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Illyricum

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Illirico
Informazioni generali
Nome ufficiale(LA) Illyricum
CapoluogoAquileia (?[1]) e poiSalona
Dipendente daRepubblica romana,Impero romano
Suddiviso inDalmatia ePannonia dal14/20
Amministrazione
Forma amministrativaProvincia romana
Evoluzione storica
Inizio167-155 a.C. (?)
(sottoposta al comando dellaGallia cisalpina, nella parte nord;
a quello dellaMacedonia, a sud)
Causaprime campagne militari contro gliIlliri
Finetra l'8 e il20 d.C.[2]
Causarivolta dalmato-pannonica del 6-9
Preceduto da Succeduto da
regni degliIlliri e deiPannoniDalmatia ePannonia
Cartografia
La provincia (in rosso cremisi) nell'anno20

L'Illirico (inlatino:Illyricum) era un'anticaprovincia dellaRepubblica romana che all'inizio delperiodo imperiale fu suddivisa nellaregione augustea dellaRegio X Venetia et Histria (ad est del fiumeAdige[3]), oltre alle due nuove province diPannonia eDalmazia, certamente in seguito allarivolta dalmato-pannonica e probabilmente agli inizi del principato diTiberio.[2] Comprendeva inizialmente i territori dell'attualeCroazia eAlbania settentrionale, in seguito ampliati alla vicinaBosnia,Montenegro,Serbia occidentale,Slovenia meridionale,Ungheria occidentale edAustria orientale-meridionale.

Nome ed etimologia

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Illyricum deriva il suo nome daIllyria (Ἰλλυρία). Questi a loro volta sono nomilatini che derivano da quellogreco diIllyris (Ἰλλυρίς) ( senza fonte (?)). Viene inoltre fatta una distinzione traIllyris Barbara oRomana, che comprendeva la costa Adriatica fino all'attualeAlbania, e laIllyris Greaca, che rappresentava il resto dell'Albania, più tardi chiamataEpirus Nova (senza fonte (?) ). Questa seconda area deriva il suo nome dal fatto che, essendo vicina allaGrecia, fu influenzata daiGreci,[4] e faceva parte dellaprovincia romana della Macedonia.

Statuto

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Lo stesso argomento in dettaglio:Province romane e Governatori romani dell'Illyricum.

La provincia esisteva già all'epoca delproconsolato diGaio Giulio Cesare, nel58 a.C..[5] Non sappiamo se prima. Nel27 a.C., la provincia dell'Illirico fu assegnata alSenato (Procurator Augusti[6]).[7] Quasi un ventennio più tardi, durante lecampagne militari degli anni 14-9 a.C., sotto l'alto comando prima diAgrippa e poi diTiberio,Augusto trasferì l'Illirico alla giurisdizione delprinceps, affidandolo ad unlegatus Augusti pro praetore (11 a.C.).[8]

L'Illirico potrebbe essere poi stato diviso, durante larivolta dalmato-pannonica del 6-9, nei due distretti militari dell'Illyricum Superior eIllyricum Inferior. Questa nuova riorganizzazione, potrebbe essere stata poi formalmente attuata sottoTiberio, quando inviò il figlioDruso minore negli anni18-20[9] e l'Illirico fu diviso nelle nuoveprovince romane diDalmazia ePannonia.[2] Vero è anche che esistono alcune iscrizioni che menzionano ancora l'Illirico al tempo dell'ImperatoreClaudio,[10] oNerone,[11] sebbene vi fosse già stata l'effettiva divisione provinciale al tempo di Tiberio.

EVOLUZIONE DELL'ILLYRICUM
prima della
conquista romana
Illyricum
Illyricum
Illyricum Superior
(distretto militare?)
Illyricum Inferior
(distretto militare?)
dal14-20 d.C.[2]
(creazione delle dueprovince romane)
dal103
Dalmatia
dal293
Dalmatia
Praevalitana
Pannonia superiore
Pannonia inferiore
dal324-337
Dalmatia
Praevalitana
Pannonia Savia
Pannonia Valeria

Storia

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Tre guerre contro i pirati illiri (229 - 167 a.C.)

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V · D · M
Guerre illiriche
Prima guerra illirica (230-229 a.C.)
seconda guerra illirica (220-219 a.C.)
terza guerra illirica (168 a.C.)
quarta guerra illirica (35-33 a.C.)
229-228 a.C.

L'areaillirica cominciò ad entrare nella sfera di influenzaromana a partire da quest'anno, quando la potenza degliIlliri (della reginaTeuta) ed il contemporaneo aumento della loro pirateria, aveva generato una forte preoccupazione nei mercanti romani per i loro traffici attraverso l'Adriatico. Un'ambasceria inviata alla reginaTeuta non ebbe alcun effetto[14], al contrario un membro dell'ambasciata romana rimase ucciso. L'incidente provocò la guerra, tanto che il consoleGneo Fulvio Centumalo fu inviato con200 navi, mentre il collegaPostumio Albino avanzava con un esercito di terra formato da 20.000 legionari e 2.000 cavalieri. I Romani riuscirono, quindi, ad occupare le isole diFaro eCorcira, le città diApollonia eEpidamnus, fino al fiume Drilo.[15] La guerra durò due anni al termine dei quali la reginaTeuta veniva deposta, ponendo al suo posto il figlioPinnes, sotto il controllo dell'alleato romano,Demetrio di Faro, mentre Centumalo ottenne il meritatoTrionfo[16].

L'Illiria allo scoppio dellaseconda guerra illirica (220 a.C.) e

 in verde iregni clienti dellaRepubblica romana

221 a.C.

Viene condotta dai Romani una prima campagna contro gliIstri da parte deiconsoliPublio Cornelio Scipione Asina eMarco Minucio Rufo.[17]

219 a.C.

Si racconta che quando gli ambasciatori romani avuta la sensazione che Annibale stesse cercando a tutti i costi laguerra,[18] informarono ilSenato romano che, di fronte alla minaccia di una nuova guerra, prese le misure necessarie per consolidare le proprie conquiste ad oriente, in Illiria.[19] Quello stesso anno (nel219 a.C.) ilconsoleEmilio Paolo insieme aLivio Salinatore sbarcarono ancora una volta inIlliria per combattere controDemetrio di Faro, che si era alleato aFilippo V di Macedonia. La guerra portò per laseconda volta gli eserciti romani alla vittoria,[20] occupando nuovamente Issa (l'odiernaLissa, Pharos (l'odiernaCittavecchia),Apollonia,Corcira,Epidamnus,Oricum,Dimal (appartenente alla tribù deiPartini) eAtintania. E ilSenato romano confermava il protettorato diRoma sull'Illiria, ponendovi a capo ancora una voltaPinnes, oltre ad un certoScerdilaidas.

214 a.C.

I Romani vengono assediati adOrico eApollonia daFilippo V di Macedonia. Il consoleValerio Levino con 50 navi da guerra riesce a sconfiggere l'esercito assediante macedone pressoApollonia, mettendo in fuga il re.[21]

181 a.C.

Venne fondata dai RomaniAquileia,[22] nel territorio degli antichiCarni, quale importante avamposto militare:[23]

«Nello stesso anno [181 a.C.] fu dedotta nel territorio dei Galli lacolonia di Aquileia. 3.000 fanti ricevettero 50iugeri ciascuno, i centurioni 100, i cavalieri 140. I triumviri che fondarono la colonia furonoPublio Scipione Nasica,Gaio Flaminio eLucio Manlio Acidino[24]

(Tito Livio,Ab Urbe condita libri, XL, 34.2-3.)

178-177 a.C.

Aulo Manlio Vulsone intraprendeva una nuova guerra contro le popolazioni dell'Istria, a protezione anche dell'allora appena formata colonia diAquileia, avendo come alleato un certo Catmelo, re deiNorici, forte di 3.000 armati. Il console che si era accampato nel golfo diMuggia, pressoTrieste (Tergeste), venne attaccato dal re nemico Epulone, che riuscì ad espugnare i due avamposti romani e il campo di una legione. Vulsone allora, chiamata in aiuto la seconda legione, sorprese a sua volta gli Istri che stavano saccheggiando il campo romano.[25] L'anno successivoGaio Claudio Pulcro portava a termine la guerra, occupava inIstria glioppida diNesazio (non molto distante daPola),Mutila eFaveria (177 a.C.), e si meritava iltrionfo.[26]

171 a.C.

Caio Cassio Longino, sulla strada del ritorno dallaMacedonia, compiva distruzioni e saccheggi nell'Istria contro le popolazioni diIstri,Iapodi eCarni. Il suo obbiettivo era, molto probabilmente, di intimidire le popolazioni vicine adAquileia.[27][28]

168-167 a.C.

Roma incoraggiò i mercanti Italici ad operare inIlliria sotto la protezione della repubblica romana,[29] mentre il pretoreLucio Anicio Gallo, batteva il re dei piratiilliri dell'isola diLisso, un certoGenzio,[30] che si era alleato aPerseo di Macedonia[31] e che disponeva di una forza di ben 15.000 armati. Inquesta guerra i romani ottennero l'aiuto degliilliriPartini e Gallo ilTrionfo[32].Roma, infine, siglava un trattato di alleanza (della durata di settant'anni) conIssa. Al termine di queste operazioni i Romani erano riusciti ad occupare le terre a nord, nell'Istria fino al fiumeArsia, mentre a sud avevano sottomesso la zona fino al fiumeNarenta. Ciò significava che l'obiettivo futuro era di congiungere le due zone via terra. E forse in questa occasione potrebbe essere avvenuta la creazione della provincia dell'Illirico romano.

La provincia (?) dell'Illirico (167 - 60 a.C.)

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158 a.C.

Issa, alleata dei Romani protestava che i suoi recenti possedimenti diEpetion (Stobrec) eTragurion (Traù) attorno alla baia diSalona erano stati oggetto di attacchi da parte deiDalmati della zona.[29][33]

156-155 a.C.

Si racconta che il consoleGaio Marcio Figulo abbia condotto delle operazioni militari contro le tribù deiDalmati, dapprima con scarsa fortuna e poi con successo.[34] Egli avanzò lungo il fiumeNarenta, attraversò leAlpi dinariche e raggiunse la piana del Lib, dove pose sotto assedio la capitale deiDelmatae,Delminium. E sebbene parte della fortezza fosse stata incendiata e quasi ridotta alla resa, Figulo fu costretto a far ritorno a Roma alla fine del suo mandato (inverno 156 a.C.).[35] L'anno seguente l'assedio venne portato a termine dal suo successore, il consolePublio Cornelio Scipione Nasica Corculo, che per questo successo ottenne iltrionfo.[36]

135 a.C.

Ardirei ePleraei attaccarono la provincia romana dell'Illirico compiendo saccheggi a ripetizione, mentre i Romani erano impegnati su un altro fronte.Roma fu costretta ad intervenire inviando prima degli ambasciatori che, rimanendo inascoltati, costrinsero il Senato ad inviare il consoleServio Fulvio Flacco alla testa di 10.000 fanti e 600 cavalieri, il quale dopo un raid nelle loro terre a scopo dimostrativo, ne ottenne la sottomissione.[27][37] E sempre questo stesso anno il pretore,Marco Cosconio, combatté con successo inTracia contro la popolazione degliScordisci.[38]

129 a.C.

Gaio Sempronio Tuditano attaccava le popolazioni degliIapodi dal suo "quartier generale" diAquileia, ma subiva una sconfitta che fu prontamente riparata dall'intervento diDecimo Giunio Bruto Callaico, l'eroe dellaguerra di Lusitania (155 - 139 a.C.). In seguito, Tuditano riusciva a battere le popolazioni della zonaAlpina deiCarni e deiTaurisci (zona diNauporto), sempre coadiuvato da Bruto (e da un certo Tiberio Pandusa), tanto da meritarsi iltrionfo.[27][39] A Tuditano la stessa città di Aquileia eresse nel foro unastatua celebrativa ed un elogio.[40][41]

Le popolazioniillirico-pannoniche durante la conquista romana.
119-118 a.C.[27]

I consoli del 119 a.C.,Lucio Aurelio Cotta eLucio Cecilio Metello, compivano insieme una campagna vittoriosa contro iSegestani, assediando per la prima volta la loro capitale,Segesta (la futura roccaforte romana diSiscia), alla confluenza dei fiumiColapis eSava inPannonia. L'anno seguente, il solo Metello condusse una campagna militare vittoriosa contro iDelmatae, tanto da meritarsi iltrionfo ed ilCognomina ex virtute diDelmaticus.[42] Appiano aggiunge che, «sebbene [i Dalmati] fossero stati colpevoli di alcuni reati, poiché [Metello] desiderava un trionfo, fu ricevuto come un amico e svernò fra loro presso la città diSalona. Quando in seguito fece ritorno a Roma, ottenne il trionfo».[41][43][44]

115 a.C.

il consoleMarco Emilio Scauro, operò inGallia cisalpina sia contro iLiguri ad ovest, sia contro iCarni ed iTaurisci ad est, utilizzando in questo secondo caso Aquileia, come "quartier generale".[39][45]

113 a.C.

il consoleGneo Papirio Carbone fu inviato a fronteggiare un'invasione di gentigermanico-celtiche (tra cui iCimbri), le quali erano penetrate nell'Illirico e poi nelNorico. Carbone, a capo di un esercito che aveva come quartier generale Aquileia,[46] fu però sconfitto pressoNoreia.[47]

112-111 a.C.

Il console del 112 a.C.,Marco Livio Druso, avanzò in Tracia dove ottenne alcuni successi contro gliScordisci. L'anno successivo, una volta prolungatogli il mandato comeproconsole, riuscì a battere nuovamente questa popolazione, cheTito Livio sostiene fosse originaria dellaGallia.[48]

78-76 a.C.

Ilproconsole dell'illirico, un certoGaio Cosconio, combatté iDelmatae per almeno un paio d'anni (fino al76 a.C.). La guerra terminò con la presa diSalona, che divenne una base permanente in mano ai Romani, tanto che dopo venticinque anni qui vi venne inviata unacolonia romana.[49] Vent'anni più tardi venivano inviati cittadini romani in questa stessa città.Narona era invece utilizzata come base militari per le spedizioni verso l'entroterra dalmata.[50]

Da Cesare ad Ottaviano (59 - 31 a.C.)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Campagne militari di Ottaviano in Illirico (35-33 a.C.).
Busto diGaio Giulio Cesare,proconsole dell'Illirico dal 58 al 49 a.C. (Musei Vaticani)
59 a.C.

Durante il suoconsolato (59 a.C.),Gaio Giulio Cesare, ottenne grazie all'appoggio degli altritriumviri,Pompeo eCrasso, ilproconsolato delleprovince dellaGallia cisalpina[3] e dell'Illirico, in base a sua scelta personale, per ben cinque anni (Lex Vatinia del 1º marzo[51]), insieme al comando di unesercito composto da trelegioni.[52] Poco dopo unsenatoconsulto aggiunse anche la provincia dellaGallia Narbonense,[53] il cui proconsole era morto all'improvviso, e il comando dellaX legione.[54] Wilkes sostiene che i territori dell'Illirico di questo periodo fossero di norma affidati al proconsole della Gallia cisalpina e che per quest'ultimo era prassi normale avere interessi anche sulla sponda orientale dell'Adriatico.[55]

58 a.C.

Il fatto che a Cesare sia stata assegnata inizialmente la provincia dell'Illirico come parte del suoimperium, e che all'inizio del 58 a.C. ben tre legioni fossero state dislocate adAquileia, potrebbe indicare che egli intendesse cercare proprio in quest'area gloria e ricchezze con cui accrescere il suo potere e la sua influenza militare e politica. Cesare aveva infatti bisogno di importanti vittorie militari così da costruirsi un suo potere personale con il quale controbilanciare quello che Pompeo si era costruito con le vittorie ottenute in Oriente. A tal fine progettava probabilmente una campagna oltre leAlpi Carniche fin sulDanubio, sfruttando la crescente minaccia delle tribù dellaDacia (corrispondente grosso modo all'odiernaRomania), che si erano riunite sotto la guida diBurebista, il quale aveva poi guidato il suo popolo alla conquista dei territori dislocati ad ovest del fiumeTibisco, oltrepassando il Danubio e sottomettendo l'intera area su cui si estende l'attualepianura ungherese, ma soprattutto avvicinandosi pericolosamente all'Illirico romano e all'Italia. Le sue armate si erano però fermate all'improvviso, forse per il timore di un possibile intervento diretto di Roma nell'areabalcano-carpatica. Così, invece di continuare nella sua marcia verso occidente, Burebista era tornato nelle sue basi inTransilvania, rivolgendo poi le proprie mire ad Oriente: attaccò iBastarni e infine assediò e distrusse l'anticacolonia greca diOlbia (nei pressi dell'attualeOdessa).[56]

57-54 a.C.

Gaio Giulio Cesare avrebbe voluto intraprendere una campagna contro le popolazioniilliriche a sud del "quartier generale" diAquileia, ma nuove sollevazioni inGallia lo costrinsero a tornare nel paese deiCelti. Sappiamo, infatti, di un nuovo soggiorno di Cesare ad Aquileia nell'inverno del57-56 a.C. e di operazioni militari/diplomatiche condotte dallo stesso proconsole nei pressi diSalona attorno al 3 marzo del 56 a.C.,[57] come pure nel54 a.C. contro il popolo deiPirusti che abitavano l'Illirico meridionale.[58]

50 a.C.[59]

Appiano di Alessandria racconta che quando Cesare era ancora proconsole della Gallia, alcune popolazioni illiriche tra iDelmatae, che si trovavano in una condizione molto prospera, occuparono la città diPromona deiLiburni, i quali a loro volta chiesero l'aiuto dei Romani e dello stesso Cesare. Il proconsole delle Gallie e dell'Illirico inviò degli ambasciatori affinché la città di Promona fosse restituita ai Liburni. Ottenendone un netto rifiuto, inviò contro di loro un forte distaccamento del suo esercito, che purtroppo venne totalmente distrutto dagli Illiri. Cesare non fu, però, in grado di intervenire nuovamente, poiché non poteva permettersi di intraprendere una nuova guerra, visto che le sue più grandi preoccupazioni erano rivolte a Roma, contro la fazione ostile deglioptimates capeggiati daCatone ePompeo. Una nuovaguerra civile era ormai alle porte.[60]

49 a.C.

Allo scoppio della guerra civile,Gaio Antonio, fratello diMarco Antonio, si trovava nell'Illyricum settentrionale, sull'isola diCuricta (Veglia), con due legioni. Era coadiuvato daPublio Cornelio Dolabella, a cui Cesare aveva affidato una flotta di 40 navi, prima di partire per laSpagna. Dolabella ebbe scarsa fortuna e si ritrovò bloccato nelgolfo del Quarnaro dalla flotta pompeiana, comandata daMarco Ottavio eLucio Scribonio Libone, tanto che anche il tentativo di aiutarlo da parte di Gaio Antonio si rivelò del tutto inutile. Antonio fu infatti circondato e catturato, mentre le sue navi furono requisite dal nemico.[61] Questa vittoria diede aiPompeiani la supremazia sull'Adriatico, che Ottavio iniziò a sfruttare, attaccando i porti delle città rimase fedeli a Cesare. Mosse quindi contro la città diSalona, che resistette validamente, anche grazie al supporto degli schiavi che furono liberati e delle donne che combatterono al pari degli uomini. La città diIssa costituiva, invece, il quartier generale dei Pompeiani nella regione, almeno fino a quando nel47 a.C. non furono sconfitti daPublio Vatinio. Questo insuccesso costrinse però Ottavio a ripiegare con la flotta suDyrrachium, peraltro dopo aver fallito di impossessarsi di altri insediamenti lungo la costa.[62]

Il mondo romano allo scoppio della guerra civile (1º gennaio 49 a.C.), oltre al vicino regno del redaceBurebista, che aveva occupato parte dei territori diMesia ePannonia a sud delDanubio.
48-47 a.C.

Dopo la vittoria di Cesare su Pompeo aFarsalo (9 agosto del 48 a.C.), i Pompeiani, guidati da Marco Ottavio, utilizzarono l'Illirico per riprendere a compiere nuove azioni militari contro i Cesariani.[63] Fu così che, per contrastare l'avanzata dei Pompeiani e contemporaneamente quella deiDelmatae,Cesare inviò contro di loro, due legioni (o forse tre, che potrebbero essere state laXXXIII, laXXXIV e laXXXV[64]) sotto il comando di un certo Q. Cornifico comequestor pro praetore.[65] Quest'ultimo riuscì a battere iLiburni della zona diIader in uno scontro navale.[66] Era evidente che nell'area fossero necessari dei rinforzi. Fu così che Cesare inviò un ex-partigiano di Pompeo,Aulo Gabinio, a capo di quindici coorti (delle legioniXXXI eXXXII[64]) e tremila cavalieri, il quale si incamminò via terra girando intorno all'Adriatico, cosa mai accaduta prima d'allora.[67] Gabinio, dopo essere penetrato nel territorio deiDelmatae, lungo il fiumeCigola (Čikola) nei pressi diSynodion,[68] subiva una dura sconfitta, perdendo cinque delle sue coorti e i rispettivivexilla.[69] Non demordeva però continuando la sua avanzata fino a raggiungere Salona nell'inverno del 48-47 a.C..[66] La campagna militare continuò all'inizio dell'anno successivo (47 a.C.), soffrendo di numerose altre perdite da parteromana, tra cui 4tribuni, 38centurioni e 2.000legionari.[70] Appiano sostiene che gli Illiri, temendo di poter essere puniti da Cesare per quello che avevano fatto qualche anno prima e ritenendo che una sua vittoria nellaguerra civile avrebbe portato alla loro totale distruzione, attaccarono e distrussero buona parte di quell'esercito romano che era penetrato nei loro territori, ad eccezione di Gabinio e di pochi sopravvissuti. Tra il bottino catturato vi fu una grande quantità di denaro e materiale bellico.[60] Gabinio, all'inizio dell'anno, morì dopo una lunga malattia, tanto che i Pompeiani si prepararono a contrattaccare, focalizzando le loro forze sul secondo comandante cesariano, Q. Cornificio, ora isolato al sud. Quest'ultimo lanciò allora un'accorata richiesta di aiuto alle armate cesariane che si trovavano nella Gallia cisalpina e aPublio Vatinio che si trovava aBrundisium.[71] Vatinio fece costruire una flotta di fortuna e attraversò l'Adriatico nella primavera del 47 a.C.. In quel momento Marco Ottavio si era diretto contro la principale roccaforte cesariana di Cornificio aEpidaurum.[72] Grazie al sopraggiungere di altre navi cesariane dalla vicinaAcaia, Vatinio riuscì a sconfiggere una flotta pompeiana in un piccolo canale vicino all'isola diTauris (Giuppana), a nord diRagusa.[71][73] Ottavio fu costretto così a ritirarsi ad Issa e poi ad abbandonare l'Adriatico per continuare la guerra in altre aree del Mediterraneo. Ciò permise a Vatinio di far ritorno in Italia e ottenere ilconsolato sul finire del 47 a.C., mentre Cornificio venne inviato l'anno successivo inCilicia.[74]

46-45 a.C.

Con la primavera di quest'anno, Cornificio venne sostituito da un nuovo governatore dell'Illirico,Publio Sulpicio Rufo, il quale sembra si sia scontrato contro iDelmatae durante il suo mandato, ottenendo il titolo diimperator e l'approvazione dalSenato romano per unasupplicatio.[71][75] Frattanto Cesare, dopo la morte di Pompeo e dopo aver annientato numerosi eserciti della fazione avversa, fece ritorno a Roma e programmò di intraprendere una guerra contro i Geti (intesi come iDaci) e contro iParti. Gli Illiri iniziarono a temere di poter essere attaccati da un momento con l'altro, trovandosi lungo la strada che conduceva al cuore del regno dace diBurebista. Decisero, pertanto, di inviare ambasciatori a Roma per implorare il perdono del dittatore romano per quello che avevano fatto in passato, e di offrire loro amicizia e alleanza, sostenendo di essere un popolo estremamente coraggioso. Cesare, che stava preparando la spedizione contro i Parti, rispose loro che li avrebbe perdonati e avrebbe accettato la loro amicizia, a condizione si fossero assoggettati a versare un tributo a Roma ed a consegnargli degli ostaggi. Acconsentendo a tali sue richieste, Cesare decise di inviare con loro un nuovo proconsole dell'Illirico,Publio Vatinio, al comando di tre legioni e di un forte contingente di cavalleria, per imporre il tributo pattuito e per ricevere gli ostaggi convenuti (primavera del 45 a.C.).[76][77] Vatinio, facendo diNarona il suo quartier generale, si mise in marcia ed occupò sei, degli almeno sessanta,oppida del nemico, anche se l'inverno era ormai alle porte, e lo costrinse a ritirarsi prima della vittoria finale.[78] Sconfisse, quindi, l'esercito pompeiano guidato daMarco Ottavio, vittoria per cui ricevette unaovatio.[79]

44-43 a.C.

Quando Cesare fu ucciso, i Dalmati tornarono a ribellarsi, pensando che il potere romano risiedesse nel dittatore appena morto, e si opposero al pagamento del tributo a Vatinio. Quest'ultimo, sebbene avesse tentato di usare la forza contro di loro, fu attaccato e subì la distruzione di ben cinque delle suecoorti e la morte dell'ufficiale che le comandava, un certo Bebio dell'ordine senatorio.[77] Vatinio, visto l'insuccesso della sua azione militare e conscio di essere rimasto ormai isolato,[80] preferì ritirarsi nella città diEpidamno dove sembra rimase fino al termine del 44 a.C. o forse fino agli inizi del 43 a.C.. Contemporaneamente il senato di Roma stabilì di trasferire il suo esercito, insieme allaprovincia della Macedonia e dell'Illirico alcesaricidaMarco Giunio Bruto, assegnando allo stesso tempo aGaio Cassio Longino laSiria. Vatinio fu, quindi, costretto a ripiegare suDyrrhachium, che si trovava in Macedonia, dove l'allora governatore,Gaio Antonio, fratello diMarco, era anch'egli in grave difficoltà sotto l'attacco di Bruto. Gran parte delle forze di Vatinio defezionarono e si schierarono dalla parte di Bruto, che strinse poi d'assedio Gaio Antonio ad Apollonia.[81] Il fatto però di doversi difendere dalle armate deitriumviri,Marco Antonio eOttaviano, che volevano vendicare la morte di Cesare e che stavano raccogliendo le forze necessarie per loscontro decisivo, avvenuto poi a Filippi, non permise ai Romani di occuparsi dei ribelli Illiri, sebbene a Vatinio venne concesso il trionfode Illyrico il 31 luglio del 42 a.C..[76][82]

Marco Antonio (a sinistra) eOttaviano (a destra) ai tempi in cui l'Illirico era nel mezzo dei due schieramenti
40 a.C.

Con ladisfatta degli uccisori di Cesare e la creazione di un nuovo esecondo triumvirato,Ottaviano edAntonio si divisero l'areaIllirica con il patto di Brindisi. Ad Ottaviano toccava la parte settentrionale con l'intero Occidente romano (a parte l'Africa proconsolare, lasciata aMarco Emilio Lepido), ad Antonio quella meridionale insieme alla Macedonia ed a tutto l'Oriente romano. La linea di demarcazione fu posta dove si trovava la vecchia capitale illirica diScodra.[82][83]

39 a.C.

Gaio Asinio Pollione, a cui Antonio aveva affidato il governo della provincia di Macedonia comeproconsole, penetrava nel territorio deiPartini, conducendo una campagna militare che portò i Romani alla vittoria finale nella zona attorno aDyrrachium,[84] tanto da meritargli untrionfo il 28 ottobre dello stesso 39 a.C..[85] Wilkies sostiene che queste operazioni siano state di breve durata e condotte per tenere attive le legioni, al posto di lasciarle passive nei loro quartieri invernali, oltre a voler punire l'alleanza che i Partini avevano in passato concluso con il cesaricida Bruto.[82] Secondo invece altri scrittori latini, le operazioni furono condotte contro iDelmatae e alla fine della guerra vennero loro confiscate armi, greggi, terre e Pollione ottenne iltitolo vittorioso diDelmaticus.[86] Peraltro il Wilkes non crede che Pollione possa aver combattuto contro iDelmatae, in quanto si trovavano troppo lontani dalla provincia di Macedonia, appartenente alla sfera di influenza diMarco Antonio; molto più vicino era l'Illirico, di pertinenza diOttaviano.[87]

35-33 a.C.

Se gliIapodi, nella parte settentrionale dell'Illirico, avevano compiuto numerose incursioni controTergeste edAquileia negli ultimi anni, mentre la colonia diPola era stata distrutta pochi anni prima, i piratiLiburni infestavano l'Adriatico ed i Dalmati erano ancora indipendenti e pericolosi. Questa situazione costrinseOttaviano, ormai padrone incontrastato del Mondo romano occidentale, adintraprendere di persona una serie di campagne nella zona ad est di Aquileia in direzione delfiume Sava inPannonia. L'obbiettivo principale era di spingersi fino alla roccaforte diSegesta, dai Romani chiamataSiscia (Sisak).[88] Al termine di un triennio di campagne militari nell'Illirico, vennero fondate alcunecolonie, comeIader,Narona,Salona (anche se non è da escudere siano state fondate al tempo diCesare),[69] oltre aPietas Iulia (Pola) eEmona (Lubiana).

Laterza ed ultima campagna militare di Ottaviano nell'Illyricum (33 a.C.). Evidenziati in rosso più vivace i territori deiSocii dei Romani al termine dell'anno.

L'Illirico durante il principato di Augusto (30 a.C. - 8/9 d.C.)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Campagne dalmato-illiriche (13-9 a.C.) e Rivolta dalmato-pannonica del 6-9.

In questo periodo la provincia dell'Illirico daprovincia senatoria divenneprovincia imperiale, passando così sotto il controllo diretto delprincepsAugusto. Il governatore non era più unproconsole ma unlegatus Augusti pro praetore.

16 a.C.

Ilproconsole dell'Illirico,Publio Silio Nerva, riuscì a respingere nuovi attacchi inIstria di alcune tribù della vicinaPannonia eNorico, tra cui iTaurisci, e occupare i territori delNorico meridionale. Sottomise anche altre popolazioni limitrofe allaGallia cisalpina come iCamuni, iVenni ed iTriumplini.[89]

13 a.C.

Il progetto diAugusto venne portato a termine vent'anni più tardi, una volta divenuto padrone incontrastato del mondo romano. Egli voleva sottomettere l'intera area compresa tra l'Adriatico, il fiumeDrava e le terre deiDardani e deiMesi. La campagna cominciò nel13 a.C., ma la scomparsa prematura diAgrippa, lasciò il nuovo compito nelle mani del figliastro delPrinceps:Tiberio Claudio Nerone. Egli condusse glieserciti romani per 4 anni contro le popolazioni di Dalmati eBreuci, avvalendosi anche dell'aiuto di validi generali comeMarco Vinicio eLucio Calpurnio Pisone inTracia.

12 a.C.

Tiberio sottomise i pannoniBreuci, grazie all'alleanza della potente tribùceltica (sottomessa l'anno precedente) degliScordisci[90]. Per questi successi gli furono decretati gliornamenta triumphalia.

11 a.C.

Ancora Tiberio fu impegnato prima con i Dalmati, che si erano ribellati, e poco dopo ancora contro iPannoni che avevano approfittato della sua assenza, impegnando Tiberio contemporaneamente su due fronti. Al termine di questa campagna l'intera area delle futura provincia di Dalmazia era sotto il controllo romano.

10 a.C.

Ci fu un'invasione diDaci a sud delDanubio, con loro gravi razzie nei territori diPannoni e Dalmati. Fornendo loro ril pretesto per ribellarsi nuovamente, anche a causa dei tributi troppo elevati. Tiberio, che si era recato inGallia insieme al patrigno Augusto, fu costretto a tornare sul teatro delle operazioni, per affrontare e battere nuovamente le popolazioniilliriche.

9 a.C.

Quest'anno Tiberio lo dedicò alla riorganizzazione della nuova provincia dell'Illirico. E sembra che nel corso di quest'anno o negli anni successivi, l'allora governatore dell'Illirico,Marco Vinicio (come riporta un'iscrizione trovata aTuscolo, vicino aFrascati):

(latino)
«Marcus Vinicius Publi filius consul XVvir sacris faciundis praetor quaestor legatus propraetore Augusti Caesaris in Illyrico primus trans flumen Danivium progressus Dacorum et Basternarum exercitum acie vicit fugavitque Cotinos Osos (...)s et Anartios sub potestatem Imperatoris Caesaris Augusti et populi Romani redegit»
(italiano)
«Marco Vinicio, figlio di Publio, ricoprì la carica diConsole, quindicesimo uomo sacro,Pretore,Questore,legato Augusto propretore (ovvero governatore) nell'Illirico, primo ad aver attraversato il fiumeDanubio, condusse un esercito contro le schiere diDaci eBastarni che vinse, e batté ancheCotini,Osii, (...) (si trattava deiceltiBoi? o degliEravisci?) e Anartii e li condusse sotto il dominio diAugusto e del popolo romano.»

( AE 1895, 122)

6-9 d.C.

Tutto veniva messo in discussione con lo scoppio di una rivolta presso tutte le gentipannoniche e dellaDalmazia. Le campagne che si susseguirono durarono 4 anni, con l'impiego di non meno di 70.000/80.000soldati romani. Larivolta fu infine soffocata nel sangue dopo quasi quattro anni di dure campagne militari.

Le ultime fasi dellariconquista dell'area Illirica sotto l'alto comando diTiberio, prima della divisione in due nuove province:Dalmazia ePannonia, avvenuta probabilmente tra l'8 ed il20 d.C.[2].

Creazione delle province di Dalmazia e Pannonia (8/9 - 14/20 d.C.)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Dalmazia (provincia romana), Pannonia superiore e Pannonia inferiore.

Al termine dellarivolta dalmato-pannonica, o più probabilmente un decennio più tardi, sotto il principato diTiberio, l'area dell'Illirico romano era divisa in due nuove province:

Precedentemente la nuova provincia diMesia era stata scorporata, forse inizialmente solo come distretto militare, dalla vicinaprovincia di Macedonia, (in seguito divisa inSuperior edInferior).

I Romani, memori della recente fatica per riportare l'intera area sotto il loro dominio, decisero di lasciare a guardia della nuova provincia due legioni (laLegio XI aBurnum e laVII aTilurium[91]) anche come "riserva strategica" a ridosso dellimes danubiano, oltre a fondare numerosecolonie.

Si provvedette alla costruzione di nuovi acquedotti, strade ed opere civili in generale (compresa la ristrutturazione dellaVia Egnatia, che daDurazzo, conduceva aBisanzio, la futuraCostantinopoli). Importanti giacimenti dirame,argilla e soprattutto diargento erano controllati daunità militari ausiliarie contro le scorrerie dei predoni montanari della zona. Le esportazioni principali eranovino,formaggio,olio e ilpesce dallago di Scutari e dallago di Ocrida.

Un ambizioso progetto di costruzioni fu iniziato in Illirico dal legatoPublio Cornelio Dolabella (il console del10), quando i legionari furono impiegati nella costruzione di almeno quattro strade, alcune delle quali penetravano nell'interno, nel territorio deiDitoni e deiDesiziati, contribuendo ad affrettare la pacificazione di queste regioni turbolente ed a collegarle con la vicinaMesia.

Per maggiori approfondimenti del periodo si rimanda alle voci:Dalmazia,Pannonia superiore ePannonia inferiore. Ricordiamo inoltre che a partire daClaudio il Gotico (268-270), fino aDiocleziano (284-305), numerosi furono i cosiddettiImperatori illirici, le cui origini erano di una regione assai vasta che comprendeva l'anticaIlliria fino al tratto centrale dellimes danubiano. LaHistoria Augusta ci tramanda che venne istituito, sicuramente al tempo dell'imperatoreValeriano (253-260), un comando militare che sovrintendeva a tutti gli eserciti delleprovince romane diTracia,due Mesie,Dalmazia,due Pannonie etre Dacie (dux totius Illyrici).[92] Il primo comandante di questo prestigioso ufficio militare fu il futuro imperatore,Claudio il Gotico, che sembra fosse secondo solo all'imperatore stesso. Claudio esercitò questo comando per dieci anni a protezione dellimes danubiano, contro la ormai devastante pressione deiGoti (dal258 al268 circa).

Dalla riforma tetrarchica di Diocleziano all'Impero d'Oriente (286 - 395 d.C.)

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I territori dellaPrefettura del pretorio dell'Illirico nelIV secolo.
Lo stesso argomento in dettaglio:Tetrarchia, Pannonia (diocesi) e Prefettura del pretorio dell'Illirico.

ConDiocleziano, imperatore illirico, (284-305) si provvedette alla ristrutturazione dell'Impero romano introducendo una serie di riforme istituzionali derivanti dalla precedentecrisi del III secolo. L'imperatoreDiocleziano rese famosa la Dalmazia costruendovi per sé unpalazzo a pochi chilometri a sud di Salona, ad Aspalathos (Spalato).

Ladiocesi di Pannonia o dell'Illirico fu istituita nel314 in seguito alle riforme provinciali di Diocleziano e Costantino. Faceva originariamente parte dellaPrefettura del pretorio d'Italia, e in seguito entrò a far parte dellaprefettura del pretorio dell'Illirico. Nel337 con la morte di Costantino fu creata laPrefettura del pretorio dell'Illirico. Dopo la divisione di quest'ultima nel 379, entrò a far parte di nuovo nella Prefettura d'Italia con la denominazione diDiocesi d'Illirico.

La Diocesi di Pannonia era una delle due diocesi dell'Illirico romano a non essere di cultura greca (l'altra era laDacia), ed entrò a far parte dell'Impero romano d'Occidente alla morte diTeodosio I nel395. Nel 437Galla Placidia, per ricompensare l'imperatore romano d'OrienteTeodosio II per aver messo sul trono occidentale il figlio di leiValentiniano III, cedette l'estremità orientale della Pannonia II (con le città diSirmio eBassiana) all'Impero romano d'Oriente.[93] Il resto della Pannonia era stato ceduto agliUnni da Ezio in cambio dell'appoggio militare degli Unni all'Impero in Gallia. La Pannonia II divenne così la tredicesima provincia dell'Illirico orientale eSirmio divenne per qualche tempo la capitale della prefettura dell'Illirico (orientale), ma venne ceduta daTeodosio II agliUnni in seguito alle vittoriose campagne balcaniche diAttila del441-442.

Secondo altri studiosi, tuttavia, tutto l'Illirico occidentale sarebbe stato ceduto all'Impero d'Oriente. Essi citano come prova:[94]

  • un passo delleVariae diCassiodoro in cui viene affermato che Galla Placidia, perdendo l'Illirico, acquistò una nuora (Valentiniano III si sposò con la figlia di Teodosio II).
  • un passo diGiordane che afferma che «Valentiniano III viaggiò da Roma a Costantinopoli per sposare Eudocia, figlia dell'Imperatore Teodosio, e, per ricompensare il suocero, cedette tutto l'Illirico» (Giordane,Romana, 139).
  • Polemio Silvio nel 448 elenca tra le province dell'Illirico anche quelle dell'Illirico occidentale.
  • il fatto che gli imperatori d'Oriente avessero concesso in Pannonia terre aiGoti,Unni,Gepidi e altri barbari, prova che la Pannonia apparteneva all'Oriente.
  • nel panegirico diSidonio Apollinare del 467, Roma si rivolge a Costantinopoli elencando tra le province in suo possesso laSicilia, laGallia e ilNorico, ma nonDalmazia ePannonia.

TuttaviaProcopio afferma che la Dalmazia era governata da uomini (come ilcomesMarcellino) dipendenti dall'Impero romano d'Occidente, e ciò contrasta con la cessione della Dalmazia all'Impero d'Oriente. Uno studioso (Wozniak) ha tentato di conciliare Procopio con le altre fonti sostenendo che la Dalmazia, pur appartenendo nominalmente all'Impero d'Oriente,de facto apparteneva a quello d'Occidente:

«Tra il 437, anno del passaggio dell'Illirico all'Oriente, e il 454, Salona e la Dalmazia costiera sembrano essere ritornate o rimaste sotto il controllo amministrativo romano-occidentale, sebbene formalmente sotto la sovranità romano-orientale... Sebbene la Dalmazia fosse stata ceduta formalmente all'Oriente come parte della cessione dei diritti romano-occidentali sull'Illirico (437), il controllo amministrativo della Dalmazia costiera sembra essere rimasto nelle mani del governo di Ravenna. Anche se solo occasionalmente esercitato, la sovranità legale di Costantinopoli sulla Dalmazia fu tenuta in riserva come diritto da rivendicare in caso di necessità.»

(Wozniak 1981:354-355. Citato inMacGeorge 2002, p. 37)

Comunque la Dalmazia, sebbene legata all'Occidente, mostrò, a partire dal 460 circa, tendenze scissioniste dal governo di Ravenna. Ilcomes di Dalmazia Marcellino infatti non riconobbeLibio Severo come nuovo imperatore d'Occidente, staccando la Dalmazia dall'Impero e governandola come una sorta di vero e proprio dominio personale. Successivamente un altrocomes di Dalmazia, Giulio Nepote, era riuscito a diventare imperatore d'Occidente, anche se dopo solo un anno venne deposto e costretto a fuggire in Dalmazia, dove regnò fino al 480. La Dalmazia, insieme alla Gallia settentrionale, fu una delle due parti dell'Impero occidentale a soccombere alcuni anni dopo la deposizione dell'ultimo imperatore d'Occidente.

Nel Norico (che nonostante la presunta cessione all'Oriente, Sidonio Apollinare nel 467 la cita tra le province dell'Occidente) invece il crollo del gettito fiscale dell'Impero d'Occidente aveva causato una progressiva diminuzione delle truppe poste alla sua difesa, che spesso ricevevano con irregolarità la paga. Ciò espose la regione ai saccheggi e alle devastazioni dei Rugi e di altre popolazioni barbariche, come Eruli, Ostrogoti, Alamanni e Turingi. A un certo punto - tra il 460 e il 470 - l'Impero cessò di pagare le truppe della regione del tutto, ma ciò non lasciò il Norico esposto completamente senza difese alle incursioni dei Barbari. Infatti i soldati del posto, essendo motivati a difendere la propria famiglia e i propri possedimenti dalle incursioni, continuarono a difendere le guarnigioni dai Barbari, portando alla formazione di vere e proprie milizie cittadine, che però, anche se riuscirono a ritardarla, non riuscirono a evitare la caduta del Norico in mano ai Rugi.

IlRe ostrogoto d'ItaliaTeodorico il Grande conquistò la Pannonia agli inizi del VI secolo, e potrebbe aver rifondato la diocesi.

Difesa ed esercito

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Mappa dell'anticacittà romana di Aquileia, sede militare romana per almeno due secoli, fino allagrande rivolta dalmato-pannonica del6-9 d.C..
Lo stesso argomento in dettaglio:Esercito romano e Limes danubiano.

Il fatto che aCesare sia stata assegnata inizialmente la provincia dell'Illirico come parte del suoimperium, e che all'inizio del58 a.C. ben tre legioni fossero state dislocate adAquileia (laVII, l'VIII e laIX), potrebbe indicare che egli intendesse cercare proprio in quest'area gloria e ricchezze con cui accrescere il suo potere e la sua influenza militare e politica. Cesare aveva infatti bisogno di importanti vittorie militari così da costruirsi un suo potere personale con il quale controbilanciare quello che Pompeo si era costruito con le vittorie ottenute in Oriente. A tal fine progettava probabilmente una campagna oltre leAlpi Carniche fin sulDanubio, sfruttando la crescente minaccia delle tribù dellaDacia (corrispondente grosso modo all'odiernaRomania), che si erano riunite sotto la guida diBurebista, il quale aveva poi guidato il suo popolo alla conquista dei territori dislocati ad ovest del fiumeTibisco, oltrepassando il Danubio e sottomettendo l'intera area su cui si estende l'attualepianura ungherese, ma soprattutto avvicinandosi pericolosamente all'Illirico romano e all'Italia. Le sue armate si erano però fermate all'improvviso, forse per il timore di un possibile intervento diretto di Roma nell'areabalcano-carpatica. Così, invece di continuare nella sua marcia verso occidente, Burebista era tornato nelle sue basi inTransilvania, rivolgendo poi le proprie mire ad Oriente: attaccò iBastarni e infine assediò e distrusse l'anticacolonia greca diOlbia (nei pressi dell'attualeOdessa).[56]

L'occupazione romana dell'Illirico fece diBurnum (l'attualeChistagne), un sito militare fin dalla fine delI secolo a.C., con la costruzione di un grandecastrum destinato ad ospitare almeno una dellelegioni impegnate in quest'area, come ci raccontaPlinio il vecchio.[95] Già alla fine dellecampagne illiriche di Ottaviano (35-33 a.C.) qui è attestata laLegio XX Valeria Victrix. Intorno al10 d.C. questa legione lasciò il presidio dalmata per passare inGermania e fu rimpiazzata dallaLegio XI.

Ottaviano era, inoltre, deciso adoccupare l'alta valle delfiume Sava. Si racconta che l'esercito mosse (nel35 a.C.) da Senia, lungo il fiumeKupa, occupando prima e non senza difficoltà, la fortezza diTerponus degliArupini, poi quella diMetulum (l'attuale Cakovac vicino aJosipdol-Ogulin), capitale degliIapodi. E mentre un contingente fu lasciato nella capitale, il grosso dell'esercito proseguiva, seguendo l'alta valle dellaKupa in direzione diSegesta oSegestica, capitale dei Segestani e futuraSiscia. Questa località, di importanza strategica fondamentale per un'avanzata verso est, cadde dopo 30 giorni di duro assedio.[96] Una volta conquistata questa importante roccaforte, Ottaviano vi lasciò 25 coorti agli ordini diGaio Fufio Gemino, e tornò aRoma.[97] Al termine di tra duri anni di campagne militari nell'area, Ottaviano lasciò, sembra in modo permanente, a presidio diEmona eSiscia, un paio di guarnigionilegionarie.

E ancora, la legioneVII fu posizionata aTilurium al termine dellagrande rivolta, prima della divisione dell'Illirico inVenetia et Histria,Dalmazia ePannonia.[98]

Bigeste (Ljubuški, poco a nord-ovest diNarona), forte militare ausiliario dove soggiornò laCohors equitata I Belgarum,[99] o laCohors I Bracaraugustorum[100] o laCohors VIII Voluntariorum[101] o laCohors III Alpinorum.[102] o laCohors I Lucensium.[103]

Geografia politica ed economica

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Maggiori centri provinciali

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Le città principali erano:

  • Anfieteatro a Durazzo.
    Anfieteatro a Durazzo.
  • Anfiteatro a Durazzo (2).
    Anfiteatro a Durazzo (2).
  • Mura romane.
    Mura romane.
  • Rovine romane.
    Rovine romane.
  • Rovine romane dell'antica Emona.
    Rovine romane dell'anticaEmona.
  • Mura romane della fortezza legionaria.
    Mura romane dellafortezza legionaria.
  • Cinta muraria.
    Cinta muraria.
  • Cinta muraria con la base di una torre in primo piano.
    Cinta muraria con la base di una torre in primo piano.
  • Grande tempio costruito dal governatore Dolabella.
    Grande tempio costruito dal governatoreDolabella.
  • Ancora il grande tempio.
    Ancora il grande tempio.
  • Pharus (Cittavecchia di Lesina -Stari Grad);
  • Pietas Iulia (Pola), sorta forse su un anticocastelliere, fu conquistata dai Romani nel177 a.C., succedendo all'anticaNesactium, massimo centro degliIstri, situata a una decina di km dall'attuale abitato. Divennecolonia romana nel46-45 a.C. Distrutta dopo labattaglia di Azio, fu ricostruita per volere della figlia diAugusto, Giulia. Pola fu città e fiorente porto commerciale (30.000 abitanti), dotata di prestigiose strutture urbane (fra cui un ampio foro, un arco trionfale, unanfiteatro e due teatri) e ornata di templi cui si aggiunsero, nei primi secoli dell'era volgare, alcune basiliche cristiane.
  • Anfiteatro di Pola.
  • Anfiteatro di Pola.
    Anfiteatro di Pola.
  • Teatro romano a Pola.
    Teatro romano a Pola.
  • Arco romano dei Sergi.
    Arco romano dei Sergi.
  • Tempio di Augusto a Pola.
    Tempio di Augusto a Pola.
  • Porta Gemina a Pola.
    Porta Gemina a Pola.
  • Porta di Ercole.
    Porta di Ercole.
  • Acquedotto di Salona.
    Acquedotto diSalona.
  • Anfiteatro di Salona.
    Anfiteatro di Salona.
  • Colonne nella città di Salona
    Colonne nella città di Salona

Principali vie di comunicazione

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Lo stesso argomento in dettaglio:Strade romane.

Le principali vie di comunicazioni provinciali erano:

Note

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  1. ^AE1994, 668.
  2. ^abcdeAE1996, 885.
  3. ^abLa Gallia Cisalpina corrispondeva ai territori della pianura padana compresi tra il fiumeAdige e leAlpi piemontesi; ad est di quest'ultimo fiume iniziava l'Illirico (AE1994, 668;CILV, 2156;CILV, 1864;CILV, 2826 (p 1095);CILV, 8650,AE1994, 675).
  4. ^Mitchell 1856, p. 215;Smith 1854.
  5. ^Cesare,De bello gallico, II, 35.2, III, 7.1 e V, 1.5;PlutarcoCesare, 14.10:Svetonio,Vite dei CesariCesare, 22 e 29.
  6. ^CILV, 2826 (p 1095).
  7. ^Strabone, XVII, 3. 25;Cassio Dione, LIII, 12.4.
  8. ^Cassio Dione, LIV, 34.4.
  9. ^CILVI, 40352.
  10. ^CILX, 5182,CILX, 5180.
  11. ^AE1998, 1056,CILXVI, 4.
  12. ^Inscriptiones Latinae Selectae, 899, Aenona.
  13. ^Dobó 1968, p. 22.
  14. ^Polibio, II, 8.
  15. ^Polibio, II, 11.
  16. ^Fasti triumphales, 525 anniab Urbe condita.
  17. ^Livio,Periochae, 20.12.
  18. ^Polibio, III, 15.12-13.
  19. ^Polibio, III, 16.1.
  20. ^Livio,Periochae, 20.13.
  21. ^Livio,Periochae, 24.4.
  22. ^Velleio Patercolo, I, 13.2.
  23. ^Plinio il Vecchio, III, 126-127.
  24. ^CILV, 873.
  25. ^Floro, I, 26.2;Alföldy 1974, p. 31.
  26. ^Fasti triumphales, 576 anniab Urbe condita;Livio, XLI, 4-11.
  27. ^abcdWilkes 1969, p. 32.
  28. ^Livio, XLI, 1-7 e XLIII, 1-5.
  29. ^abWilkes 1969, p. 30.
  30. ^Livio,Periochae, 44.6.
  31. ^Livio,Periochae, 44.8.
  32. ^Fasti triumphales, 586 anniab Urbe condita.
  33. ^Polibio, XXXII, 9.
  34. ^Livio,Periochae, 47.9.
  35. ^AppianoGuerra illirica, 11;Strabone, VII, 5.5.
  36. ^Fasti triumphales, 598 anniab Urbe condita;Livio,Periochae, 47.10;Frontino,Strategemata, III, 6.2;Strabone, VII, 5.5;Wilkes 1969, p. 31.
  37. ^AppianoGuerra illirica, 10;Livio,Periochae, 56.6.
  38. ^Livio,Periochae, 56.7.
  39. ^abFasti triumphales, 614 anniab Urbe condita:AE1930, 60.
  40. ^Plinio il Vecchio, III, 129;CILV, 8270.
  41. ^abWilkes 1969, p. 33.
  42. ^Fasti triumphales, 624 anniab Urbe condita:AE1930, 60.
  43. ^AppianoGuerra illirica, 11;Livio,Periochae, 62.3;Eutropio, IV, 23.2.
  44. ^Wilkes 1969, p. 34.
  45. ^Cornelio Nepote, 72, 7.
  46. ^AppianoGuerre celtiche, 13;Strabone, V, 1.8.
  47. ^Livio,Periochae, 63.6.
  48. ^Livio,Periochae, 63.7.
  49. ^Eutropio, VI, 4;Orosio, V, 23, 23.
  50. ^Wilkes 1969, p. 35.
  51. ^LaLex Vatinia fu proposta daltribuno della plebePublio Vatinio, che poi sarà luogotenente di Cesare in Gallia.
  52. ^PlutarcoCesare, 14;Pompeo, 48.3;Crasso, 14.3. Riguardo alle tre legioni affidate a Cesare dallaLex Vatinia, si trattava dellaVII, dell'VIII e dellaVIIII
  53. ^La provincia della Gallia Narbonense era stata costituita nel 121 a.C. e comprendeva tutta la fascia costiera e la valle delRodano, nelle attualiProvenza (il cui nomederiva proprio daprovincia) eLinguadoca.
  54. ^Cassio Dione, XXXVIII, 85;Svetonio,Vite dei CesariCesare, 22;Keppie 1998, pp. 80-81 suppone che laX legione fosse posizionata nella capitale della Gallia Narbonense, aNarbona.
  55. ^Wilkes 1969, p. 37.
  56. ^abCarcopino 1981, pp. 255-260;Piganiol 1989, pp. 432-433.
  57. ^Cicerone,In Vatinium testem, 38;Cesare,De bello gallico, II, 35 e III, 7;CILIII, 3078.
  58. ^Cesare,De bello gallico, V, 1-2.
  59. ^Cesare,De bello gallico, VIII, 50 passò l'inverno del 51/50 a.C. nella Gallia cisalpina.
  60. ^abAppianoGuerra illirica, 12.
  61. ^AppianoGuerra civile, II, 41;Cassio Dione, XLI, 40 e XLII, 11.2;Floro, II, 30-33;Orosio, VI, 15.8-9;Livio,Periochae, 110;Lucano, IV, 402-581;Cesare,De bello civili, III, 4.2 e 10.5.
  62. ^Cesare,De bello civili, III, 9;Cassio Dione, XLII, 11;Orosio, VI, 15.8-9.
  63. ^Bellum Alexandrinum, 42-47.
  64. ^abParker 1958, pp. 64-65.
  65. ^(DE)Friedrich Münzer,Cornificius, inPaulys Realencyclopädie der Classischen Altertumswissenschaft, vol. IV, Stoccarda, 1893 segg., col. 1624 (n.8).
  66. ^abWilkes 1969, p. 41.
  67. ^Bellum Alexandrinum, 43;AppianoGuerra illirica, 12, 25 e 27;Cesare,De bello civili, II, 58-59;Cassio Dione, XLII, 11;PlutarcoAntonio, 7;Cicerone,Epistulae ad Atticum, XI, 16.1 (data l'azione al 2 giugno del 47)).
  68. ^La città diSynodion fu presa da Ottaviano nel corso della campagna militare del34 a.C.. Cfr.Wilkes 1969, p. 54.
  69. ^abWilkes 1969, p. 48.
  70. ^Bellum Alexandrinum, 43.
  71. ^abcWilkes 1969, p. 42.
  72. ^Bellum Alexandrinum, 44; sulla carriera diPublio Vatinio si confronti(DE) Wilhelm Gundel,Publius Vatinius, inPaulys Realencyclopädie der Classischen Altertumswissenschaft, vol. VIII A, Stoccarda, 1893 segg., col. 495 ss (n.3)..
  73. ^Bellum Alexandrinum, 45.
  74. ^Cassio Dione, XLII, 55.4;Cicerone,Epistulae ad familiares, 12, 17-19;Bellum Alexandrinum, 46-47.
  75. ^Cicerone,Epistulae ad familiares, 13, 77;Bellum Africum, 10;(DE)Friedrich Münzer,Sulpicius 93, inPaulys Realencyclopädie der Classischen Altertumswissenschaft, vol. IV, Stoccarda, 1893 segg., col. 849 (n.1).
  76. ^abAppianoGuerra illirica, 13.
  77. ^abWilkes 1969, p. 43.
  78. ^Cicerone,Epistulae ad familiares, V, 9, 10a, 10b e 11, lettere datate dal 5 luglio del 45 a.C. al gennaio del 44 a.C.
  79. ^Bellum Alexandrinum, 44-47.
  80. ^Cassio Dione, XLVII, 21.6.
  81. ^AppianoGuerra illirica, 13;Guerra civile, IV, 75;Livio,Periochae, 108;Cicerone,Orationes Philippicae, X, 13;Velleio Patercolo, II, 69.3-4;PlutarcoBruto, 25.3-4;Cassio Dione, XLVII, 21.7.
  82. ^abcWilkes 1969, p. 44; InscrIt-13-01, 36.
  83. ^AppianoGuerra civile, V, 65;Cassio Dione, XLVIII, 28.4.
  84. ^Strabone, VII, 7.8;Plinio il Vecchio, III, 145 ss.
  85. ^AppianoGuerra civile, V, 65;Cassio Dione, XLVIII, 41.7; InscrIt-13-01, 86 e 342;Fasti triumphales, 28 ottobre di 714 anniab Urbe condita.
  86. ^Floro, II, 25;Orazio,Carmina, II, 1.16.
  87. ^Wilkes 1969, p. 45.
  88. ^Wilkes 1969, pp. 46-58.
  89. ^Cassio Dione, LIV, 20.1-2.
  90. ^Velleio Patercolo, II, 39.3;Cassio Dione, LIV, 31.3.
  91. ^CILIII, 9733 (p 1475);Wilkes 1969, pp. 83 e 96.
    Tacito,Annales, IV, 5.
  92. ^Historia AugustaDivus Claudius, 15.2.
  93. ^Bavant 2007, p. 330.
  94. ^MacGeorge 2002, pp. 34-37.
  95. ^Plinio il Vecchio, III, 141.
  96. ^Floro, II, 23.6-7;Cassio Dione, XLIX, 37.
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  98. ^CILIII, 9733 (p 1475).
  99. ^AE2000, 1177;AE2000, 1180f.
  100. ^AE2000, 1178;AE2000, 1179.
  101. ^AE2000, 1180g;CILIII, 6365.
  102. ^CILIII, 8491;CILIII, 8495 (p 2132, 2322, 2328,121);AE1950, 109;AE1950, 110.
  103. ^CILIII, 8486,CILIII, 8492.
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  105. ^Luzzatto & Mansuelli 1985, vol. 17/2, p. 256.

Bibliografia

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Fonti antiche
Fonti storiografiche moderne
Corpora e florilegi epigrafici

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