Fu uno dei principali esponenti delmisticismo cristiano moderno, di cui diede origine alla correnteteosofica, ed era detto dai suoi contemporanei«Philosophus teutonicus».[2]
Jacob Böhme nacque nell'aprile del 1575 nella tedesca Seidenberg, ora parte diSulików.[3] Figlio di contadini, frequentò per poco tempo la scuola del villaggio dove era nato, poi fu mandato nella vicinaGörlitz ad imparare il mestiere dicalzolaio, che esercitò come maestro in una bottega presso le mura alla porta delNeiße fin verso il1613.
Nei sette anni successivi unì la predicazione ad attività commerciali, e solo negli ultimi quattro anni della sua vita si sarebbe dedicato esclusivamente alla ricerca mistico-religiosa. Nel1599 sposò la figlia di un macellaio, Catharina Kunschmanns, dalla quale ebbe quattro figli. Per il resto egli condusse, per quanto gli fu possibile, la vita modesta di un uomo mite e paziente.
La diffusione della sua prima opera,manoscritta e pubblicata a sua insaputa da parte di un suo estimatore, gli attirò la diffidenza delpastore diGörlitz, Gregorius Richter, che lo accusò dieresia e rimase suo oppositore per tutta la vita. Quando, nel1624, Böhme fu chiamato aDresda per giustificare le proprie opere dinanzi a un consesso di religiosi, i suoi scritti vennero colpiti dainterdetto. Richter morì appena qualche mese prima di Böhme, consentendo a quest'ultimo di morire, a sua volta, riabilitato, grazie alla confessione evangelica raccolta dal nuovo pastore.
La sua esperienza mistica, il fatto stesso che egli ne parlasse e si sforzasse di descriverla, aveva rappresentato per il suo paese un forte motivo discandalo, esponendolo agli attacchi della comunità religiosa locale, che dopo la sua morte giunse ad oltraggiarne la tomba. D'altro canto ebbe anche parecchi sostenitori a livello personale, che lo veneravano al punto da farne quasi oggetto di culto.
Böhme aveva ricevuto una rigida educazioneluterana, come era normale nel suo paese e nella suaclasse sociale. Per via della sua scarsa istruzione, disse di sé: «Ho letto un solo libro, il mio libro, dentro di me». Il bisogno di comunicare le proprie esperienzemistiche, tuttavia, lo spinse verso i libri e la scrittura. Egli stesso riferì di aver vissuto tali esperienze in tre occasioni diverse (1600,1610,1617), e di come queste lo coinvolgessero per diversi giorni anche fisicamente.
Böhme era convinto che l'uomo avesse la capacità di comprendere il mistero diDio, da lui concepito come la realtà informe e originaria da cui prende vita la creazione. Per tale motivo, il suo misticismo difficilmente poteva conciliarsi con ilcristianesimoprotestante, in quanto metteva in discussione il nodo teologico dellaRiforma, che indica nellaBibbia l'unica fonte del contatto tra l'uomo e Dio, sottolineando l'inattingibilità di quest'ultimo per vie diverse.[4] Proprio per questa ragione il luteranesimo, essendo in quei decenni tutto proteso a fondare la propria teologia in antagonismo con quella diRoma, non ammetteva possibilità di santificazione del singolo uomo che nell'aldilà, e dunque giudicava negativamente la venerazione di cui Böhme era fatto oggetto.
Sfere o «fasi» bipolari dellacosmogonia di Böhme, da lui disegnate inQuaranta questioni sull'anima (1620)
Per certi aspetti egli apparve più vicino alle posizioni delcattolicesimo, che riconosce la possibilità di unateologia naturale e di un contatto diretto, immediato e personale con la divinità, sebbene Böhme se ne discostasse per l'esaltazione del primato dellafede. È comunque attestata la sua profonda venerazione per laVergine Maria.[5]
Secondo Böhme, in Dio è presente unapolarità di forze contrapposte: per un verso Egli è ilNulla, un abisso insondabile e indeterminato, dal quale però scaturisce un incontenibile desiderio di vita, attraverso il quale prendono forma le diverse realtà in cui si esplica laCreazione. Dio racchiude in sé sia ilBene che ilMale, lospirito e lamateria, laluce e letenebre. Rifacendosi alla tradizioneneoplatonica che vedeva in Dio l'unità dei contrari, come potenza che si attua dinamicamente nel mondo, Böhme tuttavia va oltre la concezioneagostiniana del male inteso come semplice non-essere, riconoscendo anche la positività del negativo.
«L'Uno, il "Sì", è puro potere, è la vita e la verità di Dio, o Dio stesso. Dio però sarebbe inconoscibile a Se stesso e in Lui non vi sarebbe alcuna gioia o percezione, se non fosse per la presenza del "No". Quest'ultimo è l'antitesi, o l'opposto, del positivo o verità; esso consente che questa divenga manifesta, e ciò è possibile solo perché è l'opposto in cui l'amore eterno può divenire attivo e percepibile.»
(Jacob Böhme,Questioni teosofiche, III, 2)
Böhme nella sua opera insiste particolarmente su una visionetrinitaria di Dio (Dio-Cristo-Uomo), che deriva dal reciproco scontrarsi della suaVolontà e Contro-Volontà, e in cui convergono tra l'altro motivicabbalistici enumerologici connessi ad influssiermetici.[2]
Lo scontro-attrazione tra i due princìpi opposti, raffigurato nei manoscritti alchemici dell'Aurora Consurgens
La sua prima opera scritta fuMorgenröte im Aufgang (nota anche comeAurora consurgens, ol'Aurora nascente), che cominciò a circolare nel1618. In essa, utilizzando le immagini e le metafore dell'alchimia, Böhme descriveva lo sviluppo delSé dalla condizione iniziale dioscurità e immersione nellamateria, attraverso un lungo e doloroso processo diannientamento,trasformazione eresurrezione, fino alla conclusivaluce delrisveglio.
1620:Della triplice vita dell'uomo.Quaranta questioni sull'anima o Psicologia vera.Dell'incarnazione di Gesù Cristo.Sei punti teosofici.Del mistero celeste e terrestre.Degli ultimi tempi.
1621:Delle quattro Complessioni.Libri apologetici contro Balthazar Tilken.Memoria per Escias Stiefel.
1622:De Signatura Rerum.Della vera penitenza.Del vero abbandono.Della rigenerazione.Della penitenza.
1623:Dell'elezione della Grazia.Mysterium Magnum della Genesi.
1624:Tavola dei Principii.Della vita iperfisica.Della contemplazione divina.Dei due testamenti del Cristo.Dialogo di un'anima illuminata con una non illuminata.Apologia contro Gregorius Richter.Di 177 questioni teosofiche.Estratti dal Mysteriunm Magnum.Piccolo manuale di preghiere.Tavola dei tre Mondi.Dell'errore di Ezechiele Meth.Dell'ultimo giudizio.Lettere a diverse persone.
Benché Böhme sia poco citato nei manuali di filosofia, nei suoi scritti sono presenti molti elementi che verranno successivamente sviluppati, tra gli altri, daiRosacroce, nonché dal pensierometafisico tedesco: già conSpinoza nella generazione immediatamente seguente, e poi nell'Ottocento, tra gli esponenti dell'idealismo tedesco, conHegel, che lo considerava «il primo filosofo tedesco», e soprattuttoSchelling, da lui influenzato in particolare nella sua seconda filosofia; quindiArthur Schopenhauer (1788-1860),trascendentalisti comeEmerson eThoreau,Friedrich Nietzsche (1844-1900) fino aMartin Heidegger (1889-1976) contengono echi delle sue riflessioni.[7]
Il suo pensiero influì in maniera rilevante sull'evoluzione del filoneteosofico e mistico del pensieroromantico che attraversò ilnord Europa fino alXX secolo. Si vedano:
^Sulików appartiene oggi alVoivodato della Bassa Slesia (in polaccoWojewództwo dolnośląskie, uno dei sedicivoivodati dellaPolonia), ed è un villaggio che si trova a ridosso della cittàtedesca diGörlitz, situata sul confine tedesco-polacco e tuttora appartenente allo stato federale dellaSassonia.
^Jean-Louis Leuba, «Mistica e teologia dialettica prostestante», in AA.VV.,La mistica, pag. 165 e segg., EDB, Bologna 1991.
^«La pura e immacolata Vergine in cui Dio nacque è dinanzi a Dio ed è una Vergine eterna. Era pura e senza colpa anche prima che il cielo e la terra fossero creati; e questa pura Vergine si incarnò in Maria… Così fu benedetta tra le donne e il Signore era con Lei, come disse l'angelo» (Böhme,Tre princìpi, XXII, 38).
^Marco Vannini,Storia della mistica occidentale, Mondadori, Milano 2005, pag. 243; John D. Caputo,The mystical element in Heidegger's thought, Fordham University Press, 1986, pag. 98.
Il ciabattino che diventò filosofo di Dio. Cinque testi per conoscere il primo filosofo e teosofo tedesco, trad. Edi Toffoli, Gesù La Nuova Rivelazione, 2020
Le sei porte. I sei passaggi per la conoscenza di tutti i misteri del mondo, Cerchio della Luna, 2018
Chiave o spiegazione dei diversi punti e termini principali, Tipheret, 2013
Dei tre principi dell'essenza divina e dell'eterno generamento senza origine dell'uomo. D'onde è stato creato e per quale fine, a cura di O. La Pera, FirenzeLibri, 2012
Quaranta questioni. Sull'origine, l'essere, la natura e la proprietà dell'anima, e su cosa essa sia di eternità in eternità, a cura di O. La Pera, FirenzeLibri, 2011
La Preziosissima porta della contemplazione divina, SE editore, 2010
I sei punti teosofici (Sex Puncta Theosophica), Pizeta, 2010
Aurora nascente, traduzione, introduzione e commento di Cecilia Muratori, Milano, Mimesis, 2007
L'aurora nascente. La radice della filosofia, dell'astrologia e della teologia, a cura di O. La Pera, FirenzeLibri, 2007
Dialogo tra un'anima illuminata e una priva di luce, a cura di B. Cerchio, Il Leone Verde, Torino 1997
La rinascita della natura e l'esoterismo rosacruciano, Bastogi editrice, 1996
Questioni teosofiche (ovvero Esame della divina rivelazione in 177 domande), a cura di Flavio Cuniberto, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane 1996
Dell'impronta delle cose, Genova, I Dioscuri, 1988
(PL)Böhme - Film dokumentalny o Jakubie Boehme, sumeandria.URL consultato il 4 ottobre 2021. sito in polacco sul documentarioLa vita e l'eredità di Jacob Boehme, diretto da Łukasz Chwałko, Premiere, Giugno 2016, Zgorzelec (Polonia)