Barmet, Clapeyas, Favad, Fleuran, Follias, La Colombière, La Place, La Ronchaille Dessous, La Ronchaille Dessus, Les Garines, Les Genot, Les Magaret, Les Mariette, Les Magot, Les Perruchon, Mure, Pied-de-ville, Sommet-de-ville
Posto sulladestra orografica del fiumeDora Baltea esso si estende su una superficie di 23,77 km², per la maggior parte occupata da boschi. Il capoluogo (localitàLa place) ha un'altitudine di 387 m s.l.m.
A monte del capoluogo si estende il vallone di Brenve, solcato dal torrente Beaucqueil.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 giugno 1997.[7]
«Semitroncato partito: nel PRIMO, d'argento, al capo di rosso, alla banda sul tutto di nero, caricata in capo dallamoscatura d'ermellino, d'oro; nel SECONDO, d'azzurro, al ricciolo dipastorale, d'oro; nel TERZO, d'oro, allafontana formata dalla vasca ottagonale di pietra al naturale, colma d'acqua dello stesso, cimata dall'albero di verde, fogliato con ventitré foglie di quercia, di verde, e fruttato con diciottomelegrane di rosso, munito in basso di due rami tronchi, arcuati verso la punta, con due getti d'acqua al naturale, fluenti in palo nella vasca. Ornamenti esteriori da Comune.»
La prima partizione riprende lo stemma diGiorgio di Challant,priore di Sant'Orso, canonico dellaprimaziale di Lione e signore del feudo d'Issogne; il pastorale ricorda che, prima di essere ceduta agli Challant, la signoria d'Issogne dipendeva daivescovi di Aosta — in condominio con i signori diVerrès (De Verrecio) —, ai quali si deve la concessione, verso la metà del Duecento, della prima carta di franchigie che costituisce la più antica testimonianza dell'esistenza della comunità locale. Nella parte sinistra dello scudo è riprodotta la fontana del melograno in ferro battuto, che si trova al centro del cortile delcastello e ne costituisce la maggiore attrattiva artistica.
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di nero.
Ilcastello di Issogne sorge sopra un'antica villa romana, ma i primi documenti, in cui si fa riferimento a una torre delVescovo di Aosta, risalgono al XII secolo. Nel 1379 il territorio passa aYblet de Challant, che mette mano alla costruzione e inizia a ingrandirla. Ma è solo conGeorges de Challant che il castello assume l'aspetto e la fama attuale, grazie al famoso ciclo di affreschi delle lunette, alla celeberrima fontana del melograno e agli stemmi araldici dipinti sulle pareti esterne. Austero nella forma e nei colori all'esterno, ma ricchissimo all'interno, oltre ad essere residenza deiConti di Challant ha ospitato nei loro passaggi imperatori (Sigismondo di Lussemburgo) eRe di Francia (Carlo VIII).Il massimo splendore raggiunto conRené de Challant coincide con l'inizio del declino, che ha termine alla fine dell'Ottocento grazie al pittore torineseVittorio Avondo, fine restauratore, che lo ha salvato dall'abbandono e donato allo Stato Italiano. Dal dopoguerra appartiene al patrimonio della regione autonoma Valle d'Aosta.
Altro monumento di notevole importanza storica è la chiesa in stile romanico di Saint-Solutor, circondata dal cimitero e stretta fra laDora Baltea e la roccia ai limiti di Fleuran. Gli elementi architettonici più antichi della chiesa risalgono, pare, al X secolo. Essa presenta un'anomalia tecnica nell'arte romanica: il suo orientamento è infatti spostato di 85° verso sud rispetto al classico asse est-ovest. Sulla facciata è visibile un affresco del XV secolo raffiguranteSan Cristoforo. All'interno si può ammirare un altare in legno scolpito.
^Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di),Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100,ISBN978-88-7032-878-3.