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Integrale

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Integrale dif(x){\displaystyle f(x)}.
Area sottesa dal grafico dalla funzionef(x){\displaystyle f(x)} nel dominio[a,b]{\displaystyle \left[a,b\right]}.
Si assume che l'area abbia valore negativo quandof(x){\displaystyle f(x)} è negativa.

Inanalisi matematica, l'integrale è unoperatore lineare che, nel caso di unafunzione di una sola variabile a valori reali non negativi, associa alla funzione l'area sottesa dal suo grafico entro un dato intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]} nel dominio. Se la funzione assume anche valori negativi, allora l'integrale può essere interpretato geometricamente come l'areaorientata sottesa dal grafico della funzione.

Siaf{\displaystyle f} una funzione continua di una variabile a valori reali e siaa{\displaystyle a} un elemento nel dominio dif,{\displaystyle f,} allora dalteorema fondamentale del calcolo integrale segue che l'integrale daa{\displaystyle a} ax{\displaystyle x} dif{\displaystyle f} è unaprimitiva dif{\displaystyle f}.

Storia

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L'idea di base del concetto di integrale era nota adArchimede diSiracusa, vissuto tra il287 e il212 a.C., ed era contenuta nel metodo da lui usato per il calcolo dell'area delcerchio o dell'area sottesa al segmento di un ramo diparabola, dettometodo di esaustione, già proposta daEudosso di Cnido.

NelXVII secolo alcuni matematici trovarono altri metodi per calcolare l'area sottesa al grafico di semplici funzioni, tra di essi figurano, ad esempio,Luca Valerio,Bonaventura Cavalieri, (che scoprì ilmetodo degli indivisibili neglianni 1640),Pierre de Fermat (1636),Evangelista Torricelli (1658) eNicolaus Mercator (1668). In quegli stessi anniPietro Mengoli (1659) diede una prima definizione di integrale.

Nel diciassettesimo e diciottesimo secoloIsaac Newton,Gottfried Leibniz,Johann Bernoulli dimostrarono indipendentemente ilteorema fondamentale del calcolo integrale, che ricondusse tale problema alla ricerca dellaprimitiva di una funzione.

Qual è l'integrale (animazione)

La definizione di integrale per le funzioni continue in un intervallo venne inizialmente formulata daAugustin-Louis Cauchy, che a partire dal lavoro di Mengoli, descrisse l'integrale utilizzando la definizione di limite. In seguitoBernhard Riemann propose la sua definizione, in modo da comprendere classi più estese di funzioni. Nel1875,Gaston Darboux riformulò la definizione già individuata da Cauchy in modo da evitare l'uso di limiti e dimostrando che era del tutto equivalente alla definizione data da Riemann. Per questo motivo spesso si parla di integrale di Riemann-Darboux. Allo scopo di comprendere una classe molto più estesa di funzioni,Henri Lebesgue produsse una definizione di integrale più complessa, attraverso l'introduzione dellateoria della misura. In seguitoThomas Stieltjes fu in grado di generalizzare l'integrale di Riemann introducendo il concetto difunzione integratrice e, con un procedimento del tutto analogo,Johann Radon generalizzò l'integrale di Lebesgue. Una definizione d'integrale alternativa a quella di Lebesgue-Radon venne fornita daPercy J. Daniell, che la ricavò a partire dall'integrale di Riemann-Stieltjes.

Notazione

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Il simbolo di integrale nella letteratura (da sinistra) inglese, tedesca e russa

Il simbolo{\displaystyle \int } che rappresenta l'integrale nella notazione matematica fu introdotto da Leibniz alla fine del XVII secolo. Il simbolo si basa sul carattereſ (esse lunga), lettera che Leibniz utilizzava come iniziale della parolasumma (ſumma), inlatinosomma, poiché questi considerava l'integrale come una somma infinita di addendi infinitesimali.

La variabile di integrazione, cioè la variabile della funzione integranda, è una variabile muta, cioèf(x)dx{\displaystyle \int f(x)dx} ha lo stesso significato dif(t)dt{\displaystyle \int f(t)dt} e dif(j)dj{\displaystyle \int f(j)dj}. La forma differenzialedx{\displaystyle dx} è ildifferenziale della variabile di integrazione.

Esistono leggere differenze nella notazione dell'integrale nelle letterature di lingue diverse: il simboloinglese è inclinato verso destra, quellotedesco è dritto mentre la varianterussa è inclinata verso sinistra.

Introduzione euristica

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Si consideri una funzionexf(x){\displaystyle x\mapsto f(x)} reale di variabile reale limitata e definita su un intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]} sull'asse delle ascisse. Quando si procede a calcolare l'integrale dif{\displaystyle f} su[a,b]{\displaystyle [a,b]}, alloraf{\displaystyle f} è dettafunzione integranda e l'intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]} è dettointervallo di integrazione e gli estremia{\displaystyle a} eb{\displaystyle b} sono dettiestremi di integrazione. La figura che ha per bordi ilgrafico dif{\displaystyle f}, l'asse delle ascisse e i segmenti verticali condotti dagli estremi dell'intervallo di integrazione agli estremi del grafico della funzione è dettatrapezoide. Il valore dell'integrale della funzione calcolato sull'intervallo di integrazione è uguale all'area (con segno) del trapezoide, cioè ilnumero reale che esprime tale area orientata viene chiamato integrale (definito) della funzione esteso all'intervallo di integrazione. Con il termine "integrale" o "operatore integrale" si indica anche l'operazione stessa che associa il valore dell'area orientata alla funzione.

Sono stati ideati diversi modi per definire in modo rigoroso l'integrale; a seconda della procedura adottata cambia anche l'insieme delle funzioni che è possibile misurare con un integrale. Un metodo è quello di "approssimare" il grafico della funzione con una linea costituita da uno o più segmenti, in modo che la figura si può scomporre in uno o più trapezi di cui è facile calcolare l'area: lasomma algebrica delle aree di tutti i trapezi è allora l'integrale cercato. Un tale approccio è utilizzato per definire l'integrale di Riemann, in cui il calcolo dell'area viene eseguito suddividendo la figura in sottili strisce verticali ottenendo così dei rettangoli. Nello specifico, dividendo un intervallo di integrazione[a,b]{\displaystyle [a,b]} inn{\displaystyle n} intervalli del tipo[xk1,xk]{\displaystyle [x_{k-1},x_{k}]}, perk=1,2,,n{\displaystyle k=1,2,\dots ,n}, e conx0=a{\displaystyle x_{0}=a} exn=b{\displaystyle x_{n}=b}, per ciascun intervallo si può considerare un puntotk{\displaystyle t_{k}} la cui immagine èf(tk){\displaystyle f(t_{k})}. Si costruisce allora il rettangolo che ha per base l'intervallo[xk1,xk]{\displaystyle [x_{k-1},x_{k}]} e per altezzaf(tk){\displaystyle f(t_{k})}. La figura costituita da tutti i rettangoli così costruiti è dettaplurirettangolo e l'area del plurirettangolo è dettasomma integrale di Cauchy osomma integrale di Riemann-Darboux:

k=1nf(tk)Δxk:=k=1nf(tk)(xkxk1).{\displaystyle \sum _{k=1}^{n}f(t_{k})\,\Delta x_{k}:=\sum _{k=1}^{n}f(t_{k})(x_{k}-x_{k-1}).}

Se al diminuire dell'ampiezza degli intervalliΔxk{\displaystyle \Delta x_{k}} i valori così ottenuti si concentrano in unintorno sempre più piccolo di un numeroS{\displaystyle S}, la funzionef{\displaystyle f} è integrabile sull'intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]} eS{\displaystyle S} è il valore del suo integrale.

Se lafunzione integrabilef(x){\displaystyle f(x)} è positiva allora l'integrale assume il significato diarea della regione:

R={(x,y)R2,0yf(x),x[a,b]}.{\displaystyle {\mathcal {R}}=\{(x,y)\in \mathbb {R} ^{2},\,0\leq y\leq f(x),x\in [a,b]\}.}

Se lafunzionef{\displaystyle f} cambia segno su[a,b]{\displaystyle [a,b]} allora l'integrale rappresenta unasomma diaree con segno diverso.

Definizione

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La prima definizione rigorosa a essere stata formulata di integrale di unafunzione su un intervallo è l'integrale di Riemann, formulato daBernhard Riemann, anche se per definirlo si preferisce utilizzare laformulazione data da Gaston Darboux.

L'integrale di Lebesgue consente di integrare una più vasta classe di funzioni rispetto all'integrale di Riemann. Per mostrare la relazione tra i due integrali è necessario utilizzare la classe dellefunzioni continue asupporto compatto, per le quali l'integrale di Riemann esiste sempre. Sianof{\displaystyle f} eg{\displaystyle g} due funzioni continue a supporto compatto suR1{\displaystyle \mathbb {R} ^{1}}. Si può definire la lorodistanza nel seguente modo:[1]

d(f,g)=+|f(t)g(t)| dt.{\displaystyle \operatorname {d} (f,g)=\int _{-\infty }^{+\infty }|f(t)-g(t)|\ \mathrm {d} t.}

Munito della funzione distanza, lo spazio delle funzioni continue a supporto compatto è unospazio metrico. Ilcompletamento di tale spazio metrico è l'insieme delle funzioni integrabili secondo Lebesgue.[2][3]

In letteratura esistono diversi altri operatori di integrazione, tuttavia essi godono di minore diffusione rispetto a quelli di Riemann e Lebesgue.

Integrale di Riemann-Darboux

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Lo stesso argomento in dettaglio:Integrale di Riemann e Integrale di Darboux.

SiaPC[a,b]{\displaystyle PC[a,b]} l'insieme delle funzioni limitate econtinue a tratti sull'intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]}, e tali da essere continue da destra:

limxy+f(x)=f(y).{\displaystyle \lim _{x\to y^{+}}f(x)=f(y).}

Lanorma di tali funzioni può essere definita come:

f=supx[a,b]|f(x)|.{\displaystyle \|f\|_{\infty }=\sup _{x\in [a,b]}|f(x)|.}

Consideriamon+1{\displaystyle n+1} puntia=x0<x1<<xn1<xn=b{\displaystyle a=x_{0}<x_{1}<\dots <x_{n-1}<x_{n}=b}. L'insiemeP={a,x1,,xn1,b}{\displaystyle P=\{a,x_{1},\dots ,x_{n-1},b\}} viene detto partizione di[a,b]{\displaystyle [a,b]}. Costruiamo glin{\displaystyle n} intervalliIk=[xk1,xk){\displaystyle I_{k}=[x_{k-1},x_{k})}. SiaχIk(x){\displaystyle \chi _{I_{k}}(x)} lafunzione indicatrice delk{\displaystyle k}-esimo intervallo della partizione. Consideriamo inoltren{\displaystyle n} numeri realic1,,cn{\displaystyle c_{1},\dots ,c_{n}}. Chiamiamofunzione costante a tratti, o funzione a scala, una funzioneφ{\displaystyle \varphi } che valeck{\displaystyle c_{k}} inIk{\displaystyle I_{k}} per ognik{1,,n}{\displaystyle k\in \{1,\dots ,n\}}. Esplicitamente:

φ(x)=ck,xIk,  k{1,,n}.{\displaystyle \varphi (x)=c_{k},\quad \forall x\in I_{k},\ \ \forall k\in \{1,\dots ,n\}.}

Osserviamo che la funzioneφ{\displaystyle \varphi } è definita solo nell'intervallo[a,b){\displaystyle [a,b)}, ma possiamo definireφ(b)=cn{\displaystyle \varphi (b)=c_{n}}. Osserviamo inoltre che le funzioni a scala così definite sono continue da destra e continue a tratti in[a,b]{\displaystyle [a,b]}.

Ogni funzione a scala si può scrivere in forma compatta:

φ(x)=k=1nckχIk(x).{\displaystyle \varphi (x)=\sum _{k=1}^{n}c_{k}\chi _{I_{k}}(x).}

Si può dimostrare che somma e prodotto di funzioni a scala è ancora una funzione a scala. In particolare l'insiemeS[a,b]{\displaystyle S[a,b]} delle funzioni a scala definite nell'intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]} costituisce unospazio vettoriale normato, con norma data da:

i=1nciχi(x)=supx[a,b]|i=1nciχi(x)|=maxi=1,,n|ci|ciR.{\displaystyle \|\sum _{i=1}^{n}c_{i}\chi _{i}(x)\|_{\infty }=\sup _{x\in [a,b]}|\sum _{i=1}^{n}c_{i}\chi _{i}(x)|=\max _{i=1,\dots ,n}|c_{i}|\qquad c_{i}\in \mathbb {R} .}

L'insiemeS[a,b]{\displaystyle S[a,b]} èdenso inPC[a,b]{\displaystyle PC[a,b]}. Si definisce latrasformazione lineare limitataI:S[a,b]R{\displaystyle I:S[a,b]\to \mathbb {R} } nel seguente modo:[4]

I[k=1nckχIk(x)]=k=1nck(xkxk1).{\displaystyle I\left[\sum _{k=1}^{n}c_{k}\chi _{I_{k}}(x)\right]=\sum _{k=1}^{n}c_{k}(x_{k}-x_{k-1}).}

Si dimostra che unoperatore lineare limitato che mappa unospazio vettoriale normato in uno spazio normatocompleto può essere sempre esteso in modo unico a un operatore lineare limitato che mappa il completamento dello spazio di partenza nel medesimo spazio di arrivo. Poiché i numeri reali costituiscono un insieme completo, l'operatoreI{\displaystyle I} può quindi essere esteso a un operatoreI^{\displaystyle {\hat {I}}} che mappa il completamentoS^[a,b]{\displaystyle {\hat {S}}[a,b]} diS[a,b]{\displaystyle S[a,b]} inR{\displaystyle \mathbb {R} }.

Si definisce integrale di Riemann-Darboux l'operatoreI^:S^[a,b]R{\displaystyle {\hat {I}}\colon {\hat {S}}[a,b]\to \mathbb {R} }, e si indica con:[5]

I^(f):=abf(x) dx.{\displaystyle {\hat {I}}(f):=\int _{a}^{b}f(x)\ \mathrm {d} x.}

Integrale di Lebesgue

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Lo stesso argomento in dettaglio:Integrale di Lebesgue.

Siaμ{\displaystyle \mu } unamisura su unasigma-algebraX{\displaystyle X} di sottoinsiemi di un insiemeE{\displaystyle E}. Ad esempio,E{\displaystyle E} può essere unn-spazio euclideoRn{\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} o un qualche suo sottoinsiemeLebesgue-misurabile,X{\displaystyle X} la sigma-algebra di tutti i sottoinsiemi Lebesgue-misurabili diE{\displaystyle E} eμ{\displaystyle \mu } la misura di Lebesgue.

Nella teoria di Lebesgue gli integrali sono limitati a una classe di funzioni, chiamatefunzioni misurabili. Una funzionef{\displaystyle f} è misurabile se lacontroimmagine di ogni insieme apertoI{\displaystyle I} del codominio è inX{\displaystyle X}, ossia sef1(I){\displaystyle f^{-1}(I)} è un insieme misurabile diX{\displaystyle X} per ogni apertoI{\displaystyle I}.[6] L'insieme delle funzioni misurabili è chiuso rispetto alle operazioni algebriche, e in particolare la classe è chiusa rispetto a vari tipi di limiti puntuali di successioni.

Una funzione semplices{\displaystyle s} è unacombinazione lineare finita difunzioni indicatrici diinsiemi misurabili.[7] Siano inumeri reali ocomplessia1,,an{\displaystyle a_{1},\ldots ,a_{n}} i valori assunti dalla funzione semplices{\displaystyle s} e sia:

Ai={x:s(x)=ai}.{\displaystyle A_{i}=\{x:s(x)=a_{i}\}.}

Allora:[7]

s(x)=i=1naiχAi(x),{\displaystyle s(x)=\sum _{i=1}^{n}a_{i}\chi _{A_{i}}(x),}

doveχAk(x){\displaystyle \chi _{A_{k}}(x)} è lafunzione indicatrice relativa all'insiemeAi{\displaystyle A_{i}} per ognii.{\displaystyle i.}

L'integrale di Lebesgue di una funzione semplice è definito nel seguente modo:

Fsdμ=i=1naiμ(AiF),FX.{\displaystyle \int _{F}s\,\mathrm {d} \mu =\sum _{i=1}^{n}a_{i}\mu (A_{i}\cap F),\quad F\in X.}

Siaf{\displaystyle f} una funzione misurabile non negativa suE{\displaystyle E} a valori sullaretta reale estesa. L'integrale di Lebesgue dif{\displaystyle f} sull'insiemeF{\displaystyle F} rispetto alla misuraμ{\displaystyle \mu } è definito nel seguente modo:[8]

Ffdμ:=supFsdμ,{\displaystyle \int _{F}f\,\mathrm {d} \mu :=\sup \int _{F}s\,\mathrm {d} \mu ,}

dove l'estremo superiore è valutato considerando tutte le funzioni semplicis{\displaystyle s} tali che0sf{\displaystyle 0\leq s\leq f}. Il valore dell'integrale è un numero nell'intervallo[0,]{\displaystyle [0,\infty ]}.

L'insieme delle funzioni tali che:

E|f|dμ<{\displaystyle \int _{E}|f|\,\mathrm {d} \mu <\infty }

è detto insieme delle funzioni integrabili suE{\displaystyle E} secondo Lebesgue rispetto alla misuraμ{\displaystyle \mu }, o anche insieme delle funzioni sommabili, ed è denotato conL1(μ){\displaystyle L^{1}(\mu )}.

Anche l'integrale di Lebesgue è unfunzionale lineare, e considerando una funzione definita su un intervalloI{\displaystyle I} ilteorema di Riesz permette di affermare che per ogni funzionale lineareλ{\displaystyle \lambda } suC{\displaystyle \mathbb {C} } è associata unamisura di Borel finitaμ{\displaystyle \mu } suI{\displaystyle I} tale che:[9]

λf=Ifdμ.{\displaystyle \lambda f=\int _{I}f\,\mathrm {d} \mu .}

In questo modo il valore del funzionale dipende con continuità dalla lunghezza dell'intervallo di integrazione.

Integrale in più variabili

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Lo stesso argomento in dettaglio:Integrale multiplo.

Siax=(x1,,xk){\displaystyle x=(x_{1},\dots ,x_{k})} un vettore nel campo reale. Un insieme del tipo:

Ik={x:aixibi1ik}{\displaystyle I^{k}=\{x:\quad a_{i}\leq x_{i}\leq b_{i}\quad 1\leq i\leq k\}}

è dettok{\displaystyle k}-cella. Siafk{\displaystyle f_{k}} definita suIk{\displaystyle I^{k}} una funzione continua a valori reali, e si definisca:

fk1(x1,,xk1)=akbkfk(x1,,xk)dxk.{\displaystyle f_{k-1}(x_{1},\dots ,x_{k-1})=\int _{a_{k}}^{b_{k}}f_{k}(x_{1},\dots ,x_{k})dx_{k}.}

Tale funzione è definita suIk1{\displaystyle I^{k-1}} ed è a sua volta continua a causa della continuità difk{\displaystyle f_{k}}. Iterando il procedimento si ottiene una classe di funzionifj{\displaystyle f_{j}} continue suIj{\displaystyle I^{j}} che sono il risultato dell'integrale difj+1{\displaystyle f_{j+1}} rispetto alla variabilexj+1{\displaystyle x_{j+1}} sull'intervallo[aj+1,bj+1]{\displaystyle [a_{j+1},b_{j+1}]}. Dopok{\displaystyle k} volte si ottiene il numero:

f0=a1b1f1(x1)dx1.{\displaystyle f_{0}=\int _{a_{1}}^{b_{1}}f_{1}(x_{1})dx_{1}.}

Si tratta dell'integrale difk(x){\displaystyle f_{k}(x)} suIk{\displaystyle I^{k}} rispetto ax{\displaystyle x}, e non dipende dall'ordine con il quale vengono eseguite lek{\displaystyle k} integrazioni.

In particolare, siag(x)=f1(x1)fk(xk){\displaystyle g(x)=f_{1}(x_{1})\dots f_{k}(x_{k})}. Allora si ha:

Ikg(x)dx=i=1kaibifi(xi)dxi.{\displaystyle \int _{I^{k}}g(x)dx=\prod _{i=1}^{k}\int _{a_{i}}^{b_{i}}f_{i}(x_{i})dx_{i}.}

Inoltre, siaf{\displaystyle f} unafunzione a supporto compatto e si ponga cheIk{\displaystyle I^{k}} contenga il supporto dif{\displaystyle f}. Allora è possibile scrivere:

Ikf=Rkf.{\displaystyle \int _{I^{k}}f=\int _{\mathbb {R} ^{k}}f.}

Nell'ambito della teoria dell'integrale di Lebesgue è possibile estendere questa definizione a insiemi di funzioni più ampi.

Una proprietà di notevole importanza dell'integrale di una funzione in più variabili è la seguente. Siano:

Allora si ha:

Rkf(y)dy=Rkf(T(x))|JT(x)|dx.{\displaystyle \int _{\mathbb {R} ^{k}}f(y)dy=\int _{\mathbb {R} ^{k}}f(T(x))|J_{T}(x)|dx.}

L'integrandof(T(x))|JT(x)|{\displaystyle f(T(x))|J_{T}(x)|} ha un supporto compatto grazie all'invertibilità diT{\displaystyle T}, dovuta all'ipotesiJT(x)0{\displaystyle J_{T}(x)\neq 0} per ognixE{\displaystyle x\in E} che garantisce la continuità diT1{\displaystyle T^{-1}} inT(E){\displaystyle T(E)} per ilteorema della funzione inversa.

Integrale curvilineo

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Lo stesso argomento in dettaglio:Integrale di linea e Integrale di superficie.

Dato uncampo scalaref:RnR{\displaystyle f\colon \mathbb {R} ^{n}\to \mathbb {R} }, si definisce l'integrale di linea (di prima specie) su una curvaC{\displaystyle C}, parametrizzata dar(t){\displaystyle \mathbf {r} (t)}, cont[a,b]{\displaystyle t\in [a,b]}, come:[10]

Cf ds=abf(r(t))r(t)dt,{\displaystyle \int _{C}f\ \operatorname {d} \!s=\int _{a}^{b}f(\mathbf {r} (t))\|\mathbf {r} '(t)\|\,\mathrm {d} t,}

dove il termineds{\displaystyle \mathrm {d} s} indica che l'integrale è effettuato su un'ascissa curvilinea. Se il dominio della funzionef{\displaystyle f} èR{\displaystyle \mathbb {R} }, l'integrale curvilineo si riduce al comuneintegrale di Riemann valutato nell'intervallo[r(a),r(b)]{\displaystyle [r(a),r(b)]}. Alla famiglia degli integrali di linea appartengono anche gliintegrali ellittici di prima e di seconda specie, questi ultimi impiegati anche in ambito statistico per il calcolo della lunghezza dellacurva di Lorenz.

Similmente, per uncampo vettorialeF:RnRn{\displaystyle \mathbf {F} :\mathbb {R} ^{n}\to \mathbb {R} ^{n}}, l'integrale di linea (di seconda specie) lungo una curvaC{\displaystyle C}, parametrizzata dar(t){\displaystyle \mathbf {r} (t)} cont[a,b]{\displaystyle t\in [a,b]}, è definito da:[11]

CF=CF(x)dx=abF(r(t))r(t)dt.{\displaystyle \int _{C}\mathbf {F} =\int _{C}\mathbf {F} (\mathbf {x} )\cdot \,\mathrm {d} \mathbf {x} =\int _{a}^{b}\mathbf {F} (\mathbf {r} (t))\cdot \mathbf {r} '(t)\,\mathrm {d} t.}

Continuità e integrabilità

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Lo stesso argomento in dettaglio:Funzione integrabile.

Unacondizione sufficiente ai fini dell'integrabilità è che una funzione definita su un intervallo chiuso e limitato sia continua: unafunzione continua definita su uncompatto, e quindicontinua uniformemente per ilteorema di Heine-Cantor, è integrabile.

Dimostrazione

Si suddivida l'intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]} inn{\displaystyle n} sottointervalli[xi1,xi]{\displaystyle [x_{i-1},x_{i}]} di uguale ampiezza:

δx=(ba)n.{\displaystyle \delta x={{(b-a)} \over {n}}.}

Si scelga in ogni intervallo un puntoti{\displaystyle t_{i}} interno a[xi1,xi]{\displaystyle [x_{i-1},x_{i}]} e si definisce la somma integrale:

σn=s=1nf(ts)δxs=bans=1nf(ts).{\displaystyle \sigma _{n}=\sum _{s=1}^{n}f(t_{s})\,\delta x_{s}={{b-a} \over {n}}\sum _{s=1}^{n}f(t_{s}).}

PonendoMi{\displaystyle M_{i}} emi{\displaystyle m_{i}} il massimo e il minimo dif{\displaystyle f} in ogni intervallo[xi1,xi]{\displaystyle [x_{i-1},x_{i}]} si costruiscono quindi le somme:

Sn=i=1nMi(xixi1),sn=i=1nmi(xixi1).{\displaystyle S_{n}=\sum _{i=1}^{n}M_{i}(x_{i}-x_{i-1}),\qquad s_{n}=\sum _{i=1}^{n}m_{i}(x_{i}-x_{i-1}).}

All'aumentare din{\displaystyle n}, si ha cheSn{\displaystyle S_{n}} diminuisce esn{\displaystyle s_{n}} cresce. Essendo allora le duesuccessionimonotone, esse ammettono un limite, il quale è finito. Sia ora:

 mif(ti)Mi.{\displaystyle \ m_{i}\leq f(t_{i})\leq M_{i}.}

Si ha che:

 snσnSn.{\displaystyle \ s_{n}\leq \sigma _{n}\leq S_{n}.}

Per ilteorema di esistenza del limite di successioni monotone risultasns{\displaystyle s_{n}\to s} eSnS{\displaystyle S_{n}\to S}, consS{\displaystyle s\leq S}. All'affinarsi della partizione di[a,b]{\displaystyle [a,b]} risultas=S{\displaystyle s=S}, infatti è possibile fissare unε{\displaystyle \varepsilon } piccolo a piacere e un numero di suddivisioni della partizione sufficientemente grande da far risultare:

Snsn=i=1n(Mimi)(xixi1)<ε,{\displaystyle S_{n}-s_{n}=\sum _{i=1}^{n}(M_{i}-m_{i})(x_{i}-x_{i-1})<\varepsilon ,}

poiché per la continuità uniforme dif{\displaystyle f} si ha:

Mimi<ε(ba).{\displaystyle M_{i}-m_{i}<{{\varepsilon } \over {(b-a)}}.}

Cioè, per un numero din{\displaystyle n} suddivisioni abbastanza elevato:

Snsn=i=1n(Mimi)(xixi1)<ε(ba)i=1n(xixi1)=ε.{\displaystyle S_{n}-s_{n}=\sum _{i=1}^{n}(M_{i}-m_{i})(x_{i}-x_{i-1})<{{\varepsilon } \over {(b-a)}}\sum _{i=1}^{n}(x_{i}-x_{i-1})=\varepsilon .}

Per il teorema del confronto delle successioni si ha:

 limn+(Snsn)ε,{\displaystyle \ \lim _{n\to +\infty }(S_{n}-s_{n})\leq \varepsilon ,}

ossia:

Ssε,{\displaystyle S-s\leq \varepsilon ,}

da cui, data l'arbitrarietà del fattoreε{\displaystyle \varepsilon }, risulta che con il passaggio al limite la differenza tra le somme integrali massimante e minimante tende a zero. Da questo segue che:

S=s=I.{\displaystyle S=s=I.}

In definitiva, essendo:

snσnSn,{\displaystyle s_{n}\leq \sigma _{n}\leq S_{n},}

per il teorema del confronto risultaσnI{\displaystyle \sigma _{n}\to I}, da cui si deduce che se la funzione integranda è continua su un compatto[a,b]{\displaystyle [a,b]} allora l'operazione di integrazione non dipende dalla scelta dei punti interni agli intervalli[xi1,xi]{\displaystyle [x_{i-1},x_{i}]}, ovvero la funzione è integrabile.

Assoluta integrabilità

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Una funzionef{\displaystyle f} si dice assolutamente integrabile su unintervallo aperto del tipo[a,+){\displaystyle [a,+\infty )} se su tale intervallo è integrabile|f|{\displaystyle \left|f\right|}. Non tutte le funzioni integrabili sono assolutamente integrabili: un esempio di funzione di questo tipo èsinx/x{\displaystyle \sin x/x}. Viceversa, il teorema sull'esistenza degli integrali impropri all'infinito garantisce che una funzionef{\displaystyle f} assolutamente integrabile sia integrabile su un intervallo del tipo[a,+){\displaystyle [a,+\infty )}.

Dimostrazione

Infatti, unacondizione necessaria e sufficiente affinchéa+f(x)dx{\displaystyle \int _{a}^{+\infty }\!f(x)\,\mathrm {d} x} esista finito è che per ogniε>0{\displaystyle \varepsilon >0} esistaγ>0{\displaystyle \gamma >0} tale che per ognix1,x2<γ{\displaystyle x_{1},x_{2}<\gamma } si abbia:

|x1x2f(x)dx|<ε.{\displaystyle \left|\int _{x_{1}}^{x_{2}}f(x)\,\mathrm {d} x\right|<\varepsilon .}

Sostituendo in quest'ultima espressionef(x){\displaystyle f(x)} con|f(x)|{\displaystyle |f(x)|} la condizione di esistenza diventa:

|x1x2|f(x)dx||<ε,{\displaystyle \left|\int _{x_{1}}^{x_{2}}\left|f(x)\,\mathrm {d} x\right|\right|<\varepsilon ,}

da cui si ha:

|abf(x)dx|ab|f(x)|dx{\displaystyle \left|\int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x\right|\leq \int _{a}^{b}\left|f(x)\right|\,\mathrm {d} x}

e quindi si può scrivere:

x1x2|f(x)dx|<ε.{\displaystyle \int _{x_{1}}^{x_{2}}\left|f(x)\,\mathrm {d} x\right|<\varepsilon .}

Si ricava così chef(x){\displaystyle f(x)} è integrabile.

Teorema di Vitali-Lebesgue

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Il teorema di Vitali-Lebesgue è un teorema che consente di individuare le funzioni definite su uno spazioRn{\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} che sianointegrabili secondo Riemann. Fu dimostrato nel 1907 dal matematico italianoGiuseppe Vitali contemporaneamente e indipendentemente con il matematico franceseHenri Lebesgue.

Data una funzione suRn{\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} che sialimitata e nulla al di fuori di unsottoinsieme limitato diRn{\displaystyle \mathbb {R} ^{n}}, essa è integrabile secondo Riemann se e solo se è trascurabile l'insieme dei suoipunti di discontinuità. Se si verifica questo, la funzione è ancheintegrabile secondo Lebesgue e i due integrali coincidono. Nel caso in cuin=1{\displaystyle n=1} l'enunciato assume la seguente forma: una funzionef{\displaystyle f} limitata in un intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]} è ivi integrabile secondo Riemann se e solo se l'insieme dei suoi punti di discontinuità è dimisura nulla rispetto allamisura di Lebesgue.[12]

Calcolo differenziale e calcolo integrale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Derivata.

Ilteorema fondamentale del calcolo integrale, grazie agli studi e alle intuizioni diLeibniz,Newton,Torricelli eBarrow, stabilisce la relazione esistente tracalcolo differenziale e calcolo integrale. Esso è generalizzato dal fondamentaleteorema di Stokes.

Funzioni primitive

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Lo stesso argomento in dettaglio:Primitiva (matematica).

Ilproblema inverso a quello della derivazione consiste nella ricerca di tutte le funzioni la cui derivata sia uguale a una funzione assegnata. Questo problema è noto come ricerca delle primitive di una funzione. Nel caso in cuiF{\displaystyle F} sia una primitiva dif{\displaystyle f} (cioè seF(x)=f(x){\displaystyle F'(x)=f(x)}) allora, poiché la derivata di una funzione costante è nulla, anche una qualunque funzione del tipo:

G(x)=F(x)+c,{\displaystyle G(x)=F(x)+c,}

che differisca daF(x){\displaystyle F(x)} per una costante arbitrariac{\displaystyle c}, risulta essere primitiva dif(x){\displaystyle f(x)}. Infatti:

G(x)=F(x)+0=f(x).{\displaystyle G'(x)=F'(x)+0=f(x).}

Quindi, se una funzionef(x){\displaystyle f(x)} ammette primitivaF(x){\displaystyle F(x)} allora esiste un'intera classe di primitive del tipo:

G(x)=F(x)+c.{\displaystyle G(x)=F(x)+c.}

Viceversa, tutte le primitive dif(x){\displaystyle f(x)} sono della formaF(x)+c{\displaystyle F(x)+c}.

Integrale indefinito

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L'insieme delleprimitive di una funzionef(x){\displaystyle f(x)} si chiamaintegrale indefinito di tale funzione. Il simbolo:

f(x)dx,{\displaystyle \int \!f(x)\,\mathrm {d} x,}

denota l'integrale indefinito della funzionef(x){\displaystyle f(x)} rispetto ax{\displaystyle x} e rappresenta un insieme di funzioni. La funzionef(x){\displaystyle f(x)} è detta anche in questo casofunzione integranda. In un certo senso (non formale), si può vedere l'integrale indefinito come "l'operazione inversa della derivata". Tuttavia, da un punto di vista formale, la derivazione non è iniettiva e quindi non è invertibile e l'operatore integrale restituisce l’insieme delle primitive che è vuoto oppure contiene infiniti elementi.

Ognifunzione continua in un intervallo ammette primitiva, ma non è detto che sia derivabile in ogni suo punto. Sef{\displaystyle f} è una funzione definita in un intervallo nel quale ammette una primitivaF{\displaystyle F}, allora l'integrale indefinito dif{\displaystyle f} è:

f(x)dx=F(x)+c,{\displaystyle \int \!f(x)\,\mathrm {d} x=F(x)+c,}

dovec{\displaystyle c} è una generica costante reale.

Funzione integrale

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Siaf:IR{\displaystyle f\colon I\to \mathbb {R} } una funzione definita su un intervalloI=[a,b]{\displaystyle I=[a,b]}. Se la funzione èintegrabile su ogni intervallo chiuso e limitatoJ{\displaystyle J} contenuto inI{\displaystyle I}, al variare dell'intervalloJ{\displaystyle J} varia il valore dell'integrale. Si pongaJ=[x0,x]{\displaystyle J=[x_{0},x]}, dovex0{\displaystyle x_{0}} è fissato e l'altro estremox{\displaystyle x} è variabile: l'integrale dif{\displaystyle f} suJ{\displaystyle J} diventa allora una funzione dix{\displaystyle x}. Tale funzione si dicefunzione integrale dif{\displaystyle f} ointegrale diTorricelli, e si indica con:

F(x)=x0xf(t)dt.{\displaystyle F(x)=\int _{x_{0}}^{x}\!f(t)\,\mathrm {d} t.}

La variabile di integrazionet{\displaystyle t} è dettavariabile muta, e varia trax0{\displaystyle x_{0}} ex{\displaystyle x}.

Teorema fondamentale del calcolo integrale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Teorema fondamentale del calcolo integrale.

La prima parte del teorema è dettaprimo teorema fondamentale del calcolo, afferma che la funzione integrale (come sopra definita)

F(x)=axf(t)dt,axb,{\displaystyle F(x)=\int _{a}^{x}f(t)dt,\qquad a\leq x\leq b,}

è unaprimitiva della funzione di partenza. Cioè

F(x)=f(x),{\displaystyle F^{\prime }(x)=f(x),}

La seconda parte del teorema è dettasecondo teorema fondamentale del calcolo, e consente di calcolare l'integrale definito di una funzione attraverso una delle sue primitive.

abf(x)dx=F(b)F(a),{\displaystyle \int _{a}^{b}f(x)dx=F(b)-F(a),}

e tale relazione è dettaformula fondamentale del calcolo integrale.

Lemma di derivazione degli integrali

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SiaIR{\displaystyle I\subset \mathbb {R} } un intervallo,f:I(x,t)Rf(x,t){\displaystyle f\colon {\underset {(x,t)}{I}}{\underset {\mapsto }{\longrightarrow }}{\underset {f(x,t)}{\mathbb {R} }}} funzione di classeC1{\displaystyle {\mathcal {C}}^{1}} inx{\displaystyle x} eα,β:IR{\displaystyle \alpha ,\beta \colon I\longrightarrow \mathbb {R} } curve di classeC1{\displaystyle {\mathcal {C}}^{1}}. SiaΦ:IxRΦ(x){\displaystyle \Phi \colon {\underset {x}{I}}{\underset {\mapsto }{\longrightarrow }}{\underset {\Phi (x)}{\mathbb {R} }}} la funzione integrale di classeC1{\displaystyle {\mathcal {C}}^{1}} definita come:

Φ(x)=α(x)β(x)f(x,t)dtΦ(x)=f(x,β(x))β(x)f(x,α(x))α(x)+α(x)β(x)xf(x,t)dt.{\displaystyle \Phi (x)=\int _{\alpha (x)}^{\beta (x)}\!\!\!f(x,t)dt\implies \Phi ^{\prime }(x)=f(x,\beta (x))\cdot \beta ^{\prime }(x)-f(x,\alpha (x))\cdot \alpha ^{\prime }(x)+\int _{\alpha (x)}^{\beta (x)}{\frac {\partial }{\partial x}}f(x,t)dt.}

Proprietà degli integrali

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Di seguito si riportano le proprietà principali dell'operatore integrale.

Linearità

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Sianof{\displaystyle f} eg{\displaystyle g} due funzioni continue definite in un intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]} e sianoα,βR{\displaystyle \alpha ,\beta \in \mathbb {R} }. Allora:

ab[αf(x)+βg(x)]dx=αabf(x)dx+βabg(x)dx.{\displaystyle \int _{a}^{b}[\alpha f(x)+\beta g(x)]\,\mathrm {d} x=\alpha \int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x+\beta \int _{a}^{b}\!g(x)\,\mathrm {d} x.}
Dimostrazione

Infatti, dalla definizione si ha che:

ab[αf(x)+βg(x)]dx=limn+bans=1n[αf(ts)+βg(ts)],{\displaystyle \int _{a}^{b}[\alpha f(x)+\beta g(x)]\,\mathrm {d} x=\lim _{n\to +\infty }{{b-a} \over {n}}\sum _{s=1}^{n}\,[\alpha f(t_{s})+\beta g(t_{s})],}

da cui:

ab[αf(x)+βg(x)]dx=limn+ban[αs=1nf(ts)+βs=1ng(ts)].{\displaystyle \int _{a}^{b}[\alpha f(x)+\beta g(x)]\,\mathrm {d} x=\lim _{n\to +\infty }{{b-a} \over {n}}[\alpha \sum _{s=1}^{n}f(t_{s})+\beta \sum _{s=1}^{n}g(t_{s})].}

Dalla proprietà distributiva e dal fatto che il limite della somma coincide con la somma dei limiti si ha:

ab[αf(x)+βg(x)]dx=αlimn+bans=1nf(ts)+βlimn+bans=1ng(ts){\displaystyle \int _{a}^{b}[\alpha f(x)+\beta g(x)]\,\mathrm {d} x=\alpha \lim _{n\to +\infty }{{b-a} \over {n}}\sum _{s=1}^{n}f(t_{s})+\beta \lim _{n\to +\infty }{{b-a} \over {n}}\sum _{s=1}^{n}g(t_{s})}

da cui discende la proprietà di linearità.

Additività

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Siaf{\displaystyle f} continua e definita in un intervallo[a,c]{\displaystyle [a,c]} e siab[a,c]{\displaystyle b\in [a,c]}. Allora:

acf(x)dx=abf(x)dx+bcf(x)dx.{\displaystyle \int _{a}^{c}\!f(x)\,\mathrm {d} x=\int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x+\int _{b}^{c}\!f(x)\,\mathrm {d} x.}
Dimostrazione

Infatti, dalla definizione si ha che:

abf(x)dx=limn+bans=1nf(ts),{\displaystyle \int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x=\lim _{n\to +\infty }{{b-a} \over {n}}\sum _{s=1}^{n}f(t_{s}),}

da cui se si hac[a,b]{\displaystyle c\in [a,b]} esistono un valoreh{\displaystyle h} e un valorek{\displaystyle k} la cui somma èn{\displaystyle n} tali che per un affinamento sufficiente della partizione risulti:

bch=cak=δx{\displaystyle {\frac {b-c}{h}}={\frac {c-a}{k}}=\delta x}
abf(x)dx=limn+ban(s=1nkf(ts)+s=h+1nf(ts)).{\displaystyle \int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x=\lim _{n\to +\infty }{{b-a} \over {n}}\left(\sum _{s=1}^{n-k}f(t_{s})+\sum _{s=h+1}^{n}f(t_{s})\right).}

Distribuendo la misura dell'intervallo:

abf(x)dx=limn+bans=1nkf(ts)+limn+bans=h+1nf(ts){\displaystyle \int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x=\lim _{n\to +\infty }{\frac {b-a}{n}}\sum _{s=1}^{n-k}f(t_{s})+\lim _{n\to +\infty }{{b-a} \over {n}}\sum _{s=h+1}^{n}f(t_{s})}

in cuink=h{\displaystyle n-k=h}. Considerando l'intervallo[c,b]{\displaystyle [c,b]}, l'indices=h+1,,n{\displaystyle s=h+1,\ldots ,n} può essere riscritto comes=1,,k{\displaystyle s=1,\ldots ,k} in quantoth+1{\displaystyle t_{h+1}} è il valore superiore del primo intervallo della partizione di[c,b]{\displaystyle [c,b]}. Ricordando che:

bch=cak=δx,{\displaystyle {{b-c} \over {h}}={{c-a} \over {k}}=\delta x,}

risulta allora:

abf(x)dx=limh+cahs=1hf(ts)+limk+bcks=1kf(t(s)){\displaystyle \int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x=\lim _{h\to +\infty }{{c-a} \over {h}}\sum _{s=1}^{h}f(t_{s})+\lim _{k\to +\infty }{{b-c} \over {k}}\sum _{s=1}^{k}f\left(t(s)\right)}

da cui discende la proprietà di additività.

Monotonia (o teorema del confronto)

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Sianof{\displaystyle f} eg{\displaystyle g} due funzioni continue definite in un intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]} e tali chef(x)g(x){\displaystyle f(x)\leq g(x)} in[a,b]{\displaystyle [a,b]}. Allora:

abf(x)dxabg(x)dx.{\displaystyle \int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x\leq \int _{a}^{b}\!g(x)\,\mathrm {d} x.}
Dimostrazione

Infatti, se si verifica chef(x)g(x){\displaystyle f(x)\leq g(x)} nel compatto [a,b]{\displaystyle \ [a,b]}, effettuando una partizione di tale intervallo la disuguaglianza permane e moltiplicando da ambo i lati per il fattoreba/n{\displaystyle b-a/n} si ottiene:

banf(ts)bang(ts),{\displaystyle {{b-a} \over {n}}f(t_{s})\leq {{b-a} \over {n}}g(t_{s}),}

per ognits{\displaystyle t_{s}}. A questo punto se la relazione è valida per qualsiasi intervallo in cui è suddiviso il compatto vale la seguente:

s=1nbanf(ts)s=1nbang(ts).{\displaystyle \sum _{s=1}^{n}{{b-a} \over {n}}f(t_{s})\leq \sum _{s=1}^{n}{{b-a} \over {n}}g(t_{s}).}

Come conseguenza del corollario delteorema della permanenza del segno dei limiti, applicando il limite alle somme integrali di Riemann (ottenendo quindi l'integrale) la disuguaglianza resta immutata:

limn+s=1nbanf(ts)limn+s=1nbang(ts).{\displaystyle \lim _{n\to +\infty }\sum _{s=1}^{n}{{b-a} \over {n}}f(t_{s})\leq \lim _{n\to +\infty }\sum _{s=1}^{n}{{b-a} \over {n}}g(t_{s}).}

Da ciò deriva la proprietà di monotonia degli integrali.

Valore assoluto

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Tale teorema si potrebbe considerare come uncorollario del teorema del confronto. Sef{\displaystyle f} è integrabile in un intervallo[a,b]{\displaystyle [a,b]} si ha:

|abf(x)dx|ab|f(x)|dx.{\displaystyle \left|\int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x\right|\leq \int _{a}^{b}\left|f(x)\right|\,\mathrm {d} x.}
Dimostrazione

Infatti, essendo valida la relazione|f(ts)|f(ts)|f(ts)|{\displaystyle -|f(t_{s})|\leq f(t_{s})\leq |f(t_{s})|} per ogni s, è possibile sommare membro a membro le varie componenti della relazione, ottenendo:

s=1n|f(ts)|s=1nf(ts)s=1n|f(ts)|.{\displaystyle -\sum _{s=1}^{n}|f(t_{s})|\leq \sum _{s=1}^{n}f(t_{s})\leq \sum _{s=1}^{n}|f(t_{s})|.}

Moltiplicando ogni membro per il fattoreba/n{\displaystyle b-a/n} e applicando il limite in modo da affinare gli intervalli della partizione si ottengono gli integrali:

limn+bans=1n|f(ts)|limn+bans=1nf(ts)limn+bans=1n|f(ts)|{\displaystyle -\lim _{n\to +\infty }{{b-a} \over {n}}\sum _{s=1}^{n}|f(t_{s})|\leq \lim _{n\to +\infty }{{b-a} \over {n}}\sum _{s=1}^{n}f(t_{s})\leq \lim _{n\to +\infty }{{b-a} \over {n}}\sum _{s=1}^{n}|f(t_{s})|}
ab|f(x)|dxabf(x)dxab|f(x)|dx,{\displaystyle -\int _{a}^{b}|f(x)|\,\mathrm {d} x\leq \int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x\leq \int _{a}^{b}|f(x)|\,\mathrm {d} x,}

ove quest'ultima disuguaglianza può essere espressa in termini di valore assoluto come:

|abf(x)dx|ab|f(x)|dx{\displaystyle \left|\int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x\right|\leq \int _{a}^{b}\left|f(x)\right|\,\mathrm {d} x}

la quale è la proprietà del valore assoluto degli integrali.

Teorema della media

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Lo stesso argomento in dettaglio:Teorema della media integrale e Teorema della media pesata.

Sef:[a,b]R{\displaystyle f:[a,b]\to \mathbb {R} } ècontinua allora esistec(a,b){\displaystyle c\in (a,b)} tale che:

1baabf(x)dx=f(c).{\displaystyle {{1} \over {b-a}}\int _{a}^{b}\!f(x)\,\mathrm {d} x=f(c).}

Integrale improprio

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Lo stesso argomento in dettaglio:Integrale improprio.

Un integrale improprio è un limite della forma:

limbabf(x)dxlimaabf(x)dx{\displaystyle \lim _{b\to \infty }\int _{a}^{b}f(x)\,\mathrm {d} x\qquad \lim _{a\to -\infty }\int _{a}^{b}f(x)\,\mathrm {d} x}

oppure:

limcbacf(x)dxlimca+cbf(x)dx{\displaystyle \lim _{c\to b^{-}}\int _{a}^{c}f(x)\,\mathrm {d} x\quad \lim _{c\to a^{+}}\int _{c}^{b}f(x)\,\mathrm {d} x}

Un integrale è improprio anche nel caso in cui la funzione integranda non è definita in uno o piùpunti interni del dominio di integrazione.

Metodi di integrazione

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Lo stesso argomento in dettaglio:Metodi di integrazione.

L'integrazione di una funzione reale è un calcolo matematico di non semplice risoluzione generale. Il caso più semplice si ha quando si riconosce la funzione integranda essere laderivata di una funzione notaΦ{\displaystyle \Phi }. In casi più complessi esistono numerosi metodi per trovare la funzione primitiva. In particolare, tra le tecniche più diffuse per la ricerca della primitiva dell'integranda sono queste due:

  • se l'integranda è il prodotto di due funzioni, l'integrazione per parti riduce l'integrale alla somma di una funzione e un altro integrale che può ricondursi al caso più semplice descritto sopra in cui l'integranda è la derivata di una funzione nota;
  • se l'integranda è trasformazione di una derivata nota attraverso una qualche funzione derivabile, l'integrazione per sostituzione riporta il calcolo all'integrale di quella derivata nota, modificato per un fattore di differenziabilità che dipende dalla trasformazione in gioco.

Stima di somme tramite integrale

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Un metodo che consente di ottenere lastima asintotica di una somma è l'approssimazione di una serie tramite il suo integrale. Siaf:RR+{\displaystyle f:\mathbb {R} \to \mathbb {R} ^{+}} una funzione monotona non decrescente. Allora per ogniaN{\displaystyle a\in \mathbb {N} } e ogni interona{\displaystyle n\geq a} si ha:

f(a)+anf(x)dxk=anf(k)anf(x)dx+f(n).{\displaystyle f(a)+\int _{a}^{n}\!f(x)\,\mathrm {d} x\leq \sum _{k=a}^{n}\!f(k)\leq \int _{a}^{n}f(x)\,\mathrm {d} x+f(n).}

Infatti, sen=a{\displaystyle n=a} la proprietà è banale, mentre sen>a{\displaystyle n\,>\,a} si osserva che la funzione è integrabile in ogni intervallo chiuso e limitato diR+{\displaystyle \mathbb {R} ^{+}}, e che per ognikN{\displaystyle k\in \mathbb {N} } vale la relazione:

f(k)kk+1f(x)dxf(k+1).{\displaystyle f(k)\leq \int _{k}^{k+1}f(x)\,\mathrm {d} x\leq f(k+1).}

Sommando perk=a,a+1,,n1{\displaystyle k=a,a+1,\ldots ,n-1} si ottiene dalla prima disuguaglianza:

k=an1f(k)k=an1kk+1f(x)dx=anf(x)dx,{\displaystyle \sum _{k=a}^{n-1}f(k)\leq \sum _{k=a}^{n-1}\int _{k}^{k+1}f(x)\,\mathrm {d} x=\int _{a}^{n}f(x)\,\mathrm {d} x,}

mentre dalla seconda segue che:

anf(x)dx=k=an1kk+1f(x)dxk=an1f(k+1).{\displaystyle \int _{a}^{n}f(x)\,\mathrm {d} x=\sum _{k=a}^{n-1}\int _{k}^{k+1}f(x)\,\mathrm {d} x\leq \sum _{k=a}^{n-1}f(k+1).}

Aggiungendo oraf(a){\displaystyle f(a)} ef(n){\displaystyle f(n)} alle due somme precedenti si verifica la relazione.

Altri operatori di integrazione

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Accanto agli integrali di Riemann e Lebesgue sono stati introdotti diversi altri operatori integrali. L'integrale di Riemann-Stieltjes è una generalizzazione dell'integrale di Riemann, ed è a sua volta generalizzato dall'integrale di Lebesgue-Stieltjes, che è anche un'estensione dell'integrale di Lebesgue.

Integrali di Denjoy, Perron, Henstock e altri

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Lo stesso argomento in dettaglio:Integrale di Denjoy, Integrale di Perron e Integrale di Henstock-Kurzweil.

Sono state sviluppate altre definizioni di integrale, alcune delle quali sono dovute aDenjoy,Perron,Henstock e altri. I tre nominati condividono la validità delteorema fondamentale del calcolo integrale in una forma più generale rispetto alla trattazione di Riemann e Lebesgue.

Il primo in ordine cronologico a essere introdotto è stato l'integrale di Denjoy, definito per mezzo di una classe di funzioni che generalizza lefunzioni assolutamente continue. Successivamente, solo due anni dopo, Perron ha dato lasua definizione con un metodo che ricorda le funzioni maggioranti e minoranti di Darboux. In ultimo,Ralph Henstock e (indipendentemente)Jaroslaw Kurzweil forniscono una terza definizione equivalente, detta ancheintegrale di gauge: essa sfrutta una leggera generalizzazione della definizione di Riemann, la cui semplicità rispetto alle altre due è probabilmente il motivo per cui questo integrale è più noto con il nome del matematico inglese che con quelli di Denjoy e Perron.

Integrale di Itō

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Lo stesso argomento in dettaglio:Lemma di Itō.

L'integrale diItō fa parte dell'analisi di Itō per iprocessi stocastici. In letteratura è introdotto utilizzando varie notazioni, una delle quali è la seguente:

0TXsdWs,{\displaystyle \int _{0}^{T}X_{s}\,\mathrm {d} W_{s},}

doveWs{\displaystyle W_{s}} è ilprocesso di Wiener. L'integrale non è definito come un integrale ordinario, in quanto il processo di Wiener havariazione totale infinita. In particolare, gli strumenti canonici di integrazione di funzioni continue non sono sufficienti. L'utilizzo principale di tale strumento matematico è nel calcolo differenziale di equazioni in cui sono coinvoltiintegrali stocastici, che inseriti in equazioni volte a modellizzare un particolare fenomeno (come il moto aleatorio delle particelle o il prezzo delle azioni nei mercati finanziari) rappresentano il contributo aleatorio sommabile (rumore) dell'evoluzione del fenomeno stesso.

Esempi di calcolo di un integrale

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  • In base alle informazioni fornite dal primo teorema fondamentale del calcolo integrale si può effettuare il calcolo di un integrale cercando una funzione la cui derivata coincide con la funzione da integrare. A questo scopo possono essere d'aiuto letavole d'integrazione. Così per effettuare il calcolo dell'integrale della funzione vista in precedenzaf(x)=mx{\displaystyle f(x)=mx} attraverso la ricerca di una primitiva si ricorre alla formula:
mxαdx=mxα+1α+1+c,{\displaystyle \int mx^{\alpha }\,\mathrm {d} x={{mx^{\alpha +1}} \over {\alpha +1}}+c,}
la cui derivata coincide proprio con mxα{\displaystyle \ mx^{\alpha }}. Prendendo in considerazione la (già esaminata precedentemente) funzione f(x)=mx{\displaystyle \ f(x)=mx} e integrandola si ottiene:
mxdx=mx22+c.{\displaystyle \int mx\,\mathrm {d} x={{mx^{2}} \over {2}}+c.}
Mentre per quanto concerne l'integrale definito nel compatto [a,b]{\displaystyle \ [a,b]} si ha, in forza del secondo teorema fondamentale del calcolo integrale
abmxdx=[mb22+c][ma22+c]=mb2a22{\displaystyle \int _{a}^{b}mx\,\mathrm {d} x=\left[{{mb^{2}} \over {2}}+c\right]-\left[{{ma^{2}} \over {2}}+c\right]=m{{b^{2}-a^{2}} \over {2}}}
esattamente lo stesso risultato ottenuto in precedenza.
Nell'ottica del calcolo dell'integrale di questa retta definita nel compatto [a,b]{\displaystyle \ [a,b]} si effettua una partizione di tale intervallo, dividendolo inn{\displaystyle n} parti uguali:
 x0=a;x1=a+ban;x2=a+2ban;;xn=a+nban=b.{\displaystyle \ x_{0}=a;\quad x_{1}=a+{{b-a} \over {n}};\quad x_{2}=a+2{{b-a} \over {n}};\quad \dots \,;\quad x_{n}=a+n{{b-a} \over {n}}=b.}
Nel generico intervallo[xi1,xi]{\displaystyle [x_{i-1},x_{i}]} si sceglie come punto arbitrario il punto più esternoxi{\displaystyle x_{i}} (ma andrebbe bene qualsiasi punto dell'intervallo), considerando la funzione y=mx{\displaystyle \ y=mx} nel generico puntoxi{\displaystyle x_{i}} interno all'intervallo[xi1,xi]{\displaystyle [x_{i-1},x_{i}]}. Si avrà quindif(xi)=m[a+iban]{\displaystyle f(x_{i})=m\left[a+i{{b-a} \over {n}}\right]}, e la somma integrale di Riemann diventa:
 σn=i=1nf(xi)ban=i=1nm[a+iban]ban=ma(ba)+m(ban)2i=1ni{\displaystyle \ \sigma _{n}=\sum _{i=1}^{n}f(x_{i}){{b-a} \over {n}}=\sum _{i=1}^{n}m\left[a+i{{b-a} \over {n}}\right]{{b-a} \over {n}}=ma(b-a)+m\left({{b-a} \over {n}}\right)^{2}\sum _{i=1}^{n}i}
nella quale la progressione aritmeticai=1ni=n(n+1)2{\displaystyle \sum _{i=1}^{n}i={{n(n+1)} \over {2}}} restituisce un'espressione delle somme di Riemann uguale a:
σn=ma(ba)+m(ba)2n+12n.{\displaystyle \sigma _{n}=ma(b-a)+m(b-a)^{2}{{n+1} \over {2n}}.}
Per passare dalle somme integrali di Riemann all'integrale vero e proprio è ora necessario, in conformità con la definizione di integrale, il passaggio al limite di suddette somme. Ovvero:
abmxdx=limn+σn=ma(ba)+m(ba)2limn+n+12n.{\displaystyle \int _{a}^{b}mx\,\mathrm {d} x=\lim _{n\to +\infty }\sigma _{n}=ma(b-a)+m(b-a)^{2}\lim _{n\to +\infty }{{n+1} \over {2n}}.}
Calcolando il limite per n{\displaystyle \ n\to \infty }, dato che n+12n 12{\displaystyle \ {{n+1} \over {2n}}\to \ {{1} \over {2}}}, si ottiene:
abmxdx=limn+σn=ma(ba)+m(ba)22,{\displaystyle \int _{a}^{b}mx\,\mathrm {d} x=\lim _{n\to +\infty }\sigma _{n}=ma(b-a)+{{m(b-a)^{2}} \over {2}},}
dalla quale, eseguendo la somma si ricava:
abmxdx=mb2a22{\displaystyle \int _{a}^{b}mx\,\mathrm {d} x=m{{b^{2}-a^{2}} \over {2}}}
la quale è esattamente l'area del trapezio costruito dalla retta y=mx{\displaystyle \ y=mx} sul piano insieme all'asse delle ascisse.

Note

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  1. ^W. Rudin, Pag. 68.
  2. ^Si pone in tale contesto che due funzioni ugualiquasi ovunque siano coincidenti.
  3. ^W. Rudin, Pag. 69.
  4. ^Reed, Simon, Pag. 10.
  5. ^Reed, Simon, Pag. 11.
  6. ^W. Rudin, Pag. 8.
  7. ^abW. Rudin, Pag. 15.
  8. ^W. Rudin, Pag. 19.
  9. ^W. Rudin, Pag. 34.
  10. ^ L.D. Kudryavtsev,Encyclopedia of Mathematics - Curvilinear integral, suencyclopediaofmath.org, 2012.
  11. ^ Eric Weisstein,MathWorld - Line Integral, sumathworld.wolfram.com, 2012.
  12. ^Gianluca Gorni - Il teorema di Vitali-Lebesgue (PDF), susole.dimi.uniud.it.URL consultato il 9 agosto 2014(archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).

Bibliografia

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Voci correlate

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Tavole di integrali

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Integrali indefiniti

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Calcolo infinitesimaleNumero reale ·Infinitesimo ·O-grande ·Successione (di funzioni) ·Successione di Cauchy ·Teorema di Bolzano-Weierstrass ·Stima asintotica ·Limite (di una funzione ·di una successione ·Forma indeterminata) ·Teorema dei due carabinieri ·Limite notevole ·Punto di accumulazione ·Punto isolato ·Intorno ·Serie (di funzioni) ·Criteri di convergenza ·Limite di funzioni a più variabili
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Studio della continuitàFunzione continua ·Punto di discontinuità ·Continuità uniforme ·Funzione lipschitziana ·Teorema di Bolzano ·Teorema di Weierstrass ·Teorema dei valori intermedi ·Teorema di Heine-Cantor ·Modulo di continuità ·Funzione semicontinua ·Continuità separata ·Teorema di approssimazione di Weierstrass
Calcolo differenzialeDerivata ·Differenziale ·Regole di derivazione ·Teorema di Fermat ·Teorema di Rolle ·Teorema di Lagrange ·Teorema di Cauchy ·Teorema di Darboux ·Teorema di Taylor ·Serie di Taylor ·Funzione differenziabile ·Gradiente ·Jacobiana ·Hessiana ·Forma differenziale ·Generalizzazioni della derivata ·Derivata parziale ·Derivata mista
IntegralePrimitiva ·Integrale di Riemann ·Integrale improprio ·Integrale di Lebesgue ·Teorema fondamentale ·Metodi di integrazione ·Tavole ·Integrale multiplo,di linea (1ª specie ·2ª specie) edi superficie (di volume)
Studio di funzioneFunzione ·Variabile ·Dominio e codominio ·Funzioni pari e dispari ·Funzione periodica ·Funzione monotona ·Funzione convessa ·Massimo e minimo di una funzione ·Punto angoloso ·Cuspide ·Punto di flesso ·Asintoto ·Grafico di una funzione ·Funzione iniettiva
DisuguaglianzeDisuguaglianza triangolare ·Disuguaglianza di Cauchy-Schwarz ·Bernoulli ·Jensen ·Hölder ·Young ·Minkowski
AltroApprossimazione di Stirling ·Prodotto di Wallis ·Funzione Gamma ·Teorema delle funzioni implicite ·Teorema della funzione inversa ·Funzione hölderiana ·Spazio metrico ·Spazio normato ·Intervallo ·Insieme trascurabile ·Insieme chiuso ·Insieme aperto ·Palla ·Omeomorfismo ·Omeomorfismo locale ·Diffeomorfismo ·Diffeomorfismo locale ·Classe C di una funzione ·Equazione differenziale ·Problema di Cauchy
Controllo di autoritàThesaurus BNCF19572 ·LCCN(ENsh85067099 ·BNF(FRcb119395946(data) ·J9U(EN, HE987007555515105171
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