L'impero coloniale francese fu costruito tra ilXVIII secolo e ilXX secolo dallaFrancia, concolonie inAsia,Africa,America settentrionale eOceania. In termini di territorio si estendeva, al suo apice tra glianni 1920 e1930, su 13 000 000km². Includendo anche laFrancia metropolitana, i territori sotto sovranità francese raggiunsero in quel tempo i 13 500 000 km², circa 1/10 delle terre emerse: fu uno degliimperi più vasti della storia, sulle mappe, carte geografiche ed atlanti veniva colorato di violetto raramente di blu in quanto questo non rendeva ben leggibili le scritte.
La Francia iniziò a fondare colonie inNordamerica, neiCaraibi ed inIndia dopo i successi spagnoli e portoghesi nell'Età delle scoperte. Nel sei-settecento era in forte rivalità con l'Impero britannico per la supremazia coloniale, ma ne uscì sconfitta dopo laguerra dei sette anni, cosicché le ambizioni francesi vennero ridimensionate a vantaggio delRegno di Gran Bretagna. Gli storici definiscono "primo impero coloniale francese" quello sviluppatosi nell'età moderna. Dopo l'età napoleonica la Francia riuscì a formare un secondo impero coloniale, con base soprattutto in Africa, ma anche inIndocina e Oceania. Queste nuove conquiste si aggiunsero ai precedenti possedimenti dei Caraibi ed in India. Queste colonie furono possedimenti francesi fino alla seconda metà del Novecento.
DalXVI alXVII secolo, il primo impero coloniale francese si estendeva da un'area totale al suo apice nel 1680 a oltre 10.000.000 km² (3.900.000 miglia quadrate), il secondo impero più grande del mondo all'epoca dietro solo all'Impero spagnolo. Durante ilXIX e il XX secolo, l'impero coloniale francese è stato il secondo impero coloniale più grande del mondo solo dietro l'Impero britannico; si estendeva per oltre 13.500.000 km² al suo apice neglianni '20 e'30. In termini di popolazione, tuttavia, alla vigilia dellaseconda guerra mondiale, la Francia e i suoi possedimenti coloniali contavano solo 150 milioni di abitanti, contro i 330 milioni della solaIndia britannica.
Dopo laseconda guerra mondiale i movimenti anticolonialisti iniziarono a contestare l'autorità francese. La Francia non riuscì ad evitare la disgregazione del suo impero neglianni cinquanta esessanta. In quel periodo la maggior parte delle colonie francesi conquisto l'indipendenza, in alcuni casi (in particolarein Indocina ein Algeria) combattendo guerre sanguinose.
L'epoca dell'impero coloniale francese iniziò il 27 luglio1605 con la fondazione diPort Royal nella colonia diAcadia nel Nord America, dove ora si trova laprovincia canadese dellaNuova Scozia. Qualche anno dopo, nel 1608,Samuel de Champlain fondòQuébec, che divenne la capitale dell'enorme, ma scarsamente abitata, colonia chiamata come laNuova Francia.
Sebbene la Nuova Francia fosse scarsamente popolata, ebbe più importanza sulla tratta delle pellicce che per gli insediamenti agricoli. Queste caratteristiche portarono ad un'alleanza tra i coloni francesi e le tribù indigene. Avendo bisogno degli indiani per rifornirsi di pellicce, i francesi tesserono una serie di trattati militari, commerciali e diplomatici con i nativi. L'alleanza tra francesi ed indiani fu di lunga durata. I francesi non scacciarono gli indiani dalle loro terre come fecero gli inglesi, non li ridussero in condizioni di schiavitù come fecero gli spagnoli e non cercarono di farli convertire al cattolicesimo. La Nuova Francia permise l'indipendenza dei nativi e non tentò di sopprimere le pratiche religiose autoctone.
Nonostante le alleanze con le varie tribù amerinde, i francesi furono in grado solamente di esercitare un vago controllo sulla maggior parte del territorio rivendicato in Nord America; gli insediamenti francesi furono limitati alfiume San Lorenzo. Prima della creazione delconsiglio sovrano della Nuova Francia nel1663, il territorio della Nuova Francia veniva sviluppato come colonia mercantile. Solo dopo l'arrivo dell'intendenteJean Talon nel1665 la Francia diede la possibilità alla sua colonia di svilupparsi come quelle degli inglesi. Però c'era poco interesse in Francia di colonizzare l'America settentrionale, preferendo piuttosto dominare in Europa, pertanto per gran parte della sua storia la Nuova Francia fu più sottopopolata e sottosviluppata rispetto alle dirimpettaie colonie inglesi. L'Acadia venne persa a favore dei britannici con iltrattato di Utrecht nel1713.
Nel1699, le rivendicazioni territoriali francesi in Nord America si estesero ulteriormente, con la fondazione dellaLouisiana nel bacino delfiume Mississippi. L'estesa rete commerciale nella regione collegava il Canada con la Regione deiGrandi Laghi, fu mantenuta grazie a un vasto sistema di fortificazioni, molti di questi erano situati nelPays des Illinois e nell'attualeArkansas.
Québec fu conosciuta come laNouvelle France.
Mentre l'impero francese in Nord America cresceva, la Francia stava creando, in dimensioni assai più piccole, ma molto redditizio, un impero nelleIndie occidentali. I francesi iniziarono ad insediarsi nel Sud America, più o meno nell'attualeGuyana francese, a partire dal1624; una colonia venne fondata aSaint Kitts nel 1625 (l'isola passò agli inglesi con il Trattato di Utrecht nel 1713). LaCompagnie des Îles de l'Amérique fondò colonie inGuadalupa eMartinica nel 1635. Una colonia venne fondata anche nell'isola di Saint Lucia attorno al 1650.
Le piantagioni di queste colonie furono sostenute dal lavoro degli schiavi neri importati dall'Africa. Benché si fossero create delle resistenze da parte degli autoctoni, la popolazione locale fu espulsa nel1660.
Il più importante possedimento caraibico francese fuSaint-Domingue, la metà occidentale dell'isola diHispaniola, conquistata nel1664. NelSettecento Saint-Domingue diventò la più ricca colonia dei Caraibi, grazie alla produzione di zucchero. Anche l'altra metà dell'isola fece parte dell'impero francese, ma venne restituita alla Spagna nel1795.
L'espansione in Africa e gli scontri con gli inglesi
L'espansione coloniale francese non si limitò solo alNuovo Mondo. InSenegal i francesi cominciarono a fondare empori commerciali già dal1624. Nel1664 venne fondata laCompagnia francese delle Indie Orientali per competere nel commercio con l'Estremo Oriente. Colonie furono fondate anche in India,Chandernagor (1673) ePondicherry nel sudest (1674), in seguito aYanam (1723),Mahe (1725), eKarikal (1739). Altre colonie furono fondate nell'Oceano Indiano, nell'Île de Bourbon (Réunion, 1664),Île de France (Mauritius, 1718), e leSeychelles (1756).
La guerra dei sette anni, dopo i primi successi francesi aMinorca e in America del Nord, vide una grave sconfitta francese, con i britannici numericamente superiori nel Nordamerica (oltre un milione coloni britannici contro poco più di cinquantamila coloni francesi) che conquistarono non solo laNuova Francia (escluse le piccole isole diSaint-Pierre e Miquelon), ma anche la maggior parte delle colonie francesi delle Indie occidentali e tutti gli avamposti francesi nelle Indie orientali. I trattati di pace videro il ritorno alla Francia degli empori in India e delle isole caraibiche di Martinica e Guadalupa. La competizione per la conquista dell'India fu vinta dagli inglesi. Il Nordamerica fu interamente perso, la maggior parte della Nuova Francia fu conquistata dai britannici, eccetto la Louisiana che passò sotto gli spagnoli come pagamento per l'entrata in guerra della Spagna. Vennero cedute ai britannici le isoleGrenada eSaint Lucia. Sebbene la perdita della Nuova Francia sia stata rimpianta in seguito, all'epoca non stimolò alcun interesse.
IlTrattato di Parigi del 1783 restituiva alla Francia Saint Lucia, ma la gran parte dei possedimenti anteriori non fu recuperata. Nel1791 Saint-Domingue, la perla dell'impero francese, fu sconvolta da una rivolta degli schiavi. Gli schiavi africani, capeggiati daToussaint Louverture e, dopo la cattura da quest'ultimo, daJean-Jacques Dessalines, tennero sotto scacco i francesi, gli inglesi e gli spagnoli, arrivarono alla fine all'indipendenza nel 1804. Intanto i britannici occuparono le rimanenti colonie francesi, che però furono restituite alla Francia con laPace di Amiens del1802. Il riacquisto della Louisiana nel1800 non produsse successi, dato che la contemporanea rivolta a Saint-Domingue convinseNapoleone Bonaparte che il possedimento nordamericano era difficile da difendere, cosicché venne ceduto agliStati Uniti nel1803. Il tentativo di colonizzare l'Egitto, descritto anche nell'opera dello storico araboAl-Gabarti, nel1798 andò incontro ad un insuccesso.
Il vero inizio del secondo impero coloniale francese viene collocato nel1830, quando la Francia iniziò ad invadere l'Algeria, conquistata 17 anni dopo[2]. Durante ilsecondo impero, sotto la guida diNapoleone III, fu tentato di stabilire un protettorato inMessico, ma l'intento fallì. L'intervento in Messico durò dal 1861 al 1867. Napoleone III riuscì a mettere sotto controllo francese laCocincina (la parte meridionale dell'attuale Vietnam) conSaigon, oltre a un protettorato sullaCambogia.
Fu dopo laguerra franco-prussiana del 1870–1871 e la fondazione dellaTerza repubblica (1871-1940) che la Francia acquisì la maggior parte dei suoi possedimenti coloniali. Dall'insediamento base in Cocincina, i francesi conquistaronoTonchino (l'attuale Vietnam settentrionale) eAnnam (l'attuale Vietnam centrale) nel 1884-1885. Le suddette, insieme alla Cambogia e alla Cocincina, formarono l'Indocina francese nel 1887 (alle quali ilLaos venne aggiunto nel1893)[3] Nel 1849 venne fondata la concessione francese diShanghai, che durò fino al1946.
L'influenza francese fu estesa anche nelNord Africa, con la formazione del protettorato inTunisia nel1881 (Trattato delBardo). Poco a poco, il controllo francese si estese verso la fine dell'Ottocento nella maggior parte dell'Africa settentrionale, occidentale e centrale. Nell'impero francese vennero inclusi gli attuali stati dellaMauritania, delSenegal, dellaGuinea, delMali, dellaCosta d'Avorio, delBenin, delNiger, delCiad, dellaRepubblica Centrafricana, delCongo, oltre all'enclave diGibuti nell'Africa orientale (Somalia francese). La prima guerra Dahomey è stata combattutail 21 febbraio a 4 ottobre 1890 nell'attuale dipartimento di Ouémé, in Benin. Le truppe francesi, aiutate dai combattenti dei regni di Porto-Novo e Kinto, prevalsero sulle forze del regno di Fon di Dahomey. Dahomey ha dovuto riconoscere il protettorato francese su Porto-Novo e Kinto e cedere la città di Cotonou[4].La seconda guerra Dahomey si svolse dal 4 luglio 1892 al 15 gennaio 1894 negli attuali dipartimenti di Ouémé e Zou in Benin. Le truppe francesi del colonnello Alfred Dodds prevalsero su quelle del regno di Fon di Behanzin. Questa guerra segna la fine del regno di Dahomey che viene annesso all'impero coloniale francese[4]. Nel1898 dal Senegal partì lamissione Voulet-Chanoine, una spedizione militare, per conquistare il bacino del Ciad in modo da unificare i territori francesi nell'Africa occidentale. Questa missione operò congiuntamente ad altre due spedizioni, laFoureau-Lamy e laGentil, che avanzarono, rispettivamente, dall'Algeria e dal Congo. Con la morte del signore musulmanoRabih az-Zubayr, la personalità più importante della zona, e la creazione del Territorio Militare del Ciad nel 1900, la missione Voulet-Chanoine Mission completò i suoi obiettivi. La spietatezza della missione provocò scandalo a Parigi. Come parte della lotta per l'Africa, la Francia creò un asse territoriale da est a ovest nel continente da porre in contrasto con l'asse nord-sud britannico. Tutto ciò portò all'incidente di Fascioda, dove una spedizione condotta daJean-Baptiste Marchand fu opposta ad una forza comandata daLord Kitchener. La risoluzione della crisi portò all'Entente cordiale. Durante laCrisi di Agadir nel 1911, la Gran Bretagna sostenne la Francia contro laGermania, così ilMarocco divenne protettorato francese.
La Francia conquistò le sue ultime colonie al termine dellaprima guerra mondiale, quando ottenneroil mandato sugli ex territori turchi della Siria e del Libano, oltre alle ex colonie tedesche delTogo e delCamerun. Il progetto coloniale francese nel tardo Ottocento e primo Novecento era visto come unamissione civilizzatrice (mission civilisatrice), il principio per cui gli europei dovevano portare la civiltà ai popoli considerati inferiori. Così gli ufficiali francesi intrapresero nelle colonie una politica di europeizzazione e francesizzazione, in particolare nell'Africa occidentale. Agli africani che adottarono la cultura francese, compreso l'uso della lingua francese e la conversione al Cristianesimo, furono garantiti i privilegi della cittadinanza francese.
La seconda guerra mondiale, la decolonizzazione e la fine
Subito dopo la sconfitta in Vietnam, la Francia si trovò invischiata in un'altra guerra di decolonizzazione in Algeria, la più antica e maggior colonia del secondo impero. I movimenti diFerhat Abbas eMessali Hadj avevano marcato il periodo tra le due guerre mondiali, ma entrambi i movimenti si radicalizzarono dopo la seconda. Nel 1945, ilmassacro di Sétif fu pianificato dall'esercito francese. Laguerra d'Algeria iniziò nel1954. L'Algeria fu particolarmente problematica per i francesi, dato l'elevato numero di coloni europei, (opieds-noirs) che si insediarono durante i 125 anni di dominio francese. L'ascesa al potere diCharles de Gaulle nel1958, nel mezzo della crisi, alla fine portò l'indipendenza per l'Algeria con gliAccordi di Évian del1962.
L'Unione francese venne rimpiazzata con la nuovacostituzione del 1958 dallaComunità francese. Solo laGuinea rifiutò con referendum di far parte della nuova organizzazione coloniale. Comunque la comunità francese si dissolse poco dopo; a tutte le colonie fu garantita l'indipendenza nel1960, dopo referendum locali. L'indipendenza diVanuatu nel1980 sancisce formalmente la fine dell'Impero, ma alcune colonie preferirono restare a far parte della Francia, con lo status didipartimenti d'oltremare. I critici delneocolonialismo sostengono che laFrançafrique ha rimpiazzato il controllo diretto. Essi dimostrano che mentre de Gaulle garantiva l'indipendenza da una parte, creava nuovi legami grazie all'aiuto diJacques Foccart, il suo consigliere per gli affari africani. Foccart sostenne in particolare la secessione delBiafra (o guerra civile nigeriana) verso la fine deglianni sessanta.
In grassetto i territori che fanno tuttora parte della Francia. LeVieilles colonies sono le colonie del primo spazio coloniale conservate dalla Francia alla fine di quest'ultimo e integrate nel secondo.
Diversamente dagli altripaesi europei, la Francia sperimentò bassi livelli di emigrazione verso le Americhe, con l'eccezione degliUgonotti. Ciò nonostante, ci fu una significativa emigrazione di francesi cattolici negli ex-possedimenti francesi nel Nordamerica, inAcadia, inCanada e inLouisiana. Inoltre ci furono stanziamenti nelleIndie occidentali, nelleIsole Mascarene e inAfrica.
Il 31 dicembre1687 una comunità di francesi ugonotti si stabilì inSudafrica. La maggior parte di essi si insediarono nellaColonia del Capo; ben presto si integrarono con la popolazione di origine olandese. Dopo la fondazione diQuébec da parte di Champlain nel 1608, divenne la capitale dellaNuova Francia. Nonostante venisse incoraggiata l'emigrazione in Canada, la Nuova Francia nel 1763 aveva solamente 65.000 abitanti.[7] Dal 1713 al 1787, 30.000 coloni immigrarono dalla Francia a Saint Domingue. Nel1805, quando i francesi lasciarono Saint Domingue (Haiti) a 35.000 coloni francesi furono concessi terreni nell'isola diCuba.[8]
Colonie francesi nel 1891 (daLe Monde Illustré). 1. Panorama diLac-Kaï, emporio francese in Cina. 2.Yun-nan, nel quartiere diHanoi. 3. Vie di Hanoi. 4. Vista di Hanoi
La legge francese facilitava per migliaia dicolons di origine francese, dalle colonie dell'Africa, dell'India e dell'Indocina, il rientro nella madrepatria. Si stima che nel1945 20.000colons vivessero aSaigon. 1,6 milionipieds noirs emigrarono dall'Algeria, dallaTunisia e dalMarocco.[9] In pochi mesi nel 1962, 900.000Franco-algerini lasciarono l'Algeria nella maggior ricollocazione etnica dalla fine dellaseconda guerra mondiale. Neglianni settanta, oltre 30.000colons francesi lasciarono laCambogia durante il regime deiKhmer rossi poiché il governo diPol Pot confiscò le loro proprietà terriere. Nel novembre 2004, diverse migliaia di francesi nellaCosta d'Avorio lasciarono il paese dopo alcuni giorni di violenze.[10]
L'idea che la colonizzazione in Africa abbia costruito stati i cui confini non corrispondono alla divisione etnica, separando alcuni gruppi etnici tra più stati, o riunendo più stati in uno stesso, è un argomento spesso usato. Tuttavia, molti ricercatori lo mettono in dubbio: in primo luogo perché il concetto stesso di etnia è contestato; dall'altro, perché l'impresa coloniale non è un fenomeno omogeneo: in alcuni casi i confini sono stati infatti tracciati "a regola d'arte", stato di cose consultabile su qualsiasi carta dell'Africa, ma in altri casi, il tracciamento è stato effettuato a seguito di perizie di missioni inviate sul terreno, che hanno raccolto una certa quantità di informazioni sulle regioni interessate. Così, il confine tra Niger e Nigeria è stato tracciato a seguito di una spedizione guidata dal comandante Moll tra il 1903 e il 1904.
Il record politico generale della presenza francese in Africa, tuttavia, rimane l'annientamento o la disorganizzazione delle strutture di potere preesistenti all'impresa coloniale (ad esempio, l'impero Toucouleur, installato su gran parte della valle del fiume Niger) e la loro sostituzione con Stati modellati sul modello francese. Inoltre, l'azione dell'amministrazione coloniale ha creato le condizioni per la corruzione politica nei paesi africani. Infatti, essendo stata fornita l'istruzione in lingua francese durante la colonizzazione solo a una minoranza di africani, coloro che hanno ricevuto le redini della maggior parte dei paesi durante la decolonizzazione, per lo più pacifica, erano membri di questa classe privilegiata di recente creazione. Così, in un'opera sulla corruzione in Africa, gli antropologi Giorgio Blundo e Olivier de Sardan scrivono: “La situazione coloniale genera […] un particolare rapporto con la gestione della cosa pubblica e cristallizza una serie di comportamenti e rapporti di potere che creare un terreno fertile per la corruzione, intesa nel senso moderno del termine”. Questo stato di cose solleva anche la questione dell'inadeguatezza di un modello statale costruito secondo la realtà del colono (il modello francese) e applicato alla realtà dei paesi interessati: la maggior parte degli Stati indipendenti era controllata, al momento della decolonizzazione, da nativi francesi -politici parlanti anche se la maggioranza della popolazione dei paesi interessati non riconosce necessariamente l'uso di questa lingua. Queste nuove élite tendevano anche, per il loro “vantaggio” linguistico, a sviluppare reti diplomatiche privilegiate con la Francia: ciò solleva oggi la questione del neocolonialismo.
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