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Kenkichi Ueda

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Kenkichi Ueda
Il generale Kenkichi Ueda
NascitaPrefettura di Osaka, 8 marzo1875
Morte11 settembre1962
Dati militari
Paese servitoGiappone (bandiera)Impero giapponese
Forza armataDai-Nippon Teikoku Rikugun
ArmaCavalleria
Anni di servizio1898 -1939
GradoGenerale d'armata
GuerreSeconda guerra sino-giapponese
Comandante diArmata del Kwantung
"fonti nel corpo del testo"
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Manuale

Kenkichi Ueda, ingiapponese 植田 謙吉 (?,Ueda Kenkichi) (Prefettura di Osaka,8 marzo187511 settembre1962), è stato ungeneralegiapponese, famoso per aver comandato l'Armata del Kwantung durante laseconda guerra sino-giapponese, e poi inquella con l'Unione Sovietica tra il maggio ed il settembre1939.

Biografia

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Kenkichi Ueda nasce nellaprefettura di Osaka l'8 marzo1875.[1] Entra presso l'Accademia dell'Esercito Imperiale (Rikugun Shikan Gakkō) diIshigaya, (Tokyo) brevettandosi nel 10º corso (1898).[1] Frequentò successivamente l'Accademia di Guerra dell'esercito imperiale (Rikugun Daigakkō), aMinato (Tokyo) uscendone nel1908. Fu assegnato alla 9ª Brigata di Cavalleria, appartenente alla 18ª Divisione, per essere poi trasferito presso la 16ª Divisione. Nel 1918 viene assegnato allo Stato Maggiore dell'Ispettore Generale dell'arma diCavalleria. Dal giugno dello stesso anno presta servizio nello stato maggiore del Corpo di Spedizione giapponese inSiberia.[1] Tale corpo di spedizione, composto inizialmente da 12.000 uomini, venne fortemente voluto dal primo ministro giapponeseTerauchi Masatake[2] e doveva appoggiare le forze bianche dell'ammiraglioAleksandr Vasil'evič Kolčak nella lotta contro i bolscevichi. Posto sotto il comando del generaleYui Mitsue, nel novembre del 1918 il corpo di spedizione era composto da circa 70.000 uomini,[3] che occupano tutti i principali porti e città delle provincie marittime orientali della Russia. Nel 1919 viene promossocolonnello, prestando servizio presso il Comando del corpo di spedizione. Nel corso del1922, in seguito alle forti pressioni internazionali che sospettavano il Giappone di voler annettersi una parte della regione siberiana, il primo ministroKatō Tomosaburō decide di ritirare le truppe dallaSiberia.[4].

Al suo rientro in patria, nel1923, entrò a far parte dell'Ispettorato Generale per l'Addestramento Militare, per assumere nello stesso anno il comando del 1º Reggimento di Cavalleria. Passò poi alla sezione aeronautica dell'Esercito Imperiale presso il Ministero della Guerra, e nel1924 fu promosso al grado diGenerale di brigata, assumendo il comando della 3ª Brigata di Cavalleria. Nel corso del1928 viene elevato al rango diGenerale di divisione. Il 16 marzo1929 succedette al generaleKametaro Arai alla testa delle truppe giapponesi di guarnigione inCina, incarico che mantiene fino al 22 dicembre1930.[5] Tra la fine del 1930 e l'aprile del 1932 comandò la 9ª Divisione di Fanteria,[6] alla cui testa partecipò all'occupazione della Manciuria seguita all'incidente di Mukden.[5] Combatté duramente contro le truppe cinesi fino al 27 febbraio1932, quando il loro comandante, generale Tsin Chao, offrì la resa delle forze operanti in Manciuria.[7] Il 29 aprile dello stesso anno, aShanghai, una bomba lanciata dal nazionalista coreanoYoon Bong-Gil uccise il suo superiore, generaleYoshinori Shirakawa,[7] ed egli, a causa dell'attentato, perse una gamba.[7] Ritornato in patria nel corso del1933 entrò a far parte dello Stato maggiore dell'esercito imperiale giapponese, ricoprendo nel1934 il ruolo di Vicecapo di Stato Maggiore.[8]

Il 1º agosto1934 sostituì il generaleYoshiyuki Kawashima alla testa dell'Armata giapponese inCorea (Chōsen-gun).[9] Il 2 dicembre1935 lasciò il comando in Corea, venendo promossoGenerale d'armata. Il 6 marzo1936 ritornò nelManciukuò per assumere il comando dell'Armata del Kwantung (Kantōgun in giapponese), il più prestigioso dell'esercito imperiale.[9] Nello stesso anno diviene membro del Supremo Consiglio di Guerra.[8]

Alla testa dell'Armata del Kwantung partecipò alla guerra per l'occupazione della Cina, scoppiata nel luglio 1937 dopo l'incidente del ponte di Marco Polo (7-8 luglio 1937),[10] fortemente voluta dal primo ministroSenjūrō Hayashi. Il generale Ueda era invece un forte sostenitore della politica delhokushin-ron (colpo a nord), e pensava che il principale nemico delGiappone fosse il comunismo. Vedeva inoltre nella conquista delle risorse naturali del continente nord asiatico, scarsamente popolato e ricco di materie prime, la soluzione dei problemi economici della madrepatria. Avallò tutta una serie di operazioni militari dirette di suoi subordinati a cavallo del confine tra lo stato delManciukuò e laMongolia. Il governo giapponese, retto dal primo ministroFumimaro Konoe (in carica dal giugno 1937 al 1939), non fu mai veramente capace di tenere a freno l'alto comando delle forze armate in Cina, dominato sempre di più dagli elementi estremisti. Il governo non condivideva pienamente gli ambiziosi, ma estremamente rischiosi, piani di espansione dei militari. L'intromissione giapponese negli affari interni dellaMongolia (da circa venti anni nell'orbita sovietica) acuirono le ostilità con l'Unione Sovietica diJosef Stalin.

Nel luglio1938 l'Armata del Kwantung[10] diede il via ad una serie di operazioni indipendenti[11] contro le forze sovietiche nell'area delLago Chasan.[12] La rapida risposta delle forze sovietiche, comandate dal marescialloVasilij Konstantinovič Bljucher portò ad una sconfitta delle forze giapponesi, costrette a ritirarsi dall'area contesa.[12] Ueda sostenne sempre le azioni aggressive avviate dagli ufficiali del suo Stato Maggiore, per modificare il confine con la Mongolia a vantaggio delle forze giapponesi.[13] Il breve conflitto con l'URSS svoltosi tra il maggio e il settembre 1939,[14] e noto comebattaglia di Khalkhin Gol, vide una pesante sconfitta delle forze giapponesi ad opera del generaleGeorgij Konstantinovič Žukov.[15] Al suo rifiuto di fermare le operazioni militari scatenate dai suoi subordinati il governo imperiale, che temeva ormai una guerra aperta con l'Unione Sovietica, lo sostituì con il generaleYoshijirō Umezu il 7 settembre1939. Ricoprì brevemente la carica diambasciatore giapponese nelManciukuò, e poi venne costretto a rientrare in patria per ritirarsi a vita privata. Dopo l'entrata inguerra delGiappone, il 7 dicembre1941, non venne richiamato in servizio. Sia durante la guerra, che negli anni successivi, condusse vita privata, e si spense sull'isola diIwo Jima l'11 settembre1962.

Note

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  1. ^abcTucker 2001, p. 1656.
  2. ^Humphreys, Leonard A. The Way of the Heavenly Sword: The Japanese Army in the 1920s. Stanford University Press, 1996.ISBN 0-8047-2375-3
  3. ^Harries, Meirion e Susie Harries.Soldiers of the Sun: The Rise and Fall of the Imperial Japanese Army. Random House. New York, 1996.ISBN 0-679-75303-6
  4. ^Humphreys, Leonard A.The Way of the Heavenly Sword: The Japanese Army in the 1920s. Stanford University Press, 1996.ISBN 0-8047-2375-3
  5. ^abIriye, Akira.After Imperialism: The Search for a New Order in the Far East, 1921-1931 Harvard University Press, Cambridge, 1965. reprinted:Chicago: Imprint Publications, 1990
  6. ^Hoyt 2001, p. 100.
  7. ^abcStiwell 1981, p. 38.
  8. ^abDupuy, Trevor N.Encyclopedia of Military Biography, I B Tauris & Co Ltd, 1992.ISBN 1-85043-569-3
  9. ^abJowett Philip S.The Japanese Army 1931-42, Volume 1 of The Japanese Army, 1931-45, Osprey Publishing, 2002
  10. ^abCoox 1990, p. 102.
  11. ^Coox 1990, p. 186 , Ordine operativo n.1488.
  12. ^abCoox, Alvin D.The Anatomy of a Small War: The Soviet-Japanese Struggle for Changkufeng/Khasan, 1938. Westport, Conn.: Greenwood Press, 1977.ISBN 0-8371-9479-2
  13. ^Coox 1990, p. 1076.
  14. ^Coox 1990, p. 1086.
  15. ^Coox 1990, p. 1085.

Bibliografia

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