
Jürg Jenatsch (pronuncia/jyʁk jeˈnaʧ/; ancheJörg,Georg, o inromancioGieri oZoartz;Lohn,1596 –Coira,24 gennaio1639) è stato uncondottiero militare,politico epastoreprotestantegrigionese durante laGuerra dei Trent'anni.
Jürg (in italianoGiorgio) Jenatsch nacque forse aLohn (oggi nel comune diMuntogna da Schons, nelcantone svizzero deiGrigioni), oppure nella cittadina diSamedan o in qualche altra località dell'Alta Engadina, nel1596. Figlio delpastore enotaio Israel Jenatsch e di Ursina Balsamin, Jürg trascorse l'infanzia aSilvaplana e in seguito studiòteologia aZurigo tra il1612 e il1616 e aBasilea tra il 1616 e il1617.
Nel 1617 venne eletto pastore aScharans e membro delsinodo delleChiese riformate grigionesi. Dall'anno successivo fino al1620 fu pastore della comunità evangelica diBerbenno di Valtellina.
Nel1618 Jenatsch fu tra i promotori del tribunale penale speciale istituito aThusis contro gli esponenti del partito filospagnolo (che erano in maggioranza di confessionecattolica ma - si noti - contavano nelle loro file anche diversiprotestanti). Quando il tribunale fu effettivamente costituito, Jenatsch divenne uno dei "supervisori religiosi" che dirigevano le indagini e l'istruzione delle prove (pur non avendo diritto di voto quando si trattava di scegliere la pena da comminare agli imputati giudicati colpevoli).[1] Insieme con gli altri supervisori, Jenatsch condusse l'interrogatorio dell'arciprete diSondrioNicolò Rusca, accusato - probabilmente falsamente - dicospirazione e di concorso nel tentato omicidio di un pastore protestante. Come era del tutto normale all'epoca, l'interrogatorio comportava anche l'uso dellatortura, ma disgraziatamente esso si concluse con la morte dell'imputato. Il tribunale pronunciò anche una sentenza diesilio perpetuo contro i capi del partito filospagnolo, i fratelliRudolf ePompejus von Planta, originari diZernez.
Nel 1620 Jenatsch, insieme alla sua famiglia, sfuggì per un soffio alla rivolta scoppiata inValtellina contro i Grigioni, rivolta fomentata e coordinata a distanza dal governatore spagnolo diMilano, ilduca di Feria,[2] e che ebbe la sua manifestazione più eclatante nella strage delSacro Macello. Profondamente segnato da questa esperienza, Jenatsch lasciò il ministero di pastore e preferì dedicarsi attivamente alla guerra: si unì al partito filoveneziano dominato dalla famiglia Salis e partecipò all'organizzazione degli assassini politici del capo del partito austro-spagnolo Pompejus Planta e di altri sostenitori dellaSpagna. Planta venne ucciso nel suo castello diRietberg nel1621, trafitto con un'ascia; probabilmente l'esecutore materiale del delitto non fu Jenatsch, bensì un certo Niklaus Carl von Hohenbalcken. Poco dopo, Jenatsch e altre personalità collegate con il partito filoveneziano e con la famiglia Salis dovettero fuggire dal territorio delle Tre Leghe, ormai in preda a una totale anarchia. In seguito a questi sviluppi, Jenatsch venne anche deposto dal suo ufficio di pastore riformato.

Nel1622 Jenatsch partecipò alla rivolta dellaPrettigovia contro gli Austriaci e fu anche promossocolonnello dell'esercito veneziano. Nel1624 un esercitofrancese invase la Valtellina e Jenatsch si unì ai Francesi, diventando in seguito uno degli uomini di fiducia delduca di Rohan (di confessioneugonotta, quindi protestante come Jenatsch). Con lapace di Monzón tra Francia e Spagna (1626) la Valtellina venne ceduta agli Spagnoli rientrando sotto il controllo politico e religioso delpapa: da questo momento Jenatsch guidò diverse azioni militari per liberare la valle dal dominio spagnolo e per ricondurla nell'ambito delleTre Leghe grigionesi.
Nel 1627 Jenatsch uccise il suo comandante,Jacob Ruinelli, in unduello aCoira, ma fu prosciolto dall'accusa di omicidio da un tribunale cittadino. Ritornò così alla sua attività di reclutatore di soldati e - di fronte al crescente potere degli Spagnoli e degliAustriaci in Valtellina - mise insieme una compagnia militare agli ordini dei Veneziani (1628-1629). Jenatsch fu anche incarcerato per un breve periodo a Venezia, in seguito a un episodio di insubordinazione. Nel1631 venne reclutato per una campagna dei Francesi, organizzata direttamente dalcardinale Richelieu, mirante a cacciare gli Spagnoli dalla Valtellina. Nel1635 gli Spagnoli cattolici furono finalmente cacciati dalla Valtellina.
A questo punto, però, quando Jenatsch si rese conto che la Francia non era affatto intenzionata a restituire ai Grigioni le terre liberate, cominciò a stabilire trattative segrete con gliAsburgo (il cosiddettoKettenbund, che vedeva diversi esponenti grigionesi trattare segretamente con gli Spagnoli e gli Austriaci). In quello stesso anno 1635, con grande sorpresa di tutti, emise una formaleabiura e si convertì al cattolicesimo: Jenatsch spiegò che meditava questa conversione già dal periodo di prigionia a Venezia nel 1629, quando in carcere aveva letto i testi deiPadri della Chiesa e si era convinto che laChiesa cattolica fosse la sola autentica Chiesa. Nel1637 comandò una rivolta che portò alla cacciata del duca di Rohan e dei Francesi dalla Valtellina e dalle altre terre dei Grigioni.
Nei due anni successivi alla cacciata del Rohan, Jenatsch portò avanti delle trattative con la Spagna e l'Austria per ottenere il ritorno della Valtellina sotto la sovranità grigionese. Jenatsch cercò anche di ottenere per sé un titolo nobiliare, divenne governatore diChiavenna, e diventò uno degli uomini più potenti della zona, spesso in combutta con la famiglia Planta nel portare avanti traffici poco chiari.


In una notte diCarnevale (24 gennaio1639) Jürg Jenatsch fu assassinato in una locanda diCoira, loStaubigen Hüetli, da un gruppo di uomini il cui capo era travestito da orso. Le circostanze dell'omicidio rimasero poco chiare, anche perché le indagini furono condotte in modo assai superficiale, in quanto le classi dirigenti non sembravano particolarmente interessate a scoprire i mandanti. È possibile che l'assassino fosse Rudolf Planta, figlio di quel Pompejus assassinato nel 1622, ma diversi altri personaggi dell'epoca furono sospettati.
In quello stesso anno, con il cosiddettoCapitolato di Milano, la Valtellina veniva riconsegnata dagli Spagnoli ai Grigioni, a condizione di tollerarvi solo la confessione cattolica (uno dei punti fermi imposti dalpapato era che non esistesse nessun governo protestante a sud delle Alpi): salvo i funzionari governativi, nessun protestante poteva dimorare in Valtellina più a lungo di tre mesi. I Grigioni riebbero così la Valtellina, che governarono fino al1797, e si concludeva la cosiddettaGuerra per la Valtellina, uno degli episodi più tumultuosi e sanguinosi dellaGuerra dei Trent'anni.
Le spoglie di Jenatsch vennero esumate nell'estate del1959: lo scheletro era ancora rivestito dell'armatura, indossava unoscapolare e teneva tra le mani unacorona del rosario. Nel1961 il cadavere venne ricollocato nel suo sepolcro, dove si trova ancora oggi, nella cattedrale cattolica dell'Assunzione a Coira. Il 15 marzo2012 è stata eseguita una seconda riesumazione, a cura del Servizio Archeologico delCanton Grigioni.

La storiografia dei secoliXVII eXVIII fu generalmente critica nei confronti di Jenatsch e non gli attribuì una importanza particolare rispetto ad altri protagonisti di quel periodo. La sua fama cambiò quando lo scrittore svizzeroConrad Ferdinand Meyer pubblicò il suoromanzo storicoJürg Jenatsch: una storia grigionese (1876), in cui trasformava Jenatsch in una figura eroica, simbolo della lotta dei Grigioni per la libertà e l'indipendenza.[3]

A partire dal romanzo di Meyer, molti altri romanzi trattarono la storia di Jenatsch, e addirittura è stato girato un film nel1987 (Jenatsch, per la regia diDaniel Schmid).
All'inizio delXX secolo Jenatsch era già considerato con crescente consenso l'eroe dei Grigioni. A lui furono intitolati ilPiz Jenatsch (3250 m slm), nelleAlpi dell'Albula, e ilrifugio di montagnaJenatsch.
Due importanti biografie vennero scritte da Ernst Haffter (1894) e Alexander Pfister (1936): si tratta di due studi fondamentali, per quanto ormai ampiamente superati.
A partire daglianni sessanta esettanta del XX secolo, tuttavia, gli storici cominciarono a studiare la vita di Jenatsch con atteggiamento critico, riconoscendo nel suo pensiero e nelle sue azioni l'immagine di un personaggio tipico dell'epocabarocca, mosso da ambizioni e passioni personali e forse addirittura da opportunismo.
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