Nacque nella città diNevada (Missouri) col nomeJohn Marcellus Huston, dall'attorecanadeseWalter Huston e da Reah Gore, giornalista. I due si separarono quando il figlio aveva poco più di tre anni. Rimasto a vivere con la madre e con la nonna, John trascorse un'infanzia e un'adolescenza movimentate, tra una città e l'altra degliStati Uniti, fino a che sua madre si risposò con Howard E. Stevens, importante dirigente di una compagnia ferroviaria, andando a stabilirsi nelMinnesota.
Tra gli undici e i tredici anni, fu afflitto da un disturbo di crescita, erroneamente diagnosticato come grave malattia renale, per cui venne ricoverato in una clinica e sottoposto a una dieta ipocalorica e ipoproteica. Solo qualche mese dopo, compreso che si trattava di un falso allarme, i medici ne autorizzarono la dimissione. Trasferitosi inCalifornia con la famiglia, si iscrisse a una scuola superiore diLos Angeles, si avvicinò alle arti figurative, studiò il francese e imparò i rudimenti delpugilato, vincendo anche un campionato di dilettanti.
Quando venne a sapere che suo padre, ormai quarantenne, aveva fatto il suo esordio aBroadway, decise di andare a trovarlo e cominciò ad avvicinarsi al mondo della cultura, facendo la conoscenza di diverse personalità dell'epoca qualiFrancis Scott Fitzgerald,Eugene O'Neill,Theodore Dreiser eSinclair Lewis. Grazie al loro appoggio, iniziò a pubblicare i primiracconti sulla prestigiosarivistaAmerican Mercury.
Nel 1929 venne convocato daSamuel Goldwyn aHollywood dove, per una paga di 150 dollari alla settimana, firmò il suo primo contratto come sceneggiatore allaMetro, poi allaUniversal Pictures, e lavorò alla riscrittura diLa sposa nella tempesta (1931), diretto daWilliam Wyler. Dopo un breve e infruttuoso periodo allaGaumont-British diLondra, tornò a Hollywood dove nel 1938 venne messo sotto contratto dallaWarner. In quel periodo, la Warner produceva ben 60 film all'anno e, trattandosi soprattutto di pellicole d'azione e d'avventura, era data enorme importanza alla storia e agli sceneggiatori, mentre ad esempio alla Metro, che basava il suo fatturato sui divi, si privilegiava il lavoro dei registi.
I primi film Warner a cui Huston lavorò erano di origine teatrale:Il sapore del delitto (1938), diretto daAnatole Litvak, eFiglia del vento (1938), un melodramma di ambientazione sudista su misura perBette Davis, che con questa pellicola desiderava prendersi una rivincita suVia col vento (1939), per il quale non aveva ottenuto la parte di Rossella. Tra i lavori successivi, assume un'importanza fondamentaleUna pallottola per Roy (1941), che permise aHumphrey Bogart il salto di qualità e gli diede la patente di protagonista.
Proprio il talento dimostrato con quest'ultima sceneggiatura gli diede l'opportunità di realizzare il primo film come regista.Il mistero del falco (1941), dal romanzo diDashiell HammettIl falcone maltese che era già stato portato sullo schermo nel 1931 (The Maltese Falcon) e nel 1936 (Satan Met a Lady), ma senza successo. Huston ne preparò una sceneggiatura straordinariamente fedele all'originale eJack Warner affidò a lui stesso la regia, assegnandogli però un budget limitato. Il film venne pertanto realizzato tutto in interni, e senza nessun divo di primissimo piano, ma proprio l'oculatezza di Huston nella scelta degli attori (a parte il già noto Bogart, anche ladark ladyMary Astor,Peter Lorre,Sydney Greenstreet e suo padreWalter Huston in un piccolo ruolo non accreditato nei titoli) e la sua inaspettata capacità nel dirigerli e nell'ideare le scene faranno deIl mistero del falco uncult movie per almeno tre generazioni di cinefili.
Il successo del film sorprese gli stessi dirigenti della casa cinematografica, che si affrettarono ad annunciarne unsequel, che però non verrà mai realizzato. La seconda regia che gli venne affidata fu un film ad alto costo,In questa nostra vita (1942) con Bette Davis,Olivia de Havilland eGeorge Brent. SeguìAgguato ai tropici (1942), che vide riunito buona parte del cast deIl mistero del falco. Proprio qualche giorno prima del termine delle riprese, il regista ricevette una convocazione urgente dall'esercito (da cui si era congedato con il grado di tenente) che lo richiamava in servizio.
Al seguito delle forze alleate, Huston realizzò tre documentari di propaganda bellica, uno dei quali girato nelleIsole Aleutine, e uno (The Battle of San Pietro) girato inItalia. Questo film risultò talmente realistico e impressionante, che le autorità militari ne vietarono la proiezione. Solo grazie all'interessamento del generaleMarshall verrà poi concessa l'autorizzazione. Il terzo documentario, girato in un ospedale psichiatrico militare, fu proibito per lo stesso motivo: non verrà mai proiettato e oggi sembra che sia andato perduto. In realtà esiste ed è liberamente ottenibile, assieme agli altri due documentari precedenti, sul sito archive.org.
Nel 1966 il produttoreDino De Laurentiis gli affidò la direzione diLa Bibbia,kolossal girato in Italia e basato sullaGenesi che però, a fronte degli enormi investimenti, si rivelò un fallimento sia sul piano commerciale che artistico. NeLa Bibbia, Huston si ritagliò la significativa parte del patriarcaNoè, inizialmente offerta aCharlie Chaplin e adAlec Guinness. Dopo alcuni film girati inEuropa, tornò negliStati Uniti nel 1972 per realizzare un altro film amato dai critici e dai cinefili: si tratta diCittà amara, un film sul mondo del pugilato che affronta il tema dalla parte dei perdenti.
Al costoso progetto tratto daKipling e intitolatoL'uomo che volle farsi re (1975), fece seguito un periodo di inattività dovuto a problemi di salute e a un intervento per l'impianto di unpacemaker. Tra le ultime opere della sua carriera, sono da ricordareFuga per la vittoria (1981) eL'onore dei Prizzi (1985), che farà guadagnare a sua figliaAnjelica unOscar, analogamente a quanto era capitato nel 1948 conIl tesoro della Sierra Madre a suo padre Walter. Nel 1987 girò il suo ultimo filmThe Dead - Gente di Dublino tratto dal raccontoI morti diJames Joyce. Il film, acclamato dalla critica, diventò quindi il suo testamento spirituale.
L'esordio di Huston come attore risale all'età di soli tre anni quando, vestito da Zio Sam, uscì da una scatola e declamò in pubblico la filastroccaYankee Doodle. Bisognerà aspettare altri sedici anni per vederlo nuovamente recitare, questa volta come professionista, in un teatro di New York. Nel cinema, accanto ai ruoli di attore che si ritagliò spesso nei propri film, sono da ricordare le sue partecipazioni aIl cardinale (1963) diOtto Preminger e aChinatown (1974) diRoman Polański.
Nel 1941 fu candidato all'Oscar alla miglior sceneggiatura non originale con il filmIl mistero del falco, il cuponoir in cui si affermò per uno stile crudo e asciutto, e nuovamente nel 1948 perIl tesoro della Sierra Madre. Alla morte del suo amico Humphrey Bogart, a Huston toccò il compito di preparare un discorso funebre in suo onore, dopo il rifiuto diSpencer Tracy che temeva di emozionarsi troppo.
^ MYmovies.it,John Huston, suMYmovies.it.URL consultato il 5 agosto 2024.
^cfr. in Reportweb.TV l'articolo di Giorgia Passavanti del 05.08.2006. Inoltre, viene definito "ateo inveterato" da Ugo Casiraghi, Alfabetiere del cinema, a cura di L. Pellizzari, Falsopiano, Alessandria, 2006, consultabile anche nella sezione "Critica" di Mymovies alla voce "John Huston".
John Huston,Cinque mogli e sessanta film (An Open Book, 1980), trad. Paola Chiesa, Collana Albatros, Roma, Editori Riuniti, febbraio 1982; col titoloUn libro aperto, Postfazione diAlberto Pezzotta, Collana I grandi delfini, Milano, La nave di Teseo, 2024,ISBN 978-88-346-1750-2. [autobiografia]