Jim Finks | ||||||||||
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Nazionalità | ![]() | |||||||||
Altezza | 188cm | |||||||||
Peso | 91kg | |||||||||
Football americano![]() | ||||||||||
Ruolo | Quarterback -Defensive back /Allenatore /General Manager | |||||||||
Squadra | Ritirato | |||||||||
Termine carriera | 1957 (giocatore); 1960 (allenatore); 1992 (general manager) | |||||||||
Hall of fame | Pro Football Hall of Fame (1995) | |||||||||
Carriera | ||||||||||
Giovanili | ||||||||||
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Squadre di club | ||||||||||
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Carriera da allenatore | ||||||||||
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Palmarès | ||||||||||
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Baseball![]() | ||||||||||
Ruolo | Presidente | |||||||||
Statistiche aggiornate al 6 novembre 2013 | ||||||||||
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Jim Finks, pseudonimo diJames Edward Finks (St. Louis,31 agosto1927 –Metairie,8 maggio1994), è stato ungiocatore di football americano,allenatore di football americano,dirigente sportivo egiocatore di football canadesestatunitense che ha giocato nel ruolo diquarterback e didefensive back per iPittsburgh Steelers dellaNational Football League (NFL) ed iCalgary Stampeders dellaCanadian Football League (CFL).Egli fu inoltre assistente-allenatore deiNotre Dame Fighting Irish, squadra di football dell'Università di Notre Dame, e dei Calgary Stampeders, oltre che general manager degli Stampeders, deiMinnesota Vikings, deiChicago Bears e deiNew Orleans Saints della NFL e presidente deiChicago Cubs dellaMajor League Baseball (MLB). Scelto al 12º giro come 116º assoluto alDraft NFL 1949 dagli Steelers, aveva in precedenza giocato a football presso la Tulsa University. Nel 1995 fu inserito nellaPro Football Hall of Fame in qualità di contributore[2].
Dopo aver frequentato dal 1946 al 1948 la Tulsa University, presso la quale nel suo anno da senior fu il secondo miglior quarterback della nazione con 1.363yard, 7touchdown e il 53 percento di passaggi completati[3], Finks fu selezionato alDraft NFL 1949 nel 12º giro come 116º assoluto dai Pittsburgh Steelers[4]. La franchigia diPittsburgh all'epoca ancora adottava una formazione di tiposingle wing (che prevede i blocchi di tre uomini del backfield a favore del portatore di palla) costringendo Finks a giocare principalmente comedefensive back[5] e ad accumulare nel triennio 1949-51 appena 43 passaggi completi su 104 tentativi per 558 yard e 3 touchdown in 32 partite. La svolta arrivò nel1952, in concomitanza con l'abbandono da parte degli Steelers dellasingle wing e con l'adozione (ultima squadra nella NFL) della formazione di tipoT (che prevede invece lo schieramento di trerunning back, generalmente duehalfback ed unfullback, allineati circa 5 yard più indietro rispetto al quarterback): Finks divenne quarterback titolare della franchigia e chiuse la stagione con 20 touchdown passati, miglior risultato stagionale ex aequo conOtto Graham (completò inoltre 158 passaggi su 336 tentativi per 2307 yard), guadagnandosi una convocazione per ilPro Bowl del 1952[5].
La sua stagione migliore tuttavia fu quella1955, anno in cui risultò il miglior quarterback della lega per passaggi completati (165), tentativi di passaggio (344), yard passate (2270) e yard lanciate in media a partita (189,2)[6]. Ciò nonostante per Pittsburgh, che nelle 12 partite in cui fu guidata da Finks rimediò un misero record di 4-8, fu ancora una volta una stagione da dimenticare e per Finks fu l'ultima stagione come quarterback in NFL. Anni più tardi Finks, che aveva un gran senso dell'ironia e dell'umiltà, ritornando su quella stagione disse che egli fu un memorabile quarterback per gli Steelers solo perché nel 1955 "rilasciaronoJohnny Unitas e tennero me"[7]. Art Rooney, storico fondatore e presidente degli Steelers era comunque di parere opposto e affermò che "Jimmy non era solamente un buono, ma un grande quarterback. Ma noi (in quegli anni) non eravamo mai stati dei grandi vincenti e lui non riuscì ad ottenere mai l'attenzione che avrebbe meritato"[5].
Dopo aver trascorso il 1956 come assistente dell'allenatore dei Notre Dame Fighting Irish Terry Brennan, Finks si trasferì in Canada dove nel 1957 fu quarterback titolare dei Calgary Stampeders[5]. Con la franchigia canadese, in qualità di quarterback, disputò 7 partite completando 63 passaggi su 125 per 799 yard e 6 touchdown prima di infortunarsi e mettere definitivamente la parola fine alla sua carriera da giocatore[8] svolgendo anche il ruolo già ricoperto a Notre Dame di assistente-allenatore[5] oltre che quello di capo-allenatore ad interim per una sola partita[9].
Il 31 ottobre 1957 Finks fu ufficialmente nominato general manager degli Stampeders, ruolo nel quale dimostrò nel corso degli anni di saper eccellere tanto da meritare, oltre a numerosi riconoscimenti, anche la fama di "costruttore di franchigie"[5][10][11]. In 8 anni (1957-1964) alla guida manageriale della franchigia canadese, egli portò a Calgary ben cinque futuri membri della Canadian Football Hall of Fame (ilcentro Wayne Harris, iltight end Herm Harrison, ilquarterback Jerry Keeling, l'offensive tackle /defensive tackle Don Luzzi, il quarterbackJoe Kapp) e tanti altri giocatori che trasformarono gli Stampeders da squadra perdente che furono per buona parte deglianni cinquanta, a squadra vincente nel corso deglianni sessanta - primianni settanta, quando arrivò il tanto agognato trionfo inGrey Cup che mancava dalle parti di Calgary dal lontano 1948.
Finks tuttavia già nel 1964 aveva lasciato gli Stampeders per andare a ricoprire il medesimo ruolo nel direttivo dei Minnesota Vikings, un'altra squadra che faceva fatica ad emergere in NFL e che in tre stagioni era riuscita a vincere appena 10 gare di stagione regolare[5]. Ciò nonostante il nuovo GM, grazie a una serie di Draft particolarmente oculati ed alla sua abilità nel muoversi durante la free agency, riuscì nel giro di 5 anni a trasformare Minnesota in una costante pretendente al titolo nel decennio successivo. Per prima cosa Finks rinforzò la difesa ed aldefensive endJim Marshall, storica colonna della difesa vichinga già a partire dal1961, affiancò primaCarl Eller eGary Larsen, l'uno selezionato al primo giro delDraft NFL 1964 l'altro arrivato nel medesimo anno via trade daiLos Angeles Rams, e quindiAlan Page, anch'egli selezionato nel primo giro ma delDraft NFL 1967, allestendo così il quartetto didefensive lineman passato alla storia del football con il soprannome diPurple People Eaters[5].
Finks dimostrò poi tutta la sua abilità manageriale quando cedette il quarterbackFran Tarkenton (che aveva avuto dei contrasti con il capo-allenatoreNorm Van Brocklin) aiNew York Giants nel 1967 ed in seguito lo reingaggiò nel 1972 ottenendo sempre il massimo in entrambe le occasioni[7]. Nel 1967 infatti, i Giants, per godere dei servigi di Sir Francis, girarono ai Vikings ben due scelte al primo giro (una prima ed una seconda scelta assoluta) e due scelte al secondo giro distribuite nell'arco di tre edizioni del Draft NFL (1967,1968 e1969). Finks utilizzò tali scelte per costruire l'ossatura della squadra selezionando l'offensive tackleRon Yary, l'offensive guardEd White, ilrunning back Clinton Jones ed ilwide receiver Bob Grim, mentre nel 1972 per riavere il quarterbackMVP della NFL nel1975 consegnò ai Giants tre giocatori, una prima scelta (24ª assoluta) alDraft NFL 1972 ed una seconda scelta alDraft NFL 1973[12]. Per sostituire Tarkenton chiamò poi dalla CFLJoe Kapp, divenuto quarterback di successo coiBC Lions, ma che proprio Finks aveva per primo ingaggiato ai tempi della parentesi canadese alla guida degli Stampeders.
Probabilmente la mossa più lungimirante che mise in atto ai tempi dei Vikings fu quella legata alla guida tecnica della squadra, quando agli inizi del1967 Van Brocklin aveva rassegnato le dimissioni dopo cinque stagioni su sei con record negativo e nessuna partecipazione ai playoff, ed egli per tutta risposta ingaggiòBud Grant, un semi-sconosciuto allenatore della CFL che aveva guidato iWinnipeg Blue Bombers alla vittoria di 4 Grey Cup. Disse Finks a proposito di quest'operazione: "Lo conosco come uomo che sa come vincere e come mantenere la compostezza quando perde. E lui non è esattamente sconosciuto da queste parti visto che è stato un eccezionale atleta di college aMinnesota"[5]. Grant, assieme ai sopracitati Page, Eller, Yary ed alfree safetyPaul Krause (arrivato daiWashington Redskins nel1968) fu tra i primi cinqueHall of Famer ingaggiati da Finks nel corso della sua carriera manageriale[13].
I frutti del lavoro di Finks cominciarono a pagare nel1968, quando i Vikings chiusero la stagione al primo posto nellaNFC Central conquistando il primo record positivo ed il primo accesso ai playoff della loro storia, uscendo poi al primo turno di post-season per mano deiBaltimore Colts. Ma a partire dall'anno successivo arrivò il trionfo nel Campionato NFL ed il susseguente approdo alSuper Bowl IV, perso 23-7 contro iKansas City Chiefs campioniAFL. Fu quella la prima di altre tre partecipazioni al Super Bowl disputate e perse dai Vikings costruiti da Finks, il quale però nel maggio 1974 rassegnò le dimissioni, dopo essere stato promosso nel 1972 a vicepresidente della franchigia per il suo brillante lavoro ed essere stato eletto nel 1973 Dirigente dell'anno della NFL. Egli appoggiava la corrente minoritaria secondo la quale che ilnuovo stadio doveva coinvolgere tutto lo stato del Minnesota e non essere solamente un'operazione orientata all'area metropolitana diMinneapolis come invece sostenevano i cinque proprietari della franchigia[5].
Prima dell'inizio della stagione1974 Finks valutò l'opportunità di accettare o meno le proposte che gli arrivarono da gruppi diSeattle eTampa Bay, entrambi in procinto di allestire squadre in NFL per la stagione1976, ma quando si vide recapitare la medesima proposta dai Chicago Bears, gloriosa franchigia della NFL che non vinceva il titolo dal1963, non ebbe remore e divenne il nuovo general manager e vice presidente esecutivo della franchigia dell'Illinois[5].
Dopo aver passato la stagione 1974 a studiare i talenti della squadra e del resto della NFL, già a partire dal 1975 Finks iniziò ad operare sulla falsariga di quanto fatto a Minnesota, e alDraft NFL 1975 selezionò con la quarta scelta assoluta un giovane di belle speranze di nomeWalter Payton che da lì a poco sarebbe divenuto il running back più dominante della sua era ed ancora oggi uno dei più forti di tutti i tempi[14].
Di pari passo, come fatto con i Vikings, cominciò inoltre a costruire le fondamenta della squadra partendo dalla difesa che divenne anch'essa una delle più dominanti nella storia della NFL, i cui membri furono ribattezzati"Monsters of the Midway"[15]. Nel 1976 arrivò con la quarta scelta assoluta al Draft NFL il free safetyGary Fencik, quindi arrivarono nell'ordine, nel 1979 con la quarta scelta assoluta al Draft NFL il defensive endDan Hampton, con la 19ª scelta assoluta al Draft NFL dell'anno seguente l'outside linebacker Otis Wilson e nel 1981 con la 38ª scelta assoluta ilmiddle linebackerMike Singletary, tramite uno scambio con iNew England Patriots il defensive tackleSteve McMichael e l'undrafted rookiecornerbackLeslie Frazier.
Grazie al lavoro svolto da Finks, i Bears già nel 1977 conseguirono un record positivo (9-5) che dalle parti di Chicago non si vedeva dal lontano 1967 e, pur arrivando secondi, riuscirono a strappare un posto per i playoff, ai quali addirittura non accedevano dal 1963, ma uscirono subito per mano deiDallas Cowboys. Due anni dopo arrivò un secondo record positivo (10-6) ed una seconda partecipazione ai playoff, ma ancora una volta la corsa dei Bears era destinata ad interrompersi al primo turno di post-season per mano deiPhiladelphia Eagles. Il rapporto tra le due parti ebbe una brusca interruzione nel 1982 quando Finks, non consultato dal proprietario della franchigiaGeorge Halas in merito all'ingaggio del nuovo allenatoreMike Ditka, rassegnò ancora una volta le dimissioni[5]. Quanto fatto per i Bears però era destinato a dare frutto nel 1985, quando Chicago disputò un'eccezionale stagione regolare, chiusa con un record di 15-1, ed avanzò sino alSuper Bowl XX, dominata 46-10 contro iNew England Patriots. 19 dei 22 titolari erano arrivati a Chicago sotto la gestione Finks[15] e 3 di essi (Hampton, Payton e Singletary) divennero in seguito degli Hall of Famer[16]. Il suo contributo per i Bears fu talmente importante che dopo la sua dipartita il presidente della franchigia Mike McCaskey affermò: "Jim ci ha portato dall'essere una struttura a conduzione familiare ad un'altra che è ancora una struttura familiare, ma che include molti più elementi di gestione professionale"[5].
Dopo esser stato dal 1983 al 1984 presidente edamministratore delegato deiChicago Cubs (ed il destino volle che proprio nel 1984 i Cubs tornarono alla vittoria della National League East Division dopo ben 39 anni)[15], il 14 gennaio 1986 fu nominato general manager da Tom Benson, proprietario dei New Orleans Saints, una franchigia che a distanza di 19 anni dalla fondazione ancora doveva conseguire il primo record positivo della sua storia[17].
Per prima cosa ingaggiò un nuovo capo-allenatore, Jim E. Mora, il quale dopo aver parlato con lui rifiutò la medesima proposta avanzatagli daiPhiladelphia Eagles, quindi cercò di allontanare quanto più possibile lo scomodo passato da perdente dei Saints, introducendo ad esempio nuove uniformi recanti su fianchi e maniche il logo dellaLouisiana. Sempre attento alle esigenze ed alla voce dei tifosi, Finks spostò i campi di allenamento più vicino aNew Orleans, invitando i tifosi a partecipare frequentemente alle sessioni di allenamento[5].
Dopo una prima stagione chiusa ancora al quarto posto dellaNFC West con un record negativo (7-9), già nel1987 i Saints riuscirono finalmente a conquistare il primo record positivo della loro storia, un ottimo 12-3 che fu sufficiente per accedere ai playoff ma non bastò loro per conquistare anche il primo titolo divisionale della loro storia. Nello stesso anno, per il gran lavoro svolto a New Orleans nell'arco già di due soli anni, Finks fu per la seconda ed ultima volta in carriera premiato come Dirigente dell'anno della NFL. Da quel momento, con Finks in dirigenza, i Saints non chiusero più nemmeno una stagione con un bilancio negativo, conquistando il primo titolo di division della loro storia nel1991 e centrando i playoff per altri tre anni consecutivi (1990, 1991 e1992), uscendo tuttavia sempre al primo turno[17].
Nel 1993 Finks si ammalò dicancro ai polmoni e nel giro di un anno morì[5].
CFL
Partite disputate | 7 |
Passaggi tentati | 125 |
Passaggi completati | 63 |
Yard passate | 799 |
Touchdown passati | 6 |
Intercetti subiti | 10 |
NFL
Partite disputate | 79 |
Passaggi tentati | 1.382 |
Passaggi completati | 661 |
Yard passate | 8.622 |
Touchdown passati | 55 |
Intercetti subiti | 88 |
Passer rating | 54,7 |
Minnesota Vikings Ring of Honor | |
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Fondati nel 1961. Sede aMinneapolis (Minnesota) | |
Classe del 1998 | Fran Tarkenton •Paul Krause •Alan Page •Jim Finks •Bud Grant •Fred Zamberletti |
Classe del 1999 | Jim Marshall |
Classe del 2001 | Mick Tingelhoff •Ron Yary •Korey Stringer |
Classe del 2002 | Carl Eller |
Classe del 2003 | Cris Carter |
Classe del 2004 | Bill Brown |
Classe del 2005 | Jerry Burns |
Classe del 2006 | Randall McDaniel |
Classe del 2007 | Chuck Foreman |
Classe del 2008 | John Randle |
Classe del 2009 | Scott Studwell |
Classe del 2011 | Chris Doleman |
Classe del 2012 | Matt Blair |
Classe del 2013 | Joey Browner |
Classe del 2017 | Ahmad Rashād •Randy Moss |
General Manager dei Minnesota Vikings | |
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Bert Rose (1960–1964) •Jim Finks (1964–1974) •Mike Lynn (1975–1990) •Jeff Diamond (1991–1998) •Tim Connolly (1999) •Dennis Green (2000–2001) •Rob Brzezinski (2002–2005) •Fran Foley (2006) •Rick Spielman (2006–2011) •Rick Spielman (2012–presente) Legenda: incorsivo sono indicati i general managerde facto che hanno ricoperto la carica quando questa era vacante |
General Manager dei Decatur Staleys / Chicago Bears | |
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George Halas •Ralph Brizzolara •George Halas •George Halas jr. (1963–1974) •Jim Finks (1974–1983) •Jerry Vainisi (1983–1986) •Jerry Angelo (2001–2011) •Phil Emery (2012–presente) |
General Manager dei New Orleans Saints | |
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Bert Rose (1967) •Vic Schwenk (1968–1971) •Steve Rosenbloom (1980) •Bum Phillips (1982–1985) •Jim Finks (1986–1993) •Bill Kuharich (1996–1999) •Randy Mueller (2000–2002) •Mickey Loomis (2002–presente) |
Controllo di autorità | VIAF(EN) 305232949 ·ISNI(EN) 0000 0000 7228 2327 |
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