M/NJolly Nero | |
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Descrizione generale | |
Tipo | Con-Ro Container |
Proprietà | Ignazio Messina & C. S.p.A. |
Registro navale | RINA nr. 83970 |
Porto di registrazione | Registro internazionale diNapoli, nr. 335 |
Identificazione | |
Ordine | 1º giugno 1973 |
Cantiere | Blohm & Voss Repair GMBH diAmburgo (Germania) |
Impostazione | 21 luglio 1975 |
Varo | 12 dicembre 1975 |
Consegna | 1º maggio 1976 |
Entrata in servizio | 28 maggio 1976 |
Nomi precedenti | 1:Maersk Alaska 2:P5 Eric G.Gibson 3:Adrian Maersk 4:Axel Maersk |
Radiazione | 27 novembre 2014 |
Destino finale | in demolizione |
Caratteristiche generali | |
Stazza lorda | 40.594[1]tsl |
Portata lorda | 30.866tpl |
Lunghezza | (fuori tutto) 239,26 m[1] (tra le p.p.) 224 m |
Larghezza | 30,50[1] m |
Pescaggio | 9 m |
Propulsione | 1motore Diesel a due tempi[2] Burmeister & Wain da 23.389kW 1 elica a pale fisse originariamente dueturbine a vapore General Electric MST-14 da 26.488 kW |
Capacità di carico | 1.450TEU |
Equipaggio | 30 |
Note | |
immatricolata nel Registro Navale Italiano nel2006 | |
note inserite nel corpo del testo | |
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LamotonaveJolly Nero (giàMaersk Alaska, exSP5 Eric G.Gibson, exAdrian Maersk, exAxel Maersk[3]) è stata unaCon-RoContainer della società di navigazioneIgnazio Messina & C. acquisita dalla compagnia italiana nel 2006 e radiata per la demolizione nel novembre 2014[4].
La nave fu costruita nel1976, prestando servizio per trent'anni con lacompagnia di navigazioneMaersk, aveva una gemella anch'essa facente parte della flotta Messina, laJolly Arancione, entrambe facenti parte di una classe di noveportacontainer veloci costruite per la Maersk nel decennio 1970 e delle quali laAdrian Maersk, nome di battesimo iniziale per questa nave, è la capoclasse[5]. Durante questo periodo la compagnia iniziò quella che il suo sito ufficiale definisce una "pietra miliare", cioè il passaggio dalle navi portarinfuse alle portacontainer che, vista la rilevanza della compagnia stessa in termini di flotta, avrebbe determinato una tendenza nuova nella movimentazione delle merci, con un investimento iniziale di 2 milioni dicorone danesi e che a stretto giro avrebbe comportato anche un pesante aggiornamento delle strutture portuali in termini di attrezzature e di gestione della logistica[5].
Varata per il gruppo Maersk, ha fatto servizio con vari nomi. Nel 1984 la nave fu dotata di una sovrastruttura aggiuntiva a poppa per permettere il carico di mezzi rotabili e le due turbine a vapore, che permettevano all'unità di raggiungere i 26 nodi, furono sostituite da unmotore Diesel a due tempi reversibile. La nave venne noleggiata dal 1994 al 1999 al governo degliStati Uniti d'America col nome diUSNS SP5 Eric G. Gibson (T-AK-5091), quindi nei ruoli deldipartimento della marina, in funzione di nave da carico secco[6], intitolata ad un soldato decorato con laMedal of Honor caduto in combattimento adIsola Bella in Italia; ha prestato servizio nel Maritime Prepositioning Ship Squadron Three, dipendente dalMilitary Sealift Command che assicurava il trasporto pesante nell'area dell'Oceano Pacifico per ilCorpo dei Marine e l'Esercito[7]. Ripreso il servizio nel gruppo Maersk nel giugno 1999 comeMaersk Alaska, venne venduta alla Linea Messina nel 2006 e ribattezzataJolly Nero.
Alle 23.05 del 7 maggio 2013 laJolly Nero, durante la manovra di uscita dalporto di Genova diretta aNapoli e poi in vari porti delMar Mediterraneo, delMar Rosso e adAbu Dhabi[1], mentre procedeva accompagnata da due rimorchiatori, ilGenua e loSpagna[2][8] con la poppa avanti in attesa di ruotare nel bacino di evoluzione ed uscire dal porto di prua, ha urtato e abbattuto latorre piloti (alta 54 metri) costruita nel1996[9][10] causando 9 morti e 4 feriti e rendendosi responsabile dellatragedia della torre dei piloti di Genova[11][12][13].
Il giorno 15 maggio nellacattedrale di San Lorenzo, l'arcivescovo di GenovaAngelo Bagnasco ha celebrato ifunerali di Stato delle vittime con la presenza delpresidente della Repubblica Italiana,Giorgio Napolitano e delle più alte cariche dello stato[14].
Il corpo della nona vittima, dato inizialmente per disperso, è stato ritrovato la sera del 17 maggio[15].
44°23′58″N 8°55′29″E44°23′58″N,8°55′29″E
Il crollo della palazzina e della torre hanno inoltre interessato unapilotina del Corpo piloti, semi affondata e rovesciata su un fianco[22], e un mezzo navale dellaGuardia di Finanza[23].
Vengono immediatamente indagati ilcomandante della nave, Roberto Paoloni, e il pilota Antonio Anfossi. Nel giugno 2013 vengono indagati Andrea Gais, presidente del gruppo Messina (in quanto legale rappresentante della società), ilprimo ufficiale Lorenzo Repetto, ildirettore di macchina Franco Giammoro e ilterzo ufficiale Cristina Vaccaro che erano sullanave da carico insieme a Paoloni[24]. A seguito di varie denunce della famiglia di una delle vittime la procura apre altri due filoni di inchiesta a carico dei progettisti e collaudatori della torre e nei confronti di capitaneria di porto e autorità portuale.
Alprocesso in corso a Genova, nell'udienza del 16 gennaio 2017 ilpubblico ministero chiede la condanna a 20 anni e 7 mesi direclusione per il comandante Paoloni (omicidio colposo plurimo, crollo di costruzioni, attentato alla sicurezza dei trasporti efalso) e 17 anni per Giampaolo Olmetti, delegato all'armamento della società (stessi capi di imputazione salvo il falso). Nell'udienza del 25 gennaio 2017 vengono formalizzate le richieste di condanna per gli altriimputati, in particolare 10 anni e 6 mesi per Giammoro e Repetto e 8 mesi per Vaccaro[25].
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(aiuto).URL consultato il 26 gennaio 2017(archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2017).Altri progetti