Khanbaliq (lett. "Città del Khan") Dadu (大都, lett. "Grande Capitale") | |
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Cronologia | |
Fondazione | XIII secolo |
Fine | 1368 |
Causa | Distruzione da parte deiMing |
Localizzazione | |
Stato attuale | ![]() |
Località | Pechino |
Coordinate | 39°56′N 116°24′E39°56′N,116°24′E |
Cartografia | |
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Khanbaliq (Cambalu initaliano arcaico[1]) oDadu (cinese:大都S,lett. "Grande Capitale") era lacapitale delladinastia Yuan,costruita per ordine del fondatore della dinastia,Kublai Khan, sul sito da cui sviluppò, sotto la successivadinastia Ming, l'odiernaPechino, capitale dellaCina. La neo-costruita capitale volle anche ergersi, nel disegno di Kublai, a principale centro di potere dell'Impero mongolo su cui rivendicava il predominio in qualità diKhagan, seppur l'unità degli antichi domini dell'Orda si fosse frammentata in diversikhanati alla morte diMöngke Khan.
Da Khanbaliq l'istituto burocratico delSegretariato (cinese:中書省T, 中书省S, ZhōngshūshěngP,lett. "Ufficio Legislativo") ha amministrato direttamente, per conto delGran Khan, la c.d. "Regione Centrale" (腹裏) dell'Impero Yuan (comprendente l'attuale Pechino,Hebei,Shandong,Shanxi e parti delHenan e dellaMongolia Interna) e dettato politiche per le altre province.[2][3]
Khanbaliq/Dadu occupò quello che oggi è ilcentro storico di Pechino e la nomenclatura di alcune delle sue porte perdura oggi nei nomi delle stazioni delle linee n. 10 e 13 dellametropolitana cittadina.
Il nome "Khanbaliq" deriva dalle parolemongola euigura[4]khan ebalik[5] ("città"/"insediamento permanente") e significano quindi "Città del Khan". In realtà era in uso tra i turchi orientali e i mongoli prima della caduta di Zhongdu, in riferimento agliimperatori Jin. È tradizionalmente scritto come "Cambaluc" o "Kanbalu" inlingua inglese in accordo alla traduzione fonetica fattane daRustichello nel redigereIl Milione diMarco Polo: "Cambalu", utilizzata inlingua italiana arcaica.
Il nome "Dadu",romanizzato come "Ta-Tu", è la trascrizionepinyin del nome cinese大都 , che significa "Grande Capitale". I mongoli chiamarono anche la città "Daidu"[6] che era una traslitterazione diretta dal nome assegnato dai cinesi[7]. Nelcinese moderno, viene chiamato "Yuan Dadu" per distinguerlo da altre città che hanno portato nomi simili.
Zhongdu, la "Capitale Centrale" dellaDinastia Jīn dietnia Jurchen (giàNanchino, "Capitale Meridionale" dellaDinastia Liao di etniaKitai), si trovava in un sito vicino all'attualedistretto di Xicheng (Pechino). Fu distrutta daGenghis Khan nel1215 quando la corte Jin si spostò a sud verso la più difendibile capitale diKaifeng.
Nel1264,Kublai Khan visitò il Palazzo Daning sull'Isola di Giada delLago Taiye (attualeParco Beihai di Pechino) e rimase così incantato dal sito da ordinare chela sua capitale fosse costruita attorno a quel giardino[8]. L'architetto capo e pianificatore della capitale fu Liu Bingzhong[9][10] che fu anche supervisore della sua costruzione[11]. Furono coinvolti anche il suo allievoGuo Shoujing e ilmusulmano Ikhtiyar al-Din[12]. La costruzione delle mura della città iniziò nello stesso anno, mentre il Palazzo Imperiale fu costruito dal1274 in poi. Un anno dopo la fondazione delladinastia Yuan del1271, Kublai Khan proclamò la città la sua capitale con il nome diDadu[13] sebbene la costruzione non sarebbe stata completata prima del1293. Il precedente sito imperiale mongolo diShangdu divenne la "Capitale Estiva".
La Stamperia Imperiale (zh.诸路交钞提举司T), fondata nel1260 per produrre lebanconote tipo "jiaochao" degli Yuan e testimoniata da Marco Polo[14], si trovava probabilmente vicino a Yanjing già prima della fondazione della nuova capitale[15].
Come parte della politica di tolleranza religiosa dei Grandi Khan, Khanbaliq accoglieva vari culti. Fu persino sede dell'Arcidiocesi cattolica romana di Khanbaliq dal1307 fino alla sua soppressione del1357 (l'arcidiocesi venne rifondata a Pechino nel1609).
L'imperatoreHongwu delladinastia Ming inviò un esercito a Khanbaliq nel1368. L'ultimo imperatore Yuan fuggì a nord versoXanadu mentre i Ming radevano al suolo i palazzi della sua capitale[16]. L'ex-capitale fu ribattezzataBeiping[17] (it. "Nord Pacificato") e la Prefettura di Shuntian fu stabilita nell'area intorno alla città.
All'imperatore Hongwu successe il giovane nipoteJianwen rapidamente detronizzato dallo zioYongle che, in quanto Principe diYan aveva Shuntian quale base di potere e decise pertanto di spostare daNanchino alle rovine della settentrionale Beiping la capitale imperiale. Yongle accorciò i confini settentrionali della città mongola e aggiunse un nuovo distretto meridionale separato da mura. Dopo l'estensione meridionale del Lago Taiye (l'attuale Nanhai), l'innalzamento dellacollina di Wansui sulle rovine mongole e il completamento dellaCittà Proibita a sud, dichiarò la città la sua "Capitale del Nord" (Beijing).
Le rovine delle mura dell'Era Yuan di Khanbaliq sono ancora esistenti e sono conosciute comeTucheng (it. "Muro di terra")[18] e preservate nel "Parco Tucheng" insieme ad alcune statue moderne.
La ricerca storico-archeologica ha confermato molti degli elementi caratteristici di Khanbaliq e del Palazzo Imperiale Yuan descritti nelMilione di Marco Polo che avrebbe visitato la città (allora ancora in costruzione) tra il1274 e il1292.
E sappiate che l(e) rughe della terra sono sí ritte che l’una porta vede l’altra; di tutte quante encontra così. Nella terra àe molt[i] palagi; e nel mezzo n’àe uno ov’è suso una campana molto grande che suona la sera 3 volte, che niuno non puote andare poscia per la terra sanza grande bisogna, de femmina che partorisse o per alcuno malato. Sappiate ch’a ciascheuna porta guarda 1.000 uomini; e non che crediate che vi si guardi per paura d’altra gente, ma fassi per reverenzia del signore che là entro dimora, e perché li ladroni non facciano male per la città.»
(Il Milione, cap. 84.)
(Il Milione, cap. 94.)
La planimetria di Dadu seguì diverse regole del classicoconfucianoI Riti di Zhou: "nove assi verticali, nove assi orizzontali", "palazzi nella parte anteriore, mercati nella parte posteriore", "culto ancestrale a sinistra, culto divino a destra". Era di ampia scala, rigorosa nella pianificazione e nell'esecuzione e completa nelle attrezzature[19].
La cinta muraria era realizzata interra battuta irrobustita da pietre (solo al tempo dei Ming Pechino ebbe mura dimattoni)[20] e, nella parte settentrionale, superava l'estensione della futura "Città Interna" dei Ming di circa 5lǐ[21][22], mentre le mura meridionali si trovavano circa 1,5li più a nord delle mura meridionali dei Ming[21]. L'area complessiva dell città era di circa 50li[23], certamente meno di quanto desumibile dalMilione ma nemmeno di troppo.
La città aveva 11 porte: i lati est, sud e ovest del perimetro murato avevano tre porte ognuno, mentre il lato nord aveva solo due porte. Le porte orientali, da nord a sud, erano: Guangximen (光熙门S,lett. "Porta della Gloria Splendente"), Chongrenmen (崇仁门S,lett. "Porta dell'Affettuosa Benevolenza") e Qihuamen (齐化门S,lett. "Porta dell'Unita Influenza"). Le porte occidentali erano, da nord a sud: Suqingmen (肃清门S,lett. "Porta della Solenne Purezza"), Heyimen (和义门S,lett. "Porta dell'Armonizzato Diritto") e Pingzemen (平则门S,lett. "Porta del Giusto Governo"). Le porte meridionali erano, da ovest a est: Shunchengmen (顺承门S,lett. "Porta della Favorevole Eredità"),Lizhengmen (麗正T, 丽正门S, LìzhèngménP,lett. "Porta della Bella Giustizia") e Wenmingmen (文明门S,lett. "Porta dell'Alta Cultura"). Le due porte settentrionali erano invece Jiandemen (健德门S,lett. "Porta della Vigorosa Virtù") a ovest e Anzhenmen (安贞门S,lett. "Porta della Pacifica Purezza") ad est.[20]
LaTorre del Tamburo, allora nota come "Torre dell'Amministrazione Ordinata" (Qizhenglou), fu edificata nel centro di Dadu nel1272. Ricostruita dai Ming nel XV secolo in uno stile rassomigliante a quello originario, costituisce con buon probabilità il riferimento più attendibile per ricostruire la foggia architettonica delle fortificazioni della capitale Yuan (soprattutto le porte-torri tanto massicce da essere state definite "palazzi" da Polo): strutture possenti, certo prive dell'eleganza estetica degli edifici Ming ma non per questo meno impressionanti.
Non è invece ad oggi chiaro ove si trovasse, in città, la sede delSegretariato (cinese:中書省T, 中书省S, ZhōngshūshěngP,lett. "Ufficio Legislativo"), organo burocratico tradizionalmente deputato all'elaborazione delle politiche (v. sistema di governo cinese dei c.d. "Tre dipartimenti e sei ministeri") che assurse sotto gli Yuan ad unico organo amministrativo imperiale[2][3]. Marco Polo ne parla come di un «palagio dentro a Canbalu; e è molto bello e grande» ospitante i "12 baroni [segretari] «che sono sopra tutte le cose del Grande Kane.»[24]
E in questo muro verso la faccia di mezzodie, à 5 porte, e nel mezzo è una grandissima porta che non s’apre mai né chiude, se non qua(n)do ’l Grande Kane vi passa, cioè entra e esce. E dal lato a questa porta ne sono due piccole, da ogne lato una, onde entra tutta l’altra gente; dall’altro canto n’àe un’altra grande, per la quale entra comunemente ogni uomo.
E dentro a questo muro è un altro muro, e atorno àe 8 palagi come nel primaio, e così sono fatti; ancora vi stae gli arnesi del Grande Kane. Nella faccia verso mezzodie àe 5 porte, nell’altre pure una.
E in mezzo di questo muro è ’l palagio del Grande Kane, ch’è fatto com’io vi conterò. Egli è il magiore che giamai fu veduto: egli non v’à palco, ma lo spazzo è alto più che l’altra terra bene 10 palmi; la copertura è molto altissim[a]. Le mura delle sale e de le camere sono tutte coperte d’oro e d’ariento, ov’è scolpito belle istorie di cavalieri e di donne e d’uccegli e di bestie e d’altre belle cose; e la copertura è altresì fatta che non si potrebbe vedere altro che oro e ariento. La sala è sí lunga e sí larga che bene vi mangia 6.000 persone, e v’à tante camere ch’è una maraviglia a credere. La copertura di sopra, cioè di fuori, è vermiglia, bioia, verde e di tutti altri colori, e è sí bene invernicata che luce come cristallo, sicché molto da la lunga si vede lucire lo palagio; la covertura è molto ferma.
Tra l’uno muro e l’altro dentro a questo ch’io v’ò contato di sopra, àe begli prati e àlbori, e àvi molte maniere di bestie salvatiche, cioè cervi bianchi, cavriuoli, dani, le bestie che fanno lo moscado, vai e ermellini, e altre belle bestie. La terra dentro di questo giardino è tutto pieno dentro di queste bestie, salvo la via onde gli uomini entrano.
E da la parte ve(r)so ’l maestro àe uno lago molto grande, ov’à molte generazione di pesci. E sí vi dico che un grande fiume v’entra e esce, e è sí ordinato che niuno pesce ne puote uscire; e àvi fatto mettere molte generazione di pesci in questo lago, e questo è co reti di ferro. E anco vi dico che verso tramontana, di lungi dal palagio da una arcata, àe fatto fare uno monte ch’è bene alto 100 passi e gira bene uno miglio; lo quale monte è pieno tutto d’àlbori che per niuno tempo non perdono foglie, ma sempre sono verdi. E sappiate, quando è detto al Grande Kane d’uno bello àlbore, egli lo fa pigliare con tutte le barbe e co molta terra e fallo piantare in quello monte; e sia grande quanto vuole, ch’egli lo fa portare à lieofanti. E sí vi dico ch’egli à fatto coprire totto ’l monte della terra dell’azurro, che è tutta verde, sicché nel monte non à cosa se non verde, perciò si chiama lo Monte Verde.
E sul colmo del monte à uno palagio tutto verde, e è molto grande, sicché a guardallo è una grande meraviglia, e non è uomo che ’l guardi che non ne prenda alegrezza. E per avere quella bella vista l’à fatto fare lo Grande Signore per suo conforto e sollazzo.»
(Il Milione, cap. 83.)
In accordo alla volontà di Kublai, il suo palazzo sorse in prossimità del lago artificiale fatto scavare da Zhangzong (c.d. "Lago Taiye") la cui intera superficie venne circondata dalle mura della cittadella mongola e che giocò poi un ruolo fondamentale nell'approvvigionamento idrico della neonata capitale[26].
I testi mongoli chiamano la cittadella degli YuanHuang Ch'eng ("Città Gialla") oKung Ch'eng ("Città-Palazzo"). La planimetria doveva essere rettangolare, più che quadrata, praticamente sovrapponibile a quella dell'attuale "Città imperiale" dei Ming, con torrioni angolari e porte-torri[27]. Il palazzo reale vero e proprio, delimitato da una seconda cinta muraria, era chiamato dai mongoliTa Nei ("Grande Interno"). La presenza, nei giardini compresi tra la cinta esterna della cittadella ed il palazzo vero e proprio, di ˞selvaggina, non stupisce ed anzi richiama unmodus operandi comune tra gli autocrati turco-mongoli: la medesima cosa si osserva anche nelPalazzo di Topkapı fatto costruire nella seconda metà del Quattrocento daisultani ottomani nella neoconquistataCostantinopoli.
Nonostante la cattura della città da parte deiMing e l'apposizione del nuovo nome, Pechino continuò ad essere chiamataDaidu daimongoli delladinastia Yuan settentrionale di base inMongolia.[28] Il lamento dell'ultimo imperatore Yuan,Toghon Temür, riguardo alla perdita di Khanbaliq eShangdu, è registrato in molte cronache storiche mongole come l’Altan Tobchi e l’Asarayci Neretu-yin Teuke.[29]
Khanbaliq è rimasto il nome standard diPechino inpersiano e nellelingue turche dell'Asia centrale e delMedio Oriente per molto tempo. Era, ad esempio, il nome usato nelle versioni persiana e turca del racconto di Ghiyāth al-dīn Naqqāsh della missione degli inviati delloShah Rukh nella capitale Ming (1419-22). Il racconto è rimasto uno dei resoconti più dettagliati e letti della Cina in queste lingue per secoli.[30]
Quando i viaggiatori europei raggiunsero la Cina via mare attraversoMalacca e leFilippine nelXVI secolo, durante l'Età delle scoperte, inizialmente non erano consapevoli che la Cina era il "Catai" di cui avevano letto da Marco Polo né che "Cambalu" era la città nota ai cinesi del sud come "Pekin". Fu solo durante la prima visita delgesuitaMatteo Ricci a Pechino nel1598 che incontrò visitatori dell'Asia centrale (spec. «arabi, turchi o maomettani») dai quali ebbe conferma che la città in cui si trovavano era "Cambalu". La pubblicazione delle sue memorie da parte delsuo aiutante annunciò in Europa che il "Catai" era la Cina e "Cambalu" era Pechino. Il diariospiegò poifantasiosamente che il nome era "in parte cinese e in parte di originetartara ", da "tartaro "cam ("grande"), cineseba ("nord") e cineseLu (usato per nomadi nella letteratura cinese). Molte mappe europee continuarono a riportare i nomi "Catai" e "Cambalu" nel nord-est del territorio cinese per gran parte delXVII secolo.
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