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Isola di Ponza

Coordinate:40°54′N 12°58′E40°54′N,12°58′E
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Ponza
Geografia fisica
LocalizzazioneGolfo di Gaeta (Mar Tirreno)
Coordinate40°54′N 12°58′E40°54′N,12°58′E
ArcipelagoIsole Ponziane
Superficie7,5km²
Altitudine massima280 m s.l.m.
Geografia politica
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lazio
Provincia  Latina
ComunePonza
Demografia
Abitanti3360
Densità414 ab./km²
Cartografia
Mappa di localizzazione: Lazio
Ponza
Ponza
voci di isole d'Italia presenti su Wikipedia
Isola di Ponza
Chiaia di Luna
StatoItalia (bandiera) Italia
Altezza280 m s.l.m.
Ultima eruzionePleistocene
Codice VNUM211814
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Ponza è un'isola situata nel marMar Tirreno centrale, davanti alGolfo di Gaeta a 21miglia nautiche a sud diSan Felice Circeo. È la maggiore isola per estensione dell'arcipelago delleisole Ponziane, di cui fanno parte ancheGavi,Zannone,Palmarola,Ventotene eSanto Stefano. Di esse, soltanto Ponza e Ventotene sono abitate permanentemente.

Appartenente allaprovincia di Latina, nelLazio, in passato ha fatto parte dellaprovincia di Terra di Lavoro.[1]

Si estende dal Faraglione La Guardia, a sud, segnalato dalfaro di Punta della Guardia, alla Punta dell'Incenso, a nord-est, e presenta una forma stretta e allungata che ricorda la lettera "i" dell'alfabeto, il cui puntino è rappresentato dall'isola di Gavi. Quest'ultima è separata da Ponza da un braccio di mare di appena 120 metri.

Geografia

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Ponza ha una superficie di7,5 km² ed è prevalentemente collinare. È sovrastata a nord dal monte Schiavone (157 m), al centro dai monti Core (201 m), Tre Venti (177 m) e Pagliaro (177 m) e raggiunge la massima altitudine con i280 m del monte Guardia, posto esattamente all'estremità meridionale dell'isola.

Il Semaforo, sul monte Guardia, è il punto più alto dell'isola.

Per una lunghezza di25 km si estendono le sue coste frastagliate e per lo più rocciose, composte dacaolino etufi, a dimostrazione, (insieme ai numerosicrateri vulcanici spenti ma tutt'oggi riconoscibili) dell'originevulcanica dell'isola. L'unica costa ad essere bassa è quella dell'insenatura in cui sorgono il porto di Sant'Antonio, Giancos e Santa Maria, poiché derivata da un lungo processo di accumulo di detriti di natura torrentizia, che hanno dato origine all'attuale valle fertile.

Tutte le spiagge sono caratterizzate da ghiaia e sassi, dovuti all'erosione da parte del vento e del mare delle pareti rocciose in cui si sviluppano. L'unica a presentare anche un misto di sabbia fina è la celebre spiaggia diChiaia di Luna (sud-ovest), circondata da un'ampia scogliera a picco sul mare. Essa viene prediletta ogni anno da migliaia di turisti e appassionatisubacquei per la numerosa presenza di grotte sottomarine e di scogliere, collocate anche nel resto dell'isola.

Famosi sono anche la Scogliera e i Faraglioni di Lucia Rosa, che prendono il nome dalla protagonista di una tragedia realmente accaduta nelXIX secolo. Lucia Rosa era una giovane donna di diciannove anni, innamorata di un misero contadino ma impedita a sposarlo per l'opposizione della famiglia: la ragazza, in preda alla disperazione, sisuicidò gettandosi dall'alta scogliera, che venne ribattezzata in suo nome dagli abitanti del posto.

La vegetazione è tipicamentemediterranea, con prevalenza diagavi,fichi d'India,ginestre,fillirea,mirto, palma nana,leccio,ginepro,lentisco eoleastro.

La fauna terrestre non è molto ricca, a differenza di quella marina che vede una molteplicità di specie come la verdesca, tracina drago, totano, tonno, tombarello, sugarello, squalo volpe, spigola ecc.

Il clima ha caratteristiche subtropicali mediterranee con moderata escursione, determinata dalla presenza di alta pressione.

Storia

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L'isola di Ponza è popolata fin dalNeolitico, ma i suoi principali centri nacquero sotto la dominazione deiVolsci. Occupata in un primo tempo daiFenici, che l'adibirono a scalo commerciale, nell'VIII secolo a.C. fu colonizzata daiGreci, cui è attribuibile unipogeo funerario e, secondo numerosi storici, l'acquedotto di Le Forna. Anche il nome deriverebbe dalgreco anticoPòntos,Πόντος oPontia,Πόντια, ossia «mare».

Ponza e l'arcipelago passaronocolonia romana nel 312 a.C. quando la ormai fiorente e potente repubblica romana si accordò con i Volsci creando una colonia alleata. I romani avevano intuito non solo l'importanza strategica ma anche quella economica dell'arcipelago. L'isola infatti nel 209 a. C. durante laseconda guerra punica fu una delle 18 colonie su 30 che fornì navi, uomini e ricchezze per sostenere Roma nel conflitto. Questo non vuol dire che Ponza godesse allora dellacivitas optimo iure (piena cittadinanza romana), ma il suo atteggiamento le fece ottenere da Roma degli sgravi fiscali fino all'89 a.C. quando a seguito della guerra interna scatenata dai popoli italici contro Roma, divenuti oramai schiavi e non più alleati, anche Ponza acquisiva la piena cittadinanza romana, che la rendeva un punto strategico fondamentale per il controllo del mar Tirreno centrale.

Una volta acquisita la cittadinanza romana, Ponza si sviluppo enormemente diventando una fiorente e popolata cittadina che ospitava numerose e sfarzose villepatrizie. Nonostante la trasformazione in luogo di esilio per illustri personaggi politici, da parte dell'imperatore Augusto, l'isola diventò meta turistica anche per i patrizi romani, che costruirono un'enorme villa con annesso teatro (ancora intuibile seppur sommerso dalle viti) nella zona di punta Madonna, dove sotto sono ancora visibili le grotte di Pilato (che non c'entravano niente conPonzio Pilato in quanto utilizzate per la pesca).

Vennero costruiti diversiacquedotti (il più grande arriva dalle Forna fino a S. Maria), dighe e numerosi serbatoi idrici (Piscinae Limariae). Questi ultimi di notevoli dimensioni assieme ad alcune piccole fonti di acqua sorgiva, servivano al fabbisogno degli abitanti dell'isola, al rifornimento di navi mercantili e al rifornimento dell'intera flotta romana. Il fabbisogno di acqua fece appunto nascere la necessità di costruire dei serbatoi e alcuni di essi erano di dimensioni notevoli. Ci fu un grande lavoro di ricerca e studio per scegliere la posizione dove costruire questi serbatoi. Molti di questi si trovano nella zona meridionale dell'isola soprattutto per la presenza del porto allora ubicato a S. Maria, ma probabilmente anche perché la conformazione geomorfologica particolarmente ricca di gole con canali più o meno naturali, adatti per la raccolta dell'acqua, avrebbe reso più facile l'insediamento urbano.

Importante fu anche l'opera portuale che venne creata nella zona di S. Maria, l'imboccatura del porto era posizionata dove attualmente vi è la spiaggia, e raggiungeva l'interno fino alla depressione che è racchiusa tra le attuali via Pezza e via Staglio. Oggi l'aspetto della zona è completamente cambiato, infatti i primi monaci presenti sull'isola trovarono in quella zona un enorme bacino idrico chiuso verso il mare da una enorme battigia che probabilmente negli anni è avanzata fino a chiudere la baia. Oggi vi sono invece case, strade, canneti, terreni coltivati e, inseriti nel paesaggio urbano, reperti archeologici. Furono creati due lunghi tunnel (ancora utilizzati dalle macchine) che univano il porto di Santa Maria alle ville, appoggiate alle colline dove adesso è sito il porto nuovo. Quasi tutte queste ville sono state distrutte o usate come materiale edilizio per costruirvi sopra le nuove costruzioni. Fino a qualche anno fa erano ancora visibili, in un negozio di souvenir, il resti di un tempio dedicato aldio Mitra. Nell'Isola non è mai stata fatta alcuna protezione delle rovine romane neanche in tempi recenti.

Sull'isola si sviluppò anche l'attività cantieristica, che godeva della facilità di reperire legname dai rigogliosi boschi di pino e querce presenti nell'arcipelago, purtroppo questo portò alla prima grande deforestazione. Si sviluppò anche un vero e proprio traffico marittimo: infatti sull'isola venivano comprate e vendute ogni genere di mercanzie, e inoltre la popolazione crebbe incredibilmente fino ad arrivare a quasi 20 000 abitanti.

Con il declino dell'impero romano, anche l'interesse verso le isole incominciò ad affievolirsi e l'arcipelago cominciò a vivere di vita propria. Gli ultimi stralci di un'epoca oramai sorpassata, si manifestavano nel possesso di Ventotene, mantenuto per pochi anni ancora dall'imperatore di Oriente; come base logistica avanzata e porto verso l'occidente.

NelMedioevo rimase un fiorente centro religioso (nel537 morì nella vicinaPalmarolapapa Silverio, che tutt'oggi è patrono del Comune di Ponza, festeggiato il 20 giugno) e commerciale, grazie all'opera deimonaci benedettini, i quali eressero l'abbazia di Santa Maria. Ma l'opera dei frati fu pressoché vanificata quando, a partire dalIX secolo, Ponza fu oggetto di feroci razzie da parte deipiratisaraceni.

Solo nel1202 l'isola tornò all'antica importanza, grazie allaBolla con cuipapa Innocenzo III riaffidò ai fraticistercensi l'abbazia di Santa Maria, la quale nel1233 venne «incorporata» nellaBasilica di Sant'Anastasia al Palatino fuori le mura diRoma.

Nel1300 le acque di Ponza furono teatro della battaglia navale con cuiRuggero di Lauria,duca di Calabria, sconfisse l'ammiraglioCorrado Doria, al soldo delre di SiciliaFederico III di Aragona. Nel1322 l'isola passò alle dipendenze dell'abbazia di Fossanova (con la bolla dipapa Onorio III). Una nuova battaglia ebbe luogo nel1435, al momento dell'assedio di Gaeta di quell'anno, quando l'ammiraglio genoveseBiagio Assereto, per la casata degliAngioini, sconfisse la flotta diAlfonso Ire d'Aragona, che incominciava a nutrire mire di conquista dell'isola. Ma nel1454 Ponza fu occupata dagli Aragonesi, che scacciarono i monaci cistercensi dall'isola: questi, rifugiatisi aFormia, fondarono la chiesa di Santa Maria di Ponza.

Punta del Papa.

Nel1542Carlo V,re di Spagna e imperatore, concesse infeudo l'isola aPier Luigi Farnese (parente deiDuchi di Parma, che ne erediteranno il titolo su Ponza), con l'obbligo di difenderla dagli attacchi pirateschi, che mai del tutto erano cessati. Dopo che nel1534 il saracenoKhair-ad-Din (conosciuto come ilPirata Barbarossa) aveva messo a ferro e fuoco l'isola, nel1552 una nuova incursione, compiuta dal corsaroDragut, portò morte e distruzione a Ponza.

Nel 1584, sotto il governo di reFilippo II di Spagna, sovrano di Sicilia, si stabilì che ilPapa non aveva nessun diritto su Ponza e le altre isole.[2]

Nel1655 si verificò un'ulteriore feroce razzia compiuta daiturchi, i quali fecero pure saltare la torre del porto.

Dopo un breve periodo di presidio austriaco, nel1734Elisabetta Farnese, madre diCarlo III di Spagnare di Napoli, cedette l'intero arcipelago delle Ponziane al figlio, il quale rese le isole beni privati della corona e ne avviò un'intensa colonizzazione, facendovi pervenire coloni soprattutto daIschia. Tra i principali obiettivi borbonici vi fu anche la difesa dagli attacchi corsari: nel1757 una flotta di navi napoletane, cui si erano unite anche galee da guerramaltesi epontificie, sconfissero presso l'isola di Palmarola un manipolo di navi turche, e da allora l'arcipelago divenne sicuro.

Ilfortino di Frontone.

Nel1768 reFerdinando IV avviò una fase di miglioramento delle condizioni economiche degli isolani. Inviati tecnici per dirigere i lavori, questi durarono fino al1793, svolti da alcune centinaia di forzati ergastolani, che poi nel1795 furono rinchiusi nel nuovocarcere di Ponza. In particolare Ponza fu colonizzata da 52 famiglie ischitane per complessive 130 persone nel XVII secolo dopo esser stata praticamente disabitata per circa 2 secoli per le incursioni saracene. Gli attuali abitanti di Ponza discendono proprio da quelle famiglie ischitane.

In questa seconda fase furono avviate e portate a compimento le opere pubbliche che ancor oggi caratterizzano l'arcipelago: sotto la guida diAntonio Winspeare, Ufficiale del Genio, e dell'ingegnereFrancesco Carpi furono realizzati il Porto di Ponza con la caratteristica quinta curvilinea di abitazioni su due livelli stradali, il cimitero, la fortezza, il palazzo degli Uffici (oggi sede del Comune) la chiesa, il Forte Papa alle Forna, l'abitato diVentotene e il suo piccolo porto, detto Pozzillo dato che le ripide quinte semicircolari (simili a quelle del porto di Ponza) innestate sull'antico Porto romano ben salvaguardato, richiamano le pareti di un pozzo.

A prescindere dalle sensazioni indotte dall'uso, anche l'Ergastolo diSanto Stefano, dovuto agli stessi Carpi e Winspeare è opera di notevole rilievo: pianta a ferro di cavallo e Cappella/punto di osservazione centrale, ispirati ai principi delPanopticon del britannicoJeremy Bentham.

Nel1808 le Isole Ponziane furono occupate dalle truppe napoleoniche diGioacchino Murat, sottraendole al dominio borbonico.

Nel1813 Ponzafu occupata dagliinglesi guidati dall'ammiraglioCarlo Napier, che venne nominato conte dell'isola. Ma due anni dopo ilTrattato di Vienna restituì l'isola ai Borboni.

Nel1857 Ponza fu raggiunta dalla spedizione del patriotaCarlo Pisacane, che si era impadronito delCagliari, un piroscafo che faceva la spola tra ilcapoluogo sardo eGenova. Giunto nel pomeriggio del 27 giugno a Ponza, Pisacane liberò i detenuti del carcere, con essi si recò aPalazzo Tagliamonte ove distrussero l'archivio dell'isola, e quindi ricostituì la sua spedizione contro ilRegno delle Due Sicilie. L'impresa finì poi tragicamente, dopo lo sbarco diSapri del 28 giugno.

Nel1860, in vista dellaBattaglia del Volturno, la guarnigione borbonica veniva richiamata sulla terraferma. L'isolarimase sotto controllo borbonico finché venne occupata dai garibaldini il 7 novembre 1860 e nel1861 Ponza fu annessa alRegno d'Italia.

Nei primi anni del XX secolo i nobiliColonna si trasferirono a Terranova Pausania, l'attualeOlbia, attivando in Sardegna un'importante industria casearia. Li seguirono alcuni nuclei di ponzesi che resero operanti diversi esercizi commerciali, dedicandosi anche alla pesca, soprattutto nell'isolaTavolara.

La spiaggia di Frontone e la vecchia miniera.

Nel1928 ilregime fascista destinò Ponza a luogo diconfino degli oppositori politici. "Condannati" dalle apposite Commissioni provinciali,[3] vi furono inviati, fra i tanti,Giorgio Amendola,Lelio Basso,Pietro Nenni,Alessandro Grassi Ormisda,Mauro Scoccimarro,Giuseppe Romita,Pietro Secchia eUmberto Terracini[4]. Lo stessoMussolini fu poi prigioniero nell'isola dal 27 luglio al 7 agosto1943.

Nel1935 venne avviato lo sfruttamento delgiacimento dibentonite a Le Forna (miniera "Samip" - Società Azionaria Miniere Isole Pontine-), che rimase attivo fino al1975. La realizzazione dellaminiera di Ponza costò l'esproprio di qualche terreno, ma diede lavoro a circa 150 uomini, oltre al traffico marittimo per il trasporto del minerale in continente. Tuttavia l'isola dovette pagare la devastazione di una delle sue cale più belle e non pochi casi disilicosi tra gli operai addetti.

Nelle località di Frontone e di Capobianco vi furono anche delle miniere diperlite (una matrice grigiastra di ceneri elapilli debolmente cementata e inglobante dei proietti vulcanici nerastri e vetrosi), attualmente dismesse.

Amministrazione e centri abitati

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Lo stesso argomento in dettaglio:Ponza (comune).

L'isola di Ponza forma conZannone (disabitata),Palmarola (abitata solo nel periodo estivo) eGavi (abitata da poche persone nei periodi estivi) ilComune di Ponza (9,87 km² con 3 107 abitanti).

Principale luogo e sede comunale è la cittadina di Ponza, posta nella parte centro-meridionale, sulla costa orientale. Vicine al centro di Ponza sorgono Guarini, Giancos, I Conti e Santa Maria, mentre a nord si trovano le località di Campo Inglese e di Le Forna.

Cala Feola.

Economia e collegamenti

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Il settore trainante dell'economia locale è ilturismo balneare. Ogni anno, specialmente d'estate, giungono sull'isola migliaia di bagnanti e appassionati diimmersioni subacquee. Anche per questo i centri abitati sono disseminati di stabilimenti balneari, hotel, ristoranti e locali notturni, oltre che didiving center.

Parte degli abitanti si dedica inoltre alla pesca e, in misura minore, allacoltivazione della vite, anche se le attività agricole si sono molto ridotte dopo lo sviluppo del turismo.

Dotata di un sistema viario interno, l'isola è raggiungibile dalla terraferma grazie ad aliscafi (Vetor Aliscafi) e traghetti che collegano il porto di Ponza conAnzio,San Felice Circeo,Formia,Terracina eNapoli.

Subacquea

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Il mare in prossimità di Punta del Papa.

Per via delle coste frastagliate, di origine vulcanica, che offrono un ambiente subacqueo estremamente vario,[5] Ponza è visitata ogni anno da un gran numero disub.

Vari i punti di interesse conosciuti:

  • "Le Formiche", un gruppo di scogli affioranti, considerati[5] l'immersione più interessante dell'isola per via dei canaloni a 30 metri di profondità che si affacciano su un gradone che digrada fino a oltre 50 metri, dove lagorgonia rossa è visitata damurene ecernie;
  • "Punta della Guardia", franata ricca di saraghi e cernie da un lato e parete dall'altro lato, fino a 42 metri di profondità;
  • la"Secca di Mezzogiorno", che sale dal fondo marino a circa un miglio daPalmarola da 80 a 40 metri, ricoperta[5] di gorgonie rosse e abitata daaragoste, cernie e murene;
  • lo"Scoglio della Botte", a otto miglia dall'isola, con due grotte situate a 36 e 27 metri di profondità.[6] Qui fanno da padroni i gamberiPlesionika narval, abbondantissimi all'interno;
  • "Punta del Papa", rinomata per le gorgonie, una parete fino ai 36 metri di profondità[6] ricca di spaccature.

Note

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  1. ^Lo attesta un decreto diGioacchino Napoleone dell'11 marzo 1810: «L'isola di Ponza colle isolette di Gavi, Palmerola e Zannone continueranno ad appartenere alla provincia di Terra di lavoro ed al distretto di Gaeta, facendo parte del circondario diFondi. In Ponza risederà un aggiunto al giudice di pace, e vi sarà un eletto di polizia ed un aggiunto incaricato degli atti dello stato civile»; Ventotene e Santo Stefano rientravano invece nel «distretto diPozzuoli» (Bullettino delle leggi del Regno di Napoli, Fonderia Reale, e Stamperia del Ministero della Segreteria di stato, 1812, p. 257).
  2. ^Pietro Giannone,Istoria civile del Regno di Napoli, tomo 3, 1753, p. 396.
  3. ^Confino politico, suanpi.it.URL consultato il 18 febbraio 2025.
  4. ^G. Amendola,Un'isola,1979,Rizzoli Editore
  5. ^abcPonza, «Mondo Sommerso», 2007, 03, 148-149.
  6. ^abCarlo Ravenna.Un esercito di gamberi, «Sub», 2007, 03, 100-103.

Bibliografia

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Pasquale Mattej, Frontespizio di "Arcipelago Ponziano" in bibliografiaMattej.
  • Pasquale Mattej,L'arcipelago ponziano: memorie storiche artistiche, Napoli, 1857,SBN SBL0726620.
  • Conrad Haller (l'ultramontain),Tableau topographique et historique des isles d'Ischia, de Ponza, de Vandotena, de Procida et de Nisida, du Cap de Misène et du Mont Pausilipe, Naples, Porcelli, 1822, pp. 185-203. Versione italiana:Topografia e storia delle isole di Ischia, Ponza, Ventotene, Procida, Nisida e di Capo Miseno e del Monte Posillipo, traduzione di Antonio Tommaselli, Napoli, Grimaldi, 2005.
  • Luigi Maria Dies,Ponza, perla di Roma. Guida storico-turistica dell'isola di Ponza nel Tirreno, presentazione del prof. Amedeo Maiuri, Roma, Atena, 1950.
  • Orseolo Fasolo,Case in grotta di Ponza e loro probabile origine gitana. Case per l'acqua in un paese senza acqua, inQuaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura, LI, 1962, pp. 14-24.
  • Maarten J. Vermaseren,The Mithraeum at Ponza (Mithriaca, II), Leiden, Brill, 1974.
  • Giuliano Sacchi, Carla Sacchi Bresciani,Appunti per una proposta di ristrutturazione urbanistica dell'Arcipelago Ponziano: Ponza, Palmarola, Zannone, Roma, Mazzini, 1976.
  • Silverio Corvisieri,All'isola di Ponza: regno borbonico e Italia nella storia di un'isola (1734-1984), Roma, Il Mare, 1985.
  • Leonardo Lombardi,Ponza. Impianti idraulici romani, Roma, Palombi, 1996.
  • Raffaele Lemme, Marcella Morlacchi,Ponza: l'immagine di un'isola. Architettura, colore, arredo, Roma, Gangemi, 2005.
  • Arturo Gallia, Le risorse idriche nell'isola di Ponza. Usi, saperi, dinamiche territoriali e geostoriche, 2019.

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