Nel 2025 lapopolazione era di 397 576 abitanti; ciò la rende uno dei Paesi meno popolati d'Europa. La capitale èReykjavík, città più popolosa con circa 140 000 abitanti. Collocata sulladorsale medio atlantica, l'Islanda presenta una marcata attivitàvulcanica egeotermica, che ne caratterizza fortemente il paesaggio.
L'interno costituito principalmente daaltopiano desertico,montagne eghiacciai, da cui moltifiumi glaciali scorrono verso il mare, attraversando lepianure. Il clima dell'isola è piuttosto variegato: a nord è spiccatamentepolare, così come al centro, mentre nel resto dell'isola il clima èoceanico freddo grazie allacorrente del Golfo, che ne consente una buona abitabilità.
Il toponimo "Islanda" deriva dall'islandeseÍsland, terminenorreno che significa "terra del ghiaccio", "terra ghiacciata",[7] concetto che è ben presente anche nell'odierna traduzione ingleseIceland.
L'isola ha avuto varie denominazioni nel corso della storia. Secondo la tradizione tramandata dalLandnámabók, manoscritto che narra l'insediamento nell'isola, a darle per primo un appellativo prossimo al moderno nome fu il navigatore vichingoNaddoður:
(islandese)
«Svo er sagt, að menn skyldu fara úr Noregi til Færeyja; nefna sumir til Naddodd víking; en þá rak vestur í haf og fundu þar land mikið. Þeir gengu upp í Austfjörðum á fjall eitt hátt og sáust um víða, ef þeir sæju reyki eða nokkur líkindi til þess, að landið væri byggt, og sáu þeir það ekki. Þeir fóru aftur um haustið til Færeyja; og er þeir sigldu af landinu, féll snær mikill á fjöll, og fyrir það kölluðu þeir landið Snæland.»
(italiano) «Si dice che una volta alcuni uomini partirono dalla Norvegia alla volta delle isole Fær Øer; certi aggiungono che tra di loro c'era ancheNaddoddr il Vichingo; ma questi si spinsero troppo a ovest in alto mare e lì trovarono una terra molto estesa. Dopo essere sbarcati in un fiordo sulla costa orientale, scalarono un monte elevato e si guardarono attorno, in lungo e in largo, per osservare se c'era traccia di fumo, o qualsiasi altro indizio [che indicasse loro] se quel territorio fosse abitato, ma non riuscirono a vedere nulla di tutto questo.
Nel periodo autunnale fecero vela per le isole Fær Øer e quando ritornarono era caduta molta neve ricoprendo le montagne, motivo per cui essi battezzarono quella terra Snaeland.»
È conosciuto il nome di un altro esploratore che scoprì che quella terra era un'isola: Garðar Svavarsson, che diede a quel luogo il suo nome (Garðarshólmur).[9]
Il nome definitivo venne concepito daFlóki Vilgerðarson, che nel definire quella terraÍsland molto probabilmente voleva fare allusione al paesaggio invernale islandese.[7]
La distanza dal continente europeo e da terre densamente popolate, nonché la difficoltà nel solcare le impetuose correnti delMar di Norvegia e il clima freddo, sono causa dell'esclusione dell'Islanda dai movimenti migratori dell'uomo per lungo tempo, almeno fino a quando le innovazioni tecnologiche non permisero di intraprendere viaggi di lunga durata.[10]
Non si hanno certezze su quali siano stati i primi scopritori ed esploratori dell'isola, tanto che si ipotizza che alcune informazioni siano celate dietro le carte e le fonti che riportano la leggendariaisola di Thule, a partire dal suo presunto scopritore, il grecoPitea. Quello che invece è certo è che l'Islanda fu inizialmente abitata da monacianacoreti irlandesi[11], iPapar, che, seguendo l'esempio disan Brandano di Clonfert, portavano a termine viaggi perigliosi per mettere alla prova la propria fede. Forse i monaci interpretarono il consistente movimento migratorio degli uccelli come probabile presenza di una terra di notevoli dimensioni al di là dell'oceano, intuizione potenzialmente agevolata dalla relativa vicinanza delleisole Fær Øer (450 km), visitate dagli eremiti irlandesi già nelVI secolo.[10]
Sta di fatto che già all'inizio del IX secolo i monaci irlandesi sapevano raggiungere l'isola e qualcuno di essi vi aveva trascorso un considerevole periodo di permanenza. Tuttavia non vi sono testimonianze di grandi migrazioni umane o della fondazione di un insediamento permanente sull'isola risalenti all'epoca precedente l'arrivo degli esploratori vichinghi o ancora la sopravvivenza di ceppi genetici di parentela tra gli animali d'allevamento islandesi e quelli irlandesi.[10]
Animazione riguardo alla cronologia dei ritrovamenti di monete romane in Islanda
Nel corso del XX secolo il ritrovamento di sei monete romane, per la precisione treantoniniani di rame nella contea di Suður-Múlasýsla (negli anni 1905, 1923, 1933), un altro antoniniano (nel 1966 aHvítárholt) e duedupondi, scoperti il primo nel 1991 nell'arcipelago delle isole Vestmann e il secondo nel 1993 durante uno scavo condotto sulla collina diArnarhóll, destò un certo scalpore.
Da allora molti studiosi, islandesi e no, si sono interrogati sull'origine di queste monete, elaborando teorie tra le quali le due più accreditate sostengono che le monete fossero il frutto degli scambi commerciali dei Vichinghi oppure che furono trasportate da una nave romana andata alla deriva.
Gli eremitibritannici se ne andarono quando, tra il IX e il X secolo, dopo le esplorazioni diNaddoddr eGardar Svavarsson[9], iniziò la colonizzazione norvegese che li infastidì a causa della religione dei nuovi arrivati.[12]
Venne istituito uno dei più antichi parlamenti d'Europa, l'Alþingi,[13] a cui partecipavano i capi religiosi (góðar) e i membri della piccola borghesia dell'isola e dal quale dipendeva anche il sistema giudiziario.[14]
A seguito della decisione delre di Norvegia di convertirsi al cristianesimo, nel 999 l'Islanda divenne un territorio cristiano, sempre però sottomesso aigóðar, che adesso erano potenti uomini di Chiesa.[12] In quell'epoca iniziò per l'isola un periodo di crescita economica e di pace.[15]
L'Islanda fu saccheggiata da eserciti stranieri. Queste invasioni provocarono spaccature nel governo dell'isola e le lotte di potere aumentarono il disordine. Questa situazione diede l'occasione a re Hákon di Norvegia di intervenire offrendo la propria protezione. Il popolo islandese dovette fare buon viso a cattivo gioco. Il governo locale venne sciolto e gli islandesi giurarono fedeltà al re norvegese.
Con ilVecchio Patto venne creata nel 1262 una specie di confederazione e formulato un nuovo codice di leggi (1281), detto Jónsbók, che sanciva l'annessione dell'Islanda alla Norvegia. Nel secolo successivo, tre eruzioni delvulcanoHekla (1300, 1341 e 1389), portarono morte e distruzione nell'Islanda meridionale. Anche le malattie flagellarono il Paese e, quando lapeste che stava colpendo tutta l'Europa arrivò anche in Norvegia, cessarono i commerci e i rifornimenti dalla terraferma.[16]
Nel 1397 l'Unione di Kalmar (Norvegia,Svezia,Danimarca), portò l'Islanda, quale provincia norvegese, sotto il dominio danese. Tutti i beni della Chiesa furono requisiti dallo Stato danese con la riforma del 1550. La fine del XVI secolo vide una forte carestia, provocata da quattro freddissimi inverni consecutivi, che portarono alla morte di oltre 9 000 persone. Lo sviluppo dell'isola fu bloccato da monopoli commerciali.
Nel 1552 la popolazione islandese dovette seguire (su ordine del regno danese) laRiforma protestante. Ancora nel ventunesimo secolo la maggioranza degli islandesi è di confessione evangelica. Il XVII e il XVIII secolo portarono numerosi disastri naturali. Nel 1636 il vulcano Hekla eruttò per sette mesi consecutivi, eruzione che si ripeté nel 1693. Vi furono ancora eruzioni nel 1660 e nel 1755 da parte delKatla. Nel 1727 esplose l'Öræfi e nel 1783 ilLakagígar eruttò per dieci mesi consecutivi. A causa di ciò, si diffuse una nube velenosa che distrusse pascoli e colture, provocando una carestia che negli anni successivi ridusse la popolazione del 20%.
Lapace di Kiel nel 1814 confermò ulteriormente la sovranità danese sull'Islanda. Il 1º dicembre 1918 venne fondato ilRegno d'Islanda, che consentiva all'isola l'autonomia dalla Danimarca, ma sempre in unione con la corona danese.
Il reHaakon VI di Norvegia sposò la principessa islandeseMargherita I, figlia diValdemaro IV di Danimarca. Alla morte di Valdemaro IV (1375), il figlio di Margherita e Haakon,Olaf, divenne re danese. Ereditò tutte le terre alla morte del padre. Nel 1380 l'Islanda divenne danese, e nel 1383, quando Olaf raggiunse l'età per poter governare, gli islandesi gli giurarono fedeltà. Nel 1387 morì e gli succedetteMargherita I di Danimarca[17].
Lapeste nera toccò laNorvegia, come molti altri Paesi europei, nel 1349-50[17]. Non si sa il numero esatto di vittime, ma si stima che siano state tra un terzo e la metà della popolazione. Ci furono molte conseguenze. Molte fattorie vennero abbandonate e vennero donate alla Chiesa. Persino la cultura islandese ne fu rallentata[20]. Ci si mise molto tempo per riprendersi da tale epidemia, e per di più un'altra ne seguì nel 1494-1495[21]. Nel quindicesimo secolo le riserve di pesce divennero molto preziose in ragione della forte richiesta europea. I mercanti norvegesi, che controllarono il commercio islandese per un po', videro iTedeschianseatici diventare più importanti durante tali cambiamenti. Viene chiamatoSecolo degli inglesi, a causa di una grande massa di pescatoriinglesi che si trasferirono in acque islandesi[22].
Il commercio conAmburgo raggiunse il suo massimo nel 1530 e grazie a questo si diffuse il luteranesimo. InDanimarca,Cristiano III confiscò i beni ecclesiastici e licenziò il clero. L'avvento norvegese diTrondheim, Engelbrekt Engelbrektsson, resistette fino al 1537 prima che il luteranesimo fosse imposto in Norvegia[17].
In Islanda persistette il cattolicesimo e l'avvento del vescovo diHólar í Hjaltadal,Jón Arason, permise alla Chiesa cattolica di tornare in possesso dei beni confiscati e di cacciare il clero protestante. Nel 1540, Arason si procurò unamacchina da stampa, la prima nel Paese. Appartenente a una potente famiglia isolana, figura come re non coronato in Islanda[17][23]. Venne fatto prigioniero e decapitato il 7 novembre 1550[17]. L'anno successivo Cristiano III inviò in Islanda un contingente di 300 uomini che organizzò un processo postumo e legalizzò l'esecuzione.
Nel 1573 in Islanda arrivò il governo Riksråd («Consiglio reale») danese. Divenne così vassallo della corona.[17]
Nel 1627 una spedizionepiratescaottomana raggiunse l'Islanda sotto il comando diMurat Reis, governatore diOualidia: tra il 20 giugno e il 19 luglio ridusse inschiavitù dai 400 agli 800 islandesi. In Islanda tale avvenimento è ricordato comeTyrkjaránið.
Il 1700 fu un secolo difficile per gli islandesi, soprattutto per una povertà quasi epidemica e l'irrigidimento del clima.
Molta gente morì di fame, provocando una drastica diminuzione della popolazione[17]. Nel 1700 salì al tronoFederico IV di Danimarca, che nominò una commissione formata daÁrni Magnússon e Páll Vídalín, inviati alla ricerca di soluzioni[17]. Nell'arco di dieci anni si rivelarono piuttosto efficaci[17], ma nel 1707 una terribile epidemia divaiolo uccise migliaia di persone, un terzo del totale[17].
Nel XVIII secolo si sviluppò ilpietismo. Nel 1741 due teologi, l'islandeseJón Þorkelsson e il daneseLudvig Harboe, vennero mandati in Islanda per «aiutare il popolo»: si occuparono dell'educazione giovanile e contrastarono l'apprendimento dellesaghe[17]. A metà del XVIII secolo cominciò a tornare l'interesse danese per l'Islanda. Due studenti,Eggert Ólafsson e Bjarni Pálsson, dell'Università di Copenaghen, furono inviati nel 1752 per stendere una relazione sul Paese. Eggert Ólafsson li riassunse nelLibro dei viaggi, tradotto in numerose lingue e ancora nel ventunesimo secolo fonte sull'Islanda del XVIII secolo[17].
I governi danesi presero sede aBessastaðir, vicino aReykjavík.[24] Siccome avevano poco tempo, delegarono le loro funzioni a unbalivo, sempre un danese fino al 1749, anno in cui venne rimpiazzato da un islandese, Skúli Magnússon, che decise di lavorare per migliorare le condizioni di vita degli islandesi.[25] Le idee di Skúli Magnússon furono approvate nella sessione parlamentare del 1751 e fu costituita una compagnia commerciale con un certo numero di volontari. Il re, interessato all'iniziativa, cedette molte delle sue fattorie a Reykjavík ove tutti investirono somme considerevoli. Nel 1752 a Reykjavík iniziò la costruzione di vari laboratori per favorire artigianato, filatura, tessitura e tintura delle pelli, così come la produzione di sale e zolfo. Grazie a queste attività sulle vecchie terre diIngólfur Arnarson, arrivarono per la prima volta nuovi coloni. I vecchi edifici presenti ancora a Reykjavík testimoniano quest'epoca.[17] Il villaggio a poco a poco si ampliò e Reykjavík, futura capitale, arrivò allostatus di municipio nel 1786 quando contava 167 abitanti.[26]
La compagnia, malgrado l'assistenza danese e reale, necessitava costantemente di fondi. I mercanti danesi, che vedevano la compagnia di Magnússon come una minaccia ai loro interessi, ripresero il controllo dei commerci islandesi e instaurarono un monopolio. L'iniziativa di Skúli Magnússon fallì e i laboratori scomparvero a poco a poco.[17]
Negli anni 1750-1800 numerose catastrofi naturali afflissero l'Islanda[27]. Tra il 1752 e il 1759 l'agricoltura andò in crisi e vennero abbandonate molte fattorie. Poi, nel 1755, eruttò ilKatla[28] e nel 1766 l'Hekla[29]. La peggiore fu l'eruzione delLaki del 1783, durata un anno[27]. La lava occupò oltre 500 km2. I gas avvelenarono la fauna e la flora e ciò causò una grande carestia: tra il 1783 e il 1784 oltre 10 000 persone morirono di fame e la popolazione ritornò sotto le 40 000 persone. Nel 1784 la terra continuò a tremare. ASkálholt tutto, tranne la chiesa, venne raso al suolo. Il governo danese fece evacuare l'isola, anche se la decisione non fu ritenuta buona[30].
Molti si diedero da fare per migliorare l'Islanda. L'idea di Skúli Magnússon di sopprimere i monopoli danesi tornò in auge e divenne effettiva nel 1787, anche se il commercio restò prerogativa del re e/o dei suoi funzionari diretti[17][27].
Nel 1800 fu istituita una corte suprema al postodell'Alþingi.[17]
Nel XIX secolo le guerre rallentarono i commerci con la madrepatria[27]. La Danimarca si schierò conNapoleone Bonaparte, riducendo così le forniture agli islandesi. Nel 1809 l'avventuriero daneseJørgen Jørgensen arrestò il governatore e proclamò la fine della supremazia danese[27]. Dopodiché promise l'appoggio inglese e, in quanto "protettore", si proclamò Capo dell'Islanda[31].
A metà dell'Ottocento nuove idee giunsero in Islanda provenienti dall'Europa, come ilnazionalismo romantico e dietro la spinta della borghesia e di intellettuali nacque un fortemovimento indipendentista sotto la guida diJón Sigurðsson. Nel 1847l'Alþingi fu trasferito a Reykjavík, che divenne quindi la capitale[32], e fu costituito con venti rappresentanti del popolo islandese e sei del re[33].
Nel 1849 fu abolita lamonarchia assoluta. Accettando la costituzione danese però l'Islanda ritornò alVecchio Patto con la Norvegia del 1262, cioè l'Islanda non è legata alla Danimarca se non "personalmente". Nel 1851 si creò una convenzione per discutere l'avvenire politico dell'isola ma fu presto sciolta dal governatore[17]. Nel 1865 un nuovo governatore, Hilmar Finsen, propose nuovamente di concedere una maggiore autonomia all'Islanda: questo progetto venne sostenuto dall'Alþingi ma respinto dal parlamento nel 1869. Nel 1871 venne imposta una legge costituzionale dai danesi che unì questi e gli islandesi definitivamente lasciando qualche diritto locale, mentre il governatore diventò Viceré[17]. Gli islandesi, scontenti di questa costituzione, chiesero un nuovo testo prima del 1874 (1 000º anno dallacolonizzazione dell'Islanda).
Il re concesse all'Islanda una costituzione più largamente autonomista negli affari locali permettendole anche di approvare leggi. Tuttavia gli atti approvati dall'Alþingi dovevano essere controfirmati dal Re. Dieci anni più tardi si aprì la banca islandese e si costituì la corona islandese, contribuendo all'industria emergente[17]. Tuttavia la crisi persistette a causa di una forte emigrazione: in quarantaquattro anni (1870-1914), oltre 10 000 islandesi emigrarono in America settentrionale[17].
In questo periodo, esattamente nel 1913, venne adottata l'attuale bandiera[34].
Il 1º dicembre 1918, a seguito di unreferendum, si sancì un'unione personale tra Danimarca e Islanda: ilre di Danimarca rimase re d'Islanda, ma i due regni divennero formalmente distinti. La Danimarca mantenne tuttavia la sovranità per la difesa e gli affari esteri.
Gli obiettivi iniziali britannici erano di distruggere tutti gli aeroporti (in blu) e di catturare le baie chiave (in rosso). A causa di problemi di trasporti, ci volle più di una settimana per raggiungere il Nord del Paese.
Il 9 aprile 1940 la Danimarca venne invasa e cadde sotto il dominio dellaGermania, nemica dell'Inghilterra. La conquista della Danimarca infatti le avrebbe consentito una completa dominazione nordatlantica[17]. Cosìi britannici occuparono l'Islanda, stabilendosi aKeflavík. L'Alþingi dovette così proclamare l'indipendenza dalla Danimarca.[17] L'Islanda, nonostante la sua dichiarata neutralità, ebbe un ruolo strategico decisivo per gliAlleati.
Nel 1944, tramite unreferendum, oltre il 90% degli islandesi votò per lasecessione. Il 17 giugno 1944 (133º anniversario della nascita del patriotaJón Sigurðsson (1811-1879)), il Parlamento islandese proclamò la repubblica aÞingvellir.Sveinn Björnsson fu il primo presidente. Il re di Danimarca, allora occupata dalla Germania, si rassegnò e inviò agli islandesi un telegramma di congratulazioni[17].
Lo sviluppo economico è stato accompagnato dalla creazione di unostato sociale ispirato almodello scandinavo, che ha promosso l'innalzamento del tenore di vita e la regolamentazione delle disuguaglianze. Tuttavia, un'oligarchia è rimasta predominante: quattordici famiglie - un gruppo noto come "Octopus" - costituivano l'élite economica e politica del Paese. Hanno dominato tutti i settori dell'economia: importazioni, trasporti, banche, assicurazioni, pesca e rifornimento della baseNATO. Politicamente, questa oligarchia ha governato sulPartito dell'Indipendenza (PI), che controllava i media. Ha anche stabilito le nomine di alti funzionari dell'amministrazione, della polizia e dell'esercito. Le parti dominanti (PI ePartito Progressista) gestiscono direttamente le banche pubbliche locali, rendendo impossibile ottenere prestiti senza l'accordo dell'apparatchik locale.[35]
L'economia è stata liberalizzata dopo l'adesione dell'Islanda alloSpazio economico europeo nel 1994, che richiede la libera circolazione di capitali, beni, servizi e persone. Il primo ministroDavíð Oddsson ha intrapreso un programma di vendita di beni statali e di deregolamentazione del mercato del lavoro. Le disparità di reddito e di ricchezza si sono ampliate, aggravate da politiche fiscali sfavorevoli alla metà più povera della popolazione.[35]
Le truppe statunitensi restarono sul suolo islandese fino al 2006, ma con il divieto da parte del governo di posizionarearmi nucleari. Negli anni settanta i rapporti tra Islanda eRegno Unito si incrinarono a causa dell'espansione delle acque territoriali islandesi, al fine di contrastare la concorrenza dei pescherecci del Regno Unito: questo periodo viene detto dellaguerra del merluzzo. La crisi si concluse con un'accettazione del Regno Unito riguardo all'estensione del territorio.
Durante il periodo 2003-07 l'Islanda si è trasformata da un Paese più noto per la sua industria della pesca in uno che fornisce sofisticati servizi finanziari, che l'ha portata a essere colpita duramente dalla crisi finanziaria globale 2008, che si è estesa fino al 2009. Lacrisi interna ha portato alla più grande emigrazione dall'Islanda dal 1887.[36][37] Segnali allarmanti si moltiplicano rapidamente. Il disavanzo delle partite correnti del Paese è passato dal 5 per cento del PIL nel 2003 al 20 per cento nel 2006, uno dei livelli più alti al mondo. All'inizio del 2006,Fitch ha declassato il rating dell'Islanda da "stabile" a "negativo". Lacorona islandese ha perso parte del suo valore, in contrasto con il valore dei debiti delle banche, che sono aumentati. Il mercato azionario è crollato e i fallimenti sono aumentati, costringendo lo Stato a mobilitare le finanze pubbliche a vantaggio del settore privato. La Danske Bank di Copenaghen ha poi descritto l'Islanda come un'economia sul punto di esplodere.[35]
L'affioramento della dorsale medio-atlantica nel Sud dell'Islanda, presso ilparco nazionale di Þingvellir; le lunghe fratture visibili nella pianura costituiscono l'espressione superficiale dellefaglie distensive della zona dirift
Ricoperta per il 10% da ghiacciai, l'Islanda è costituita dai monti della dorsale medio-atlantica e presenta una superficie formata da rocce di origine vulcanica, prevalentementebasaltiche. Gran parte del suo territorio è occupato da montagne che raggiungono discrete altezze (il monte più alto è l'Hvannadalshnjúkur, 2 119 metri) ed è caratterizzato da vasti altopiani. Le coste, ricche di insenature e profondifiordi a settentrione, a sud si presentano arenose e basse[13] e qui si concentrano le zone coltivabili, che sono in totale circa un quinto della superficie.[38] Occorre infine dire che il Paese ospita il più grande ghiacciaio del continente, ilVatnajökull[39] ed è la seconda isola più grande del continente. Subito dopo la vicina isola di Gran Bretagna.
La morfologia del territorio islandese ha subito importanti modifiche a causa inizialmente di un peggioramento climatico avvenuto circa 9 milioni di anni fa e poi per le ultimeglaciazioni che ne hanno modellato il paesaggio confiordi,vallate dal tipico profilo a U emontagne in parte ricoperte daghiacciai. Non a caso, a causa di questa doppia particolarità, l'Islanda è spesso chiamata "l'isola di ghiaccio e di fuoco".[40]
Geologicamente parlando, l'Islanda è un'isola giovanissima. Infatti è una delle terre di più recente formazione di tutto il pianeta, con appena circa 20 milioni di anni contro i circa 4 miliardi dellacrosta terrestre; il suo territorio è interamente costituito da rocce vulcaniche. Costituisce una delle isole vulcaniche più attive sulla Terra, originata dalmagma fuoriuscito dalla dorsale oceanica che separa le dueplacche oceaniche dell'oceano Atlantico, che in corrispondenza dell'Islanda giacciono al di sopra di unhot spot,[41] la cui presenza ha permesso l'emersione dalle acque delle prime conformazionibasaltiche. La presenza dell'isola emersa è dovuta alla sovrapposizione delle due sorgenti magmatiche: la dorsale (basalti N-MORB) e l'hotspot (basalti OIB, ovveroOceanic Island Basalts come le Hawaii). Conseguentemente i magmi sono, dal punto di vista geochimico, intermedi: prendono il nome diPlume-Morb oEnriched-Morb. L'hotspot garantisce una sovrapproduzione di magma che permette l'emersione della dorsale: se non fosse per la presenza dell'hotspot sotto la dorsale, essa si manterrebbe ben al di sotto del livello del mare, come infatti avviene lungo tutta la sua estensione. La separazione delle zolle, che avviene alla velocità di circa 2 cm all'anno, ha contribuito a far raggiungere all'isola i suoi attuali103000km² di estensione.
Le rocce vulcaniche affioranti sull'isola vengono suddivise in quattro serie distinte per età di formazione, che cresce con l'allontanarsi dalla fascia mediana di rift, che taglia l'isola da sud-ovest a nord-est. L'età delle rocce è stata determinata con metodi radiometrici,paleomagnetici e analisi dei depositi piroclastici, interposti fra le colate laviche e loroalterazioni climatiche, in quanto sono quasi del tutto assenti i fossili, a causa della tipologia delle rocce presenti.
Postglaciale (Olocene): costituito da lave e rocce detritiche di età compresa fra 9 000-13 000 anni; sono presenti nelle aree vulcanicamente attive, inclusa la zona mediana di rift.
Formazionepalagonitica delPleistocene superiore, in gran parte derivante da lave effusive in condizioni subglaciali, la cui distribuzione in gran parte coincide con quella del postglaciale.
Formazione dei basalti grigi delPliocene-Pleistocene che costituiscono una fascia di rocce esterne e allungate attorno alla zona di rift.
Basalti di plateau, di età variabile da 3,1 a 16 milioni di anni, che ricoprono circa il 50% dell'isola soprattutto a est e a ovest-nord dell'isola; si tratta della coalescenza di lunghe colate laviche subaeree, spesse 5-15 metri. Vi si trovano rare intercalazioni di lenti di sedimenti continentali.[42]
Gran parte dell'attività vulcanica si sviluppa nella frattura che unisce lapenisola di Reykjanes all'Öxarfjörður. Qualche fenomeno vulcanico si verifica anche nell'Islanda meridionale e nellapenisola di Snæfellsnes. La maggior parte dei sistemi vulcanici dell'isola - nel complesso una trentina - si sviluppa intorno a un cono centrale, oppure è una grande depressione circolare (per esempio, lostratovulcanoAskja). Gli edifici vulcanici sono parte integrante del paesaggio islandese, spesso rappresentato da vastissimi altopiani lavici, le cui depressioni spesso sono ricoperte da depositi torbosi, interrotti da qualche cono vulcanico. Anche gli stessi altopiani si sono formati in seguito alle eruzioni subglaciali che, essendosi raffreddate rapidissimamente, hanno creatolava a cuscino. Infine, ancora nell'Islanda meridionale troviamo ilLaki, un sistema vulcanico di 24 km che nel 1783, eruttando, comportò effetti climatici nell'emisfero boreale.[43]
Vi sono trenta vulcani attivi, di cui tredici hanno eruttato dai primi insediamenti stabili sull'isola nel 874 d.C.[44] I più noti sonoHekla,Grímsvötn eKatla.
In circa 1 100 anni di insediamenti umani sull'isola, sono state registrate circa 250 maggiori eruzioni vulcaniche, alcune delle quali si sono protratte anche per anni. Queste hanno generato circa45000m³ di rocce. I vulcani più attivi, nonché più noti, sono l'Hekla, ilGrímsvötn e ilKatla, che hanno avuto più o meno venti eruzioni ciascuno. Tuttavia, ighiacciai che ricoprono questi vulcani sono spesso soggetti a improvvisi scioglimenti a causa della ripresa di attività vulcanica all'interno delle lorocaldere. L'ultimo grande scioglimento si è verificato nel 1996, quando il Grímsvötn, coperto per gran parte dalVatnajökull, ne sciolse 3 km³. Eruzioni ben maggiori sono conosciute tra il 1362 e il 1727, quando continue eruzioni vulcaniche uccisero uomini e animali in gran quantità.
Andando ancora più indietro nel tempo, bisogna citare la drammatica e devastante eruzione dell'Hekla nel 1104, che rase al suolo la valle delÞjórsárdalur e che rivestì e seppellì sotto ilapilli le zone circostanti. Ma le eruzioni più disastrose di tutta la storia islandese si verificarono dopo il 1727: nelXVIII secolo una serie di tre eruzioni mise in ginocchio l'isola e la sua popolazione. Iniziò il Katla nel 1755, replicò l'Hekla nel 1766 e concluse il Laki con una catastrofica eruzione tra il 1783 e il 1784: lozolfo e l'anidride carbonica avvelenarono fiumi e terreni uccidendo oltre 10 000 persone e più della metà del bestiame sull'isola.
Tra le eruzioni recenti, nessuna è lontanamente comparabile a quella del Laki di fine Settecento. Però quella innocua dell'isola di Heimaey del 23 gennaio 1973 non diventò una carneficina solo grazie a una fortunata coincidenza: la popolazione isolana fu salvata dalle barche dei pescatori che si trovavano al porto solo per caso. Passata l'emergenza, molti abitanti tornarono sull'isola e disseppellirono quelle case non raggiunte dalla lava, ma semplicemente ricoperte dalla cenere vulcanica ricaduta. L'eruzione fu una tragedia evitata, anche grazie a potenti getti di acqua marina sulle colate laviche in movimento, che ritardarono la loro avanzata. Il calore delle colate laviche fu utilizzato per alcuni anni per il riscaldamento delle abitazioni. Il suo piccolo porto da allora fu più protetto dalla forza del mare poiché le colate laviche che arrivarono fino all'acqua crearono una barriera. Infine, l'eruzione più nota fra quelle avvenute in tempi più recenti in Islanda risale sicuramente al 2010, quando l'eruzione dell'Eyjafjöll emise nell'atmosfera una quantità di ceneri tale da paralizzare il traffico aereo di tuttaEuropa per settimane intere, con una perdita di oltre 200 milioni didollari al giorno per molte compagnie aeree.[45]
Oltre ai vulcani, molti dei quali attivi, nell'isola sono diffuse le manifestazioni vulcaniche secondarie: sorgenti termali, fumarole e moltissimigeyser, getti di acqua calda alti decine di metri sfruttati anche per il riscaldamento delle case islandesi.
Tali fenomeni sono dovuti aprecipitazioni che s'infiltrano nellacrosta terrestre, acquistandocalore attraverso lepietre o il magma e risalendo successivamente in superficie in forma di sorgenti divapore acqueo. Grossomodo, è questo lo stesso meccanismo attraverso cui avviene il funzionamento deigeyser. Sull'isola nordatlantica ci sono anche circa trenta aree ad alta temperatura, che presentano fanghi termali. Questa energia geotermica ad alta entalpia viene quindi utilizzata non solo per produrreenergia elettrica, ma anche per grandissima parte degli impianti di riscaldamento. Questo forte utilizzo del geotermico lo si deve anche grazie alla diminuzione degli effetti devastanti delle eruzioni dei temibili vulcani islandesi, in quanto i moderni sistemi di allarme consentono di trovare le giuste contromisure, tant'è che ormai le eruzioni sono diventate da fonte di paura per gli abitanti locali ad attrattiva turistica.
Il 90% delle abitazioni è scaldato con fonti geotermiche ad alta e bassa temperatura. Al 2012 il prezzo al consumo è in genere nel range di 1-3 centesimi di euro per kWh rispetto agli 8 centesimi di euro per il riscaldamento tramite energia elettrica e dei 12 centesimi di euro per il riscaldamento con gasolio.[46]
Data l'abbondanza dei ghiacciai, sono molti i fiumi alimentati dall'acqua derivante dallo scioglimento del ghiaccio nella stagione estiva. I corsi d'acqua hanno portate abbondanti e sono ricchi di salmoni; nei loro brevi corsi formano tante suggestive cascate, seguendo i dislivelli del terreno.
I fiumi islandesi sono in parte molto noti, ma nessuno di essi è navigabile. I principali fiumi sono:
Un tempo l'Islanda era ricoperta da immensi ghiacciai. Ora essi formano lelagune di iceberg nel Mare di Groenlandia e coprono anche le vette, oltre i 2 000 metri, dei massicci centrali. È islandese il più grande ghiacciaio d'Europa, ilVatnajökull, situato nella parte sud-orientale dell'isola, che occupa una superficie di circa 8 500 km².
Le coste raggiungono uno sviluppo di circa6500km; sono generalmente frastagliate e incise daifiordi, formati dall'erosione dei ghiacciai. Solo nella parte centrale si aprono piccolepianure costiere, formate da antichi depositi dei ghiacciai e dei fiumi.
IlVatnajökull, il quarto ghiacciaio più grande al mondo
L'Islanda si trova in una zona di forti contrasti termici sia atmosferici (tra i tiepidi venti sudoccidentali e quelli freddissimi che scendono dalla Groenlandia) sia marini. Tale situazione di contrasto genera intorno all'isola una zona di bassa pressione quasi permanente, che è stata battezzata "Depressione d'Islanda". Essa influenza il clima dell'isola più di ogni altro fattore, determinando un'estrema variabilità della forza dei venti, della loro direzione e dell'umidità delle masse d'aria. Di conseguenza, in Islanda, repentini passaggi dalla pioggia al bel tempo e di nuovo al maltempo sono la regola anziché l'eccezione. Non sono inoltre rare violente tempeste, dovute a passaggi di depressioni con valori barici anche inferiori ai 950 hPa[47].
Relativamente alla latitudine (63-66° N) e nonostante le sue propaggini settentrionali sfiorino il circolo polare artico, l'inverno dell'Islanda non è eccessivamente freddo, soprattutto per l'influenza (come detto) di parte dellacorrente del Golfo, che sfiora l'isola sui suoi versanti meridionale e sudoccidentale. L'estate invece è molto breve e fresca (massime di luglio a Reykjavík sui 13 °C e minime sui 7 °C). Il record di caldo della capitale è 24,8 °C[48], mentre quello assoluto islandese è 30,5 °C[49] (piuttosto alto, ma si deve tener conto del calore cittadino che, anche in centri abitati spaziosi come quelli dell'isola, mantiene le temperature almeno sui 2-3 °C al di sopra delle aree extraurbane). In genere nei giorni più caldi (a luglio) si superano di poco i 20 °C[49], ed è considerata già una considerevole ondata di caldo, mentre durante la notte è raro non scendere sotto i 10 °C[50]. All'interno (per via dell'altitudine) e a nordovest (a causa di una maggiore influenza della corrente fredda proveniente dallaGroenlandia) il clima è molto più rigido e manca una vera e propria estate.
Come accennato, l'isola si trova per pochissimo a sud del circolo polare artico, in un punto, a oriente, a soli 3 km da questo parallelo, che delimita la calotta polare artica. Molti turisti, delusi dal non poter raggiungere questo caratteristico parallelo, prendono un piccolo aereo che collega l'isola principale con Grimsey, piccola isola con pochi abitanti, a nord, che è tagliata dal circolo. I ghiacciai occupano il 10% dell'intero Paese e la loro estensione supera quella complessiva dei ghiacciai di tutta l'Europa continentale, questi si trovano anche ad altitudini collinari (lingue glaciali si spingono quasi fino al mare, anche a 50 ms.l.m.) e in zone ombrose gelo e neve permangono tutto l'anno. Le piogge, dipendenti in massima parte dalla direzione del vento, ammontano a circa 1 000–1600 mm annui lungo le coste meridionali e orientali, a 700–1000 mm all'interno dell'isola, a 800 mm aReykjavík e a 400–600 mm a nord e nordest[51]. La parte dell'isola con precipitazioni più basse si trova a nord dell'enorme ghiacciaio Vatnajökull, dove esse sono inferiori a 400 mm[51]. Le nevicate possono avvenire anche a inizio giugno e fine agosto nell'entroterra.
In inverno, come detto, le temperature sono miti e non scendono di molto sotto lo zero: nei giorni più freddi (in gennaio) nelle regioni costiere meridionali si hanno temperature attorno agli 0 °C[49], negli altopiani centrali attorno ai -10 °C[49] e nelle zone settentrionali tra -25 °C e -30 °C[49]. Nonostante ciò, le gelate sono molto frequenti e sono rare giornate molto al di sopra dello zero. Ci possono essere anche escursioni termiche giornaliere molto marcate, ma esse sono strettamente legate alla direzione di provenienza del vento (anziché all'alternanza di luce e oscurità). L'arcipelago di Vestmannaeyjar, che si trova al largo della costa meridionale, è la zona con il clima più oceanico. Qui sono molto frequenti le giornate di forte vento con nevischio: la neve cade spesso, ma generalmente non ci sono grandi accumuli (non oltre i 15–20 cm). L'estate è invece estremamente piovosa e fresca.
In sintesi, il clima islandese è inadatto all'agricoltura (che pure potrebbe trovare condizioni favorevoli nei terreni vulcanici così fertili).
Lontana sia dall'Europa sia dall'America e lambita da mari particolarmente pericolosi, l'Islanda si conservò disabitata a lungo. NelIX secolo l'isola fu raggiunta da alcuni monaci irlandesi seguiti, nell'874, dai primi colonizzatori vichinghi. La piccola comunità tese a ingrandirsi per l'arrivo costante di immigrati non solo scandinavi, ma anche scozzesi e irlandesi. Si stima dunque che, nelX secolo, la popolazione doveva raggiungere le 25 000 unità. Esaurite poco dopo le immigrazioni, l'isola godette di un periodo di benessere favorito dai frequenti contatti con la Norvegia. Questa situazione, favorevole all'incremento naturale della popolazione, si arrestò durante il dominio danese, per poi riprendere verso la fine delXIX secolo: se allora gli islandesi erano ancora 80 000, già nel 1930 raggiungevano le 109 000 unità per poi arrivare rapidamente alle 320 000.
Paese con un livello di crescita naturale e un tasso di fertilità nettamente al di sopra della media europea (2,23 figli per coppia nel 2010 contro la media europea di 1,4), anche grazie alle politiche di aiuti familiari, la popolazione islandese dovrebbe crescere, grazie alsaldo naturale, fino a 500 000 persone entro il 2060, senza tenere conto dell'immigrazione[52], che pure negli ultimi anni è numerosa.
Gli immigrati sono circa 33 000 e compongono il 13% della popolazione[53], concentrati soprattutto nella capitale; di questi, la maggioranza proviene dalla Polonia (circa 8 000 polacchi, la comunità straniera più numerosa), dalla Lituania (circa 2 000), dai paesi scandinavi, dalla Germania e dall'Austria.
La popolazione si distribuisce, come in passato, lungo le aree costiere pianeggianti, in particolar modo nelle regioni occidentali. Le zone interne sono invece pressoché disabitate, fatta eccezione per alcune vallate. Le località più densamente popolate sono le coste delFaxaflói (dove sorge la capitale), di alcuni fiordi settentrionali e le pianure alluvionali del Sud-ovest.
La densità media è una tra le più basse del pianeta, tanto più se si tiene conto che oltre un terzo degli islandesi vive nella capitale. Il solo centro di grandi dimensioni è ancoraReykjavík ma pochissimi sono i centri definibili davvero "città" (tra questi,Kópavogur,Hafnarfjörður,Akureyri,Reykjanesbær). L'Islanda è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di incremento naturale (13,83 nati l'anno ogni 1 000 abitanti contro 6,57 morti).
L'Islanda ha una popolazione omogenea, non essendo stata soggetta a immigrazioni consistenti nell'ultimo migliaio di anni. I relativamente pochi immigrati presenti nel Paese appartengono soprattutto ad altre etnie europee. Al 2016 il 92,04% della popolazione è costituito daislandesi etnici, seguito daipolacchi che sono il 3,63%. Il restante 4,33% è costituito da altre minoranze, soprattutto europee.[54]
Gli islandesi hanno libertà religiosa, come sancito dalla Costituzione. La religione ufficiale è illuteranesimo, professato secondo laChiesa Nazionale d'Islanda (Þjóðkirkjan). Durante la dichiarazione dei redditi, gli islandesi devono dichiarare l'appartenenza religiosa, consentendo così di distribuire una quota di imposta alla confessione religiosa scelta; per i non religiosi la quota viene destinata allo Stato. Al 2023 gli islandesi erano ripartiti nei seguenti gruppi religiosi:[55]
il 10,94% appartiene ad altri gruppi cristiani (soprattutto chiese luterane minori), di cui un 3,83% sono cattolici polacchi afferenti alladiocesi di Reykjavík;
lo 0,14% è membro della chiesaZuista, un movimento di protesta che definisce sé stesso come movimento religioso neo-sumero e che si prefigge lo scopo di abolire il sovvenzionamento statale concesso alla chiesa luterana nazionale.[57]
il 18,73% non ha specificato la propria affiliazione religiosa.
La percentuale di cristiani ha mostrato negli ultimi anni un rapido e costante calo, mentre altre religioni sono in crescita. Secondo l'ultimo studio dell'Istituto statunitense Gallup sull'Indice globale sulla religiosità e sull'ateismo reso pubblico l'8 agosto 2012[58] gli atei in Islanda sarebbero però il 10% della popolazione. Secondo un sondaggio del 2015 invece risulta che oltre il 40% degli islandesi sotto i 25 anni si dichiara ateo e lo 0% crede nelcreazionismo[59].
La lingua ufficiale dello Stato è l'islandese.[60] La lingua di quest'isola venne importata nel IX e nel X secolo dai norvegesi che la colonizzarono e appartiene quindi al gruppo nordico occidentale delle lingue germaniche.[13] A causa della posizione geografica l'islandese è la lingua scandinava più conservata dai tempi antichi in fatto di vocabolario, ortografia e grammatica.[13] Viene utilizzato l'alfabeto latino, a cui vanno ad aggiungersi due caratteri:þ eð.[13]
Inoltre, lo Stato islandese ha ufficialmente riconosciuto lalingua dei segni islandese (islenskt táknmál) come lingua primaria dellacomunità sorda islandese, ed è protetta da diritti costituzionali.[60][61][62] Anche ilBraille islandese,[63] lingua scritta della comunità dei ciechi, è riconosciuto.
L'Islanda è una repubblica dal 1944. Ha un sistema di governo parlamentare: il capo del governo e i ministri esercitano il potere esecutivo; il governo, per restare in carica, deve essere sostenuto dalla maggioranza dei membri del Parlamento (Alþingi). Il presidente della Repubblica, eletto dai cittadini, rimane in carica per quattro anni.Vigdís Finnbogadóttir, prima donna presidente, e una delle prime con la carica di capo di Stato in tutto il mondo (eccettuate le regine regnanti), è stata riconfermata per ben tre volte nella carica.
L'Islanda è divisa in sei distretti elettorali per la selezione dei rappresentanti all'Alþingi (parlamento). La divisione corrente fu stabilita da un emendamento costituzionale del 1999 teso a bilanciare il peso delle diverse aree del Paese dove alcune aree rurali poco abitate avevano peso maggiore della stessa capitale.
L'Islanda è divisa in otto landsvæði (regioni), usate principalmente per scopi statistici, per delimitare le giurisdizioni delle corti distrettuali e in generale per l'attribuzione del codice postale. Prima del 2003 le regioni erano anche utilizzate per le elezioni dell'Alþingi. Questi utilizzi (eccetto per quelli statistici) sono comunque basati su una vecchia versione delle regioni dove la città diReykjavík era una regione speciale e i comuni limitrofi nell'odierna regione della capitale erano parte della regione del Reykjanes, nel ventunesimo secolo nota come Suðurnes.
L'Islanda è tradizionalmente divisa in 23 contee,sýslur, e 14 città indipendenti,kaupstaðir. Questa divisione non ha più significato a livello amministrativo, visto che il Paese è diviso in 26 magistrature, nelle quali i rispettivi magistrati sono la maggiore autorità per quanto riguarda la polizia locale (eccetto a Reykjavík dove c'è uno speciale ufficio di commissariato di polizia) e le funzioni amministrative come la dichiarazione di bancarotta o il matrimonio civile. Le giurisdizioni di questi magistrati seguono spesso le linee delle contee tradizionali, ma si usa più di frequente riferirsi a essi col nome della loro sede e non con quello della contea tradizionale (come per molte province italiane) anche quando si trovano sullo stesso territorio.
L'unico centro abitato dell'Islanda che possa definirsi città èReykjavík, la capitale, in cui risiede quasi il 40% della popolazione. Oltre che sede politica e amministrativa è anche il principale centro industriale, possiede un porto eun aeroporto. La qualità della vita è piuttosto alta, così come ilreddito pro capite, che è anzi tra i più elevati del continente.
Le altre "città" principali si trovano, inevitabilmente, tutte lungo la costa. Oltre a Reykjavík, sempre a sud, si trovanoHafnarfjörður,Kópavogur,Selfoss eKeflavík, sede dell'aeroporto internazionale. Nella parte ovest dell'isola tra i principali centri si annoveraAkranes, mentre a nordAkureyri eHúsavík. Egilsstaðir è il principale centro dell'Est Islanda. L'isola più importante èVestmannaeyjar.
L'istruzione è obbligatoria e gratuita dai 6 ai 16 anni, tuttavia circa il 60–64 % degli studenti islandesi continua gli studi dopo i 16 anni e completa il livello secondario in 4 anni.[69] Vi è quindi un alto livello culturale e non esiste l'analfabetismo.
Nel 2007 erano presenti 8 179 insegnanti e nel 2009 si contavano 81 854 studenti e 3 450 laureati.[70]
Il 7,6% del PIL islandese è investito nella pubblica istruzione,[71] mentre il 3,1% nella ricerca.[70][72]
Il sistema sanitario è uno dei migliori del mondo. In Islanda non esistono le scuole di specializzazione per i medici neolaureati (con l'eccezione della medicina del lavoro e medicina di base), per cui questi ultimi si recano soprattutto inSvezia oStati Uniti per completare il loro percorso di studio.
L'Islanda è uno dei pochiStati senza forze armate. Esso possiede solo un corpo di polizia e la guardia costiera, che è dotata anche di battelli armati per la sorveglianza della propria flotta di pescherecci, data la fortissima concorrenza con le flotte del Regno Unito, della Danimarca, della Norvegia e della Russia, concorrenza spesso sfociata in aspre dispute diplomatiche tra questi Paesi. Gli Stati Uniti d'America hanno installato basi militari sull'isola sin dalla seconda guerra mondiale, ampliate e rafforzate durante laguerra fredda in funzione anti-sovietica. Pur impegnandosi a garantire la sicurezza dell'Islanda, il governo statunitense ha chiuso l'ultima base militare (Keflavík) nel 2006, anche a seguito di numerose proteste da parte degli abitanti, contrari alla permanenza della base. L'Islanda è un membro dellaNATO (Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord), alleanza militare che lega la maggior parte dei Paesi europei, il Canada e gli Stati Uniti.
L'Islanda è unarepubblica parlamentare. Il Parlamento, che si chiamaAlþingi, venne fondato nel 1845 con funzioni consultive per ilRe di Danimarca. Ciò fu visto generalmente come un ristabilimento dell'assemblea fondata nel 930, nel periodo del Commonwealth, e sospeso nel 1799. Esercita il potere legislativo e ha 64 membri eletti a suffragio universale ogni quattro anni.
Il Presidente della Repubblica, eletto dai cittadini, e solitamente tra figure di spicco esterne al mondo politico, ha compiti principalmente cerimoniali, con funzioni diplomatiche e di capo di Stato, ma detiene anche l'importante potere di mettere ilveto a una legge approvata dal parlamento, e di sottoporla areferendum popolare. In ogni caso i poteri del Presidente sono regolarmente oggetto di dibattito.Vigdís Finnbogadóttir è stata la prima donna a essere eletta Capo di Stato nel 1980; ha esercitato le funzioni presidenziali fino al 1996.
Il Primo Ministro è il capo del Governo, e insieme a quest'ultimo detiene il potere esecutivo. Il Governo è formalmente nominato dal Presidente della Repubblica dopo le elezioni legislative. In ogni caso, il processo di formazione del governo è generalmente condotto dai leader dei partiti politici, che costituiscono una coalizione in grado di avere una maggioranza nell'Alþingi e assegnano le deleghe ai ministri. Solo nel caso in cui i leader dei partiti non siano in grado di raggiungere un compromesso in un ragionevole lasso di tempo il Presidente della Repubblica può nominare autonomamente un Governo. Un caso simile non è mai avvenuto dalla fondazione della Repubblica nel 1944, ma nel 1942 il reggenteSveinn Björnsson, nominato dall'Alþingi nel 1941, nominò un governo non parlamentare. Il reggente aveva, nella pratica, funzioni presidenziali e Björnsson divenne successivamente il primo Presidente della Repubblica nel 1944.
In Islanda i governi sono sempre stati formati da coalizioni tra due o più partiti, in quanto nessun partito ha mai ricevuto la maggioranza dei seggi.
Le elezioni per i consigli municipali, il parlamento, e il Presidente della Repubblica sono tenute ogni quattro anni.
A seguito delleelezioni legislative del maggio 2007 si costituì un governo formato da una coalizione tra ilPartito dell'Indipendenza, di destra, e l'Alleanza Socialdemocratica, che godeva di un'ampia maggioranza di 43 seggi su 63 nell'Alþingi. Dal 1º febbraio 2009, a seguito delle dimissioni del Primo MinistroGeir Hilmar Haarde, ha assunto tale caricaJóhanna Sigurðardóttir (Alleanza Socialdemocratica), a capo di un governo di coalizione tra i socialdemocratici, la sinistra e i verdi: è stata la prima donna a ricoprire questa funzione in Islanda, oltreché la prima donna al mondo, dichiaratamenteomosessuale, a ricoprire la carica di Primo Ministro[75]. È stata riconfermata nel ruolo a seguito delle elezioni anticipate tenutesi il 25 aprile 2009, che hanno visto la vittoria della coalizione formata dalSamfylkingin (Alleanza Socialdemocratica) e dalVinstrihreyfingin grænt framboð (Movimento dei Verdi di sinistra). Il 16 luglio 2009 il Parlamento ha autorizzato il governo a iniziare i negoziati per l'adesione all'Unione europea[76].
Questo processo rischia di rimanere incompiuto a seguito della vittoria, nelleelezioni del 2013, della coalizione tra il Partito dell'Indipendenza, guidato dal leader Bjarni Benediktsson, e il Partito del Progresso. Il centro-destra "euroscettico" torna dunque al potere dopo una sola legislatura all'opposizione: la politica di austerità promossa in questi ultimi quattro anni dal governo di centro-sinistra è stata punita dall'elettorato islandese, nonostante i sacrifici abbiano permesso di uscire dalla recessione[77].
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Nel contesto della crisi economica del 2008 ha preso vita un movimento di cittadini per proporre la redazione di una nuova Costituzione che incorporasse le lezioni apprese dalla crisi e che sostituissequella in vigore dal 1944 basata sul modello danese[78]. Il 27 novembre 2010 furono indette delle elezioni da cui risultarono eletti i 25 cittadini che avrebbero formulato la bozza della nuova Costituzione. L'affluenza alle urne fu piuttosto bassa, meno del 36% degli aventi diritto si recarono a votare, e scelsero tra 522 candidati liberi da ogni affiliazione politica[79]. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere liberi dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori. La "Consulta Costituzionale" (Stjórnlagaráð) eletta era composta da docenti universitari, avvocati, giornalisti e anche da un sindacalista, un contadino, un pastore e un regista[80]. Al termine dei propri lavori il 29 luglio 2011 il movimento ha presentato al Parlamento islandese un progetto nel quale sono confluite la maggior parte delle linee guida prodotte in modo consensuale via internet e nel corso delle diverse assemblee del movimento che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La proposta di riforma costituzionale, dopo essere stata approvata da un referendum popolare il 20 ottobre 2012, è attualmente sottoposta al vaglio del parlamento che la dovrà discutere e approvare entro le elezioni della primavera 2013[81].
Il 23 luglio 2009 ha presentato domanda ufficiale d'adesione all'Unione europea.[86] Tuttavia nel febbraio 2015 la domanda è stata ritirata dal governo euro-scettico il quale, forte dell'ampio consenso popolare, non sembra intenzionato a ripresentarla in futuro.
L'Islanda fu il primo Stato a riconoscere internazionalmente l'indipendenza delle repubbliche baltiche.[87] Nel 2011 l'Islanda fu altresì tra i primi Stati europei a riconoscere ufficialmente loStato di Palestina.[87]
Il parlamento, il 16 luglio 2010, ha approvato una legge che garantisce a pieno la libertà di espressione. In particolar modo, viene garantita l'impunità a chiunque pubblichi su internet informazioni riservate militari, giudiziarie o societarie. La medesima norma[88] tutela anche chi viola unsegreto di Stato. L'Islanda, pertanto, non potrà dare esecuzione ad alcunarogatoria estera volta a oscurare un sito internet islandese contenente tali informazioni.[89]
La forte crisi economica globale del 2008 ha portato l'Islanda al crack finanziario: prima di questi eventi l'economia islandese era piccola ma ben sviluppata, con unPIL stimato sui 10 miliardi didollari nel 2005 (e unreddito procapite di 52 764$, uno tra i più alti del pianeta). A crollare nel 2008 è l'istituto di credito islandese Landsbanki. Il governo islandese si fa carico dei debiti dei propri correntisti ma non di quelli dei residenti olandesi e britannici facendone nascere una querelle con i relativi Stati[91] che volevano un risarcimento anche per loro.
Sono presenti nel Paese alcune realtà produttive di eccellenza in settori ad alta tecnologia: ad esempio le famose protesi in fibra di carbonio del corridoreOscar Pistorius sono prodotte da un'azienda islandese, laÖssur.
In seguito alla crisi finanziaria ed economica la disoccupazione è passata dal minimo storico dell'1% nel 2008 all'8,2% del febbraio 2009[92][senza fonte]. A luglio 2015 la disoccupazione registrata è stata del 4,3%[93], il debito pubblico è salito al 400% del PIL.
Nel 2011, l'82,7% delle esportazioni dall'Islanda erano dirette nelSEE.[94]
Inoltre, tra il 2017 e il 2018, l'Islanda, primo Paese al mondo, ha reso obbligatoria, per legge, la parità di stipendio tra uomo e donna.
Ilsettore primario contribuisce al 6,2% del PIL islandese[95] e il 5,8% della manodopera è occupato in questo settore.[96][97]
L'industria agricola islandese è ostacolata dal clima;[97] principalmente consiste nella coltivazione dipatate (nel 2009, 9 500 tonnellate)[70] e, in serre, di piante da frutta e ortaggi.[13] Animali da pelliccia e ovini (469 400 capi nel 2009[70]) costituiscono la gran parte del bestiame allevato, così come aringhe e merluzzi sono i protagonisti nel settore della pesca.[97] Nei pressi delMývatn, lago sito a nord-est del Paese, vengono sfruttati i giacimenti didiatomite.[70]
I prodotti della pesca contribuiscono al 70% circa delle esportazioni.[13] Gli interessi delle aziende legate alla pesca hanno portato alla ripresa della caccia alle balene. Nel 2012, sono state infatti esportate 748 619 tonnellate di prodotti marini.[98]
A fine 2011 la capacità elettrica installata era di 2 669,4MW e la produzione annuale di elettricità ammontava a 17 210,4GWh.[99]
Il 72,7% dell'energia prodotta proviene da centrali idroelettriche, mentre la restante parte da centrali geotermiche.[99]
Tra gli impianti geotermici va citato lo stabilimento di Krafla (60 MW installati),[100] mentre tra quelli idroelettrici occorre segnalare gli impianti di Fljótsdalur (690 MW)[101] e di Búrfell (270 MW).[102]
Ilsettore secondario contribuisce al 26,6% del PIL islandese[95] e il 18,6% della manodopera è impiegato in questo settore.[96][97]
L'industria è attiva principalmente nei settori collaterali alla pesca, nonostante siano rilevanti il settore della lavorazione dell'alluminio, dell'abbigliamento e della produzione del cemento[13] (nel 2009, 138 000 tonnellate).[70]
Industrie dedite all'ottenimento di prodotti derivati dal pesce sono presenti nelle zone settentrionali dell'isola.[70]
Ilsettore terziario contribuisce al 67,2% del PIL islandese[95] e il 75,6% della manodopera è impiegato in questo settore.[96][97]
Grandi capitali vengono investiti nel welfare e in particolare nel settore della sanità.[103] Infatti, nel 2011, il 9% del PIL era investito in questo settore.
Settore terziario avanzato: uso di nuove tecnologie limitato per la recente crisi finanziaria internazionale, ma comunque in crescita e sviluppo[104]
Il principale aeroporto del Paese, quello diKeflavík
In Islanda la rete ferroviaria è assente, mentre, anche considerando le difficili condizioni ambientali, quella stradale risulta più che discreta (12 888 km di cui 4 566 asfaltati nel 2010).[70] Il sistema stradale islandese comprende laHringvegur, la strada principale lunga 1 340 chilometri[105] con la caratteristica forma ad anello, strade secondarie e le strade di montagna dette F-Road. La Hringevegur è accessibile a tutti i tipi di veicoli ed è quasi del tutto asfaltata, eccetto un breve tratto sterrato. Anche le strade secondarie, perlopiù sterrate, sono transitabili con qualsiasi tipo di veicolo[106]. Infine le strade di montagna sono accessibili solo ad autoveicoli con le 4 ruote motrici e sono aperte solo durante il periodo estivo. Il trasporto internazionale è affidato all'aeroporto diKeflavík e il sistema aeroportuale riveste un ruolo di primaria importanza nelle comunicazioni interne.[105] Al trasporto via mare vengono invece affidati la maggior parte dei commerci[105] (più di 250 le navi occupate nello spostamento delle merci).[70]
Più di 6 islandesi su 10 hanno accesso al telefono fisso, e i telefoni cellulari sono diffusi in un numero superiore a 10 ogni 10 abitanti (dati del 2010).[70] Il 93% delle famiglie, nel 2006, possedeva un televisore ed erano presenti 526,7 computer ogni 1 000 abitanti.[70] Inoltre, sono attivi 79 uffici postali.[107]
Nel 2009 si sono registrati 1 235 000 ingressi, che hanno fruttato 555 milioni didollari statunitensi.[70]
Le bellezze naturali d'Islanda, tra cui ilVatnajökull e le sue enormi distese glaciali e la sua attività vulcanica,[108] unitamente a un vasto patrimonio culturale, tra cui occorre citare i molti musei di storia locale e naturale,[109] fanno dell'Islanda una meta turistica rilevante nello scenario mondiale. Voli su piccoli aerei, in partenza Akureyri, permettono di raggiungere l'isolotto di Grimsey, tagliato nella sua parte settentrionale dal Circolo polare.
La valuta corrente è lacorona islandese (codiceISO 4217: ISK; in islandesekróna, plurale:krónur), emessa dallaBanca Centrale d'Islanda (Seðlabanki Íslands). Lacorona islandese ha subito parecchio gli effetti della crisi economica del 2008 e dell'inflazione e si è progressivamente svalutata contro l'euro, dimezzando il suo valore nel biennio 2007 - 2008 scivolando da un massimo di 82,13 corone fino a un minimo di 195,00 corone contro 1 euro.[110]
Dal 2003, le seguenti banconote e monete (emesse dal 1980) hanno corso legale:
Esistono poi ulteriori aree protette: i Parchi Rurali, i Monumenti Nazionali, le Riserve Naturali e altre.[111] Il Paese detiene il miglior indice diperformance ambientale del 2010: tale indice prende in considerazione diversi parametri come la qualità dell'aria, l'utilizzo delle risorse idriche, forestali, lo sfruttamento della pesca, la biodiversità e l'agricoltura.[115]
Nel Nord-ovest si trova uno degli ultimi territori selvaggi d'Europa, con molti uccelli erenne (importate dalla Norvegia, ma allo stato brado)[116].
Sull'isola si trova anche lavolpe polare. Ilvisone americano (un predatore) è fuggito da allevamenti per pellicce e non ha nemici naturali.
Ilcavallo islandese, piccolo come unpony, introdotto sull'isola dai Vichinghi, è una razza particolare con un trotto (tölt) veloce, sicuro e comodo per la cavalcata. È vietata l'importazione di cavalli in quanto si teme l'introduzione di malattie equine e la minaccia alla purezza della razza del cavallo islandese.
L'Islanda è stata da sempre un'isola di pastorizia. Gli ovini (prevalentemente della razza Round-Up56 Rattir) godono come pure i cavalli di molta libertà e possono approfittare di ampi pascoli, dai quali vengono richiamati solo in autunno.
Lacaccia alle balene è stata sospesa nel 1986, ma nel 2006 il governo ha annunciato di riprendere l'attività.[117] Nel 2010, alla vigilia dei negoziati per l'adesione dell'Islanda all'Unione europea, la questione è stata riaperta in quanto l'Islanda, cacciando i cetacei, non rispetterebbe gli orientamenti comunitari e la moratoria internazionale.[118]
La flora islandese ha alcune specie endemiche. Ilupini, con una caratteristica fioritura violetta in giugno, vennero introdotti dopo la seconda guerra mondiale. L'Islanda è uno dei Paesi sui quali la deforestazione di massa ha ottenuto gli effetti più devastanti. La mancanza di foreste di grande estensione e, in alcune aree, la loro completa assenza ne fa il Paese europeo (esclusi i microstati) con meno superficie occupata da foreste: solo circa 1% del territorio totale[119]. Ciò che i primi esploratori invece trovarono al loro arrivo era una situazione assai differente: un'isola coperta per il 25-40% principalmente da boschi di betulle la cui altezza raggiungeva i 15 m e che occupavano soprattutto i fondovalle riparati dal vento.
A questi si aggregavano macchie di salici diffuse nelle aree costiere e umide. Trattandosi di un'isola particolarmente distanziata dal continente europeo, i primi abitanti dell'Islanda si dedicarono a un'economia di sussistenza, tagliando gli alberi per costruire imbarcazioni, edifici, produrre calore e pascoli per il foraggio da destinare al bestiame, costituito principalmente da pecore, introdotte per ottenere lana e fonte di sostentamento. Spesso vengono addotte come cause della distruzione di circa il 95% del patrimonio forestale islandese laPiccola era glaciale, che provocò un brusco abbassamento delle temperature, e le eruzioni vulcaniche.
Le foreste erano altresì importanti per la necessità di carbone nella lavorazione del ferro e la produzione di utensili. Questa necessità si ridusse solamente intorno alla metà delXIX secolo, quando si sviluppò il commercio e molti dei macchinari agricoli vennero importati. La deforestazione però continuo fino circa agli anni quaranta delXX secolo, il legname infatti era l'unica fonte di riscaldamento per le fredde case in cemento o quelle coperte dai caratteristici tetti a zolle di erba. Così intorno alla metà del secolo scorso il rivestimento forestale toccava i suoi minimi forse dalle ultime ere glaciali: si ipotizza infatti che anche meno dell'1% dell'isola presentasse alberi.
Betulle, abeti e pini nei dintorni di Reykjavík
Benché vengano ancora prodotti circa 100 tonnellate di ciocchi di legno[120] per riscaldare alcune abitazioni, soprattutto quelle più isolate che non possono contare sull'energia geotermica, è in atto un grande sforzo di riforestazione in alcune aree dell'isola. Di queste un dato numero hanno anche una valenza sociale: assolvono al compito di aree ricreative nelle quali si può osservare il fragile ecosistema di una foresta. Col beneplacito degli Stati Uniti e il contributo dell'ambasciatoreSig Rogich, nel 1992, alSummit della Terra di Rio de Janeiro, il programma aveva raggiunto la quota di 4 milioni di alberi impiantati ogni anno, pari a una media di 16 unità per abitante.[121]
Nonostante nei secoli addietro vi fossero islandesi che nella loro vita non avevano neppure visto una foresta di grandi dimensioni, la presenza di vocaboli qualiskógar o anchemörk per indicare il concetto di "bosco" potrebbe confermare che il paesaggio islandese sia cambiato da come si presentava più di mille anni fa. A sostegno di questa tesi è possibile citare ilLandnámabók, autorevole manoscritto anonimo che racconta la colonizzazione dell'isola:
(islandese)
«Hann var faðir Una, föður Hróars Tungugoða. Eftir það var landið kallað Garðarshólmur, og var þá skógur milli fjalls og fjöru.»
(italiano) «Dopo che accadde questo la terra venne chiamata Isola di Gardar, ed era coperta di boschi dalle colline fino al litorale.»
(Landnámabók, fine del capitolo I)
Tra i proverbi islandesi più famosi e interessanti figura questo, dal carattere apertamente burlesco:
(inglese)
«If you get lost in an Icelandic forest, simply stand up and you will find your way.»
(italiano) «Se ti sei perso in una foresta islandese, ti basterà alzarti per ritrovare la strada.»
Per quanto riguarda l'ambito musicale, la musicista islandese più famosa al mondo è sicuramenteBjörk, il cui stile istrionico abbraccia molti diversi generi (alternative rock,trip hop,elettronica,jazz, ecc.). Noti sono anche iSigur Rós e iMúm, band esponenti deldream pop e delpost-rock; gliOf Monsters and Men, giovane gruppo pop con influenzefolk; iKaleo, gruppoalternative rock; iGusGus, formazione dedita alla musicaelettronica; così come la cantautriceEmilíana Torrini (di madre islandese e padre italiano) che, oltre che per sé stessa, ha scritto brani anche perMadonna eKylie Minogue. Ha ottenuto grande successo, davanti a un pubblico di circa 150 milioni di telespettatori, la giovaneYohanna all'Eurovision Song Contest 2009 con il branoIs it true. Allo Stesso Eurovision Song Contest edizione 2019 ha partecipato il gruppo technoHatari, gruppo che ha avuto successo in tutta Europa dopo l'uscita del primo album.
Altri gruppi meno conosciuti sono i Trúbrot, gli Icecross e i Náttúra, attivi nei primi anni settanta.
Per il generepop rock efolk spicca inoltreHera. In merito alla musica classica possiamo ricordare i compositoriSveinbjörn Sveinbjörnson, vissuto tra il XIX e Il XX secolo, e nel XX secolo spicca la figura diJón Leifs.
Nell'ambito cinematografico la figura più importante è quella diFriðrik Þór Friðriksson, regista, sceneggiatore e produttore: nel 1987 ha fondato laIcelandic Film Corporation, la principale società di produzione islandese e nel 1991 il film da lui diretto,Figli della natura, è stato il primo film islandese candidato per l'Oscar come miglior pellicola straniera. Nel 2002 ha riscosso un buon successo internazionale il filmNói albinói, scritto e diretto dal regista e sceneggiatoreDagur Kári. Inoltre il filmStorie di cavalli e di uomini (2013) diretto daBenedikt Erlingsson ha vinto vari premi internazionali.
Durante il Medioevo spicca la figura diSnorri Sturluson, autore, in particolare, dell'Edda in prosa (c. 1220). Tra gli scrittori islandesi ricordiamoPétur Gunnarsson, poeta, nonché autore di canzoni, molto famoso in patria. Ma lo scrittore islandese più noto in assoluto è comunque il romanziereHalldór Laxness,premio Nobel per la letteratura nel 1955. In campo letterario sono da menzionare anche le figure del poeta romanticoJónas Hallgrímsson, la cui data di nascita è ricordata con ilGiorno della Lingua Islandese, eGunnar Gunnarsson, più volte segnalato per il premio Nobel, è da ricordare per i suoi numerosi importanti romanzi, dapprima scritti in lingua danese e successivamente tradotti in islandese dall'autore stesso. Infine è da citare lo scrittore, in particolare per i bambini,Jón Sveinsson.
Nell'ambito delle esplorazioni ricordiamo la figura diLeif Erikson, considerato spesso il primo europeo a sbarcare in America prima diCristoforo Colombo. In suo onore, tra l'altro, il 9 ottobre viene celebrato negli Stati Uniti d'America ilLeif Erikson Day.
Nordicum-Mediterraneum è un forum internazionale e interdisciplinare per la presentazione, discussione e scambio di idee e risorse legate al mondo mediterraneo e nordico, pubblicato dall'Università di Akureyri[124]. In particolare Nordicum-Mediterraneum studia i legami tra l'Islanda e l'Italia, dal punto di vista storico, culturale, economico, politico, scientifico, religioso e artistico[125]; analizza poi le origini comuni e le tradizioni intrecciate delle comunità del Nord eurasiatico -Nordicum - e del Sud - cioèMediterraneum.
Iceland Review è la rivista islandese più antica e famosa, scritta in lingua inglese.
L'alfabeto ha 32 lettere (vedasilingua islandese). AllaA segue laÁ e così via fino allaÖ, che contrariamente allalingua tedesca viene considerata una lettera a parte e non una variante dellaO (ciò significa che in un elenco ordinato alfabeticamente le due lettere verranno differenziate, stessa cosa vale per le lettere accentate).
Nell'elenco telefonico gli abbonati sono ordinati in base al loro primo nome, dato che la seconda parte non è un cognome ma un patronimico, formato dal nome del padre con il suffisso -son per i figli oppure -dóttir per le figlie. Veri cognomi sono assai rari e di origine straniera (soprattutto danese).
Questi nomi vengono mantenuti anche in seguito al matrimonio. Spesso i figli vengono chiamati con nomi già presenti in famiglia. Molti islandesi sono in grado di ripercorrere il proprio albero genealogico fino ai tempi della colonizzazione.
L'Islanda è il Paese che ha ospitato ilRoverway 2009,campo scout internazionale per giovani di tutto il mondo.
Qui di seguito vi è un calendario di tutte le festività in Islanda, le quali non sono legate solo a celebrazioni religiose ma anche e soprattutto ad altri eventi collegati a tradizioni popolari.
La festa dell'estate viene celebrata all'aperto senza riguardo per le condizioni atmosferiche, che possono essere anche severamente avverse. È abitudine anche farsi gli auguri per una buona estate o scambiarsi regali. Questa festività risale al calendario islandese delle origini, nel quale vi erano solo l'inverno e l'estate.
In questo giorno, l'Islanda festeggia marinai e pescatori. Tutte le navi del porto sono decorate e alcune sono aperte al pubblico, mentre nei porti si tengono delle manifestazioni e i monumenti per le vittime del mare vengono inghirlandati.
Fondazione della Repubblica d'Islanda nel 1944 e l'indipendenza dal Regno di Danimarca. Le celebrazioni ufficiali si svolgono in piazza Austurvöllur aReykjavík, di fronte al parlamento.
La Nazionale di calcio islandese è salita recentemente alla ribalta delle cronache per la storicaprima qualificazione e il cammino intrapreso aglieuropei di calcio diFrancia 2016 arrivando sino ai quarti di finale. Una curiosa caratteristica della Nazionale di questo Paese è che tutti e 23 i giocatori che compongono attualmente la rosa militano in squadre non islandesi. Mentre per guidare la Nazionale è stato chiamato lo svedeseLars Lagerbäck, che già aveva fatto bene con laselezione del proprio Paese. Nel 2017 avviene la prima storica qualificazione per la nazionale aimondiali di calcio diRussia 2018.
Questo nuovo corso dato alla vita calcistica nazionale è dovuto a un progetto a finanziamento statale a lungo termine avviato in Islanda nel 2002 e che ha portato in dieci anni a una crescita esponenziale di tutto il movimento sportivo nazionale. Per permettere di praticare la disciplina anche nel gelo dell'inverno nordico, sono stati costruiti sei campi regolamentari indoor per uomini, donne e bambini, non solo ai professionisti, oltre che campi di minori dimensioni in ogni scuola dell'isola, finanziati dallaFederazione calcistica dell'Islanda (Knattspyrnusamband Islands) e dai municipi. In Islanda c'è un impianto ogni 50 000 abitanti, media più alta d'Europa. Un programma di aggiornamento per allenatori, aperto a tutti e a basso costo, ha decuplicato il numero dei tecnici locali, passati da 70 a 700 in poco tempo. La programmazione si è unita alla cultura sportiva di un popolo così poco numeroso che i ragazzi più dotati si dedicano abitualmente a più di una disciplina[126].
^abcdefghijklmnopqrstuvwxyz(en) Jón R. Hjálmarsson,History of Iceland: From the Settlement to the present day. Reykjavík, Iceland Review, 2007, 208 p. (ISBN 978-9979-2-2058-9) (OCLC 269082266)
^(en) Jón R. Hjálmarsson,History of Iceland: From the Settlement to the present day. Reykjavík, Iceland Review, 2007 (ISBN 978-9979-2-2058-9) (OCLC 269082266)
^(EN) Jón R. Hjálmarsson,History of Iceland: From the Settlement to the present day, Reykjavík, Iceland Review, 2007, pp. 63-65,ISBN978-9979-2-2058-9,OCLC269082266.
^Sotto protettoratoONU (UNMIK), dichiaratosi unilateralmente Repubblica indipendente (riconosciuta dallamaggioranza degli stati ONU), secessionista dallaSerbia secondo cui è una Provincia autonoma