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Indian

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Indian Motorcycle
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StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Fondazione1901
Fondata daGeorge M. Hendee, Oscar Hedstrom
Sede principaleMedina
GruppoPolaris Industries
SettoreCasa motociclistica
ProdottiMotociclette
NoteLe attività indipendenti terminarono nel 1953; esiste come marchio
Sito webwww.indianmotorcycle.com/
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Indian è unacasa motociclisticastatunitense. Nata nel 1901, dopo la chiusura nel 1953 e una serie di successioni e creazioni di aziende con il marchio Indian, lo stesso è adesso utilizzato dallaIndian Motorcycle Company, fondata nel 2004 e acquistata nel 2011 dallaPolaris Industries.

Indian è quindi la casa motociclistica più antica d'America e fu un tempo la più grande industria motociclistica al mondo. I modelli dimotocicletta più popolari furonoThe Scout, costruito fino allaseconda guerra mondiale, eThe Chief che è stato prodotto dal1922 al1953.

La Indian Motocycle Manufacturing Company: 1901 - 1953

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Hedström con il primo prototipo Indian nel 1901

L'azienda venne fondata da George M. Hendee e Carl Oscar Hedström, entrambi appassionati ciclisti, che studiarono e progettarono il loro primo modello dotando un telaiociclistico di unpropulsore monocilindrico erogante 1,75hp. I primi esemplari venduti risalgono al1901, pertanto riconosciuto ufficialmente come anno di nascita della Indian, facendone quindi la più antica casa motociclistica americana.Tra l'altro nel1902 con una Indian Hedström conseguì ilrecord di velocità mondiale a 56mph.

Il successo arrise subito alla nuova compagnia e la produzione passò dai 500 esemplari circa del1904 agli oltre 32.000 costruiti nel1913, rendendola la principale Casa statunitense (primato perso al termine della prima guerra mondiale a favore della principale concorrente, laHarley-Davidson).

Nel1907 venne presentato il primobicilindrico a V al fine di aumentarecoppia epotenza, mentre l'azienda continuava a collezionare numerosi successi in gara e record di vario tipo come quello ottenuto nel1914 da Erwin "Cannonball" Baker che attraversò gliStati Uniti d'America daSan Diego aNew York in soli 11 giorni 12 ore e 10 minuti.

Nel frattempo la fama della Indian varcò l'Atlantico grazie ai successi sportivi, tra cui c'è da rimarcare quello delTourist Trophy dell'Isola di Man del1911 dove ottenne una storica tripletta. Un aneddoto riporta a titolo di curiosità che lemotociclette erano sprovviste difreno anteriore, seguendo le opinioni americane del tempo sulla loro pericolosità.

Sempre neglianni dieci vide la luce un modello di successo, laPowerplus, sempre nella configurazione a V con valvole laterali, che venne venduta sia in patria che all'estero.

Gli anni a cavallo dellaprima guerra mondiale furono però anche quelli che modificarono profondamente l'azienda con il ritiro dei due fondatori; Hedström lasciò l'azienda nel1913 seguito dall'ex socio Hendee che la lasciò nel1916.

Il periodo tra le due guerre mondiali

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Una Indian Scout

Aglianni venti risale la presentazione dei modelli Indian di maggior successo, laScout (più piccola ed economica) e laChief (più costosa e dotata di un propulsore 'Big twin'), che condividevano la stessa tipologia di motore bicilindrico a V da 42°, con unacilindrata di 596cm³ per la prima, e di circa 1.000cm³ per la seconda.

Entrambe si guadagnarono in breve tempo fama di robustezza e affidabilità, cosa che le fece restare nel catalogo della casa, con vari ammodernamenti, per circa un trentennio. Caratteristiche estetiche peculiari di questi modelli erano i parafanghi avvolgenti e lo stemma sul serbatoio, tali da renderle immediatamente identificabili.


Moto Indian del 1924 usata per consegnare l'olio Carli

Le vicissitudini aziendali, dopo l'acquisto dell'azienda concorrenteAce Motor Corporation, avvenuto nel1927 e che portò in dote alla Indian nuovi propulsori4 cilindri in linea per completare la gamma che già comprendeva monocilindrici di media cubatura, videro nel1930 l'unione con lacasa automobilisticaDu Pont Motors; ben presto venne però cessata la produzioneautomobilistica per concentrarsi su quella delle due ruote (scelta che si rivelò ben presto disastrosa, dato l'enorme successo delle automobili sul mercato interno).

La grande Depressione successiva al1929 fu molto dannosa, portando la produzione ad un livello di circa 4.500 esemplari annui, mantenuto perlopiù invariato sino allaseconda guerra mondiale. Indian restava in ogni caso la più temibile concorrente della maggiorecasa motociclistica del paese, laHarley-Davidson, nonostante la gamma più ristretta, essenzialmente grazie alla fama di robustezza ed affidabilità di cui godeva.

La guerra e la liquidazione della Indian Motocycles

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Lo stemma storico

La Indian dedicò tutte le sue energie nel periodo bellico alla produzione di veicoli per le forze armate, cosa che le fece pressoché abbandonare il settore civile e portò anche un grave periodo di crisi nel momento in cui si trovò i magazzini pieni di ricambi invenduti per i modelli militari. Proprio per esaudire le richieste dei vertici militari venne anche progettata laIndian 841 dotata ditrasmissione agiunto cardanico, soluzione giudicata più adatta per quell'uso specifico. Il mezzo però, al pari del concorrente progettato daHarley-Davidson, non ebbe una grande diffusione avendo le forze armate giudicato più favorevole l'utilizzo delle nuoveJeep.

La nuova proprietà subentrata alla precedente DuPont fece un tentativo di risollevare l'azienda con la messa in produzione di alcuni nuovi modelli, di piccola cilindrata rispetto allo standard a cui erano abituati gli estimatori del marchio. L'iniziativa non ebbe però successo e la produzione in proprio di motocicli terminò definitivamente nel1953, lasciando alla Harley-Davidson il ruolo di unico produttore di motociclette statunitense per molti anni.

Le vicende del marchio Indian: 1955- 1998

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Dal 1955 al 1960 si videro ancora sul mercato modelli marchiati Indian, ma erano costruiti dallaRoyal Enfield su cui era stato appiccicato il famoso stemma deinativi americani.

Nel 1960 il marchio Indian fu acquistato dalla AMC, con l'intenzione di vendere moto Matchless e AJS sotto marchio Indian. L'operazione non andò in porto per la chiusura della AMC nel 1962.

Negli anni sessanta fu l'imprenditore Floyd Clymer a far rimarchiare prodotti d'importazione come Indian. Alla sua morte, Alan Newman acquistò i macchinari e l'azienda nel frattempo formatasi per importare e marchiare moto italiane, producendone anche alcune a Taipei (Taiwan). Nel 1974 vi fu l'idea di rimettere su strada una Indian di alta cilindrata, con motore Ducati 860, ma il progetto fallì. La nuova società fu dichiarata fallita nel 1977. Altri imprenditori (Philip Zanghi, Wayne Baughman, Eller Industries) si impossessarono del marchio, senza mai avviare alcuna produzione in serie.

La Indian Motorcycle Company of America: 1998- 2003

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Alla fine degli anni novanta prese vita laIndian Motorcycle Company of America. La compagnia iniziò la produzione di motocicli nel 1999 a Gilroy, California. La prima "Gilroy Indian" fu la Chief, e dal 2001 iniziò la commercializzazione di Scout e Spirit. Anche la Indian Motorcycle Corporation fallì e cessò la produzione nel 2003.

La Indian Motorcycle Company: dal 2006

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Nel 2006 la Indian Motorcycle Company, una nuova società, fu fondata dalla Stellican Limited di Londra e iniziò la produzione delle moto già progettate dai primi anni 2000.

Nel 2011 il marchio e l'azienda sono stati acquistati dalla compagniaPolaris Industries, che già si occupava di produzione motociclistica con il marchio Victory, e nel 2013 sono stati presentati 3 nuovi modelli con motore di 1.811 cm³: la Chief Classic, la Chief Vintage e la Chieftain.

La Chief Vintage e la Classic MY 2014

Curiosità

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Nel 1967 sul lago salato diBonneville Speedway, il neozelandeseBurt Munro stabilì con la suaIndian Scout, acquistata nel 1920 e da lui modificata, il record di classe (cilindrata inferiore a 1000 cm³) alla velocità di 295,5 km/h, e durante le qualifiche fu cronometrato a 305,9 km/h. L'impresa nel2005 fu narrata nel filmIndian - La grande sfida conAnthony Hopkins.

Bibliografia

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  • Moreno Musetti,Le nostre Indian, ASI, 2013.ISBN 9788898344086
  • 1000 Moto - Storia, modelli, tecnica dalle origini a oggi, Firenze, Giunti Editore S.p.A. - Naumann & Göbel Verlagsgesellschaft mbH, ottobre 2011, pp. 238-243,ISBN 978-88-09-76918-2.

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