Nato a Ōse (大瀬村?,Ōse-mura), un piccolo villaggio ormai assorbito dalla città diUchiko (prefettura di Ehime, isola diShikoku). Terzo di sette figli. La nonna di Ōe gli insegna arte e oratoria. Sua nonna morì nel 1944 e, nello stesso anno, il padre di Ōe morì nellaguerra del Pacifico. La madre di Ōe divenne la sua educatrice principale, comprandogli libri comeLe avventure di Huckleberry Finn eIl viaggio meraviglioso di Nils Holgersson, il cui impatto, disse Ōe, "lo porterà nella tomba". Ricordava che il suo insegnante di scuola elementare affermava che l'imperatoreHirohito era un dio vivente e gli chiedeva ogni mattina: "Cosa faresti se l'imperatore ti ordinasse di morire?" Ōe rispondeva sempre: "Morirei, signore. Mi taglierei la pancia e morirei". A casa, la sera, a letto, riconosceva la sua riluttanza a morire e si vergognava. Dopo la guerra, si rese conto che gli erano state insegnate bugie e si sentì tradito. Questo senso di tradimento è poi apparso nei suoi scritti.
Cominciò a scrivere nel 1957, quando era ancora studente. Il primo lavoro pubblicato fu "Lavish are the Dead", una breve storia ambientata a Tokyo durante l'occupazione americana, che fu pubblicata sulla rivista letterariaBungakukai.[3] Una delle sue prime opere, il raccontoAnimale d'allevamento, pubblicato nel1958, gli valse il prestigiosoPremio Akutagawa.[3] Negli anni seguenti il successo non gli arrise più e le critiche non furono benevole. Nel1961 scrisseSeventeen eThe Death of a Political Youth in cui descriveva l'ambiente del fanatico estremismo nazionalista di destra. Entrambi i libri erano ispirati dalla vicenda del diciassettenneYamaguchi Otoya, che nell'ottobre 1960 aveva ucciso il presidente del Partito Socialista GiapponeseInejirō Asanuma e si era ucciso in prigione tre settimane più tardi.[4]
Nel1963 nacque il suo primo figlio, Hikari, affetto da una gravissima lesione cerebrale. Quest’esperienza lasciò una traccia profonda nella sua opera. ConUn'esperienza personale (1964) Ōe descrive la vicenda di un padre che rifiuta la menomazione del figlio e pensa di ucciderlo. Il libro è un atto d'accusa contro i pregiudizi sociali nei confronti dell'handicap. Nel1967 vinse ilPremio Tanizaki conIl grido silenzioso, nel 1973 ilPremio Noma e nel 1982 ilPremio Yomiuri-bungaku. In quest'opera recupera poeticamente l'esperienza della realtà rurale descrivendo un ritorno al villaggio d'origine del protagonista e la riscoperta delle tradizioni e del folklore originari. Nella vita reale la lotta di Ōe fu premiata e il figlio Hikari divenne uno dei più noti compositori delGiappone. Nel1969 vinse il premio letterario Noma conInsegnaci a superare la nostra pazzia. Il titolo cita un verso del famoso poeta ingleseW.H. Auden. Profondo conoscitore della letteratura occidentale, Ōe usava spesso richiami più o meno evidenti ad autori stranieri.
Nel1965 pubblica il libroNote su Hiroshima. 18 anni dopo l'apocalisse del 6 agosto1945, Ōe si reca per la prima volta aHiroshima e incontra i sopravvissuti, simbolo di unGiappone liberato dalla follia distruttrice. Incontra il dottor Shigetô, direttore dell'ospedale dei contagiati, e una ragazza che si suicida dopo la morte del suo fidanzato, vittima delleradiazioni; un giornalista che scrive affinché lo stato aiutigli irradiati dalfallout nucleare e le loro memorie siano raccolte e pubblicate. Ōe analizza le implicazioni morali e politiche dei due bombardamenti atomici; ci consegna il quadro della città devastata, innalza un monumento alla memoria. Nel2012, dopo un aumento del 20% dei suicidi in Giappone, lancerà un appello antinucleare[5] per ricordare la devastazione che, ancor oggi, il nucleare può procurare[6].
Nel1994 vinse ilpremio Nobel, secondo giapponese dopoKawabata, che lo aveva vinto nel1968. In occasione della consegna del premio, pronunciò un discorso il cui titolo richiamava da vicino quello che Kawabata tenne nell'analoga occasione. Se il suo predecessore lo aveva intitolatoIl Giappone, la bellezza e io (ovvero:Io e il mio bel Giappone), Ōe scelse come titoloIl Giappone, l'ambiguità ed io (ovvero:Io e il mio ambiguo Giappone). Come Kawabata, giocava sul doppio senso che la frase ha in giapponese, mettendo però in luce l'abissale distanza tra sé e il grande autore "classico" che l'aveva preceduto. Se il mondo di Kawabata era legato a concetti di bellezza e di espressione tradizionali, il mondo di Ōe è molto più moderno, contraddittorio, più severo nei confronti di una società, come quella giapponese, che fatica a fare un riesame critico della sua storia più recente. Nel 1996 gli viene assegnato ilPremio Grinzane Cavour.
Ōe a una manifestazione antinucleare del 2013 a Tokyo
Ōe è stato coinvolto in diverse campagne pacifiste e antinucleari e ha scritto libri sui bombardamenti atomici diHiroshima e Nagasaki e sull'Hibakusha. Dopo aver incontrato il famoso attivista antinucleareNoam Chomsky a una cerimonia di laurea adHarvard, Ōe iniziò la sua corrispondenza con Chomsky inviandogli una copia dei suoiappunti di Okinawa. Pur discutendo anche dellenote di Okinawa di Ōe, la risposta di Chomsky includeva una storia della sua infanzia. Chomsky gli scrisse che quando seppe per la prima volta del bombardamento atomico di Hiroshima, non poteva sopportare che fosse celebrato, e andò nei boschi rimanendo lì seduto da solo fino a sera. Ōe in seguito disse in un'intervista: "Ho sempre rispettato Chomsky, ma l'ho rispettato ancora di più dopo che me lo ha detto". Dopo il disastro nucleare diFukushima del 2011, esortò il primo ministro Yoshihiko Noda a "fermare i piani per riavviare le centrali nucleari e abbandonare invece l'energia nucleare". Ōe affermò che il Giappone aveva una "responsabilità etica" di abbandonare l'energia nucleare all'indomani del disastro nucleare di Fukushima, proprio come aveva rinunciato alla guerra secondo la sua Costituzione del dopoguerra. Chiese quindi "l'immediata fine della produzione di energia nucleare, avvertendoche il Giappone subirebbe un'altra catastrofe nucleare se tentasse di riprendere le operazioni delle centrali nucleari". Nel 2013 organizzò una manifestazione di massa a Tokyo contro il nucleare. Ōe ha anche criticato i tentativi di modificare l'articolo 9 della Costituzione del Giappone, che rinuncia per sempre alla guerra.
Molti dei suoi scritti sono stati tradotti in inglese, francese, tedesco, russo, cinese, italiano, spagnolo ed altre lingue.
È deceduto all’età di 88 anni nelle prime ore del 3 marzo 2023. La notizia della sua morte è stata divulgata dalla famiglia solamente il 13 marzo in modo da poter celebrare in via privata il funerale.[3][7][8][9]
Si è sposato nel febbraio 1960. Sua moglie, Yukari, era figlia del registaMansaku Itami e sorella del registaJūzō Itami. Lo stesso anno incontròMao Zedong durante un viaggio inCina. Andò anche inRussia e inEuropa l'anno successivo, visitandoSartre aParigi.[10]
Viveva a Tokyo e aveva tre figli.[7] Nel 1963, suo figlio maggiore, Hikari, nacque con un'ernia cerebrale.[9] Inizialmente ha lottato per accettare le condizioni di suo figlio, che richiedevano un intervento chirurgico che lo avrebbe lasciato con difficoltà di apprendimento per tutta la vita.[7] Hikari visse con Kenzaburō e Yukari fino alla mezza età, e spesso componeva musica nella stessa stanza in cui suo padre stava scrivendo.[7]
Nel 2006 è stato istituito il Premio Kenzaburō Ōe per promuovere i romanzi letterari giapponesi pubblicati nell'ultimo anno. L'opera vincitrice è selezionata esclusivamente da Ōe. Il vincitore non riceve alcun premio in denaro, ma il romanzo è tradotto in altre lingue.
Il grido silenzioso (万延元年のフットボール Man'en gan'nen no futtobōru, 1967); letteralmente "Football americano nel primo anno dell'eraMan'en", romanzo, 1967); ed. it. a cura di Mara Muzzarelli, trad. Nicoletta Spadavecchia, Garzanti, Milano, 1987,ISBN 88-11-66756-9.
Gli anni della nostalgia (懐かしい年への手紙Natsukashii toshi e no tegami, lett. "Lettere agli anni della nostalgia", 1987), trad. Emanuele Ciccarella, Garzanti, Milano, 1997,ISBN 88-11-68503-6.
Aghwee, il mostro celeste (Sora no kaibutsu Aguii, 1964), trad. Nicoletta Spadavecchia, inInsegnaci a superare la nostra pazzia, cit.
Insegnaci a superare la nostra pazzia (Warera no kyōki o ikinobiru michi o oshieyo, 1969), trad. Nicoletta Spadavecchia, Garzanti, Milano, 1992,ISBN 88-11-66650-3.
Kōzui wa waga tamashii ni yobi ("Le acque hanno invaso la mia anima", 1973)[11]
Talvolta il cuore della tartaruga (Ume no chiri, 1982)
Rein Tree (Rein Tsurī) o kiku onnatachi ("Donne che ascoltano l'Albero della Pioggia'", 1982)[11]
Come si uccide un albero? (Ika ni ki o korosu ka, 1984)
Il figlio dell'imperatore (raccolta di racconti contenente:Seventeen,Morte di un giovane militante,Io e il mio ambiguo Giappone, 1997), trad. Michela Morresi, Marsilio, Venezia, 1997.
Il dopoguerra da me vissuto come contemporaneo (Dōjidai to shite no sengo, saggio, 1973).[11]
Il metodo del romanzo (Shōsetsu no hōhō, saggio, 1978).[11]
Raccolta di storie grottesche moderne (Gendai denkishu, 1980).[11]
Atarashii hito yo mezameyo ("Svegliati, giovane della nuova era", testo per il Convegno del PEN Club su "La Letteratura nell'epoca nucleare: perché scriviamo", 1983).[11]
Atarashii Bungaku no tame ni (saggio, "Per una Nuova Letteratura", 1988).[11]
Saigo no shōsetsu (saggio, "L'ultimo romanzo", 1988).[11]
Ieri 50 anni fa (carteggio conGünter Grass, 1991), trad. Maria Luisa Cantarelli e Mariko Muramatsu, Archinto, Milano, 1997.
Una famiglia (Kaifuku suru kazoku, letteralmente "Una famiglia guaritrice" raccolta articoli apparsi sulla rivista «Sawarabi», 1995), trad. Elena Dal Prà, Mondadori, Milano, 1997.
La nobile tradizione del dissenso (conSusan Sontag), trad. Paolo Dilonardo, Archinto, Milano, 2005.
La vergine eterna (Rōtashi Anaberu Rii sōkedachitsu mimakaritsu, lett. "Raggelando e uccidendo la mia bella Annabel Lee", 2007), trad. Gianluca Coci, Garzanti, Milano, 2011,ISBN 978-88-11-68378-0.