente poco urbanizzato e la natura è la padrona in buona parte del territorio. Nelle montagne al confine con l'Albania esistono alcune strutture attrezzate con impiantisciistici e sentieri per l'escursionismo.
Dal punto di vista artistico ed architettonico, gioiello artistico in Kosovo sono i monasteri serbo ortodossi, alcuni dei quali dichiarati Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, primi fra tutti ilmonastero di Gračanica (1313), a sud-est diPristina, e il famosomonastero patriarcale di Peć (XIII secolo).
In Kosovo esiste solo un'area protetta: ilparco nazionale dei Monti Šar, che si estende al confine con laMacedonia del Nord, con un'area di 380 km², che costituisce il 3,49% del territorio nazionale.
Fra il XIII ed il XVII secolo fiorì in questa regione una notevole manifestazione di architettura ecclesiale dove sono unite la tradizionebizantina al nuovo movimentoromanico. Di questa espressione artistica rimangono numerose testimonianze fra le chiese e i monasteri ortodossi, fra questi di notevole importanza sono ilMonastero di Dečani, quello diPeć, diGračanica e lachiesa della Vergine di Ljevisa. All'interno di questi monumenti si trovano dei cicli diaffreschi che rappresentano l'espressione massima della cultura serba. Nel 2006 questi quattro monumenti sono stati inseriti dall'UNESCO tra i beni in pericolo.
La produzione letteraria kosovara ostacolata nei secoli dalla lunga dominazione ottomana trova affermazione nel XX secolo con il poetaJeton Kelmendi, autore di liriche di argomento storico sulla situazione kosovara del XXI secolo.Shpëtim Selmani[96], nel 2020, fu il primo scrittore kosovaro a vincere ilPremio letterario dell'Unione europea col romanzoLibërthi i dashurisë (The Booklet of Love).
Da ricordare anche il poeta nazionale kosovaro Din Mehmeti.
La musica albanese è caratterizzata dall'uso dellaçiftelia (uno strumento albanese tradizionale), delmandolino, dellamandola e dellepercussioni. In Kosovo la musicafolk è molto popolare accanto alla musica moderna. Ci sono molticantanti e gruppi (sia albanesi sia serbi) folk. Anche lamusica classica è molto conosciuta in Kosovo ed è stata insegnata inuniversità (allaFacoltà di Arti dell'Università di Pristina e laUniversità di Pristina,Facoltà di Arti) e in diversescuole musicali pre-college. L'Inno nazionale del Kosovo è"Europa".Il Kosovo presenta numerosi cantanti famosi a livello locale e pure alcuni cantanti e cantautori famosi a livello internazionale, tra cuiRita Ora, cantante kosovara naturalizzata britannica, eDua Lipa.
Zgjoi[97], diretto daBlerta Basholli, è un film kosovaro, che nel 2021, è entrato nella Short-list dei nove candidati per l'Oscar al miglior film straniero.
A seguito della Legge sullo Sport[98], numero 2003/04, emanata dall'Assemblea del Kosovo nel2003 è stato istituito, nello stesso anno, ilComitato Olimpico del Kosovo, con sede aPristina che ha lo scopo di promuovere la nascita delle varie federazioni sportive kosovare ed inserirle nel contesto internazionale.Sono state create diverse altre federazioni tra cui quellacalcistica, riconosciuta dallaFIFA nel 2018 e quella dellapallacanestro, che non ha ancora ricevuto riconoscimento internazionale ma che organizza e soprintende ai tornei nazionali e organizza selezioni di giocatori che rappresentano il Kosovo in partite amichevoli.
La situazione di limbo in cui vivevano gli atleti kosovari, che non potevano partecipare aiGiochi olimpici né sotto la propria bandiera (il comitato olimpico kosovaro non era riconosciuto dalCIO) né sotto quella serba, è sfociata in una protesta in piazza avvenuta a metà ottobre 2007[99] a seguito della quale il governo kosovaro e l'UNMIK si sono impegnati a occuparsi della situazione. Alla fine il riconoscimento delCIO è arrivato il 9 dicembre 2014 dopo la 127ª sessione plenaria che ha deliberato l'ingresso del Comitato Olimpico del Kosovo come 205° membro dell'organizzazione[100]. Gli atleti kosovari possono pertanto partecipare ai Giochi olimpici a partire dall'edizione diRio de Janeiro 2016.
Ma uno degli sport dove il Kosovo ha ottenuto ottimi risultati è iljudo:Majlinda Kelmendi, judoka kosovara di etnia albanese, si è aggiudicata ben due titoli mondiali, aRio de Janeiro 2013 e aČeljabinsk 2014, in Russia. Majlinda Kelmendi ha conquistato aRio de Janeiro 2016 il primo oro olimpico (e prima medaglia olimpica) per il Kosovo mentreDistria Krasniqi eNora Gjakova hanno conquistato l'oro olimpico nelle rispettive categorie di peso aTokyo 2020.
Una delle città con più ricca tradizione gastronomica èPejë. Tra i cibi locali si ricordanoLeqeniku,Flija,Krylana,Maza bollito, formaggio, polenta, ilgulasch e molti altri.[101]
Originale è la cucinagorani. Tra i piatti più famosi si ricordano ilburek (pasta sfoglia con formaggio, ricotta, spinaci,carne macinata, cavolo cappuccio) e il dolce tradizionalebaklava. IlBoza è una tipica bevanda gorana (nelBalcani questo popolo è conosciuto comeBozadzij, il popolo che prepara laboza), una bibita dal sapore aspro, frutto di un complicato processo che ha come ingredienti fondamentali farina e zucchero, che vengono a lungo bolliti secondo un procedimento particolare.
La cucina internazionale è ormai diffusa soprattutto nelle maggiori città.
L'abbigliamento tradizionale degli abitanti della regione ha alcune caratteristiche distintive. La sua evoluzione ha seguito il percorso della modernizzazione e dello stile contemporaneo. Tuttavia, i simboli e i motivi fondamentali con cui sono disegnati questi indumenti rimandano spesso all'antichità illirica. I materiali e i metodi tradizionali impiegati per la realizzazione di questi abiti non hanno subito molti cambiamenti nel corso della storia. Gli strumenti utilizzati nella creazione di questi vestiti sono tipicamente kosovari, chiamativegjë ovek, che è un telaio (somigliante allajenny filatrice inglese ealla navetta volante). Le metodologie per l'acquisizione dei materiali e la produzione degli abiti sono rimaste costanti nel corso del tempo. I motivi e i disegni presenti su questi indumenti possono essere interpretati alla luce delle credenze religiose preistoriche. Triangoli, rombi, cerchi e croci sono ricorrenti e vengono considerati simboli di salute e fertilità. Cromaticamente, sono tre i colori principali di questi abiti, il più simbolico dei quali è il rosso.
In base alla Legge sulle festività ufficiali della Repubblica del Kosovo (legge n.III L-64) datata 15 giugno2008[102], il Kosovo adotta le principali festività internazionali: il Capodanno e il Giorno dei Lavoratori, le principali festività cattoliche (Natale e Pasqua cattolici) ed ortodosse (Natale e Pasqua ortodossi) e le principali festività musulmane del giorno della fine del Ramadan e della Festa del Montone. Inoltre vengono istituite le festività per l'indipendenza, la giornata della liberazione (o giorno della Pace) e la giornata della costituzione.Vengono poi definite delle festività etniche e linguistiche: il giorno degli Albanesi, il giorno dei Veterani, il giorno degli zingari, il giorno dei Turchi, il giorno degliAshkali, il giorno dei Gorani ed il giorno dei Serbi.
^Almeno un milione e mezzo sono emigrati durante la guerra degli anni '90-'00 con la ex Jugoslavia, formando un nutrito gruppo della diaspora a stretto contatto con il luogo d'origine.
^(EN) [John Peter MAHER (Professor Emeritus of Linguistics Northeastern Illinois University Chicago) - The American Hand (And Others) in Kosovo Propaganda - Ornithology and toponomastics] (con esaustivo elenco di località del mondo slavo denominate "Kosovo")
^Il toponimo è presente nella bandiera del Kosovo indipendente proposta da Ibrahim Rugova.
^N G Hammond,The Kingdoms of Illyria c. 400 – 167 BC.Collected Studies, Vol 2, 1993
^Wilkes, J. J. The Illyrians, 1992,ISBN 0-631-19807-5, p. 85, "... Whether the Dardanians were an Illyrian or a Thracian people has been much debated and one view suggests that the area was originally populated with Thracians who? then exposed to direct contact with illyrians over a long period..."
^(EN) "the Dardanians [...] living in the frontiers of the Illyrian and the Thracian worlds retained their individuality and, alone among the peoples of that region succeeded in maintaining themselves as an ethnic unity even when they were militarily and politically subjected by the Roman arms [...] and when at the end of the ancient world, the Balkans were involved in far-reaching ethnic perturbations, the Dardanians, of all the Central Balkan tribes, played the greatest part in the genesis of the new peoples who took the place of the old",Fanula Papazoglu, "The central Balkan tribes in pre-Roman times: Triballi, Autariatae, Dardanians, Scordisci and Moesians", Amsterdam 1978,ISBN 90-256-0793-4, p. 131.
«Scanderbeg intended to go “personalmente” with an army to assist Hunyadi, but was prevented from doing so by Branković, whose lands he ravaged as punishment for the Serbian desertion of the Christian cause.»
^Malcolm, Noel,Kosovo: A Short History, 1998, pp. 89-90
^ Michal Kopeček, Ahmed Ersoy, Maciej Gorni, Vangelis Kechriotis, Boyan Manchev, Balazs Trencsenyi e Marius Turda,Program of the Albanian League of Prizren, inDiscourses of collective identity in Central and Southeast Europe (1770-1945), vol. 1, Budapest, Hungary, Central European University Press, 2006, p. 347,ISBN963-7326-52-9.URL consultato il 18 gennaio 2011.
«there were no delegates from Shkodra villayet and a few Bosnian delegates also participated. Present was also mutasarrif (administrator of sandjak) of Prizren as representative of the central authorities»
^ Stavro Skendi,Beginnings of Albanian Nationalist and Autonomous Trends: The Albanian League, 1878-1881Author, inAmerican Slavic and East European Review, vol. 12, American Slavic and East European Review, p. 4,JSTOR2491677.
«The southern branch of the League was formed at Gjinokastër (Argyrokastro), where;Albanian leaders held a meeting at which the districts of Janina, Gjinokastër, Delvina, Përmet, Berat, Vlora (Valona), Filat, Margariti, Ajdonat, Parga, Preveza, Arta, Tepelena, Kolonja, and Korca were represented.»
^Nuray Bozbora, The Policy of Abdulhamid II Regarding The Prizren League
«The position of the League in the beginning was based on religious solidarity. It was even calledKomiteti i Myslimanëve të Vërtetë (The Committee of the Real Muslims)... decisions are taken and supported mostly by landlords and people closely connected with Ottoman administration and religious authorities..»
^Bernd Jürgen Fischer - Albania at war, 1939-1945 - West Lafayette, Indiana: Purdue University Press, 1999
^Pokalova, Elena, "Framing Separatism as Terrorism: Lessons from Kosovo" inStudies in Conflict & Terrorism 33, no. 5 (May 2010): 429-447.
^Sahin, Selver B., "The use of the 'exceptionalism' argument in Kosovo: an analysis of the rationalization of external interference in the conflict", inJournal of Balkan & Near Eastern Studies 11, no. 3 (September 2009): 235-255.
^Russell, Peter, "The exclusion of Kosovo from the Dayton negotiations", inJournal of Genocide Research, 11, no. 4 (December 2009): 487-511.