Italofilia è l'ammirazione, stima ed amore verso l'Italia e gliitaliani per la lorostoria,cultura, eccellenza nelle arti e per la posizione di rilievo internazionale dell'Italia.
Il termine viene storicamente utilizzato soprattutto in due aree: nell'ambito della politica internazionale e in quello della cultura. Oggi è utilizzato anche in campo socioeconomico e in riferimento allostile di vita italiano.
L'Italia nell'antichità è stata identificata con l'Impero romano, ma dalMedioevo l'identificazione venne fatta con ilRinascimento (nato e sviluppato in Italia, in particolare nelTrecento,Quattrocento eCinquecento) e con l'Umanesimo.
L'Europa in quei secoli ebbe molta italofilia. Infatti, inInghilterra la dinastia degliHannover promosse le arti e questo attrasse molti artisti italiani. Di conseguenza, nell'Inghilterra del secolo diWilliam Shakespeare vi era una forma moderata di italofilia: lo stessoWilliam Shakespeare era un ammiratore entusiasta delRinascimento italiano in molte delle sue opere (come ad esempioRomeo e Giulietta edIl mercante di Venezia); 16 commedie vantano trame italiane e lui stesso era un profondo conoscitore della lingua italiana, avendo letto, tra gli altri, opere diGiordano Bruno,Ariosto eAretino in lingua originale.[1]
Anche inFrancia vi fu molta italofilia durante il Rinascimento:Francesco I portò molti italiani (da artisti a giudici) alla sua corte, tra i quali lo stessoLeonardo da Vinci, autore della famosaGioconda, che venne poi acquistata dallo stesso Re.[2] L'opera finirà più tardi al museo delLouvre, e, salvo il periodo (1800-1804) durante il qualeNapoleone la fece appendere nella sua camera da letto, lì resterà negli anni a venire.[3]
Lo stesso è accaduto inSpagna ePortogallo, dove le rispettive Corti hanno adottato lo stile italiano di vita: il reGiovanni II del Portogallo ha entusiasticamente imitato i principi italiani ed i loro modi raffinati.[4]
Più tardi, nelSettecento era molto famoso il cosiddettoGrand Tour, in cui l'Italia era visitata dai nobili e ricchi borghesi di tutta Europa (che apprezzavano specialmente l'architettura e lamusica italiana, comeGoethe eMozart).[5]
NegliStati Uniti d'America, quando vennero fondati alla fine del Settecento, vi era molta italofilia che si manifestava non solo nell'ammirazione dei grandi scopritori e navigatori italiani (Cristoforo Colombo,Amerigo Vespucci eGiovanni Caboto), ma anche nel fatto che alcuni ideatori della stessaCostituzione statunitense - comeBenjamin Franklin - guardavano all'Italia con molta stima e finanche come modello giuridico e storico-sociale.[7] Inoltre praticamente quasi tutti gli ambienti acculturati e letterari della giovane America mostravano italofilia[8].
Anche il presidente statunitenseThomas Jefferson era un dichiarato italofilo che promosse e favorì ilpalladianesimo nell'architettura statunitense di quei decenni (la stessaCasa Bianca ne fu ispirata): con la risoluzione n. 259 del 6 dicembre 2010 ilCongresso degli Stati Uniti d'America ha riconosciutoPalladio comePadre dell'architettura americana.[9]
Nell'Ottocento ci fu molta simpatia per l'Italia e la sua unificazione politica:John Ruskin e la stessa reginaVictoria della Gran Bretagna (che ammirava molto l'Opera italiana[10]) sono stati moderati italofili che apprezzavanoGiuseppe Garibaldi e gli italiani.
Gli italofili nel mondo apprezzarono molto i contributi allascienza diLeonardo da Vinci eGalileo Galilei, oltre che di scienziati italiani dei secoli XVIII, XIX e XX quali il fisico e inventore dellapilaAlessandro Volta, il fisico e chimicoAmedeo Avogadro e l'inventore deltelefonoAntonio Meucci. Negli Stati Uniti vi furono convegni di ringraziamento - promossi dagli italofili delle organizzazioni italo-americane - per l'inventore della radioGuglielmo Marconi, quando nel 1909 vinse ilPremio Nobel per la fisica "in riconoscimento del suo contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili", e perEnrico Fermi quando nel 1938 si aggiudicò il Premio Nobel per la fisica "per la sua dimostrazione dell'esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti da irraggiamento neutronico, e per la relativa scoperta delle reazioni nucleari indotte da neutroni lenti".
Infine nelNovecento ci sono stati diversi dittatori che hanno mostrato italofilia, modellando i propri regimi autoritari sulfascismo diBenito Mussolini:Adolf Hitler (Germania),Francisco Franco (Spagna) edAntónio de Oliveira Salazar (Portogallo) erano ammiratori dell'Italia. Inoltre,Juan Domingo Perón è stato il più famoso di questi seguaci in America Latina: il critico Carlos Fayt ha detto esplicitamente che ilperonismo argentino era una "implementazione argentina del fascismo italiano".[11]
Dopo laseconda guerra mondiale, l'Italia ha avuto uno sviluppo economico (dettomiracolo economico italiano) e da allora viene ammirata per molte ragioni. Tra le più famose vi sono le autovetture da sport/corsaFerrari[12] eMaserati ed ildesign italiano.
Lamoda italiana è nota in tutto il mondo: marchi comeGucci eBenetton sono imitati da molti modisti dallaCina all'America Latina. Infatti sono molti gli italofili nel mondo che comprano prodotti delle principali case di moda italiane comeArmani,Valentino,Prada,Dolce & Gabbana,Ferragamo,Versace eFendi.[13]
Un importante simbolo di italofilia nel mondo è l'apprezzamento per lacucina italiana. Lapizza napoletana ad esempio, viene considerata come il piatto più universale nella società occidentale contemporanea: aNew York (Stati Uniti) eSan Paolo (Brasile) vengono consumate un milione di pizze ogni giorno.[14]
Inoltre si nota uno dei migliori indicatori dell'italofilia nei circa 45 milioni di turisti che visitano l'Italia ogni anno. Molti di loro vengono nellapenisola italiana perché è l'unico Stato con ben 60Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO su un totale di 1.211, più di qualunque altra nazione nel mondo.[15]
Ovviamente negli Stati delleAmeriche, dove si è verificata una notevoleemigrazione italiana nei secoli scorsi, si registra un'enorme italofilia:Argentina,Brasile,Uruguay,Canada,Stati Uniti eVenezuela hanno milioni di discendenti di italiani che promuovono nelle rispettive società l'amore e l'apprezzamento per l'Italia, favorendovi il commercio e l'uso di prodottimade in Italy.
Dopo glianni cinquanta, ilcinema italiano conobbe il suo periodo migliore, che portò altissimi riconoscimenti in tutto il mondo e la stima di milioni di italofili, in particolare con ilneorealismo.Vittorio De Sica,Federico Fellini,Sergio Leone,Michelangelo Antonioni eDario Argento sono considerati "maestri" nella terra degliOscar, gli Stati Uniti. Tra le pellicole più famose di quegli anni d'oro, gli italofili in tutto il mondo ricordano specialmenteLa dolce vita,Il buono, il brutto, il cattivo edIl sorpasso. Inoltre apprezzano la pellicola intitolataIl postino conMassimo Troisi e premiata con l'Oscar nel1996, ed il film diRoberto Benigni intitolatoLa vita è bella, che riuscì addirittura a vincere nel1999 ben trepremi Oscar (migliore colonna sonora,miglior film straniero e, soprattutto,miglior attore protagonista - fino ad allora unico non anglosassone a vincere questa prestigiosa statuetta).
Giorgio Silvestri (direttore della "Assemblea Legislativa della Liguria") ha calcolato che attualmente vi sono oltre 250 milioni di italofili nel mondo.[16] Questa italofilia viene promossa attivamente nel mondo anche dai 423 Comitati dellaSocietà Dante Alighieri (associazione a tutela dell'italofonia) e storicamente dallaChiesa cattolica.[17]