Durante la conquista achemenide dellaValle dell'Indo, intorno al515 a.C., l'esercito achemenide non era esclusivamente persiano e i saci parteciparono probabilmente all'invasione dell'India nord-occidentale. L'esercito achemenide era composto da molte etnie diverse che facevano parte del vasto impero achemenide. L'esercito comprendeva Battriani, Saci (Sciti), Parti, Sogdiani.Erodoto fornisce un elenco completo delle etnie dell'esercito achemenide, in cui sono inclusi i saci insieme agliIoni e persino agli Etiopi. È probabile che queste etnie fossero incluse nell'esercito achemenide che invase l'India.
NelII secolo a.C. ebbe inizio un nuovo movimento nomade tra le tribù dell'Asia centrale, che ebbe effetti duraturi sulla storia diRoma, dellaPartia e della Battria, di Kabul e dell'India a est, nell'Asia meridionale. Registrato negli annali delladinastia Han e in altri documenti cinesi, questo grande movimento tribale iniziò dopo che la tribù degliYuezhi fu sconfitta dagliXiongnu, fuggendo verso ovest dopo la sconfitta e creando un effetto domino con lo spostamento di altre tribù dell'Asia centrale sul loro cammino.
Secondo queste fonti antiche, Modu Shanyu, della tribù Xiongnu dellaMongolia, attaccò gli Yuezhi (forse imparentati con iTocari che vivevano nell'area orientale delbacino del Tarim) e li sfrattò dalla loro patria intorno al 175 a.C. Lasciandosi alle spalle un residuo del loro numero, la maggior parte della popolazione si spostò verso ovest, nell'area del fiumeIli. Lì, hanno spostato i Saci, che sono migrati a sud nellaFergana e nellaSogdiana. Secondo le cronache storiche cinesi (che chiamano i Saci "Sai" 塞): "Gli Yuezhi attaccarono il re dei Sai che si spostò a una distanza considerevole verso sud e gli Yuezhi allora occuparono le sue terre".[1]
Poco dopo il155 a.C., gli Yuezhi furono nuovamente sconfitti da un'alleanza traWusun e Xiongnu e furono costretti a spostarsi verso sud, spostando nuovamente gli Sciti, che migrarono a sud verso la Battria e l'attualeAfghanistan, e a sud-ovest più vicino alla Partia.
I Saci sembrano essere entrati nel territorio delRegno greco-battriano intorno al145 a.C., dove misero a ferro e fuoco la città greca diAlessandria sull'Oxus. Gli Yuezhi rimasero in Sogdiana, sulla sponda settentrionale dell'Oxus, ma divennero tributari dei Saci in territorio battriano, come descritto dall'ambasciatore cineseZhang Qian che visitò la regione intorno al126 a.C..
InPartia, tra il 138-124 a.C., una tribù nota agli studiosi della Grecia antica comeSacaraucae (probabilmente dalpersiano anticoSakaravaka "nomade Saka") e un popolo alleato, iMassageti, entrarono in conflitto con l'Impero partico. L'alleanza di queste due tribù vinse diverse battaglie e uccise, in successione, i re particiFraate II eArtabano I.Il re particoMitridate II riprese infine il controllo di parti dell'Asia centrale, prima sconfiggendo gli Yuezhi in Sogdiana nel 115 a.C. e poi sconfiggendo gli Sciti in Partia e Seistan intorno al 100 a.C. Dopo la sconfitta, le tribù Yuezhi migrarono relativamente a est, in Battria, che avrebbero controllato per diversi secoli e da cui in seguito conquistarono l'India settentrionale per fondare l'Impero Kushan.
I Saci si insediarono nellaDrangiana, un'area dell'Afghanistan meridionale, del Pakistan occidentale e dell'Iran meridionale, che da loro nome in persiano "Saka" prese il nome diSakastan ossia ilSistan. Da lì si espansero progressivamente nell'attuale Iran e nell'India settentrionale, dove fondarono vari regni e dove sono conosciuti come "Saka". Da qui le orde miste di Sciti si diffusero poi ulteriormente nell'India settentrionale e sudoccidentale attraverso la bassa valle dell'Indo. La loro migrazione si diffuse nelGujarat, nelRajasthan e nell'India settentrionale.
Il sovrano arsacideMitridate II (123-88/87 a.C. circa) perseguì una politica militare aggressiva in Asia centrale e aggiunse molte province all'Impero partico, tra cui la Battria occidentale, che Mitridate strappò agli indo-sciti.
Il primo regno indo-scita nel subcontinente indiano occupava la parte meridionale delPakistan, nell'area compresa fra l'Abiria (Sindh) e ilSaurashtra (Gujarat), tra il110 e l'80 a.C. Progressivamente si espanse a nord, nei territori indo-greci, fino alla morte del re indo-scitaMaues. Con la sua morte il regno si disintegrò e gliindo-greci ripresero il controllo dei territori perduti.
Nell'India settentrionale, gli indo-sciti conquistarono l'area di Mathura dei re indiani intorno al 60 a.C. Alcuni dei loro satrapi furonoHagamasha eHagana, seguiti a loro volta dal "Grande Satrapo"Rajuvula.Ilcapitello leonino di Mathura, un capitello in arenaria di stile grezzo, proveniente da Mathura, nell'India settentrionale, e datato al I secolo d.C., descrive inkharoshthi il dono di uno stupa con una reliquia del Buddha, da parte della regina Nadasi Kasa, moglie del sovrano indo-scita di Mathura, Rajuvula. Sul capitello viene citata anche la genealogia di diversi satrapi indo-sciti di Mathura.Rajuvula pare abbia eliminato l'ultimo dei re indo-greci,Stratone II, intorno al 10 d.C., e ne abbia preso la capitale,Sagala.I satrapi indo-sciti di Mathura sono talvolta chiamatiSatrapi settentrionali. Dopo Rajuvula, diversi successori sono noti per aver governato come vassalli dei Kushan.
Il testo delYuga Purana menziona un'invasione delPataliputra da parte degli sciti durante il I secolo a.C. Il testo spiega che il re dei Saka uccise 1/4 della popolazione, prima di essere ucciso a sua volta dal re deikalinga Shata e da un gruppo di Sabalas.[5]
Dopo la morte di Azes, il dominio degli indo-sciti sull'India nord-occidentale venne meno e furono rimpiazzati negli ultimi anni delI secolo a.C. dagliindo-parti guidati dal reGondofare. Alcuni capi minori sciti mantennero il controllo di pochi territori ai margini dell'impero Indo-parto, probabilmente pagando dei tributi.
Verso la fine delI secolo d.C., gli indo-parti furono sostituiti daiKushan, che dalla Battria si stavano espandendo verso l'India nord-occidentale, dove crearono l'impero Kushan.
^The Sakas in India, p. 14, S. Chattopadhyaya; The Development of Khroshthi Script, p 77, C. C. Dasgupta; Hellenism in Ancient India, p 120, G. N. Banerjee; Ancient Kamboja, People and the Country, 1981, p 308
^"The dynastic art of the Kushans", John Rosenfield, p 130