Ṭālabānī è stato il fondatore ed è segretario generale di uno dei principali partiti iracheni, l'Ittiḥād al-waṭanī al-Kurdistānī, ovveroUnione Patriottica del Kurdistan (UPK, all'inglese PUK), che a lungo ha condotto un'opposizione armata nelle regioni settentrionali curde dell'Iraq contro il regime diSaddam Hussein, intervallata da accordi ditregua e intese col regime che avversava.
È stato un importante componente del Consiglio di governo provvisorio iracheno, che fu istituito a seguito del rovesciamento del regimebaʿthista da parte delle forze armateanglo-statunitensi nell'invasione dell'Iraq del 2003.
Il presidente Ṭālabānī (sinistra) risponde alle domande dei giornalisti nel corso di una conferenza stampa congiunta col segretario statunitense della Difesa dell'epoca,Donald H. Rumsfeld, in margine a un loro incontro alPentagono il 9 settembre2005
Dal 6 aprile2005[2], eletto dall'Assemblea Nazionale Irachena[3], è presidente della Repubblica d'Iraq e segretario generale dell'Unione Patriottica del Kurdistan (UPK), Tālabānī è stato avvocato impegnato nella lotta per i diritti dei curdi e per la democrazia inIraq per più di mezzo secolo.Tālabānī vanta un record di permanenza attiva e di leadership nella storia delKurdistan e dell'Iraq.
Ha studiato sino alle scuole secondarie a Koya (Koysanjak) e per le superiori aErbil eKirkuk. Nel1946, all'età di 13 anni, dette vita ad un'associazione studentesca curda clandestina. L'anno seguente diventòleader delPartito Democratico del Kurdistan Iracheno (PDK-Iraq) e nel1951, a 18 anni, fu eletto nel Comitato Centrale del PDK-Iraq.
Completata la sua istruzione scolastica, chiese di essere ammesso alla Facoltà diMedicina ma ricevette un diniego dalle autorità dell'alloramonarchiahascemita a causa delle sue attività politiche. Nel1953 gli fu consentito di accedere alla Facoltà diGiurisprudenza ma fu obbligato a entrare in clandestinità nel1956 per sfuggire all'arresto decretato per le sue attività e per essere Segretario Generale dell'Unione degli Studenti del Kurdistan. A seguito del violento rovesciamento della monarchia nel luglio del1958, Ṭālabānī tornò nella Facoltà di Giurisprudenza, avviando una carriera dagiornalista e fueditore di due pubblicazioni,Khabat eKurdistan. Dopo essersi laureato nel1959, Ṭālabānī prestòservizio militare nell'esercito iracheno inartiglieria, operando come comandante di un'unità corazzata.
Quando, nel settembre del1961, fu dichiarata la rivoluzione curda per i diritti deicurdi in Iraq contro il governo di Baghdad diʿAbd al-Karīm Qāsem, Ṭālabānī seguì i fronti di guerra diKirkūk e di Suleymāniyya, e organizzò e condusse la Resistenza aMawat,Rezan e nelle regioni delKaradagh. Nel marzo1962 un'offensiva coordinata portò alla liberazione dei distretti diSharbazher dalle forze del governo iracheno. Quando non era impegnato nei combattimenti, agli inizi e alla metà degli anni sessanta, Ṭālabānī portò a termine numerose missioni diplomatiche, rappresentando laleadership curda in missioni inEuropa e nelVicino Oriente. Quando il Partito Democratico del Kurdistan si divise nel1964, Ṭālabānī assieme al suomentore d'antica data,Ibrahim Ahmad, entrò a far parte del gruppo dell'"Ufficio Politico" che ruppe con laleadership del gen.Muṣṭafā Bārzānī, malgrado egli si riunisse più tardi al PDK e combattesse durante la rivoluzione del1974-1975 contro ladittaturairachena delBaʿth.
La sconfitta della resistenza curda nel marzo1975 rappresentò un momento di profonda crisi per gli abitanti delKurdistan iracheno. Ṭālabānī, con un gruppo di intellettuali curdi e di attivisti, fondò l'Unione Patriottica del Kurdistan (Yekiaiti Nishtimani Kurdistan). Nel1976, organizzò una resistenza armata all'interno dell'Iraq. Durante gli anni ottanta, Ṭālabānī condusse la lotta curda da basi all'interno dell'Iraq, fino alle stragi di curdi programmate e attuate dal regime diSaddam Hussein del1987 e del1988, tra cui la maggiore è quella denominata "Anfal".
Nel1991 operò perché si realizzasse la rivolta curda contro il regime di Saddam Hussein. Negoziò uncessate il fuoco col regime iracheno che salvò le vite di numerosi curdi e lavorò d'intesa con gliStati Uniti, ilRegno Unito, laTurchia, laFrancia e altri paesi per organizzare un asilo sicuro nel Kurdistan iracheno per i suoi abitanti[4]. Impiantò una stretta relazione personale con l'allora Presidente della Turchia,Turgut Özal. Elezioni democratiche ebbero luogo nell'area di sicurezza curda nel1992, che portarono alla proclamazione di unparlamento curdo e all'istituzione di un governo regionale del Kurdistan.
Ponendo fine ad una conflittualità durata sette anni col PDK, operò in stretto coordinamento conMasʿūd Bārzānī, figlio di Mustafà, all'epoca della caduta del regime di Saddam Hussein: in quella occasione Ṭālabānī e i curdi iracheni si fecero tuttipartner della coalizione militare a guida e ispirazione statunitense nell'invasione dell'Iraq.
Ṭālabānī è stato membro del Consiglio di Governo Iracheno che negoziò la Legge Amministrativa Provvisoria (LAP), lacostituzione provvisoria irachena. La LAP ha ispirato l'intera politica dell'Iraq e il processo di redazione e di adozione della costituzione finale.
Il 22 aprile2006, Ṭālabānī è stato eletto per un secondo mandato presidenziale, diventando così il primo presidente eletto sotto l'autorità della nuova costituzione del paese. In questo periodo il suo ufficio diviene parte delConsiglio di Presidenza dell'Iraq.
Il 17 dicembre 2012 il presidente - sofferente di cuore, tanto da subire un'operazione al cuore negli USA e cure cardiologiche anche in vari Paesi europei - è stato colpito da un graveictus che ne ha determinato l'urgente ricovero in un ospedale diBaghdad[5] in stato dicoma.[6]Il 20 dicembre le condizioni di Ṭālabānī erano migliorate al punto di consentirgli di essere trasportato inGermania per più adeguate cure mediche.[7][8][9]. Dopo 18 mesi di cure in Germania ha fatto ritorno in Iraq nel luglio2014[10].
È scomparso aBerlino il 3 ottobre2017 all'età di 83 anni, a seguito di un'emorragia cerebrale, conseguenza dell'ictus subito cinque anni prima[11] e, dopo i funerali di Stato, la salma è stata sepolta in Kurdistan.
«Due o tre anni sono necessari per costituire le nostre forze di sicurezza e dire "bye bye" ai nostri amici».
In realtà la sua previsione di efficace riorganizzazione dello Stato iracheno e di uscita dal Paese delle forze statunitensi e britanniche si è rivelata quanto mai fallace.