Le isole Eolie formano unarcipelago, costituito da sette isole vere e proprie, alle quali si aggiungono numerosi isolotti e scogli affioranti dal mare. Le sette isole sono disposte a forma diY coricata, con l'asta che punta versoovest; sono ubicate al largo della Sicilia settentrionale, di fronte alla costatirrenicamessinese. Quando la visibilità è ottima e non è presentefoschia, sono visibili da gran parte della costiera tirrenica della Sicilia e della parte meridionale di quella calabrese.
Le isole Eolie, tutte di origine vulcanica, sono situate nel mar Tirreno meridionale di fronte alla costa nord dellaSicilia all'altezza diCapo Milazzo, da cui distano meno di 12 miglia nautiche.
La loro posizione geografica è compresa tra:
38° 48' 44" N a nord (isola di Stromboli - Sciara del fuoco)
15° 14' 35" E a est (isola di Stromboli - località San Vincenzo)
38° 21' 59" N a sud (isola di Vulcano - Faro in località Gelso)
14° 20' 21" E a ovest (isola Alicudi - costa ovest)
La presenza umana nell'arcipelago risulta sin da epoca molto antica. Le genti preistoriche vennero infatti sicuramente attratte dalla presenza di grandi quantità diossidiana, sostanza vetrosa di origine vulcanica grazie alla quale le Eolie furono al centro di fiorenti rotte commerciali. I primi insediamenti si ebbero già nell'etàneolitica tra il5500 e il4000 a.C. precisamente a Lipari e Salina con tracce di vasi ceramici e ossidiana lavorata. L'ossidiana, che a quei tempi era un materiale ricercatissimo in quanto tra i più taglienti materiali di cui l'uomo dell'epoca disponeva, alimentò dei traffici commerciali intensi: anche ad essi si deve ascrivere la notevole prosperità dell'arcipelago in cui fioriscono strutture abitative e villaggi. L'ossidiana liparese è attestata in Sicilia, nell'Italia meridionale, inLiguria, inProvenza e inDalmazia. A Lipari nacque così un insediamento di notevole ampiezza. L'ossidiana veniva anche trasportata a Salina dove veniva lavorata.
Sempre del neolitico sul pianoro di Rinicedda aLeni (isola di Salina) sono stati scoperti i resti di una capanna con frammenti d'impasto di argilla: non sono tuttavia presenti i tipici fori per i pali posti per sorreggere le strutture delle capanne. Della stessa epoca è l'insediamento di Castellaro Vecchio a Lipari, dove sono state trovate ceramiche appartenenti alla cultura diStentinello. I vasi erano fabbricati a mano, perché il tornio ancora non esisteva. Le forme e le decorazioni, ottenute usando le mani o dei punteruoli per graffiare la superficie, risultano piuttosto semplici. Vi sono anche decorazioni colorate con fasce rosse importate dall'Italia meridionale. Delle fasi più evolute del neolitico è il ritrovamento proveniente dal promontorio del Milazzese aPanarea di un frammento dipinto con lo "stile di Serra d'Alto". NelIV millennio a.C., durante il periodo dellacultura di Diana legata al villaggio dell'omonima contrada aLipari, sorsero insediamenti in tutte le isole eccettoVulcano.
Dell'età del rame (3000-2300 a.C.) vi sono tracce di capanne presso Filicudi, Panarea, Stromboli e Salina. A Stromboli sul Serro Fareddu si trova a 130 m di quota un inserimento della facies di Pianoconte. Mentre a Panarea sul Piano Quartara sono state scoperte delle ceramiche della cultura di Malpasso-S. Ippolito. Tra ilXVI e ilXIV secolo a.C. le Eolie videro aumentare la loro importanza in quanto poste sulla rotta commerciale deimetalli: in particolare sembra fosse scambiato lostagno che giungeva via mare dai lontani empori dellaBritannia e transitava per lostretto di Messina verso oriente.
Agli inizi del secondo millennio a.C. in Sicilia si afferma lacultura di Castelluccio, mentre nelle Eolie si diffonde la cultura detta di Capo Graziano, dai rinvenimenti dell'isola di Filicudi. La medesima cultura è attestata anche a Lipari e l'abitato è formato di capanne circolari con pareti di pietre a secco, poste sulla rupe, quasi a strapiombo sul mare. Le forme ceramiche di questo periodo sono numerose e si trasformano nel tempo, attestando per il bronzo Medio un forte influsso della cultura di Thapsos detta cultura del Milazzese. Le influenze dalle aree della Sicilia centro meridionale perdurano sino al bronzo recente. Per l'età del Bronzo si rilevano anche importazioni dal mondo Miceneo e dal Vicino Oriente. Successivamente è documentata una diversa cultura, di tipo villanoviano con tombe in situle e in vasi biconici, detta dell'Ausonio I e dell'Ausonio II, perché propone forme attestate anche nella penisola Italiana e forse da essa importate. Lipari fu poi colonizzata da un gruppo di Greci (Cnidi e Rodii), intorno al580 a.C., e nel mondo greco si identificò l'Arcipelago con le isoleEolie,Αιόλιαι, note ad Omero e considerate la dimora del dio dei venti,Eolo.
Anche nel periodo greco l'Arcipelago rappresentò un punto nodale di incontro tra Tirreni (Etruschi), Fenici (Cartaginesi) e Greci (sia di Grecia propria che della Magna Grecia e della Sicilia, con particolari legami con le città dello Stretto e con Siracusa). Le ricche necropoli di Lipara hanno restituito vasi e materiali di importazione dalla Grecia (di Corinto, di Atene e della Ionia) e produzioni locali sfarzose. Di particolare interesse sono sia le terrecotte (mascherette teatrali epinakes votivi) che le produzioni vascolari nel IV sec. caratterizzate da crateri di importazione siceliota e campana e nel III da una pregevole produzione locale con ricco cromatismo.
Durante la prima guerra Punica le isole furono teatro degli scontri tra Roma eCartagine e Lipara fu conquistata da Roma nel252 a.C.. In epoca romana le Eolie divennero centri di commercio dello zolfo, dell'allume e del sale, del vino e del garum. Anche in questo caso le ricche oreficerie e i corredi tombali con olle di vetro e frammenti riconducibili a sarcofagi ed a statue funerarie dimostrano un buon livello di vita, probabilmente connesso alla diffusione del latifondo senatorio.
Nell'836-837 l'arcipelago è assaltato dall'armata diAl-Fadl ibn Ya'qub (poi sostituito a settembre dal nuovo governatoreaghlabideAbû 'l-Aghlâb Ibrahim ibn Allah, cugino dell'emiroZiyadat Allah I). La flotta musulmana condotta da al-Fadl ibn Yaʿqūb devasta le Isole Eolie ed espugna diverse fortezze sulla costa settentrionale della Sicilia, tra cui la vicinaTyndaris. Nell'XI secolo Lipari è conquistata daiNormanni che vi impostano una abbazia benedettina e con Ruggero II la elevano a sede vescovile.
Nel1544, quando la Spagna dichiara guerra alla Francia, il re franceseFrancesco I chiede aiuto al sultano ottomanoSolimano il Magnifico. Questi manda una flotta comandata daKhayr al-Din Barbarossa che attacca le isole Eolie, uccidendo e deportando molti dei suoi abitanti. Secondo il suo disegno le Eolie avrebbero dovuto essere l'avamposto dal quale attaccare Napoli.
Nel corso dei secoli successivi, soprattutto a partire dalla seconda metà delXVI secolo, l'arcipelago venne ripopolato con coloni provenienti principalmente dallaSicilia e dalle regioni italiane peninsulari del basso Tirreno (Calabria eCampania), i quali rinfoltirono significativamente la popolazione delle isole, andandosi a sommare all'assai meno folto gruppo di isolani nativi sopravvissuti alle devastazioni ottomane e ancora ivi residenti.[2] Inepoca borbonica l'isola di Vulcano venne utilizzata comecolonia penale per l'estrazione coatta diallume ezolfo.
Lipari: ingreco anticoLipàra (Λιπάρα ossia grassa, fruttifera) oMeligunìs (Μελιγουνίς, nome che sembra far riferimento almiele, in greco anticoméli,μέλι). Secondo un'altra ipotesi il nome deriverebbe da un tema mediterraneo da cui anche il franceselibe, col significato di "blocco di pietra".
Salina: in greco anticoDidỳmē (Διδύμη ossia gemella, in riferimento alle due principali montagne dell'isola, simili tra loro). L'attuale nome si riferisce invece a un laghetto di acqua salata in località Lingua, un tempo usato comesalina.
Vulcano: in greco anticoHierà (Ἱερά ossia sacra). L'isola era consacrata al dioEfesto, chiamatoVulcano dai romani. Da quest'ultimo deriva l'attuale nome dell'isola.
Stromboli: in greco anticoStronghỳlē (Στρογγύλη ossia rotonda).
Filicudi: in greco anticoPhoinicṑdēs (Φοινικώδης ossia "delle palme") oPhoinicùssa (Φοινικοῦσσα); entrambi i nomi derivanti dafόinix,φοῖνιξ che indica lapalma nana, ma anche laporpora.
Alicudi: in greco anticoEricṑdēs (Ἐρικώδης) oEricùssa (Ἐρικοῦσσα), con riferimento alla pianta dell'erica, in greco anticoerìkē oeréikē,ἐρίκη oἐρείκη.
Panarea: in greco anticoEuṑnymos (Eὐώνυμος ossia "di buon nome, di buona fama"). Il nome attuale, di etimologia incerta, è attestato per la prima volta nellaCosmografia ravennate nelVI-VII secolo comePagnarea.
Le isole prendono nome daldioEolo (Àiolos,Αἴολος ingreco antico), re dei venti. Secondo lamitologia greca, Eolo riparò su queste isole: viveva aLipari e riusciva a prevedere lecondizioni del tempo e i venti osservando la forma del fumo sbuffato da unvulcano attivo, probabilmente Stromboli. Grazie a questa abilità, Eolo si guadagnò grande popolarità e la fama di re dei venti, dando alle isole il suo nome. SecondoPlinio, dai greci queste isole venivano chiamate ancheEfestiadi (Hephaistiàdēs,Ἡφαιστιάδης ossia vulcanico) e conseguentemente, dai romani, assieme aAeoliae eLipari,Volcaniae.[3][4] Il nome Lipari, invece, secondo il mito proverrebbe daLiparo, eroe eponimo che colonizzò l'isola e ne divenne il re.[5]
Nel 1990 il geologo siciliano Sergio Cucchiara ha identificato una nuova specie dilucertola sullo scoglioLa Canna, vicina a Filicudi: laPodarcis raffonei sottospecieCucchiarai, registrata all'Università di Palermo ed anche al British Museum di Londra. Sono in seguito state riscontrate altre sottospecie di tale lucertola presso lo Scoglio Faraglione di Salina, Strombolicchio e l'isola di Vulcano. Nell'anno2000 le Isole Eolie sono state insignite del titolo diPatrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, come riserva della biosfera nonché come patrimonio culturale.
Le diverse "culture" dell'arcipelago eoliano sono attestate e illustrate nelMuseo archeologico regionale eoliano, nel quale sono conservati reperti dall'età preistorica (sin dal 5000 a.C.) alla greco-romana (dal VI sec. a.C. al VI d.C.) e medievale (età bizantina e normanno-sveva) illustrate da una ricchissima produzione di testi specialistici e didattici[7] e nelle sue sedi distaccate di Filicudi e Panarea. Il museo, fondato daLuigi Bernabò Brea e dalla moglie Madeleine Cavalier, è costituito da tre grandi edifici dedicati alla Preistoria, alla città greco-romana, alle Iscrizioni e alla documentazione degli aspetti vulcanologici dell'arcipelago.
Gli asini rappresentano ancora un mezzo di trasporto nelle zone prive di strade, soprattutto delle isole minori
Arco Eoliano, con linee di costa e isobate di 500 m.Isole Eolie in grigio e nome in carattere di colore nero;montagne sottomarine in carattere di colore rosso.
^Per la corretta grafia della maggior parte dei toponimi in greco antico qui citati, cfr. p. es. : Lorenzo Rocci,Vocabolario greco-italiano, 7ª ed., Roma - Città di Castello, Soc. Dante Alighieri - S. Lapi, 1952 ed edd. succ.; F. Schenkl e F. Brunetti,Dizionario greco - italiano / italiano - greco, La Spezia, Melita, 1991,ISBN 88-403-6693-8.
^M.P. Marani, F. Gamberi, E. Bonatti (eds), "From seafloor to deep mantle: architecture of the Thyrrhenian backarc basin",Memorie descrittive della Carta Geologica d'Italia, vol. XLIV,APAT, Servizio Geologico d'Italia, 2004[1][collegamento interrotto].
Leopoldo Zagami,Le isole Eolie tra leggenda e storia, Pungitopo Editrice, Marina di Patti, 1993,ISBN 88-85328-31-8.
Sergio Giani,Le piante medicinali delle isole Eolie, Pungitopo Editrice, Marina di Patti, 1996,ISBN 978-88-85328-52-5.
Angelo Mammana,Le sorgenti delle isole Eolie, Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2006,ISBN 978-88-73510-97-0.
Jean Houel,Viaggio di un pittore alle isole Eolie, edizione a cura di Giuseppe Buzzanca e Lucio Falcone, Pungitopo Editrice, Marina di Patti, 2004,ISBN 88-89244-01-1.
Luigi Salvatore d'Austria,Le Isole Eolie. Paesaggio e architettura nelle stampe dell'800, Pungitopo Editrice, Marina di Patti, 2004,ISBN 978-88-89244-03-6.
Alexandre Dumas,Viaggio nelle Eolie, traduzione di Angelita La Spada, Pungitopo Editrice, Marina di Patti, 2007,ISBN 88-85328-74-1.
Lucio Falcone e Angelita La Spada,Cucina eoliana, Pungitopo Editrice, Marina di Patti, 2007,ISBN 88-85328-98-9.
Clara Raimondi,Alle Eolie sulla scia di Ulisse. I diari dei grandi viaggiatori del passato, Centro Studi Eoliano, Lipari, 2008,ISBN 978-88-90191-17-6.
Michele Giacomantonio,Navigando nella storia delle Eolie, Pungitopo Editrice, Marina di Patti, 2010,ISBN 978-88-89244-67-8.
Massimo Marino,Era come andare sulla Luna. Il difficile viaggio degli emigranti eoliani: storie, immagini, documenti, dati, Centro Studio Eoliano, Lipari, 2010,ISBN 978-88-73510-97-0.
Giuseppe La Greca,Curzio Malaparte alle Isola Eolie. Vita al confino, amori, opere, Centro Studi Eoliano, Lipari, 2012,ISBN 978-88-97088-01-1.
Macrina Marilena Maffei,Donne di mare. Una storia sommersa dell'arcipelago eoliano, Pungitopo Editrice, Marina di Patti, 2013,ISBN 978-88-97601-22-7.
Pietro Lo Cascio,«Cose diverse dalle vulcaniche». Le Eolie dell'Ottocento esplorate da Mandralisca e altri naturalisti, Pungitopo Editrice, Gioiosa Marea, 2014,ISBN 978-88-97601-39-5.