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Italo-canadesi

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Italo-canadesi
Italian Canadians
Italo-Canadiens
Italo-canadesi come percentuale della popolazione per provincia/territorio
 
Luogo d'origineItalia (bandiera) Italia
Popolazione1.546.390 (totale)
204.070 (di nascita)
Linguainglese,francese,italiano
Religionecattolicesimo
Distribuzione
Canada (bandiera) Canada1.546.390
Manuale

Peritalo-canadesi si intendono icanadesi che hanno origineitaliana e i cittadini italiani che risiedono in Canada. Secondo ilcensimento del Canada del 2021, 1.546.390 canadesi (il 4,3% della popolazione totale) hanno origini italiane in tutto o in parte.[1] Comprendono un sottogruppo di canadesi dell'Europa meridionale che è un ulteriore sottogruppo di canadesi europei. Il censimento enumera l'intera popolazione canadese, composta da cittadini canadesi (per nascita e per naturalizzazione), immigrati sbarcati e residenti non permanenti e le loro famiglie che vivono con loro in Canada.[2] Risiedendo principalmente nelle aree metropolitane industriali urbane centrali, gli italo-canadesi sono il settimo gruppo etnico auto-identificato in Canada dopo i canadesi francesi, inglesi, irlandesi, scozzesi, tedeschi e cinesi.

Al 31 dicembre2024 secondo l'AIRE gli italiani in Canada erano 148.251[3].


Storia

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Gli immigrati italiani che posano sampietrini in King Street aToronto, 1903
Un negozio alimentare di una famiglia di origine italiana,Petite Italie diMontréal, 1910
Insegna del ristorante italianoMirador,Montréal, 1948

Il primo esploratore del Nord America fu il venezianoGiovanni Caboto, che approdò aCapo Bonavista,Terranova e Labrador, nel 1497.[4] Il suo viaggio in Canada, e in altre parti delle Americhe, è stato seguito da quelli di suo figlioSebastiano Caboto e da quelli diGiovanni da Verrazzano.

Il primo censimento canadese che enumerava la popolazione di origine italiana fu condotto nel 1871. A quel tempo, c'erano solo 1.035 persone di origine italiana che vivevano in Canada.[5] Un certo numero di italiani emigrarono in Canada, spesso per lavorare come operai nella costruzione dellaCanadian Pacific Railway.[6] Nel 1904, 3.144 degli 8.576 lavoratori stagionali della Canadian Pacific Railway erano italiani.[7] I lavoratori italiani in quel periodo, come descritto da Lucy di Pietro[8], venivano visti"come di passaggio e giudicati, secondo lo stereotipo, gente di sangue caldo dal temperamento violento e criminale". Gli italiani erano fra gli immigrati considerati "indesiderabili", secondo quanto espresso dalla prima legge canadese riguardante l'immigrazione, risalente al 1869. Questa legge prevedeva alcune categorie di stranieri ritenute più "desiderabili", per motivi legati ad affinità culturale o per stereotipi legati alla operosità lavorativa, privilegiando i lavoratori del Regno Unito o dai paesi del nord Europa. Gli italiani erano solitamente appellati con il soprannome dinavvies, abbreviazione dinavigator[9], termine coniato nel Regno Unito per indicare i manovali e che a partire dal 1830 fu applicato in senso dispregiativo a coloro che lavoravano alla costruzione di tunnel o ferrovie in condizioni di disagio.

Il primo cospicuo afflusso di emigrati italiani in Canada iniziò all'inizio delXX secolo, quando oltre 60.000 italiani si trasferirono in Canada tra il 1900 e il 1913.[10] Si trattava in gran parte di contadini dell'Italia meridionale e delle parti agrarie del nord-est (Veneto e Friuli).[7] Nel 1905 fu costituitala Commissione reale incaricata di indagare sull'immigrazione dei lavoratori italiani aMontréal e sulle presunte pratiche fraudolente delle agenzie per il lavoro, che si occupava delle tattiche ingannevoli usate dai mediatori del lavoro che reclutavano lavoratori italiani per le imprese canadesi che ne facevano richiesta.[11] Questi numeri erano tuttavia contenuti rispetto a quellidegli Stati Uniti d'America, dove circa quattro milioni di italiani emigrarono in questo Paese tra il 1880 e il 1920.[7]

Gli italo-canadesi emigrarono principalmente aToronto e Montréal.[12] A Toronto, la popolazione italiana è passata da 4.900 nel 1911 a 9.000 nel 1921, costituendo quasi il 2% della popolazione della città.[13] Gliitaliani a Toronto ea Montréal presto stabilirono enclave etniche nella forma diLittle Italies. Comunità più piccole sorsero anche aVancouver,Hamilton,Niagara Falls,Guelph,Windsor,Thunder Bay,Sault Sainte Marie,Ottawa eSherbrooke. Molti si stabilirono anche in comunità minerarie nella British Columbia (Trail),[14] Alberta (Crowsnest Pass),[15]Isola del Capo Bretone (Inverness),[16] e Ontario settentrionale (Sault Sainte Marie e Fort William).[17]

Questa migrazione fu in gran parte interrotta dopo laprima guerra mondiale: le nuove leggi sull'immigrazione negli anni venti del XX secolo e laGrande depressione limitarono l'immigrazione italiana. Circa 40.000 italiani vennero in Canada durante ilperiodo interbellico, prevalentemente dall'Italia meridionale, dove una depressione economica e la sovrappopolazione, avevano portato molte famiglie alla povertà.[10] Durante laseconda guerra mondiale, gli italo-canadesi furono guardati con sospetto e furono oggetto di atteggiamenti discriminatori. Come parte delWar Measures Act, 31.000 italo-canadesi furono etichettati come "nemici" con presunti collegamentifascisti, e tra il 1940 e il 1943, circa 600-700 di questi italo-canadesi furono arrestati e inviati nei campi di internamento, come CampPetawawa, in quello che fu il periodo del coisiddetto "internamento italo-canadese". Mentre molti italo-canadesi avevano inizialmente sostenuto il fascismo e il regime diBenito Mussolini per il suo ruolo nel rafforzare la presenza dell'Italia sulla scena mondiale, la maggior parte degli italiani in Canada non nutriva alcun rancore contro il Canada e pochi rimanevano fedeli seguaci dell'ideologia fascista.[10][18] Nel 1990, l'ex primo ministroBrian Mulroney si scusò per l'internamento di guerra di italo-canadesi a una riunione a Toronto del Congresso nazionale degli italo-canadesi.[19] Nel maggio 2009, Massimo Pacetti ha introdotto il disegno di legge C-302, una "Legge per riconoscere l'ingiustizia che è stata fatta alle persone di origine italiana attraverso il loro internamento, la percezione che li vedeva nemici del Canada durante la seconda guerra mondiale, oltre che per promuovere l'istruzione sulla storia italo-canadese [del valore di $ 2,5 milioni]", che è stata approvata dallaCamera dei comuni del Canada il 28 aprile 2010;[20]Canada Post doveva anche emettere un francobollo commemorativo per commemorare l'internamento dei cittadini italo-canadesi,[21] ma Bill C-302 non ha superato le successive fasi per diventare legge.[22] Nel 2021, il primo ministroJustin Trudeau si formalmente scusò per l'internamento di guerra di italo-canadesi, alla Camera dei comuni del Canada.[23]

Una seconda ondata si è verificata dopo la seconda guerra mondiale quando gli italiani, in particolare dalle regioni Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia, hanno lasciato il paese impoverito dalla guerra per raggiungere il Canada, un paese giovane e in forte crescita.[7] Un piccolo numero di istriani italiani edalmati italiani immigrò anche in Canada durante l'esodo giuliano dalmata, lasciando le loro terre d'origine, che furono perse all'Italia e annesse allaJugoslavia dopo iltrattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate.[24] Tra i primi anni 1950 e la metà degli anni 1960, circa 20.000-30.000 italiani sono immigrati in Canada annualmente,[10][25], superando coloro che nello stesso periodo si sono recati negli Stati Uniti d'America[26]. Tra il 1946 e il 1967, oltre il 90% degli immigrati italiani ha approfittato del sistema di sponsorizzazione in base al quale venivano ammessi in Canada se sponsorizzati da parenti residenti in Canada che si sarebbero assunti la responsabilità finanziaria per il loro mantenimento durante il periodo di insediamento.[7] Nel 1948 le relazioni fra Canada e Italia si formalizzarono grazie all'apertura di un'ambasciata canadese a Roma e di un ufficio per l'immigrazione nel Paese americano[27] Alla fine degli anni 1960, l'economia italiana conobbe un periodo di crescita e ripresa, rimuovendo uno dei principali incentivi all'emigrazione.[10] Nel 1967, il sistema di sponsorizzazione fu limitato, basando invece la selezione degli immigrati su considerazioni legate al mercato del lavoro canadese, e ciò diminuì l'afflusso di immigrazione italiana in Canada.[7] Il 90% degli italiani immigrati in Canada dopo la seconda guerra mondiale è rimasto in Canada e, decenni dopo quel periodo, la comunità aveva ancora una buona conoscenza dellalingua italiana.[28] Dal 2001 si è registrato un calo complessivo nell'uso della lingua italiana.

Il molo 21 diHalifax, Nuova Scozia, è stato un influente porto di immigrazione italiana tra il 1928 fino a quando non cessò le operazioni nel 1971: qui 471.940 italiani arrivarono in Canada, rendendo loro il terzo gruppo etnico più numeroso ad immigrare in Canada durante quel lasso di tempo.[29]

La rapida crescita delle aree metropolitane che aveva attratto immigrati italiani creò una forte domanda di lavoratori edili, e negli anni sessanta del XX secolo più di 15.000 italiani lavoravano nell'industria edile di Toronto, rappresentando un terzo di tutti i lavoratori edili della città di quegli anni.[10] Altri hanno avviato piccole attività come barbieri, negozi di alimentari e forni che hanno creato enclave etniche italiane.[7] Le donne italiane che sono entrate nel mondo del lavoro spesso hanno lavorato nel settore dell'abbigliamento.[7] L'importanza del nucleo familiare degli italo-canadesi ha fornito un ruolo centrale nell'adattamento alle nuove realtà socioeconomiche.[7] Uno studio della metà degli anni sessanta del XX secolo condotto a Montréal ha rilevato che due italiani su tre nati in Canada avevano il loro parente più prossimo che viveva nello stesso edificio dove risiedevano, oppure a breve distanza; più della metà degli intervistati aveva scelto di acquistare una casa in una data zona per legami familiari visto che i loro parenti, oppure altri italo-canadesi non imparentati con loro, vivevano nelle vicinanze.[7] Il 75% degli italiani immigrati dopo la seconda guerra mondiale erano impiegati in occupazioni a basso reddito, ma a metà degli anni ottanta del XX secolo i figli degli immigrati avevano raggiunto un livello di istruzione superiore paragonabile alla media nazionale.[6] Negli anni ottanta del XX secolo, l'86% degli italo-canadesi possedeva una casa, rispetto al 70% della popolazione totale.[6]

Il Canada iniziò così una politica multiculturale che determinò un rafforzamento dell'identità dei diversi gruppi etnici presenti a Toronto. Fra questi, quello italiano visse una forte trasformazione socio-culturale dovuta a molteplici fattori. Con il cessare della diffidenza causata dall'esperienza fascista, gli italiani riuscirono a migliorare le loro condizioni di vita, con un aumento della mobilità sociale dei giovani italo-canadesi. La seconda generazione infatti, maggiormente istruita, cominciò ad abbandonare i lavori manuali tradizionalmente svolti dai genitori a favore di lavori per i quali era necessario un buon livello d'istruzione. Molti di questi giovani iniziarono a parlare inglese come prima lingua allontanandosi dagli usi dei propri genitori in un processo di costruzione di una propria specifica identità italo-canadese, diversa dalla categoria di "cittadini italiani residenti in Canada" o "popolazione di origine italiana". Nacque dunque un nuovo profilo identitario che trae origine dalla fusione di due culture per diventare altro ed evolversi in maniera propria[30].

Nel 2010, il governo dell'Ontario ha approvato la legge 103 consanzione regia che proclamava il mese di giugno come il mese del patrimonio italiano.[31] Il 17 maggio 2017, il Ministro del patrimonio canadese Mélanie Joly ha approvato una mozione unanime, Mozione 64, alla Camera dei comuni del Canada per riconoscere il mese di giugno come mese del patrimonio italiano in tutto il Canada - un momento per riconoscere, celebrare e sensibilizzare della comunità italiana in Canada, una delle più grandi fuori dall'Italia.[32]

Demografia

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A partire dal censimento del 2021, 1.546.390 abitanti canadesi hanno dichiarato di avere origini italiane, che comprende il 4,3% della popolazione del Canada, segnando una diminuzione del 2,6% rispetto a 1.587.970 abitanti del censimento del 2016. Del 1.546.390, 671.510 avevano un solo genitore di origine italiana, mentre i restanti 874.880 avevano entrambi i genitori di origine italiana. La maggioranza vive in Ontario, corrispondente a oltre 900.000 individui (il 7% della popolazione totale), mentre oltre 300.000 vivono in Quebec (4% della popolazione totale) - che costituiscono quasi l'80% della popolazione nazionale.

Italo-canadesi (totale)
AnnoPopolazione (totale)% della popolazione
etnica totale
Popolazione (entrambi i genitori
di origine italiana)
Popolazione (un sono genitore
di origine italiana)
Variazione totale in %
1871[5]1.0350,03%--N/A
1881[5]1.8490,04%--+78,6%
1901[5]10.8340,2%--+485,9%
1911[33]45.4110,6%--+319,2%
1921[5]66.7690,8%--+47,0%
1931[5]98.1730,9%--+47,0%
1941[5]112.6251,0%--+14,7%
1951[5]152.2451,1%--+35,2%
1961[34]459.3512,5%--+201,7%
1971[5]730.8203,4%--+59,1%
1981[7]747,9703,1%--+2,3%
1991[35]1.147.7804,1%750.055397.725+53,5%
1996[36]1.207.4754,2%729.455478.025+5,2%
2001[37]1.270.3704,3%726.275544.090+5,2%
2006[38]1.445.3354,6%741.045704.285+13,8%
2011[39]1.488.4254,5%700.845787.580+3,0%
2016[40]1.587.9704,6%695.420892.550+6,7%
2021[1]1.546.3904,3%671.510874.880−2,6%
Italo-canadesi distribuiti nelle province e nei territori (1991-2006)
Province/TerritorioPopolazione (1991)[35]% della popolazione
totale (1991)
Popolazione (1996)[36]% della popolazione
totale (1996)
Popolazione (2001)[37]% della popolazione
totale (2001)
Popolazione (2006)[38]% della popolazione
totale (2006)
Ontario701.4307,0%743.4257,0%781.3456,9%867.9807,2%
Québec226.6453,3%244.7403,5%249.2053,5%299.6554,0%
Columbia Britannica111.9903,4%117.8953,2%126.4203,3%143.1603,5%
Alberta61.2452,4%58.1402,2%67.6552,3%82.0152,5%
Manitoba17.9001,6%17.2051,6%18.5501,7%21.4051,9%
Nuova Scozia11.9151,3%11.2001,2%11.2401,3%13.5051,5%
Saskatchewan8.2900,8%7.1450,7%7.5650,8%7.9700,8%
Nuovo Brunswick4.9950,7%4.6450,6%5.6100,8%5.9000,8%
Terranova e Labrador1.7400,3%1.5050,3%1.1800,2%1.3750,3%
Isola del Principe Edoardo6650,5%5150,4%6050,4%1.0050,7%
Yukon4401,6%5451,8%5001,8%6202,0%
Territori del Nord-Ovest5100,9%5250,8%4001,1%6101,5%
Nunavut-N/A-N/A950,4%1250,4%
Italo-canadesi distribuiti nelle province e nei territori (2011-2021)
Province/TerritorioPopolazione (2011)[39]% della popolazione
totale (2011)
Popolazione (2016)[40]% della popolazione
totale (2016)
Popolazione (2021)[1]% della popolazione
totale (2021)
Ontario883.9907,0%931.8057,0%905.1056,5%
Québec307.8104,0%326.7004,1%316.3203,8%
Columbia Britannica150.6603,5%166.0903,6%162.4853,3%
Alberta88.7052,5%101.2602,5%98.7302,4%
Manitoba21.9601,9%23.2051,9%22.8351,8%
Nuova Scozia14.3051,6%15.6251,7%16.5751,7%
Saskatchewan9.5301,0%11.3101,1%10.8301,0%
Nuovo Brunswick7.1951,0%7.4601,0%8.2501,1%
Terranova e Labrador1.8250,4%1.7100,3%2.2900,5%
Isola del Principe Edoardo9550,7%1.2000,9%1.6551,1%
Yukon7252,2%9152,6%7101,8%
Territori del Nord-Ovest5451,3%5051,2%4451,1%
Nunavut2150,7%1750,5%1600,4%
Italo-canadesi (maggiore di 10.000) per area metropolitana (1991-2006)
Area metropolitanaPopolazione (1991)[35]% della popolazione
etnica totale (1991)
Popolazione (1996)[36][41]% della popolazione
etnica totale (1996)
Popolazione (2001)[42]% della popolazione
etnica totale (2001)
Popolazione (2006)[43]% della popolazione
etnica totale (2006)
Greater Toronto Area387.65510,1%414.3109,8%429.3809,2%466.1559,2%
Greater Montréal163.8309,2%220.9356,7%224.4606,6%260.3457,3%
Greater Vancouver58.4653,8%64.2853,5%69.0003,5%76.3453,6%
Hamilton51.32011,4%62.03510,0%67.68510,3%72.44010,6%
Niagara Region43.04010,9%44.51511,0%44.64512,0%48.85012,7%
National Capital Region30.2654,5%34.3503,4%37.4353,6%45.0054,0%
Greater Calgary22.8103,2%23.8852,9%29.1203,1%33.6453,1%
Windsor20.32010,6%29.27010,6%30.68010,1%33.72510,5%
Greater Edmonton17.7802,9%20.0202,3%22.3852,4%28.8052,8%
Greater Winnipeg14.4602,3%15.2452,3%16.1052,4%18.5802,7%
Sault Ste. Marie16.93020,8%16.48020,0%16.31521,0%17.72022,4%
Thunder Bay14.26512,5%15.09512,1%15.39512,8%17.29014,3%
London13.4554,4%15.5704,0%17.2904,1%20.3804,5%
Greater Sudbury12.2107,6%11.9907,5%12.0307,8%13.4158,6%
OshawaN/AN/A11.6754,4%13.9904,8%18.2255,6%
Kitchener-Cambridge-WaterlooN/AN/A10.2402,5%11.3652,8%13.6753,1%
GuelphN/AN/AN/AN/A11.1359,6%12.1109,6%
BarrieN/AN/AN/AN/AN/AN/A10.3305.9%
Italo-canadesi (maggiore di 10.000) per area metropolitana (2011-2021)
Area metropolitanaPopolazione (2011)[44]% della popolazione
totale (2011)
Popolazione (2016)[45]% della popolazione
totale (2016)
Popolazione (2021)[46]% della popolazione
totale (2021)
Greater Toronto Area475.0908,6%484.3608,3%444.7557,2%
Greater Montréal263.5657,0%279.7957,0%267.2406,3%
Greater Vancouver82.4353,6%87.8753,6%83.2003,2%
Hamilton75.90010,7%79.72510,8%80.16510,4%
Niagara Region48.53012,6%49.34512,4%50.21011,8%
National Capital Region47.9754,0%53.8254,1%55.9453,8%
Greater Calgary36.8753,1%42.9403,1%41.6202,8%
Windsor30.8809,8%33.17510,2%37.6659,1%
Greater Edmonton29.5802,6%33.8002,6%32.2352,3%
Oshawa20.2655,8%22.8706,1%22.7455,5%
London20.2104,3%22.6254,6%22.7554,3%
Greater Winnipeg18.4052,6%19.4352,6%19.0602,3%
Sault Ste. Marie16.00520,4%16.02520,9%14.94519,8%
Thunder Bay15.57513,1%16.61014,0%16.61513,7%
Kitchener-Cambridge-Waterloo14.8603,2%18.6503,6%19.4753,4%
Greater Sudbury13.1158,3%13.5008,3%12.9357,7%
Guelph12.9159,3%14.4309,6%14.0758,6%
Barrie11.4156,2%14.4607,4%16.1907,7%
Victoria10.5353,1%11.6653,3%12.7503,3%

Lingua e immigrazione

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Lo stesso argomento in dettaglio:Lingua italiana in Canada.

Nel 2021, dei 1.546.390 di italo-canadesi, 204.070 sono immigrati nati in Italia, con 319.505 che dichiarano l'italiano come madrelingua. Dal 2001 si è registrato un calo complessivo nell'uso della lingua italiana.

Lingua italiana in Canada
AnnoMadrelinguaItalianoParlanti totali di lingue
non ufficiali (non
inglese o francese) (%)
Parlanti totali (%)% di italo-canadesi
1991[47]449.66012,7%1,7%39,2%
1996[48]484.50010,5%1,7%40,1%
2001[49]469.4859,0%1,6%37,0%
2006[50]455.0407,4%1,5%31,5%
2011[51]407.4856,2%1,2%27,4%
2016[52]375.6455,1%1,1%23,7%
2021[53]319.5054,1%0,9%20,7%
Popolazione immigrata italiana in Canada
PeriodoPopolazione% dell'immigrazione
canadese totale
1901-1910[7]58.1043,5%
1911-1920[7]62.6633,7%
1921-1930[7]26.1832,1%
1931-1940[7]3.8982,4%
1941-1950[7]20.6824,2%
1951-1960[7]250.81215,9%
1961-1970[7]190.76013,5%
1971-1978[7]37.0873,1%
Popolazione immigrata italiana in Canada
AnnoPopolazione% di immigrati in Canada% della popolazione
canadese
1986[54]366.8209,4%1,5%
1991[54]351.6158,1%1,3%
1996[54]332.1106,7%1,2%
2001[55]315.4555,8%1,1%
2006[56]296.8504,8%0,9%
2011[57]260.2503,6%0,8%
2016[58]236.6353,1%0,7%
2021[59]204.0702,4%0,6%

Principali comunità

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Cultura, media e istruzione italo-canadese

[modifica |modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:Lingua italiana in Canada § La cultura italiana in Canada.

Cinema italo-canadese

[modifica |modifica wikitesto]
  • Café Italia (1985) di Paul Tana[60]
  • La Sarrasine (1992) di Paul Tana[61]
  • Dimanche d'Amérique (1961) di Gilles Carle[62]
  • Notes sur une minorité (1965) di Gianfranco Mingozzi[63]
  • Mambo italiano (2003) di Émile Gaudreault
  • J'ai fait mon propre courage (Ho fatto il mio coraggio, 2010) di Giovanni Princigalli[64]

Note

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^abc Statistics Canada,Ethnic or cultural origin by generation status: Canada, provinces and territories, census metropolitan areas and census agglomerations with parts, suwww150.statcan.gc.ca, 26 ottobre 2022.
  2. ^ Statistics Canada,Census of Population, suwww23.statcan.gc.ca, febbraio 2019.
  3. ^Anagrafe degli italiani residenti all'estero (A.I.R.E.) (INT 00041), suucs.interno.gov.it.
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Bibliografia

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  • La società in transizione: italiani ed italo-canadesi negli anni Ottanta, Raimondo Cagiano De Azevedo (1991)
  • From the Shores of Hardship: Italians in Canada, Robert F. Harney (1993)
  • Un viaggio di solo andata. La comunità calabrese in Canada, Pasquale Ciurleo (2008)
  • Contrasts: Comparative Essays on Italian-Canadian Writing, Joseph Pivato (1985)
  • The Anthology of Italian-Canadian Writing, ed. Joseph Pivato (1998)
  • Veneti in Canada, a cura di Gianpaolo Romanato (2011)
  • Forgotten Italians. Julian-Dalmatian Writers and Artists in Canada , a cura di Konrad Eisenbichler (2019)

Voci correlate

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