| Italia dei Valori | |
|---|---|
| Segretario | Ignazio Messina |
| Stato | |
| Sede | Via Carlo Goldoni, 9 90145Palermo |
| Abbreviazione | IdV |
| Fondazione | 21 marzo 1998 27 aprile 2000(ricostituzione) |
| Partito | I Dem(1999-2000) Noi con l'Italia(2022-2023) Noi Moderati(dal 2023) |
| Ideologia | Anti-corruzione[1] Legalitarismo[2] Liberalismo sociale[3][4][5][6][7][8] Populismo[9][10][11] |
| Collocazione | Centro[1][12][13][14][15] |
| Coalizione | L'Unione(2004-2008) Centro-sinistra 2008(2008-2011) Rivoluzione Civile(2012-2013) Centro-sinistra 2018(2017-2018) Noi moderati(2022) |
| Gruppo parl. europeo | ALDE(2004-2014) |
| SeggiCamera | 0 / 400 |
| SeggiSenato | 0 / 200 |
| SeggiEuroparlamento | 0 / 76 |
| SeggiConsigli regionali | 0 / 896 |
| Testata | Orizzonti Nuovi(2002-2013) |
| Organizzazione giovanile | Giovani dell'Italia dei Valori(2003-2010) |
| Sito web | www.italiadeivalori.it/ |
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L'Italia dei Valori (abbr.IdV), precedentemente conosciuto comeItalia dei Valori - Lista Di Pietro, è unpartito politicoitaliano fondato aSansepolcro il 21 marzo 1998 daAntonio Di Pietro,[16][17][18] exmagistrato fra i protagonisti dell'indagine dei primi anni 1990 denominataMani pulite che portò alla luce un sistema di potere politico nazionale basato sullacorruzione.
Dopo una breve adesione aI Democratici, il partito si ricostituì come partito autonomo il 27 aprile 2000. A seguito della partecipazione solitaria alleelezioni politiche del 2001, aderì all'alleanza dicentro-sinistra, partecipando alle elezioni all'interno della coalizione dell'Unione diRomano Prodi nel 2005 e nel 2006 ed alleelezioni del 2008 in coalizione colPartito Democratico. Nelleelezioni del 2013 si alleò invece con le forze alla sinistra del PD nella listaRivoluzione Civile.
Durante l'esecutivo nazionale del 3 ottobre 2014 a Sansepolcro, la linea di Di Pietro venne bocciata e fu votata al 95% quella del Segretario NazionaleIgnazio Messina per riportare l'Italia dei Valori nell'alleanza di centro-sinistra. Di Pietro prese atto e abbandonò il partito.
Al livello europeo aderiva alPartito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa[19] e i suoieuroparlamentari erano quindi iscritti alGruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa.

Antonio Di Pietro era già entrato in politica nel 1996 in una breve apparizione comeMinistro dei lavori pubblici nelGoverno dell'Ulivo guidato daRomano Prodi e come senatore, dal 1997, eletto in un'elezione suppletiva.
Insieme ad altre formazioni politiche, Di Pietro agli inizi del 1998 promosse unreferendum per l'abolizione del 25% della quota proporzionale per l'elezione dellaCamera dei deputati, al fine di conseguire un'ulteriore affermazione del sistema maggioritario a cui si è arrivati nel 1993 dopo un altro referendum. L'esito non fu favorevole per il mancato raggiungimento del quorum per poche decine di migliaia di voti e dopo tale consultazione, Di Pietro decise di dare vita ad un suo movimento, denominatoItalia dei Valori, che trovò subito l'adesione di alcuni parlamentari, permettendo così la costituzione di una componente autonoma all'interno del gruppo misto. I colori ufficiali dell'IdV sono quelli dell'arcobaleno.
La formazione è stata fondata aSansepolcro all'interno di un hotel di proprietà del gruppoCEPU, azienda per la quale Di Pietro lavorava sia come testimonial che come docente di Tecniche processuali.[18]
Dopo un primo esordio elettorale alle amministrative del 1998, Italia dei Valori decide di raccogliere l'appello diRomano Prodi per la formazione deI Democratici, un movimento che ha per obiettivo la realizzazione di un unico Partito Democratico che raccolga in sé tutti i partiti che si riconoscano nell'area dell'Ulivo. La nuova formazione politica partecipa alleelezioni europee del 1999, ottenendo il 7,7% e sette seggi all'europarlamento, compresa l'elezione dello stesso Di Pietro, che viene inoltre nominato responsabile per l'organizzazione del costituente partito di Prodi[20].
Con l'avvicinarsi dell'Assemblea nazionale dei Democratici del gennaio 2000, Di Pietro presenta un proprio documento congressuale che, tuttavia, si rivela minoritario.
In questa fase ci sono roventi scontri all'interno del partito, in parte suscitati dallo stesso Di Pietro che avanza accuse ditatticismo.[21]
La rottura definitiva si consuma in seguito alleelezioni regionali del 2000 ed alle dimissioni delsecondo Governo D'Alema, quando Di Pietro, in contrasto con la linea del partito, annuncia che non avrebbe sostenuto la candidatura diGiuliano Amato aPresidente del Consiglio, perché, sosteneva Di Pietro, Amato in passato avrebbe partecipato ad una riunione con lo scopo di delegittimare l'operato del poolMani pulite.[22]
Il 27 aprile 2000 Di Pietro lascia i Democratici, pronunciando questa frase:Non perdano tempo né a minacciare né a procedere ad espulsioni perché me ne vado via da solo e invito a seguirmi tutti i democratici veri, quelli cioè che finora hanno fatto i veri asinelli, portatori di voti, consensi, lavoro e idee.[23][24]
Il 3 giugno 2000 viene presentata laLista Di Pietro - Italia dei Valori, che nasce con l'obiettivo di una sua presentazione alle futureelezioni politiche del 2001. Di Pietro presenta la suaCarta dei Valori e proclama il suo essere alternativo aSilvio Berlusconi, ma puntando a raccogliere il consenso in ogni strato dell'elettorato.
Privo ancora di un'organizzazione stabile sul territorio nazionale, il movimento riesce a presentare candidati in quasi tutti i collegi uninominali per l'elezione di Camera e Senato, presentando la propria lista al di fuori di entrambi gli schieramenti della politica italiana.
Il risultato elettorale è sconfortante, in quanto per pochissimi voti l'IdV non riesce a superare la quota di sbarramento del 4% per accedere al riparto dei seggi in sede proporzionale: i voti raccolti sono 1,5 milioni per una percentuale del 3,9.
Viene eletto un solo senatore in un collegio dellaLombardia,Valerio Carrara, che tuttavia lascia immediatamente l'IdV per aderire al Gruppo misto e poi aForza Italia.[25]
Il dopo-elezioni costituisce la fase di radicamento sul territorio: l'IdV, priva di rappresentanze istituzionali e parlamentari, ma con un discreto consenso elettorale, comincia ad organizzare i suoi coordinamenti politici nelle principali città e nelle province italiane.
Tra l'altro, l'IdV (insieme aRifondazione Comunista, che hanno deciso di competere solitariamente), viene accusata di essere tra le ragioni della sconfitta dell'Ulivo.[senza fonte]
I movimenti e i partiti anti-berlusconiani si ricompattano: il gelo tra l'IdV e la coalizione dicentrosinistra comincia a venir meno a partire dal 2002 e, intanto, il 23 febbraio, insieme ad altri movimenti e alla rivistaMicroMega, nel decimo anniversario di "Mani Pulite", l'IdV organizza al Palavobis diMilano un incontro per criticare le prime leggi del governo dicentrodestra. Antonio Di Pietro urla con un megafono: "Abbiamo formato una nuova casa dei diritti e della solidarietà. Chi ci sta alle nostre proposte può venire con noi". E lancia l'invito a "resistere, resistere, resistere", citando le parole diFrancesco Saverio Borrelli.
Il 21 e 22 giugno 2002 si svolgono gli stati generali del partito e viene fondato il giornale ufficiale, dal titoloOrizzonti Nuovi. La manifestazione si svolge aBellaria (RN). Intanto il partito si impegna nella raccolta delle firme per il referendum sull'abolizione del cosiddetto "Lodo Schifani" (definita anche legge "blocca-processi"), additato quale artificio per impedire lo svolgimento dei processi in corso a carico diSilvio Berlusconi da parte dei giudici dellaProcura diMilano.
Il referendum, comunque, non avrà luogo a seguito dell'intervento dellaCorte costituzionale che il 13 gennaio 2004 caducherà la norma per vizio di costituzionalità.
Il 10 e 11 gennaio 2003 si svolge l'assemblea generale dei "girotondi", la pratica lanciata dal registaNanni Moretti per sollecitare lasinistra a tornare ad essere competitiva. L'IdV vi partecipa convintamente, facendosi spazio nella coalizione e cominciando a partecipare in via ufficiale agli incontri di schieramento.
Di Pietro è favorevole alla proposta di Prodi (simile a quanto accaduto nel 1999) di presentare una lista unitaria nel segno dell'Ulivo per leelezioni europee del 2004. IdV è pronta per l'adesione alla listaUniti nell'Ulivo, ma al suo ingresso si oppongono i socialisti delloSDI con il loro SegretarioEnrico Boselli, che non giudica l'IdV un soggettoriformista, tale da poter entrare nella federazione. Secondo Di Pietro, in realtà, alla base c'è ancora un risentimento per l'azione sgominatrice che ebbe, all'epoca,Mani pulite nei confronti dei socialisti.
Chiuso il capitolo unitario, l'IdV tiene aperto il dialogo con la società civile e raggiunge un'intesa conAchille Occhetto, dando vita allaLista Di Pietro - Occhetto - Società Civile[26] (che inizialmente conteneva anche l'iscrizione «per il nuovo Ulivo»[27], bloccata due mesi dopo circa dai partiti diUniti nell'Ulivo[28][29]). Occhetto, infatti, aveva abbandonato iDemocratici di Sinistra non condividendo l'impostazione della lista unitaria e il progetto del grande partito riformista.
La lista raccoglie il 2,1% dei voti con l'elezione di due deputati europei, Di Pietro e Occhetto. Quest'ultimo, però, decide di lasciare il seggio in favore diGiulietto Chiesa, abbandonando definitivamente il progetto e sciogliendo, così, l'intesa. Occhetto torna però a sedere nell'europarlamento all'indomani delle elezioni politiche del 2006 in seguito alle quali Di Pietro entra nel Parlamento italiano e si dimette da Strasburgo. I due europarlamentari eletti (Chiesa e Occhetto) non appartengono all'IdV e sono iscritti al gruppo socialista europeo.
L'IdV torna quella di sempre, con il suo unico leader storico, che, tuttavia, elimina dal simbolo la denominazione predominante diLista Di Pietro e mette in risalto il titoloItalia dei Valori, lasciando al nome del suo fondatore un riferimento meno marcato.
Con il seggio vacante alSenato della Repubblica nelcollegio elettorale di Rovigo, lasciato tale per via della morte delforzistaGuido Mainardi, la coalizione dicentro-sinistraL'Ulivo decide di candidare alleelezioni suppletive del 23 gennaio2005, dove viene eletto senatore, il braccio destro di Di Pietro,Massimo Donadi.
Alleelezioni regionali del 2005 l'IdV è parte integrante della nuova coalizione dell'Unione e si aggira sulla media nazionale dell'1,4%, superando il 2% soltanto inAbruzzo eBasilicata. Fra tutte le 14 regioni chiamate al voto (in 12 delle qualil'Unione è risultata vittoriosa), le viene concesso soltanto un assessorato regionale, inCalabria, occupato daBeniamino Donnici, che presto fonderà una corrente interna in aperta polemica con Di Pietro e, più tardi, verrà espulso dal partito, dando vita ad un nuovo movimento denominatoPartecipazione.
Romano Prodi, leader della coalizione, rilancia, nel frattempo, l'organizzazione dielezioni primarie per scegliere il candidato premier dell'Unione. Di Pietro raccoglie la proposta e si presenta all'appuntamento del 16 ottobre 2005, nel quale deve confrontarsi con altri sei candidati: il risultato raggiunto è del 3,3%, alle spalle diRomano Prodi,Fausto Bertinotti eClemente Mastella.
Negli ultimi tre anni vi è un intensificarsi dell'attività dei dipartimenti tematici dell'IdV, guidati daGiorgio Calò. In questa ottica emerge anche unanuova vocazione dell'IdV nel campo dell'energia e dell'ambiente, settore guidato daGiuseppe Vatinno.
In vista delleelezioni politiche del 2006 ed in seguito all'approvazione della nuova legge elettorale proporzionale, l'IdV modifica il suo simbolo, ora composto dall'epigrafeDi Pietro in rilievo. Il partito si impegna a correre con il proprio simbolo, sia alla Camera che al Senato, nell'alleanza dicentro-sinistra dell'Unione guidata daRomano Prodi. Con lo sbarramento al 2% alla Camera ed al 3% al Senato, Di Pietro cerca di stringere alleanze con piccoli movimenti, partiti e personalità presenti a livello locale, ma capaci di raccogliere consensi utili:
Alleelezioni il centrosinistra vince per poche decine di migliaia di voti allaCamera dei deputati, dove ottiene il 49,81% dei consensi contro il 49,74% della CdL; alSenato si rivela determinante il voto della circoscrizione Estero, che consente all'Unione, pur avendo conseguito meno voti della CdL, di ottenere due seggi in più. La lista di Italia dei Valori raccoglie 877 000 voti, il 2,3%, alla Camera ed un risultato ancora maggiore, 986 000 voti ed il 2,9%, al Senato, eleggendo così 17 deputati, a cui se ne aggiunsero tre che erano stati eletti per un accordo elettorale nelle liste dell'Ulivo, e quattro senatori (cui si aggiunseAniello Formisano, eletto nelle liste dei DS). Questi ultimi aderiscono al Gruppo misto, alla cui presidenza viene eletto lo stesso Formisano; alla Camera invece l'IdV forma un gruppo autonomo conMassimo Donadi come presidente.
Antonio Di Pietro viene nominatoMinistro delle Infrastrutture nelGoverno Prodi II;Luigi Li Gotti eGiorgio Calò entrano nella squadra di governo, in qualità di sottosegretari alla giustizia ed alle comunicazioni.Leoluca Orlando diviene il nuovo portavoce del partito.
Pochi giorni dopo l'insediamento del Senato, dove la maggioranza può contare su due seggi di vantaggio sul centrodestra, in occasione dell'elezione dei presidenti di commissione l'Unione va sotto nella Commissione Difesa: al posto della candidata ufficialeLidia Menapace diRifondazione viene eletto con il sostegno del centrodestra l'esponente del partito di Di PietroSergio De Gregorio, già esponente campano diForza Italia. De Gregorio, contro le indicazioni del suo stesso partito, accetta l'incarico ma, in seguito a questo fatto, viene sospeso dall'incarico di direttore del giornale dell'IdV.
Nel luglio del 2006 scoppia una polemica all'interno della coalizione di governo che vede protagonista l'Italia dei Valori ed il suo leader Di Pietro, contrari all'approvazione di un provvedimento diindulto, sostenuto, invece, in maniera trasversale da esponenti e partiti di entrambi gli schieramenti. Tale indulto avrebbe effetti su circa 12 000 carcerati. Di Pietro manifesta davanti aPalazzo Madama prima dell'approvazione del provvedimento al Senato, insieme allaLega Nord, anch'essa contraria.In seguito Di Pietro sostenne:
La richiesta avanzata da Di Pietro, ma non accolta, era quella di escludere dall'indulto i reati finanziari, societari e di corruzione. Ha votato a favore dell'indulto, però, anche la deputata dell'IdVFederica Rossi Gasparrini, esponente di Federcasalinghe, ed al Senato si è distinto ancora il senatoreSergio De Gregorio, che si è astenuto anziché votare contro.
Il 7 settembre 2006 il senatoreDe Gregorio annuncia ufficialmente di abbandonare l'IdV e di voler costituire una componente autonoma nel gruppo misto del Senato, senza passare al centrodestra, ma favorevole a una grande coalizione tra i due poli. Pochi giorni dopo, il 14 settembre, anche la deputataFederica Rossi Gasparrini dichiara di non riconoscersi più nel movimento. De Gregorio e Rossi Gasparrini costituiscono nel settembre 2006 il movimento politicoItaliani nel Mondo, anche se successivamente Rossi Gasparrini aderisce all'UDEUR.
Nel settembre 2007 il movimento "Repubblicani Democratici" diGiuseppe Ossorio rescinde l'accordo federale per aderire al nascentePartito Democratico ed il deputatoSalvatore Raiti, proveniente daLa Rete, lascia il gruppo e aderisce al gruppo delPartito Democratico.
Nell'ottobre 2007 la senatriceFranca Rame si dimette dalla componente IdV del gruppo misto al Senato, in quanto non condivide alcune scelte del suo gruppo, in particolare quella di non votare a favore dello scioglimento della società per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina.
Sempre nell'ottobre 2007, l'IdV prende un'altra decisione in contrasto con la maggioranza che sostiene ilgoverno Prodi: insieme all'opposizione e all'UDEUR diMastella, vota contro l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare che indaghi suicrimini commessi dalla polizia durante il G8 di Genova[34]: A giudizio di Di Pietro sarebbe stato altrettanto importante indagare sui manifestanti, ed era quindi a suo avviso un errore istituire una commissione che avesse indagato soltanto sulle atrocità commesse dalle forze dell'ordine[34]. L'opposizione, per bocca diMaurizio Ronconi dell'UDC, sosterrà che con questo votoviene certificata la crisi della maggioranza, contraddicendo un punto importante del programma dell'Ulivo[34].
In seguito, dopo le critiche a tale decisione, tra cui quella diMarco Travaglio[35], Di Pietro ammetterà di averesbagliato nel comunicare male e tardi quelle che ritiene esserebuone ragioni di merito.[36]

Subito dopo la caduta dell'ultimo governo Prodi, e la decisione da parte del Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano di indire le elezioni anticipate dopo il fallimento dell'incarico esplorativo offerto al Presidente del Senato uscente,Franco Marini, Di Pietro decide di accettare l'alleanza colPartito Democratico diVeltroni; con esso infatti, l'IdV in campagna elettorale dichiarò la propria intenzione di costituire un gruppo unico inParlamento[37], impegno che dopo il voto viene però ritrattato[38]. In talielezioni, celebrate il 13-14 aprile, il partito di Di Pietro ha ottenuto il 4,37%[39] allaCamera e il 4,31%[40] alSenato, con l'elezione di 28 deputati (più 1 deputato eletto all'estero) e 14 senatori candidati nelle liste del partito, miglior risultato di sempre. Fra i nuovi eletti spicca la presenza diJean-Léonard Touadi, ex giornalista RAI (nato in Congo-Brazzaville), che a seguito della contestata manifestazione di Piazza Navona dell'8 luglio 2008, abbandonerà l'IdV, per ritornare al Partito Democratico.
Il risultato è stato particolarmente positivo inMolise (la regione natale di Di Pietro, che qui sceglie di essere eletto come deputato): infatti il partito ha raggiunto, sia alla Camera che al Senato circa il 27% delle preferenze.
I deputati e i senatori dell'Italia dei Valori risultano attualmente i più presenti e impegnati nell'attività parlamentare se si considerano i parametri delle iniziative legislative e ispettive, delle relazioni ai progetti di legge, degli interventi in aula o in commissione e delle presenze alle votazioni[41]; il dato risulta invece invertito se si considera il solo parametro delle presenze alle votazioni[42], e la ragione di ciò è da ricercarsi nel fatto che nel corso dell'attuale legislatura il Parlamento risulta chiamato quasi esclusivamente a ratificare iniziative o decreti di provenienza governativa.[41]
Durante i primi mesi di legislatura l'Italia dei Valori raccoglie le firme per un referendum abrogativo contro ilLodo Alfano, che non si svolgerà mai a causa della bocciatura di tale legge da parte della Consulta.
A seguito delle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto ilpresidente della regione Abruzzo, ildemocraticoOttaviano Del Turco, il 14 ed il 15 dicembre 2008 si sono svolte leelezioni regionali abruzzesi anticipate. Per sfidare il dimissionario sindaco diTeramoGiovanni Chiodi delPdL, l'Italia dei Valori, durante la Festa nazionale del partito, propone il nome diCarlo Costantini, proprio deputato dell'attuale legislatura, che viene appoggiato anche dal PD e da tutti i partiti della vecchiaUnione. L'Italia dei Valori raggiunge il suo massimo storico nella Regione con il 15,0% delle preferenze, sei volte in più delle precedenti elezioni regionali, tuttaviaCostantini viene battuto daChiodi.
In occasione delleelezioni regionali in Trentino-Alto Adige del 26 ottobre 2008, il partito si schiera colcentro-sinistra ed elegge il consigliere Bruno Firmani nellaProvincia di Trento.
Alleregionali in Sardegna del 15 e 16 febbraio 2009 il candidato del centro-sinistraRenato Soru non viene rieletto, ma l'Italia dei Valori ha quadruplicato il proprio consenso di voti e quintuplicato quello percentuale, passando dalle 8.558 preferenze del 2004 col 1,0%[43] alle 34.277 del 2009 col 5,2%.[44]
In seguito a questi risultati e nell'avvicinarsi del voto delleEuropee del 2009, Di Pietro ha dichiarato che in caso di una buona affermazione dell'IdV avrebbe cancellato il suo cognome dal simbolo del partito, per «costruire una cosa più larga, più utile, che prescinda dall'identità di una sola persona, e che serve a rappresentare qualcosa di più importante», aggiungendo che «serve un grande partito progressista che sostenga una proposta di governo credibile», «il grande partito che al Pd non è riuscito».[45]
Durante le elezioni europee il partito conferma il progresso elettorale iniziato con le politiche dell'anno precedente: si registra infatti un sostanziale raddoppio di voti su base nazionale rispetto al 4,37% ottenuto alla Camera alleElezioni politiche in Italia del 2008, ottenendo il 7,98%, che diventa 8% pieno considerando anche i voti dei cittadini italiani residenti all'estero. Tale risultato, che è di quattro volte superiore rispetto ai voti delle europee del 2004, permette l'elezione di sette europarlamentari: due nella circoscrizione Nord-Ovest, uno nella circoscrizione Nord-Est, uno nella circoscrizione Centrale, due nella circoscrizione Sud ed uno nella circoscrizione Isole.
Luigi De Magistris, che insieme adAntonio Di Pietro ed aSonia Alfano era candidato in tutte le circoscrizioni, risulta eletto in quattro delle cinque circoscrizioni, seguito dallo stesso Di Pietro eletto in tre.
Di Pietro decide di mantenere l'incarico di deputato ed alla fine i deputati eletti sono: De Magistris che opta per il seggio dell'Italia Orientale,Sonia Alfano che opta per il seggio dell'Italia Nord-Occidentale, il filosofoGianni Vattimo nel Nord-Ovest,Niccolò Rinaldi nell'Italia Centrale,Vincenzo Iovine eGiuseppe Arlacchi nell'Italia Meridionale eGiommaria Uggias nella circoscrizione dell'Italia Insulare.[46]
All'indomani dei risultati del voto delle Europee, il leader dell'Italia dei Valori ha annunciato che nell'esecutivo nazionale convocato per il successivo 22 giugno «spersonalizzeremo totalmente il partito togliendo il nome del suo fondatore dal simbolo». Tale intento dichiarato non si è tuttavia concretizzato nei tempi annunciati.
Il 2009 per il partito è però anche l'anno di numerose defezioni, soprattutto alla Camera dei deputati, dopo l'abbandono del deputatoJean-Léonard Touadi avvenuto l'anno precedente. Infatti, il 7 gennaio 2009 il deputatoAmerico Porfidia, dopo aver appreso di essere coinvolto in un'inchiesta sulla criminalità organizzata ed essersi autosospeso dal partito il 30 dicembre 2008, lascia ufficialmente il gruppo alla Camera, passando alGruppo misto e successivamente aNoi Sud[47][48]. Il 29 luglio dello stesso anno è poi la volta diGiuseppe Giulietti e il 9 novembre diPino Pisicchio eAurelio Salvatore Misiti; il primo abbandona perché a suo giudizio il partito aveva inaugurato una politica troppo spostata verso l'antagonismo radicale.
Anche al Senato il partito perde due parlamentari: sempre il 9 novembre abbandona il gruppoGiuseppe Astore, non condividendo il fatto che Di Pietro, a suo dire, abbia accolto nel movimento vari avversari politici alle ultime consultazioni chehanno avversato il partito e sono stati anche sonoramente bocciati dall'elettorato[49], mentre il 23 novembre lasciaGiacinto Russo.
Dal 5 al 7 febbraio 2010 viene celebrato il primo congresso nazionale del partito.
Di Pietro propone una nuova struttura del partito, dato che lo statuto all'epoca vigente era stato votato e pensato per una piccola formazione politica e inadeguato per le dimensioni elettorali raggiunte.
Vengono presentate due candidature alla presidenza del partito: lo stesso Antonio Di Pietro e il parlamentare campanoFrancesco Barbato.[50] Quest'ultimo però, dopo aver raccolto le firme a sostegno della sua candidatura "alternativa", rinuncia inaspettatamente alla corsa e Antonio Di Pietro viene confermato presidente.
In occasione delleelezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010, il partito decide di appoggiare i candidati dicentro-sinistra in tutte le regioni italiane chiamate al voto, ad eccezione dellaCalabria, dove, insieme allaLista Bonino Pannella, decide di appoggiare l'imprenditorePippo Callipo[51].
Alle elezioni il partito quasi quadruplica i suoi consensi rispetto al2005, crescendo in tutte le regioni, particolarmente inToscana e nelLazio[52]; inBasilicata ottiene il 9,93% ed elegge tre consiglieri regionali.
Sempre nel 2010, dopo che ilGoverno Berlusconi IV si era ridotto con i numeri, soprattutto alla Camera dei deputati dopo aver consumato la scissione con il cofondatore delPopolo della Libertà e Presidente della CameraGianfranco Fini, rischiando di conseguenza di andare sotto in occasione della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni il 14 dicembre, il partito subisce altri due abbandoni, questa volta dei deputatiAntonio Razzi eDomenico Scilipoti[53]; Razzi aderisce aNoi Sud, mentre Scilipoti, insieme ai due ex del Partito Democratico e diAlleanza per l'ItaliaMassimo Calearo Ciman eBruno Cesario, dà vita ad un proprio movimento denominatoMovimento di Responsabilità Nazionale. Entrambi votano a favore della fiducia al Governo Berlusconi, risultando determinanti. Tali abbandoni, anche alla luce dell'influenza sul risultato della mozione del 14 dicembre, sono stati molto criticati da Antonio Di Pietro, il quale ha denunciato una presunta compravendita e corruzione di parlamentari da parte diSilvio Berlusconi e del suo governo, chiedendo l'intervento della magistratura[54].Sull'onda dello scalpore suscitato dal fatto, all'interno del partito si sviluppa un dibattito sui metodi seguiti da Di Pietro per la scelta dei candidati alle elezioni: importanti personalità dell'IdV comeSonia Alfano eLuigi De Magistris scrivono una lettera pubblica per affrontare la questione morale all'interno del partito guidato da Di Pietro[55]. Alcuni mesi dopo, la stessa Alfano denuncia l'avvenuta espulsione dal partito decretata a suo danno[56].Il 10 luglio del 2012Giuseppe Vatinno si insedia alla Camera in sostituzione diLeoluca Orlando, ma si iscrive direttamente alla componente politica dell'ApI del Gruppo misto avendo lasciato il partito di Di Pietro già nel 2010.
In occasione delleelezioni amministrative in Italia del 2011, nelle quali il centro-sinistra si aggiudica tutti i comuni capoluogo più importanti, insieme a sette province su dodici, il partito consegue un'altra importantissima affermazione elettorale al comune diNapoli. Qui il centro-sinistra infatti si era presentato diviso: ilPartito Democratico insieme aSinistra Ecologia Libertà, dopo l'annullamento delle primarie, aveva deciso di candidare il prefettoMario Morcone, mentre l'IdV aveva presentato l'europarlamentare ed ex magistratoLuigi De Magistris, appoggiato anche dallaFederazione della Sinistra. Proprio De Magistris diventa sindaco di Napoli, superando il candidato del PD al primo turno e sconfiggendo al ballottaggio del 29 e 30 maggio 2011 il candidato delPopolo della LibertàGianni Lettieri, con il 65,4% dei consensi. Dopo la vittoria De Magistris decide di optare per la carica di primo cittadino del comune partenopeo, dimettendosi così da eurodeputato.
Il partito nel 2010 si era fatto promotore di quattro referendum abrogativi: uno sulle forme di gestione e procedure di affidamento in materia di risorse idriche, uno sulla limitazione della gestione pubblica del servizio idrico, uno sullecentrali per la produzione di energia nucleare ed uno sullegittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale. Nel gennaio 2011 laCorte costituzionale ritiene ammissibili solo gli ultimi due ma l'IdV, in vista deiquattro referendum abrogativi del 12 e 13 giugno 2011, due dei quali da lei organizzati, si schiera per il sì a tutti e quattro i quesiti, che riscuotono successo.[57]
Successivamente raccoglie le firme per una proposta di legge d'iniziativa popolare per abolire le province e due referendum contro la legge elettorale denominata "Porcellum", uno per l'abrogazione totale e uno per l'abolizione delle liste bloccate.La raccolta firme per l'abolizione delle province riscuote successo, mentre i referendum vengono dichiarati inammissibili dalla Corte costituzionale.Nei mesi successivi l'Italia dei Valori presenta a Montecitorio una proposta di legge d'iniziativa popolare per abolire i rimborsi elettorali sottoscritta da circa 200.000 italiani.
L'8 novembre 2011, dopo che la Camera aveva approvato con 308 voti a favore ilRendiconto generale dello Stato,Silvio Berlusconi annuncia di rimettere il mandato al Capo dello Stato dopo l'approvazione della legge di stabilità[58]. Le dimissioni vengono formalizzate il 12 novembre e il 13 novembre Di Pietro, dopo che per mesi il partito aveva invocato le elezioni anticipate come unica strada successiva al Governo Berlusconi IV, anche a causa della crisi economica, si dimostra disponibile ad un nuovo governo, purché esso sia nei fatti un governo tecnico, si faccia in tempi rapidi una nuova legge elettorale e si torni al più presto a votare, non appena superata l'emergenza[59]. Nella serata del 13 novembre Giorgio Napolitano conferisce l'incarico di formare il nuovo governo aMario Monti, il quale quattro giorni prima, il 9 novembre, era stato nominato senatore a vita dallo stesso Napolitano[60]. Il 17 e il 18 novembre 2011 l'Italia dei Valori, insieme a tutti gli altri partiti presenti in Parlamento, ad eccezione della Lega Nord, schierata fin dall'inizio all'opposizione del nuovo governo, vota la fiducia al nuovo governo, prima al Senato e poi alla Camera.
Successivamente, in occasione dell'approvazione della nuova manovra varata dal governo, l'Italia dei Valori, insieme alle minoranze linguistiche, aNoi Sud e ad alcuni dissidenti del Popolo della Libertà, affianca la Lega Nord all'opposizione, in quanto secondo il partitola manovra è profondamente iniqua e fa pagare i pensionati e non le lobby finanziarie[61]. Tale decisione provoca l'abbandono del deputatoRenato Cambursano, il quale, in dissenso dal suo gruppo, vota invece sì alla manovra, in quanto al momento non vedeva altre alternative per salvare l'Italia[62]. La scelta di votare no è confermata anche al Senato il 22 dicembre 2011.L'anno successivo l'IDV promuove, insieme ad altre forze politiche e sindacali, 4 referendum per abolire la diaria dei parlamentari e i rimborsi elettorali, ripristinare la versione originale dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e abrogare la norma che consente alle aziende di derogare i contratti collettivi nazionali se sostituiti da aziendali e territoriali.La raccolta firme ha successo, ma i referendum saranno dichiarati innammissibili dallaCorte di cassazione a causa dello scioglimento anticipato delle Camere avvenuto prima delle presentazione delle firme.
Nelleelezioni amministrative in Italia del 2012 l'IdV, nonostante le forti critiche nei confronti delGoverno Monti e la maggioranza a suo sostegno composta da PdL, PD e UdC, decide di appoggiare i candidati delPartito Democratico costruendo, insieme aSEL diNichi Vendola ed aRifondazione Comunista, coalizioni di centro-sinistra che risultano vincenti nelle grandi città al voto. In alcuni centri, oltre alle forze della sinistra, la coalizione si allarga inglobando anche partiti moderati e centristi come l'Unione di Centro eFLI.
Successo solitario dell'IdV invece aPalermo. Nel capoluogo siciliano il centro-sinistra, trovata una convergenza sul nome diRita Borsellino, europarlamentare PD e sorella delgiudice ucciso dalla mafia, decide di sostenerla alle primarie per designare il candidato alla carica di Sindaco di Palermo. Tuttavia, nonostante la Borsellino fosse data favorita, le primarie sono vinte per pochi voti daFabrizio Ferrandelli, ex IdV. Di fronte a questo risultato l'IdV decide di non appoggiare Ferrandelli e di candidare il coordinatore nazionale dell'IdVLeoluca Orlando, già sindaco di Palermo per tre mandati nei primi anni 1990, che aveva rinunciato a candidarsi in sostegno dellaBorsellino. Il 7 maggioOrlando, sostenuto solo da IdV e dalla listaLa Sinistra e gli ecologisti per Palermo che ingloba laFederazione della Sinistra e i Verdi, al primo turno ottiene il 47,4% conquistando il ballottaggio contro Ferrandelli, sostenuto da PD e SEL fermo al 17,3%, sconfiggendo il centrodestra che, pur avendo vinto nel 2007 già al primo turno conDiego Cammarata al 53,5% proprio contro Orlando al 45,2%, arriva terzo con il 12,6%[63]. Al ballottaggioOrlando viene rieletto per la quarta volta Sindaco di Palermo con il 72,43% dei consensi, strappando dopo dieci anni la città al centrodestra, e l'IdV riesce ad ottenere 30 consiglieri comunali su 50.
Il successo palermitano non si conferma tuttavia alleelezioni regionali siciliane del 2012, dove l'IdV si presenta assieme aSEL,Verdi eFederazione della Sinistra ma senza allearsi colPD, che preferisce l'alleanza con l'UdC. I dipietristi sostengono così lasindacalistaCGILGiovanna Marano in una coalizione di sinistra, ma l'alleanza non trae alcun beneficio: anche a causa dell'altoastensionismo nell'isola, dove ha votato solo il 47,44% degli elettori, la candidata ottiene appena il 6% dei consensi e l'IdV resta fuori dall'Assemblea Regionale Siciliana. A differenza delleelezioni della primavera precedente, il partito ottiene un risultato molto inferiore, il 3%, che ilsindaco diPalermoLeoluca Orlando definirà come il segnale dellamorte dell'Italia dei Valori[64].
Ad ottobre 2012 all'interno dell'IdV si inaspriscono forti polemiche sulla nuova linea politica del partito e sul ruolo del leader e presidente dell'IdVAntonio Di Pietro. A capo della dissidenza interna si posizionaMassimo Donadi, capogruppo del partito alla Camera, il quale critica duramente Di Pietro per aver dato una linea politica al partito spostata verso ilMovimento 5 Stelle diBeppe Grillo: egli paventa l'ipotesi di scioglimento del partito al fine di creare una nuova lista alleata deigrillini con la conseguente e definitiva rimozione di IdV dall'alveo delcentro-sinistra ed il rischio di ridurre il partito all'irrilevanza nel quadro politico nazionale. Inoltre Donadi critica una gestione troppo personalistica e padronale da parte del leader nella linea politica volta ad attacchi continui contro ilPresidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, il Presidente del ConsiglioMario Monti e gli alleati delPartito Democratico, nonché nella gestione economica e finanziaria dei beni del partito.[65]
Il 5 novembre Donadi rassegna le sue dimissioni da Capogruppo dell'IdV alla Camera dopo che la notizia che la maggioranza del gruppo alla Camera vicino al leader Di Pietro era pronto a sfiduciarlo a causa delle sue critiche[66][67]. L'8 novembre, dopo una riunione dei gruppi congiunti IdV di Camera e Senato, che ha ribadito pieno sostegno alla linea politica del leader del partitoAntonio Di Pietro messa duramente in discussione dallo stesso ex capogruppo Donadi, il Deputato e Coordinatore regionale dell'IdV in CampaniaAniello Formisano rassegna le sue dimissioni da tutti gli incarichi del partito e del gruppo parlamentare per formare un nuovo soggetto politico che avrà come interlocutore uncentrosinistra moderato[68][69]. Il 21 novembre lasciano il partito anche i deputatiGaetano Porcino eGiovanni Paladini, che è anche coordinatore regionale ligure, ed il senatoreStefano Pedica.[70] Il 22 novembre i cinque parlamentari fuoriusciti presentano un nuovo soggetto politico:Diritti e Libertà.[71]
Il 29 dicembre 2012Antonio Ingroia,pubblico ministero anti-mafia diPalermo dal 1992 al 2012 e direttore inGuatemala di un'unità di investigazione per la lotta alnarcotraffico su incarico dell'ONU, annuncia la sua candidatura a Premier per leelezioni politiche del 2013 a capo di una coalizione di sinistra denominataRivoluzione Civile e comprendente: l'Italia dei Valori,Rifondazione Comunista, iComunisti Italiani, laFederazione dei Verdi ed ilMovimento Arancione.
Il 30 dicembre 2012 tuttavia il deputatoDavid Favia, non condividendo l'idea della creazione della lista unica di sinistra, lascia il partito ed insieme a vari esponenti dell'IdV marchigiano aderisce alnuovo partito di Donadi[72].
Alleelezioni nazionali del 24 e 25 febbraio Rivoluzione civile raccoglie il 2,2% di voti alla Camera e l'1,8% al Senato: non riesce ad eleggere nessun deputato e nessun senatore e lo stessoAntonio Di Pietro resta quindi fuori dal Parlamento. Negli stessi giorni delle politiche si svolgono anche le elezioni regionali in tre regioni: alleregionali laziali l'IdV appoggia il candidato diRivoluzione CivileSandro Ruotolo, ma non viene eletto nessun consigliere regionale; alleregionali lombarde aderisce alla coalizione dicentro-sinistra a sostegno diUmberto Ambrosoli, ma anche in queste elezioni non viene eletto nessun consigliere; alleregionali in Molise invece viene eletto come consigliere il primogenito di Di Pietro, Cristiano.Alleelezioni provinciali di Trento del 2013 l'Italia dei Valori ottiene l'1,6% ma nessun seggio.
Il 26 febbraioDi Pietro, visti i risultati deludenti dellalista di sinistra a sostegno della candidatura diIngroia, rassegna dimissioni irrevocabili dalla presidenza del partito[73].
Il 26 marzo l'Ufficio di presidenza del partito propone lo scioglimento dello stesso, dichiarando l'intenzione di dar vita a un nuovo soggetto politico ispirato alliberalismo, i cui dirigenti verranno scelti tramiteelezioni primarie.[74] Il documento che prevede lo scioglimento del partito è approvato col sostegno della componente del sindaco diPalermoLeoluca Orlando insieme all'ex capogruppo al SenatoFelice Belisario ed il consigliere regionale abruzzeseCarlo Costantini, e con l'astensione di Di Pietro insieme aIgnazio Messina eIvan Rota.[74][75][76]
Il 6 aprile però l'Esecutivo nazionale del partito ribalta la decisione dell'Ufficio di presidenza e, passando la linea di Di Pietro, vota contro lo scioglimento del partito, conferma il congresso straordinario del 28-30 giugno e dichiara illegittimo il documento del 26 marzo. Con una mozione approvata all'unanimità, viene confermata la linea deliberata aVasto nel 2011 per un'alleanza di centro-sinistra colPartito Democratico.[77][78] Di Pietro annuncia che al prossimo congresso straordinario si presenterà da dimissionario, auspicando un cambiamento generazionale.[75][76]
Il 12 maggio Leoluca Orlando, Felice Belisario e Carlo Costantini lasciano il partito e lanciano l'appelloCoerenza e Democrazia, che sarà il primo passo per la creazione del nuovo partito Movimento 139.[79]

Dal 28 al 30 giugno 2013 aRoma si celebra il congresso straordinario nel partito.Candidati alla segreteria sono l'ex capogruppo alla CameraAntonio Borghesi, Matteo Castellarin, il responsabile nazionale degli enti localiIgnazio Messina, l'europarlamentare e vicepresidente delGruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'EuropaNiccolò Rinaldi e Nicola Scalera[80].
Il 28 giugno Di Pietro ufficializza le sue dimissioni dalla presidenza del partito, dichiarando di rimanere però militante e di voler togliere il suo nome dal logo[81]. Il 28 i candidati Borghesi e Castellarin[82] ed il 29 Scalera[83] convergono su Rinaldi, sostenuto anche dall'europarlamentareGianni Vattimo[84].
Il 30 giugno si svolgono online le primarie tra gli iscritti e tra Niccolò Rinaldi e Ignazio Messina viene eletto segretario il secondo, con il 69,11% dei voti congressuali, battendo il primo che si è fermato al 30,89% delle preferenze[85]. Il 5 luglio il neo segretario nomina i nuovi vertici nazionali: Antonino Pipitone come responsabile degli enti locali, Luciano Pisanello come responsabile organizzazione eIvan Rota come tesoriere e legale rappresentante[86].
Il 14 settembre 2013, nell'incontro diSansepolcro, viene presentato il nuovo simbolo dell'IdV: dal simbolo viene tolto il nome di Di Pietro, che dichiara la volontà dell'IdV ditornare alle origini, di volereun centrosinistra basato sui programmi, sulla qualità delle persone e su un'etica della politica e che la coalizioneRivoluzione Civileè stata un errore[87].
Alleelezioni regionali in Basilicata del 17 e 18 novembre 2013 il partito aderisce alla coalizione di centrosinistra ottenendo il 3,45% dei consensi, senza però eleggere alcun consigliere regionale. Alleelezioni regionali in Sardegna del 16 febbraio 2014 invece, sempre in coalizione col centrosinistra, crea una lista unica con iVerdi ed ottiene l'1,10% dei voti, riuscendo ad eleggere un consigliere.
Per le elezioni regionali del maggio 2014 di Piemonte e Abruzzo il partito presenta proprie liste all'interno delle coalizioni di centrosinistra, che risultano vincenti in entrambe le regioni e l'Idv riesce ad eleggere un consigliere in Abruzzo.
Alleeuropee del 2014 presenta le proprie liste con capolista in tutta Italia il segretario Ignazio Messina. Degli europarlamentari uscenti soloGiommaria Uggias viene ricandidato, dal momento cheNiccolò Rinaldi ha aderito aScelta Europea eSonia Alfano, a cui il PD aveva inizialmente prospettato una candidatura, non è stata poi candidata dallo stesso PD una volta uscita dall'IdV.Il partito ottiene 179.693 voti, con lo 0,65% e nessun eletto[88].
Il 3 ottobre 2014, poco prima del raduno nazionale di Sansepolcro, Di Pietro decide di lasciare definitivamente l'IdV. Un voto che lo vede nettamente in minoranza (il 95% dei delegati approva infatti la linea politica del segretarioMessina) sancisce l'addio al partito che, nel 1998, aveva fondato proprio nella cittadina toscana. Di Pietro, in particolare, volendo portare avanti un'opposizione dura al Governo Renzi, già dopo le elezioni europee aveva criticato la scelta di riallacciare un rapporto di dialogo con il PD.
Il 30 ottobre 2014 l'Italia dei Valori torna ad avere un proprio rappresentante in Parlamento alla Camera dopo che, come comunicato tramite conferenza stampa,Aniello Formisano decide di lasciare ilCentro Democratico e di ritornare ad aderire all'Italia dei Valori (di cui era stato già deputato fino al 2012), collocandosi nelgruppo misto[89].
Il 1º aprile 2015 l'Italia dei Valori torna ad avere un proprio rappresentante anche al Senato: si tratta del parlamentareMichelino Davico (exLega Nord), il quale, però, abbandona il partito dopo quattro mesi.
Il 16 luglio 2015, tuttavia, durante una conferenza stampa allaCamera dei deputati, due senatori exMovimento 5 Stelle,Maurizio Romani eAlessandra Bencini, aderiscono all'IdV.Entrambi, il 6 agosto 2015, costituiscono alSenato della Repubblica la componente delgruppo misto "Italia dei Valori", a cui hanno poi aderito.
Il 30 novembre 2015 Formisano entra nella componente del Gruppo misto formata dall'Unione Sudamericana Emigrati Italiani, daItalia Unica (centro) e daIdentità e Azione (centro-destra).
In seguito alla decisione del partito di sostenere la ricandidatura diLuigi de Magistris, Formisano abbandona l'Italia dei Valori e aderisce aiModerati.
L'8 luglio 2016 il senatoreFrancesco Molinari aderisce all'Italia dei Valori.
L'IdV in vista delleregionali del 2015 si presenta in Veneto nella listaVeneto Civico, in Campania con la propria lista, in Puglia nella listaEmiliano per la Puglia, nelle Marche si federa conPartito Socialista Italiano, Scelta Civica e Verdi inUniti per le Marche. Quindi si allea col centrosinistra. Ma ottiene seggi nella sola Campania ove ottiene l'1,13% (1 seggio).
Nelle principali città al voto, l'IdV si presenta in alleanza col centrosinistra (tranne a Napoli e Torino).Il partito ha ottenuto i seguenti risultati: lo 0,7% aMilano, lo 0,3% aRoma, l'1,1% aNapoli, lo 0,4% aTorino, lo 0,3% aRavenna, l'1,2% aRimini, il 3,2% aBenevento e l'1,7% aCrotone.
Alleelezioni regionali in Sicilia del 2017 i suoi candidati si presentano all'interno diAlternativa Popolare a sostegno di Fabrizio Micari[90][91] non superando però lo sbarramento del 5%.Il 29 dicembre dello stesso anno in appoggio al PD diMatteo Renzi viene costituita la listaCivica Popolare che riunisce, oltreché l'IdV,Alternativa Popolare diAngelino Alfano, iCentristi per l'Europa diPier Ferdinando Casini,Unione per il Trentino diLorenzo Dellai eL'Italia è Popolare diGiuseppe De Mita.[92] A seguito di tale decisione, la senatrice Bencini, pur rimarcando il suo sostegno alla coalizione di centrosinistra, abbandona il partito.Messina perderà la sfida dell’uninominale di Brescia contro l’ex sindacoAdriano Paroli e quindi l’IdV non ha più rappresentanti in Parlamento.
A novembre il consigliere regionale abruzzese Lucrezio Paolini decide di lasciare l’IdV in disaccordo con la linea del partito di appoggiare l’ex deputato forzistaFabrizio Di Stefano alle regionali del 2019. L’ultimo consigliere regionale del partito rimane quindi Francesco Moxedano, in Campania nel gruppo misto. L’IdV, visto il ritiro di Di Stefano, infine sosterrà comunque il candidato del centro-sinistraGiovanni Legnini con la lista Avanti Abruzzo diDaniele Toto raccogliendo solo lo 0,93%.
Alleelezioni regionali in Toscana del 2020 partecipa alla listaOrgoglio Toscana perGiani Presidente insieme aCentro Democratico,Partito Socialista Italiano,Partito Repubblicano Italiano e realtà civiche[93]. La lista ottiene il 2,95% non superando di poco la soglia di sbarramento fissata dalla legge elettorale toscana a 3%.
Il 1º luglio 2021 i parlamentariPiera Aiello eElio Lannutti, entrambi ex-5S annunciano l'ingresso nel partito, che torna quindi ad avere una rappresentanza parlamentare dopo 3 anni di assenza; oltre ai due parlamentari annuncia l'adesione a IdV ancheElisabetta Trenta,ministro della difesa nelgoverno Conte I.[94] Nei mesi successivi Trenta (mai veramente iscritta) e Aiello abbandonano il partito.[95]
Il 27 gennaio 2022 si costituisce al Senato il gruppoC.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro) - Idv formato da 10 senatori:Rosa Silvana Abate,Luisa Angrisani,Margherita Corrado,Mattia Crucioli,Fabio Di Micco,Bianca Laura Granato,Barbara Lezzi,Cataldo Mininno eRosellina Sbrana, expentastellati provenienti dal Gruppo misto-Non iscritti, ed Elio Lannutti, che già rappresentava Italia dei Valori con una componente. Il giorno stesso il gruppo si scioglie e il partito torna ad essere presente con l'omonima componente del Gruppo misto, di cui Lannutti continua ad essere l'unico aderente.[96]
Il 27 aprile 2022 si costituisce al Senato il gruppo parlamentare C.A.L. (Costituzione Ambiente Lavoro) - PC - IdV.[97]
Per leelezioni politiche del 2022 si apparenta ufficialmente conNoi con l'Italia, accedendo in seguito al buon esito di quest'ultima ai benefici di legge previsti per il2x1000.[98][99]
Alleelezioni regionali nel Lazio del 2023 l'Italia dei Valori è presente nelle liste diNoi moderati a sostegno diFrancesco Rocca con i candidati Sante Carrea, Alessandra Luzza ed Anna Maria Colocci ma nessuno dei tre verrà eletto.[100]
Il segretario Ignazio Messina, che nel 2022 aveva corso come candidato sindaco aSciacca appoggiato dal centro-destra, il 22 marzo 2023 viene nominato vice-coordinatore di Noi con l'Italia[101] e il 20 maggio seguente prende parte al congresso del partito entrando a far parte del suo direttivo nazionale.[102]
Il 25 gennaio 2024 viene annunciata la federazione politica traNoi moderati e l’Italia dei Valori con il segretario dell’IdV Ignazio Messina che diventa il portavoce del partito.[103]
I riferimenti dell'Italia dei Valori sono facilmente ravvisabili innanzitutto nelLiberalismo, in particolare nella sua componentesociale. Ma, in particolar modo, principio fondante del movimento dell'Italia dei valori è quello dell'antiberlusconismo.
Anche i principi di legalità e dianti-corruzione hanno costantemente caratterizzato il suo percorso.[104][105]
Il partito è stato descritto comepopulista per la presenza di unleader con forti poteri decisionali che si dichiarava avverso allapolitica tradizionale e per il sostegno a forme didemocrazia diretta con l'obiettivo di rafforzare il ruolo della popolazione.[10][11]
L'IdV è favorevole al riconoscimento delmatrimonio fra persone dello stesso sesso. A tal proposito, il 3 luglio 2012, ha depositato alla Camera dei Deputati una proposta di legge per l'introduzione del matrimonio egualitario sul presupposto che l'estensione del matrimonio alle famiglie formate da due donne o due uomini rafforza l'istituto matrimoniale, rendendolo sempre più strumento di uguaglianza e di valorizzazione della persona[106] per il loro riconoscimento[107].
In tema diomogenitorialità, il partito si è espresso a favore del diritto delle coppie omosessuali sposate di ricorrere alle tecniche diprocreazione assistita, nonché del diritto al riconoscimento reciproco del rapporto di filiazione, facendo proprio il principio secondo cui il coniuge dello stesso sesso è consideratogenitore del figlio dell'altro coniuge fin dal momento delconcepimento in costanza di matrimonio[106]. Lo stesso dicasi per l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso[106].
Fondandosi sul proprio convincimento che stipendi e benefici di cui godono i parlamentari fossero eccessivi, IdV ha spesso proposto la riduzione degli stipendi dei politici, l'abolizione dellegittimo impedimento (a tal proposito è stata molto attiva nella promozione del relativo referendum del 12-13 giugno 2011) e del vitalizio dopo 5 anni di legislatura, sostenendo altresì il principio della trasparenza dei conti dei partiti e l'abolizione delfinanziamento pubblico ai partiti.
L'IdV si è dichiarata contraria alla modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, poiché tale modifica, facilitando il licenziamento dei dipendenti, favorirebbe la precarietà del lavoro e negherebbe il diritto di lavoro ai cittadini; al fine di annullare la modifica ha proposto nel 2012 un referendum[108]. Sì è invece dichiarata favorevole alla stesura di una legge anti-corruzione e all'abolizione della legge elettorale cosiddettaporcellum.
Nel 2014 l'IdV presenta in Parlamento diverse proposte di legge d'iniziativa popolare (messa al bando del gioco d'azzardo, vendita dei beni confiscati alla mafia per scopi di pubblica utilità, abrogazione dellaRiforma delle pensioni Fornero, misure di contrasto alla corruzione e all'evasione fiscale, abolizione dell'IMU sui macchinari imbullonati e norme a tutela delle partite IVA).Nel 2016 invece, in seguito ai frequenti casi di persone condannate per essersi difese in casa propria dai ladri, raccoglie le firme per una legge d'iniziativa popolare che prevede la non punibilità per chi si difende in casa propria, nega il risarcimento ai ladri se il padrone di casa si difende e aumenta da 3 a 6 anni la pena perviolazione di domicilio.Tale proposta viene sottoscritta da circa 1 milione di cittadini.
All'interno del partito non sono particolarmente visibili correnti formalmente costituite.
Un'importante manifestazione di dissenso interno, nei confronti della linea di Di Pietro, è stata manifestata inCalabria nel 2005, all'indomani delle elezioni regionali, quando un assessore regionale di IdV,Beniamino Donnici, si schierò contro la decisione di Di Pietro di candidarsi alle primarie, dicendo che il movimento avrebbe dovuto sostenere la candidatura diRomano Prodi, in previsione di un futuro ingresso nel Partito Democratico dell'Ulivo. Questa manifestazione, però, portò alla scissione da IdV e alla fondazione di un nuovo movimento regionale,PartecipAzione - Verso il Partito Democratico, che poi entrerà a far parte delPartito Democratico Meridionale fondato dal presidente della RegioneAgazio Loiero.
Per le elezioni del 2006 nell'IdV sono confluiti i "Cristiano Democratici Europei" diStefano Pedica, poi creatore del gruppo interno dei cosiddettiTeoleg, che sotto il mottoUn'Italia dei valori... cristiani riunisce molti cattolici presenti nel partito[109].
Dal 7 settembre 2006 ha ripreso la propria autonomia distaccandosi dal partito il movimentoItaliani nel Mondo diSergio De Gregorio. Dal 14 settembre anche Federcasalinghe ha rescisso l'accordo federale. Nel settembre 2007 anche il movimento "Repubblicani Democratici" ha rescisso il suo patto federale con l'Italia dei Valori per aderire alPartito Democratico[110].
Il 1º novembre2009, aBologna, si è tenuta la primariunione degli autoconvocati per chiedere più trasparenza e democrazia ed il successivo 15 novembre, a Roma, si è costituito il coordinamento nazionale deLa base IdV, formata daDomenico Morace,Alessandra Piva eGiuseppe Vatinno per creare un'area riformista all'interno del partito stesso, annunciando anche una propria mozione congressuale[111].
Per statuto l'IdV svolgeva periodicamente (ordinariamente ogni 2 anni, art. 8) delleAssemblee Nazionali dei Delegati che equivalgono ai congressi degli altri partiti.
Lo statuto nella sua versione del 2004 definiva l'Associazione Politica e Culturale "Italia dei Valori" come un movimento politico nazionale organizzato in forma federale. Lo statuto prevedeva (e tuttora prevede) vari livelli territoriali e alcuni organi nazionali: l'Assemblea Nazionale - o Congresso, l'Esecutivo Nazionale, il Presidente e l'Ufficio di Presidenza, l'Assemblea Nazionale degli Eletti, il Coordinamento dei Dipartimenti Tematici, il Tesoriere Nazionale e il Collegio dei Revisori Contabili, Il Collegio Nazionale di Garanzia.
Il 9 gennaio 2009, per decisione dello stesso Di Pietro, sono state ufficializzate una serie di modifiche statutarie volte a garantire un'opportuna collegialità agli assetti decisionali e alla gestione delle risorse finanziarie, superando la precedente struttura diassociazione politica e culturale dell'Italia dei Valori in favore di quella di partito propriamente inteso. In particolare[112][113]:
Con l'abrogazione delleDisposizioni Transitorie dello Statuto, precedentemente contenute nell'articolo 16, numerosi poteri finora accentrati nelle mani del Presidente del PartitoAntonio Di Pietro risultano ora prerogativa dell'Ufficio di Presidenza. Tra questi:
| XIII Legislatura |
|---|
| 9 deputati |
| XV Legislatura |
| 20 deputati |
| XVI Legislatura |
| 28 deputati |
| XVIII Legislatura |
|---|
| 1 deputato |
| XIII Legislatura |
|---|
| 1 senatore |
| XIV Legislatura |
| 2 senatori |
| XV Legislatura |
| 5 senatori |
| XVI Legislatura |
| 14 senatori |
| XVII Legislatura |
|---|
| 2 senatori |
| XVIII Legislatura |
|---|
| 1 senatore |
| VI legislatura |
|---|
| 2 eurodeputati |
| VII legislatura |
| 7 eurodeputati |
Per molti anni il partito diAntonio Di Pietro è stato criticato per la presunta gestione personalistica e familistica del movimento da parte del proprioleader.Tra i più critici si sono segnalati il sito "www.iltribuno.com"[114], fondato da Alberico Giostra, autore del libro su Antonio Di PietroIl Tribuno, la rivista campanaVoce delle Voci, il quotidianoIl Giornale, la rivistaPanorama, entrambi di proprietà di gruppi editoriali legati aSilvio Berlusconi,RadioRadicale.it, ilsito web dell'emittente radiofonicaRadio Radicale, gestita daiRadicali Italiani[115].
Il giornale dell'Italia dei Valori eraOrizzonti Nuovi, organo ufficiale del partito a cadenzaquindicinale.
L'ex presidenteAntonio Di Pietro utilizza unblog come mezzo di comunicazione ai cittadini senza intermediari, mediante l'inserimento quasi quotidiano di propri contributi, link a contributi video o articoli informativi di cui condivide l'impostazione. Era il più visitato tra quelli dei politici italiani[116].
| Elezione | Voti | % | Seggi | |
|---|---|---|---|---|
| Politiche 2001 | Camera (prop.) | 1.443.725 | 3,89 | 0 / 155 |
| Camera (magg.) | 1.487.287 | 4,01 | 0 / 475 | |
| Senato | 1.140.489 | 3,37 | 1 / 315 | |
| Europee 2004 | 695.179 | 2,14 | 2 / 73 | |
| Politiche 2006 | Camera | 877.052 | 2,30 | 16 / 630 |
| Senato | 986.191 | 2,89 | 4 / 315 | |
| Politiche 2008 | Camera | 1.594.024 | 4,37 | 28 / 630 |
| Senato | 1.414.730 | 4,31 | 14 / 315 | |
| Europee 2009 | 2.450.643 | 8,00 | 7 / 73 | |
| Politiche 2013 | Camera | InRivoluzione Civile | 0 / 630 | |
| Senato | InRivoluzione Civile | 0 / 315 | ||
| Europee 2014 | 181.373 | 0,66 | 0 / 73 | |
| Politiche 2018 | Camera | InCivica Popolare | 0 / 630 | |
| Senato | InCivica Popolare | 0 / 315 | ||
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